Lessico grammaticale
Lessico dei termini usati
nella Grammatica
accusativo
caso della declinazione indeuropea indicante la direzione nello spazio o nel tempo e,
analogicamente, il complemento oggetto in quanto prolungamento diretto dell'azione
espressa dal verbo transitivo.
affisso
morfema aggiunto ad una parola per modificarla: a seconda della posizione assunta
nella parola si chiamerà: p r e f i s s o: es.: 's' in 'sbattere'; i n f i s s o: es.: 'n' in 'linquo';
s u f f i s s o: es .: ' sc ' in ' pulisco '
agènte
dicesi "d'agente" il complemento che indica l'essere animato che compie l'azione,
espressa o sottintesa, proposta da un verbo, esplicito o implicito, in forma passiva: es.:
chi mi ama sarà amato dal Padre mio
aggettivo
parte variabile del discorso appartenente alla categoria del nome, che, riferendosi al
sostantivo o ad ogni altra parte del discorso sostantivata, ne determina la qualità (agg.
qualificativo: es.: generoso, bello, magnanimo) o la quantità (agg. numerale: es.: uno,
dieci, centomila - numerali cardinali; primo, secondo, terzo, centesimo - numerali
ordinali) o la collocazione nell'ambiente, tempo, spazio (agg. pronominale: es.: questo,
codesto) - sintatticamente può avere funzione p r e d i c a t i v a (es.: il cielo è blu)
oppure a t t r i b u t i v a (es.: guardava il cielo blu) - di norma varia la terminazione - si
declina - in corrispondenza col numero ed il genere grammatica le o naturale del
sostantivo espresso o sottinteso cui si riferisce: es.: libro bello, leonessa affamata,
cavalli veloci - l'aggettivo qualificativo, a seconda di come ne è espressa la forza, si
distingue in
grado positivo (es.: buono), grado comparativo (es.: migliore), grado superlativo (es.
ottimo).
analisi
metodo di studio consistente nello scomporre un tutto nelle sue componenti per
esaminarle in sé ed in relazione;
analisi g r a m m a t i c a l e: quella che individua e definisce le parti del discorso;
analisi s i n t a t t i c a: identifica e descrive la funzione sintattica delle singole parole o
dei gruppi di parole nel discorso;
analisi l o g i c a: idem
Appunti a cura di P. ERNESTO DELLA CORTE, biblista
1
Lessico grammaticale
antònimo
parola di significato opposto ad un'altra: es.: bello - brutto
apòcope
soppressione d'una o più lettere in fine d'una parola: es.: correr veloce (per 'correre
veloce'), san Luigi (per 'santo Luigi')
apòdosi
espressione oggettiva d'uno stato di fatto, reale o ipotetico, condizionato dal verificarsi
d'una certa ipotesi o eventualità o premessa o condizione: es.: se avesse fatto questo.
avrebbe sbagliato
appositívo
che ha valore, funzione, collocazione di apposizione (v.)
apposizione
sostantivo accessorio che viene aggiunto ad un nome a scopo determinativo o
attributivo: es.: Paolo apostolo, il poeta Dante.
argoménto
dicesi "d'argomento" il complemento che indica ciò di cui si parla o scrive: es.: gli
parlarono di Cristo; scrisse un libro sulle sue disavventure.
asíndeto
giustapposizione coordinativa di membri affini od opposti d'una proposizione senza
l'ausilio di particelle congiuntive o disgiuntive: es.: "dalle città, dai villaggi, dalle
campagne la gente andava da lui". Coordinazione per asindeto si ha pure tra
proposizioni principali o secondarie dello stesso grado, accostate senza particelle
congiuntive o disgiuntive: es.: "piova, nevichi, arda il solleone, io verrò da te".
