dialettica trascendentale

annuncio pubblicitario
• Come emerso nella parte della Logica dedicata all’Analitica trascendentale, dal punto di DIALETTICA TRASCENDENTALE conoscitivo il pensiero umano è limitato all’orizzonte dell’esperienza, tuttavia in lui vista Analizza le idee (tre forme a priori c’è una tendenza naturale e irrefrenabile ad andare oltre l’esperienza; tale tendenza lo della ragione) Anima, Mondo, Dio. fa andare incontro all’errore (illusioni dialettiche inevitabili da parte della ragione). • Lo studio delle illusioni e degli errori inevitabili del pensiero che si avventura oltre i limiti dell’esperienza fenomenica, è sviluppato da Kant nella parte della Logica dedicata alla Dialettica trascendentale: la dialettica mostra le illusioni e gli errori in cui cade l
a r
agione quando pretende di fare una metafisica. • Distinzione tra intelletto (Verstand) e ragione (Vernunft): il primo limitato all’orizzonte dell’esperienza e quindi del finito, il secondo, invece, proteso oltre l’esperienza e il finito, quindi orientato verso l’infinito. • Tavola dei sillogismi e delle idee: come per l’intelletto pensare significa giudicare, per la ragione pensare significa sillogizzare, quindi come dalla tavola dei giudizi è possibile dedurre la tavola dei concetti puri dell’intelletto (le categorie) così dalla tavola dei sillogismi è possibile dedurre la tavola dei concetti puri della ragione (le idee). • Tre sono i sillogismi (categorico, ipotetico e disgiuntivo) ai quali corrispondono tre Idee: l’idea psicologica di anima, l’idea cosmologica di mondo, l’idea teologica di Dio; esse sono forme a priori della ragione, ovvero esigenze strutturali della ragione (la metafisica non è una scienza ma un’esigenza della ragione). Uso costitutivo e uso regolativo delle idee. Le idee sono dialettiche (illusorie) soltanto quando la ragione le intende come principi costitutivi di conoscenze (come se fossero categorie e determinassero oggetti reali di conoscenza). Quando, invece, la ragione usa rettamente le idee assegnando loro una valenza soltanto regolativa e non costitutiva, esse divengono regole (schemi), principi euristici per ordinare l’esperienza (non per conoscerla) e per darle più unità possibile (secondo il criterio dell’analogia, del “come se”): -­‐ come se tutti i fenomeni umani dipendessero dall’anima; -­‐ come se tutti i fenomeni naturali dipendessero dal mondo come principio intelligibile; -­‐ come se tutte le cose dipendessero da un’intelligenza divina. La “Dialettica” evidenzia come il limite fenomenica sia dell’esperienza scientificamente invalicabile, tuttavia mostra come il buon uso della ragione apra un’altra via d’accesso al noumeno, una via pratica. • L’idea di anima. La psicologia razionale e i paralogismi della ragione: quando la ragione pretende di conoscere l’anima (principio incondizionato, metempirico e trascendente, soggetto assoluto), compie dei sillogismi difettosi (il termine medio è usato in due significati differenti), detti paralogismi: nello specifico la ragione si illude di poter dare una valenza ontologico sostanziale all’io penso. Grazie all’io penso possiamo conoscerci come essere pensanti m a non possiamo conoscere ciò che siamo, l’anima come sostanza dell’io. • L’idea di mondo. La cosmologia razionale e le antinomie della ragione: quando la ragione pretende di conoscere il m ondo non come insieme di fenomeni regolati da leggi ma come totalità ontologica, intero metafisico o unità incondizionata di tutti i fenomeni, arriva a delle antinomie (conflitto di leggi o contraddizione strutturale, insolubile, insita nel soggetto conoscente e non nell’oggetto) in cui tesi e antitesi si escludono a vicenda, pur essendo entrambi difendibili razionalmente e non potendo essere né confermate né smentite dall’esperienza. Le antinomie sono 4 e corrispondono ai 4 gruppi di categorie: -­‐ quantità (il mondo è finito / il mondo è infinito); -­‐ qualità (il m ondo è / non è composto di parti semplici); -­‐ relazione (il mondo ammette la libertà / determinismo); -­‐ modalità (il mondo ha / non ha una causa assoluta). Le prime due sono dette matematiche (se riferite al mondo fenomenico sono entrambe false), le altre due sono dette dinamiche (possono essere entrambe vere se le tesi sono riferita al mondo noumenico mentre le antitesi al mondo fenomenico); le posizioni espresse nelle tesi appartengono al razionalismo (adatte all’etica), quelle espresse nelle antitesi all’empirismo (adatte alla scienza). • L’idea di Dio. La teologia razionale e le prove tradizionali dell’esistenza di Dio: l’idea o ideale (modello di tutte le cose) di Dio come essere da cui dipendono tutti gli esseri pone il problema dell’esistenza di Dio; problema che la metafisica ha risolto attraverso le prove dell’esistenza di Dio. Secondo Kant tre sono quelle fondamentali. -­‐ Prova ontologica: il concetto dell’assoluta perfezione di Dio implica necessariamente anche la sua esistenza. Errore della ragione: dal concetto di un ente puro di cui non abbiamo intuizione ed esperienza non possiamo dedurre il giudizio di esistenza che è sintetico a priori (l’esistenza è una posizione non ricavabile analiticamente). -­‐ Prova cosmologica: l’essere assolutamente necessario è ricondotto all’esperienza del mondo (se faccio esperienza del mondo deve esistere Dio come causa). Errore della ragione: non solo attribuisce a un ente di cui non abbiamo esperienza il principio di causa-­‐effetto che vale solo nel mondo sensibile ma per affermare l’esistenza di Dio è costretta a rifarsi alla prova ontologica. -­‐ Prova fisico-­‐teologica: varietà, ordine, finalità e perfezione del mondo implicano un essere supremo che ne sia la causa. Errore della ragione: si rifà alla prova cosmologica e quindi alla prova ontologica. Nella critica della ragion pratica Kant sistematizzerà tale atteggiamento, i cui presupposti sono presenti nella Critica della ragion pura 
Scarica