La filosofia estetica della musica nel romanticismo Appunti nr. 36 del prof. Amedeo Paolucci www.amedeopaolucci.it La musica nel romanticismo In filosofia lo studio della musica è antico. Da sempre i filosofi si sono posti domande del tipo: • di che natura è il bello musicale? • In che modo la società rispecchia l'arte musicale? • Come si può produrre significato in musica? Autori come Pitagora, Aristotele, Cartesio, Rousseau ed altri, hanno dato contributi importanti alla filosofia della musica. La musica partecipa certamente alla cultura del tempo storico in cui si forma, ma non si vincola totalmente a quel momento in quanto, la sua componente spirituale, trascende il contesto e la rende universale. Nei "sistemi" elaborati dai filosofi dell'idealismo tedesco, la musica trova posto nell'estetica e ottiene, contrariamente a quanto era avvenuto nella filosofia settecentesca, una posizione privilegiata. Grandi pensatori come Schelling (1775-1854), nella "Filosofia dell'arte", Hegel (1770-1831), nelle "Lezioni sull'estetica" e Schopenhauer (17881860), ne "Il Mondo come volontà e rappresentazione", attribuirono alla musica un posto di assoluta centralità e importanza. Questo mutamento di atteggiamento che si ebbe nei confronti della musica, non riguardò solo i filosofi, ma si manifestò anche nel pensiero di letterati, filologi, poeti, affermandosi, in generale, come una "sensibilità diffusa" tipica dell'epoca romantica. Il romanticismo musicale si espresse con un leggero ritardo rispetto al pensiero romantico sulla musica, pensiero che è già presente alla fine del '700. Il filosofo e letterato tedesco Johann Gottfried Herder (1744-1803), nel "Saggio sull'origine del linguaggio" del 1772, ripropone l'idea che la musica è una forma espressiva originaria dell'uomo. Questa idea che era già affiorata negli scritti di Denis Diderot (1713-1784) e che così viene espressa da Herder: 1 "Se il linguaggio dell'uomo primitivo era il canto, esso era per lui naturale, ed era conforme ai suoi organi e ai suoi istinti , come il canto è naturale per l'usignolo" La musica come primo linguaggio dunque, ma non solo. Nel corso del romanticismo la musica, da strumento "didattico" così come era stata intesa nell'illuminismo, si trasforma in "valore espressivo assoluto". E' questo un concetto fondamentale del romanticismo musicale ed è espresso chiaramente nei "Frammenti critici e scritti di estetica" di Friedrich Schlegel (1772-1829). La musica, la più romantica delle arti, ha come oggetto l'infinito, l'Assoluto, ed è libera e autonoma. Friedrich Schelling sostiene che la musica, come più in generale l'arte, coglie ed esprime immediatamente l'Assoluto, diversamente dalla filosofia che invece, quell'identità, la intravede solo mediatamente, col ragionamento. Nel sistema di Hegel alla musica compete rappresentare, insieme con la pittura e con la poesia, la soggettività e il sentimento. Hegel e Schelling accostano la musica all'architettura, proponendoci un interessante paragone. Schelling sostenne che: "l'architettura è musica nello spazio, una sorta di musica congelata". Per Hegel la musica differisce dall'architettura per la diversa consistenza del materiale: "l'architettura si serve della massa fisica pesante, della sua spazialità inerte e delle sue forme esteriori. La musica invece si serve del suono, elemento animato pieno di vita, che si affranca dall'estensione, che manifesta differenze qualitative e quantitative, e si precipita nella sua rapida corsa attraverso il tempo. Le opere delle due arti appartengono a due sfere dello spirito completamente diverse. L'architettura eleva le sue colossali immagini che l'occhio contempla nelle loro forme simboliche e nella loro eterna immobilità, mentre il mondo rapido e fuggitivo dei suoni penetra immediatamente attraverso l'orecchio, nell'intimo dell'anima." La musica per Hegel, ancora: "Deve elevare l'anima... al di sopra di se stessa, deve indurla a librarsi al di sopra del suo soggetto e creare una regione dove, libera da ogni affanno, possa rifugiarsi senza ostacoli nel puro sentimento di se stessa... Non si tratta più dello sviluppo di un sentimento particolare, dell'amore, del desiderio, della gioia... è l'interiorità dell'anima che domina tutto, che si rasserena nel suo dolore come nella sua gioia e che gioisce di se stessa". 