P ingegneria genetica Farmaci dalle piante: il ruolo delle biotecnologie Sin dall’antichità le piante sono state una preziosa fonte di sostanze medicamentose prima e di principi attivi poi. Più recentemente, grazie all’impiego delle tecniche d’ingegneria genetica, gli organismi vegetali hanno acquisito importanza anche per la produzione di proteine ricombinanti, con applicazioni profilattiche, diagnostiche e terapeutiche. Le tecnologie alla base della produzione dei “farmaci verdi” risultano, per molti aspetti, vantaggiose ed adattabili a diverse esigenze di Eros Fabrizi e Caterina Lucchini N 114 laboratorio 2000 novembre 2009 Nell’immaginario comune l’utilizzo proteine eterologhe, attraverso una pratica Rispetto ad altri sistemi produttivi le piante delle piante in campo medico richiama denominata Molecular Farming. offrono alcuni particolari vantaggi come il immediatamente alla mente parallelismi L’insieme delle proteine che attualmente minor costo per gli impianti di produzione, come “Aspirina e Salice piangente ”, possono essere ottenute con queste la capacità di assemblare e modificare “Acido rosmarinico e Rosmarino” o, tecnologie è già molto vasto ed include molecole complesse, l’assenza di patogeni per i più esperti, “Tassolo e Tasso del antigeni per la produzione di vaccini a e/o tossine potenzialmente pericolosi per Pacifico”. Le piante possono però essere subunità, anticorpi per uso diagnostico la salute umana e la possibilità di adattare utilizzate non solo per l’estrazione di e terapeutico, anticoagulanti, ormoni, più facilmente i livelli di produzione agenti farmacologicamente attivi, ma enzimi, microbicidi, albumina, interferoni secondo le esigenze (Fischer and Emans anche per l’espressione ad alti livelli di e così via (Ma et al. 2003, Ma et al. 2005). 2000, Ma et al. 2003, Twyman et al. 2003). L’essere in grado di ingegnerizzare organismi vegetali, oltre ad affascinare le menti di numerosi scienziati, porta con se anche risvolti assai più concreti. È stato stimato, infatti, che il valore di mercato dei prodotti ricombinanti biofarmaceutici sintetizzati in pianta raggiungerà negli Stati Uniti i 2,2 miliardi di dollari nel 2011, una somma considerevole! Il dottor Teodoro Cardi, Primo Ricercatore presso l’Istituto di Genetica Vegetale del CNR di Portici, porta avanti da numerosi anni progetti di ricerca incentrati sulla genetica vegetale. Cardi ci ha raccontato la storia dei primi esperimenti che hanno visto l’utilizzo delle piante come biofabbriche per la produzione di molecole complesse di origine animale. Questi risalgono alla fine degli anni ‘80, quando Fig.1- Il plasmide Ti. fu dimostrata la possibilità di esprimere del genoma della cellula vegetale, l’ormone della crescita, gli interferoni, Come si rende una pianta transgenica? Il plasmide Ti l’albumina ed gli anticorpi funzionali L’ingegnerizzazione delle cellule vegetali è formazione di tumori del colletto. Il T-DNA (Fischer and Emans 2000). Negli stessi pratica non proprio banale. I motivi sono altri non è che un segmento del ben più anni fu anche dimostrata la possibilità molteplici, uno su tutti la presenza di una grande plasmide Ti (fig.1) presente nella di produrre molecole antigeniche parete cellulosica, intorno alla membrana maggior parte dei ceppi di A. tumefaciens. in cellule vegetali e fu sviluppato il plasmatica, che costringe molte volte a L’“ingaggio” di questo batterio nei confronti concetto di “vaccino edibile”, cioè l’uso dover lavorare con i cosiddetti protoplasti, del suo bersaglio verde prevede prima di parti commestibili delle piante per la cellule vegetali private della parete. di tutto la fissazione alla cellula vegetale, somministrazione di un vaccino orale La Natura ci ha però fornito di un di solito in corrispondenza di una ferita (Mason 2002). organismo ad-hoc, che “per mestiere” è aperta, e secondariamente, l’induzione in grado di trasferire materiale genetico dei geni della virulenza (denominati geni alle cellule vegetali. Un “cavallo di Troia” vir) presenti nel plasmide Ti stesso. Questi benemerito che le moderne biotecnologie geni posti al di fuori della regione T-DNA hanno utilizzato ed utilizzano per far sono indispensabili per il trasferimento esprimere nelle cellule di molte piante della suddetta regione dal batterio alla proteine eterologhe. Il batterio del suolo cellula vegetale. Il T-DNA viene trasferito Gram-negativo Agrobacterium tumefaciens, con un processo che ricorda da vicino questo il nome del microrganismo in la coniugazione batterica. La maggior questione, è un fitopatogeno che trasforma parte dei geni