Subordinazione per asindeto si ha quando una proposizione subordinata viene
giustapposta alla propria reggente senza che ad essa venga collegata da alcuna
congiunzione subordinativa: es.: "non volle fosse nota la sua meta".
aspètto
modo di rappresentazione del processo verbale nella sua durata, svolgimento,
compimento; chiamasi anche "quantità dell'azione" del verbo e si segnala con mezzi
morfologici, sintattici o lessicali; l'aspetto può essere durativo, momentaneo, iterativo,
incoativo: es.: viveva (durativo), visse (momentaneo): distinzione d'aspetto mediante
morfemi; sto studiando (durativo), studio (momentaneo): distinzione mediante sintagma
perifrastico; dormo (durativo), m'addormento (incoativo), vedo (momentaneo), guardo
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2
Lessico grammaticale
(durativo), vago (momentaneo), vagolo (iterativo): distinzione mediante mezzi lessicali.
assolúto
dicesi 'assoluta' una costruzione formalmente isolata nel periodo, non ricollegantesi al
resto mediante congiunzione o altro legame sintattico: es.: "venuta sera, entrò in casa".
Dicesi 'assoluto' l'uso d'un verbo privo del complemento che solitamente lo
accompagna: es.: "disse e poi sedette".
Diconsi infine 'assoluti' il comparativo ed il superlativo dell'aggettivo qualificativo
quando implichino idea di superiorità indipendentemente da qualsiasi comparazione:
es.: "il vino vecchio è il migliore"; "il vino vecchio è ottimo".
astràtto
diconsi 'astratti' i nomi che indicano ciò che non ha esistenza in sé, ma solo nel nostro
pensiero: es.: bellezza, nequizia, bontà.
attívo
dicesi 'attiva' ogni forma verbale il cui soggetto grammaticale compia l'azione o si trovi
nello stato indicato dal verbo: es.: io cammino; tu bevi dell'acqua; essi giacevano a terra.
àtono
dicesi 'atona' ogni sillaba sprovvista d'accento proprio: es.: ca-ne, im-pe-di-re
attributívo
equivalente ad un attributo (v.) che ha funzione, valore, collocazione dell'attributo (v.)
chiamasi 'attributivo' il complemento che funge da attributo (v.); chiamasi 'attributiva' la
proposizione relativa quando non abbia funzione di complemento ma aggiunga una
qualificazione, specificazione o chiarimento com'è proprio dell'attributo (v.): es.:
l'ultimo libro che ho letto non m'è piaciuto.
attribúto
aggettivo che riferito ad un sostantivo o ad altra parte del discorso sostantivata ne
determina una qualità: es.: la bella rosa; un vivere piacevole; un giallo chiaro;
di norma se anteposto al termine cui si riferisce ne indica una qualità intrinseca e
permanente (il vecchio castello); se invece posposto ne indica qualità percepita in
contrapposizione: es.: il ponte nuovo (contrapposto ad uno o più ponti vecchi).
ausiliàre
unità lessicale usata a fini morfologici;
diconsi 'ausiliari', nella lingua italiana, i verbi 'essere' (per la coniugazione passiva al
completo e per i tempi composti della coniugazione attiva d'una parte dei verbi), 'avere'
(per i tempi composti d'una parte dei verbi), 'venire' (per la coniugazione passiva, in
sostituzione di 'essere', limitatamente a quei tempi in cui l'ausiliare è in tempo semplice)
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Lessico grammaticale
avvèrbio
parte variabile del discorso che modifica il senso del verbo o dell'aggettivo o d'altro
avverbio: es.: camminava lentamente; siete molto pazienti; agì davvero astutamente.
avversatívo
diconsi 'avversative' le congiunzioni coordinative che introducono una proposizione di
significato contrario o restrittivo rispetto ad una proposizione precedente: es.: ma; però;
tuttavia.
Diconsi 'avversative' le proposizioni introdotte da una congiunzione avversativa: es.:
era spossato, però continuò a lavorare.
càusa
dicesi 'di causa' il complemento che indica il motivo d'un'azione o d'un fatto: es.. lo
perseguitavano per invidia.
Dicesi 'di causa efficiente' il complemento che indica l'essere inanimato che compie o
provoca l'azione, espressa o sottintesa, proposta da un verbo, esplicito od implicito, in
forma passiva: es.: fu travolto dalle onde.
causà1e
diconsi 'causali' le congiunzioni subordinative indicanti un rapporto di causa: ché,
giacché, sicché, poiché, perché, siccome.