2 Per Arthur Schopenhauer infine tra le arti, la più sublime è la musica: questa è l'unica forma di espressione artistica ad essere completamente libera non solo dal mondo sensibile, ma anche dalle idee. Schopenhauer sostiene che la musica si configura come l'arte più profonda ed universale, un'arte capace di metterci a contatto, al di là dei limiti della ragione, con le radici stesse della vita e dell'essere. Ogni arte è liberatrice poiché, il piacere che essa procura comporta la cessazione del bisogno, in una disinteressata contemplazione. Ma la funzione liberatrice dell'arte è temporanea e parziale ed ha i caratteri di un gioco effimero o di un breve incantesimo: per l'autore, l'uscita dal dolore, presuppone altri sentieri. I compositori romantici L'epoca classica musicale si comprende, convenzionalmente, fra la metà del XVIII Sec. e il 1815. Il polo del movimento classicista è la città di Vienna, tanto che si parla di classicismo viennese: I protagonisti di questa stagione sono Joseph Haydn (1732-1809), Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791). L' estetica del classicismo tende alla razionalità del discorso e all'equilibrio tra le sue parti. Nei primi decenni dell'Ottocento si afferma il romanticismo anche nella musica: il linguaggio musicale ha una rapida evoluzione. S’impose una nuova libertà formale: la melodia avrebbe dovuto veicolare l'espressività. Ora frenetiche, ora malinconiche, anche grazie al frequente uso del modo minore, le dinamiche melodiche si fecero più irregolari, costellate di variazioni agogiche (accelerandi, rallentandi, rubati). Notevole importanza ed autonomia acquisirono i timbri strumentali. Lo strumento musicale prediletto di quest'epoca fu il pianoforte per l'infinita quantità di gradazioni d' intensità e di cui è capace e per l'elemento lirico e soggettivo legato alla presenza di un unico esecutore. L'uomo che rappresenta maggiormente la musica romantica è Ludwig Van Beethoven (1770-1827). La sua opera si estende cronologicamente dal periodo classico agli inizi del romanticismo. 3 Ultimo grande rappresentante del classicismo viennese, Beethoven preparò l'evoluzione verso il romanticismo musicale ed influenzò tutta la musica occidentale per larga parte del XIX secolo. Nel corso del romanticismo gli autori iniziarono ad affrancarsi dalla corte e dai mecenati, esprimendo un desiderio di libertà compositiva ed esecutiva che li portava a sopportare male le imposizioni dei potenti. Beethoven incarnò integralmente questo spirito, egli non ebbe mai quel rapporto di dipendenza che invece si ritrova in Haydn (1732-1809) e, in parte, in Mozart (1756-1791). Al principe Lichnowsky scrisse: "(...) voi siete quello che siete per accidente di nascita; mentre io sono quello che sono per opera mia. Principi ce ne sono tanti, ma c'è un Beethoven solo!". Musicalmente, Beethoven fu classico e romantico, la sua grandezza sta nell'aver accolto e non rigettato gli elementi del classicismo, facendone una nuova sintesi alla luce dell'ideale romantico. Altri autori sono più schiettamente romantici: tra questi Carl Maria von Weber (1786-1826) che espresse in musica lo spirito nazionale tedesco allora rinnovato: fu il primo ad usare il termine "opera romantica", applicandolo alla sua Silvana , accolta come evento patriottico assieme a Der Freischutz (Il franco cacciatore). La musica di Weber, in particolare le sue opere liriche, influenzarono lo sviluppo della musica romantica in Germania. Contemporaneo di Beethoven fu invece Schubert (1797-1828), eccellente nella musica da camera, nel pianoforte e nei Lieder. Importanti furono anche alcuni artisti italiani, come Giuseppe Verdi (18311901) che, con le sue innumerevoli opere occupò, per un lungo periodo, la scena musicale mondiale insieme a Wagner (1813-1883). Dopo Beethoven le forme classiche vennero sempre di più abbandonate e, grazie ai miglioramenti tecnici del pianoforte, ad una maggiore diffusione di questo strumento. Tra i grandi nel campo va sicuramente ricordato Fryderyk Chopin , esecutore eccellente e grande autore, le cui linee melodiche, l'uso del rubato e del legato, influenzarono profondamente gli autori dei periodi successivi fino al XX secolo. Anche Robert Schumann, come Chopin, riversò il suo genio nelle composizioni pianistiche, abbandonando spesso le forme del classicismo per usare il suo personale stile. 4 Intanto nascevano i primissimi fermenti nazionalisti che, nei musicisti, si manifestavano con l'intento di sviluppare e divulgare la musica tipica del paese d'origine. In Russia, ad esempio, Piotr Il'ic Tchaikovskij , dopo una iniziale preferenza per le forme classiche e la musica occidentale, mostrò un avvicinamento verso la cultura musicale tradizionale del proprio paese, componendo sei sinfonie su materiale popolare. Va citato ancora, tra i grandi, il nome di Johannes Bramhs (1833-1897), il compositore che è considerato da molti come il successore di Ludwig van Beethoven. 5