rischi da esposizione a campi elettromagnetici a bassa frequenza

Rischi da esposizione a campi elettromagnetici
a bassa frequenza
A cura di Armando Dal Maschio
Esperto in antinfortunistica e igiene dei lavoro
Dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dall'Associazione Internazionale per le
Protezioni Radiologiche vengono definiti campi elettromagnetici ELF (Extremely Low
Frequency), i campi elettrici e magnetici a frequenze estremamente basse, comprese fra 30 e
300 Hz. Alla luce della più recente letteratura in materia consideriamo i possibili rischi per la
salute connessi all'esposizione di quei campi a frequenza cosiddetta industriale, 50 Hz, nonché
la normativa italiana vigente rivolta alla protezione della popolazione.
In questi ultimi anni, a seguito di indagini epidemiologiche sempre più diffuse, la collettività
nazionale ha preso coscienza dei fatto che la popolazione residente in prossimità di linee o
installazioni elettriche può essere soggetta a rischi per la propria salute.
Comitati di cittadini per la tutela dai campi elettromagnetici si sono formati in molte parti d'Italia
per protestare, sollecitando le istituzioni a rivedere i tracciati, quando sono venuti a conoscenza che
un elettrodotto a 150, 220 o 380 Kv doveva essere costruito passando in prossimità delle loro case.
Inoltre, un certo allarme hanno destato le notizie, diffuse da molti organi di stampa, che
l'esposizione ai campi elettromagnetici a bassa frequenza esistenti, a causa delle apparecchiature
elettriche, in ogni ambiente abitativo, potevano avere effetti nocivi sulle persone.
E'una realtà che l'industria chieda di avere a disposizione sempre più energia per far fronte a sistemi
produttivi diffusi in tutto il territorio. Questo determina da parte dell'ENEL la costruzione continua
di linee a media e alta tensione, con trasmissione e distribuzione di energia elettrica sotto forma di
corrente alternata alla frequenza di 50 Hz, e quindi un continuo aumento dei livelli di campo
elettromagnetico a cui la popolazione può essere esposta.
Lo sviluppo attuale di linee elettriche ad alta tensione in Italia è di oltre 57000 Km.
Naturalmente, le linee elettriche e le cabine di trasformazione non costituiscono le sole fonti di
esposizione a campi elettromagnetici a bassa frequenza. Qualunque apparecchio elettrico
funzionante alla frequenza dì rete (50 Hz in Europa, 60 Hz negli Stati Uniti e in Canada) emette
campi ELF.
E di questi dispositivi elettrici ne abbiamo parecchi nelle nostre case, di fissi e di mobili. Gli
apparecchi fissi quali il frigorifero, la lavastoviglie ecc. funzionano indipendentemente
dall'utilizzatore e in generale basta stare a poche decine di centimetri di distanza per non risentire
dei campo elettromagnetico. Gli apparecchi mobili invece, tipo il rasoio elettrico, l'asciugacapelli, il
ferro da stiro ecc, per funzionare necessitano della presenza dell'utilizzatore che è esposto
particolarmente a tali sorgenti con la parte dei corpo più vicina all'apparecchio.
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RISCHI DA ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI A BASSA FREQUENZA
E' noto che la presenza di cariche elettriche oscillanti entro un conduttore elettrico determina nella
regione di spazio circostante un campo elettromagnetico. Nel caso in cui la distribuzione di tensioni
e correnti vari lentamente nel tempo, esso può essere, considerato con buona approssimazione come
la sovrapposizione di un campo elettrico e di uno magnetico fra loro indipendenti e pertanto ogni
effetto osservabile può essere ricondotto all'azione separata di un campo elettrico e di uno
magnetico. Questo vale particolarmente, quindi, per il campo elettromagnetico radiante a 50Hz.
Una regione dello spazio è sede di un campo elettrico se in tale regione una carica è soggetta ad
azioni di natura elettrica. Il campo magnetico viene generato da cariche in movimento, correnti
elettriche. I campi elettrico e magnetico sono perpendicolari fra loro e l'intersezione dei loro piani
di vibrazione è la direzione di propagazione delle onde elettromagnetiche. (fig. 1)
L'intensità del campo elettrico dipende dalla tensione della linea, cresce con essa ed è generalmente
indicata nel Sistema Internazionale di misura con la lettera E ed unità di misura Volt per metro
(V/m); l'intensità dei campo magnetico generato da una linea elettrica dipende principalmente
dall'entità delle correnti che circolano nei conduttori; nel SI è indicata con la lettera H e viene
espressa in Ampere per metro (A/m).
