Lezioni di storia economica_2016-2017

annuncio pubblicitario
STORIA ECONOMICA
Facoltà di Scienze Economiche e Giuridiche
Corso di Economia aziendale
Prof. MICHELE SABATINO
INTRODUZIONE ALLA STORIA ECONOMICA
Didattica

Il corso propone una lettura economico-sociale degli ultimi secoli di storia
contemporanea con particolare riferimento:

PARTE I
La trasformazione economica dell’Europa: dall’antico regime alla rivoluzione
industriale.
Analisi della trasformazione economica e sociale in corso in Europa durante l’età
moderna a partire dal primo avvio, con le scoperte geografiche, di un’economia
mondiale, fino alla prima rivoluzione industriale inglese del Settecento.

PARTE II
Dalla rivoluzione industriale alla prima guerra mondiale.
Analisi del processo di modernizzazione dell’economia e delle società occidentali che
prosegue, consolida e rafforza la trasformazione dell'economia europea realizzatasi nel
corso dell'età moderna e della rivoluzione industriale - fino alla prima guerra mondiale.

PARTE III
Dal primo dopoguerra al XXI secolo.
Analisi delle grandi trasformazioni economiche e sociali avvenute a livello mondiale a
partire dalla fine della Grande guerra, dalla crisi del 1929 alla ricostruzione del
secondo dopoguerra fino ai «miracoli economici» soffermandosi anche sui più
1
importanti mutamenti economici e tecnologici del XX secolo.
Didattica (1)

Il corso proseguirà su una lettura economico-sociale degli ultimi secoli di storia
contemporanea in Europa ed in Italia:

PARTE IV
L’integrazione economica europea
Analisi dei processi di integrazione politica ed economica avvenuti al termine
della seconda guerra mondiale fino alla moneta unica e al trattato di Lisbona
nonchè alle nuove politiche d coesione economica e sociale.

PARTE V
L’Italia: dalla ricostruzione economica fino ai giorni nostri.
Analisi del processo di modernizzazione dell’economia e delle società italiana
dalla ricostruzione del secondo dopoguerra passando per il miracolo economica e
per le trasformazioni degli anni settanta e ottanta fino ai più recenti fatti economici
del capitalismo italiano.
2
Testi
Tesi obbligatori per gli esami



Il Manuale di storia economica: Ennio DE SIMONE, Storia
economica. Dalla rivoluzione industriale alle rivoluzione
Informatica, terza edizione, Franco Angeli, Milano, 2009;
Francesca FAURI, L'integrazione economica europea.
1947-2006, Bologna, il Mulino, 2006
Valerio CASTRONOVO, Storia economica d’Italia,
Torino, Einaudi, 2013 (nuova edizione)
Testi di consultazione
Sidney POLLARD (a cura di), Storia economica del Novecento, Bologna,

il Mulino, 2004

Gérard Lafay, Capire la globalizzazione, Bologna, Il Mulino, 1996
3
4
5
6
7
Gli Stati del mondo ordinati per il loro Prodotto Interno Lordo
(PIL) a parità dei poteri d'acquisto (PPA)
Le parità di potere d'acquisto (PPA; in inglese Purchasing Power Parity, PPP) sono prezzi
relativi che esprimono il rapporto tra i prezzi nelle valute nazionali degli stessi beni o servizi in
paesi diversi.
9
I 30 anni che hanno cambiato il mondo
Ripartizione percentuale del PIL mondiale a PPA
Dati del Fondo Monetario Internazionale
La Globalizzazione
Introduzione al tema

In base al Reddito nazionale lordo annuo pro-capite la World
Bank classifica i paesi mondiali con una popolazione
superiore ai 30.000 ab. in quattro categorie:

Paesi a reddito basso: meno di $745
Paesi a reddito medio-basso: tra $746 e $2950
Paesi a reddito medio-alto: tra $2976 e $9205
Paesi a reddito alto: maggiore o uguale di $9206



12
Introduzione al tema

Secondo le stime ufficiali della Banca Mondiale circa un
miliardo di persone vivono in paesi ad alto reddito. Il
Reddito Nazionale Lordo annuo pro-capite di questa
popolazione, è di 26.710 $

Secondo le stesse stime 5 miliardi di persone vivono in
paesi a reddito medio o basso. Il Reddito Nazionale Lordo
annuo medio pro-capite di questa popolazione è’ di $ 1.160

Di questi 5 miliardi di persone, 2,5 miliardi vivono in paesi
a reddito basso. Il Reddito medio pro-capite di questi 2,5
miliardi di persone è pari a $ 430
13
14
Introduzione al tema

La popolazione mondiale secondo le stime ufficiali della Banca Mondiale
è di 7 miliardi di persone e continua a cresce.

Il RNL annuo pro-capite medio a livello mondiale è pari a $ 5.140 dollari

Quindi:
- il 15% della popolazione ha un RNL pro-capite di 5,2 volte rispetto a
quello mondiale;
- l’85% della popolazione mondiale ha un RNL medio pro-capite inferiore
di circa 23 volte rispetto a quello dei paesi a reddito alto;
- Il 41% della popolazione mondiale ha un RNL medio pro-capite
inferiore di circa 62 volte rispetto a quello dei paesi ad alto reddito
15
16
Introduzione al tema
Queste cifre, al di là delle considerazioni (peraltro
estremamente opportune) sull’utilizzo del Reddito
Nazionale Lordo come indicatore del livello di
sviluppo, dimostrano l’esistenza di disparità
scioccanti, soprattutto se si considera il divario di
reddito tra “ricchi” e “poveri” e alle percentuali della
popolazione mondiale che, rispetto al RNL,
possiamo definire rispettivamente “poveri” e
“ricchi”
17
L’Indice di Gini
18
Introduzione al tema
In una buona parte del corso l’approccio sarà quello
di studiare e provare a comprendere come e perché
lo sviluppo economico e il progresso hanno
interessato in maniera ineguale il nostro pianeta
provando ad acquisire maggiore consapevolezza
delle problematiche economiche e sociali del nostro
mondo.
19
Definizione di Storia economica

Definizione e oggetto della storia economica: È lo studio dei
fatti o avvenimenti economici e della politica economica dei
diversi paesi nel breve e nel lungo periodo.

Nel breve periodo, interpreta fatti, congiunture, fluttuazioni e
tutto ciò che non sia conseguenza del mutamento dei fatti
fondamentali dell’economia

Nel lungo periodo, esamina l’evoluzione dei sistemi
economici, i problemi dello sviluppo, i trends o movimenti
secolari e, in genere, tutto ciò che riguarda i cambiamenti nella
struttura dell’economia.
20



La storia economica si occupa di rappresentare i
sistemi economici attraverso delle analisi statiche e
dinamiche. Nell’analisi dinamica è possibile
analizzare i cambiamenti.
L’analisi di lungo periodo ha trovato un nuovo campo
di indagine nell’esame delle problematiche dello
sviluppo economico.
Lo sviluppo economico si presenta oggi ineguale
► Poche nazioni ricche e una grande maggioranza di
nazioni povere (processi di convergenza)
► La differenza di reddito si allarga o si restringe? Si
tratta di un problema complesso per il quale
esistono diverse teorie (processi di divergenza e
processi di convergenza).
21
2
L’analisi storico-economica:
- Mira ad individuare le origini delle attuali
disuguaglianze
- Cerca di avviare un processo di crescita autonoma
- Analizza i fattori che provocano un incremento della
ricchezza nazionale


Postulati dell’analisi storico-economica sono:
1) Conoscenza delle peculiarità mentali, sociali e
culturali dell’uomo, a livello individuale e collettivo
2) Adozione di un paradigma interpretativo per la
classificazione degli argomenti secondo un ordine
logico.
22
3
I principali termini economici:
Crescita, Sviluppo, Progresso

DEFINIZIONE DI CRESCITA ECONOMICA: È l’aumento
ed il miglioramento del volume totale dei beni e servizi prodotti
in un determinato territorio o area geografica. Una crescita
economica significativa deve comportare sia l’aumento del
reddito nazionale sia l’aumento del reddito pro-capite.

La crescita demografica deve accompagnare, non ostacolare la
crescita economica. Se il tasso di crescita demografica supera il
tasso di crescita della produzione si ha una crescita del prodotto
totale, ma diminuzione del prodotto pro-capite.
23

La crescita del prodotto totale può derivare da:
- Impiego di maggior quantità di fattori produttivi (Capitale
Terra Lavoro)
- Quantità equivalenti dei fattori produttivi impiegati con
maggiore efficienza.

Il prodotto totale di un determinato territorio, nazione o area
geografica è stato misurato:

Prodotto nazionale lordo (PNL) = reddito nazionale lordo
(compresi gli ammortamenti). Gli ammortamenti sono le spese
necessarie per la riparazione e manutenzione periodica
macchine, la manutenzione dei mezzi di trasporto e la
ripartizione della quota "capitale“. Il prodotto nazionale lordo
comprende anche la produzione di un'impresa italiana all'estero.

Prodotto interno lordo (PIL) comprende la produzione di
un’impresa straniera nel territorio nazionale.
24
5

DEFINIZIONE DI SVILUPPO ECONOMICO: si intende
una crescita economica accompagnata da mutamenti strutturali
e/o organizzativi dell'economia. Esempi:
 passaggio da economia di sussistenza a economia di mercato
 crescita dell'industria e dei servizi a scapito dell'agricoltura

La crescita economica può dar luogo ad un processo reversibile
di decrescita ed essere seguita da una depressione economica o
decadenza.
Lo sviluppo economico è reversibile ma dà luogo ad una forma
di regressione economica, non ad un ritorno alle organizzazioni
o strutture pre-esistenti. Per regressione economica si intende il
ritorno a forme più semplici di organizzazione quasi mai
identiche alle pre - esistenti

25
6
Crescita e sviluppo

Crescita e sviluppo economico sono
frequentemente identificati con PROGRESSO
ECONOMICO

In realtà, eticamente ciò non sempre è vero
► si può avere crescita senza progresso
► aumento reddito pro-capite senza equa
distribuzione reddito
Lo sviluppo economico
nel lunghissimo tempo


L’analisi dinamica dello sviluppo ha determinato la
periodizzazione della storia secondo il livello di civiltà
della popolazione.
La teoria degli stadi di sviluppo (formulata da List nel
1840) classificò la struttura professionale di ciascuna
popolazione a seconda del livello di civiltà raggiunto:
► Cacciatrice
► Pastorale
► Agricola – manifatturiera
► Industriale – commerciale
27
Le Determinanti dello Sviluppo
Economico

L’analisi economica di breve periodo considera variabili fondamentali
► Quantità e prezzi dei fattori di produzione
► Mentre considera parametri (vale a dire costanti) fattori come :
gusti, tecnologie, istituzioni sociali

Nello studio di lungo periodo dello sviluppo economico
► I parametri diventano variabili fondamentali
► Costituiscono i fattori più dinamici di cambiamento e le sorgenti più
profonde dello sviluppo

Prodotto nazionale ( e velocità di cambiamento) sono in funzione di:
Popolazione – Risorse naturali – Tecnologia - Istituzioni sociali
Y= f (p,r,t,x)
28
Il metodo della Storia Economica

Definizione di metodo: Processo di razionalizzazione di
una scienza o dottrina al1o scopo di determinare le
uniformità o le leggi che ne regolano l'oggetto studiato.

Tra la fine del XVIII secolo e gli inizi del XIX secolo in
Inghilterra nasce l'economia come scienza organica. I
fondatori della scuola classica furono: Adam Smith, David
Ricardo, Thomas R. Malthus.

Il metodo usato dai classici era di tipo logico-deduttivo.
Partendo da un postulato dato si individuano le uniformità
di comportamento e le leggi - dal generale si scende al
particolare.
29
LA SCUOLA CLASSICA

I classici si ispirarono alla dottrina Giusnaturalistica, secondo la quale:
► In natura esiste una generale armonia, le leggi dell'economia sono insite
nella natura e non devono essere decretate, ma solo scoperte
► Il metodo deve essere logico – deduttivo; la validità dei risultati dipende
dalla correttezza delle premesse

Lo Stato non deve intervenire nell'economia. L'equilibrio economico è
garantito dal mercato e dal gioco della domanda e dell'offerta. Le leggi
economiche "attinenti alla natura umana" sono leggi "eterne" valide nel tempo
e per ogni regione.

Gli economisti della “scuola classica” furono sostenitori del massimo
liberismo. La “scuola classica” ebbe una immediata diffusione in Francia per
merito di Jean Baptiste Say.
30
La Legge degli sbocchi
(Jean Baptiste SAY)



Say diede sistemazione organica all'opera di Adam Smith e la diffuse in Francia. La
legge degli sbocchi permette di sintetizzare gli automatismi dell'equilibrio tra domanda
e offerta.
La legge di Say sostiene: "l'offerta crea sempre la propria domanda"

Aumentando la produttività e l'impiego dei fattori della produzione (capitale, terra,
lavoro) aumenterà in misura corrispondente l'offerta di beni sul mercato;
Poiché ogni fattore riceverà per il suo utilizzo un reddito monetario (profitto,

interesse, rendita, salario) si genererà una domanda sufficiente all'acquisto di tutti
i beni prodotti;
Non ci sarà capacità produttiva inutilizzata;

Non potranno verificarsi crisi generalizzate di sovrapproduzione.

La legge degli sbocchi presupponeva però che tutto il reddito percepito fosse speso.
Escludeva qualsiasi forma di tesaurizzazione


Assegnava alla moneta un ruolo di semplice intermediaria nelle transazioni
31
LA SCUOLA STORICA

Contesta l'esistenza di un paradigma umano e rifiuta l'esistenza di
leggi universali del divenire economico. Nasce nel 1843 in
Germania.

La prima generazione scuola storica rappresentata da Roscher,
Hildebrand, Knies privilegiò il metodo induttivo.

Il metodo induttivo: Parte dall' osservazione sistematica dei fatti,
per pervenire ad una sintesi dell'attività umana. Va, cioè, dal
particolare al generale.

Secondo gli storici le leggi economiche sono temporalmente
definite e spazialmente delimitate. Ciò condusse ad una
periodizzazione della storia economica (F. List) e all’analisi
32
dinamica dello sviluppo.
LA "NUOVA SCUOLA STORICA"

La nuova scuola storica nasce nel 1870, fondata dalla seconda
generazione di studiosi tedeschi rappresentata da G. Schmoller K. Bücher ed altri.

Il diffondersi dell'industrializzazione portava al miglioramento
degli standards of life ma anche alcuni problemi: lo sfruttamento
delle masse, la radicalizzazione delle società in classi; l’uso
crescente del lavoro femminile e minorile; le frequenti crisi di
sovrapproduzione.

Il nascente capitalismo e la scuola classica inglese furono perciò
sottoposti rigorose critiche, provenienti dal nazionalismo
economico, propugnato dal movimento romantico tedesco e dalle
diverse tendenze del socialismo: da quella idealista, di origine
33
francese, a quella rivoluzionaria, di stampo marxiano.
LA “SCUOLA MARGINALISTA”


A partire dal 1870 si ha il recupero dell’ideologia liberista ad
opera della scuola marginalista. I marginalisti (poi neoclassici)
propugnarono:
 L’analisi preferenziale della domanda rispetto all’offerta, con
conseguente elaborazione teorica (modelli matematici).
 Partendo dalle motivazioni psicologiche che determinano la
scelta dei beni da parte dei singoli soggetti, in rapporto
all’utilità ed alla rarità degli stessi, i marginalisti accentuarono
la visione edonistica del comportamento umano.
I marginalisti sostengono in maniera intransigente il metodo
logico – deduttivo. Le leggi economiche sono assimilabili a
quelle della fisica, leggi immutabili nel tempo e nello spazio.
34
L'INTERDISCIPLINARITÀ

Storia economica ed economia politica sono oggi considerate complementari.
La Storia economica ha, inoltre, uno stretto legame con:
► Statistica
► Demografia
► Geografia
► Sociologia

Per l'osservazione empirica dei fatti la storia economica utilizza la serie di
dati qualitativamente e quantitativamente forniti dalla Statistica
Legami più stretti esistono con la Demografia: scienza sociale connaturata al
metodo ed ai contenuti della Storia economica.
Lo studio dell'uomo (quale agente economico) non può prescindere
dall'ambiente, la storia si avvale quindi della Geografia. La geografia
esamina i rapporti tra il comportamento delle collettività e l'ambiente (che è la
risultante di tali comportamenti).
Importante anche l'ausilio della Sociologia nel determinare l'agire dei gruppi
e delle classi all'interno del processo storico e nello studio dei mutamenti
dinamici di tali gruppi o classi sociali.
35



Definizione di Storia economica

Una delle definizioni di storia economica è data da
Witold Kula (1972):

La storia economica è la scienza che studia gli aspetti
economici della vita sociale nelle differenti società e
culture. Si occupa delle ricerche intese a fissare le
“uniformità” che si manifestano nelle azioni socioeconomiche e dei fattori sociali che le determinano. Si
occupa pure degli “effetti economici”, voluti o non
voluti, di codeste regolarità sul tessuto economico.
36
22
L’ANCIEN RÉGIME
LE ORIGINI



Sistema Economico è l’insieme delle forme istituzionali dei
rapporti giuridici e consuetudinari, delle strutture sociali e delle
modalità di organizzazione della produzione esistenti in un
determinato territorio, in un certo periodo di tempo
Il processo storico di sviluppo ha determinato il succedersi di vari
sistemi. Si è passati dai sistemi originari (Formazioni comunitarie,
Formazioni tributarie e schiavistiche) ai sistemi più complessi:
► Sistema Feudale
► Mercantile
► Capitalistico
► Collettivistico
Nella realtà non esistono sistemi puri, poiché in ciascuno di essi
sono presenti elementi caratteristici, sia di periodi precedenti, che
di quelli successivi.
38
Il Sistema Feudale:
Lo sviluppo economico nell’Europa medioevale

A causa dell’influenza degli autori rinascimentali, che
sminuirono i loro immediati predecessori, elogiando le glorie
della civiltà classica, il Medioevo è stato considerato un
periodo di stagnazione sia economica che culturale.

