I VIAGGI MUSICALI DI “MILANO PER LA SCALA” BUSSETO “I MASNADIERI” di Giuseppe Verdi Melodramma tragico in quattro atti su libretto di Andrea Maffei tratto da Die Räuber di Friedrich Schiller Interpreti ARTISTI DEL CONCORSO INTERNAZIONALE VOCI VERDIANE “CITTÀ DI BUSSETO” In collaborazione con SCUOLA DELL’OPERA DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA Maestro concertatore e direttore SIMON KRECIC Regia LEO MUSCATO Scene FEDERICA PAROLINI Costumi SILVIA AYMONINO Luci ALESSANDRO VERAZZI Maestro del coro MARTINO FAGGIANI ORCHESTRA DELL'OPERA ITALIANA CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA Allestimento del Teatro Regio di Parma per il Teatro Giuseppe Verdi di Busseto Domenica 16 ottobre 2016 - ore 15.30 Teatro Giuseppe Verdi Cari Amici, desideriamo proporvi una “gita” a Busseto, in occasione del Festival Verdi 2016, al Teatro Giuseppe Verdi, vero gioiello architettonico per finiture, acustica e spettacolare cornice scenica. Il teatro viene inaugurato nell'agosto 1868 con le rappresentazioni di Rigoletto e del Ballo in maschera: verdi sono gli abiti indossati dalle signore in sala, così come le cravatte degli uomini, ma il musicista non assiste allo spettacolo per i noti dissidi che lo allontanano dal suo paese natale. Oggetto di interventi di restauro, il teatro si presenta ancor oggi nell'originale struttura lignea del palcoscenico, del doppio ordine di palchi e del loggione, così come nell'elegante decorazione a stucchi dorati e medaglioni allegorici. Assisteremo a “I Masnadieri”, opera che venne rappresentata la prima volta all’ Her Majesty’s Theatre di Londra il 22 luglio 1847. Giuseppe Verdi diresse personalmente questa prima rappresentazione. L'opera fu subito accolta con successo dal pubblico, anche se oggi non è molto rappresentata. Per raccontare l’ardore che divampa nel cuore di ogni rivoluzionario, Verdi non sceglie un esercito di eroi ma una banda di anime dannate. In lotta contro il mondo e contro se stessa, la masnada interpretata dagli Artisti del Concorso internazionale Voci Verdiane "Città di Busseto", in collaborazione con la Scuola dell'Opera del Teatro Comunale di Bologna, trova la dimensione della sua decadenza nell’allestimento ideato per il Festival Verdi del Bicentenario da Leo Muscato, eletto Miglior Regista di Prosa dall’Associazione Nazionale dei Critici Teatrali e Miglior Regista d’Opera dall’Associazione Nazionale dei Critici Musicali. Prima dello spettacolo ci fermeremo in una Trattoria tipica locale per una colazione con specialità parmigiane. Programma di massima ore 11.30 Ritrovo dei partecipanti in Piazzale Lodi e partenza con Autobus privato. In base al tempo che avremo a disposizione prima della colazione prevista per le ore 13.30, possiamo prevedere una visita al Museo dedicato a Renata Tebaldi. ore 13.30 Colazione con specialità tipiche regionali ore 15.30 Teatro Giuseppe Verdi I MASNADIERI di GIUSEPPE VERDI Al termine, rientro a Milano con Autobus privato, prima sosta Piazzale Lodi, seconda sosta Piazzale Cadorna. Con i più cordiali saluti. Milano per la Scala Via Clerici, 5 20123 Milano www.milanoperlascala.it Vi preghiamo di prenotarvi telefonicamente al n. 02-7202.1647 entro venerdì 24 giugno 2016 (scadenza opzione biglietti Teatro) Via Clerici, 5 20121 Milano Tel. 02.7202.1647 Fax 02.7202.1662 E-mail: [email protected] I MASNADIERI DI GIUSEPPE VERDI Soggetto L'opera è ambientata in Germania tra il 1755 e il 1757. Atto I Carlo ha abbandonato la casa paterna ma desidera ritornarvi (O mio castel paterno) quando viene a sapere tramite una lettera firmata dal padre che egli lo ha bandito da casa e ha intenzione di imprigionarlo. Carlo