STORIA ECONOMICA Facoltà di Scienze Economiche e Giuridiche Corso di Economia aziendale Prof. MICHELE SABATINO INTRODUZIONE ALLA STORIA ECONOMICA Didattica Il corso propone una lettura economico-sociale degli ultimi secoli di storia contemporanea con particolare riferimento: PARTE I La trasformazione economica dell’Europa: dall’antico regime alla rivoluzione industriale. Analisi della trasformazione economica e sociale in corso in Europa durante l’età moderna a partire dal primo avvio, con le scoperte geografiche, di un’economia mondiale, fino alla prima rivoluzione industriale inglese del Settecento. PARTE II Dalla rivoluzione industriale alla prima guerra mondiale. Analisi del processo di modernizzazione dell’economia e delle società occidentali che prosegue, consolida e rafforza la trasformazione dell'economia europea realizzatasi nel corso dell'età moderna e della rivoluzione industriale - fino alla prima guerra mondiale. PARTE III Dal primo dopoguerra al XXI secolo. Analisi delle grandi trasformazioni economiche e sociali avvenute a livello mondiale a partire dalla fine della Grande guerra, dalla crisi del 1929 alla ricostruzione del secondo dopoguerra fino ai «miracoli economici» soffermandosi anche sui più 1 importanti mutamenti economici e tecnologici del XX secolo. Didattica (1) Il corso proseguirà su una lettura economico-sociale degli ultimi secoli di storia contemporanea in Europa ed in Italia: PARTE IV L’integrazione economica europea Analisi dei processi di integrazione politica ed economica avvenuti al termine della seconda guerra mondiale fino alla moneta unica e al trattato di Lisbona nonchè alle nuove politiche d coesione economica e sociale. PARTE V L’Italia: dalla ricostruzione economica fino ai giorni nostri. Analisi del processo di modernizzazione dell’economia e delle società italiana dalla ricostruzione del secondo dopoguerra passando per il miracolo economica e per le trasformazioni degli anni settanta e ottanta fino ai più recenti fatti economici del capitalismo italiano. 2 Testi Tesi obbligatori per gli esami Il Manuale di storia economica: Ennio DE SIMONE, Storia economica. Dalla rivoluzione industriale alle rivoluzione Informatica, terza edizione, Franco Angeli, Milano, 2009; Francesca FAURI, L'integrazione economica europea. 1947-2006, Bologna, il Mulino, 2006 Valerio CASTRONOVO, Storia economica d’Italia, Torino, Einaudi, 2013 (nuova edizione) Testi di consultazione Sidney POLLARD (a cura di), Storia economica del Novecento, Bologna, il Mulino, 2004 Gérard Lafay, Capire la globalizzazione, Bologna, Il Mulino, 1996 3 4 5 6 7 Gli Stati del mondo ordinati per il loro Prodotto Interno Lordo (PIL) a parità dei poteri d'acquisto (PPA) Le parità di potere d'acquisto (PPA; in inglese Purchasing Power Parity, PPP) sono prezzi relativi che esprimono il rapporto tra i prezzi nelle valute nazionali degli stessi beni o servizi in paesi diversi. 9 I 30 anni che hanno cambiato il mondo Ripartizione percentuale del PIL mondiale a PPA Dati del Fondo Monetario Internazionale La Globalizzazione Introduzione al tema In base al Reddito nazionale lordo annuo pro-capite la World Bank classifica i paesi mondiali con una popolazione superiore ai 30.000 ab. in quattro categorie: Paesi a reddito basso: meno di $745 Paesi a reddito medio-basso: tra $746 e $2950 Paesi a reddito medio-alto: tra $2976 e $9205 Paesi a reddito alto: maggiore o uguale di $9206 12 Introduzione al tema Secondo le stime ufficiali della Banca Mondiale circa un miliardo di persone vivono in paesi ad alto reddito. Il Reddito Nazionale Lordo annuo pro-capite di questa popolazione, è di 26.710 $ Secondo le stesse stime 5 miliardi di persone vivono in paesi a reddito medio o basso. Il Reddito Nazionale Lordo annuo medio pro-capite di questa popolazione è’ di $ 1.160 Di questi 5 miliardi di persone, 2,5 miliardi vivono in paesi a reddito basso. Il Reddito medio pro-capite di questi 2,5 miliardi di persone è pari a $ 430 13 14 Introduzione al tema La popolazione mondiale secondo le stime ufficiali della Banca Mondiale è di 7 miliardi di persone e continua a cresce. Il RNL annuo pro-capite medio a livello mondiale è pari a $ 5.140 dollari Quindi: - il 15% della popolazione ha un RNL pro-capite di 5,2 volte rispetto a quello mondiale; - l’85% della popolazione mondiale ha un RNL medio pro-capite inferiore di circa 23 volte rispetto a quello dei paesi a reddito alto; - Il 41% della popolazione mondiale ha un RNL medio pro-capite inferiore di circa 62 volte rispetto a quello dei paesi ad alto reddito 15 16 Introduzione al tema Queste cifre, al di là delle considerazioni (peraltro estremamente opportune) sull’utilizzo del Reddito Nazionale Lordo come indicatore del livello di sviluppo, dimostrano l’esistenza di disparità scioccanti, soprattutto se si considera il divario di reddito tra “ricchi” e “poveri” e alle percentuali della popolazione mondiale che, rispetto al RNL, possiamo definire rispettivamente “poveri” e “ricchi” 17 L’Indice di Gini 18 Introduzione al tema In una buona parte del corso l’approccio sarà quello di studiare e provare a comprendere come e perché lo sviluppo economico e il progresso hanno interessato in maniera ineguale il nostro pianeta provando ad acquisire maggiore consapevolezza delle problematiche economiche e sociali del nostro mondo. 19 Definizione di Storia economica Definizione e oggetto della storia economica: È lo studio dei fatti o avvenimenti economici e della politica economica dei diversi paesi nel breve e nel lungo periodo. Nel breve periodo, interpreta fatti, congiunture, fluttuazioni e tutto ciò che non sia conseguenza del mutamento dei fatti fondamentali dell’economia Nel lungo periodo, esamina l’evoluzione dei sistemi economici, i problemi dello sviluppo, i trends o movimenti secolari e, in genere, tutto ciò che riguarda i cambiamenti nella struttura dell’economia. 20 La storia economica si occupa di rappresentare i sistemi economici attraverso delle analisi statiche e dinamiche. Nell’analisi dinamica è possibile analizzare i cambiamenti. L’analisi di lungo periodo ha trovato un nuovo campo di indagine nell’esame delle problematiche dello sviluppo economico. Lo sviluppo economico si presenta oggi ineguale ► Poche nazioni ricche e una grande maggioranza di nazioni povere (processi di convergenza) ► La differenza di reddito si allarga o si restringe? Si tratta di un problema complesso per il quale esistono diverse teorie (processi di divergenza e processi di convergenza). 21 2 L’analisi storico-economica: - Mira ad individuare le origini delle attuali disuguaglianze - Cerca di avviare un processo di crescita autonoma - Analizza i fattori che provocano un incremento della ricchezza nazionale Postulati dell’analisi storico-economica sono: 1) Conoscenza delle peculiarità mentali, sociali e culturali dell’uomo, a livello individuale e collettivo 2) Adozione di un paradigma interpretativo per la classificazione degli argomenti secondo un ordine logico. 22 3 I principali termini economici: Crescita, Sviluppo, Progresso DEFINIZIONE DI CRESCITA ECONOMICA: È l’aumento ed il miglioramento del volume totale dei beni e servizi prodotti in un determinato territorio o area geografica. Una crescita economica significativa deve comportare sia l’aumento del reddito nazionale sia l’aumento del reddito pro-capite. La crescita demografica deve accompagnare, non ostacolare la crescita economica. Se il tasso di crescita demografica supera il tasso di crescita della produzione si ha una crescita del prodotto totale, ma diminuzione del prodotto pro-capite. 23 La crescita del prodotto totale può derivare da: - Impiego di maggior quantità di fattori produttivi (Capitale Terra Lavoro) - Quantità equivalenti dei fattori produttivi impiegati con maggiore efficienza. Il prodotto totale di un determinato territorio, nazione o area geografica è stato misurato: Prodotto nazionale lordo (PNL) = reddito nazionale lordo (compresi gli ammortamenti). Gli ammortamenti sono le spese necessarie per la riparazione e manutenzione periodica macchine, la manutenzione dei mezzi di trasporto e la ripartizione della quota "capitale“. Il prodotto nazionale lordo comprende anche la produzione di un'impresa italiana all'estero. Prodotto interno lordo (PIL) comprende la produzione di un’impresa straniera nel territorio nazionale. 