Nei fatti l’Europa medievale registrò una fioritura di creatività
tecnologica e di dinamismo economico che contrasta
nettamente con la routine e con la mancanza di cambiamento
dell’antico mondo mediterraneo.

Le peculiari istituzioni create nel Medioevo servirono da
contesto per l’attività economica fino all’avvento delle civiltà
industriali.
39
La base agraria dell’economia feudale




Nell’Europa medievale, nonostante la crescita popolare urbana,
furono determinanti le istituzioni agrarie e rurali.
Le condizioni politiche e sociali che diedero origine all’economia
medievale furono:
► l’onere crescente della tassazione
► l’inefficienza e la corruzione dell’Impero Romano
► il crollo finale dell’autorità centrale e la conseguente anarchia
► l’espansione dei latifondi autosufficienti
► la decadenza delle città e del commercio interregionale
Il Regno Franco, situato nella culla dell’Europa medievale, tra la
Loira ed il Reno, resistette più di altri regni. privo di un sistema
regolare di tassazione e senza una burocrazia permanente finì per
dipendere, per mantenere l’ordine e l’unità, dalla lealtà dei nobili.
A partire dall’VIII secolo nuove orde di invasori minacciarono i
franchi ed altri popoli europei per oltre due secoli
40
Il Sistema Feudale

Per affrontare le minacce di questi popoli i re
franchi idearono un sistema di relazioni
politiche e militari chiamato FEUDALESIMO. I
militari erano necessari per il mantenimento
dell’ordine
interno,
mentre
per
l’amministrazione statale erano necessari
funzionari locali, che non potevano essere pagati
direttamente dallo Stato.
La soluzione fu quindi quella di concedere ai guerrieri il reddito di grandi
proprietà (beneficio) in cambio di servizio militare. Signori e cavalieri avevano
anche la responsabilità del mantenimento dell’ordine e dell’amministrazione della
giustizia nei loro possedimenti. I grandi nobili possedevano latifondi con molti
villaggi, alcuni furono concessi ai signori o cavalieri loro vassalli in cambio di un
giuramento di omaggio e di fedeltà, questa procedura fu chiamata in seguito sub–
infeudazione (Vassalli, Valvassori, Contadini liberi, Servi).
28

All’interno del sistema feudale si andò formando una
organizzazione economica e sociale detta CURTIS.


Le origini della CURTIS risalgono al tardo impero romano
quando i latifondi furono trasformati in proprietà
autosufficienti;
I coltivatori furono legati alla terra in forza di legge e
dietro pressioni economiche e sociali dirette (servi della
gleba)

Il sistema curtense si assestò definitivamente nei secoli VIII e
IX dopo le invasioni saracene, vichinghe e magiare

Il sistema ricevette la sua impronta “definitiva” diventando il
fondamento economico del sistema feudale.
42
29
Il sistema curtense

La CURTIS non assunse mai una forma tipica.

►
►
►

►
►


Da un punto di vista funzionale, la terra era divisa in:
Arativo
Prato o pascolo
Bosco, foresta o terreni incolti.
Dal punto di vista legale, la terra era divisa in:
Pars dominicia (appartenente al signore)
Pars massaricia (suddivisa in appezzamenti ai contadini o terre comuni)
La terra coltivata dai contadini era costituita da larghi campi aperti, suddivisi in
strisce.
L’appezzamento di terra spettante ad una famiglia era chiamato MANSO

Prati, pascoli, boschi e foreste erano terre comuni.

Sulle foreste il signore manteneva particolari privilegi
Il signore proprietario di più curtis poteva cedere una curtis ad un signore minore

o vassallo sotto forma di beneficio feudale
Il vassallo acquisiva il dominio sulla curtis in cambio di aiuto militare

43




Anche i soggetti religiosi potevano possedere curtis che:
► potevano essere cedute a vassalli
► essere amministrate direttamente o
► affidate ad intendenti o amministratori laici
La funzione del signore: era quella della difesa e amministrazione della
giustizia
► Poteva interessarsi direttamente allo sfruttamento della terra dominicia,
tuttavia spesso delegava questa attività ad un dipendente, detto BALIVO
I contadini-servi dovevano al signore canoni e tributi in denaro ed in natura,
alcuni riscossi regolarmente, come l’affitto annuo in denaro, altri canoni
riscossi in occasioni speciali, come ad esempio nel caso del passaggio di un
manso da un contadino defunto al suo erede.
► I contadini erano tenuti ad effettuare prestazioni d’opera gratuite (le
cosiddette corvées) sui terreni del signore o all’interno del castello
► Le donne filavano e tessevano nel castello o nelle loro case
► I bambini venivano impiegati come servitori nella casa del signore
L’approvazione di una rendita originata dal lavoro non creava un surplus
► anzitutto perché il feudatario tendeva a far corrispondere la quantità di
prodotti acquisiti alle esigenze proprie e della famiglia
44
► e soprattutto per l’assenza di un mercato, elemento quest’ultimo che
31
impediva lo scambio e quindi la commercializzazione dei prodotti stessi.

L’esiguità delle eccedenze alimentari permetteva alla rendita il
mantenimento di pochi soggetti improduttivi:
► il signore
► coloro che gerarchicamente vantavano diritti sulla terra
► ed in parte gli ecclesiastici, che pur essendo all’interno di questa
organizzazione sociale, non partecipavano direttamente al relativo
processo di produzione.

Fino al secolo XI, il feudalesimo si configurò come un’economia
chiusa, basata sull’autoconsumo, sugli scambi in natura e sull’assenza
pressoché completa di rapporti mercantili monetarizzati.

Si trattava di un sistema economico stazionario, che si ripeteva sempre
uguale a se stesso, secondo lo schema della riproduzione semplice.
45
32
Mutamenti nell’economia feudale

A partire dal XII secolo iniziarono taluni mutamenti nell’economia chiusa
feudale.

Le cause del mutamento furono:
► la Crescita della popolazione e
► la Creazione di una eccedenza o surplus (dovuta all’Introduzione di
Innovazioni)

La cessazione delle invasioni barbariche originarono una fase di crescita
demografica accelerata, che durerà fino al 1300
► Nel 1342 lo scoppio dell’epidemia di peste (XIV secolo – XV secolo) e
di altre epidemie, carestie e guerre porteranno nuovamente una drastica
riduzione della popolazione
46
Le innovazioni in agricoltura

Il sistema feudale curtense mantenne a lungo la continuità e la stabilità sociale, subì
un’evoluzione con l’introduzione di cambiamenti tecnologici

Le Innovazioni più importanti nell’agricoltura medievale furono:
►
►
►


Rotazione biennale: i campi venivano coltivati ad anni alterni, per preservare la
fertilità del suolo e far accumulare l’umidità
Rotazione triennale invece:
►
►
►
►

L’adozione della rotazione triennale collegata con altre due innovazioni:
L’introduzione dell’aratro pesante
L’uso dei cavalli come animali da tiro, che dipese a sua volta da altre innovazioni nella bardatura e
nei finimenti per cavalli
Il campo veniva diviso in tre parti:
coltura primaverile (avena, orzo, piselli, fagioli) il cui raccolto avveniva in estate;
semina autunnale: cereali (grano o segale), da raccogliere l’estate seguente
un anno di maggese (per ripristinare la fertilità del suolo)
I Romani usavano l’aratro leggero in legno ma l’aratro pesante, in ferro, risultò più
idoneo per penetrare in profondità e rivoltare i suoli grassi ed argillosi dell’Europa
del centro-nord. Qualche tempo dopo fu introdotta la pratica di ferrare i cavalli per
proteggere gli zoccoli delicati.
47


La terza innovazione fu il moderno collare da cavallo. I Greci ed i Romani
usavano un finimento con collare alla gola che premeva la vena giugulare,
soffocando l’animale. Nel Primo Medioevo fu inventata la fascia pettorale,
nel Tardo Medioevo il collare di spalla
L’impiego dei cavalli come animali da tiro risultò vantaggioso solo in
determinate circostanze ed in determinati paesi
le Regioni più produttive del Medioevo e dell’epoca moderna:
► Francia settentrionale
► Fiandre
► Germania
► Inghilterra
nelle quali si ebbero: la rotazione triennale, l’uso del cavallo e l’aratro pesante.




►
►
Non esiste una causa unica per spiegare le innovazioni tecnologiche e
innovazioni nei prodotti
Spesso lo scopo dell’inventore era risparmiare la fatica o ridurre l’onere,
l’effetto finale fu però quello di rendere il lavoro più efficiente
A differenza dell’agricoltura antica, l’agricoltura medievale rifletteva:
l’esistenza di incentivi
la capacità dei coltivatori di rispondere ad essi
48
35

la prova più evidente fu la:
►
►
►
crescita dei redditi,
lo sviluppo economico
e la crescita demografica.

La messa a coltura di nuove terre, l’incremento di produttività del lavoro sia
nelle terre concesse ai contadini che su quelle dei feudatari portarono ad una
accresciuta disponibilità di derrate e di manufatti ed alla creazione di
eccedenze.
Ciò rese più vantaggioso per il signore cedere tutta la terra ai contadini,
sostituendo le corvèes con rendite in natura.

La trasformazione della rendita da rendita in natura a rendita monetaria
avvenne per effetto del comune interesse del signore e del contadino alla
produzione di eccedenze da destinare agli scambi.

L’aumento degli scambi fu funzionale alla crescita ed allo sviluppo delle
economie urbane.
49
36
La rivoluzione urbana

Il sorgere o il risorgere delle città nell’Europa nei secoli XI – XIII segnò una
svolta nella storia della civiltà europea

Le città avevano prosperato nel mondo greco – romano, la decadenza
dell’impero e le invasioni germaniche ne avevano decretarono la fine.

Dopo la caduta dell’impero romano l’Europa del Nord migliorò lentamente,
mentre nell’VIII secolo il mondo mediterraneo si spaccò in due: la parte
europea, pur se impoverita, si legò strettamente con la parte settentrionale del
sub-continente sotto un comune credo religioso con l’emergere di una identità
comune (in embrione l’Europa), fatta di tanti microcosmi rurali, mentre la parte
africana si legò al mondo arabo e povero.

Tra il secolo XI ed il XIII il sorgere delle città rappresentò un fatto nuovo. Alla
base del fenomeno cittadino vi fu un massiccio movimento migratorio. Le città si
formarono e crebbero perché crebbe la loro popolazione. La popolazione
cittadina non crebbe per movimento naturale, ma crebbe per le migrazioni dalle
campagne.
La gente emigra per due ragioni:
per ragioni di repulsioni – PUSH
per ragioni di attrazione - PULL

►
►
50

Sotto la pressione delle forze di mercato il sistema curtense cominciò a
disintegrarsi. Le condizioni economiche miglioravano, malgrado al contadino fosse
precluso ogni miglioramento nella condizione sociale.

La città rappresentò l’elemento di rottura. Il luogo in cui tentare nuove fortune non
solo per il servo (che diventava libero), ma anche per la nobiltà minore e per il
mercante o l’artigiano.Le città erano esistite nel mondo antico, ma erano parte di un
tutto circostante, organi di organismi più vasti:
►
Centri di amministrazione politica
►
Di raccolta di rendita fondiaria

La città medioevale diversamente non faceva parte di un organismo più vasto, ma
piuttosto era un organismo autonomo, in netta contrapposizione al mondo
circostante. Circondata da un mondo ostile la città avvertiva la necessità
dell’unione e della cooperazione reciproca.

Nel mondo feudale era prevalente un’organizzazione verticale della società.
Nella città trionfò l’organizzazione orizzontale, la cooperazione tra uguali:

►
►
►
La corporazione
La confraternita
L’università
51
38







Col tempo queste associazioni volontarie, volte a difendere interessi
comuni si trasformarono in governi cittadini
I Comuni trattarono con i signori feudali per ottenere franchigie, oppure
li combatterono con lo stesso obiettivo (nel 1035 Milano conquistò
l’indipendenza con le armi)
In Italia le città si rivelarono abbastanza forti, tanto da espandere il loro
potere sulla campagna circostante
Nelle nazioni europee centrali, dove il mondo feudale circostante era
troppo potente, la città restò sulle difensive, chiusa all’interno delle sue
mura.
In altre regioni d’Europa, si ebbe uno sviluppo urbano più tardivo e
meno intenso
Unica regione europea paragonabile all’Italia per lo sviluppo urbano fu
quella dei Paesi Bassi meridionali – Fiandre e Brabante, dove si ebbero
un maggior numero di abitanti, maggiore densità di popolazione e
un’agricoltura più avanzata e intensiva
L’esistenza della città e lo sviluppo commerciale stimolarono la
maggiore produzione e produttività. E’ chiara l’esistenza di reciproche
influenze, tuttavia l’agricoltura più intensiva e produttiva in vicinanza
delle città conferma il ruolo importante della domanda e dei mercati
urbani
52
39
La transizione al capitalismo:
Il mercantilismo e la fisiocrazia


1)
2)
3)
4)
5)
6)

Secondo la periodizzazione più diffusa la fine del Medioevo e l’inizio
dell’età moderna si fanno risalire alla fine del secolo XV
Una serie di cambiamenti e avvenimenti epocali danno credito a questa
ripartizione
L’Umanesimo;
L’ascesa degli Stati nazionali;
La Riforma protestante;
Le grandi scoperte geografiche;
La colonizzazione e lo sfruttamento economico di nuove terre;
Il forte sviluppo del commercio internazionale.
Attraverso queste tappe fondamentali la civiltà occidentale entrò nella
fase dell’industrializzazione
53
a) Le grandi scoperte geografiche

Rappresentano il culmine di un lungo processo di arricchimento delle
conoscenze geografiche e delle tecniche di navigazione. Si viaggiava per la
suggestione dei luoghi lontani carichi di ingenti ricchezze, ma soprattutto per
raggiungere, per altre strade, i paesi orientali
La strada inesplorata era l’Oceano Atlantico, per questa ragione le prime
spedizioni oltre lo stretto di Gibilterra, partirono dal Portogallo. Nel 1492
Cristoforo Colombo raggiunse l’America centrale credendo di toccare le
estreme propaggini del continente asiatico. Furono i Regni di Spagna e
Portogallo a dividersi le nuove terre con il contratto di Cordesillas (1494).
Alla scoperta delle nuove terre seguì la conquista degli europei, con
conseguenze notevoli per la vita economica e sociale.

Una gran quantità di piante e di animali furono portati dagli europei in
America. Dalle Americhe, oltre ai metalli preziosi, furono importati una serie
di prodotti assolutamente nuovi: Tabacco, Cioccolata, Patata, Mais, Chinino,
Pomodoro, Fagiolini, Noccioline, Tacchino.
54
55
La colonizzazione nel ‘600
56

Le altre nazioni parteciparono in misura minore al movimento
espansionistico coloniale. I francesi esplorarono il Canada, gli inglesi e gli
olandesi il territorio dei futuri Stati Uniti, ma soltanto nel XVII secolo
questi territori furono popolati. Per questo motivo tali nazioni all’inizio
cercarono di inserirsi nei percorsi commerciali di spagnoli e portoghesi

Conseguenza epocale delle scoperte fu lo spostamento dei traffici dal
Mediterraneo all’Atlantico. Sulle nuove rotte oceaniche si aprì l’epoca
del capitalismo commerciale

Questa fase è caratterizzata dall’emergere della figura del MERCANTE,
che attraverso l’accumulazione graduale del capitale preparava l’avvento
dell’economia industriale.

Dal punto di vista ideologico il successo del capitalismo commerciale
portò ad una serie di osservazioni, proposte, precetti, elaborati da:
► Uomini d’affari
► Statisti
► Responsabili di compagnie commerciali, che diedero vita ad un
sistema economico conosciuto col nome di “MERCANTILISMO”
57
42
b) Il ruolo dei mercanti e le dottrine della chiesa
Si è discusso molto sul ruolo che i mercanti ebbero nella costituzione degli Stati nazionali.
Se ne è dedotto che il mercante godeva già nel XV secolo di un crescente prestigio
Nel XVI secolo grazie alla Riforma protestante (Martin Lutero – 95 tesi 1517) il mercante
riuscì a superare l’opposizione della Chiesa. Le DOTTRINE dei primi CANONISTI
divennero inadeguate alla realtà economica, soprattutto quelle del giusto prezzo e
dell’usura. GIUSTO PREZZO del bene è quello rapportato al costo di produzione, più un
tanto necessario al mantenimento del produttore e della sua famiglia.
Il divieto di prestito ad interesse fu superato con l’eccezione del danno emergente e del
lucro cessante:
DANNO EMERGENTE: è il danno subito dal mutuante per la mora intercorsa tra il

momento del prestito e quello del rimborso
Il LUCRO CESSANTE riguarda la perdita di opportunità di guadagno essendo il

danaro impegnato nel prestito.
La dottrina della Chiesa dapprima riabilitò l’attività mercantile, poi giustificò il profitto del
mercante, in quanto la sua attività recava beneficio allo Stato ed alla collettività dei cittadini.
Il mercante non fu soltanto una presenza influente nel governo, ma fece parte del governo
stesso. Tuttavia, furono le scoperte geografiche ed i traffici notevoli a creare una vera e
propria osmosi tra Stato e commercio.
58
c) i fondamenti economici del mercantilismo

Il sistema economico mercantile si basava sul commercio su grandi distanze e
sull’acquisizione di profitti monopolistici. Profitti derivanti dalla differenza di costi e dei
valori d’uso dei diversi prodotti nelle diverse aree geografiche. Esso si diffuse
prevalentemente nell’Europa occidentale tra la fine del XV secolo e la II metà del XVIII
secolo.