Il campo magnetico può essere descritto anche dalla induzione magnetica B espressa in Tesla.
Confrontando le due unità, 1 A/m corrisponde a 1, 3 microTesla, mentre 1 microTesla corrisponde a
circa 0, 77 A/m.
Linee elettriche aeree
Nel caso di un elettrodotto le linee di forza del campo elettrico iniziano dal cavo elettrico e
terminano al suolo. L'Ointensit^ del campo dipende dalla distanza dalla linea e dall'altezza dei
conduttori da terra (vedi fig. 2).
Un effetto schermante del campo elettrico al suolo è prodotto da alberi, edifici e recinti.
Segnaliamo i livelli di campo elettrico, al disotto di linee elettriche a semplice terna, ottenuti
ricorrendo ad alcuni modelli di calcolo. Questi valori sono riferiti alle condizioni di campo
imperturbato e con conduttori alla minima altezza dal suolo consentita dalle norme italiane.
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RISCHI DA ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI A BASSA FREQUENZA
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Linea 380 Kv da 7000 a 8000V/m
Linea 220 Kv da 2000 a 3000 V/m
Linea 132 Kv da 1000 a 2000 V/m
Linea 15 Kv da 100 a 150 V/m
Numerose rilevazioni strumentali, eseguite da vari Enti all'interno di abitazioni costruite in
prossimità di linee elettriche ad alta tensione ed al centro di ogni stanza, hanno messo in evidenza
dei livelli di campo elettrico compresi tra 1 e 5 V/m.
Il campo magnetico di una linea elettrica varia durante il giorno a seconda della richiesta di energia;
i valori minimi vengono raggiunti durante le ore notturne. Il suo livello è massimo al disotto della
linea e decresce allontanandosi dalla stessa (vedi fig. 3). Il campo magnetico dipende inoltre
dall'altezza e dalla disposizione dei conduttori.
Contrariamente al campo elettrico non viene schermato da oggetti ed edifici presenti nelle
vicinanze.
Anche per il campo magnetico segnaliamo i livelli al di sotto di linee elettriche a semplice terna,
ottenuti ricorrendo ad alcuni modelli di calcolo. Questi valori sono riferiti a conduttori posti alla
minima altezza dal suolo consentita dalla norme italiane, e percorsi dalla massima corrente prevista
per ogni tipo di linea.
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Linea 380 Kv da 20 a 22 microTesla
Linea 220 Kv da 16 a 18 microTesla
Linea 132 Kv da 14 a 16 microTesla
Linea 15 Kv da 1 a 3, 5 microTesla
Un'indicazione sui valori di induzione magnetica in una abitazione vicina ad una linea elettrica ad
alta tensione ci viene data dal diagramma di fig. 4 tratto dalla rivista Economia & Ambiente.
Apparecchi elettrici
Le apparecchiature elettriche mobili esistenti nei nostri ambienti domestici generano un campo
elettrico ed un campo magnetico ogni volta che sono in funzione. Negli stessi ambienti sussiste un
campo elettromagnetico di fondo determinato dagli impianti e dai circuiti di alimentazione degli
elettrodomestici fissi presenti e funzionanti. Le tabelle 5 e 6 ci danno un'idea precisa sui valori
raggiunti da questi campi.
In ogni caso, in seguito a rivelazioni effettuate da vari Enti , il valore dei campo magnetico
riscontrato nella maggior parte delle stanze, al centro di locali distanti da linee elettriche, risulta
inferiore a 0, 1 microTesla.
Da parte dell'istituto di Ricerca sulle Onde Elettromagnetiche "Nello Carrara" di Firenze, che
collabora al SETIL, lo Studio multicentrico sulla Eziologia dei Tumori Infantili Linfoemopoietici e
dei neuroblastomi coordinato dal dr. Corrado Magnani, sono state eseguite diverse campagne di
misura in abitazioni private, acquisendo rilevamenti in punti predefiniti degli appartamenti secondo
un preciso protocollo spaziale e temporale.