Diconsi 'causali' le proposizioni dipendenti che danno la motivazione dell'azione
espressa dalla proposizione reggente: possono essere introdotte da una congiunzione
causale (es.: poiché pioveva, uscì coll'ombrello) o esserne prive (es.: essendo stanco,
s'addormentò subito).
causatívo
diconsi 'causativi' verbi o costrutti che indicano, anziché l'azione compiuta, quella
provocata: es.: dormire (verbo attivo), addormentare (verbo causativo), far dormire
(costrutto causativo).
circostanziali
diconsi 'circostanziali' quelle proposizioni indipendenti rispetto al resto del periodo, che
precisano elementi descrittivi della situazione in cui si svolge l'azione: sintatticamente
appartengono alla classificazione delle incidentali o parentetiche (v.)
concessívo
dicesi 'concessivo' il complemento indicante la persona, cosa o avvenimento nonostante
cui avviene o si compie l'azione espressa nel predicato: es.: nonostante la stanchezza
bisogna lavorare; coi suoi modi rozzi era una pasta d'uomo.
Diconsi 'concessive' le congiunzioni (benché, sebbene, quantunque) e le locuzioni
congiunzionali (per quanto, nonostante che) avversative subordinanti.
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Lessico grammaticale
Diconsi 'concessive' le proposizioni avversative dipendenti segnalate dalle congiunzioni
dal significato corrispondente: es.: quantunque fosse stanco lavorò; benché avesse modi
rozzi era una pasta di uomo.
Diconsi 'concessive implicite' quelle proposizioni, d'ugual valore delle precedenti,
costruite con 'pure' seguito da gerundio (es.: pur dissentendo obbedì) o con 'pure',
'benché', 'per quanto' seguite dal participio (es.: per quanto sofferente cercava di non
esser di peso ad alcuno).
Diconsi 'concessive' quelle proposizioni principali che esprimono una concessione con
cui si suppone, si ammette, si concede che un fatto sia vero o non sia vero: usano il
congiuntivo spesso accompagnato da 'pure', 'anche' e possono esser introdotte da
espressioni come: "supponiamo che", "ammettendo che", etc.; es.: "sia pur stato
minacciato, non doveva reagire a quel modo"; "supponiamo che sia vero: non è una
ragione bastante".
condizionàle
modo finito del verbo che esprime un'azione condizionata o attenua a desiderio
l'affermazione d'una frase: es.: verrei, cercherei, vorrei, penserei.
Diconsi 'condizionali' le congiunzioni che introducono la proposizione dipendente d'un
periodo ipotetico: se, qualora...
Dicesi 'condizionale' la proposizione dipendente che, nel periodo ipotetico, esprime la
condizione cui è sottoposta l'azione nella reggente: es.: sarei lieto se t'incontrassi.
La proposizione condizionale forma colla propria reggente il periodo ipotetico in cui la
dipendente, contenente la condizione, dicesi 'protasi', la reggente, conseguenza dell'altra,
dicesi 'apodosi'.
congiunzione
parte variabile del discorso che pone in relazione fra loro due parole o gruppi di parole
nella proposizione oppure due proposizioni nel periodo: la congiunzione può essere
•
•
c o o r d i n a t i v a: e, anche, inoltre, altresì; né, neanche, neppure, nemmeno, ecc.