24 5 DEFINIZIONE DI SVILUPPO ECONOMICO: si intende una crescita economica accompagnata da mutamenti strutturali e/o organizzativi dell'economia. Esempi: passaggio da economia di sussistenza a economia di mercato crescita dell'industria e dei servizi a scapito dell'agricoltura La crescita economica può dar luogo ad un processo reversibile di decrescita ed essere seguita da una depressione economica o decadenza. Lo sviluppo economico è reversibile ma dà luogo ad una forma di regressione economica, non ad un ritorno alle organizzazioni o strutture pre-esistenti. Per regressione economica si intende il ritorno a forme più semplici di organizzazione quasi mai identiche alle pre - esistenti 25 6 Crescita e sviluppo Crescita e sviluppo economico sono frequentemente identificati con PROGRESSO ECONOMICO In realtà, eticamente ciò non sempre è vero ► si può avere crescita senza progresso ► aumento reddito pro-capite senza equa distribuzione reddito Lo sviluppo economico nel lunghissimo tempo L’analisi dinamica dello sviluppo ha determinato la periodizzazione della storia secondo il livello di civiltà della popolazione. La teoria degli stadi di sviluppo (formulata da List nel 1840) classificò la struttura professionale di ciascuna popolazione a seconda del livello di civiltà raggiunto: ► Cacciatrice ► Pastorale ► Agricola – manifatturiera ► Industriale – commerciale 27 Le Determinanti dello Sviluppo Economico L’analisi economica di breve periodo considera variabili fondamentali ► Quantità e prezzi dei fattori di produzione ► Mentre considera parametri (vale a dire costanti) fattori come : gusti, tecnologie, istituzioni sociali Nello studio di lungo periodo dello sviluppo economico ► I parametri diventano variabili fondamentali ► Costituiscono i fattori più dinamici di cambiamento e le sorgenti più profonde dello sviluppo Prodotto nazionale ( e velocità di cambiamento) sono in funzione di: Popolazione – Risorse naturali – Tecnologia - Istituzioni sociali Y= f (p,r,t,x) 28 Il metodo della Storia Economica Definizione di metodo: Processo di razionalizzazione di una scienza o dottrina al1o scopo di determinare le uniformità o le leggi che ne regolano l'oggetto studiato. Tra la fine del XVIII secolo e gli inizi del XIX secolo in Inghilterra nasce l'economia come scienza organica. I fondatori della scuola classica furono: Adam Smith, David Ricardo, Thomas R. Malthus. Il metodo usato dai classici era di tipo logico-deduttivo. Partendo da un postulato dato si individuano le uniformità di comportamento e le leggi - dal generale si scende al particolare. 29 LA SCUOLA CLASSICA I classici si ispirarono alla dottrina Giusnaturalistica, secondo la quale: ► In natura esiste una generale armonia, le leggi dell'economia sono insite nella natura e non devono essere decretate, ma solo scoperte ► Il metodo deve essere logico – deduttivo; la validità dei risultati dipende dalla correttezza delle premesse Lo Stato non deve intervenire nell'economia. L'equilibrio economico è garantito dal mercato e dal gioco della domanda e dell'offerta. Le leggi economiche "attinenti alla natura umana" sono leggi "eterne" valide nel tempo e per ogni regione. Gli economisti della “scuola classica” furono sostenitori del massimo liberismo. La “scuola classica” ebbe una immediata diffusione in Francia per merito di Jean Baptiste Say. 30 La Legge degli sbocchi (Jean Baptiste SAY) Say diede sistemazione organica all'opera di Adam Smith e la diffuse in Francia. La legge degli sbocchi permette di sintetizzare gli automatismi dell'equilibrio tra domanda e offerta. La legge di Say sostiene: "l'offerta crea sempre la propria domanda" Aumentando la produttività e l'impiego dei fattori della produzione (capitale, terra, lavoro) aumenterà in misura corrispondente l'offerta di beni sul mercato; Poiché ogni fattore riceverà per il suo utilizzo un reddito monetario (profitto, interesse, rendita, salario) si genererà una domanda sufficiente all'acquisto di tutti i beni prodotti; Non ci sarà capacità produttiva inutilizzata; Non potranno verificarsi crisi generalizzate di sovrapproduzione. La legge degli sbocchi presupponeva però che tutto il reddito percepito fosse speso. Escludeva qualsiasi forma di tesaurizzazione Assegnava alla moneta un ruolo di semplice intermediaria nelle transazioni 31 LA SCUOLA STORICA Contesta l'esistenza di un paradigma umano e rifiuta l'esistenza di leggi universali del divenire economico. Nasce nel 1843 in Germania. La prima generazione scuola storica rappresentata da Roscher, Hildebrand, Knies privilegiò il metodo induttivo. Il metodo induttivo: Parte dall' osservazione sistematica dei fatti, per pervenire ad una sintesi dell'attività umana. Va, cioè, dal particolare al generale. Secondo gli storici le leggi economiche sono temporalmente definite e spazialmente delimitate. Ciò condusse ad una periodizzazione della storia economica (F. List) e all’analisi 32 dinamica dello sviluppo. LA "NUOVA SCUOLA STORICA" La nuova scuola storica nasce nel 1870, fondata dalla seconda generazione di studiosi tedeschi rappresentata da G. Schmoller K. Bücher ed altri. Il diffondersi dell'industrializzazione portava al miglioramento degli standards of life ma anche alcuni problemi: lo sfruttamento delle masse, la radicalizzazione delle società in classi; l’uso crescente del lavoro femminile e minorile; le frequenti crisi di sovrapproduzione. Il nascente capitalismo e la scuola classica inglese furono perciò sottoposti rigorose critiche, provenienti dal nazionalismo economico, propugnato dal movimento romantico tedesco e dalle diverse tendenze del socialismo: da quella idealista, di origine 33 francese, a quella rivoluzionaria, di stampo marxiano. LA “SCUOLA MARGINALISTA” A partire dal 1870 si ha il recupero dell’ideologia liberista ad opera della scuola marginalista. I marginalisti (poi neoclassici) propugnarono: L’analisi preferenziale della domanda rispetto all’offerta, con conseguente elaborazione teorica (modelli matematici). Partendo dalle motivazioni psicologiche che determinano la scelta dei beni da parte dei singoli soggetti, in rapporto all’utilità ed alla rarità degli stessi, i marginalisti accentuarono la visione edonistica del comportamento umano. I marginalisti sostengono in maniera intransigente il metodo logico – deduttivo. Le leggi economiche sono assimilabili a quelle della fisica, leggi immutabili nel tempo e nello spazio. 34 L'INTERDISCIPLINARITÀ Storia economica ed economia politica sono oggi considerate complementari. La Storia economica ha, inoltre, uno stretto legame con: ► Statistica ► Demografia ► Geografia ► Sociologia Per l'osservazione empirica dei fatti la storia economica utilizza la serie di dati qualitativamente e quantitativamente forniti dalla Statistica Legami più stretti esistono con la Demografia: scienza sociale connaturata al metodo ed ai contenuti della Storia economica. Lo studio dell'uomo (quale agente economico) non può prescindere dall'ambiente, la storia si avvale quindi della Geografia. La geografia esamina i rapporti tra il comportamento delle collettività e l'ambiente (che è la risultante di tali comportamenti). Importante anche l'ausilio della Sociologia nel determinare l'agire dei gruppi e delle classi all'interno del processo storico e nello studio dei mutamenti dinamici di tali gruppi o classi sociali. 35 Definizione di Storia economica Una delle definizioni di storia economica è data da Witold Kula (1972): La storia economica è la scienza che studia gli aspetti economici della vita sociale nelle differenti società e culture. Si occupa delle ricerche intese a fissare le “uniformità” che si manifestano nelle azioni socioeconomiche e dei fattori sociali che le determinano. Si occupa pure degli “effetti economici”, voluti o non voluti, di codeste regolarità sul tessuto economico. 36 22 L’ANCIEN RÉGIME LE ORIGINI Sistema Economico è l’insieme delle forme istituzionali dei rapporti giuridici e consuetudinari, delle strutture sociali e delle modalità di organizzazione della produzione esistenti in un determinato territorio, in un certo periodo di tempo Il processo storico di sviluppo ha determinato il succedersi di vari sistemi. Si è passati dai sistemi originari (Formazioni comunitarie, Formazioni tributarie e schiavistiche) ai sistemi più complessi: ► Sistema Feudale ► Mercantile ► Capitalistico ► Collettivistico Nella realtà non esistono sistemi puri, poiché in ciascuno di essi sono presenti elementi caratteristici, sia di periodi precedenti, che di quelli successivi. 38 Il Sistema Feudale: Lo sviluppo economico nell’Europa medioevale A causa dell’influenza degli autori rinascimentali, che sminuirono i loro immediati predecessori, elogiando le glorie della civiltà classica, il Medioevo è stato considerato un periodo di stagnazione sia economica che culturale. Nei fatti l’Europa medievale registrò una fioritura di creatività tecnologica e di dinamismo economico che contrasta nettamente con la routine e con la mancanza di cambiamento dell’antico mondo mediterraneo. Le peculiari istituzioni create nel Medioevo servirono da contesto per l’attività economica fino all’avvento delle civiltà industriali. 39 La base agraria dell’economia feudale Nell’Europa medievale, nonostante la crescita popolare urbana, furono determinanti le istituzioni agrarie e rurali. Le condizioni politiche e sociali che diedero origine all’economia medievale furono: ► l’onere crescente della tassazione ► l’inefficienza e la corruzione dell’Impero Romano ► il crollo finale dell’autorità centrale e la conseguente anarchia ► l’espansione dei latifondi autosufficienti ► la decadenza delle città e del commercio interregionale Il Regno Franco, situato nella culla dell’Europa medievale, tra la Loira ed il Reno, resistette più di altri regni. privo di un sistema regolare di tassazione e senza una burocrazia permanente finì per dipendere, per mantenere l’ordine e l’unità, dalla lealtà dei nobili. A partire dall’VIII secolo nuove orde di invasori minacciarono i franchi ed altri popoli europei per oltre due secoli 40 Il Sistema Feudale Per affrontare le minacce di questi popoli i re franchi idearono un sistema di relazioni politiche e militari chiamato FEUDALESIMO. I militari erano necessari per il mantenimento dell’ordine interno, mentre per l’amministrazione statale erano necessari funzionari locali, che non potevano essere pagati direttamente dallo Stato. La soluzione fu quindi quella di concedere ai guerrieri il reddito di grandi proprietà (beneficio) in cambio di servizio militare. Signori e cavalieri avevano anche la responsabilità del mantenimento dell’ordine e dell’amministrazione della giustizia nei loro possedimenti. I grandi nobili possedevano latifondi con molti villaggi, alcuni furono concessi ai signori o cavalieri loro vassalli in cambio di un giuramento di omaggio e di fedeltà, questa procedura fu chiamata in seguito sub– infeudazione (Vassalli, Valvassori, Contadini liberi, Servi). 