Russia Focus Economia La posizione finanziaria appare solida ma le debolezze strutturali frenano la crescita e pesano sul rating. Sulla base dei più recenti sondaggi, resta probabile che Putin vincerà le elezioni presidenziali che si terranno il prossimo mese di marzo. Il risultato delle elezioni politiche e le recenti manifestazioni di protesta segnalano tuttavia un malcontento per i problemi dell’economia, che è lontana dai tassi di sviluppo di qualche anno fa, e una certa disaffezione nei confronti della classe politica. Da gennaio a settembre 2011 il PIL è cresciuto del 4,1% a/a, in contenuta accelerazione rispetto al +3,9% a/a nello stesso periodo del 2010. Si tratta comunque di tassi di espansione largamente inferiori a quelli registrati prima della recessione del 2009 (7,1% nel quinquennio 2004-08). Al di là dei dati positivi che indicherebbero una crescita sostenuta dell’economia nei mesi finali del 2011 spinta da fattori interni, l’economia Russa resta particolarmente vulnerabile all’evoluzione del quadro economico e finanziario internazionale. L’inflazione tendenziale, dopo aver toccato il picco al 9,6% lo scorso maggio, nei mesi successivi ha frenato sino a portarsi al 6,8% a novembre. E’ probabile che il tasso tendenziale scenderà per fine anno sotto il 7% obiettivo della Banca centrale. Quello medio dovrebbe invece portarsi all’8,5% nel 2011, dal 6,9% del 2010. Il tasso di riferimento è stato alzato in due riprese dal 7,75% all’8,25% nei primi mesi del 2011. Successivamente, l’azione restrittiva sui tassi si è fermata e la Banca centrale ha concesso generosi finanziamenti. Un ulteriore deterioramento del quadro economico potrebbe portare ad azioni di sostegno monetario sia dal lato dei tassi che dei coefficienti di riserva. Da gennaio a metà dicembre il paniere del rublo monitorato dalla Banca centrale si è deprezzato del 3,5%, portandosi al valore di 36,26. Nei primi undici mesi del 2011, nonostante il deprezzamento del cambio nominale in termini ponderati, il cambio reale effettivo si è apprezzato di quasi il 2%, a causa dell’inflazione più elevata in Russia che nei paesi principali partners commerciali. Da giugno a fine novembre il cambio reale effettivo si è però deprezzato di oltre il 6%. La contemporanea discesa del prezzo del petrolio fa ritenere che il cambio effettivo sia ora in linea con il suo valore di equilibrio. Gli interventi dello Stato a sostegno dell’economia hanno determinato un significativo aumento del deficit pubblico non-oil atteso nel 2011 pari 11,2% del PIL, superiore di 8pp rispetto al livello di pre-crisi (nel 2007 il deficit non-oil era stato pari al 3,3%), ma in calo rispetto al picco pari al 13,6% del PIL toccato nel 2009. Secondo stime ufficiali, il prezzo del petrolio di break-even per i conti pubblici è ora pari a circa 125 dollari al barile. Da gennaio a settembre 2011, il saldo corrente della bilancia dei pagamenti ha registrato un surplus di 73,6 miliardi di dollari, rispetto a 57,6 miliardi negli stessi mesi del 2010. Sempre nei primi nove mesi, la Russia ha subito un deflusso netto di capitali pari a 48 miliardi di dollari, più di cinque volte superiore a quello visto negli stessi mesi del 2010. Il più consistente deflusso è stato principalmente determinato dalla diminuzione degli investimenti diretti e di portafoglio e dalle difficoltà incontrate da prenditori domestici nel rinnovare la loro esposizione in valuta. A fine settembre 2011 le riserve in valuta ammontavano a 472,5 miliardi di dollari e assicuravano ampiamente la copertura degli impegni di finanziamento del 2012 (reserve cover ratio pari a 7,4). Nel 3° trimestre, gli interventi a sostegno del rublo hanno determinato un drenaggio di riserve pari a circa 20 miliardi di dollari. La agenzie di rating collocano il debito sovrano della Russia nella parte bassa della scala di “investment grade” (BBB per S&P e Fitch, Baa1 per Moody’s), nonostante le consistente riserve in valuta se paragonate agli impegni di finanziamento con l’estero, le somme accantonate nei Fondi Sovrani, l’elevato surplus corrente ed i bassi rapporti debito estero/PIL e debito pubblico/PIL rispetto ai peers, giustificherebbero una valutazione superiore. Sul giudizio delle agenzie pesano le debolezze strutturali dell’economia, su tutto l’esposizione al ciclo delle materie prime ed a variazioni della propensione al rischio a livello internazionale. 