Nella testa di chi inventa il codice

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Nella testa di chi inventa il codice
Sembrano uguali
ma non lo sono, anzi
vivono vite diversissime
di Luca Tremolada
Non lo ammetteranno mai, neanche sotto tortura. Ma gli sviluppatori in fondo in
fondo sono classisti. Senza tirare in ballo
Karl Marx, più semplicemente non si sentono parte di un'unica grande famiglia. Al loro interno esistono distinguo, specializzazioni, ruoli e aspirazioni che li spingono in
direzioni a volte opposte. Inutile girarci intorno, la favola della comunità di amiconi
raccontata in Microservi, il romanzo che
per primo rese protagonisti gli sviluppatori si è rivelata un po' una frottola. Possiamo dire che al loro interno hanno generato
un biodiversità notevole con un alto e un
basso. Intendiamoci: gli "operai" del codi-
ce, quelli nelle catene di montaggio delle
sofware esistono ancora (e forse esisteranno sempre). Ma stanno emergendo anche
figure più al centro del processo strategico
(o creativo) di una azienda. Tutto o molto
dipende dal linguaggio, dalla specializzazione e dal settore.
Prendendo come punto di vista la stratificazione del software, a partire dal sistema operativo, per arrivare fino alla User interface, si possono con una operazione di
estrema sintesi identificare tre macrocategorie: i programmatori di sistema (sistema operativo, compilatori, networking, application server, etc.), gli applicativi (modellazioni dati, business logic, framework,
etc) e chi si occupa di front-end.
A sentire i più tecnici, gli spaghetti code,
i programmi scritti male si trovano più facilmente nel front end. La maggior parte
dei programmatori top lavora sui sistemi.
Ma naturalmente sono punti di vista. Certo
è che gli ambiti sono diversi: chi si occupa
di application server, per fare un esempio,
non sogna le stesse cose di chi lavora con
l'Html. Vivono tensione e ritmi diversi. E
anche destini economici perché per un fre-
elance scommettere su un linguaggio che
perde di popolarità vuoi dire rischiare di
ritrovarsi senza lavoro.
Se si scorrono le richieste di impiego sui
siti americani dedicati agli sviluppatori come FlexJobs .com, Dice.com e Stack Overflow's Careers 2.0, si scopre che i linguaggi
di programmazione non hanno tutti lo
stesso valore . A New York, se vuoi trovare
un posto velocemente devi avere sul curriculum competenze in Python . Il suo principale pregio è quello di essere un linguaggio talmente facile da essere diventato il
punto di ingresso anche dei giornalisti verso la programmazione . Stesso discorso
per Ruby che invece è molto apprezzato a
San Francisco . La natura versatile , funzionale e (più semplice) di linguaggi come Ruby, Php, JavaScript e Objective - C li rende
più popolari per chi si occupa di sviluppo
nelle startup , nel design e nel gaming. Ma
restiamo nell'ambito di una frazione piccolissima del mercato . Un nicchia che però è
sotto i riflettori perché lavora a stretto contatto con grafici, designer e il marketing.
Resta più sottocoperta - ma non per quanto rigurarda lo stipendio - chi si occupa di
programmazione dura e pura. Anzi, se consultiamo l 'indice Tiobe che misura il livello
di popolarità dei linguaggi di programmazione sulla base non della qualità ma della
versatilità nell'ambito software scopriamo
che ai primi posti ci sono C e Java . Il primo,
sviluppato negli anni Settanta è il più antico ma più utilizzato linguaggio di programmazione. Fornisce i mattoncini base per altri popolari codici come C#, Java, JavaScript e Python. Java è uno dei linguaggi
più richiesti (si legga l'infogratica) e diffusi. Lo troviamo dappertutto - enterprise
software, contenuti web based, giochi, e
applicazioni mobili -. È studiato per lavorare su più piattforme software e nella classifica Tiobe è secondo solo a C . Non è di moda perché non mai passato di moda. Anzi
possiamo dire che oggi Javascript sia stia
candidando a essere il vero concorrente di
Java (si legga l'infografica).
Le competenze però sono altro dai linguaggi. E nessun programmatore che si rispetti si indentificherà mai nel suo strumento di espressione. Del resto sono tutti
parte di un 'unica grande famiglia.
O RIERO D UZI 0 NE RISERVATA