28 All’interno del sistema feudale si andò formando una organizzazione economica e sociale detta CURTIS. Le origini della CURTIS risalgono al tardo impero romano quando i latifondi furono trasformati in proprietà autosufficienti; I coltivatori furono legati alla terra in forza di legge e dietro pressioni economiche e sociali dirette (servi della gleba) Il sistema curtense si assestò definitivamente nei secoli VIII e IX dopo le invasioni saracene, vichinghe e magiare Il sistema ricevette la sua impronta “definitiva” diventando il fondamento economico del sistema feudale. 42 29 Il sistema curtense La CURTIS non assunse mai una forma tipica. ► ► ► ► ► Da un punto di vista funzionale, la terra era divisa in: Arativo Prato o pascolo Bosco, foresta o terreni incolti. Dal punto di vista legale, la terra era divisa in: Pars dominicia (appartenente al signore) Pars massaricia (suddivisa in appezzamenti ai contadini o terre comuni) La terra coltivata dai contadini era costituita da larghi campi aperti, suddivisi in strisce. L’appezzamento di terra spettante ad una famiglia era chiamato MANSO Prati, pascoli, boschi e foreste erano terre comuni. Sulle foreste il signore manteneva particolari privilegi Il signore proprietario di più curtis poteva cedere una curtis ad un signore minore o vassallo sotto forma di beneficio feudale Il vassallo acquisiva il dominio sulla curtis in cambio di aiuto militare 43 Anche i soggetti religiosi potevano possedere curtis che: ► potevano essere cedute a vassalli ► essere amministrate direttamente o ► affidate ad intendenti o amministratori laici La funzione del signore: era quella della difesa e amministrazione della giustizia ► Poteva interessarsi direttamente allo sfruttamento della terra dominicia, tuttavia spesso delegava questa attività ad un dipendente, detto BALIVO I contadini-servi dovevano al signore canoni e tributi in denaro ed in natura, alcuni riscossi regolarmente, come l’affitto annuo in denaro, altri canoni riscossi in occasioni speciali, come ad esempio nel caso del passaggio di un manso da un contadino defunto al suo erede. ► I contadini erano tenuti ad effettuare prestazioni d’opera gratuite (le cosiddette corvées) sui terreni del signore o all’interno del castello ► Le donne filavano e tessevano nel castello o nelle loro case ► I bambini venivano impiegati come servitori nella casa del signore L’approvazione di una rendita originata dal lavoro non creava un surplus ► anzitutto perché il feudatario tendeva a far corrispondere la quantità di prodotti acquisiti alle esigenze proprie e della famiglia 44 ► e soprattutto per l’assenza di un mercato, elemento quest’ultimo che 31 impediva lo scambio e quindi la commercializzazione dei prodotti stessi. L’esiguità delle eccedenze alimentari permetteva alla rendita il mantenimento di pochi soggetti improduttivi: ► il signore ► coloro che gerarchicamente vantavano diritti sulla terra ► ed in parte gli ecclesiastici, che pur essendo all’interno di questa organizzazione sociale, non partecipavano direttamente al relativo processo di produzione. Fino al secolo XI, il feudalesimo si configurò come un’economia chiusa, basata sull’autoconsumo, sugli scambi in natura e sull’assenza pressoché completa di rapporti mercantili monetarizzati. Si trattava di un sistema economico stazionario, che si ripeteva sempre uguale a se stesso, secondo lo schema della riproduzione semplice. 45 32 Mutamenti nell’economia feudale A partire dal XII secolo iniziarono taluni mutamenti nell’economia chiusa feudale. Le cause del mutamento furono: ► la Crescita della popolazione e ► la Creazione di una eccedenza o surplus (dovuta all’Introduzione di Innovazioni) La cessazione delle invasioni barbariche originarono una fase di crescita demografica accelerata, che durerà fino al 1300 ► Nel 1342 lo scoppio dell’epidemia di peste (XIV secolo – XV secolo) e di altre epidemie, carestie e guerre porteranno nuovamente una drastica riduzione della popolazione 46 Le innovazioni in agricoltura Il sistema feudale curtense mantenne a lungo la continuità e la stabilità sociale, subì un’evoluzione con l’introduzione di cambiamenti tecnologici Le Innovazioni più importanti nell’agricoltura medievale furono: ► ► ► Rotazione biennale: i campi venivano coltivati ad anni alterni, per preservare la fertilità del suolo e far accumulare l’umidità Rotazione triennale invece: ► ► ► ► L’adozione della rotazione triennale collegata con altre due innovazioni: L’introduzione dell’aratro pesante L’uso dei cavalli come animali da tiro, che dipese a sua volta da altre innovazioni nella bardatura e nei finimenti per cavalli Il campo veniva diviso in tre parti: coltura primaverile (avena, orzo, piselli, fagioli) il cui raccolto avveniva in estate; semina autunnale: cereali (grano o segale), da raccogliere l’estate seguente un anno di maggese (per ripristinare la fertilità del suolo) I Romani usavano l’aratro leggero in legno ma l’aratro pesante, in ferro, risultò più idoneo per penetrare in profondità e rivoltare i suoli grassi ed argillosi dell’Europa del centro-nord. Qualche tempo dopo fu introdotta la pratica di ferrare i cavalli per proteggere gli zoccoli delicati. 47 La terza innovazione fu il moderno collare da cavallo. I Greci ed i Romani usavano un finimento con collare alla gola che premeva la vena giugulare, soffocando l’animale. Nel Primo Medioevo fu inventata la fascia pettorale, nel Tardo Medioevo il collare di spalla L’impiego dei cavalli come animali da tiro risultò vantaggioso solo in determinate circostanze ed in determinati paesi le Regioni più produttive del Medioevo e dell’epoca moderna: ► Francia settentrionale ► Fiandre ► Germania ► Inghilterra nelle quali si ebbero: la rotazione triennale, l’uso del cavallo e l’aratro pesante. ► ► Non esiste una causa unica per spiegare le innovazioni tecnologiche e innovazioni nei prodotti Spesso lo scopo dell’inventore era risparmiare la fatica o ridurre l’onere, l’effetto finale fu però quello di rendere il lavoro più efficiente A differenza dell’agricoltura antica, l’agricoltura medievale rifletteva: l’esistenza di incentivi la capacità dei coltivatori di rispondere ad essi 48 35 la prova più evidente fu la: ► ► ► crescita dei redditi, lo sviluppo economico e la crescita demografica. La messa a coltura di nuove terre, l’incremento di produttività del lavoro sia nelle terre concesse ai contadini che su quelle dei feudatari portarono ad una accresciuta disponibilità di derrate e di manufatti ed alla creazione di eccedenze. Ciò rese più vantaggioso per il signore cedere tutta la terra ai contadini, sostituendo le corvèes con rendite in natura. La trasformazione della rendita da rendita in natura a rendita monetaria avvenne per effetto del comune interesse del signore e del contadino alla produzione di eccedenze da destinare agli scambi. L’aumento degli scambi fu funzionale alla crescita ed allo sviluppo delle economie urbane. 49 36 La rivoluzione urbana Il sorgere o il risorgere delle città nell’Europa nei secoli XI – XIII segnò una svolta nella storia della civiltà europea Le città avevano prosperato nel mondo greco – romano, la decadenza dell’impero e le invasioni germaniche ne avevano decretarono la fine. Dopo la caduta dell’impero romano l’Europa del Nord migliorò lentamente, mentre nell’VIII secolo il mondo mediterraneo si spaccò in due: la parte europea, pur se impoverita, si legò strettamente con la parte settentrionale del sub-continente sotto un comune credo religioso con l’emergere di una identità comune (in embrione l’Europa), fatta di tanti microcosmi rurali, mentre la parte africana si legò al mondo arabo e povero. Tra il secolo XI ed il XIII il sorgere delle città rappresentò un fatto nuovo. Alla base del fenomeno cittadino vi fu un massiccio movimento migratorio. Le città si formarono e crebbero perché crebbe la loro popolazione. La popolazione cittadina non crebbe per movimento naturale, ma crebbe per le migrazioni dalle campagne. La gente emigra per due ragioni: per ragioni di repulsioni – PUSH per ragioni di attrazione - PULL ► ► 50 Sotto la pressione delle forze di mercato il sistema curtense cominciò a disintegrarsi. Le condizioni economiche miglioravano, malgrado al contadino fosse precluso ogni miglioramento nella condizione sociale. La città rappresentò l’elemento di rottura. Il luogo in cui tentare nuove fortune non solo per il servo (che diventava libero), ma anche per la nobiltà minore e per il mercante o l’artigiano.Le città erano esistite nel mondo antico, ma erano parte di un tutto circostante, organi di organismi più vasti: ► Centri di amministrazione politica ► Di raccolta di rendita fondiaria La città medioevale diversamente non faceva parte di un organismo più vasto, ma piuttosto era un organismo autonomo, in netta contrapposizione al mondo circostante. Circondata da un mondo ostile la città avvertiva la necessità dell’unione e della cooperazione reciproca. Nel mondo feudale era prevalente un’organizzazione verticale della società. Nella città trionfò l’organizzazione orizzontale, la cooperazione tra uguali: ► ► ► La