I principali esponenti del mercantilismo svilupparono le loro argomentazioni su tre linee
principali:
► Alla MONETA veniva attribuito un ruolo essenziale ai fini della ricchezza del paese:
La ricchezza di una nazione era assicurata dalla quantità di metalli preziosi (oro e
argento) da essa posseduti.
► L’INTERVENTO DELLO STATO in tutti i settori dell’economia mediante controlli,
protezioni doganali, privilegi e sostegno diretti e una politica orientata ad accrescere
la ricchezza nazionale.
► La potenza dello Stato derivava da una politica volta al potenziamento delle
esportazioni che sarebbero state pagate in metalli preziosi e quindi in grado di
realizzare l’obiettivo di una BILANCIA COMMERCIALE FAVOREVOLE

La politica mercantile ebbe connotazioni diverse nei singoli Stati:
59
Spagna: Il Bullionismo

La Spagna privilegiò la TESAURIZZAZIONE dei metalli preziosi che
importava direttamente dai suoi possedimenti oltre Oceano

Attuò
una prima rudimentale forma di mercantilismo, chiamata
Bullionismo

I caratteri del BULLIONISMO erano:
► I beni venduti all’estero dalla Spagna dovevano essere remunerati in
moneta
► I beni acquistati venivano scambiati con altri prodotti

Nonostante queste circostanze favorevoli l’economia spagnola non riuscì a
progredire, anzi subì un regresso, a partire della metà del secolo XVI
Cause del declino furono:

► le esorbitanti spese dei sovrani
► la perversità delle loro politiche economiche
► l’aumento della domanda di beni, senza corrispondente aumento della
produzione.
60
Francia: il Colbertismo




In Francia il mercantilismo è legato al nome di COLBERT, che ne
formulò i principi e ne applicò rigidamente i contenuti
Favorì l’emanazione di circa 150 REGOLAMENTI di fabbrica per
rendere la produzione francese la migliore d’Europa e la più richiesta
sui mercati esteri, si trattava in genere di manufatti di qualità e di
lusso
Fondò e sovvenzionò diverse Manufactures Royales, appartenti alla
Corona
La più famosa fu quella fondata a Parigi dai Gobelins, rilevata da
Colbert, che divenne la più famosa d’Europa per la produzione di
arazzi e stoffe per tappezzerie.
61
Inghilterra: Il Colbertismo parlamentare
L’Inghilterra diede grande impulso alla marina mercantile per incrementare anche
attraverso i noli le proprie riserve di metalli preziosi.


A tal fine emanò (a partire dal 1651) i cosiddetti Atti di navigazione (Navigations acts),
in tal modo creò un monopolio alle navi britanniche per il trasporto delle merci
provenienti dalle colonie inglesi. Lo scopo era quello di alimentare un imponente
commercio nazionale inglese a discapito delle nazioni concorrenti, quali Province
Unite e Portogallo. Stabiliva, inoltre, che il commercio con le colonie inglesi d'oltremare
era monopolio della madrepatria. Fu il primo esempio di una politica protezionista;
l'Atto portò a tre guerre sull'Atto di Navigazione tra Inghilterra e Province Unite.
Dopo la Rivoluzione di Cromwell (1649-58) e il ritorno della monarchia con Carlo II, i
rappresentanti dei mercanti e dei banchieri conquistarono il potere effettivo all’interno
dello Stato. L’Inghilterra non ritornò più ad essere una monarchia assoluta. Le leggi e i
regolamenti promulgati nel settore economico continuarono a riflettere un equilibrio di
interessi (Colbertismo parlamentare):
► Interessi fondiari e agricoli – emanazione atti di chiusura (Enclosures)
► Interessi industriali (Calicò acts)
62
► Interessi marittimi e commerciali (Navigations acts)
L’Olanda




Le scelte economiche olandesi furono molto diverse da quelle degli Stati –
Nazione.
Motivi di differenza:
La struttura di governo diversa, si trattava infatti di una Repubblica, che
riuniva sette province.
Vivendo soprattutto di commercio non potevano permettersi le politiche
restrittive e protezionistiche dei loro vicini
L’Olanda stabilì al suo interno il principio del Libero Mercato, favorì l’ingresso
nei porti e mercati ai commercianti di tutte le nazioni. Divenne il Centro
Finanziario del mondo. Nella BORSA di Amsterdam si negoziavano:
► Azioni delle maggiori compagnie mercantili
► Titoli del debito pubblico di numerosi altri stati
Le “monete commerciali” olandesi godevano della fiducia degli operatori e
avevano corso nelle altre nazioni
La decadenza dell’Olanda è stata attribuita alla ricchezza dei suoi cittadini che
vivevano di rendita, più che di profitto. Si parlò di “mancanza di investimenti”,
in realtà la decadenza fu provocata dall’affermazione sulla scena economica
mondiale dell’Inghilterra e della Francia, dove si svilupparono le prime forme
moderne di capitalismo.
63
Monete e banche

Le monete in circolazione erano di oro o di argento oppure
per i pagamenti minuti in altri metalli (es. rame). Il valore
della moneta era definito dal contenuto del metallo prezioso.

I sistemi monetari erano monometallismo argenteo (Silver
standard) o aureo (Gold standard) ovvero bimetallismo. Il
metallo posto a base del sistema si chiamava Tallone.

I privati consegnavano alla Zecca il metallo prezioso in loro
possesso e ottenevano in cambio l’equivalente in monete
dedotte le spese di fabbricazione e di signoraggio riservato
allo Stato.

La moneta aveva Potere liberatorio illimitato e cioè qualsiasi64
pagamento era fatto con la moneta.
Monete e banche

A metà del ‘600 le monete di oro e di argento si rivelarono
insufficienti vista la crescita della popolazione e delle
esigenze dei commerci.

Alcune banche (c.d. banche di emissione) introdussero la
Moneta cartacea o biglietti di banca (Banknotes). La prima fu
la Bank of England, società privata fondata nel 1694.

I biglietti di banca erano una obbligazione della banca “I
promise to pay” e non avevano c.d. corso legale, come le
monete metalliche, ma bensì corso fiduciario
65
La fine del mercantilismo
La rivoluzione dei prezzi


L’analisi dei mercantilisti era stata assai carente, essi confusero la ricchezza
con la moneta
Non compresero che il costante attivo della bilancia commerciale, attraverso

l’afflusso di oro e di argento causava aumento della circolazione monetaria
e conseguente aumento dei prezzi (inflazione), rendendoli meno
competitivi sui mercati internazionali
Non tutti gli storici credono possibile stabilire un rapporto tra afflusso di
metalli preziosi e inflazione
Considerano importante la crescita demografica dell’epoca, che fece

aumentare la domanda di mercato
Non potendo soddisfare le accresciute esigenze con le scarse risorse

disponibili, fu inevitabile un rapido incremento dei prezzi
66
La fisiocrazia

Come parziale reazione al mercantilismo nacque in Francia agli inizi del ‘700
la scuola fisiocratica. FISIOCRAZIA è un termine di origine greca, che
significa dominio della natura.

La Fisiocrazia si ispirava alla DOTTRINA GIUSNATURALISTICA,
incentrata sul principio dell’ordine naturale ed affermava: l’economia è retta
da leggi naturali immutabili.

Il mondo è governato da leggi che si possono scoprire, ma non
modificare. Sono il portato dell’opera di Dio, finalizzate alla felicità degli
uomini

Di conseguenza il diritto positivo deve uniformarsi al diritto naturale (le droit
naturelle). Il diritto naturale garantisce la felicità di ciascuno e tutela
l’armonia della società.

Lo Stato non deve intervenire nell’economia, deve lasciare che l’equilibrio
economico sia raggiunto con le sole forze esistenti in natura (Laissez – faire
67
laissez – passez).

Compito proprio dello Stato è quello di preservare la proprietà e
difendere l’ordine naturale.

La fisiocrazia si soffermava sull’analisi della ricchezza nazionale e sulla
sua distribuzione, individuando la fonte esclusiva della ricchezza di una
nazione nella produzione agricola
Quesnay e Turgot ritennero l’agricoltura l’unico settore in grado di

creare un surplus. Questo settore era il solo che poteva essere
soggetto ad un’imposta.

Il surplus, che essi chiamarono prodotto netto (produit net) era costituito
dalla:
► Differenza tra produzione agricola totale e spese necessarie per
ottenerla
Le altre attività non possono incrementare la ricchezza nazionale
► I manufatti sono somma di valori già esistenti
La fisiocrazia rappresentava un passo avanti rispetto allo statalismo

mercantilista, che riteneva immodificabili lo stock di risorse esistenti

68
51
Il sistema capitalistico

È un sistema caratterizzato da:
►
►

È fondato su:
►
►
►



Formazione e impiego produttivo del capitale
Divisione internazionale del lavoro
Impresa
Proprietà privata dei mezzi di produzione
Economia di mercato
Perché un sistema si possa definire capitalistico è necessario che tutte le sue
componenti coesistano e siano generalizzate
Fino alla Rivoluzione Industriale non è possibile configurare il capitalismo nel
suo complesso, se ne possono individuare alcuni elementi costitutivi.
La progressiva accumulazione di capitale e il diffondersi di strumenti che ne
assicurassero la tutela, spinsero il mercante ad allargare la propria azione.
69
I prodromi di questo processo risalgono al Basso Medioevo, anche se si
presentarono in modo non sistematico.

Nelle città il dominio delle corporazioni dei mercanti su quelle degli
artigiani portò al decadimento del ruolo del maestro, che spesso
disponeva solo in parte dei mezzi di produzione.

Contemporaneamente, nelle campagne la presenza di piccoli proprietari
terrieri e di contadini, che detenevano telai per uso personale, permise
alla borghesia mercantile di svolgere la sua nuova funzione nel mondo
rurale, estendendo la propria azione alla sfera della produzione.

La prima forma di inserimento del mercante nella produzione fu il
“putting out”.
70
53
Il Putting – out

Originariamente le famiglie contadine fabbricavano nelle loro abitazioni
panni di lana per uso proprio. Tali panni venivano indossati allo stato grezzo,
senza operazioni di follatura, tintura e finitura. Questa attività fu trasformata
dai mercanti fiamminghi in una attività fiorente e lucrosa.

Col putting - out il mercante vendeva al tessitore la materia prima (lana) per
poi acquistarla manufatta. Questo sistema avvantaggiava l’imprenditore, che
realizzava già un guadagno all’atto della cessione della lana e non era tenuto a
ricomprarla. La dipendenza dei tessitori dai capitalisti fu la causa di agitazioni
e sommosse in Inghilterra e nelle Fiandre.

Il Putting–out rappresentò anche un primo esempio di divisione
internazionale del lavoro

Gli allevatori inglesi vendevano la lana ai mercanti fiamminghi che la
davano fuori (Put it out) ai filatori ed ai tessitori inglesi o fiamminghi,
che la trasformavano in panno. Il panno veniva sottoposto alle fasi finali
della lavorazione in loco, oppure veniva venduto ai mercanti italiani che
ne affidavano la finitura a esperti maestri italiani (famosa era l’arte di
Calimala di Firenze). Il panno poi veniva smerciato nelle città musulmane
del Mediterraneo
71
Il Domestic system


Fu nelle campagne inglesi che venne introdotto un ulteriore elemento
peculiare del capitalismo:
Il salario anche se nella fattispecie di salario a cottimo, questo
passaggio avvenne attraverso l’organizzazione domiciliare della
produzione nota come: domestic system.
A differenza del mercante fiammingo, l’imprenditore inglese era
proprietario della materia prima e spesso anche dei mezzi di produzione,
di conseguenza gli operai – contadini potevano essere assimilati a dei
salariati a contratto, remunerati in base alla quantità di prodotto
trasformato (salario a cottimo)
72
il Factory system



I capitalisti tra il ‘500 ed il ‘600 ritennero più redditizio accentrare i telai nelle loro
abitazioni, prima in edifici appositamente adibiti, poi questi edifici presero il nome di
manifatture.
Il factory system o sistema di manifattura si diffuse in diverse nazioni europee
sorretto dalla politica mercantilistica. Esempi:
le ferriere inglesi;
►
►
l’arsenale statale di Venezia;
►
i cantieri navali olandesi
Spesso il sistema della manifattura era gestito direttamente dallo Stato, come in
Francia o in Russia.

La manifattura, riunendo un gran numero di operai e introducendo una fattispecie di
disciplina di fabbrica creò solo alcune delle condizioni del capitalismo industriale
Il lavoro era svolto con metodi artigianali e non sempre era salariato (ad es. in

Russia)
Le manifatture il più delle volte appartenevano ai governi, mancava la proprietà

privata

Le attrezzature e gli strumenti di produzioni esistenti non consentivano una
produzione finalizzata al consumo di massa
Non si impiegavano macchine azionate da energia meccanica.


La transizione dalla proto–fabbrica alla fabbrica può dirsi conclusa solo con la
Rivoluzione Industriale.
73
Modelli di Sviluppo



Gli storici e gli economisti hanno sempre fatto
ricorso a modelli o schemi per piegare lo sviluppo
economico e l’evoluzione della società.
Bücher (scuola storica tedesca) parlava di 4 stadi di
sviluppo: economia domestica chiusa, economia
cittadina, economia nazionale ed economia mondiale
a seconda del grado di apertura che nei secoli si
sarebbe conseguito.
Lo schema di riferimento tuttavia è quello di Rostow
(1960) che ha introdotto il concetto di take-off
(decollo).
74
Modelli di Sviluppo (1)
Rostow prevede cinque fasi:
 Società tradizionali preindustriali e di sussistenza;
 Società di transizione in fase di cambiamento con
l’incremento della produttività agricola e una prima
accumulazione di ricchezza;
 Società del decollo take-off con un forte ed irreversibile
processo di accelerazione e di trasformazione e l’introduzione
di innovazioni soprattutto in settori guida;
 Società matura con un continuo aumento di produttività e di
sviluppo autoalimentato;
 Società dei consumi con una forte espansione della domanda
di beni di i consumo durevoli e di servizi.
75
Modelli di Sviluppo (2)
Lo schema di riferimento di Rostow tuttavia
non chiarisce i motivi del passaggio da una
fase all’altra e sottovaluta le crisi e i cicli che
l’economia subisce.
76
I CICLI ECONOMICI
Onde lunghe e onde brevi nell’attività economica

Lo sviluppo del capitalismo industriale è stato caratterizzato da
una grande instabilità. A periodi di prosperità ed espansione
della produzione sono seguiti periodi di depressione e di
disoccupazione. Nel lunghissimo periodo la tendenza della
produzione (il trend secolare) è rimasta all'aumento. Mentre il
trend dei prezzi ha toccato punti d'inversione di tendenza.

Nel breve e medio periodo le variabili prezzi-quantità hanno
oscillato con ritmo ciclico attorno ai trends. Queste variazioni
del ritmo di sviluppo di carattere ciclico sono state oggetto di
riflessione da parte degli studiosi.
77
I CICLI ECONOMICI
Onde lunghe e onde brevi nell’attività economica

Nel 1862 il medico parigino Clement Juglar notò che in Francia
Inghilterra e Stati Uniti si verificavano onde brevi dell'attività economica.
Di durata oscillante tra i sei e i dieci anni contraddistinte da:
► Una fase di prosperità
► Una crisi
► Una conseguente recessione

La crisi, solitamente, si manifestava con crolli finanziari, fallimenti,
disoccupazione. Le crisi si collocavano come punti di inversione di
tendenza in una serie di onde successive di espansione e di depressione.

A differenza di altri autori che consideravano tali eventi casuali, Juglar ne
evidenziò la elevata frequenza e ne spiegò le origini in fenomeni legati
all'espansione e contrazione del credito e del livello del saggio
d'interesse.
78
85
I CICLI ECONOMICI
Onde lunghe e onde brevi nell’attività economica

Nel 1923 Joseph Kitchin studiando le statistiche dei tassi
d'interesse e dei prezzi all'ingrosso in Inghilterra e Stati Uniti.
Rilevò l'esistenza di un «ciclo minore» o ipociclo più corto
del ciclo di Juglar della durata di circa 40 mesi.

Tre anni più tardi l'economista russo Kondrat'ev stabilì
l'esistenza di “onde” successive della durata compresa tra i 40
ed i 60 anni. Caratterizzate da una fase di rialzo ed una di
ribasso dei prezzi: la crisi come punto d'inversione di
tendenza sopravveniva dopo un periodo di prosperità.
Kondrat'ev osservò che l'origine di queste fluttuazioni
corrispondeva
con
gli
inizi
del
processo
di
industrializzazione. Egli dimostrò anche che le onde lunghe erano
connotate dallo stesso processo dinamico complessivo di quelle brevi.
79


Per semplicità possiamo rappresentare i movimenti di Kondrat'ev come
appoggiati sul trend secolare
I cicli di Juglar si appoggiano sulle diverse fasi di rialzo o di ribasso
(vedi grafico) dei prezzi dei movimenti di Kondrat'ev
Cicli brevi (Juglar)
80
86
Teoria di Shumpeter

Ciò permise all'economista austriaco Joseph Schumpeter di elaborare nel 1939
una teoria organica dei cicli di lunga e breve durata fondata sul ruolo
dell'innovazione nel processo di sviluppo economico.

La diversa ampiezza dei periodi di gestazione e di assorbimento degli effetti
delle nuove tecnologie determinano la lunghezza temporale delle fluttuazioni

Si configurano come innovazioni:
► Nuovi prodotti o nuovi processi di produzione
► Nuove forme di organizzazione
► Nuove fonti di energia o di materie prime
► La conquista di nuovi mercati

Le innovazioni si concretizzano in nuove occasioni d'investimento. Le
innovazioni si presentano in sciami o grappoli e sono il risultato della
dinamicità di alcuni imprenditori
81

Secondo Schumpeter i cicli lunghi corrispondono alle successive
rivoluzioni industriali
che hanno dominato il processo di sviluppo capitalistico


e che hanno trovato nell'innovazione la loro spinta propulsiva

Esse hanno, inoltre, comportato ampie trasformazioni nella società

La rivoluzione industriale inglese fu originata dalla diffusione della
macchina a vapore. La comparsa della fabbrica e l'affermazione del lavoro
salariato costituirono il più importante mutamento sociale dell'epoca.