Dall'analisi delle misure è emerso che:
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RISCHI DA ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI A BASSA FREQUENZA
•
il campo magnetico dei fondo a 50 Hz negli ambienti domestici presenta una notevole
variabilità temporale a medio e breve termine, nella quale è possibile talvolta riconoscere una
ciclicità giorno/notte;
•
esso risulta più elevato negli appartamenti condominiali e minore nelle abitazioni singole; ciò
potrebbe essere dovuto all'influenza dei cablaggio comune e al contributo degli appartamenti
limitrofi, visto che, tra l'altro, il fondo è assai poco influenzato dalla accensione di
elettrodomestici nell'appartamento analizzato;
z
all'interno di un dato appartamento , la misura presa al centro di una stanza rappresenta in
genere in
modo abbastanza significativo la media spaziale dei valori nella stanza stessa.
Effetti sulla salute dei campi elettromagnetici
Tutti gli effetti, che possono essere a breve termine o a lungo termine, derivano dall'induzione di
correnti elettriche all'interno dei corpo, nei vari organi e tessuti delle persone esposte. Per quanto
riguarda quelli a breve termine , numerosi studi hanno dimostrato che esposizioni ad elevate
intensità di campo elettrico e magnetico possono determinare nell'uomo sensazioni visive,
microscosse, vibrazione dei capelli o della peluria ed effetti sul sistema nervoso. L'uomo è in grado
di percepire la presenza di un campo elettrico a livelli di soglia che mediamente si collocano fra 2 e
10 Kv/m.
Nel caso di pazienti su cui è stato impiantato un pacemaker, il campo elettrico può interferire
negativamente sul suo normale funzionamento determinando in casi estremi anche la cessazione
della stimolazione. Anche il campo magnetico provoca disfunzioni che sono particolarmente forti
su alcuni modelli di pacemaker.
Gli effetti a lungo termine più studiati sono quelli non tumorali e tumorali. Fra gli effetti non
tumorali sono stati segnalati disturbi neurologici e circolatori, disturbi dei sonno, irritabilità e
diminuzione della libido. In particolare, un'indagine condotta dal Dipartimento di Salute Pubblica
degli Stati Uniti ha accertato un aumento dei casi di depressione e delle cefalee su 400 individui
residenti in edifici vicini ad elettrodotti ed esposti ad un campo magnetico di 0, 2 microTesla.
Le maggiori preoccupazioni delle popolazione riguardano tuttavia la possibilità , suggerita da un
certo numero di indagini epidemiologiche, che l'esposizione cronica a campi elettromagnetici, che
si verifica per chi vive in prossimità di linee elettriche, possa produrre effetti a lungo termine, ed in
particolare favorire lo sviluppo di tumori. .
Per indagini epidemiologiche si intendono gli studi che hanno lo scopo dì stabilire a posteriori il
collegamento causale fra le patologie e l'esposizione cronica a campi elettromagnetici, per
verificare la differenza che esiste con gruppi di controllo. Fin dal 1979 la dr.ssa Wertheimer e il dr.
Leeper, due ricercatori americani , dopo una indagine condotta a Denver nel Colorado, avevano
evidenziato per la prima volta una associazione causale tra esposizione a campi elettromagnetici a
bassissima frequenza ed aumento dei rischio di leucemia e di tumori dei sistema nervoso nei
bambini residenti in abitazioni vicine a linee elettriche ad alto voltaggio. In tempi più recenti, nel
1993, tre progetti svolti in Svezia, Finlandia e Danimarca, da Feychting e Ahlbom , Verkasalo e
altri, Olsen e altri, confermano i primi' studi indicando un aumento dei rischi di leucemia e di
tumori cerebrali in bambìni residenti in case con livelli di induzione superiori a 0, 2 e 0, 4
microTesla.
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Nel 1994, anche per quanto riguarda le persone adulte, il ricercatore franco canadese Tériault ha
rilevato un accresciuto rischio di leucemie per i lavoratori di tre società elettriche con esposizione
media a livelli di induzione magnetica superiori a 0,2 microTesla.
Tutti gli autori sono concordi nell'affermare che gli effetti sulla salute vanno attribuiti alla
componente magnetica dei campi del campo, perché la componente elettrica viene facilmente
schermata.
Per quanto riguarda i meccanismi biologici di azione dei campi, è stata dimostrata da diversi
ricercatori una influenza degli ELF sulla produzione dei livelli notturni di melatonina negli animali,
che viene ad essere ridotta. Quest potrebbe comportare una diminuzione della risposta immunitaria.
Finora abbiamo parlato di effetti sulla salute derivati dai campi elettromagnetici generati da
elettrodotti; e gli apparecchi e gli impianti negli ambienti domestici ?