localizzati nella regione del geneticamente le dicotiledoni con un T-DNA viene attivata solo successivamente processo che rientra nel suo normale all’integrazione nel genoma della ciclo vitale. In seguito a trasferimento, cellula vegetale. L’attività neoplastica integrazione ed espressione dei geni di questo segmento di plasmide è di un particolare segmento di DNA perpetrata attraverso l’attivazione di vie plasmidico del batterio, il T-DNA, all’interno metaboliche che, da ultimo, portano in cellule vegetali proteine umane come Agrobacterium tumefaciens. A. tumefaciens conduce la pianta alla 115 laboratorio 2000 novembre 2009 P ingegneria genetica Citochinine. ■ La sintesi delle Opine non è utile alla pianta transgenica e potrebbe stornare risorse da utilizzarsi nella produzione del transgene. ■ I plasmidi Ti sono molto grandi (200-800 kb), il che consiglia l’eliminazione di tutte le sequenze accessorie (inclusa la sequenza vir) per rendere più snello il vettore di clonaggio. ■ Il plasmide Ti nasce in A. tumefaciens e non è dunque in grado di replicarsi in E. coli senza l’aggiunta della corretta sequenza di origine della replicazione. Altri metodi di transgenesi vegetale E. coli. Anche se in alcune specie i metodi mediati all’overespressione dell’Auxina e delle carbonio. Pur essendo degli straordinari da A. tumefaciens hanno un’efficienza Citochinine, potenti regolatori positivi della veicoli naturali d’informazione genetica, molto alta non tutte le piante si prestano proliferazione cellulare e della crescita questi plasmidi presentano delle limitazioni ad essere trasformate in questa maniera, della pianta. In questo particolare e quanto che devono essere tenute in considerazione in particolare le monocotiledoni tra le mai interessante sistema il cerchio viene prima di poter sfruttare il sistema per quali i principali cerali come riso, frumento chiuso dalla produzione, da parte della l’ingegnerizzazione delle piante: e mais. Per ovviare a questa limitazione pianta trasformata, di inconsueti prodotti ■ di condensazione tra amminoacidi e trasformate impediscono la rigenerazione che si sta facendo sempre più spazio: la chetoacidi o zuccheri (Opine) che vengono della pianta matura. Ciò impone la biolistica. Questo sistema prevede il vero impiegati dal batterio come fonte di rimozione dei geni dell’Auxina e delle e proprio bombardamento dei tessuti I fitormoni prodotti dalle cellule vi è anche una seconda metodologia vegetali con microproiettili d’oro o di TABELLA 1 Metodi per ottenere piante transgeniche rispettive caratteristiche tungsteno (diametro 0,4-1,2µm) rivestiti con il DNA che si vuole trasferire. I proiettili Metodo Caratteristiche penetrano le cellule vegetali depositando Trasferimento genico mediato dal plasmide Ti Sistema molto efficiente ma ristretto a pochi tipi di piante. il prezioso carico all’interno del nucleo, Bombardamento biolistico Applicabile ad un vasto numero di piante e di tessuti; facile e poco costoso. senza danneggiare in maniera significativa le cellule. Anche se per il momento la Vettori virali Metodo poco efficace per introdurre il DNA nelle cellule delle piante. biolistica e le strategie che contemplano Trasferimento diretto nei protoplasti Applicabile solamente ai protoplasti delle piante che si prestano ad essere rigenerate in piante vitali maestre (perché più funzionali), esiste Microiniezione Limitata utilità perché si può iniettare una sola cellula alla volta; esige elevate competenze tecniche. l’utilizzo del plasmide Ti restano le strade un bacino di altre tecniche atte alla trasformazione delle cellule vegetali. Queste spaziano dall’utilizzo di infezioni virali alla Elettroporazione Limitata generalmente ai protoplasti delle cellule vegetali rigenerabili in piante vitali. microiniezione (tab.1). Fusione dei liposomi Applicabile solamente ai protoplasti delle cellule delle piante che si prestano ad essere rigenerate in piante vitali. La giusta espressione Come sottolineato anche da Cardi ad oggi sono disponibili diverse tecnologie per 116 laboratorio 2000 novembre 2009 inserire transgeni d’interesse nelle cellule vegetali. Nei sistemi d’espressione transiente il transgene non s’integra nel genoma e non è quindi trasmesso alla generazione successiva. Le metodiche di trasduzione stabile invece prevedono l’integrazione del transgene nel genoma nucleare o plastidiale e la successiva trasmissione, con modalità diverse, alla progenie (Fischer and Emans 2000, Streatfield 2007). L’espressione transiente di un transgene può essere perseguita sia in una fase preliminare, per saggiare costrutti diversi