(ccopulative); o, ovvero, ossia, oppure, altrimenti, ecc. (d
disgiuntive); ma, però,
tuttavia, nondimeno (aavversative); difatti, infatti, invero, cioè, ecc. (d
dichiarative);
dunque, pertanto, perciò, quindi, ecc. (cconclusive), e...e, o...o, né...né, sia...sia, non
solo...ma anche, ora...ora, tanto...quanto, ecc. (ccorrelative): tutte queste stabiliscono
fra parole, gruppi di parole o proposizioni un rapporto di coordinazione; oppure la
congiunzione può essere
s u b o r d i n a t i v a: che, come, ecc. (d
dichiarative); quantunque, mentre, appena
(che), dopo che, finché, etc, (ttemporali); poiché, perché, giacché, ecc. (ccausali);
affinché, acciocché, perché, ecc. (ffinali); benché, quantunque, sebbene, ecc. (c o n c
e s s i v e); se, purché, qualora, a patto che, ecc. (ccondizionali); così...che,
tanto...che, di modo che, in guisa che, (cconsecutive); come (se), siccome, nel modo
che, quasi, ecc. (m
modali); fuorché, tranne, eccetto che, ecc. (eeccettuative); se,
perché, ecc. (iinterrogative e dubitative): tutte queste stabiliscono fra parole, gruppi
di parole o proposizioni un rapporto di subordinazione.
coniugazione
flessione del verbo secondo le persone, numeri, modi e tempi.
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Lessico grammaticale
consecutiva
diconsi 'consecutive' le congiunzioni definenti una proposizione dipendente come
conseguenza automatica della reggente: che (+ verbo finito), da (+ verbo infinito);
Diconsi 'consecutive' le proposizioni dipendenti definite da congiunzioni consecutive:
es.: tanto insistettero che accettò; tanto lo percossero da ridurlo in fin di vita.
coordinato
dicesi 'coordinata' ogni proposizione connessa paratatticamente (cioè con la
congiunzione 'e') ad un'altra.
coordinazione
sinonimo di paratassi; la coordinazione può avvenire per asindeto, per mezzo di
congiunzioni coordinative o mediante pronomi o avverbi correlativi.
coortatívo
diconsi 'coortative' le forme del congiuntivo usate, in supplenza delle forme mancanti
dell'imperativo, per esprimere un comando in prima persona.
corre1atívo
diconsi 'correlative' quelle congiunzioni che stabiliscono una coordinazione di
corrispondenza reciproca e simmetrica fra due parti analoghe della proposizione o del
periodo: es.: non solo...ma anche, sia...sia, ora...ora, ecc.
Diconsi 'correlative' unità sintattiche o proposizioni che si corrispondono
reciprocamente in modo simmetrico: es.: sia che piova, sia che nevichi non è possibile
uscir di casa.
desinenza
elemento che si presenta nella sede finale d'un nome, pronome, aggettivo o verbo per
formare colla radice, nelle parole primitive, o col tema, nelle parole derivate, una forma
flessa: es.: am-o, am-ano, am-erai, am-are, frutt-o, frutt-i, frutt-a.
dichiarativo
diconsi 'dichiarative' quelle congiunzioni coordinative che introducono una
proposizione contenente una precisazione o specificazione o spiegazione d'un'altra
precedente: es.: difatti, cioè...
Diconsi 'dichiarative' le proposizioni collegate a proposizione precedente, senza
subordinarvisi e senza rappresentarne una diretta conclusione, ma solo specificandola:
es.: abbandonarono il campo, cioè si ritirarono.
Diconsi 'dichiarative' quelle congiunzioni subordinative che introducono una
proposizione soggettiva o oggettiva: es.: che, come... Diconsi 'dichiarative' le
proposizioni soggettive o oggettive introdotte da una congiunzione subordinativa
dichiarativa: es.: È difficile che ci si riesca (soggettiva); tutti dicono che tu sei colpevole
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Lessico grammaticale
(oggettiva).
dittòngo
gruppo di due vocali pronunciate con un'unica emissione di voce: es.: autore, vuoto,
cieli.
duratívo
aspetto verbale delle forme che propongono l'azione espressa dal verbo come
protraentesi nel tempo; nel campo morfologico - in italiano - l'imperfetto è il tempo del
passato durativo rispetto al passato remoto che è momentaneo.
finàle
diconsi 'finali' quelle congiunzioni subordinative introducenti proposizioni dipendenti
che esprimono lo scopo dell'azione descritta nella reggente: affinché (+ modo finito),
per (+ modo infinito) ;
diconsi 'finali' quelle proposizioni dipendenti che esprimono lo scopo dell'azione
descritta nella reggente: es.: si mise gli occhiali per vederci meglio; ascolta attentamente
affinché tu sappia chiaramente.
