Protoni per la cura dei tumori: una opportunità per Brindisi e per il

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INTERVENTI
Protoni per la cura dei tumori: una opportunità per Brindisi e per il
Salento
Maurizio Portaluri
E’ stato ufficialmente presentato nei giorni scorsi un progetto industriale a forte e positivo
impatto nel campo della salute e della economia. La Itel Telecomunicazioni di Ruvo di Puglia e
la ADAM di Ginevra sono pronte a realizzare con capitale esclusivamente privato un
acceleratore di protoni per la cura dei tumori nella nostra regione. La proposta è stata
avanzata alla Regione Puglia che avrebbe indicato tre possibili siti: Foggia, Bari o Brindisi.
I protoni e gli ioni sono utilizzati nella radioterapia dei tumori in pochi centri altamente
tecnologici del Giappone, degli USA e dell’Europa centro settentrionale. In Europa per la verità
si muovono i primi passi. In Italia dovrebbe entrare in funzione nel 2010 il centro di Pavia e, a
seguire, un centro di soli protoni a Trento. Nei prossimi anni la tecnologia permetterà di
rendere disponibili a prezzi accessibili (poche decine di milioni di euro anziché le centinaia
necessarie fino a qualche anno fa) acceleratori di protoni.
Il vantaggio per gli ammalati sarà costituito soprattutto dalla possibilità di concentrare la dose
di radiazioni nel tumore con un risparmio quasi totale dei tessuti sani. E ciò comporterà che al
tumore si potranno erogare dosi più elevate, con maggiore possibilità di distruggerlo, e non si
avranno più le inevitabili complicanze immediate e tardive della radioterapia con fotoni ed
elettroni oggi largamente disponibile.
Inoltre la costruzione di un centro di protonterapia in Puglia richiederà competenze nel campo
della ricerca e della alta tecnologia. Un elemento di attrazione per costruire nel Mezzogiorno un
futuro smarcato dall’assistenzialismo e basato sulla conoscenza e l’innovazione. Si
richiederanno infatti nella fase di progettazione, costruzione, gestione e sviluppo ingegneri,
fisici, tecnologi, economisti, statistici, sociologi, biologi, medici, farmacologi; saranno
necessarie interazioni con le Università, gli enti pubblici di ricerca come l’Enea ed il Cnr, le
aziende private già presenti sul territorio.
La Puglia sarà meta di pazienti che avranno bisogno di questa speciale cura e sarà quindi
necessario curare l’accoglienza delle loro famiglie. Un intreccio virtuoso di miglioramento delle
cure, della salute, della conoscenza e dell’economia.
La Itel Telecomunicazioni, che opera da anni nel settore della salute, da prima con impianti di
diagnostica per immagini e recentemente con la produzione di radiofarmaci per la PET-TAC nel
nuovo stabilimento Itelpharma, ha presentato con ADAM, azienda spin-off del CERN di Ginevra
il cui ispiratore è il prof. Ugo Amaldi, il progetto ERHA, (Enhanced Radioterapy with
Hadrons). Un progetto tutto italiano nel solco di una tradizione consolidata nell’accelerazione di
particelle.
Brindisi si presenta con le carte in regola per ospitare nell’Ospedale del capoluogo questa
iniziativa industriale high-tech. Possiede gli spazi, possiede una consolidata attività clinica di
oncoematologia, radioterapia, medicina-nucleare, possiede purtroppo anche primati per le
malattie tumorali e per la migrazione sanitaria. Accogliere questo progetto significherà
potenziare l’industria biomedica già presente e sviluppare un filone imprenditoriale innovativo
così necessario per l’economia del nostro territorio. Gli Enti locali, i rappresentati politici
regionali e nazionali, i rappresentati delle imprese e dei lavoratori dovrebbero impedire che
questo importante treno di sviluppo passi da Brindisi senza fermarsi.
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