corporazione La confraternita L’università 51 38 Col tempo queste associazioni volontarie, volte a difendere interessi comuni si trasformarono in governi cittadini I Comuni trattarono con i signori feudali per ottenere franchigie, oppure li combatterono con lo stesso obiettivo (nel 1035 Milano conquistò l’indipendenza con le armi) In Italia le città si rivelarono abbastanza forti, tanto da espandere il loro potere sulla campagna circostante Nelle nazioni europee centrali, dove il mondo feudale circostante era troppo potente, la città restò sulle difensive, chiusa all’interno delle sue mura. In altre regioni d’Europa, si ebbe uno sviluppo urbano più tardivo e meno intenso Unica regione europea paragonabile all’Italia per lo sviluppo urbano fu quella dei Paesi Bassi meridionali – Fiandre e Brabante, dove si ebbero un maggior numero di abitanti, maggiore densità di popolazione e un’agricoltura più avanzata e intensiva L’esistenza della città e lo sviluppo commerciale stimolarono la maggiore produzione e produttività. E’ chiara l’esistenza di reciproche influenze, tuttavia l’agricoltura più intensiva e produttiva in vicinanza delle città conferma il ruolo importante della domanda e dei mercati urbani 52 39 La transizione al capitalismo: Il mercantilismo e la fisiocrazia 1) 2) 3) 4) 5) 6) Secondo la periodizzazione più diffusa la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna si fanno risalire alla fine del secolo XV Una serie di cambiamenti e avvenimenti epocali danno credito a questa ripartizione L’Umanesimo; L’ascesa degli Stati nazionali; La Riforma protestante; Le grandi scoperte geografiche; La colonizzazione e lo sfruttamento economico di nuove terre; Il forte sviluppo del commercio internazionale. Attraverso queste tappe fondamentali la civiltà occidentale entrò nella fase dell’industrializzazione 53 a) Le grandi scoperte geografiche Rappresentano il culmine di un lungo processo di arricchimento delle conoscenze geografiche e delle tecniche di navigazione. Si viaggiava per la suggestione dei luoghi lontani carichi di ingenti ricchezze, ma soprattutto per raggiungere, per altre strade, i paesi orientali La strada inesplorata era l’Oceano Atlantico, per questa ragione le prime spedizioni oltre lo stretto di Gibilterra, partirono dal Portogallo. Nel 1492 Cristoforo Colombo raggiunse l’America centrale credendo di toccare le estreme propaggini del continente asiatico. Furono i Regni di Spagna e Portogallo a dividersi le nuove terre con il contratto di Cordesillas (1494). Alla scoperta delle nuove terre seguì la conquista degli europei, con conseguenze notevoli per la vita economica e sociale. Una gran quantità di piante e di animali furono portati dagli europei in America. Dalle Americhe, oltre ai metalli preziosi, furono importati una serie di prodotti assolutamente nuovi: Tabacco, Cioccolata, Patata, Mais, Chinino, Pomodoro, Fagiolini, Noccioline, Tacchino. 54 55 La colonizzazione nel ‘600 56 Le altre nazioni parteciparono in misura minore al movimento espansionistico coloniale. I francesi esplorarono il Canada, gli inglesi e gli olandesi il territorio dei futuri Stati Uniti, ma soltanto nel XVII secolo questi territori furono popolati. Per questo motivo tali nazioni all’inizio cercarono di inserirsi nei percorsi commerciali di spagnoli e portoghesi Conseguenza epocale delle scoperte fu lo spostamento dei traffici dal Mediterraneo all’Atlantico. Sulle nuove rotte oceaniche si aprì l’epoca del capitalismo commerciale Questa fase è caratterizzata dall’emergere della figura del MERCANTE, che attraverso l’accumulazione graduale del capitale preparava l’avvento dell’economia industriale. Dal punto di vista ideologico il successo del capitalismo commerciale portò ad una serie di osservazioni, proposte, precetti, elaborati da: ► Uomini d’affari ► Statisti ► Responsabili di compagnie commerciali, che diedero vita ad un sistema economico conosciuto col nome di “MERCANTILISMO” 57 42 b) Il ruolo dei mercanti e le dottrine della chiesa Si è discusso molto sul ruolo che i mercanti ebbero nella costituzione degli Stati nazionali. Se ne è dedotto che il mercante godeva già nel XV secolo di un crescente prestigio Nel XVI secolo grazie alla Riforma protestante (Martin Lutero – 95 tesi 1517) il mercante riuscì a superare l’opposizione della Chiesa. Le DOTTRINE dei primi CANONISTI divennero inadeguate alla realtà economica, soprattutto quelle del giusto prezzo e dell’usura. GIUSTO PREZZO del bene è quello rapportato al costo di produzione, più un tanto necessario al mantenimento del produttore e della sua famiglia. Il divieto di prestito ad interesse fu superato con l’eccezione del danno emergente e del lucro cessante: DANNO EMERGENTE: è il danno subito dal mutuante per la mora intercorsa tra il momento del prestito e quello del rimborso Il LUCRO CESSANTE riguarda la perdita di opportunità di guadagno essendo il danaro impegnato nel prestito. La dottrina della Chiesa dapprima riabilitò l’attività mercantile, poi giustificò il profitto del mercante, in quanto la sua attività recava beneficio allo Stato ed alla collettività dei cittadini. Il mercante non fu soltanto una presenza influente nel governo, ma fece parte del governo stesso. Tuttavia, furono le scoperte geografiche ed i traffici notevoli a creare una vera e propria osmosi tra Stato e commercio. 58 c) i fondamenti economici del mercantilismo Il sistema economico mercantile si basava sul commercio su grandi distanze e sull’acquisizione di profitti monopolistici. Profitti derivanti dalla differenza di costi e dei valori d’uso dei diversi prodotti nelle diverse aree geografiche. Esso si diffuse prevalentemente nell’Europa occidentale tra la fine del XV secolo e la II metà del XVIII secolo. I principali esponenti del mercantilismo svilupparono le loro argomentazioni su tre linee principali: ► Alla MONETA veniva attribuito un ruolo essenziale ai fini della ricchezza del paese: La ricchezza di una nazione era assicurata dalla quantità di metalli preziosi (oro e argento) da essa posseduti. ► L’INTERVENTO DELLO STATO in tutti i settori dell’economia mediante controlli, protezioni doganali, privilegi e sostegno diretti e una politica orientata ad accrescere la ricchezza nazionale. ► La potenza dello Stato derivava da una politica volta al potenziamento delle esportazioni che sarebbero state pagate in metalli preziosi e quindi in grado di realizzare l’obiettivo di una BILANCIA COMMERCIALE FAVOREVOLE La politica mercantile ebbe connotazioni diverse nei singoli Stati: 59 Spagna: Il Bullionismo La Spagna privilegiò la TESAURIZZAZIONE dei metalli preziosi che importava direttamente dai suoi possedimenti oltre Oceano Attuò una prima rudimentale forma di mercantilismo, chiamata Bullionismo I caratteri del BULLIONISMO erano: ► I beni venduti all’estero dalla Spagna dovevano essere remunerati in moneta ► I beni acquistati venivano scambiati con altri prodotti Nonostante queste circostanze favorevoli l’economia spagnola non riuscì a progredire, anzi subì un regresso, a partire della metà del secolo XVI Cause del declino furono: ► le esorbitanti spese dei sovrani ► la perversità delle loro politiche economiche ► l’aumento della domanda di beni, senza corrispondente aumento della produzione. 60 Francia: il Colbertismo In Francia il mercantilismo è legato al nome di COLBERT, che ne formulò i principi e ne applicò rigidamente i contenuti Favorì l’emanazione di circa 150 REGOLAMENTI di fabbrica per rendere la produzione francese la migliore d’Europa e la più richiesta sui mercati esteri, si trattava in genere di manufatti di qualità e di lusso Fondò e sovvenzionò diverse Manufactures Royales, appartenti alla Corona La più famosa fu quella fondata a Parigi dai Gobelins, rilevata da Colbert, che divenne la più famosa d’Europa per la produzione di arazzi e stoffe per tappezzerie. 61 Inghilterra: Il Colbertismo parlamentare L’Inghilterra diede grande impulso alla marina mercantile per incrementare anche attraverso i noli le proprie riserve di metalli preziosi. A tal fine emanò (a partire dal 1651) i cosiddetti Atti di navigazione (Navigations acts), in tal modo creò un monopolio alle navi britanniche per il trasporto delle merci provenienti dalle colonie inglesi. Lo scopo era quello di alimentare un imponente commercio nazionale inglese a discapito delle nazioni concorrenti, quali Province Unite e Portogallo. Stabiliva, inoltre, che il commercio con le colonie inglesi d'oltremare era monopolio della madrepatria. Fu il primo esempio di una politica protezionista; l'Atto portò a tre guerre sull'Atto di Navigazione tra Inghilterra e Province Unite. Dopo la Rivoluzione di Cromwell (1649-58) e il ritorno della monarchia con Carlo II, i rappresentanti dei mercanti e dei banchieri conquistarono il potere effettivo all’interno dello Stato. L’Inghilterra non ritornò più ad essere una monarchia assoluta. Le leggi e i regolamenti promulgati nel settore economico continuarono a riflettere un equilibrio di interessi (Colbertismo parlamentare): ► Interessi fondiari e agricoli – emanazione atti di chiusura (Enclosures) ► Interessi industriali (Calicò acts) 62 ► Interessi marittimi e commerciali (Navigations acts) L’Olanda Le scelte economiche olandesi furono molto diverse da quelle degli Stati – Nazione. Motivi di differenza: La struttura di governo diversa, si trattava infatti di una Repubblica, che riuniva sette province. Vivendo soprattutto di commercio non potevano permettersi le politiche restrittive e protezionistiche dei loro vicini L’Olanda stabilì al suo interno il principio del Libero Mercato, favorì l’ingresso nei porti e mercati ai commercianti di tutte le nazioni. Divenne il Centro Finanziario del mondo. Nella BORSA di Amsterdam si negoziavano: ► Azioni delle maggiori compagnie mercantili ► Titoli del debito pubblico di numerosi altri stati Le “monete commerciali” olandesi godevano della fiducia degli operatori e avevano corso nelle altre nazioni La decadenza dell’Olanda è stata attribuita alla ricchezza dei suoi cittadini che vivevano di rendita, più che di profitto. Si parlò di “mancanza di investimenti”, in realtà la decadenza fu provocata dall’affermazione sulla scena economica mondiale dell’Inghilterra e della Francia, dove si svilupparono le prime forme moderne di capitalismo. 