La seconda rivoluzione industriale fu caratterizzata dall'uso mobile della
macchina a vapore cioè dalla “rivoluzione dei trasporti”.

Quando terminò il secondo ciclo
si ebbe l'ampliamento delle dimensioni dell'impresa dal punto di vista

tecnico-finanziario

ma anche i primi tentativi di internazionalizzazione del movimento
operaio in conseguenza della diffusione delle dottrine di Marx
82
88
La successiva rivoluzione industriale ha introdotto nuove
fonti di energia
 Il petrolio
 e l'elettricità
 La
più importante trasformazione conseguente
all’introduzione delle nuove fonti energetiche è stata
l’espansione dell’interesse pubblico nell’economia


Al termine di ogni fase di recessione sono disponibili sul
mercato fattori di produzione inutilizzati di cui si può
disporre
Le imprese più dinamiche che costituiscono le industrie
trainanti possono prendere l'iniziativa e utilizzare le
risorse disponibili per incrementare la produzione senza
che ciò determini una pressione sui prezzi e sui salari
83
89

Un altro autore Kuznets nel 1930 individuò degli ipercicli o
secondary movements
 questi si ponevano al centro tra le onde brevi di Juglar e
quelle lunghe di Kondrat'ev
 avevano una durata di 18 - 20 anni
 e furono utilizzati per lo studio dell'edilizia residenziale
negli USA e in GB.

In media tre cicli di Kitchin formano un ciclo Juglar e sei
Juglar formano un Kondrat'ev

Essi provocano recessioni meno gravi se cadono nel periodo
ascendente, della fluttuazione lunga. Più gravi per i motivi
opposti, cioè se cadono in una fase di depressione
84
90
3. MOVIMENTI DI LUNGO PERIODO DI KONDRAT'EV

Dalla fine del XVIII sec. le fasi principali dell'andamento dei prezzi o cicli
di Kondrat'ev sono state le seguenti:

Fasi di rialzo
►
►
►
►

Fasi di ribasso
►
►
►
►

Dal 1789 al 1814
Dal 1850 al 1873
Dal 1896/97 al 1920/21
Dal 1939 al 1973
Dal 1815 al 1849
Dal 1874 al 1896
Dal 1921 al conflitto mondiale
Per gli Stati Uniti dal 1929 al 1939
I punti di inversione di tendenza (crisi)
►
►
►
►
►
1814-1815 per Inghilterra e Francia,
1873 per Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti
1920-1921 per Francia e Gran Bretagna
1929 per Stati Uniti
1973 crisi energetica
85
86
4. Gli effetti delle fasi di crescita e di depressione.
Le crisi
Gli effetti delle fasi di crescita, grazie alla introduzione di un grappolo
d'innovazioni sono stati:
►Aumento degli investimenti
►Aumento del reddito
►Aumento della domanda globale
►Aumento dei prezzi
►Aumento della produzione
 Gli effetti delle fasi di depressione hanno registrato:
►Sovrapproduzione
►Rarefazione delle occasioni di investimento
►Abbassamento dei livelli dell'attività economica
►Riduzione della produzione di oro
►Riduzione dei prezzi

87

Le guerre accompagnavano l'espansione accelerando lo sviluppo di
industrie di base. Ma sono generalmente seguite da crisi di
sovrapproduzione che accentuavano la tendenza all'inversione del ciclo.
La prima fase di depressione (1815-49) fu successiva al blocco
continentale e alla Restaurazione

Fu provocata dalla continua discesa dei prezzi agricoli, che nei lunghi
anni di guerra e durante la carestia del 1816-17 raggiunsero livelli
particolarmente elevati
Questa discesa dei prezzi fu ulteriormente aggravata dalla messa a
coltura di nuove terre e dalla riduzione della produzione di oro.
L'Inghilterra non trovando sbocchi ai propri prodotti, soffrì gli effetti di
una grave crisi di sovrapproduzione


La seconda fase di depressione (1874-96) ebbe inizio dopo la guerra di
secessione degli Stati Uniti, dopo la guerra franco-prussiana e altri
conflitti minori.

Essa si innestò sulla forte riduzione dei costi di trasporto che
permise agli Stati Uniti di esportare i propri prodotti agricoli in
Europa, dove questi prodotti risultarono competitivi
88
94




La depressione non toccò tutti i paesi alla stessa maniera

La depressione colpì soprattutto l'Inghilterra

ed ebbe come conseguenza l'estensione del dominio coloniale europeo
per trovare nuovi mercati di sbocco
Gli Stati Uniti e la Germania accelerarono, invece, il loro sviluppo
La terza fase di depressione (1921-39)

Si ebbe all'indomani del primo conflitto mondiale
Fu il riflesso della riconversione all'economia di pace


Dei tentativi di ristabilire ordine nei mercati monetari

E soprattutto di una latente sovrapproduzione, che si manifestò con la
crisi del 1929 negli USA
La progressiva espansione dell’industria ha posto, di volta in volta, una o
più nazioni come centro di propagazione della crisi
La Gran Bretagna fino al 1837;

La Francia nel ventennio successivo;


Gli Stati Uniti dopo il 1870
Una delle cause più frequenti di questi improvvisi mutamenti delle
condizioni dell'economia fu lo sviluppo delle ferrovie
Le ferrovie avevano necessità di forti investimenti di capitale


E coinvolgevano perciò nell'attuazione dei loro progetti il sistema bancario
89
95




Il settore ferroviario dava slancio all'economia la cui espansione si rifletteva sul buon
andamento della borsa
Bastava però una forte speculazione sui valori ferroviari o sul dissesto finanziario di
qualche importante società
Per diffondere il panico

►
La quotazione dei titoli crollava
Le banche non concedevano più credito o fallivano
►
►
I livelli di attività economica diminuivano
Aumentava la disoccupazione
►
Le crisi si ripeteranno con la stessa dinamica anche agli inizi di questo secolo
Ma riguarderanno settori diversi:

L'elettricità
►
Le ferrovie urbane
►
Le costruzioni navali
►
E si diffonderanno con sempre maggiore velocità

Immediatamente dopo il crollo di Wall Street, la recessione colpì tutti i paesi
industrializzati

Ma colpì anche i paesi ancora ad economia agricola, i quali subirono le
conseguenze della caduta della domanda di materie prime e prodotti alimentari
Il crollo di Wall street costituisce l'ultima grave crisi del capitalismo liberale

90
96
LA RIVOLUZIONE
INDUSTRIALE
1. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
In Inghilterra tra
il 1750 ed il 1850
Per tali mutamenti
Oggi il termine appare
a molti "inadeguato"
Di quelli delle
RIVOLUZIONI
POLITICHE
Mutamenti nelle strutture
produttive portarono allo sviluppo
È stato coniato il termine
CAMERON parla di
"termine improprio"
Il termine RIVOLUZIONE
denota
Dell'industria moderna
RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Per i tempi di realizzazione
incomparabilmentepiù lenti
Cambiamenti di regime
Radicali e repentini
Anche il mito di PAESE
è oggi discusso perché
Svolse un ruolo di "supporto"
essenzialmente liberista
lo Stato Britannico
all' industrializzazione
La civiltà industriale
Una capacità di
In un tempo
ha avuto
"trasformazione assai radicale"
"relativamente breve"
Tanto da giustificare il termine
RIVOLUZIONE
92
Perché la rivoluzione industriale iniziò in
GRAN BRETAGNA
La Gran Bretagna avviò per
prima la rivoluzione industriale
Clima
mite
►
Abbondanza
d'acqua
Dal punto di
vista politico
Perché riunì più rapidamente
il maggior numero
Risorse
(carbone)
Cultura
La Monarchia Inglese
divenne meno assoluta
► Dal punto di vista commerciale
Di condizioni
favorevoli alla crescita
Sistema
politicoistituzionale
A partire dall’approvazione della
Magna Charta (1215)
Durante il periodo mercantile Accumulò notevoli capitali
Creando compagnie
commerciali
Superando le prime
potenze coloniali
Sostenuta dalla politica
di appoggio dello Stato
Attraverso l’emanazione
Strappando primato del commercio
marittimo ai Paesi Bassi
Atti di navigazione ( 1651-1652)
93
►
Dal punto di vista
del diritto
La Gran Bretagna
sviluppò la Common Law
Sulla base
di consuetudini
Casi già esaminati
diventavano
La Common Law
Rafforzò la protezione
degli interessi privati
legiferava ed amministrava giustizia
Modelli per applicazioni successive
Contro altri privati
Contro l'invadenza dello Stato
Esempi:
Processo di
privatizzazione
Un potente stimolo
all’affermazione dell'industria
cotoniera fu dato dallo Stato
attraverso
I Calicò Acts
Le Enclosures
(le recinzioni)
Permisero l'accorpamento delle terre
Lo sfruttamento più razionale
I Calicò Acts (1690-1721 ) secondo i quali
dalla colonia indiana non poteva essere
più esportato il prodotto finito (il calico appunto),
ma solo cotone grezzo per favorire
la nascente industria tessile inglese.
Proibendo l'importazione
di tessuti di cotone indiani
Stimolarono l'industria
cotoniera inglese
94
Altri fattori favorevoli all'avvio e allo sviluppo della
«rivoluzione industriale»
►
A Londra si svilupparono
►
Le Banche locali
►
►
►
Le Merchant Banks
Country Banks
La diffusione della cultura
La nascita della
dottrina classica
(economia politica)
Infine la mentalità curiosa
Fornivano capitali per i commerci
Per altre attività internazionali
Finanziavano gli affari in tutto il paese
Attraverso giornali, accademie, clubs
I cui maggiori esponenti furono
Adam Smith
David Ricardo
Thomas Malthus
La capacità di imparare e
di innovare a scopi produttivi
95
PRESUPPOSTI DELLA RIVOLUZIONE
INDUSTRIALE
FOHLEN adduce la
spiegazione delle origini
ENDOGENI
A un duplice
ordine di fattori
ENDOGENI
Quelli propri dell' industrializzazione
ESOGENI
LA TECNICA
GLI INVESTIMENTI
L'ACCUMULAZIONE DI CAPITALI
LO SPIRITO DI INIZIATIVA
LA RIVOLUZIONE DEMOGRAFICA
ESOGENI
LA RIVOLUZIONE AGRARIA
Quelli appartenenti
ad altri settori economici
LA RIVOLUZIONE DEI TRASPORTI
IL RUOLO DELLO STATO
L'ISTRUZIONE
Impossibile separare
i due gruppi
Agirono in
contemporaneità ed in un
Processo cumulativo
96
2. LA RIVOLUZIONE DEMOGRAFICA
In INGHILTERRA
a partire dal 1750
Si verificò un incremento
demografico irreversibile
A ritmi impressionanti
Abbassamento età matrimoniale
Aumento tassi
di natalità
Cause
dell'incremento
Migliore condizione economica
Migliore andamento dei raccolti
Diminuzione tassi
di mortalità
Diminuzione carestie
Calo incidenza malattie infettive
In INGHILTERRA
tutto ebbe inizio
Con una serie di
buoni raccolti
Diminuzione tassi di mortalità
Crescita demografica
Minore importanza ai
progressi della medicina
Si accompagnò a un
Movimento di urbanizzazione
Miglioramento condizioni di vita
Abbassamento età matrimoniale
Vaccino di JENNER(antivaiolo)
scoperto solo agli inizi '800
Che non esige preliminarmente
l'industrializzazione
97
Esige lo sviluppo delle sussistenze
3. LA RIVOLUZIONE AGRARIA
Non vi sarebbe stata
RIVOLUZIONE
INDUSTRIALE
in INGHILTERRA
Fino all'inizio
del XIX SEC.
Senza la
RIVOLUZIONE
AGRICOLA
che l'ha preceduta
Quando apparve la grande industria,
l'agricoltura moderna era già nata
Esisteva una classe numerosa di piccoli Condizionati dalla parcellizzazione
proprietari terrieri ed affittuari
delle terre
Dal sistema degli
OPEN FIELDS
(campi aperti)
Ogni particella
apparteneva ad
un solo proprietario
Estensioni di terreno sulle quali si
trovavano dispersi promiscuamente
Ma ogni proprietario possedeva
Come conseguenza di tale
frazionamento si rendeva necessaria
I fondi di molteplici proprietari
Una proprietà frazionata
e sparpagliata
L'adozione di una norma comune nella coltivazione
98
"LE ENCLOSURES" (LE RECINZIONI)
Le leggi sulle
"RECINZIONI"
Consentirono la
chiusura dei
Le RECINZIONI
Permisero la
trasformazione fondiaria
Il fenomeno recinzioni
Non fu un fatto nuovo
Nel 1° caso era stato
più vantaggioso
Estendere i pascoli
Nel 2° caso le recinzioni
furono incoraggiate dal Parlamento
Campi aperti e delle terre comuni
Previamente divise ed appoderate
Con la formazione
della grande proprietà
Due secoli prima si era
verificato con obbiettivi opposti
Per una maggiore
produzione di lana
Per accrescere la produzione
99
Due categorie furono vittime della
introduzione delle recinzioni
I PICCOLI
PROPRIETARI
E della conseguente
ridistribuzione delle terre
Impossibilitati a sostenere
i costi di recinzione
I COTTAGERS
che godevano
di alcuni diritti
Furono costretti ad
allontanarsi dalla
campagna
I PICCOLI
PROPRIETARI
I COTTAGERS
Furono costretti a vendere
le loro particelle
Allargando la manodopera
nelle industrie
di pascolo
● di far legna
● di raccogliere erbe
●
100
I PROGRESSI TECNICI DELL'AGRICOLTURA
La crescita di dimensione
Il passaggio in altre mani
dell'azienda agraria
Abbandono del sistema
dei tre campi
LORD TOWNSHEND
ne fu uno dei fautori
Pianta a radici profonde
Adozione rotazione
continua
Si ispirò alle pratiche
osservate in OLANDA
Che consentiva al terreno
di riazotarsi
Consentirono nuovi metodi di coltura
Il c.d. "Metodo di NORFOLK"
Drenò il suolo
Al posto del maggese
introdusse la rapa
Questa innovazione tecnica
sconvolse i vecchi sistemi
101
Il sistema di
NORFOLK
Facilitava
l'alimentazione
degli animali
nei mesi invernali
Altro fattore importante per
il progresso dell'agricoltura
Trasformò
l'allevamento
del bestiame
Da allevamento BRADO a
STABULARE consentendo
anche la raccolta del letame
La nascita del GENTLEMAN FARMER
GENTLEMAN FARMER Prese ad interessarsi attivamente
(nobile imprenditore inglese) dello sviluppo dell'agricoltura
La piccola industria domestica
diffusa nelle campagne
Ancora una
volta agirono
Fu a poco a poco
abbandonata
Due fenomeni
contemporaneamente
Concorrendo ad aumentare
la produttività, specie
nelle grandi aziende
La manodopera si recò in città
Il movimento delle Enclosures
L'inizio della
Industrializzazione
102
4. LA RIVOLUZIONE DEI TRASPORTI
La rivoluzione dei trasporti
Altre cause motrici
I buoni prezzi della
prima metà del '700
Della trasformazione
Assicurarono alle
classi meno abbienti
livelli di sostentamento
sconosciuti
In Gran Bretagna la politica
stradale affidata alle parrocchie
Verso fine secolo
il Governo votò le
Turn Pike Bills
L'espansione del consumo interno
Con un maggior consumo
di: pane, latte, carne
Con la quali si permise ai
privati la costruzione di strade
Col diritto di esigere
un pedaggio
Lo Stato andò
incontro ai privati
Con esenzioni fiscali e sovvenzioni
Seguirono la costruzione
Ed il miglioramento
dei canali
E la manutenzione delle strade
103