e le condizioni migliori per l’accumulo della proteina, sia come tecnologia di produzione vera e propria. Il principale vantaggio, infatti, è la velocità con cui si ottengono i risultati (Leone et al. l’uso di promotori tessuto-specifici o compartimento ottimale per le modifiche 2008). Il livello d’espressione dei transgeni inducibili consente la sintesi della proteina post-traduzionali e la stabilità (Streatfield solitamente non è elevato ma molti ricombinante in tessuti o stadi di sviluppo 2007, Benchabane et al. 2008). promotori ed altre sequenze regolatrici diversi, mentre sequenze per l’indirizzamento In alternativa, l’integrazione dei transgeni sono note per ottimizzare i risultati. Inoltre, subcellulare ne consentono l’accumulo nel può essere ristretta ai soli genomi dei plastidi, P ingegneria genetica con i seguenti vantaggi: ■ alto livello d’espressione; ■ trasduzione di geni multipli in operoni di tipo procariotico, codificanti per vaccini multimerici o molecole complesse; ■ biosicurezza (il polline della gran parte delle piante superiori non contiene plastidi funzionali); ■ limitato effetto negativo sul metabolismo cellulare delle proteine sequestrate nei plastidi. Molte molecole con ampie potenzialità d’utilizzo farmacologico sono state VETTORI BASATI SUL PLASMIDE Ti Esistono due diverse strategie per effettuare il trasferimento e l’integrazione della regione T-DNA nella pianta di interesse. Un metodo prende vantaggio dall’utilizzo di un sistema definito vettore binario che contiene sia l’origine di replicazione di E.coli, sia quella di A. tumefaciens. Le varie fasi del clonaggio si effettuano tutte in E.coli e poi si introduce il vettore in A. tumefaciens. In quest’ultimo è presente un plasmide Ti definito disarmato, mancante cioè della regione T-DNA ma che possiede i geni vir. La complementazione in trans di questi due plasmidi assicura il passaggio della sequenza d’interesse alla cellula vegetale. Il secondo metodo si basa su un vettore definito cointegrato. In questo caso il costrutto di clonaggio viene fatto ricombinare con un plasmide Ti disarmato, grazie a sequenze di omologia che consentono tale processo. In questo modo si ottiene un nuovo plasmide ricombinate del tutto competente per il trasferimento genico. recentemente prodotte nei plastidi, utilizzati come bio-fabbriche, raggiungendo livelli di espressione molto alti nel caso di subunità o sul metodo di modificazione genetica una volta sintetizzate, purificate prima vaccinali e proteine terapeutiche (Daniell che permetta il miglior risultato in assoluto. della somministrazione. È evidente che 2006, Bock 2007). Numerose specie vegetali Ogni valutazione è infatti strettamente l’efficienza delle tecnologie impiegate sono state utilizzate per la produzione di dipendente dal tipo di sostanza desiderata per la purificazione influenzino il livello proteine ricombinanti. Allo stesso tempo e dal contesto produttivo ed industriale di finale di produzione, nonché il costo sono stati valutati organi di accumulo diversi specie (Leone et al. 2008). Similmente ai complessivo. Tale livello è anche importante o sistemi alternativi (es. colture idroponiche, prodotti di origine naturale un livello minimo per il concepimento di vaccini per la colture di cellule in sospensione) (Fischer and di espressione, di norma superiore all’1% somministrazione orale, che pur richiedendo Emans 2000, Ma et al. 2003, Twyman et al. delle proteine totali solubili, è il fattore più un minor grado di purificazione, devono 2003, Schillberg et al. 2005). Ad oggi non c’è importante per la commercializzazione di essere formulati in concentrazioni tali da però consenso unanime sulla specie vegetale proteine ricombinanti che devono essere, rendere praticabile l’ingestione e, allo stesso tempo, evitare fenomeni di tolleranza orale (Streatfield 2007). Il livello di produzione in planta delle proteine ricombinanti è dunque strettamente dipendente dalle caratteristiche intrinseche del sistema scelto (biomassa per unità di superficie, quantità di proteine totali prodotte), dal livello di espressione del transgene e dalla stabilità della proteina eterologa d’interesse (Schillberg et al. 2005). In questo ambito le biotecnologie vegetali hanno saputo ideare, sviluppare e rendere operativi numerosi approcci per ottimizzare i diversi aspetti citati (Leone et al. 2008). Biosicurezza In tutti i settori d’avanguardia quello della sicurezza è un tassello molto importante in mosaici già di per se assai complicati. Agrobacterium tumefaciens. 