finíto
dicesi 'finito' ogni modo della flessione del verbo ciascuna forma del quale sia
determinata in numero e persona: es.: indicativo, imperativo, ecc.
gènere
categoria grammaticale fondata sulla distinzione dei sessi, ampliatasi a base delle
concordanze dei nomi: es.: uomo (maschile in senso stretto) buono (aggettivo maschile);
tavolo (maschile in senso ampliato), nero (aggettivo maschile).
incidentàle
chiamasi 'incidentale' o parentetica quella proposizione che s'inserisce nel periodo,
senza alcun legame sintattico colle altre proposizioni, per fare un'osservazione o per
aggiungere un chiarimento: es.: menava vita ritirata, ma non, come alcuni credevano,
standosene tutto il giorno ad oziare.
indefiníto
diconsi 'indefiniti' i modi verbali che non contengono determinazioni di persona: es.:
lodando, temuto, leggente, stupire;
diconsi 'indefiniti' quegli aggettivi o pronomi che indicano in modo generale o
approssimativo la quantità o qualità delle persone o cose: es.: qualche, qualcuno.
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Lessico grammaticale
intransitívo
dicesi 'intransitivo' il verbo che non necessita d'un complemento, perché l'azione si
compia: camminare, viaggiare, entrare.
ipotètico
chiamasi 'periodo ipotetico' quel procedimento ipotattico in cui una congiunzione
condizionale (se, qualora, etc.) segnala il rapporto di dipendenza d'una proposizione
subordinata rispetto alla reggente: es.: se potessi vederti sarei felice.
iteratívo
aspetto verbale di quelle forme che propongono l'azione come ripetuta; diconsi 'iterativi'
quei verbi che indicano un'azione ripetuta: es.: 'vagolare' iterativo di 'vagare';
diconsi 'iterativi' quei composti costituiti dalla ripetizione d'una sola parola: es.:
checché, lemmelemme.
jussivo
dicesi 'jussiva' ogni forma verbale cui è affidata la funzione d'esprimere un comando o
un ordine: privilegiatamente le forme di terza persona ove il congiuntivo sostituisca
l'imperativo nelle forme mancanti.
oggettívo
concernente l'oggetto dicesi 'oggettivo' quel genitivo che nelle lingue flessive ha ruolo di
complemento oggetto ove la proposizione sia mutata in attiva: es.: L'amor di Dio é pietà
- é pietà che si ami Dio.
Dicesi 'oggettiva' la proposizione dipendente che funge da complemento oggetto della
propria reggente; può essere esplicita (ad un modo finito preceduto da "che") o implicita
(all'infinito preceduto normalmente da "di"); i verbi che possono introdurla sono:
sentire, osservare, credere, stimare, giudicare, sapere, pensare, etc.; volere, desiderare,
comandare, permettere, proibire, etc.; dire, affermare, negare, rispondere, narrare, etc.;
lamentarsi, godere, rallegrarsi, dolersi, etc.: es.: "credeva d'essere giusto; diceva di voler
andarsene; desiderava (di) avere successo; mi dolgo che tu sia stato sfortunato;
i verbi di cui sopra possono esser sostituiti da locuzioni come: aver speranza, dubbio,
certezza, esser del parere, esser desideroso, ecc.
oggètto
nella locuzione "complemento oggetto" (oggetto diretto): il sintagma nominale
complemento del verbo designante l'essere o la cosa che subisce l'azione fatta dal
soggetto ed espressa alla voce attiva: es.: "scolpì una statua".
Chiamasi 'complemento predicativo dell'oggetto' quel sostantivo o aggettivo che, dopo
un verbo effettivo, elettivo, estimativo, appellativo espresso in forma attiva, funge da
predicato nominale del complemento oggetto: es.: "voi mi chiamate Signore e Maestro".