allora decide di porsi a capo di una banda di masnadieri (Nell'argilla maledetta). In realtà la lettera è stata scritta dall'invidioso e perfido fratello, Francesco, che intende impossessarsi dei territori del padre Massimiliano, il reggente di Moor. Chiama il servo Arminio e gli ordina di vestirsi da soldato e di recarsi dal padre recandogli la falsa notizia che il figlio è morto (Tremate o miseri). Intanto Massimiliano dorme placidamente, e Amalia, un'orfana adottata da lui, ed innamorata di Carlo, lo contempla e ricorda l'amato (Lo sguardo avea degli angeli). Il vecchio si sveglia ed esprime ad Amalia la sua preoccupazione per la lontananza di Carlo; entra Francesco che annuncia l'entrata di Arminio travestito, che pronuncia la falsa notizia. Massimiliano non regge e sviene; Amalia, credutolo morto, fugge, e Francesco già si bea di possedere i territori del padre (Morto? Signor son io!). Atto II Massimiliano viene creduto morto, e viene organizzato un banchetto in onore di Francesco. Amalia si sottrae alla festa, e ricorda l'amato Carlo che crede morto (Tu che del mio Carlo); in quel momento entra Arminio, che, pentito, svela la verità, e Amalia gioisce nel sapere che Carlo e Massimiliano sono ancora vivi (Carlo vive!). Entra Francesco, che cerca di dissuadere la fanciulla a ricordare l'amato morto, ma lei lo disprezza, continuando ad amare Carlo. Nel frattempo Carlo, diventato capo dei masnadieri, è colpevole dei più atroci delitti, seppure rimpianga la vita di prima e l'amata Amalia. Atto III Amalia è riuscita a fuggire dal castello di Francesco, ma è terrorizzata dalle voci dei masnadieri che sente nella foresta. Incontra Carlo, e i due si riabbracciano dopo tanto tempo. Amalia spiega che Francesco è diventato signore dopo la morte di Massimiliano, e che egli intendeva usare violenza su di lei; Carlo giura di vendicarla, ma prima si rinnovano le promesse d'amore (Lassù, lassù risplendere). I masnadieri intanto hanno preso come base delle rovine diroccate di una torre. Carlo veglia, insonne, e scorge un'ombra avvicinarsi ad un pozzo con una grata, da cui esce una voce. È Arminio che porta da mangiare ad un prigioniero, ma fugge spaventato appena vede Carlo. Carlo toglie la grata e scopre che l'uomo nel pozzo è il vecchio padre, che racconta che era stato gettato nel pozzo a morire di fame dal figlio Francesco (Un ignoto, tre lune or saranno) e sviene. Carlo giura vendetta, e sveglia i masnadieri: insieme attaccheranno il castello di Francesco. Atto IV Francesco, intanto, è colto dai rimorsi e dagli incubi: racconta ad Arminio un incubo in cui sembrava di essere Caino maledetto da Dio (Pareami che sorto da un lauto convito). Arminio esce ed entra Moser, un pastore, che gli comunica che Dio lo sta punendo per i suoi crimini; Arminio rientra e comunica che i masnadieri stanno invadendo il castello, e Francesco, anche se sa di morire in breve, lancia l'ultima bestemmia contro Dio. Massimiliano, nel covo dei masnadieri, continua ad invocare invano Francesco, e a chiedere il perdondo di Carlo. Infatti non sa ancora che il capo dei masnadieri è suo figlio; Carlo dice che il figlio lo perdonerà. In quel momento entrano i masnadieri, di ritorno dal castello, conducendo Amalia come prigioniera. Carlo, allora non può più tenere nascosto niente al padre e all'amata: egli è a capo di quella masnada di ladri ed assassini (Caduto è il reprobo!). Amalia giura di amarlo anche se a capo dei masnadieri, ma Carlo, piuttosto che portarla in mezzo alla polvere, la uccide, e si appresta a consegnarsi alla giustizia. Via Clerici, 5 20121 Milano Tel. 02.7202.1647 Fax 02.7202.1662 E-mail: [email protected]