Le nuove vie di comunicazione permisero
►
All’agricoltura di trovare nuovi mercati in cui vendere i prodotti
deperibili
►
Alle città di approvvigionarsi senza timore di carestie future
►
Agli industriali di concentrare le loro imprese, dal momento che
la fornitura di carbone e di materie prime divenne più regolare e
a buon mercato.
104
INVENZIONI ED INNOVAZIONI
Non bisogna trascurare
Si distingue tra i due termini
invenzione e innovazione
Il secondo termine
"innovare"
SHUMPETER ha sottolineato
La creazione di
nuovi prodotti
Dall'assunzione dei rischi
Rivoluzione industriale
hanno apportato
modificazioni vantaggiose
Le invenzioni a catena
caratteristiche della
Sono innovazioni
Dallo spirito scientifico
Il ruolo svolto a favore
dell’industria
Nei metodi di produzione
Indica l'utilizzazione a fini produttivi
di una tecnica di nuova invenzione
Che l'invenzione non
è la sola strada
Che conduce all'innovazione
Oltre lo sfruttamento industriale delle invenzioni
La conquista di nuovi mercati
La concentrazione aziendale
105
5. IL RUOLO DELLE INVENZIONI
Il settore tessile
Le invenzioni
del XVIII secolo
Ma non bastava inventare
Esempio: la scoperta del
telaio per la seta
Nacquero dall'esigenza
Occorreva INNOVARE
non diventa
innovazione
Per innescare il
processo innovativo
Tra i tessili il cotone
aveva i requisiti
Prodotto nuovo
Di dare risposta a problemi concreti
Prima con metodi empirici
poi con metodi scientifici
Ossia modificare una determinata
combinazione dei fattori di produzione
Perché la seta è costosa
Perchè il mercato della seta è
più ristretto di quello del cotone
Materia prima la cui offerta
era più elastica della lana
Più adatta alla meccanizzazione
Libero dalle limitazioni
risalenti alle corporazioni medievali
106
LE PRINCIPALI INNOVAZIONI TESSILI
L'accelerazione di una
delle fasi di produzione
Adottata su vasta scala
Le due invenzioni
che rivoluzionarono
la filatura
I successi nella filatura
Il Power Loom
Causava strozzature
in altre fasi
E' il caso della navetta automatica
(JOHN RAY 1733)
Nella tessitura
Causò strozzature nella filatura
La giannetta filatrice
(SPINNING JENNY)
Hargreaves 1765
Segnarono il passaggio dal
lavoro domestico alla fabbrica
Il telaio ad acqua
(water-frame)
Arkwright 1768
Dal lavoro manuale al macchinismo
Portarono ad una nuova
rottura dell'equilibrio
Inventato da Cartwright nel
1785 e perfezionato da Roberts
Stimolando l'invenzione
di un nuovo telaio
A cui venne applicata per la
prima volta la macchina a vapore
107
La siderurgia
L'insufficienza delle
riserve lignee
Costituiva una strozzatura
Abraham Darby fabbricante
di vasellame cinese
Questo procedimento
consentì lo sviluppo
Frenava la produzione di ferro
Trovò il modo di utilizzare il
carbon-coke (1710)
Per produrre ghisa
Della produzione di ghisa
Della produzione di ferro
L'invenzione del
puddellaggio
Cioè l’eliminazione delle
scorie con percussioni
Completò le tecniche metallurgiche
Nel 1784 Cort
ebbe l'idea
Di terminare le operazioni
di decarburazione
Con la laminazione
La laminazione
Consiste nell’operazione
di torchiatura
Sostituisce la martellatura
Consentendo di accelerare la
produzione di ferro
108
LA MACCHINA A VAPORE
Le invenzioni di Cort non
avrebbero avuto successo
Senza l'apporto
Savery e Newcomen furono gli
inventori delle pompe a vapore
James Watt nel 1781
brevettò una macchina
motrice
Di una nuova fonte di energia
Che perfezionate da Watt
Che applicata all'industria
consentì di svincolarsi
Furono usate nelle miniere
Dalla dipendenza dell'energia
idraulica. Infatti prima le manifatture
erano dislocate laddove esistevano
fonti di energia
La scoperta del vapore
Modificò la geografia del paese
Diede origine a nuove forme
di organizzazione del lavoro
Consentì l'avvio della 2° fase della rivoluzione
industriale con lo sviluppo delle ferrovie
109
CONCLUSIONI
Del reddito nazionale
Dimostrano che la
Fu un processo
Stime
in Gran Bretagna Rivoluzione industriale
assai lento
quantitative
L'innovazione che segna
In seguito l'umanità
cambiava integralmente
La rottura con il passato
Le modalità di sfruttamento
della terra
L'uso intensivo del sottosuolo
L'Inghilterra diventò
Ebbe effetti di
innalzamento
della produttività
La prima società
Non si ebbe
un "take-off”
È la macchina a vapore
Dallo sfruttamento del suolo
Si passava allo sfruttamento
anche delle risorse del sottosuolo
Rendendo possibili forti
accelerazioni produttive
Costituendo un incentivo a
potenziare le macchine
In grado di produrre con
una tale abbondanza
Da sconfiggere la povertà cronica
110
che affliggeva l'umanità
I risultati ed i costi della Rivoluzione Industriale

►
Sotto l’aspetto economico, la Rivoluzione Industriale non può non giudicarsi un fatto
positivo
L’aumento della produttività aveva messo a disposizione di una popolazione in

crescita una grande quantità di beni;
All’accresciuto bisogno di generi alimentari, l’Inghilterra provvedeva con

l’importazione di prodotti agricoli dagli altri paesi, cedendo in cambio i propri
manufatti.
A fronte di questi benefici il prezzo da pagare fu notevolmente alto.
Tra il 1769 ed il 1830 gli Enclosures Acts, privatizzando le terre comuni,

eliminarono gli ultimi residui dell’economia di villaggio;
Molti contadini inglesi furono costretti a trasformarsi in lavoratori salariati,

impiegati come manodopera dagli imprenditori industriali;

Si modificò la struttura produttiva e l’organizzazione del lavoro: le nuove tecniche
portarono alla concentrazione del lavoro in grandi opifici, attorno a più macchinari.
111




Tutta la letteratura coeva e le inchieste sono d’accordo nel descrivere condizioni
di vita spaventose:
La giornata lavorativa dell’operaio andava dalle 12 alle 16 ore;


I locali dove si svolgeva il lavoro erano spesso sovraffollati e malsani;

Il salario era appena sufficiente per la sopravvivenza;
Crebbero a dismisura i sobborghi, dove gli operai e le loro famiglie vivevano

in alloggi-dormitorio, privi di servizi igienici.
La fabbrica costringeva l’operaio ad un ritmo di lavoro alienante, inserendolo in
una catena produttiva, sulla quale egli non poteva esercitare alcun controllo

di conseguenza, alle prime generazioni di operai, soprattutto quelli di origine
artigiana e contadina, la macchina apparve come un nemico da combattere.
Da qui un diffuso malcontento, che degenerò in manifestazioni violente di
protesta, con la distruzione delle macchine e l’astensione dal lavoro (Luddismo)
Il movimento luddista era formato da operai dell’industria manifatturiera e da
lavoratori a domicilio dell’industria tessile, che procedettero per molti anni a
sistematiche distruzioni di opifici e telai.
Il movimento venne duramente represso dalle autorità inglesi, con la

condanna a morte dei suoi maggiori esponenti.
112



Lo Stato contribuì allo sfruttamento dei lavoratori, vietando loro di associarsi per
rivendicare i propri diritti (Combination Acts, istituiti nel 1799-1800).
Soltanto con l’abrogazione del divieto (1824-25) i sindacati operai (Trade

Unions) poterono agire legalmente per ottenere migliori condizioni
economiche e giuridiche.
Ciò non impedì la nascita nel 1838 del movimento cartista, il quale partendo da
rivendicazioni soprattutto di carattere politico (suffragio universale maschile,
voto segreto, rinnovo annuale del Parlamento, remunerazione degli eletti), ebbe
un notevole influsso sull’emanazione di una legislazione sociale volta a tutelare
il lavoro femminile e dei minori.
Per le rivendicazioni politiche, invece, bisognerà attendere fino al 1884
(adozione del suffragio universale, giornata lavorativa di otto ore).
113
I Paesi in ritardo
114
I PAESI IN RITARDO



Lo sviluppo inglese fu uno sviluppo spontaneo, lento
e graduale e riuscì a godere dei vantaggi del primo
First comer (assenza di concorrenti, ect..)
I ritardatari partirono più tardi utilizzando i c.d.
vantaggi dell’arretratezza utilizzando le innovazioni
già sperimentate in Gran Bretagna.
I ritardatari cercarono i recuperare il ritardo
agganciando il paese leader ricorrendo a c.d. fattori
sostitutivi (banche, Stato, ect..)
115
I PAESI IN RITARDO (Paesi Bassi e
Belgio)



Alcuni Paesi seguirono e/o addirittura rappresentavano dei
competitors significativi della Gran Bretagna (GB).
Paesi Bassi: possedevano un PIL quasi doppio della GB, con
una agricoltura progredita, specializzata (ortaggi, fiori, ect..)
– sitema dei polders -, abbondanti allevamenti (produzioni di
carne, latte, formaggi), una lunga tradizione tessile e della
cantieristica e infine un vasto impero coloniale e un ottimo
sistema finanziario.
Belgio: con l’indipendenza (1830) dai Paesi Bassi aveva
adottato il modello inglese, possedeva un’importante
industria cotoniera e siderurgica, grandi giacimenti di
carbone e ferro e l’esistenza di un sistema di canali e vie di
comunicazione nonché un ottimo sistema ferroviario
116
realizzato dallo Stato.
Lo sviluppo industriale della
Francia
117
L’alternativa francese al “modello” inglese
La Francia presenta
Queste differenziazioni
Una forte differenziazione
In un periodo
in cui si guardava
Dal modello inglese
Al modello inglese come l'unico
possibile per lo sviluppo
Lento e
Hanno prodotto una visione
negativa dello sviluppo francese
Considerato a lungo
Alla fine degli anni '70
è incominciata
Una revisione di questa
tradizionale visione
ritardato
Che ha inserito la Francia
Nei casi di industrializzazione
di successo sui generis
Gli storici-economici si sono
domandati anzitutto perché
La Francia non fu la
prima ad industrializzarsi ?
118
Alcuni ritengono che la Francia aveva tutti i pre-requisiti per l'industrializzazione
● Nel '700 la Francia era un paese popolato
● Con un mercato interno grande e unificato fin dal Medioevo
● Aveva un'agricoltura prospera anche se non dinamica
● Una buona tradizione di manifatture pre-industriali
● Una crescita economica paragonabile a quella inglese
I livelli di diffusione della cultura erano più bassi dell'Inghilterra
In realtà non era
esattamente così perchè:
La distribuzione del reddito era più accentrata
L'aristocrazia era meno orientata verso gli affari
e più su investimenti sicuri (mentalità di rentier)
E, soprattutto, la monarchia era ancora fortemente assolutista
Gli inizi della
Rivoluzione francese
Furono determinati proprio
da un forte contrasto tra
Monarchia e borghesia
Sulla questione del
diritto ad imporre le tasse
Questa questione era stata
già risolta in Inghilterra
A favore del Parlamento
già un secolo prima
119
Con i suoi estremismi
La Rivoluzione francese
E la salita al potere
di Napoleone
Trascinarono la Francia in un
continuo conflitto (1790-1815)
Ma tagliarono fuori la Francia
dalle innovazioni inglesi
In conclusione: furono proprio i fattori istituzionali a rivelarsi meno favorevoli
rispetto alla G.B.
Lo sviluppo industriale
Un andamento ciclico non lineare
Per questi motivi
in Francia ebbe
Le guerre stimolarono
Certe industrie
►
Senza periodi di particolare accelerazione Che possano essere identificati come un «decollo»
A differenza dell'Inghilterra
L'agricoltura non favorì
l'incremento produttivo
Tali da generare uno spostamento
verso l'attività industriale
●La frammentazione della proprietà fondiaria
●La mancata Rivoluzione demografica
Non si formarono eccedenze
consistenti di manodopera
E ciò per due motivi:
120
LA FRAMMENTAZIONE DELLA PROPRIETÀ
PRIVATA
Questa frammentazione era avvenuta
dopo la Rivoluzione francese
La suddivisione di
queste terre ai contadini
Da scoraggiare
l'investimento
di capitali
in agricoltura
Favorì un assetto
della piccola proprietà
Quando furono spezzettati i grandi possedimenti
appartenenti ai nobili e alla Chiesa
Fu effettuata in appezzamenti
così piccoli che il reddito fu
talmente modesto
Inoltre il Codice
napoleonico prevedendo
Rafforzando l'attaccamento
dei francesi alla terra
La suddivisione
ereditaria tra i figli
Causando un lento
sviluppo demografico
121
LA MANCATA RIVOLUZIONE DEMOGRAFICA
La causa del lento sviluppo
demografico della Francia
È da ricercare,
probabilmente, nel tentativo
Delle famiglie contadine
Di contenere lo
spezzettamento della terra
Facendo pochi figli
Alla metà del XIX secolo
L'incremento della
natalità della popolazione
In Inghilterra e nel Galles
era dell'11 ‰ all'anno
Nello stesso periodo
Il tasso di natalità
in Francia
Era appena del 3 ‰
Tale rimase fino al
Novecento inoltrato
Anche il processo
di urbanizzazione
Fu meno pronunciato
Sia per la maggiore importanza dell'agricoltura
Nel 1851 la Francia aveva il 64%
della popolazione attiva in agricoltura
Sia per la minore necessità di accentramento
delle lavorazioni industriali francesi
Nonostante questi
fattori di freno
L'industria
Continuò a progredire
122
lentamente
IL SETTORE INDUSTRIALE
Si mantennero
molto importanti
►
Le tradizionali industrie
dei tessuti di seta
Importante era
l'industria della moda
Si impiantò la
moderna siderurgia
Localizzate particolarmente
a Lione
Di cui la Francia rimase
a lungo leader
Crebbe la meccanizzazione
nell'industria cotoniera
Il complesso più
famoso e moderno
Fu quello di Creusot aperto nel 1785
Con l'aiuto finanziario
di Luigi XVI
►
Veniva introdotta
l'illuminazione a gas
A partire dagli
anni '40 dell'800
E si modernizzava l'industria del vetro e della ceramica
(la più famosa era la Saint Gobain fondata come
Manifacture Royale nel 1665 da Colbert)
Gli investimenti cominciarono
a spostarsi
Come le costruzioni
ferroviarie
Dalla terra e dagli immobili
verso settori più redditizi
Che usufruirono dei vantaggi di
un'organizzazione centralizzata
E dell'assistenza123
finanziaria dello Stato
Le ferrovie incentivarono
il progresso industriale
►
Ed il passaggio
dall'industrializzazione
leggera a quella pesante
Un buon trasporto fluviale
Nonostante la Francia
disponesse già di
L'espansione dell'industria
dell'acciaio
►
►
E soprattutto di un'ottima rete stradale
Si ebbe solo a partire
dalla fine dell'800
Adottò tecniche arretrate di
estrazione (i convertitori Bessemer)
Inoltre fu danneggiata
La Francia fu
in prima linea
Perché la Francia scoprì molto tardi
le sue ricchezze di minerali di ferro
Poco adatte a minerali ricchi di fosforo
Dall'annessione dell' Alsazia-Lorena
alla Prussia dopo la guerra del 1871
Con l'industria
automobilistica
Panhard (1885)
Tuttavia le case
automobilistiche francesi
Velocizzando i trasporti e
Facilitando gli scambi
commerciali
Famose erano le case
automobilistiche
Peugeot (1895)
Non seppero volgersi
alla produzione di massa
Renault (1898)
Se non più tardi quando
imitarono gli USA
124
In conclusione
L'industria francese fu:
Molto più diversificata di quella inglese, più dispersa nelle campagne
Di dimensioni più ridotte e a carattere artigianale
Ad alto valore aggiunto
Per consumatori dotati di elevato potere d'acquisto
Volta verso la produzione di beni di consumo di lusso
Largamente finanziata dagli stessi proprietari attraverso il reinvestimento dei profitti

Particolarmente prospera fu la Belle Èpoque, il periodo immediatamente precedente la I
guerra mondiale, che vide la Francia proiettata su una dimensione internazionale
125
IL SISTEMA FINANZIARIO
Protestanti
In Francia operavano
banchieri privati
Ebrei
Stranieri trasferitisi a Parigi durante il I impero
Finanziò il commercio internazionale
Essi costituivano
la c.d.
Haute Banque
che nel XIX sec.
Sottoscrisse titoli del debito pubblico
Investì nelle ferrovie e nelle assicurazioni
►
Si trattava di vere e
proprie banche d’affari
Durante il II impero
Tra di esse si distingueva
la banca dei Rothschild
la cui sede principale era
a Francoforte
Ma che aveva filiali anche
a Vienna, Londra e Napoli
Il sistema bancario francese
Si consolidò con la nascita
di grandi Istituti di credito
126
Quali il
Crédit Foncier
Crédit Mobilier - fondato nel 1852 dai fratelli Pereire, ex dipendenti dei Rothschild
Credit Lyonnais - fondato nel 1863
►
Il Credit Mobilier
Fallì nel 1867
Avrebbe dovuto funzionare
come i grandi istituti belgi
In seguito (1872) fu fondata la
Banque de Paris e des Pays Bas
nota come Paribas
Ma il diverso contesto
economico non lo permise
Ma l'importanza delle banche nel
finanziamento dell'industria francese
non fu mai rilevante
127
IL RUOLO DELLO STATO
Lo Stato francese dopo il
periodo pre-rivoluzionario
E a mantenere
un protezionismo
Lo Stato
sostenne invece
Non intervenne
particolarmente
nell'industrializzazione
Si limitò ad estendere la
costruzione di infrastrutture
Che dopo il l° periodo d'industrializzazione
non può essere considerato positivo
Una serie di importanti scuole superiori
e scuole tecnico-professionali
La capostipite fu l’école des
ponts et chaussés (1747)
 Anche
il colonialismo francese fu meno significativo dal punto di vista economico di
quello inglese
128
Gli Stati Uniti
d’America
129
La nascita di un Paese libero e nuovo

Gli Stati Uniti sono un paese caratterizzato da un immenso territorio e ricco di
risorse naturali. Il decollo dell’economia USA è del 1840 – 1860 anno in cui è già
il secondo Paese più industrializzato. Gli USA avevano conosciuto quindi tassi di
crescita superiori alla GB a dispetto degli altri che vedevano aggravarsi il distacco
dalla GB. Anche la popolazione era raddoppiata ogni 23 anni. Malgrado ciò, visto
l’estensione dei territori, vi era una bassa densità di popolazione e un livello di
istruzione più elevato con il principio dell’insegnamento gratuito e obbligatorio
per la popolazione bianca.