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Lessico grammaticale
paratàttico
dicesi il procedimento di costruzione del discorso in paratassi (cioè giustapponendo due
o più proposizioni lasciandole reciprocamente indipendenti) nonché il risultato del
medesimo;
dicesi 'paratattica' ogni congiunzione che stabilisca un nesso non subordinativo fra due
proposizioni.
particè lla
morfema grammaticale non autonomo che forma con un morfema lessicale un'unità
accentuativa o parola.
passívo
dicesi 'passiva' ogni forma verbale il cui soggetto grammaticale subisca l'azione indicata
dal verbo: es.: io sono amato da Dio.
persóna
categoria grammaticale basata sul riferimento ai partecipanti alla comunicazione ed
all'enunciato prodotto: prima persona = quella che parla; seconda persona = quella cui si
parla; terza persona = quella di cui si parla.
predicatívo
che concerne il predicato, che funge da predicato.
Dicesi 'predicativo' il verbo "essere" usato non nel significato di "esistenza", ma come
copula di una proposizione; oltre al verbo "essere" dicesi 'predicativo' ogni altro verbo
che introduca un predicato nominale o complemento predicativo: tali verbi possono
essere degli intransitivi (es.: partire, arrivare, tornare), appellativi (es.: dire, chiamare,
proclamare), elettivi (es.: eleggere, costituire, nominare), effettivi (es.: fare, rendere),
copulativi (es.: sembrare, diventare, vivere);
dicesi 'complemento predicativo del soggetto' quel sostantivo o aggettivo che, retto da
uno dei verbi sopraindicati, funge da predicato nominale: es.: Gesù nacque povero;
dicesi 'complemento predicativo dell'oggetto' quel sostantivo o aggettivo che, dopo un
verbo effettivo, elettivo, estimativo, appellativo in forma attiva, funge da predicato
nominale del complemento oggetto: es.: non chiamate nessuno maestro.
predicàto
parte della proposizione indicante ciò che si dice del soggetto chiamasi 'predicato
nominale' l'elemento nominale predicato del soggetto cui è connesso da una copula: es.:
Mosè era mite;
chiamasi 'predicato verbale' quel predicato costituito da una qualsiasi voce verbale
avente senso compiuto: es.: Gesú predicava.
Appunti a cura di P. ERNESTO DELLA CORTE, biblista
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Lessico grammaticale
prefísso
morfema anteposto alla radice o al tema per precisarne, modificarne o capovolgerne il
significato: es.: scendere, di-scendere; cercare, ri-cercare; scrivere, de-scrivere; proprio,
im-proprio; fatto, dis-fatto.
preposizióne
parte invariabile del discorso che indica la relazione d'un sintagma nominale o verbale
con un secondo sintagma sempre nominale: es.: vado a casa; vieni da scuola; fragole
con panna;
'preposizioni proprie': sono le preposizioni primitive: in italiano: di, a da, in, con, su,
per, tra, fra;
'preposizione articolata': ogni preposizione propria unita ad un articolo determinativo:
es.: del, allo, dalla, nei, cogli, sui, frai; 'preposizioni improprie o avverbiali': sono
quelle preposizioni che, residui di precedenti forme verbali o nominali, vengono usate in
modo identico alle preposizioni proprie: es.: durante il giorno; tramite un amico;
mediante un collaboratore; via Salerno; lungo il mare.
proposizióne
unità elementare in cui s'esprime un pensiero compiuto:
prop. dipendente: proposizione retta grammaticalmente e logicamente da un'altra;
prop. indipendente: proposizione che non dipende da alcun'altra e da cui nessun'altra
dipende (= frase);
prop. principale: proposizione da cui dipendono una o più altre proposizioni;
prop. coordinata: proposizione collegata ad una o più altre in rapporto di reciproca
autonomia;
prop. subordinata: proposizione collegata ad un'altra in rapporto di dipendenza dalla
stessa.
pròtasi
prima parte d'un periodo (di due membri) in cui vien posta la premessa, soprattutto nel
caso del periodo ipotetico: es.: se rompe, paga.
reggènza
capacità o esigenza da parte d'un elemento sintattico d'essere reggente rispetto ad un
altro elemento dipendente che gli si conforma dal punto di vista formale, sia adeguando
le desinenze attraverso la concordanza, sia preferendo un costrutto rispetto ad un altro.