20 dicembre 2011 Europa CIS Scheda Paese Update Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche International Economics Giancarlo Frigoli Economista Russia 20 dicembre 2011 Quadro politico domestico Nelle elezioni politiche tenutesi il 4 dicembre, il partito del Primo Ministro Putin e del Presidente Medvedev, Russia Unita ha confermato la maggioranza assoluta alla Duma, seppur con un numero più contenuto di seggi (238 su un totale di 450 rispetto ai 315 ottenuti nelle precedenti elezioni politiche tenutesi nel 2007), perdendo la maggioranza dei due terzi necessaria per portare avanti riforme costituzionali. Le elezioni sono state seguite da manifestazioni di protesta per presunti brogli elettorali volti a favorire Russia Unita. La perdita di voti del partito di Governo e la protesta segnalano tuttavia un malcontento per i problemi dell’economia, che è lontana dai tassi di sviluppo di qualche anno fa, e una certa disaffezione nei confronti della classe politica. L’attuale gruppo dirigente, che guida la Russia da oltre un decennio, ha assicurato al Paese stabilità politica dopo gli anni turbolenti che seguirono la caduta del regime comunista, ma nello stesso tempo ha gestito il potere con autoritarismo, contrastando il dissenso e mantenendo uno stretto controllo sia sugli apparati dello Stato che sull’economia. L’annuncio dato prima delle elezioni politiche da parte del Presidente Medvedev che rinuncerà a ricandidarsi alle elezioni presidenziali del 4 marzo 2012 per consentire a Putin, che era stato già Presidente dal 2000 al 2008, di ritornare dopo quattro anni alla guida del Paese, ha rafforzato l’impressione di un controllo del potere da parte di pochi e ha contribuito a far esplodere il dissenso. Nonostante i più recenti sviluppi abbiano portato alcuni osservatori a parlare di “Primavera Russa” in analogia del movimento di protesta che da oltre un anno sta determinando profondi cambiamenti nel quadro politico in Medio Oriente, in Russia non sembrano esserci le condizione per un rovesciamento dell’attuale situazione politica. La maggioranza della popolazione si trova in una condizione di relativo benessere economico e lo Stato dispone di consistenti risorse qualora fossero necessari interventi di sostegno. Le forze di opposizione sono molto divise e appaiono prive di leader in grado di proporsi come alternativa credibile alle prossime elezioni presidenziali. Gli avversari emersi di recente, come l’ex ministro delle Finanze Kudrin che ha annunciato la formazione di un nuovo partito, sono visti come strumenti per incanalare e controllare il dissenso piuttosto che pericolosi avversari di Putin che, anche dopo i recenti eventi, mantiene, secondo un sondaggio condotto dall’istituto VTsIOM, un tasso di approvazione superiore al 50%. I negoziati per l’adesione della Russia al WTO si sono conclusi positivamente e la Russia entrerà a far parte dell’organizzazione nella prima metà del 2012. La bozza di accordo prevede comunque restrizioni alla presenza straniera soprattutto nel settore dei servizi. Indicatori contesto socio-politico Stabilità sociale (5 max., 1 min.) (1) Corruption Perception Index (0 max., 10 min.) (2) Governance Economica (2,5 max., -2,5 min.) (3) Indice di Libertà Economica (100 max., 0 min.) (4) Classe di Reddito (3) Speranza di vita (anni) (3) Qualità del sistema di istruzione (7 max., 1 min.) (5) Ultimo Precedente 3 3 2,5 2,4 -0,85 -0,79 54,0 54,3 Upper middle income confronto con Russia 65 78 G7 4,3 3,7 Mondo Nota: G7 e Mondo = valore aggregato. Fonti: (1) EIU; (2) Transparency International; (3) World Bank; (4) Heritage Foundation; (5) World Economic Forum Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 2