118 laboratorio 2000 novembre 2009 In questo ambito il tema principale verte P ingegneria genetica Nel caso del molecular farming gli organismi METODOLOGIE INNOVATIVE DI TRANSGENESI VEGETALE L’industria biotecnologica “Medicago” utilizza l’agroinfiltrazione per produrre molecole ricombinanti d’interesse farmaceutico a livello commerciale. Proprio in questo periodo l’azienda Canadese sta sviluppando un vaccino basato su particelle virali (VLP) che sta dando buoni risultati nei test pre-clinici (www.medicago.com/en/). L’Americana SemBioSys sta attualmente testando, in fase di trial clinico, la propria tecnologia di transgenesi per la produzione di insulina ricombinante e dell’Apolipoproteina A1Milano. Tecnologie innovative, basate su vettori virali di nuova generazione, sono state messe a punto presso la ICON Genetics (www.icongenetics. com/html/home.htm), ottenendo livelli di produzione molto alti, (fino a 5 g per kg di peso fresco, per più di 50 proteine d’interesse farmaceutico) (Gleba et al. 2007). vegetali possono essere ingegnerizzati per produrre proteine utili alla salute umana. Le biotecnologie vegetali ci hanno mostrato qual è la strada per utilizzare le piante come “bioreattori verdi” in grado di migliorare la produzione farmaceutica e di aprire nuove interessanti prospettive di reddito per l’agricoltura. bibliografia - Arntzen C., 2005. Plant-derived vaccines and antibodies: potential and limitations. Vaccine 23, 1753-1756. sul contenimento dei transgeni e dei dei semi (tecnologia terminator) e molte prodotti ottenuti mediante tecniche di altre (Ma et al. 2005, Murphy 2007). Infine, modificazione genetica. Cardi ci ha spiegato per impedire la contaminazione delle filiere che esistono innumerevoli sistemi di alimentari, è stato proposto di impiegare, controllo e contenimento. Una possibilità per scopi di molecular farming, solo piante è adottare sistemi di produzione chiusi in no food/no feed. Oltre che l’allevamento bioreattori, basati su colture di cellule in in condizioni controllate e l’adozione dei sospensione, di radici, o di piante acquatiche. meccanismi di contenimento biologico Per l’allevamento di piante d’interesse su descritti, come ulteriore misura agrario è invece necessario ricorrere ad precauzionale, si possono anche adottare aree remote e segregate o a serre. Per sistemi di espressione inducibili e marcatori ridurre al minimo la probabilità di diffusione morfologici che consentano di “tracciare” dei transgeni, sono state ideate diverse le colture destinate al molecular farming, tecnologie, come la trasduzione dei plastidi, mantenendole separate dalle altre (Ma et al. la trasformazione di piante maschiosterili o 2005, Murphy 2007). Modificare il genoma di con geni che impediscono la germinazione una pianta può voler dire moltissime cose. - Benchabane M.,., 2008. Preventing unintended proteolysis in plant protein biofactories. Plant Biotechnology Journal 6, 633-648. - Bock R 2007. Plastid biotechnology: prospects for herbicide and insect resistance, metabolic engineering and molecular farming. Current Opinion in Biotechnology 18, 100-106. - Daniell H., 2006. Production of biopharmaceuticals and vaccines in plants via the chloroplast genome. Biotechnology Journal 1, 1071-1079. - Fischer R., 2000. Molecular farming of pharmaceutical proteins. Transgenic Research 9, 279-299. - Gleba Y., 2007. Viral vectors for the expression of proteins in plants. Current Opinion in Biotechnology 18, 134-141. - Leone A., 2008. La pianta come biofabbrica per la produzione di prodotti naturali e proteine eterologhe di interesse farmaceutico. In: Ranalli P. (Ed.) Le piante industriali per la multifunzionalità e sostenibilità dell’agricoltura italiana nel terzo millennio, in corso di stampa. - Ma J.K.C., 2005. Molecular farming for new drugs and vaccines. EMBO Reports 6, 593-599. - Ma J.K.C., 2003. The production of recombinant pharmaceutical proteins in plants. Nature Review Genetics 4, 794-805. - Mason H.S., 2002. Plant-based vaccines: expression and oral immunogenicity. In Vitro Cellular & Developmental Biology - Plant 38, 237-240. - Murphy D.J., 2007. Improving containment strategies in biopharming. Plant Biotechnology Journal 5, 555-569. - Schillberg S., 2005. Opportunities for recombinant antigen and antibody expression in transgenic plants-technology assessment. Vaccine 23, 1764-1769. - Streatfield S.J., 2007. Approaches to achieve high-level heterologous protein production in plants. Plant Biotechnology Journal 5, 2-15. - Twyman R.M., 2003. Molecular farming in plants: host systems and expression technology. Trends in Biotechnology 21, 570-578. 120 laboratorio 2000 novembre 2009