63 Monete e banche Le monete in circolazione erano di oro o di argento oppure per i pagamenti minuti in altri metalli (es. rame). Il valore della moneta era definito dal contenuto del metallo prezioso. I sistemi monetari erano monometallismo argenteo (Silver standard) o aureo (Gold standard) ovvero bimetallismo. Il metallo posto a base del sistema si chiamava Tallone. I privati consegnavano alla Zecca il metallo prezioso in loro possesso e ottenevano in cambio l’equivalente in monete dedotte le spese di fabbricazione e di signoraggio riservato allo Stato. La moneta aveva Potere liberatorio illimitato e cioè qualsiasi64 pagamento era fatto con la moneta. Monete e banche A metà del ‘600 le monete di oro e di argento si rivelarono insufficienti vista la crescita della popolazione e delle esigenze dei commerci. Alcune banche (c.d. banche di emissione) introdussero la Moneta cartacea o biglietti di banca (Banknotes). La prima fu la Bank of England, società privata fondata nel 1694. I biglietti di banca erano una obbligazione della banca “I promise to pay” e non avevano c.d. corso legale, come le monete metalliche, ma bensì corso fiduciario 65 La fine del mercantilismo La rivoluzione dei prezzi L’analisi dei mercantilisti era stata assai carente, essi confusero la ricchezza con la moneta Non compresero che il costante attivo della bilancia commerciale, attraverso l’afflusso di oro e di argento causava aumento della circolazione monetaria e conseguente aumento dei prezzi (inflazione), rendendoli meno competitivi sui mercati internazionali Non tutti gli storici credono possibile stabilire un rapporto tra afflusso di metalli preziosi e inflazione Considerano importante la crescita demografica dell’epoca, che fece aumentare la domanda di mercato Non potendo soddisfare le accresciute esigenze con le scarse risorse disponibili, fu inevitabile un rapido incremento dei prezzi 66 La fisiocrazia Come parziale reazione al mercantilismo nacque in Francia agli inizi del ‘700 la scuola fisiocratica. FISIOCRAZIA è un termine di origine greca, che significa dominio della natura. La Fisiocrazia si ispirava alla DOTTRINA GIUSNATURALISTICA, incentrata sul principio dell’ordine naturale ed affermava: l’economia è retta da leggi naturali immutabili. Il mondo è governato da leggi che si possono scoprire, ma non modificare. Sono il portato dell’opera di Dio, finalizzate alla felicità degli uomini Di conseguenza il diritto positivo deve uniformarsi al diritto naturale (le droit naturelle). Il diritto naturale garantisce la felicità di ciascuno e tutela l’armonia della società. Lo Stato non deve intervenire nell’economia, deve lasciare che l’equilibrio economico sia raggiunto con le sole forze esistenti in natura (Laissez – faire 67 laissez – passez). Compito proprio dello Stato è quello di preservare la proprietà e difendere l’ordine naturale. La fisiocrazia si soffermava sull’analisi della ricchezza nazionale e sulla sua distribuzione, individuando la fonte esclusiva della ricchezza di una nazione nella produzione agricola Quesnay e Turgot ritennero l’agricoltura l’unico settore in grado di creare un surplus. Questo settore era il solo che poteva essere soggetto ad un’imposta. Il surplus, che essi chiamarono prodotto netto (produit net) era costituito dalla: ► Differenza tra produzione agricola totale e spese necessarie per ottenerla Le altre attività non possono incrementare la ricchezza nazionale ► I manufatti sono somma di valori già esistenti La fisiocrazia rappresentava un passo avanti rispetto allo statalismo mercantilista, che riteneva immodificabili lo stock di risorse esistenti 68 51 Il sistema capitalistico È un sistema caratterizzato da: ► ► È fondato su: ► ► ► Formazione e impiego produttivo del capitale Divisione internazionale del lavoro Impresa Proprietà privata dei mezzi di produzione Economia di mercato Perché un sistema si possa definire capitalistico è necessario che tutte le sue componenti coesistano e siano generalizzate Fino alla Rivoluzione Industriale non è possibile configurare il capitalismo nel suo complesso, se ne possono individuare alcuni elementi costitutivi. La progressiva accumulazione di capitale e il diffondersi di strumenti che ne assicurassero la tutela, spinsero il mercante ad allargare la propria azione. 69 I prodromi di questo processo risalgono al Basso Medioevo, anche se si presentarono in modo non sistematico. Nelle città il dominio delle corporazioni dei mercanti su quelle degli artigiani portò al decadimento del ruolo del maestro, che spesso disponeva solo in parte dei mezzi di produzione. Contemporaneamente, nelle campagne la presenza di piccoli proprietari terrieri e di contadini, che detenevano telai per uso personale, permise alla borghesia mercantile di svolgere la sua nuova funzione nel mondo rurale, estendendo la propria azione alla sfera della produzione. La prima forma di inserimento del mercante nella produzione fu il “putting out”. 70 53 Il Putting – out Originariamente le famiglie contadine fabbricavano nelle loro abitazioni panni di lana per uso proprio. Tali panni venivano indossati allo stato grezzo, senza operazioni di follatura, tintura e finitura. Questa attività fu trasformata dai mercanti fiamminghi in una attività fiorente e lucrosa. Col putting - out il mercante vendeva al tessitore la materia prima (lana) per poi acquistarla manufatta. Questo sistema avvantaggiava l’imprenditore, che realizzava già un guadagno all’atto della cessione della lana e non era tenuto a ricomprarla. La dipendenza dei tessitori dai capitalisti fu la causa di agitazioni e sommosse in Inghilterra e nelle Fiandre. Il Putting–out rappresentò anche un primo esempio di divisione internazionale del lavoro Gli allevatori inglesi vendevano la lana ai mercanti fiamminghi che la davano fuori (Put it out) ai filatori ed ai tessitori inglesi o fiamminghi, che la trasformavano in panno. Il panno veniva sottoposto alle fasi finali della lavorazione in loco, oppure veniva venduto ai mercanti italiani che ne affidavano la finitura a esperti maestri italiani (famosa era l’arte di Calimala di Firenze). Il panno poi veniva smerciato nelle città musulmane del Mediterraneo 71 Il Domestic system Fu nelle campagne inglesi che venne introdotto un ulteriore elemento peculiare del capitalismo: Il salario anche se nella fattispecie di salario a cottimo, questo passaggio avvenne attraverso l’organizzazione domiciliare della produzione nota come: domestic system. A differenza del mercante fiammingo, l’imprenditore inglese era proprietario della materia prima e spesso anche dei mezzi di produzione, di conseguenza gli operai – contadini potevano essere assimilati a dei salariati a contratto, remunerati in base alla quantità di prodotto trasformato (salario a cottimo) 72 il Factory system I capitalisti tra il ‘500 ed il ‘600 ritennero più redditizio accentrare i telai nelle loro abitazioni, prima in edifici appositamente adibiti, poi questi edifici presero il nome di manifatture. Il factory system o sistema di manifattura si diffuse in diverse nazioni europee sorretto dalla politica mercantilistica. Esempi: le ferriere inglesi; ► ► l’arsenale statale di Venezia; ► i cantieri navali olandesi Spesso il sistema della manifattura era gestito direttamente dallo Stato, come in Francia o in Russia. La manifattura, riunendo un gran numero di operai e introducendo una fattispecie di disciplina di fabbrica creò solo alcune delle condizioni del capitalismo industriale Il lavoro era svolto con metodi artigianali e non sempre era salariato (ad es. in Russia) Le manifatture il più delle volte appartenevano ai governi, mancava la proprietà privata Le attrezzature e gli strumenti di produzioni esistenti non consentivano una produzione finalizzata al consumo di massa Non si impiegavano macchine azionate da energia meccanica. La transizione dalla proto–fabbrica alla fabbrica può dirsi conclusa solo con la Rivoluzione Industriale. 73 Modelli di Sviluppo Gli storici e gli economisti hanno sempre fatto ricorso a modelli o schemi per piegare lo sviluppo economico e l’evoluzione della società. Bücher (scuola storica tedesca) parlava di 4 stadi di sviluppo: economia domestica chiusa, economia cittadina, economia nazionale ed economia mondiale a seconda del grado di apertura che nei secoli si sarebbe conseguito. Lo schema di riferimento tuttavia è quello di Rostow (1960) che ha introdotto il concetto di take-off (decollo). 