relatívo
diconsi 'relativi' quei pronomi che servono a mettere insieme, a congiungere fra di loro
due proposizioni richiamando nella dipendente un elemento della reggente: es.: chi, che,
cui, il quale;
dicesi 'relativa' la proposizione dipendente che specifica un termine della reggente o fa
opposizione ad esso: es.: tu che comandi hai tutta la responsabilità;
Appunti a cura di P. ERNESTO DELLA CORTE, biblista
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Lessico grammaticale
le proposizioni relative possono rivestire particolari sfumature di significato: 'finale'
(es.: mandò messaggeri che parlassero in sua vece), 'consecutivo' (es.: non ha aspetto
che susciti ammirazione!), 'causale' (es.: beati voi che vedete), 'concessivo' (es.: tu, che
hai studiato, non sai queste cose), 'ipotetico' (es.: chi fa questo pecca).
riflessívo
dicesi 'riflessiva' ogni forma verbale l'azione descritta dalla quale si riflette in tutto o in
parte sul soggetto della medesima.
'riflessivi intransitivi' (o 'medi intransitivi') sono quei verbi che per la natura stessa
dell'azione o stato che descrivono non possono essere altro
che riflessivi: es.: pentirsi.
'transitivi riflessivi' sono quei verbi che, anche al di fuori della flessione riflessiva,
consentono un complemento oggetto: es.: lavare: lavarsi,
lavarsi le mani.
'riflessivi transitivi' (o 'medi transitivi') sono quel verbi che rendono necessario un
complemento oggetto il quale mancando ha da esser sostituito
col pronome atono 'lo', 'la': es.: godersi: godersi il sole;
godersela.
Il 'costrutto' riflessivo può presentarsi talvolta anche come reciproco: es.: si
scambiavano auguri; s'avvicendarono nella guardia; diconsi
'riflessive' le forme del pronome: mi, ti, ci, vi (solo se
appoggiate ai verbi riflessivi: v. sopra) sé, si (sempre).
sinònimo
diconsi 'sinonimi' due o più vocaboli aventi significato sostanzialmente identico, anche
se variamente stratificato dal punto di vista degli affetti o della classe sociale o
dell'estrazione culturale: es.: "perplessità" sinonimo di "incertezza" (ma i due termini
differiscono per tonalità affettiva), "prostituta" sinonimo di "peripatetica" (ma i due
termini differiscono per stratificazione sociale e culturale).
sintàgma
gruppo minimo di elementi significanti che forma l'unità di base della frase.
sintàssi
organizzazione del discorso articolandolo in proposizioni principali e subordinate;
studio dei rapporti reciproci tra gli elementi del discorso;
parte dello studio della lingua che contiene le regole di combinazione degli elementi
grammaticali e significanti e quindi di formazione della frase e del periodo.
soggettívo
dicesi 'soggettiva' quella proposizione dipendente che funge da oggetto della propria
Appunti a cura di P. ERNESTO DELLA CORTE, biblista
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Lessico grammaticale
reggente: può essere: esplicita ( introdotta da "che" ed espressa con un verbo in modo
finito) o implicita (espressa all' infinito preceduto o no da "di"); può essere retta da verbi
personali (importa, conviene, bisogna, accade, piace, basta, etc.), verbi passivi usati
impersonalmente (si dice, si pensa, si crede, etc.), espressioni impersonali formate col
verbo essere seguito da sostantivo o aggettivo (é bene, è abitudine, é bello, etc.): es.: é
bene che tu sia tornato; conviene studiare; si crede che tu sia saggio; é bello lottare per
la libertà;
dicesi 'soggettivo', nelle lingue flessive, quel genitivo (di specificazione) che ha ruolo di
soggetto ove la frase venga mutata in attiva: es.: l'amore di Dio per l'uomo - Dio ama
l'uomo.
