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uvet D. (ed.), 2013. Piante esotiche invasive in Piemonte. Riconoscimento,
stribuzione, impatti. Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino, Italia.
6 pp.
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MUSEO REGIONALE DI
SCIENZE NATURALI-TORINO
viare a/ Send to: Museo Regionale di Scienze Naturali – Via Giolitti, 36 –
123 Torino
iante esotiche invasive in Piemonte - Riconoscimento, distribuzione, impatti
odulo d’ordine / Order form
PIANTE ESOTICHE INVAS
IN PIEMONTE
Riconoscimento, distribuzione, impa
Piante esotiche invasive in Piemonte
Riconoscimento, distribuzione, impatti
Daniela Bouvet (ed.)
Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino
Modulo d’ordine / Order form
Inviare a/ Send to: Museo Regionale di Scienze Naturali – Via Giolitti, 36 –
10123 Torino
Fax ++39 011 4325679
E-mail: [email protected]
346 pages, Format 293x210, Colour print
Price: 20 Euros + postage
(30% discounts available for members of Associations devoted to the study of natural sciences)
Negli ultimi decenni il mondo botanico ha rivolto crescente attenzione alle specie
esotiche invasive, per gli impatti sull’ambiente, l’economia e la salute che possono
determinare. In Piemonte esse assommano a 62 e rappresentano il 16.7% delle specie
esotiche segnalate nella regione (371 specie). Questo lavoro fornisce il primo quadro
di sintesi a livello piemontese, relativamente a 34 specie di differente grado di
invasività e impatto (28 specie già molto diffuse nella regione, con impatti più
significativi, e 6 specie segnalate in paesi confinanti come fortemente invasive e
quindi da tenere sotto controllo). Ogni specie è presentata da schede descrittive per il
riconoscimento morfologico della pianta, dei frutti e dei semi, corredate da una ricca
e originale iconografia. Le schede monografiche includono inoltre la revisione e
l’aggiornamento dei dati storici e attuali di distribuzione, con relativa cartografia.
Sono inoltre fornite informazioni sull'impatto biologico, accertato o potenziale, nella
regione. L'opera include complessivamente 3600 referenze bibliografiche, suddivise
per specie, relative a 2000 lavori e 250 siti internet, comprensive della letteratura
internazionale e regionale sull'argomento.
In last decades botanists payed growing attention to invasive alien species and their impacts
on environment, economy and human health. In Piedmont invasive species amount to 62 and
represent 16.7% of alien species reported for the region (371 species). This work provides a
first outline on invasive species at regional level, with special regard to 34 plants (28 species
already widespread, with more significant impacts, and 6 species recorded in neighbouring
countries as strongly invasive and therefore to keep under control. Each species is presented
by a descriptive sheet concerning morphological identification (plant, fruits and seeds),
accompanied by a rich and original iconography. Moreover, information about assessed or
potential biological impact in the region are provided. On the whole work includes 3600
bibliographic references, subdivided by species, relating 2000 publications and 250 websites,
inclusive of international and regional literature on the topic.
Inviatemi ……….. copia/e / Please send me …………. copies of
Bouvet D. (ed.), 2013. Piante esotiche invasive in Piemonte. Riconoscimento,
distribuzione, impatti. Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino, Italia.
346 pp.
Data/Date………………………………………………….…………………………
Nome /Name …………………………………………………………..……………
Istituzione / Instutution…………………………………………………………....
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Città/ City………………………………..Codice Postale/Postal Code………….
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Balsaminaceae
Impatiens parviflora DC.
Impatiens parviflora DC.
FAMIGLIA: Balsaminaceae
SINONIMI: I. nevskii Pobed.
NOMI COMUNI: Balsamina minore, Impaziente a fiori piccoli, Small balsam (inglese), Smallflower touchmenot (inglese),
Kleinblütiges Springkraut (tedesco), Kleines Springkraut (tedesco), Impatiente à petites fleurs (francese), Balsamine à petites
fleurs (francese)
ORIGINE: Europa orientale, Asia temperata
RICONOSCIMENTO
HABITUS: specie erbacea, annuale; glabra.
FUSTO: eretto, alto (10)20-60(100) cm, erbaceo, angoloso, ingrossato ai nodi, semplice o talvolta ramificato; glabro,
verde pallido, talvolta con macchie rosso-brune; apparato radicale superficiale, con radici secondarie e radici avventizie
dal nodo inferiore del fusto.