74 Modelli di Sviluppo (1) Rostow prevede cinque fasi: Società tradizionali preindustriali e di sussistenza; Società di transizione in fase di cambiamento con l’incremento della produttività agricola e una prima accumulazione di ricchezza; Società del decollo take-off con un forte ed irreversibile processo di accelerazione e di trasformazione e l’introduzione di innovazioni soprattutto in settori guida; Società matura con un continuo aumento di produttività e di sviluppo autoalimentato; Società dei consumi con una forte espansione della domanda di beni di i consumo durevoli e di servizi. 75 Modelli di Sviluppo (2) Lo schema di riferimento di Rostow tuttavia non chiarisce i motivi del passaggio da una fase all’altra e sottovaluta le crisi e i cicli che l’economia subisce. 76 I CICLI ECONOMICI Onde lunghe e onde brevi nell’attività economica Lo sviluppo del capitalismo industriale è stato caratterizzato da una grande instabilità. A periodi di prosperità ed espansione della produzione sono seguiti periodi di depressione e di disoccupazione. Nel lunghissimo periodo la tendenza della produzione (il trend secolare) è rimasta all'aumento. Mentre il trend dei prezzi ha toccato punti d'inversione di tendenza. Nel breve e medio periodo le variabili prezzi-quantità hanno oscillato con ritmo ciclico attorno ai trends. Queste variazioni del ritmo di sviluppo di carattere ciclico sono state oggetto di riflessione da parte degli studiosi. 77 I CICLI ECONOMICI Onde lunghe e onde brevi nell’attività economica Nel 1862 il medico parigino Clement Juglar notò che in Francia Inghilterra e Stati Uniti si verificavano onde brevi dell'attività economica. Di durata oscillante tra i sei e i dieci anni contraddistinte da: ► Una fase di prosperità ► Una crisi ► Una conseguente recessione La crisi, solitamente, si manifestava con crolli finanziari, fallimenti, disoccupazione. Le crisi si collocavano come punti di inversione di tendenza in una serie di onde successive di espansione e di depressione. A differenza di altri autori che consideravano tali eventi casuali, Juglar ne evidenziò la elevata frequenza e ne spiegò le origini in fenomeni legati all'espansione e contrazione del credito e del livello del saggio d'interesse. 78 85 I CICLI ECONOMICI Onde lunghe e onde brevi nell’attività economica Nel 1923 Joseph Kitchin studiando le statistiche dei tassi d'interesse e dei prezzi all'ingrosso in Inghilterra e Stati Uniti. Rilevò l'esistenza di un «ciclo minore» o ipociclo più corto del ciclo di Juglar della durata di circa 40 mesi. Tre anni più tardi l'economista russo Kondrat'ev stabilì l'esistenza di “onde” successive della durata compresa tra i 40 ed i 60 anni. Caratterizzate da una fase di rialzo ed una di ribasso dei prezzi: la crisi come punto d'inversione di tendenza sopravveniva dopo un periodo di prosperità. Kondrat'ev osservò che l'origine di queste fluttuazioni corrispondeva con gli inizi del processo di industrializzazione. Egli dimostrò anche che le onde lunghe erano connotate dallo stesso processo dinamico complessivo di quelle brevi. 79 Per semplicità possiamo rappresentare i movimenti di Kondrat'ev come appoggiati sul trend secolare I cicli di Juglar si appoggiano sulle diverse fasi di rialzo o di ribasso (vedi grafico) dei prezzi dei movimenti di Kondrat'ev Cicli brevi (Juglar) 80 86 Teoria di Shumpeter Ciò permise all'economista austriaco Joseph Schumpeter di elaborare nel 1939 una teoria organica dei cicli di lunga e breve durata fondata sul ruolo dell'innovazione nel processo di sviluppo economico. La diversa ampiezza dei periodi di gestazione e di assorbimento degli effetti delle nuove tecnologie determinano la lunghezza temporale delle fluttuazioni Si configurano come innovazioni: ► Nuovi prodotti o nuovi processi di produzione ► Nuove forme di organizzazione ► Nuove fonti di energia o di materie prime ► La conquista di nuovi mercati Le innovazioni si concretizzano in nuove occasioni d'investimento. Le innovazioni si presentano in sciami o grappoli e sono il risultato della dinamicità di alcuni imprenditori 81 Secondo Schumpeter i cicli lunghi corrispondono alle successive rivoluzioni industriali che hanno dominato il processo di sviluppo capitalistico e che hanno trovato nell'innovazione la loro spinta propulsiva Esse hanno, inoltre, comportato ampie trasformazioni nella società La rivoluzione industriale inglese fu originata dalla diffusione della macchina a vapore. La comparsa della fabbrica e l'affermazione del lavoro salariato costituirono il più importante mutamento sociale dell'epoca. La seconda rivoluzione industriale fu caratterizzata dall'uso mobile della macchina a vapore cioè dalla “rivoluzione dei trasporti”. Quando terminò il secondo ciclo si ebbe l'ampliamento delle dimensioni dell'impresa dal punto di vista tecnico-finanziario ma anche i primi tentativi di internazionalizzazione del movimento operaio in conseguenza della diffusione delle dottrine di Marx 82 88 La successiva rivoluzione industriale ha introdotto nuove fonti di energia Il petrolio e l'elettricità La più importante trasformazione conseguente all’introduzione delle nuove fonti energetiche è stata l’espansione dell’interesse pubblico nell’economia Al termine di ogni fase di recessione sono disponibili sul mercato fattori di produzione inutilizzati di cui si può disporre Le imprese più dinamiche che costituiscono le industrie trainanti possono prendere l'iniziativa e utilizzare le risorse disponibili per incrementare la produzione senza che ciò determini una pressione sui prezzi e sui salari 83 89 Un altro autore Kuznets nel 1930 individuò degli ipercicli o secondary movements questi si ponevano al centro tra le onde brevi di Juglar e quelle lunghe di Kondrat'ev avevano una durata di 18 - 20 anni e furono utilizzati per lo studio dell'edilizia residenziale negli USA e in GB. In media tre cicli di Kitchin formano un ciclo Juglar e sei Juglar formano un Kondrat'ev Essi provocano recessioni meno gravi se cadono nel periodo ascendente, della fluttuazione lunga. Più gravi per i motivi opposti, cioè se cadono in una fase di depressione 84 90 3. MOVIMENTI DI LUNGO PERIODO DI KONDRAT'EV Dalla fine del XVIII sec. le fasi principali dell'andamento dei prezzi o cicli di Kondrat'ev sono state le seguenti: Fasi di rialzo ► ► ► ► Fasi di ribasso ► ► ► ► Dal 1789 al 1814 Dal 1850 al 1873 Dal 1896/97 al 1920/21 Dal 1939 al 1973 Dal 1815 al 1849 Dal 1874 al 1896 Dal 1921 al conflitto mondiale Per gli Stati Uniti dal 1929 al 1939 I punti di inversione di tendenza (crisi) ► ► ► ► ► 1814-1815 per Inghilterra e Francia, 1873 per Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti 1920-1921 per Francia e Gran Bretagna 1929 per Stati Uniti 1973 crisi energetica 85 86 4. Gli effetti delle fasi di crescita e di depressione. Le crisi Gli effetti delle fasi di crescita, grazie alla introduzione di un grappolo d'innovazioni sono stati: ►Aumento degli investimenti ►Aumento del reddito ►Aumento della domanda globale ►Aumento dei prezzi ►Aumento della produzione Gli effetti delle fasi di depressione hanno registrato: ►Sovrapproduzione ►Rarefazione delle occasioni di investimento ►Abbassamento dei livelli dell'attività economica ►Riduzione della produzione di oro ►Riduzione dei prezzi 87 Le guerre accompagnavano l'espansione accelerando lo sviluppo di industrie di base. Ma sono generalmente seguite da crisi di sovrapproduzione che accentuavano la tendenza all'inversione del ciclo. La prima fase di depressione (1815-49) fu successiva al blocco continentale e alla Restaurazione Fu provocata dalla continua discesa dei prezzi agricoli, che nei lunghi anni di guerra e durante la carestia del 1816-17 raggiunsero livelli particolarmente elevati Questa discesa dei prezzi fu ulteriormente aggravata dalla messa a coltura di nuove terre e dalla riduzione della produzione di oro. L'Inghilterra non trovando sbocchi ai propri prodotti, soffrì gli effetti di una grave crisi di sovrapproduzione La seconda fase di depressione (1874-96) ebbe inizio dopo la guerra di secessione degli Stati Uniti, dopo la guerra franco-prussiana e altri conflitti minori. Essa si innestò sulla forte riduzione dei costi di trasporto che permise agli Stati Uniti di esportare i propri prodotti agricoli in Europa, dove questi prodotti risultarono competitivi 88 94 La depressione non toccò tutti i paesi alla stessa maniera La depressione colpì soprattutto l'Inghilterra ed ebbe come conseguenza l'estensione del dominio coloniale europeo per trovare nuovi mercati di sbocco Gli Stati Uniti e la Germania accelerarono, invece, il loro sviluppo La terza fase di depressione (1921-39) Si ebbe all'indomani del primo conflitto mondiale Fu il riflesso della riconversione all'economia di pace Dei tentativi di ristabilire ordine nei mercati monetari E soprattutto di una latente sovrapproduzione, che si manifestò con la crisi del 1929 negli USA La progressiva espansione dell’industria ha posto, di volta in volta, una o più nazioni come centro di propagazione della crisi La Gran Bretagna fino al 1837; La Francia nel ventennio successivo; Gli Stati Uniti dopo il 1870 Una delle cause più frequenti di questi improvvisi mutamenti delle condizioni dell'economia fu lo sviluppo delle ferrovie Le ferrovie avevano necessità di forti investimenti di capitale E coinvolgevano perciò nell'attuazione dei loro progetti il sistema bancario 89 95 Il settore ferroviario dava slancio all'economia la cui espansione si rifletteva sul buon andamento della borsa Bastava però una forte speculazione sui valori ferroviari o sul dissesto finanziario di qualche importante società Per diffondere il panico ► La quotazione dei titoli crollava Le banche non concedevano più credito o fallivano ► ► I livelli di attività economica diminuivano Aumentava la disoccupazione ► Le crisi si ripeteranno con la stessa dinamica anche agli inizi di questo secolo Ma riguarderanno settori diversi: L'elettricità ► Le ferrovie urbane ► Le costruzioni navali ► E si diffonderanno con sempre maggiore velocità Immediatamente dopo il crollo di Wall Street, la recessione colpì tutti i paesi industrializzati Ma colpì anche i paesi ancora ad economia agricola, i quali subirono le conseguenze della caduta della domanda di materie prime e prodotti alimentari Il crollo di Wall street costituisce l'ultima grave crisi del capitalismo liberale 90 96 LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE 1. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE In Inghilterra tra il 1750 ed il 1850 Per tali mutamenti Oggi il termine appare a molti "inadeguato" Di quelli delle RIVOLUZIONI POLITICHE Mutamenti nelle strutture produttive portarono allo sviluppo È stato coniato il termine CAMERON parla di "termine improprio" Il termine RIVOLUZIONE denota Dell'industria moderna RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Per i tempi di realizzazione incomparabilmentepiù lenti Cambiamenti di regime Radicali e repentini Anche il mito di PAESE è oggi discusso perché Svolse un ruolo di "supporto" essenzialmente liberista lo Stato Britannico all' industrializzazione La civiltà industriale Una capacità di In un tempo ha avuto "trasformazione assai radicale" "relativamente breve" Tanto da giustificare il termine RIVOLUZIONE 92 Perché la rivoluzione industriale iniziò in GRAN BRETAGNA La Gran Bretagna avviò per prima la rivoluzione industriale Clima mite ► Abbondanza d'acqua Dal punto di vista politico Perché riunì più rapidamente il maggior numero Risorse (carbone) Cultura La Monarchia Inglese divenne meno assoluta ► Dal punto di vista commerciale Di condizioni favorevoli alla crescita Sistema politicoistituzionale A partire dall’approvazione della Magna Charta (1215) Durante il periodo mercantile Accumulò notevoli capitali Creando compagnie commerciali Superando le prime potenze coloniali Sostenuta dalla politica di appoggio dello Stato Attraverso l’emanazione Strappando primato del commercio marittimo ai Paesi Bassi Atti di navigazione ( 1651-1652) 93 ► Dal punto di vista del diritto La Gran Bretagna sviluppò la Common Law Sulla base di consuetudini Casi già esaminati diventavano La Common Law Rafforzò la protezione degli interessi privati legiferava ed amministrava giustizia Modelli per applicazioni successive Contro altri privati Contro l'invadenza dello Stato Esempi: Processo di privatizzazione Un potente stimolo all’affermazione dell'industria cotoniera fu dato dallo Stato attraverso I Calicò Acts Le Enclosures (le recinzioni) Permisero l'accorpamento delle terre Lo sfruttamento più razionale I Calicò Acts (1690-1721 ) secondo i quali dalla colonia indiana non poteva essere più esportato il prodotto finito (il calico appunto), ma solo cotone grezzo per favorire la nascente industria tessile inglese. Proibendo l'importazione di tessuti di cotone indiani Stimolarono l'industria cotoniera inglese 94 Altri fattori favorevoli all'avvio e allo sviluppo della «rivoluzione industriale» ► A Londra si svilupparono ► Le Banche locali ► ► ► Le Merchant Banks Country Banks La diffusione della cultura La nascita della dottrina classica (economia politica) Infine la mentalità curiosa Fornivano capitali per i commerci Per altre attività internazionali Finanziavano gli affari in tutto il paese Attraverso giornali, accademie, clubs I cui maggiori esponenti furono Adam Smith David Ricardo Thomas Malthus La capacità di imparare e di innovare a scopi produttivi 95 PRESUPPOSTI DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE FOHLEN adduce la spiegazione delle origini ENDOGENI A un duplice ordine di fattori ENDOGENI Quelli propri dell' industrializzazione ESOGENI LA TECNICA GLI INVESTIMENTI L'ACCUMULAZIONE DI CAPITALI LO SPIRITO DI INIZIATIVA LA RIVOLUZIONE DEMOGRAFICA ESOGENI LA RIVOLUZIONE AGRARIA Quelli appartenenti ad altri settori economici LA RIVOLUZIONE DEI TRASPORTI IL RUOLO DELLO STATO L'ISTRUZIONE Impossibile separare i due gruppi Agirono in contemporaneità ed in un Processo cumulativo 96 2. LA RIVOLUZIONE DEMOGRAFICA In INGHILTERRA a partire dal 1750 Si verificò un incremento demografico irreversibile A ritmi impressionanti Abbassamento età matrimoniale Aumento tassi di natalità Cause dell'incremento Migliore condizione economica Migliore andamento dei raccolti Diminuzione tassi di mortalità Diminuzione carestie Calo incidenza malattie infettive In INGHILTERRA tutto ebbe inizio Con una serie di buoni raccolti Diminuzione tassi di mortalità Crescita demografica Minore importanza ai progressi della medicina Si accompagnò a un Movimento di urbanizzazione Miglioramento condizioni di vita Abbassamento età matrimoniale Vaccino di JENNER(antivaiolo) scoperto solo agli inizi '800 Che non esige preliminarmente l'industrializzazione 97 Esige lo sviluppo delle sussistenze 3. LA RIVOLUZIONE AGRARIA Non vi sarebbe stata RIVOLUZIONE INDUSTRIALE in INGHILTERRA Fino all'inizio del XIX SEC. Senza la RIVOLUZIONE AGRICOLA che l'ha preceduta Quando apparve la grande industria, l'agricoltura moderna era già nata Esisteva una classe numerosa di piccoli Condizionati dalla parcellizzazione proprietari terrieri ed affittuari delle terre Dal sistema degli OPEN FIELDS (campi aperti) Ogni particella apparteneva ad un solo proprietario Estensioni di terreno sulle quali si trovavano dispersi promiscuamente Ma ogni proprietario possedeva Come conseguenza di tale frazionamento si rendeva necessaria I fondi di molteplici proprietari Una proprietà frazionata e sparpagliata L'adozione di una norma comune nella coltivazione 98 "LE ENCLOSURES" (LE RECINZIONI) Le leggi sulle "RECINZIONI" Consentirono la chiusura dei Le RECINZIONI Permisero la trasformazione fondiaria Il fenomeno recinzioni Non fu un fatto nuovo Nel 1° caso era stato più vantaggioso Estendere i pascoli Nel 2° caso le recinzioni furono incoraggiate dal Parlamento Campi aperti e delle terre comuni Previamente divise ed appoderate Con la formazione della grande proprietà Due secoli prima si era verificato con obbiettivi opposti Per una maggiore produzione di lana Per accrescere la produzione 99 Due categorie furono vittime della introduzione delle recinzioni I PICCOLI PROPRIETARI E della conseguente ridistribuzione delle terre Impossibilitati a sostenere i costi di recinzione I COTTAGERS che godevano di alcuni diritti Furono costretti ad allontanarsi dalla campagna I PICCOLI PROPRIETARI I COTTAGERS Furono costretti a vendere le loro particelle Allargando la manodopera nelle industrie di pascolo ● di far legna ● di raccogliere erbe ● 100 I PROGRESSI TECNICI DELL'AGRICOLTURA La crescita di dimensione Il passaggio in altre mani dell'azienda agraria Abbandono del sistema dei tre campi LORD TOWNSHEND ne fu uno dei fautori Pianta a radici profonde Adozione rotazione continua Si ispirò alle pratiche osservate in OLANDA Che consentiva al terreno di riazotarsi Consentirono nuovi metodi di coltura Il c.d. "Metodo di NORFOLK" Drenò il suolo Al posto del maggese introdusse la rapa Questa innovazione tecnica sconvolse i vecchi sistemi 101 Il sistema di NORFOLK Facilitava l'alimentazione degli animali nei mesi invernali Altro fattore importante per il progresso dell'agricoltura Trasformò l'allevamento del bestiame Da allevamento BRADO a STABULARE consentendo anche la raccolta del letame La nascita del GENTLEMAN FARMER GENTLEMAN FARMER Prese ad interessarsi attivamente (nobile imprenditore inglese) dello sviluppo dell'agricoltura La piccola industria domestica diffusa nelle campagne Ancora una volta agirono Fu a poco a poco abbandonata Due fenomeni contemporaneamente Concorrendo ad aumentare la produttività, specie nelle grandi aziende La manodopera si recò in città Il movimento delle Enclosures L'inizio della Industrializzazione 102 4. LA RIVOLUZIONE DEI TRASPORTI La rivoluzione dei trasporti Altre cause motrici I buoni prezzi della prima metà del '700 Della trasformazione Assicurarono alle classi meno abbienti livelli di sostentamento sconosciuti In Gran Bretagna la politica stradale affidata alle parrocchie Verso fine secolo il Governo votò le Turn Pike Bills L'espansione del consumo interno Con un maggior consumo di: pane, latte, carne Con la quali si permise ai privati la costruzione di strade Col diritto di esigere un pedaggio Lo Stato andò incontro ai privati Con esenzioni fiscali e sovvenzioni Seguirono la costruzione Ed il miglioramento dei canali E la manutenzione delle strade 103 Le nuove vie di comunicazione permisero ► All’agricoltura di trovare nuovi mercati in cui vendere i prodotti deperibili ► Alle città di approvvigionarsi senza timore di carestie future ► Agli industriali di concentrare le loro imprese, dal momento che la fornitura di carbone e di materie prime divenne più regolare e a buon mercato. 