La Guerra di Indipendenza (1775-1783) scaturiva dalla protesta alla politica
mercantilista della GB. I coloni dovevano rivolgersi alla madrepatria per
acquistare manufatti e le merci importate ed esportate dovevano battere bandiera
inglese (Navigation Acts). Inoltre manufatti provenienti da altre nazioni dovevano
prima raggiungere un porto inglese e pagare un dazio (Staple Act 1663)

L’aumento della popolazione, il nascere di una certa attività produttiva resero
questi vincoli troppo restrittivi e crearono la consapevolezza di una maggiore
libertà economica.
130
La nascita di un Paese libero e nuovo






La colonizzazione dell’Ovest (il
mito della frontiera) ha avuto una
notevole
importanza
nello
sviluppo degli Stati Uniti.
1803 acquisto della Luisiana dalla
Francia di Napoleone;
1819 Annessione della Florida
dalla Spagna
1845-48 Sottrazione al Messico di
New Mexico, Texas e California.
L’avanzata dell’uomo bianco
distrusse la povera economia dei
pellerosse
fondata
sull’allevamento dei bisonti.
Le nuove terre furono concesse
dal Governo federale e prezzi
bassissimi. In seguito (1841) fu
concesso di diritto di prelazione,
quando venivano messe all’Asta,
a chi la coltivava. Nel 1962
l’Homestead Act assegnò 65
ettari a coloro che l’avevo
coltivata per almeno 5 anni.
131
Frederick Turner – storico della frontiera
Descriveva quattro tappe della colonizzazione

1.
2.
3.
4.
Pionieri cacciatori e mercanti
Allevatori di bovini e ovini
Agricoltori
Insediamenti nelle città

I coloni dovevo avere comunque risorse per poter sopravvive mesi e anni senza
raccolti e riserve e inoltre possedevano rudezza, spirito di indipendenza,
individualismo, intraprendenza.

Le Banche americane assunsero il carattere di banche di emissioni di carta
moneta. Diversi tentativi di una unica Banca a livello federale ma furono dei
fallimenti. L’industrializzazione dell’Est favorì, in quella parte del Paese banche
più solide, mentre all’Ovest, queste erano legate alle fortune dei coloni.

A poco a poco avvenne una vera Divisione del lavoro su base geografica: l’Est
industrializzato, l’Ovest agricolo mentre il Sud produttore di cotone.
132
La prima industrializzazione degli Stati Uniti




L’industrializzazione degli USA fu caratterizzata dall’esistenza di un
mercato in continua espansione, dall’introduzione di nuove macchine e
dalla produzione di massa.
Tuttavia lo sviluppo era condizionato dal sistema dei trasporti il cui alto
costo rendeva inutilizzabile le ricchezze dell’America.
Strade e corsi d’acqua (canali) non riuscivano a garantire i collegamenti
tra le grandi distanze. Solo con la Ferrovia, determinante per la creazione
di un grande mercato interno.
All’inizio molte manifatture utilizzavo tecnologia inglese.
Successivamente numerosi furono gli apporti degli americani:
- Slater – il primo filatoio per il cotone;
- Lowel - unificò il processo di filatura e tessitura;
- Evans – costruì una macchina a vapore per i battelli;
- Morse – il telegrafo;
- Howe – mise a punto la macchina per cucire.
133
La prima industrializzazione degli Stati Uniti

Il ricorso alle macchine era una scelta obbligata visto l’alto costo della
manodopera. Le innovazioni più importanti furono la standardizzazione dei
prodotti e la catena di montaggio volte a risparmiare manodopera. Il sistema
produttivo era basato su pezzi intercambiali. Ciò consentiva di incrementare la
produzione e di ottenere oggetti composti da singoli pezzi con consistente
abbattimento dei costi. Il sistema americano si diffuse successivamente in
tutto il mondo.

Le industrie principali furono il tessile (l’industria cotoniera – anche
attraverso innovazioni nella produzione della materia prima – il cotone) ,
siderurgica e dei macchinari collocate prevalentemente nel NordEst. La
macchina per cucire diede un forte impulso alla produzione in serie di abiti
confezionati e di calzature.

Il NordEst concentrò le principali industrie per l’afflusso di capitali dalle
attività marittime e dei commerci, la nascita di banche solide e la presenza di
manodopera immigrata proveniente dall’Europa. Infine un buon livello e
sistema di istruzione.
134
Gli Stati in formazione
Germani e Italia erano due stati divisi e
in formazione con uno Stato leader:
Prussia e Piemonte
135
La Germania


La Germania era un paese molto
frantumato, diviso in 360 Stati.
Solo con il Congresso di Vienna
del 1815 furono ridotti a 39 con
due grandi Stati: Prussia ed
Austria.
Lo Stato dell’agricoltura era
diviso tra occidente e oriente.
L’agricoltura occidentale era
simile e quella francese con
contadini che coltivavano e
pagavano in natura o denaro il
signore, mentre quella orientale
era costituita da grandi latifondi
JUNKER in condizione servile e
di sfruttamento
136
La Germania

Le riforme economiche più importanti alla fine del ‘700 e ai primi dell’800 furono:
-
Emancipazione della servitù (editto 1807) e abolizione della distinzione tra proprietà
nobiliari e non nobiliari ai fini delle successioni e delle vendite, abolizione dei diritti
feudali e ripartizione delle terre. Abbandono dei sistemi dei campi aperti, la riduzione
del maggese, l’introduzione della patata e di foraggere con l’ampliamento della
zootecnia;
Creazione di un mercato comune tra gli Stati tedeschi. Prima si contavano 1800 circa
barriere doganali. La Confederazione germanica le ridusse. La Prussia nel 1818
soppresse al suo interno tutte le barriere doganali. Nacquero tre Leghe: al Nord
prussiana, al Sud Baviera e Wuttemberg, al centro con l’Austria. La Lega centrale si
sfaldo e quella del Nord diede vita all’Unione doganale (Zollverein);
Creazione di monete uniche. La Nord il fiorino e al Sud il tallero per facilitare i
pagamenti;
Miglioramento dei mezzi di trasporto e in particolare le ferrovie;
Eliminazione delle corporazioni e la creazione di un libero mercato delle professioni.
-
-
L’industria era ancora arretrata e fondata sul lavoro a domicilio di agricoltori o
abitanti delle città. Il sistema della fabbrica arrivò solo dopo.
137
L’Italia
Dopo essere stata tra le aree più ricche dell’Europa conobbe
un lungo declino e uno sviluppo solo da partire dal XX secolo.
Gli Ostacoli allo sviluppo:
a)
b)
c)
d)
e)
f)
Lenta crescita demografica rispetto agli altri Paesi;
Terreni poco fertili e insufficienti al fabbisogno alimentare;
Risorse minerarie scarse;
Sistema dei trasporti inadeguato;
Scarsa disponibilità di capitali e quelli disponibili erano orientati ad impieghi sicuri;
Assenza di un mercato nazionale unico.
Con il periodo napoleonico furono avviate alcune importanti riforme:
a)
b)
c)
d)
Introduzione del codice civile e del codice del commercio;
Abolizione delle corporazioni e delle barriere doganali;
Unificazione ei sistemi dei pesi e delle misure;
Abolizione del sistema feudale (solo nel 1806 nel Regno di Napoli con le leggi eversive
della feudalità). Venivano aboliti i diritti e privilegi feudali e si provvedeva alla
ripartizione delle terre ecclesiastiche e comuni. Nel Regno di Napoli la ripartizione ai
contadini avvenne a rilento e con meccanismi che finirono per ritornare tra le mani di
138
nobili e borghesi.
L’Italia

L’economia italiana fu caratterizzata dalla prevalenza dell’agricoltura con il 70% della
popolazione attiva impegnata.

A metà ‘800 si registro un aumento della produzioni cerealicoli tuttavia insufficienti per il
fabbisogno interno. Il Riso viceversa continuò ad alimentare una discreta esportazione.
Molte altre piccole produzioni di nicchia furono destinate all’esportazione (bachicoltura,
canapa, olio, arance, vino);
I miglioramenti produttivi furono possibili solo nel Nord dove si avviarono grandi aziende
agricole capitalistiche con nuovi investimenti e macchinari. Al Centro insisteva la tecnica
della mezzadria mentre al Sud la conduzione era quella del latifondo e dello sfruttamento dei
contadini con metodi tradizionali.
L’industria era ancora arretrata. L’Italia era un paese importatore di manufatti ed esportatore
di prodotti alimentari e materie prime. L’esportazione più evidente era la seta verso il
mercato francese. L’industria cotoniera fu la prima ad adottare il sistema di fabbrica.
L’industria meccanica era concentrata in alcune aree del paese (Milano, Torino, Napoli). Le
costruzioni ferroviere erano circoscritte nell’ambito dei piccoli Stati e nel Sud (dopo
Salerno) era del tutto sconosciuto.
Il sistema del credito era limitato alle città e inadeguato allo sviluppo produttivo. La banca
di emissione più importante era la Banca Nazionale Sarda sorta a Torino 1849 e di rilievo
quella Banca nazionale Toscana. Il Banco delle Due Sicilie esercitava il monopolio
dell’attività bancaria ed rilasciava ai depositanti ricevute (fonti di credito) senza emettere
banconote.
139



Sviluppo e grande industria
(1850-1914)
140
Sviluppo e grande industria
(1850-1914)



A metà del XIX secolo esisteva ormai un sensibile divario tra
le zone più dinamiche dell’Europa e il resto del mondo
Interessante è il caso della SPAGNA che nel ‘500 era stata
alla guida delle scoperte geografiche e di grandi ricchezze di
oro. Tali ricchezze furono utilizzate per finanziarie le guerre e
il lusso dell’aristocrazia con pochi investimenti. Quanto tali
flussi di ricchezze provenienti dalle colonie si ridussero la
Spagna dovette dichiarare bancarotta conoscendo un lungo
periodo di ristagno.
Tuttavia in Europa nel periodo dal 1850 fino alla 1° guerra
mondiale si registrò uno sviluppo economico senza
precedenti.
141
Sviluppo e grande industria
(1850-1914)


L’economia europea e americana si trasformarono
profondamente. L’industria divenne il settore
trainante e la borghesia assunte il controllo politico
assieme alle vecchie élites aristocratiche.
Tuttavia la crescita non fu uniforme e si alternarono
brevi fasi cicliche (Juglar) ma anche lunghe fasi di
espansione e depressione. In particolare due di
espansione e una di depressione (Kondrat’ve)
142
1°Fase di espansione (1850-1873)




Fu un periodo caratterizzato dalla crescita dei prezzi, dei salari
e dei profitti con maggiori investimenti. Un periodo quindi di
rapido sviluppo in tutti i settori. I principali fattori furono:
Il libero scambio – con la riduzione delle barriere e tariffe
doganali. Molti governi europei ricorsero ai Trattati
commerciali che fissavano dazi e regole reciproche. I trattati
contenevano altresì anche la clausola della nazione più
favorita secondo cui ciascun Paese avrebbe dovuto estendere il
regime più favorevole che avesse stabilito con altre nazioni.
Lo sviluppo dei mezzi di trasporto con l’incremento della rete
ferroviaria.
La scoperta di nuovi giacimenti di oro in California, Australia,
Canada, Nuova Zelanda. 80% della produzione veniva
impiegata per coniare monete d’oro o come riserve a garanzia
della moneta cartacea. Ciò aumentò la disponibilità di mezzi143di
pagamento.
Fase di depressione (1874-1896)






A partire dalla crisi finanziaria di New York, Berlino e Vienna si avvio una
fase di riduzione dei prezzi con una frenata dei salari e dei profitti. Le lotte dei
partiti socialisti e del movimento sindacale furono accentuate da questa
situazione di crisi.
Il crollo di prezzi fu dovuto all’aumento dell’offerta dei prodotti agricoli ed
industriali.
Inoltre la riduzione dei costi di trasporto favorì l’introduzione sul mercato
europeo dei prodotti agricoli americani e russi con una evidente crisi agraria.
Infine la diminuzione della produzione di oro ridusse la quantità di moneta in
circolazione non più sufficiente a soddisfare l‘accresciuto volume di affari e di
traffici.
I Paesi colpiti reagirono con politiche protezionistiche sostenuti dagli
industriali ma anche dagli agrari che subivano l’invasione dei prodotti agricoli
di paesi lontani.
In questo periodo vi fu anche una ripresa del colonialismo dopo la pausa
dovuta all’indipendenza americana e a quella dei Paesi latino-americani. In
meno di vent’anni le principali potenze assoggettarono l’Africa, l’Asia e
144
l’Oceania.
2° Fase di espansione (1896-1914)




A partire dal ’96 l’economia mondiale riprese a crescere. La
produzione industriale riprese a crescere, si affermò una
nuova fonte di energia (il petrolio), si diffuse l’elettricità e si
svilupparono nuovi mezzi di trasporto.
E’ questa la Belle époque.
I
processi
di
ristrutturazione
aziendali
avviati
precedentemente e le politiche protezionistiche avevano
raggiunto i loro scopi di rafforzamento industriale.
Infine la scoperta di nuovi giacimenti di oro in Alaska e
Canada (la corsa all’oro) rese possibili nuovi mezzi di
pagamento per assicurare i crescenti traffici commerciali.
145
Popolazione, urbanesimo ed
emigrazione

La popolazione mondiale passò a 1,3 miliardi a 1,8 miliardi ed in Europa da
275milioni a 460milioni con un incidenza sulla popolazione mondiale del
27% rispetto al 20% dell’inizio del secolo XIX.

L’alimentazione divenne più ricca e varia. I progressi della medicina (Pasteur
con i vaccini contro tifo, difterite, tetano, colera, tubercolosi) e la chirurgia
(anestesie). Si sviluppò l’industria farmaceutica. Si ridusse il tasso di mortalità
ma anche quello di natalità visti i cambiamenti di stili di vita anche nelle classi
operaie. La vita media in Europa si allungò a 50 anni.

L’istruzione si estese con sistemi scolastici assicurati dallo Stato. La Germania
costituì un’eccellenza.

L’incremento demografico favorì lo spostamento della popolazione dalle
campagne alle città e forti processi di urbanizzazione. Agli inizi del’900
Londra contava 4,5 milioni e Parigi 2,5 milioni rispetto a 1 milione dell’inizio
dell’800. La popolazione urbana inglese passò dal 52%. al 78%.
146
Popolazione, urbanesimo ed
emigrazione

Anche le strutture e funzioni delle città si modificarono. Dalla convivenza dei
differenti ceti in uno stesso edificio la città si organizzò per quartieri borghesi
e operai. Fu inoltre necessario provvedere all’infrastrutturazione primaria
(luce, gas, sistemi fognari, trasporti, ect..)

L’emigrazione rappresentò un’altra conseguenza dello spostamento dalla
campagne. Le principali destinazioni furono America (Stati Uniti e Argentina,
Brasile, Canada) o Oceania. I Russi verso la Siberia. Le partenza furono in
costante crescita. I paesi di provenienza se prima erano dell’Europa
settentrionale ben presto divennero dell’Europa meridionale (Italiani,
spagnoli, portoghesi e greci). I flussi migratori furono anche interni all’Europa
(Est-Ovest e Sud-Nord).

Gli effetti furono diversi. Per i paesi di partenza un impoverimento delle forze
lavoro ma benefici per l’alleggerimento della pressione demografica. Per i
paesi di destinazione nuove risorse umane già formate, intraprendenti con
gravi problemi tuttavia di integrazione e di sfruttamento.
147
Lo sviluppo dei trasporti






L’emigrazione fu favorita dal miglioramento dei sistemi di trasporto.
La vera rivoluzione a partire dal 1850 fu costituta dalla Ferrovia. In meno di
settant’anni si costruì il sistema ferroviario europeo. I problemi tecnici (traforo delle
montagne, costruzioni di ponti, velocità delle locomotive) ed economici (grandi
investimenti e costi elevati rispetto alle possibilità di pay-back, costituzione di
società per azioni e speculazioni borsistiche) furono affrontati rapidamente.
La navigazione a vapore con l’introduzione dell’elica a pale e della costruzione delle
navi di ferro, più veloci e regolari, costituì l’altra rivoluzione dei trasporti. Nacquero
le società di navigazione visti i costi di realizzazione. Si sviluppò il sistema dei
tramps navi senza itinerario fisso on-demand. Si costruirono nuovi porti per le navi
in ferro e canali (Suez e Panama) con grandi modificazioni delle tratte commerciali.
La possibilità di trasportare in poco tempo derrate agricole favorì la specializzazione
agricola delle regioni del mondo.
L’automobile intanto annunciava una nuova era e l’avvento del motore a scoppio
(Daimler e Benz) divenne determinante.
Infine alla vigilia della 1°Guerra mondiale il telegrafo (Samuel Morse 1971)
ricopriva l’intera Europa e collegava via cavo gli Stati Uniti. Il Telefono (Antonio
Meucci 1871) iniziava ad essere usato per gli affari e Marconi (1896) inventava la
radio.
148
Il sistema bancario e finanziario


1.
2.
3.
4.