FOGLIE: alterne, con picciolo, talvolta alato, con peli ghiandolari peduncolati; lamina semplice, larga 2-9 cm, lunga
4-20 cm (le più larghe e grandi solitamente all’apice), ellittica o ovata, a base attenuata, apice acuminato, margine
dentato o crenato-dentato con (13)20-35 denti per lato, rivolti in avanti, mucronati, spesso ciliato vicino alla base; nervature infossate sulla pagina superiore, prominenti sulla pagina inferiore, 6-7 paia, ricurve; lamina glabra, sulla pagina
superiore verde giallastra, sulla pagina inferiore più pallida.
FIORI: solitari o infiorescenza a racemo, con 3-10 fiori, ascellare, lasso; fiori ermafroditi, i primi spesso cleistogami,
lunghi (compreso lo sperone) 0.5-1.8 cm; calice zigomorfo, dialisepalo, con 3 sepali, l’inferiore spesso petaloide, formante un cappuccio largo 0.4-0.6 cm, lungo 0.3-0.5 cm (più largo che lungo), giallastro, gradualmente restringente in
uno sperone lungo 0.1-0.7 cm, conico, diritto o leggermente ricurvo, nettarifero; i sepali laterali piccoli, ovati, solitamente verdi; corolla zigomorfa, con 5 petali, i laterali concresciuti a coppie, ma con 2 lobi apicali, giallo pallido senza
punti rossi; gineceo con ovario supero, formato da 5 carpelli concresciuti, con stilo e stimma molto ridotti, stimma
sessile, con 5 denti; androceo composto da 5 stami, alternati ai petali, con le antere saldate avvolgenti il gineceo. Impollinazione entomogama (ditteri, imenotteri e coleotteri sirfidi) e autogama.
FRUTTI: capsule, loculicide, con 5 valve deiscenti elasticamente (a maturità esplodono aprendosi dalla base alla sommità, proiettando i semi a diversi metri di distanza), larghe 0.4-0.6 cm, lunghe 1-2.5 cm, generalmente erette, clavate o
lineari, glabre, verdi. Contengono 1-5 semi, senza endosperma, oblunghi, con fini striature longitudinali. Dispersione
autocora, idrocora e zoocora.
PERIODO DI FIORITURA:
Gen
Feb
Mar
Apr
Mag
Giu
Lug
Ago
Set
Ott
Nov
Dic
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(= I. nevskii Pobed.) T scap - Asia orientale. - Zone mediamente disturbate, prevalentemente su suoli sabbiosi. (150 - 1600 m). Localizzata, in espansione.
A
B
ICONOGRAPHIA SELECTA
[A] Navarro & Muñoz Garmendia in Castroviejo (in prep.,
vol. 9)
[B] Pignatti (1982, 2: 72, ex
Hegi)
Foto D. Bouvet
161
HABITAT
Si trova in ambienti mediamente disturbati, particolarmente su suoli sabbiosi, come quelli prossimi ai fiumi;
in queste aree si sviluppa anche nel sottobosco di pioppeti e saliceti dove può presentare anche coperture elevate (40-60% della superficie); la produzione di molti semi permette una rapida diffusione nelle aree golenali,
sempre su suoli sabbiosi. Si inserisce anche nei boschi degradati e dove la comunità floristica è impoverita, o in
quelli soggetti a pratiche gestionali; per ora non è diffusa in boschi meno disturbati, anche se in Europa risulta
essere l’unica specie esotica ampiamente presente nelle foreste.
ORIGINE E DISTRIBUZIONE IN EUROPA E IN ITALIA
E’ una specie neofita, probabilmente introdotta in Europa a scopo ornamentale (Dunn, 1905; Rotherham,
2000) probabilmente dalla Russia, nella prima metà del XIX secolo (Salisbury, 1961); è segnalata come spontaneizzata nel 1831 in Svizzera, vicino al Giardino Botanico di Ginevra (Salisbury, 1961; Chmura & Sierka, 2006;
www.eppo.int), probabilmente è comparsa nel 1837 in Germania, nei giardini di Dresda (Hegi, 1925), nel
1850 in Polonia (Berdau, 1859; Trepl, 1984) e Finlandia (www.luontoportti.com), nel 1851 in Gran Bretagna,
presso Londra (Salisbury, 1961) (nel 1848 secondo www.eppo.int), nel 1855, anche se effimera, nel giardino
di Montpellier in Francia (Martins, 1856; Thellung, 1912), nel 1868 in Belgio (Verloove, 2006) e nel 1870 in
Austria (Hegi, 1925); la maggior parte delle località di queste prime segnalazioni si trovava nelle vicinanze di
giardini dove la specie era coltivata, ma dall’inizio del XX secolo la specie ha iniziato a diffondersi negli ambienti
naturali, fino a comparire anche nelle foreste (Trepl, 1984; www.eppo.int).