Essendo tali apparecchi quasi tutti utilizzati saltuariamente e per un tempo ridotto dall'utilizzatore,
non si determina un'esposizione cronica per lo stesso.
Tuttavia, in uno studio condotto nel 1990 a Denver nel Colorado da Savitz e altri, sono state
osservate associazioni significative fra le leucemie infantili e l'uso di coperte elettriche nel primo
trimestre della gravidanza e l'uso di coperte elettriche in gravidanza per più di otto ore a notte.
Nello studio viene sottolineato che la coperta elettrica è la sorgente domestica di esposizione ai
campi magnetici con la maggiore potenzialità di contribuire all'esposizione, in termini sia di
intensità che di durata. Inoltre, nella ricerca effettuata a Los Angeles in California, nel 1991, da
London e altri, due associazioni positive, quelle con l'uso di televisori in bianco e nero e di
asciugacapelli, risultano significative dal punto di vista statistico.
Ora che abbiamo indicato i possibili effetti sulla salute dei campi elettromagnetici, riteniamo per
concludere di fare la cosa migliore riportando le considerazioni finali che si possono leggere:
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1) sul Rapporto dell'istituto Superiore di Sanità del 1995 dal titolo "Rischio cancerogeno associato
ai campi magnetici a 50/60 Hz" i cui autori sono: P. Comba, M. Grandolfo, S. Lagorio, A. Polichetti
e R Vecchia;
2) sui documenti prodotti dalla Commissione tecnico scientifica, composta da esperti di rilevanza
nazionale e internazionale e istituita dalla Giunta comunale di Bologna nel 1996, che si è
pronunciata sui rischi sanitari dovuti all'inquinamento da radiazioni non ionizzanti.
Considerazioni conclusive Istituto Superiore di Sanità
Sulla base di una valutazione critica delle evidenze scientifiche si ritiene credibile
un'interpretazione causale fra leucemia infantile ed esposizione a campi magnetici a 50/60Hz, anche
se permangono problemi interpretativi legati alle dimensioni numeriche degli studi sinora condotti e
alle possibili variabili di confondimento.
Concorre ad ammettere carattere di probabilità e non di certezza al ruolo eziologico dei campi
magnetici nell'induzione dei tumori, il fatto che non vi sia tuttora accordo sul possibile meccanismo
biologico dei campi stessi. I limiti di esposizione possono essere basati al momento attuale solo
sugli effetti acuti
dell'esposizione perché solo di questi è adeguatamente documentata la relazione con l'intensità dei
campi esterni.
Il rispetto dei limiti di esposizione previsti dalla normativa italiana deve dunque essere considerato
un requisito minimo a cui va affiancato l'obiettivo generale di una riduzione dell'esposizione, ove
ciò sia possibile tecnicamente e a condizioni ragionevoli.
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Occorre, quindi, che nei progetti di realizzazione di nuovi elettrodotti sia esplicitato l'obiettivo della
riduzione dell'esposizione a campi elettrici e magnetici, anche mediante l'adozione di nuove
soluzioni tecnologiche. In particolare, il contenimento delle esposizioni appare prioritario per gli
asili, le scuole ed altri ambienti al chiuso e all'aperto destinati all'infanzia.
Per quanto riguarda l'esistente, appare prioritario pianificare interventi di riduzione dei livelli di
esposizione che, in abitazioni, scuole e luoghi di lavoro, risultino largamente superiori a quelli
mediamente riscontrabili in ambienti analoghi.