Lo sviluppo economico fu favorito dalla nascita dei moderni sistemi bancari nazionali
e dall’adozione del gold standard da parte di tutti i Paesi.
Nacquero nuovi forme di credito e istituti:
La casse di risparmio per raccogliere il risparmio dei piccoli risparmiatori;
Gli istituti fondiari alla scopo di concedere mutui a lungo termine (50 anni) garantiti
sugli immobili;
La banche cooperative per concedere prestiti ai soci;
Le banche commerciali o di deposito costituite come società anonime con molti
sportelli distribuiti per raccogliere il grande risparmio e investire in varie forme.
Al vertice del sistema era posto l’Istituto di Emissione come banca di ultima istanza al
quale si rivolgevano le banche per ottenere anticipazioni in caso di necessità a fronte di
un interesse tasso ufficiale di sconto. Gli istituti con il tempo svolsero anche funzione
di controllo e divennero banche centrali.
Gli Istituti di emissione iniziarono ad introdurre la moneta legale (banconote) con una
riduzione di quelle metalliche in circolazione. Alla vigilia della1°guerra mondiale
ormai i mezzi di pagamenti erano costituiti da moneta bancaria.
149
Il sistema bancario e finanziario






I sistemi bancari avevo diverse caratteristiche:
MODELLO ANGLOSASSONE come banca pura che raccoglieva depositi a vista e
concedeva impieghi a brevi. Una Merchant banks con il compito di favorire pagamenti
internazionali o collocamento di titoli obbligazionari.
MODELLO CONTINENTALE TEDESCO come banca mista con raccolta di depositi
a vista e impieghi a breve, medio e lungo termine con evidenti rischi di
immobilizzazioni ma un forte rapporto con le imprese delle quali spesso diveniva
anche azionista.
La Francia adottò un sistema più simile a quello inglese con “banche di deposito” e
“banche di affari” per gli investimenti industriali.
Un altro elemento importante fu l’adesione di tutti i paesi al Gold Standard e quindi
all’adozione del sistema aureo. All’inizio solo la G.B. aveva il sistema aureo mentre
gli altri il bimetallismo (argento e oro) con evidenti problemi su piano della
definizione del rapporto di valore tra oro e argento che cambiava costantemente. Dal
1873 al 1900 tutti i paesi adottarono il gold standard e il sistema favori il commercio
internazionale in presenza di tassi di cambio fissi stabiliti dal valore e dal contenuto di
oro. In tal modo fu eliminato il rischio cambio.
La Sterlina tuttavia risultava la moneta principalmente accettata per gli scambi
internazionali sia per i servizi finanziari assicurati che per la solidità del sistema
150
bancario inglese.
La trasformazione dell’agricoltura






La popolazione mondiale ed europea crebbe perché le derrate alimentare
furono più che sufficienti a soddisfare il fabbisogno alimentare.
Determinate fu l’introduzione delle macchine agricole e della
meccanizzazione (trattori a vapore, mietitrici e trebbiatrici. La macchine si
affermarono però solo in grandi proprietà e con pratiche monocolturali
(granaio).
Altro elemento l’introduzione dei concimi da quelli naturali (il letame)
all’utilizzo di quelli chimici (fosfati, potassa e nitrati).
La trasformazione fu assicurata dall’estensione dello spazio agricolo
(bonifiche) e dalla eliminazione del maggese.
Dove l’Europa era industrializzata anche l’agricoltura esprimeva una forte
produttività
Infine l’Europa riesce a crescere anche grazie all’importazione di derrate
alimentari. Le zone temperate (Stati Uniti, Canada, Argentina) si sviluppò
un’agricoltura estensiva. Nelle zone tropicali le piantagioni (banane, caffè,
caco, tè). La produzione della gomma in Brasile.
151
Innovazione e grande industria






L’attività industriale fu caratterizzata dal progresso dei sistemi di produzione e della crescente
concentrazione aziendale. Ebbe luogo una rivoluzione tecnologica con un legame stretto tra scienza e
industria con tempi di trasformazione di una invenzione scientifica con una tecnica produttiva. La
collaborazione tra ricerca scientifica e applicazioni tecniche crebbe con l’organizzazione della ricerca
anche presso le imprese (in Germania la Bayer)
L’industria siderurgica iniziò a produrre acciaio a buon mercato. All’inizio Bressemer brevettò un
nuovo sistema che lasciava delle scorie di fosfati. Successivamente i fratelli Martin-Siemens consentì
di produrre acciaio di qualità. Nel 1889 fu celebrata la Torre Eiffel.
L’industria metallurgica vide l’utilizzo di nuovi prodotti (alluminio, rame, nichel)
L’industria chimica fu tra le protagoniste della seconda rivoluzione industriale dai prodotti
farmaceutici ai fertilizzanti, dagli esplosivi alle materie plastiche. L’industria della gomma iniziò
negli Stati Uniti attraverso un processo di vulcanizzazione e Dunlop brevettò il pneumatico.
L’industria elettrica è l’altra protagonista della seconda rivoluzione industriale. Gramme costruì una
macchina che produceva elettricità dalla macchina a vapore. Edison inventò la lampadina elettrica.
L’elettricità fu applicata nei trasporti e nelle comunicazioni. E infine favori la nascita dell’industria
cinematografica (Lumière).
Una nuova fonte di energia fu il petrolio utilizzato per il motore a scoppio. La prima estrazione negli
Stati Uniti nel 1859. Di seguiti l’industria automobilistica con i fratelli Renault in Francia e la Fiat in
Italia. Negli Stati Uniti Henry Ford nel 1914 occupava uno stabilimento con 14.000 operi. E infine la
macchina da scrivere, il miglioramento delle macchine tipografiche e la macchina fotografica
(Kodak)
152
La dimensione delle imprese




La dimensione dell’impresa rimase modesta fino all’ultimo quarto del XIX
secolo. Successivamente iniziarono a svilupparsi processi di aggregazione e la
nascita di grandi imprese che disponevano di grandi capitali e concentravano
un gran numero di lavoratori. La forma giuridica era la società anonima o per
azioni. Le forme di concentrazione che avvennero furono sia orizzontali che
verticali. Negli Stati Uniti nacquero le Corporations.
Le imprese nascevano come familiari ma dopo due generazioni era difficile
assicurare che rimanessero in mano alle famiglie. Le generazioni cresciute
nell’agio finivano per vendere. Inoltre si giunse anche alla separazione tra
proprietà e management. Si iniziò a delegare ai manager la gestione
dell’impresa essendo questi formati e capaci.
Alcune imprese stabilirono accordi: cartelli o trust. Il trust fu la forma
prevalente negli Stati Uniti in cui una società madre Holding deteneva le
partecipazioni delle altre imprese.
Nascevano altresì le multinazionali che operavano in diversi paesi secondo le
leggi nazionali. Nascevano anche le Cooperative tra lavoratori. Cooperative di
consumo, di produzione, agricole e di credito.
153
Taylorismo

La grande impresa cominciò ad organizzarsi
scientificamente. L’ingegnere americano Frederick
Taylor si rese conto che le grandi fabbriche erano
troppo grandi per verificare i risultati e che quindi
era necessario, attraverso la catena di montaggio,
dividere il lavoro in piccole fasi semplici e
controllabili. Attraverso queste fasi era possibile
fissare tempi rapidi di ogni operazione e controllare i
risultati. Tutto ciò fu molto criticato dai sindacati per
le condizioni di alienazione dei lavoratori.
154
Le vie nazionali allo sviluppo
155
I diversi ritmi di sviluppo



L’andamento dello sviluppo fu diverso da paese a
paese con fasi alterne nei periodi 1820-1970 e 18701913.
La Gran Bretagna mostra un rallentamento nel
secondo periodo mentre gli Stati Uniti continuano a
svilupparsi con intensità recuperando fino ad arrivare
alla vigilia della guerra (1914-1918) che avevano già
superato la GB
Germania e Francia accelerarono nella rincorso alla
GB mentre Italia, Russia e Giappone mostravano una
certa vitalità
156
157
Il declino della Gran Bretagna




Il periodo di declino in verità coincise con un periodo di
grande prosperità che coincise con l’epoca vittoriana (18371901). L’epoca vittoriana si chiuse con un declino
dell’economia inglese.
Un elemento di forza fu costituito dalla crescita demografica
che non si arrestò e dal primissimo piano dell’industria specie
quelle trainanti (tessile e siderurgia). Malgrado ciò la quota
dell’industria manifatturiera all’inizio della 1° guerra
mondiale era ridotta al 14% rispetto all’iniziale 32%.
La GB conservava il primato del commercio internazionale
con una bilancia commerciale in disavanzo (per
l’importazione di derrate alimentari e altri manufatti) e una
bilancia dei pagamenti in avanzo (per i servizi finanziari,
assicurativi e di nolo che svolgeva)
Il governo britannico rispetto a tutti gli altri non rinunciò 158
al
laissez-faire e stabili rapporti preferenziali con le colonie
Il declino della Gran Bretagna

Le principali motivazioni sono:
a) Lo svantaggio del first comer. Il sistema industriale essendo
stato il primo si ritrovò rispetto agli altri ad essere già obsoleto e
la possibilità di vendere comunque i prodotti ai mercati delle
colonie rese gli imprenditori pigri nell’innovazione.
b) La dipendenza dall’estero. A causa dell’incremento costante
della popolazione la dipendenza dall’estero delle derrate aumento
fino ad arrivare al 75%
c) Il sistema dell’istruzione. Si rilevò inadeguato riservando poca
attenzione alla preparazione scientifica, con un approccio troppo
aristocratico. La scuola elementare obbligatoria fu introdotta
troppo tardi rispetto agli altri.
d) Il ruolo della Stato. Se nel periodo successivo alla rivoluzione
(1688) lo Stato era fortemente intervenuto (Atti di navigazione,
sistema fiscale, recinzione delle terre, ect..) successivamente
159
svolse un ruolo meno forte.
L’economia francese

I caratteri dell’economia francese:





La tendenza ad una lenta crescita demografica a causa di un basso tasso di
natalità. La Francia divenne addirittura terra di immigrazione;
La presenza in agricoltura del frazionamento della proprietà, la forte
specializzazione produttiva e l’esistenza di una diffusa piccole proprietà,
divise spesso da siepi con difficoltà di introdurre macchinari. Malgrado
ciò la Francia era autosufficiente sul piano alimentare;
L’industria crebbe a ritmi rallentati per la prevalenza degli interessi
agricoli, il limitato incremento demografico e la preferenza per i prodotti
di qualità. Inoltre la perdita, con la guerra franco-prussiana 1870-1871
dell’Alsazia e della Lorena (miniere di ferro), risultò negativo
all’industria;
La presenza di un sistema di piccole e piccolissime imprese che se
garantivano flessibilità e adattabilità alle crisi, non assicuravano economie
di scala sufficienti;
Infine una limitata urbanizzazione a causa della dispersione geografica
delle imprese e lo scarso esodo dalla campagna.
L’economia francese:
Le tappe della crescita

Durante la fase del secondo impero (18521870) con Napoleone III la Francia conobbe
un periodo di accelerazione:



Costruzione della rete ferroviaria con il sistema
delle concessioni ai privati e la costituzione delle
compagnie ferroviarie;
Grandi investimenti in infrastrutture e nel sistema
dei porti (Marsiglia, Le Hauvre);
Rinnovamento edilizio delle città e di Parigi (il
prefetto Haussmann) che contava già 1,7 milioni
di abitanti nel 1856;
L’economia francese:
Le tappe della crescita


La costituzione delle banche (Crédit Mobilier, Crédit
Lyonnais e la Société Générale). Particolare importanza il
Crédit Mobilier per il credito mobiliare per il finanziamento
di lungo medio termine a fronte di una raccolta di fondi
mediante l’emissione di proprie obbligazioni. Nel 1871 la
banca fallì. Nasque il Crédit Foncier de France che svolse la
stessa funzione con finanziamenti fino a 50 anni, con ipoteca
sui beni, e rimborsi semestrali.
Infine durante il secondo impero la Francia adotto il libero
scambio attraverso Trattati bilaterali con la regola della
nazione più favorita. Il primo Trattato commerciale con la
GB con l’accordo Codben-Chevalier. Successivamente
Belgio, Italia e Prussia.
L’economia francese:
Le tappe della crescita



La sconfitta della guerra franco-prussiana 1870-1871, il crollo
del secondo impero e di Napoleone III nonché la nascita della
Terza Repubblica non misero in difficoltà l’economia. Anche
il pagamento dell’indennità di guerra alla Germania fu
facilmente rimborsato.
Le difficoltà iniziarono solo nel 1882 a seguito di una crisi
finanziaria. Le cause furono dovute alla diminuzione dei
prezzi agricoli, alla perdita dell’Alsazia e Lorena, alle
malattie delle piante del vino e della seta e al fallimento delle
compagnie ferroviarie.
Dal 1881 la Francia ritornò al protezionismo con l’adozione
della tariffa c.d. Méline per il deputato che la promosse e con
le guerre tariffarie con l’Italia e la Svizzera.
L’economia francese:
Le tappe della crescita




L’ultimo periodo prima della Grande Guerra è contraddistinto
da un periodo di prosperità la c.d. Belle époque.
L’agricoltura, al riparo dalla concorrenza, riprese a crescere e
si rafforzò la specializzazione produttiva. L’industria
conseguì migliori risultati come la produzione di carbone e la
siderurgia e si estese in nuovi rami di attività: produzione di
bauxite (alluminio) e industria automobilistica.
Anche il commercio estero riprese malgrado una bilancia
commerciale in disavanzo ma come per la GB con una
bilancia dei pagamenti in avanzo.
L’inizio del Turismo. La Francia risulterà il paese più visitato
al mondo.
L’espansione tedesca


A seguito della vittoria della guerra franco-prussiano
(1871), con Bismark primo ministro e Gugliemo I re
di Prussia, si procedette all’unificazione della
Germania, con il titolo di imperatore (Kaiser), e ad
un forte periodo di espansione.
A parte la riconquista dell’Alsazia e della Lorena
alcuni furono i fattori dell’espansione tedesca
soprattutto in un periodo che contraddistingueva la
recessione europea:
L’espansione tedesca


Il Sistema bancario sostenne la crescita economica e finanziò
gli investimenti in assenza di grandi capitali disponibili. Le
banche raccoglievano risparmi dai cittadini e li investivano
nelle grandi imprese. Al vertice fu posta la Reichsbank
(Banca dell’Impero) (1875) con il compito dell’emissione
delle banconote della nuova moneta, il marco. L’indennità di
guerra francese pagata in oro consentì alla Germania di
adottare il Gold standard. Le altre banche svolsero funzione
di banche miste. Tra queste quattro grandi gruppi (Deutsche
Bank, Dresdner, Darmastader, Disconto-Gesellschaft);
Il Sistema dei trasporti (ferrovie e marina mercantile) perché
contribuì alla costituzione di un grande mercato. Malgrado
avesse pochi sbocchi al mare la Germania ebbe la seconda più
grande marina mercantile dopo la GB;
L’espansione tedesca




Lo sviluppo della grande impresa e le tecniche oligopolistiche attuate.
Furono sviluppati i c.d. cartelli tra imprese allo scopo di regolare la
concorrenza. All’inizio contrastati dallo Stato e successivamente
regolamentati. Altre forme di alleanze furono i gruppi di interesse IG
che prevedevano accordi formali fra imprese ma anche scambio di
azioni.
I cartelli utilizzavano la tecnica del dumping. Prezzi più alti per il
mercato interno e prezzi più bassi per il mercato estero (anche
sottocosto) allo scopo di far conoscere il prodotto per poi elevarli.
Spesso ciò provocava le proteste dei consumatori.
Il ruolo dello Stato. Lo Stato contribuì in diversi modi. Quale grande
acquirente dei prodotti, favorì i cartelli, adottò una politica
protezionistica, sostenne le esportazioni anche con le proprie
ambasciate con una politica commerciale attiva. Infine lo Stato si
impegnò alla diffusione dell’istruzione scientifica e tecnica.
Bismark istituì infine il primo sistema di assicurazione obbligatoria dei
lavoratori contro malattie, invalidità e infortuni e sviluppando la prima
previdenza sociale in Europa.
L’espansione tedesca




Il settore industriale crebbe attraverso imponenti complessi
produttivi orientati alla produzione di beni intermedi e
strumentali a differenza della Francia produttrice di beni di
consumo;
La siderurgia si giovò del bacino carbonifero della Rhur e di
quello ferroso della Lorena. Famosa casa produttrice la Krupp
con 70 mila dipendenti.
Si svilupparono anche l’industria chimica (fertilizzanti e
prodotti farmaceutici), anche grazie alla ricerca scientifica, e
l’industria elettrica con la nascita del motore elettrico.
L’agricoltura crebbe con l’introduzione dei concimi chimici.
Gli Stati Uniti


Alla vigilia della guerra di secessione (18611865) gli Stati Uniti avevano già iniziato il
take-off. Alla vigilia della Grande Guerra gli
Stati Uniti contavano 92 milioni di abitanti,
un PIL superiore alla GB e 1/3 della
produzione manifatturiera mondiale.
I fattori principali di tale sviluppo furono:
Gli Stati Uniti


L’incremento della popolazione sia naturale che attraverso
l’immigrazione. Dal 1861 al 1914 arrivarono 27 milioni di
immigrati. L’inserimento non fu facile. Tra soluzioni: a)
rinunzia alla cultura propria; b) integrazione per un cultura
comune; c) conservazione della propria cultura di origine e
separazione. I Wasp White Anglo Saxon Protestant – gruppo
dominante – preferiva il primo atteggiamento e spesso impedì
l’immigrazione. Vedi il caso di Cinesi e Giapponesi.
La fine della colonizzazione con la messa a coltura o ad
allevamento delle nuove terre. Nel 1912 gli Stati Uniti
contavano 48 Stati (mancavano Alaska e Hawaii) La
produzione crebbe fortemente e gli agricoltori poterono
godere di alti redditi. Si svilupparono anche grandi proprietà
nel MidWest per l’allevamento del bestiame con la
convenienza di vendere il bestiame al Nord con prezzi
migliori rispetto al Sud.
Gli Stati Uniti

La Guerra di secessione fu un
momento decisivo per le scelte di
sviluppo
dell’economia
americana. La Guerra scaturì
dalla questione della schiavitù ma
celava la diversa impostazione e
le scelte economiche del Nord e
del Sud.
Il Nord più industriale voleva una politica più protezionistica a difesa
dlel’industria mentre il Sud più libero scambista a difesa dell’agricoltura
cotoniera e schiavista. Il Sud, dotato di poche industria, pochi capitali e
minore popolazione, risultò sconfitto e rimase per circa un secolo la parte
più povera del Paese. In effetti a causa della guerra l’Europa, grande
acquirente di cotone, si rivolse ad altri mercati come l’Egitto e l’India, che
avevano profittato della mancata produzione in tempo di guerra.
Gli Stati Uniti



