Ascoltare Mozart può salvarci dal deterioramento dei neuroni… La Carta dei Diritti del Malato di Alzheimer Proprio così, pare che ascoltare la musica di Mozart, e solo quella, sia in grado di stimolare alcune funzioni cognitive. Si parla di “effetto Mozart” ed è ormai da alcuni anni che un team di ricercatori dell'Università del Wisconsin Oshkosh se ne occupa. Uno studio condotto sui topi potrebbe aver scoperto il meccanismo biologico che ne è alla base. Secondo il neurologo che ha coordinato gli studi, Fran Rauscher, la musica incide sull'attività di geni che favoriscono la formazione di nuove connessioni (sinapsi) tra neuroni, processo alla base della memorizzazione. La musica di Mozart dunque, non solo sarebbe in grado di aiutare nell’apprendimento ma, secondo quanto riferito al Simposio di Neuroscienze Cognitive tenutosi a San Francisco, la musicoterapia effettuata con brani del compositore austriaco potrebbe aiutare a rallentare i sintomi nei malati di Alzheimer o in altri disturbi neurodegenerativi. Si è cominciato a parlare di “effetto Mozart” nel 1993 quando alcuni ricercatori sostenevano che studenti che ascoltavano un brano del celebre musicista per soli 10 minuti riuscivano, con più facilità, in compiti cognitivi di vario tipo rispetto ad altri soggetti usati per la sperimentazione. Dopo oltre dieci anni gli scienziati rivelano che in un'area del cervello -chiamata ippocampo- di alcuni topolini sottoposti alla musica di Mozart, aumenta l'attività dei geni; in particolare il gene per il fattore di crescita neurale BDNF, un altro che produce un composto legato all’apprendimento e alla memoria (CREB), un altro ancora per una proteina che stimola la formazione di collegamenti tra cellule nervose (la sinapsina I). Si tratta di sostanze che sono come una linfa vitale per il cervello che si rimodella divenendo più efficiente. Come per ogni studio scientifico che si rispetti, si è fatto ricorso ad un gruppo di confronto. In questo caso si trattava di un altro “team” di topolini che, meno fortunati, erano costretti ad ascoltare, invece delle melodie di Mozart, dei semplici rumori: ebbene i topi in questo caso non beneficiavano dello stesso effetto….beh, come biasimarli! É stata approvata nel 1999 dalle Assemblee Generali di Alzheimer's Disease International (A.D.I.), Alzheimer Europe e Alzheimer Italia pugliasalute • diritto del malato ad un rispetto e ad una dignità pari a quella di ogni altro cittadino; • diritto del malato ad essere informato, nelle fasi precoci della malattia, e dei congiunti o rappresentanti legali in qualsiasi fase della stessa, per quanto possibile, sulla sua malattia e sulla sua prevedibile evoluzione; • diritto del malato (o del rappresentante legale) a partecipare, per quanto possibile, alle decisioni riguardanti il tipo di cura e di assistenza presente e futura; • diritto del malato ad accedere ad ogni servizio sanitario e/o assistenziale al pari di ogni altro cittadino: questo diritto implica che attenzioni particolari siano rivolte affinchè i malati con AD possano realmente accedere a certi servizi da cui la loro mancanza di autonomia tende ad allontanarli; • diritto del malato di disporre di servizi specializzati, che affrontino specificamente i problemi della demenza; • diritto del malato e di chi si prende cura di lui di scegliere fra le diverse opzioni di cura/assistenza che si prospettano; • diritto del malato, considerata la sua vulnerabilità, ad una speciale tutela e garanzia contro gli abusi fisici e patrimoniali; • diritto del malato, in assenza di rappresentanti legali, o nel caso in cui i potenziali rappresentanti legali rifiutassero la tutela, di avere per legge un tutore ufficiale scelto dal tribunale. Da www.alzheimer.it sito della Federazione Alzheimer Italia. - sedici - ottobre 2004