Considerazioni conclusive Commissione tecnico scientifica
Gli studi epidemiologici suggeriscono che i campi elettrici e magnetici a bassa frequenza(50/60 Hz)
vadano classificati come "probabili cancerogeni "anche se la positiva associazione tra esposizione a
tali campi e alcuni tipi di tumore, quali le leucemie infantili e, in alcuni studi, i tumori cerebrali e
mammari nel maschio, appare di modesta entità e non è sufficiente a stabilire un nesso causale tra
esposizione ed effetto patogeno. Pur in assenza : di dimostrazioni epidemiologiche definitive; di
adeguate conferme sperimentali; delle conoscenze sul meccanismo di azione oncogena che dà
plausibilità biologica all'associazione; della conoscenza della relazione esposizione-risposta , da cui
si può ricavare l'unità di rischio cancerogeno e i limiti di esposizione correlati a determinati eccessi
di rischio cancerogeno. Si possono suggerire , nello spirito dei principio di cautela, le seguenti
raccomandazioni relative all'intensità dei campi:
1) nuovi edifici o luoghi residenziali in prossimità di linee o impianti per la distribuzione
dell'energia elettrica
Si suggerisce di tendere, per quanto possibile, a minimizzare i valori di campo magnetico
prendendo, in modo cautelativo, come riferimento di limite superiore dell'induzione magnetica
l'intervallo 0,1-0, 3 microTesia, considerato come provvisorio e meramente indicativo in base alle
attuali conoscenze. Per essere coerenti con questi suggerimenti occorre adottare alcune norme
tecniche di cautela :
z
modificare i sistemi di costruzione delle abitazioni e di allocazione delle sorgenti domestiche di
energia elettrica;
z
modificare le modalità di costruzione e distribuzione delle linee ad alta tensione linee interrate,
compatte, in cavo aereo);
z
è bene che le nuove cabine di trasformazione media tensione-bassa tensione siano costruite
all'esterno degli edifici.
2) Edifici o linee elettriche già esistenti (se diversi da scuole o altri locali pubblici o privati in cui i
bambini stazionano per lunghe ore nella giornata, per i quali valgono i limiti suggeriti per i nuovi
edifici)
E' necessaria la bonifica delle situazioni territoriali più compromesse.
Norme di cautela personale:
z
prima di acquistare un'abitazione verificare se in prossimità vi sono linee ad alta tensione, e
misurare i campi elettromagnetici all'interno;
z
non dormire sotto una coperta elettrica in funzione; ciò vale maggiormente per donne gravide e
bambini;
z
seguire le immagini televisive ad almeno un metro di distanza dallo schermo dei televisore,
prestando maggior attenzione alle parti laterali e posteriori del televisore;
z
utilizzare il phon poco frequentemente, per periodi brevi, tenendolo il più possibile lontano dal
capo;
z
limitare l'uso dei rasoio elettrico;
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z
z
evitare che i bambini stazionino in vicinanza di ferri da stiro, forni elettrici, lavastoviglie,
frullatori, tritatutto, macinacaffè, apriscatole, registratori;
mantenere la massima distanza possibile tra utilizzatore e apparecchio per aerosol durante il
funzionamento.
Normativa italiana vigente
Con Decreto dei Presidente dei Consiglio dei Ministri dei 23 aprile 1992 "Limiti massimi di
esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale(50 Hz) negli
ambienti abitativi e nell'ambiente esterno", si introduce per la prima volta una normativa
esplicitamente rivolta alla protezione sanitaria delle popolazioni esposte.
TABELLA 5 (fonte: documents of the NRPB VoL 3 n. 1, 1992)
Elettrodomestici
apriscatole
3 cm
100-200
Campo magnetico [µT] alla distanza di:
30 cm
1m
3,5-30
0,07-1
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Asciugabiancheria
lavatrici
lavastoviglie
trapani
lampade a fluorescenza
robot da cucina
asciugacapelli
ferro da stiro
forno a microonde
forno elettrico
termosifoni portatili
frigoriferi
rasoi elettrici
televisori
tostapani
aspirapolveri
coperta elettrica
0,3-8
0,8-50
3,5-20
400-800
40-400
60-700
6-2000
8-30
75-200
1-50
10-180
0,5-1,7
15-1500
25-50
7-18
200-800
2-3
0,08-0,3
0,15-3
0,6-3
2-3,5
0,5-2
0,6-10
<0,01 -1
0,12-0,3
4-8
0,15-0,5
0,15-5
0,01-0,25
0,08-7
0,04-2
0,06-0,7
2-20
0,1-0,2
0,02-0,06
0,01-0,15
0,07-0,3
0,08-0,2
0,02-0,25
0,02-0,25
<0,01 -3
0,01-0,025
0,25-0,6
0,01-1
0,01-0,25
<0,01
<0,01 -0,3
<0,01 -0, 15
<0,01
0,13-2
<0,05
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I limiti di esposizione indicati nell'art. 4 sono riferiti, però, agli effetti acuti o a breve termine e non
considerano gli effetti cronici o a lungo termine. Questi limiti sono sostanzialmente identici a quelli
raccomandati dalI'IRPA (International Radiation Protection Agency):
z
5 Kv/m e 0, 1 mTesla (100 microTesla), in aree o ambienti in cui si possa ragionevolmente
attendere che individui della popolazione trascorrano una parte significativa della giornata;
10 Kv/m e 1 mTesla (1000 microTesla), nel caso in cui l'esposizione sia ragionevolmente
limitata a poche ore al giorno.