Lo sviluppo industriale fu eccezionale.
Le principali industrie furono quelle di trasformazione dei
prodotti agricoli (macinazione grano, lavorazione legno,
macellazione suini) ma forti furono i progressi nella
meccanica e nella siderurgia senza considerare i nuovi settori
industriali (elettricità, petrolio, automobili).
Le industrie si organizzarono in grandi imprese (corporations)
con un forte processo di concentrazione imprenditoriale
spesso nell’ambito di gruppi familiari (J.P.Morgan nelle
banche, John Rockefeller nel petrolio, Henry Ford nelle
automobili). L’opinione pubblica era contraria alle forme di
concentrazione che favorivano alti prezzi e distorsione della
concorrenza e il Governo promulgò lo Sherman Act (1890)
quale legge antitrust.
Gli Stati Uniti

Le grandi imprese americane utilizzarono le catene
di montaggio con produzione a prezzi contenuti ma
con politiche orientate a mantenere alti salari. L’idea
era quella di consentire ai lavoratori di avere alti
redditi per assicurare loro la possibilità di acquistare
prodotti di consumo standardizzati. Il termine
fordismo da H.Ford significava una produzione di
massa di beni durevoli e la diffusione dei consumi a
tutti i ceti sociali grazie ad alti salari.
Gli Stati Uniti



Altro elemento di successo fu costituito dal grande mercato,
composto da 48 Stati, e dai nuovi sistemi transferroviari di
trasporto. La costruzione delle grandi ferrovie comportò la
nascita di grandi compagnie e la raccolta di grandi capitali
privati.
Si sviluppò anche la navigazione di cabotaggio per collegare
le due coste Pacifico e Atlantico. Il canale di Panama del
1914 facilitò queste operazioni.
Il commercio estero ed internazionale costituì una quota
limitata del commercio anche alla luce della politica
protezionistica. Tuttavia gli Stati Uniti avevano un avanzo
della bilancia commerciale.
Gli Stati Uniti



Il punto debole fu costituito dalla debolezza del sistema
bancario. Durante la guerra di secessione fu emanata una
legge che stabiliva l’inconvertibilità e che definiva banche
nazionali quelle che potevano emettere banconote e banche
statali costituite secondo leggi più permissive degli Stati
membri. Mancava un Istituto di credito di emissione c.d. di
ultima istanza.
Con la crisi finanziaria del 1907 tutto ciò risultò evidente. La
JPMorgan fu l’unica banca che riuscì a fare fronte alla
richiesta di credito e a svolgere ruolo di soccorso. A quel
punto nel 1913 fu adottato il Federal Reserve System che
istituiva un sistema di 11 banche federali in grado di
assicurare la gestione del credito.
Nel 1900 gli Stati Uniti aderirono al Gold Standard
La Russia



Il principale problema della Russia era costituito dalla
permanenza del sistema dalla servitù della gleba. I 2/3 della
popolazione erano servi della gleba.
Tre tipologie di servi: Servi dei pomesciki (proprietari terrieri), i
quali distribuivano le terre, potevano essere venduti, ceduti, dai
in pegno alla banca dei Nobili, non potevano spostarsi e solo
previa autorizzazione svolgere una qualche attività artigianale.
Facevano parte di una comunità di villaggio (Mir) e pagavano
un canone al pomesciki e altresì una imposta allo Stato. Servi
dello Stato o della famiglia imperiale con quale libertà maggiore
in tema di spostamenti e attività artigianali e i Servi domestici.
Le terre erano comuni e con il sistema dei tre campi con poche
innovazioni e con continue carestie. L’ultima nel 1902.
Numerose infatti furono le rivolte e i tumulti tutti soffocati nel
sangue.
La Russia



La sconfitta della Russia durante la Guerra di Crimea (185356) data dall’arretratezza del sistema militare, politico ed
economico della Russa convinse lo Zar Alessandro II a
procedere ad alcune riforme tra cui l’abolizione della servitù
della gleba.
I pomesciki furono obbligati a concedere in uso permanente
le terre ai contadini in cambio di un canone annuo e con la
possibilità di poterle riscattare dietro pagamento di una
somma pari alla capitalizzazione del canone al 6%.
La riforma fu incompleta in quanto l’assegnazione delle terre
fu data ai villaggi (mir) responsabili della riscossione dei
canoni e dell’andamento colturale. I contadini passarono dalla
servitù dei proprietari al controllo del villaggio senza alcune
libertà.
178
La Russia fino alla 1914
La Russia




Il forte incremento della popolazione comportò frequenti
redistribuzioni delle terre con riduzioni delle quote assegnate
e con l’impossibilità di raggiungere produzioni per
l’autosufficienza.
Le condizioni dei contadini si fecero sempre più dure con
continue crisi e carestie.
Solo nel 1905, a seguito della sconfitta della Russia nella
guerra con il Giappone, il primo ministero Stolypin varò una
riforma agraria per la creazione di una classe di piccoli
proprietari contadini. I contadini poterono uscire dai mir e
acquistare le terre.
Tuttavia la riforma non ebbe successo. Malgrado ciò si formò
una piccola categoria di proprietari di terre: kulaki.
La Russia



Lo sviluppo industriale avvenne solo alla fine del secolo XIX con
apparato industriale concentrato a San Pietroburgo (cantieristica,
industria metallurgica e delle macchine) e a Mosca (industria
cotoniera) e con tassi di crescita del 6-8% mai conosciuti in Europa.
L’industria siderurgica realizzò i migliori risultati grazie ai giacimenti
di carbone e di ferro mentre a Baku crebbe la produzione di petrolio.
Le ferrovie svolsero un ruolo fondamentale nel trasporto delle merci
dai giacimenti alle industrie. Lo Stato intervenne pesantemente sia
nella realizzazione delle ferrovie sia nell’acquisto dei manufatti non
esistendo un mercato di consumatori. I contadini erano troppo poveri
per acquistare prodotti di consumo. Lo Stato inoltre garantì gli
investimenti esteri e li orientò verso i grandi investimenti industriali e
infrastrutturali.
Il sistema bancario, assicurato dalla Banca di Stato, garantì i
finanziamenti all’industria e gli investimenti dei capitali esteri e infine
assicurò il salvataggio di alcune banche private nei momenti di crisi.
Il Giappone

A metà dell’800 il Giappone era ancora uno stato feudale. La
struttura sociale era la seguente: l’imperatore (tennō) senza
alcun potere, il dittatore militare (shōgun) che dal 1603 era
della famiglia Tokugawa, i daimyō, signori feudali che
avevano il potere assoluto sulle proprie province han e infine
i samurai, i guerrieri. Infine i contadini, pescatori e artigiani.
Non era consentita la mobilità sociale.

Il Giappone pur essendo un paese chiuso non era tuttavia
arretrato. La produzione agricola non era più di sussistenza e
la città (Edo ora Tokyo, Osaka, Kyoto) avevano una diffusa
cultura urbana. Anche il livello di istruzione era elevato.
Il Giappone

Gli americani, che avevano già stabilito relazioni commerciali con la
Cina, desideravano averli con il Giappone. Nel 1853 il commodoro Perry
entrò con una flotta navale nel porto di Edo e ruppe l’isolamento.
Dall’anno successivo furono firmati accordi commerciali c.d. “ineguali”
perché obbligavano il Giappone ad imporre dazi non superiori al 5%. Alla
firma dei trattati scoppiarono rivolte xenofobe.

In occasione dell’ascesa al trono del nuovo imperatore (1868) alcuni
daimōy si ribellarono alla famiglia Tokugawa e restaurarono il potere
imperiale. Il nuovo regno, detto Meiji “governo illuminato”, avvio la
modernizzazione.

Il problema della modernizzazione consisteva nella ricerca delle risorse
finanziarie. Per fare ciò fu abolito il sistema feudale, le terre restituite
all’imperatore che a sua volta le cedette ad alcuni proprietari terrieri con
una imposta fondiaria del 3%. Ai principi e ai samurai fu concesso un
indennizzo trasformato poi in titoli di Stato. I proprietari per poter pagare
l’imposta si impegnarono a rendere produttivi i propri terreni mentre i
samurai con i ricavati dei titoli avviarono attività imprenditoriali.
Il Giappone






La popolazione crebbe in maniera significativa grazie anche al miglioramento
delle condizioni igienico sanitarie.
L’agricoltura migliorò la propria produttività orientandosi all’esportazione dei
propri prodotti (seta, riso, tè, cotone)
L’industrializzazione fu il principale obiettivo del governo giapponese. Fu il
governo a finanziarie imprese dando vita ad un vero capitalismo di Stato. Ciò a
causa della mancanza di una vera classe imprenditoriale. Solo con il tempo si
venne formando una classe di imprenditori e di grandi famiglie che diedero
vita a grandi concentrazioni industriali: zaibatsu.
Le principali industrie furono tessile (seta e cotone) e siderurgica, dell’acciaio,
della meccanica e della chimica. Le industrie prosperarono anche grazie al
protezionismo dello Stato e ai numerosi trattati ineguali (1898) nonché alle
commesse statali.
La vittoria della guerra con la Cina (1894-95) e con la Russia (1904-05)
estesero i domini e fecero nascere una nuova potenza regionale.
Infine la banca del Giappone costituita nel 1882 prese spunto dai principali
istituti di emissione europei e stabilizzò la moneta nazionale lo yen.
Il Giappone

a)
b)
c)
d)
e)
f)
I fattori dello sviluppo:
Disponibilità di manodopera
sempre abbondante e disciplinata;
Disponibilità di capitale grazie allo
Stato e alla vendita delle terre;
Disponibilità di una moderna
tecnologia acquisita
dall’Occidente;
Livello di istruzione elevato;
Esistenza di sbocchi esteri e
commerciali (il Giappone praticò il
dumping)
Forte ruolo dello Stato.
L’Italia


L’Italia scontava un grande ritardo rispetto alle altre nazioni
europee e manifestava un grande squilibrio Nord-Sud.
L’unificazione era avvenuta durante la seconda rivoluzione
industriale e l’Italia si presentava con una agricoltura
arretrata, un’industria inesistente, una rete ferroviaria
limitatissima e un sistema bancario inadeguato.
Inoltre il divario tra nord e sud era evidente: L’economia del
nord aveva nell’attività agricolo-industriale i suoi punti di
forza tra cui la produzione di seta destinata all’export. Il
mezzogiorno risultava inferiore con l’assenza di azienda
agricole capitalistiche. Il settore industriale del Sud appariva
meno arretrato con alcuni nuclei di industrializzazione a
Napoli, Salerno e Frosinone. Si trattava di industrie cresciuto
nel protezionismo dello stato borbonico, L’agricoltura era
dominata dal latifondo. Inoltre le due economie non erano
complementari ma anzi concorrenti.
L’Italia





All’unificazione politica seguì quella amministrativa (1865) e quella
bancaria e finanziaria.
Si dotò il regno di un’unica moneta: la lira italiana (1862). Si adottò il
sistema bimetallico e si iniziò la diffusione della moneta fiduciaria. Cinque
banche di emissione: Banca Nazionale Sarda, Banca Nazionale Toscana,
Banca Toscana di Credito, Banco di Napoli e Banco di Sicilia e
successivamente Banca Romana (1870). Non fu possibile all’inizio creare
una Banca Centrale.
L’unificazione del debito avvenne con l’assunzione dei debiti degli stati
precedenti. Il più indebitato il Regno di Sardegna.
L’unificazione doganale avvenne immediatamente con l’introduzione della
tariffa piemontese che era la più conveniente favorendo il libero scambio
contro la posizione degli industriali che sostenevano che nel primo
momento dell’industrializzazione era necessaria una protezione. La
posizione dominante era che l’Italia non doveva essere una nazione
manifatturiera ma agricola orientata all’export perciò le tariffe furono
ulteriormente ridotte con un trattato con la Francia (1863).
Infine la popolazione crebbe fino a 35 milioni nel 1911 malgrado la forte
emigrazione (15 milioni di italiani).
L’Italia

1.
2.
3.
La storia economica dall’unità alla Grande guerra descrive tre
periodi:
Il primo ventennio (1861-80) che creò le basi dello sviluppo
con la crescita dell’agricoltura;
La crisi agraria e l’industrializzazione (1881-1896)
Lo sviluppo economico degli anni 1897-1914
Il primo ventennio (1861-80)




Il primo ventennio fu caratterizzato dalla scelta liberoscambista e
dall’intervento dello Stato nella costruzione delle infrastrutture.
L’agricoltura fu stimolata nella specializzazione con l’idea di diventare un
esportatore di derrate alimentari. Puglia, Sicilia e Calabria vino, olio,
frutta e agrumi mentre Piemonte, Lombardia e Veneto la bachicoltura e il
setificio.
Lo Stato fece grandi sforzi per la modernizzazione del paese con la
necessità di drenare risorse finanziarie per il mantenimento del nuovo
apparato statale, le grandi infrastrutture (viabilità e ferrovie) e le spese
militari. Dopo vicende alterne l’intera rete ferroviaria passò allo Stato e
nel 1905 le società private di gestione vennero nazionalizzate.
Le fonti di finanziamento furono: le entrate tributarie con l’estensione del
sistema piemontese (il più gravoso) e con l’introduzione dell’imposta sul
macinato (1869-1884), particolarmente odiata dal settore agricolo, con
l’indebitamento con titoli c.d. sotto la pari (venduti a prezzo inferiore
rispetto al valore nominale e con interessi significativi) fino a raggiungere
l’87 del PIL e infine con la vendita dei beni demaniali specie quelli
ecclesiastici confiscati.
Il primo ventennio (1861-80)


Infine l’introduzione del corso forzoso dei biglietti bancari
con l’indebitamento delle banche di emissione.
L’inconvertibilità della moneta introdotta a seguito della
guerra con l’Austria (1866) durò diciassette anni. Lo Stato
prendeva in prestito e dava in prestito denaro alle banche a
tassi convenienti vista l’inconvertibilità della moneta
circolante. Solo quando lo Stato riuscì a rimborsare i prestiti e
le anticipazioni ottenute reintrodusse la convertibilità delle
banconote (1883). Nel 1894 fu introdotto nuovamente il
corso forzoso che non venne più abolito.
In definitiva lo sviluppo economico avvenne a scapito della
classe agricola costretta all’alta tassazione.
La crisi agraria e l’industrializzazione
(1881-1896)




Il modello funzionò fino all’inizio della crisi agraria con la riduzione
dei prezzi a causa dell’introduzione del grano americano e russo con
diminuzione della produzione e delle superfici coltivate.
L’attività industriale viceversa conobbe un periodo di crescita a causa
dell’introduzione della tariffa ad valorem del 1878 e al suo
innalzamento. La crisi agraria inoltre ri-orientò gli investimenti dal
settore agricolo a quello industriale. La fine del corso forzoso favorì
l’arrivo di capitali stranieri.
Crisi agraria e crescita industriale portarono proprietari terrieri del sud
e industriali del nord ad allearsi per un ritorno al protezionismo e alla
scelta di politica economica a favore dell’industrializzazione.
L’adozione della nuova tariffa doganale e la guerra doganale con la
Francia (1888-91) danneggiò l’agricoltura italiana considerato che i
francesi si orientarono verso nuovi mercati (Algeria per il vino,
Giappone per la seta).
La crisi agraria e l’industrializzazione
(1881-1896)


Il paese fu scosso anche dalla crisi bancaria (1888-1894) visto
che i capitali dall’estero si orientarono alle speculazioni
edilizi di Roma e Napoli. Quando il boom terminò le imprese
fallirono trascinando le banche che le avevano sostenute. Lo
scandalo della Banca Romana (1893) con l’emissione di
moneta e il finanziamento illecito a politici la vide messa in
liquidazione.
La riforma bancaria del 1893 ridusse gli istituti di emissione a
tre con la nascita della Banca d’Italia. Rimasero Banca
d’Italia, Banco di Sicilia e Banco di Napoli. Nacquero nuove
banche tra cui la Banca Commerciale Italiana (1894) con
capitali tedeschi e il Credito Italiano (1895) entrambe come
banche miste.
Lo sviluppo economico degli anni
1897-1914

Dopo il 1896 l’economia riprese a crescere con un tasso
di sviluppo del 5%. Questo periodo corrisponde all’età
giolittiana. La rete ferroviaria viene completata, il
sistema bancario è stato risanato, la moneta è stabile e il
Bilancio dello Stato è stato risanato mente riprendono
gli scambi commerciali con la Francia.

L’agricoltura vide riprendere la produzione con la
crescita dei prezzi agricoli e la messa a disposizione di
nuove terre attraverso le bonifiche.
Lo sviluppo economico degli anni
1897-1914

L’industria si concentrò nel triangolo industriale (Torino, Genova e Milano).

L’industria cotoniera divenne la più importante industria del Paese dopo
l’applicazione della tariffa unica del 1878. L’industria della lana si diffuse in
Piemonte, Veneto e Toscana. L’industria della seta si confermò exportoriented.

L’industria pesante (siderurgica e meccanica) appoggiata dallo Stato e dalle
banche si rafforzò con la nascita del grande impianto di terni (1884). La
produzione di materiale ferroso fu assegnata alla Società Siderurgica di Savona
con gli stabilimenti di Piombino e Portoferaio con la confluenza nell’ILVA
sorta anche per la gestione dello stabilimento di Bagnoli (Napoli). Nella
meccanica acquistò rilevanza l’ANSALDO che si era già affermata nella
produzione di navi e locomotive.

E infine le auto con piccoli stabilimenti Alfa e Bianchi, Fiat, Lancia.
L’industria chimica con la produzione delle gomme (Pirelli). Quella elettrica
con la Edison sfruttando l’elettricità prodotta dall’acqua.
Lo sviluppo economico degli anni
1897-1914

1.
2.
3.
4.
5.
Lo sviluppo economico fu la conseguenza di diversi
fattori:
Il ruolo dello Stato costretto a sostituirsi alla carenza
di imprenditorialità;
Il ruolo della Banche come banche miste con stretti
legami tra banche e imprese sul modello tedesco.
Le scelte di politica economica protezionistiche a
favore dell’industria;
Gli investimenti stranieri;
I bassi salari reali nonostante gli aumenti nominali
ottenuti dalle lotte sindacali
Scarica