Stampa | Staffetta Acqua (SQ) 1 di 2 http://www.staffettaonline.com/staffetta_acqua/Stampa.aspx?id=254674 stampa | chiudi Copyright © RIP Srl Tariffe martedì 29 settembre 2015 Investimenti, con 5 mld €/anno +0,7% Pil e 182.000 posti di lavoro Laboratorio servizi pubblici locali di Ref Ricerche: aumentano investimenti programmati nel settore idrico italiano ma non sono sufficienti a raggiungere livelli europei, da 34 euro/ab/anno si dovrebbe passare a 90 con ricadute positive per tutto il sistema economico (in 10 anni +109,4 mld € di Pil e 1,8 mln di occupati) La regolazione indipendente del settore idrico avviata più di tre anni fa dall'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico (Aeegsi) ha dato slancio ai tanto attesi investimenti infrastrutturali arenatisi per diverso tempo tra governance incerta, referendum e crisi economica. Gli investimenti programmati per il periodo 2014-2017 prevedono una spesa di circa 34 euro/abitante/anno (+43% rispetto al 2012-2013, ma non al Sud), ne saranno effettivamente investiti 28 se il tasso di realizzazione sarà pari all'80% come avvenuto nel biennio 2012-2013. Certamente un passo avanti, ma occorrerebbe uno sforzo tre volte maggiore per colmare il gap infrastrutturale che separa l'Italia dagli altri paesi europei (a titolo di esempio, se il patrimonio infrastrutturale idrico in Italia si attesta sui 240 euro/abitante, in Inghilterra si sale a quota 1.400 euro/abitante). A sottolinearlo è una recente analisi del Laboratorio servizi pubblici locali di Ref Ricerche , intitolata “Le infrastrutture idriche: un ‘patrimonio comune'”, che si presenta con un taglio propositivo: in Italia, vi si legge, si dovrebbero spendere 5 miliardi di euro l'anno per portare la dotazione infrastrutturale del settore idrico ai livelli europei, riuscirci significherebbe generare ricadute economiche pari allo 0,7% del Pil e creare 182.000 nuovi posti di lavoro. Guardando alla programmazione 2014-2017, i dati del Laboratorio – ottenuti analizzando un campione di 126 gestori che servono una popolazione di 40 milioni di abitanti – mostrano una differenziazione regionale degli investimenti previsti al netto dei contributi pubblici (quindi legati esclusivamente alla tariffa) che vede indietro il Mezzogiorno e, più in generale, le Regioni in cui non sono ancora pienamente operativi gli Enti di governo d'Ambito. Se però si prendono in considerazione le risorse pubbliche (fondi Cipe per il Meridione), l'importo degli investimenti programmati nelle Regioni del Sud raddoppia o arriva anche a quadruplicare. Se fino a qualche tempo fa si parlava di un fabbisogno complessivo di investimenti pari a 65 miliardi di euro in 30 anni (2,17 miliardi l'anno, ovvero 36 euro/abitante/anno), oggi tale stima appare insufficiente in quanto basata su Piani d'Ambito sottodimensionati. Tuttora, secondo il Laboratorio, la pianificazione appare non del tutto aderente al reale fabbisogno del settore, in parte sacrificato in nome dell'equilibrio economico-finanziario dei gestori e della cautela politica nei confronti degli aumenti tariffari. Per questo l'analisi fa riferimento all'esperienza inglese, che può costituire un esempio per l'Italia in ragione di una dimensione demografica analoga a quella della nostra penisola e di un maturo sistema di regolazione. L'Inghilterra presenta un flusso annuo di investimenti pari a 100 euro/abitante con una tariffa media di 3,3 euro/mc (la Danimarca si avvicina ai 130 euro/abitante/anno e la tariffa si attesta intorno ai 6,3 euro/mc, in Francia gli investimenti toccano i 90 euro pro capite l'anno e la tariffa i 3,2 euro/mc, in Germania s'investono 80 euro/abitante/anno con una tariffa media di 4,3 euro/mc). Tra il 1989 e il 2015 il settore idrico inglese ha investito 125 miliardi di sterline (a valori attuali), oltre 2.000 sterline pro capite, raggiungendo una RAB di circa 63 miliardi di sterline (88 miliardi di euro), pari a circa 1.100 sterline pro capite (poco meno di 1.500 euro). In Italia la RAB è stimabile in 12-13 miliardi di euro, circa 230 euro/abitante (un divario che è anche frutto, per essere precisi, di un'incompleta ricognizione del patrimonio infrastrutturale italiano). Anche rispetto alla patrimonializzazione, in ogni caso, emerge il classico divario tra Nord ( circa 280 euro/abitante) e Sud (128 euro/abitante); il Centro Italia su valori poco inferiori a quelli del Settentrione (249 euro/abitante). Per raggiungere il livello del patrimonio idrico inglese, stima il Laboratorio, il servizio idrico italiano 29/09/2015 10.03 Stampa | Staffetta Acqua (SQ) 2 di 2 http://www.staffettaonline.com/staffetta_acqua/Stampa.aspx?id=254674 dovrebbe realizzare investimenti per 9,8 miliardi di euro l'anno nei prossimi 10 anni, o per 6,2 miliardi l'anno in 20 anni, o ancora 5,4 miliardi di euro l'anno in 30 anni. In ciascuno di questi scenari dovrebbero essere il Sud e le Isole ad incrementare più consistentemente i propri investimenti perché partono da una condizione più arretrata: se, assumendo il 2045 come orizzonte, le Regioni meridionali quintuplicassero l'importo degli investimenti programmati per il quadriennio 2014-2017 e quelle settentrionali lo triplicassero, si giungerebbe a un riequilibrio del peso relativo della RAB sul territorio nazionale, passando dall'attuale 20% al 34% nel Sud e nelle Isole e dal 58% al 46% nel Nord. Investire di più in infrastrutture idriche non significherebbe solo migliorare i livelli di servizio ma anche apportare benefici ai territori e al sistema economico nel suo complesso. Proiettando diversi volumi di investimento su un arco temporale di 10 anni, spiegano gli analisti di Ref Ricerche, si ottengono: 2,6 miliardi di euro aggiuntivi di Pil (+0,2%) e oltre 42.557 nuovi posti di lavoro ogni anno con investimenti per 12,8 miliardi in 10 anni (1,3 miliardi l'anno, 21 euro/abitante anno), ovvero quanto all'incirca previsto dai Piani d'Ambito; impatto annuo di 4,1 miliardi di euro sul Pil (+0,3%) e 68.902 nuovi posti di lavoro con investimenti per 20,7 miliardi in 10 anni (2,1 miliardi di euro l'anno, pari a 34 euro pro capite l'anno), un volume coerente con un ipotetico fabbisogno di 65 miliardi di euro nei prossimi 30 anni; 10,9 miliardi di euro annui in più nel Pil (+0,7%) e 182.387 posti di lavoro in più ogni anno con investimenti per 54,7 miliardi in 10 anni (5,5 miliardi l'anno, 90 euro/abitante/anno). Il contributo del Laboratorio servizi pubblici locali di Ref Ricerche (n. 47, settembre 2015) è integralmente scaricabile all'indirizzo www.refricerche.it/it/laboratorio-spl-futuro/contributi-di-analisi/. © Tutti i diritti riservati E' vietata la diffusione e o riproduzione anche parziale in qualsiasi mezzo e formato. 29/09/2015 10.03