soggètto
la persona o cosa che compie (se il verbo é alla voce attiva) o subisce (se il verbo é alla
voce passiva) l'azione espressa dal verbo o si trova nella condizione indicata dal verbo:
es.: Dio ha creato l'universo; gli uomini sono stati redenti da Cristo;
dicesi 'complemento predicativo del soggetto' quel sostantivo o aggettivo posto in
relazione al soggetto della proposizione dalla copula (essere: es.: Dio é santo) o da un
verbo copulativo (nascere, morire, vivere, diventare, sembrare, etc.: es.: il seme divenne
albero) o da un verbo intransitivo (partire, giungere, tornare, etc.: es.: l'altro discepolo
giunse primo) o dalla forma passiva d'un verbo appellativo (dire, chiamare, dichiarare,
etc.: es.: egli sarà chiamato Figlio dell'Altissimo), elettivo (creare, leggere, nominare,
etc.: es.: egli è stato costituito giudice), estimativo (credere, giudicare, stimare, etc.: es.:
Giovanni era ritenuto profeta), effettivo (fare, rendere, etc.: es.: Abramo fu reso giusto).
sostantivàto
dicesi 'sostantivata' ogni parte del discorso, eccetto il sostantivo, che venga usata a mo'
di sostantivo.
specificazióne
dicesi 'di specificazione' il complemento che determina, specifica il significato
particolare d'un nome generico: es.: la valle del Po è ubertosa; la specificazione può
essere soggettiva o oggettiva se retta da sostantivi derivati da verbi (arrivo, desiderio,
pazienza, condanna, giustificazione, etc.) o da sostantivi indicanti sentimento non
riconducibili a verbi della medesima radice (pietà, misericordia, memore, etc.): es.: il
timore di Dio (oggettivo); la misericordia di Dio (soggettivo); la specificazione può
essere anche possessiva: nel caso, evidentemente, indica il possesso: es.: la barca di
Simone; la specificazione, infine, può essere anche d'autore: es.. la legge di Mosè.
statívo
diconsi 'stativi' quei verbi che esprimono uno stato o condizione:
es.: valere (= aver valore), pesare (= esser pesante, aver peso), contare (= esser
importante).
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Lessico grammaticale
suffísso
affisso collocato dopo il radicale d'una parola: trattasi d'elemento morfologico
(morfema) che s'aggiunge a quello radicale (semantema) d'una parola per specializzarne
il significato: es.: "trasportatore": dal semantema "trasporta-" col morfema suffisso
d'agente "-tore";
sono suffissi di natura particolare: la desinenza (v.), il pronominale (indicante il
pronome personale in funzione di complemento) e gli alterativi ("-ino": diminutivo; "accio": peggiorativo; "-etto": vezzeggiativo, ecc .).
tèmpo
ambito cronologico in cui il parlante colloca l'azione espressa dal verbo;
dicesi 'di tempo determinato' il complemento che indica la data, epoca o momento in cui
avvenne, avviene o avverrà un fatto: es.: verrò da te alle sette;
dicesi 'di tempo continuato' il complemento che indica per quanto durò, dura o durerà un
fatto, un'azione o una situazione: es .: Davide regnò quarant'anni.
temporà1e
di tempo;
relativo al tempo;
diconsi 'temporali' le congiunzioni subordinative che esprimono una nozione di tempo:
es.: dopoché, finché, etc.;
diconsi 'temporali' le proposizioni subordinate introdotte, nella forma esplicita, dalle
congiunzioni: quando, allorché, mentre, ecc. o dalle locuzioni congiuntive: prima che,
appena che, etc.; oppure, nella forma implicita, dal participio passato (preceduto o no
da: "appena", "dopo"), dal gerundio oppure dall'infinito preceduto dalle preposizioni: in,
a, su o dalle locuzioni preposizionali: prima di, dopo di: es.: quando ebbe terminato se
ne andò; terminato il lavoro partì; appena calata la sera uscì di casa; camminando
chiaccheravano; nel terminare lo studio si sentiva spossato; prima di mangiare lavati le
mani.
transitívo
dicesi 'transitivo' il verbo la cui azione non rimane in sé ma esige l'oggetto per
compiersi: es.: Dante scrisse la Divina Commedia.
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