L'art. 5 prevede l'osservanza delle seguenti distanze di rispetto delle linee dai fabbricati adibiti a
abitazione o ad altre attività che comportano tempi di permanenza prolungati:
z
z
z
z
linee a l32 Kv > l0 rn
linee a 220 Kv > 18 m
linee a 380 Kv > 28 m
Per linee a tensione inferiore a 132 Kv restano ferme le distanze previste dal Decreto
interministeriale 16 gennaio 91.
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RISCHI DA ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI A BASSA FREQUENZA
L'art. 7 prevede che nei tratti di linee esistenti dove non risultano rispettate i limiti di cui all'art. 4 e
le condizioni di cui all'art. 5, dovranno essere individuate azioni di risanamento. I programmi di
risanamento devono essere completati entro il 31 dicembre 2004.
Con successivo Decreto dei Presidente dei Consiglio dei Ministri dei 28 settembre 1995 Norme
tecniche procedurali di attuazione dei Decreto dei Presidente dei Consiglio dei Ministri 23 aprile
1992 relativamente agli elettrodotti", viene stabilito che nella prima fase (di cui non si conosce la
durata), l'obbligo di procedere alla redazione dei progetti di risanamento sia limitato ai soli impianti
che determinano un superamento dei limiti fissati per il campo elettromagnetico di cui all'art. 4 dei
DPCM 23/4/92, escludendo quelli aventi distanze dai fabbricati inferiori a quelle previste dall'art. 5La maggior parte degli impianti da risanare resta dunque fuori dalla prima fase.
Alcune regioni, come il Veneto e il Lazio, hanno emanato una propria legge. In particolare la
Regione Veneto con Legge 30 giugno 1993 n'27 "Prevenzione dei danni alla salute derivanti dai
campi elettromagnetici generati da elettrodotti", tenendo conto degli effetti sanitari a lungo termine,
fissa distanze di rispetto dalle abitazioni di 150 m per le linee a 380 Kv, e per tensioni inferiori la
distanza di rispetto è ridotta in proporzione al potenziale, in modo che il campo elettrico a 1, 5 m da
terra non superi il valore di 0, 5 Kv/m ed il campo magnetico non sia superiore a 0, 2 microTesla.
Per tale legge la Presidenza dei Consiglio dei Ministri ha presentato ricorso alla Corte
Costituzionale , notificato alla Regione Veneto il 12 agosto 1997, per illegittimità costituzionale
della deliberazione legislativa.
Bibliografia
Legge 28 giugno 1986 n'339
Decreto dei Ministero dei Lavori Pubblici dei 21 marzo 1988
Decreto dei Ministero dei Lavori Pubblici del 16 gennaio 1991
DPCM 23 aprile 1992
DPCM 28 settembre 1995
Grandolfo M. , Vecchia P., Comba P (1989). Linee ad alta tensione: modalità di esposizione e
valutazione dei rischio sanitario." Rapporti ISTISAN 89/20
Comba P , Grandolfo M. , Lagorio S. , Polichetti A. , Vecchia P. (1995). "Rischio cancerogeno
associato ai campi magnetici a 50/60 Hz" Rapporti ISTISAN 95/29
Provincia di Bologna . "Progetto territorio. Linee elettriche. Livelli di esposizione ai campi
elettromagnetici. 1995"
Bevitori P 'L'inquinamento elettromagnetico" Maggioli editore
Bevitori P. "L'inquinamento elettromagnetic"o CUEN
Bevitori P , Ravaioli A. "Inquinamento elettromagnetico" - Rivista medica dei Friuli Vol. 2, n. 3,
1996
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RISCHI DA ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI A BASSA FREQUENZA
Bevitori P. , Ravaioli A. "Inquinamento elettromagnetico indoor"Rivista medica dei Friuli Vol. 3,
N° l, 1997
Bevitori P. "Campi elettromagnetici a bassa frequenza" - Economia & Ambiente Anno XVI n. 4 -5
1997
Comune di Bologna "Commissione tecnico scientifica sui rischi sanitari dovuti all'inquinamento da
radiazioni non ionizzanti" 1996
Dalla rivista: "Ambiente e Sicurezza sul Lavoro" ediz. EPC - n° 11/98
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