Attualmente è spontaneizzata in tutto il territorio europeo, ad esclusione di Portogallo, isole mediterranee e
parte dei Balcani.
In Italia è stata coltivata a scopo ornamentale a partire dalla fine del XIX secolo (Banfi & Galasso, 2010) ed è
stata trovata spontaneizzata già nel 1898 in Lombardia, in provincia di Sondrio (Banfi & Galasso, 2010), segnalazione in seguito pubblicata nella “Flora analitica d’Italia” (Fiori, 1923-29) come unica località italiana, e in
Fenaroli e Longa (1926); nella “Flora Italica” (Zangheri, 1976) è considerata rara e presente solamente in Italia
settentrionale, mentre nella “Flora d’Italia” (Pignatti, 1982) è segnalata in Piemonte, Lombardia e Alto Adige,
ma in espansione; era però già presente anche in Veneto, nel vicentino (Cobau, 1942).
Attualmente è presente in Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, FriuliVenezia Giulia, Emilia-Romagna e Lazio; è considerata invasiva in Piemonte, Lombardia e Trentino-Alto Adige.
Foto D. Bouvet
Foto D. Bouvet
Foto G. Bruno
SPECIE SIMILI
Impatiens noli-tangere L.
FAMIGLIA: Balsaminaceae
SINONIMI: /
NOMI COMUNI: Balsamina gialla, Erba impaziente, Noli me tangere
ORIGINE: Europa e Asia
DISTRIBUZIONE: è una specie spontanea, presente in tutte le regioni ad esclusione di Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna.
DIFFERENZE DA IMPATIENS PARVIFLORA DC.
FUSTO: alto 20-150 cm.
FOGLIE: larghe 1-5-2 cm, lunghe 4-7 cm, con 7-16(20) denti per lato, ottusi.
FIORI: più grandi che in I. parviflora, lunghi 0.2-0.35 cm (compreso lo sperone), con sperone ricurvo a uncino, lungo
0.6-1.2 cm; corolla giallo dorata con punti rossi all’interno.
FRUTTI: capsule pendule.
Foto M. Broglio
162
Foto M. Broglio
ORIGINE E DISTRIBUZIONE IN PIEMONTE
La prima segnalazione bibliografica di spontaneizzazione di questa specie è di Abbà, relativa a una stazione trovata nel 1973 in provincia di Torino, tra Carignano e Lombriasco (Abbà, 1975b); tuttavia nella
sezione Herbarium Generale dell’Erbario di Torino è
presente un esemplare raccolto presso l’Orto Botanico di Torino nel 1956, inselvatichito, e la specie
era già stata rinvenuta da Abbà stesso nel 1967 a
Villafranca Piemonte presso il Torrente Pellice (TO)
(ritrovamento testimoniato da esemplari conservati
nella sezione Herbarium Pedemontanum dell’Erbario
di Torino e presso l’Erbario del Museo Regionale di
Scienze Naturali di Torino) (Pistarino et al., 1999).
Nel 1976 è stata trovata in provincia di Verbania da
Soldano (Soldano, 1982), nel 1994 in provincia di
Novara da Abbà (Pistarino et al., 1999, con esemplari conservati nella sezione HP dell’Erbario di Torino e nell’Erbario del MRSN di Torino), nel 1997
sempre da Abbà in provincia di Cuneo (Pistarino et
al., 1999, con esemplare conservato nell’Erbario del
Museo Civico di Alba).
Attualmente è segnalata in un numero abbastanza limitato di quadranti (66), corrispondenti al 24,6%
del territorio, con frequenze basse in quasi tutto l’areale.
E’ quindi una specie a diffusione ancora limitata, presente soprattutto lungo i corsi d’acqua, essendo legata agli ambienti ripariali, ma in espansione piuttosto
rapida.
Si trova dalla quota minima di 150 m s.l.m. alla quota massima di 1610 m s.l.m. in Val d’Ossola (VB).
CARTA DI DISTRIBUZIONE E FREQUENZA IN
PIEMONTE
Foto D. Longo
163
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