Ufficio Stampa - Comune di Messina

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SACRARIO CRISTO RE
Si tratta di uno dei monumenti più importanti della città di Messina che testimonia l"eroismo di
tanti concittadini caduti in guerra per la gloria della Patria. Il Sacrario o Santuario di Cristo Re,
che sorge sul viale Principe Umberto su di un"altura panoramica a circa 60 metri sul livello del
mare, venne concepito dal progettista, Francesco Barbaro, in stile neobarocco, come sepolcro
monumentale dei Caduti. Il tempio venne costruito sul luogo in cui si trovava l"antico castello di
Rocca Guelfonia o Matagriffone che, nel 1191, ospitò Riccardo "Cuor di Leone" con i suoi uomini,
diretti in Terrasanta durante la III Crociata. L"inaugurazione avvenne nel 1937 e nella cripta vi è
il Sacrario ai Caduti. Accanto alla Chiesa si erge la superstite torre ottagonale dell"antico
castello risalente al 1100 che nel 1254 fu la prigione di Carlo II D"Angiò detto lo "zoppo".
Nel 1935, sulla sua cima venne collocata una campana di 130 quintali, tra le più grandi d"Italia,
fusa con il bronzo dei cannoni sottratti ai nemici durante la Prima Guerra Mondiale. Il santuario è
a pianta centrica, sormontato da una cupola segnata da otto costoloni, alla base dei quali, sulla
cornice, sono collocate altrettante statue bronzee modellate dallo scultore romano, Teofilo
Raggio, e fuse dalla Fonderia Artistica Fiorentina, raffiguranti le virtù cardinali e teologali. Sulla
scalinata d"ingresso, è posta la statua di Cristo Re opera dello scultore Tore Edmondo Calabrò.
All"interno il tempio è composto dalla chiesa inferiore e superiore. Nella prima, sono custoditi i
resti di 110 caduti della prima guerra mondiale e di 1288 caduti della seconda guerra mondiale,
di cui 161 rimasti ignoti, in gran parte morti nel 1943 nei combattimenti per la difesa dell"isola. In
una lapide, inoltre, sono ricordati i 21 marinai caduti nella battaglia navale di Punta Stilo il 9
luglio 1940. Nel 1838 fu adibito a carcere ed ospitò i detenuti che risiedevano nel vecchio sito che
doveva servire per la costruzione del teatro S. Elisabetta (oggi Vittorio Emanuele). Con il
terremoto del 1908 della fortezza rimangono la torre poligonale, restaurata dopo il disastro, con
l"iscrizione del XV secolo e resti imponenti delle mura insieme all"ingresso cinquecentesco della
fortezza, ancora oggi visibile in via delle Carceri, che si presenta come un portale monumentale
a bugne sormontato da un mascherone.
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