104 INVENZIONI ED INNOVAZIONI Non bisogna trascurare Si distingue tra i due termini invenzione e innovazione Il secondo termine "innovare" SHUMPETER ha sottolineato La creazione di nuovi prodotti Dall'assunzione dei rischi Rivoluzione industriale hanno apportato modificazioni vantaggiose Le invenzioni a catena caratteristiche della Sono innovazioni Dallo spirito scientifico Il ruolo svolto a favore dell’industria Nei metodi di produzione Indica l'utilizzazione a fini produttivi di una tecnica di nuova invenzione Che l'invenzione non è la sola strada Che conduce all'innovazione Oltre lo sfruttamento industriale delle invenzioni La conquista di nuovi mercati La concentrazione aziendale 105 5. IL RUOLO DELLE INVENZIONI Il settore tessile Le invenzioni del XVIII secolo Ma non bastava inventare Esempio: la scoperta del telaio per la seta Nacquero dall'esigenza Occorreva INNOVARE non diventa innovazione Per innescare il processo innovativo Tra i tessili il cotone aveva i requisiti Prodotto nuovo Di dare risposta a problemi concreti Prima con metodi empirici poi con metodi scientifici Ossia modificare una determinata combinazione dei fattori di produzione Perché la seta è costosa Perchè il mercato della seta è più ristretto di quello del cotone Materia prima la cui offerta era più elastica della lana Più adatta alla meccanizzazione Libero dalle limitazioni risalenti alle corporazioni medievali 106 LE PRINCIPALI INNOVAZIONI TESSILI L'accelerazione di una delle fasi di produzione Adottata su vasta scala Le due invenzioni che rivoluzionarono la filatura I successi nella filatura Il Power Loom Causava strozzature in altre fasi E' il caso della navetta automatica (JOHN RAY 1733) Nella tessitura Causò strozzature nella filatura La giannetta filatrice (SPINNING JENNY) Hargreaves 1765 Segnarono il passaggio dal lavoro domestico alla fabbrica Il telaio ad acqua (water-frame) Arkwright 1768 Dal lavoro manuale al macchinismo Portarono ad una nuova rottura dell'equilibrio Inventato da Cartwright nel 1785 e perfezionato da Roberts Stimolando l'invenzione di un nuovo telaio A cui venne applicata per la prima volta la macchina a vapore 107 La siderurgia L'insufficienza delle riserve lignee Costituiva una strozzatura Abraham Darby fabbricante di vasellame cinese Questo procedimento consentì lo sviluppo Frenava la produzione di ferro Trovò il modo di utilizzare il carbon-coke (1710) Per produrre ghisa Della produzione di ghisa Della produzione di ferro L'invenzione del puddellaggio Cioè l’eliminazione delle scorie con percussioni Completò le tecniche metallurgiche Nel 1784 Cort ebbe l'idea Di terminare le operazioni di decarburazione Con la laminazione La laminazione Consiste nell’operazione di torchiatura Sostituisce la martellatura Consentendo di accelerare la produzione di ferro 108 LA MACCHINA A VAPORE Le invenzioni di Cort non avrebbero avuto successo Senza l'apporto Savery e Newcomen furono gli inventori delle pompe a vapore James Watt nel 1781 brevettò una macchina motrice Di una nuova fonte di energia Che perfezionate da Watt Che applicata all'industria consentì di svincolarsi Furono usate nelle miniere Dalla dipendenza dell'energia idraulica. Infatti prima le manifatture erano dislocate laddove esistevano fonti di energia La scoperta del vapore Modificò la geografia del paese Diede origine a nuove forme di organizzazione del lavoro Consentì l'avvio della 2° fase della rivoluzione industriale con lo sviluppo delle ferrovie 109 CONCLUSIONI Del reddito nazionale Dimostrano che la Fu un processo Stime in Gran Bretagna Rivoluzione industriale assai lento quantitative L'innovazione che segna In seguito l'umanità cambiava integralmente La rottura con il passato Le modalità di sfruttamento della terra L'uso intensivo del sottosuolo L'Inghilterra diventò Ebbe effetti di innalzamento della produttività La prima società Non si ebbe un "take-off” È la macchina a vapore Dallo sfruttamento del suolo Si passava allo sfruttamento anche delle risorse del sottosuolo Rendendo possibili forti accelerazioni produttive Costituendo un incentivo a potenziare le macchine In grado di produrre con una tale abbondanza Da sconfiggere la povertà cronica 110 che affliggeva l'umanità I risultati ed i costi della Rivoluzione Industriale ► Sotto l’aspetto economico, la Rivoluzione Industriale non può non giudicarsi un fatto positivo L’aumento della produttività aveva messo a disposizione di una popolazione in crescita una grande quantità di beni; All’accresciuto bisogno di generi alimentari, l’Inghilterra provvedeva con l’importazione di prodotti agricoli dagli altri paesi, cedendo in cambio i propri manufatti. A fronte di questi benefici il prezzo da pagare fu notevolmente alto. Tra il 1769 ed il 1830 gli Enclosures Acts, privatizzando le terre comuni, eliminarono gli ultimi residui dell’economia di villaggio; Molti contadini inglesi furono costretti a trasformarsi in lavoratori salariati, impiegati come manodopera dagli imprenditori industriali; Si modificò la struttura produttiva e l’organizzazione del lavoro: le nuove tecniche portarono alla concentrazione del lavoro in grandi opifici, attorno a più macchinari. 111 Tutta la letteratura coeva e le inchieste sono d’accordo nel descrivere condizioni di vita spaventose: La giornata lavorativa dell’operaio andava dalle 12 alle 16 ore; I locali dove si svolgeva il lavoro erano spesso sovraffollati e malsani; Il salario era appena sufficiente per la sopravvivenza; Crebbero a dismisura i sobborghi, dove gli operai e le loro famiglie vivevano in alloggi-dormitorio, privi di servizi igienici. La fabbrica costringeva l’operaio ad un ritmo di lavoro alienante, inserendolo in una catena produttiva, sulla quale egli non poteva esercitare alcun controllo di conseguenza, alle prime generazioni di operai, soprattutto quelli di origine artigiana e contadina, la macchina apparve come un nemico da combattere. Da qui un diffuso malcontento, che degenerò in manifestazioni violente di protesta, con la distruzione delle macchine e l’astensione dal lavoro (Luddismo) Il movimento luddista era formato da operai dell’industria manifatturiera e da lavoratori a domicilio dell’industria tessile, che procedettero per molti anni a sistematiche distruzioni di opifici e telai. Il movimento venne duramente represso dalle autorità inglesi, con la condanna a morte dei suoi maggiori esponenti. 112 Lo Stato contribuì allo sfruttamento dei lavoratori, vietando loro di associarsi per rivendicare i propri diritti (Combination Acts, istituiti nel 1799-1800). Soltanto con l’abrogazione del divieto (1824-25) i sindacati operai (Trade Unions) poterono agire legalmente per ottenere migliori condizioni economiche e giuridiche. Ciò non impedì la nascita nel 1838 del movimento cartista, il quale partendo da rivendicazioni soprattutto di carattere politico (suffragio universale maschile, voto segreto, rinnovo annuale del Parlamento, remunerazione degli eletti), ebbe un notevole influsso sull’emanazione di una legislazione sociale volta a tutelare il lavoro femminile e dei minori. Per le rivendicazioni politiche, invece, bisognerà attendere fino al 1884 (adozione del suffragio universale, giornata lavorativa di otto ore). 113 I Paesi in ritardo 114 I PAESI IN RITARDO Lo sviluppo inglese fu uno sviluppo spontaneo, lento e graduale e riuscì a godere dei vantaggi del primo First comer (assenza di concorrenti, ect..) I ritardatari partirono più tardi utilizzando i c.d. vantaggi dell’arretratezza utilizzando le innovazioni già sperimentate in Gran Bretagna. I ritardatari cercarono i recuperare il ritardo agganciando il paese leader ricorrendo a c.d. fattori sostitutivi (banche, Stato, ect..) 115 I PAESI IN RITARDO (Paesi Bassi e Belgio) Alcuni Paesi seguirono e/o addirittura rappresentavano dei competitors significativi della Gran Bretagna (GB). Paesi Bassi: possedevano un PIL quasi doppio della GB, con una agricoltura progredita, specializzata (ortaggi, fiori, ect..) – sitema dei polders -, abbondanti allevamenti (produzioni di carne, latte, formaggi), una lunga tradizione tessile e della cantieristica e infine un vasto impero coloniale e un ottimo sistema finanziario. Belgio: con l’indipendenza (1830) dai Paesi Bassi aveva adottato il modello inglese, possedeva un’importante industria cotoniera e siderurgica, grandi giacimenti di carbone e ferro e l’esistenza di un sistema di canali e vie di comunicazione nonché un ottimo sistema ferroviario 116 realizzato dallo Stato. Lo sviluppo industriale della Francia 117 L’alternativa francese al “modello” inglese La Francia presenta Queste differenziazioni Una forte differenziazione In un periodo in cui si guardava Dal modello inglese Al modello inglese come l'unico possibile per lo sviluppo Lento e Hanno prodotto una visione negativa dello sviluppo francese Considerato a lungo Alla fine degli anni '70 è incominciata Una revisione di questa tradizionale visione ritardato Che ha inserito la Francia Nei casi di industrializzazione di successo sui generis Gli storici-economici si sono domandati anzitutto perché La Francia non fu la prima ad industrializzarsi ? 118 Alcuni ritengono che la Francia aveva tutti i pre-requisiti per l'industrializzazione ● Nel '700 la Francia era un paese popolato ● Con un mercato interno grande e unificato fin dal Medioevo ● Aveva un'agricoltura prospera anche se non dinamica ● Una buona tradizione di manifatture pre-industriali ● Una crescita economica paragonabile a quella inglese I livelli di diffusione della cultura erano più bassi dell'Inghilterra In realtà non era esattamente così perchè: La distribuzione del reddito era più accentrata L'aristocrazia era meno orientata verso gli affari e più su investimenti sicuri (mentalità di rentier) E, soprattutto, la monarchia era ancora fortemente assolutista Gli inizi della Rivoluzione francese Furono determinati proprio da un forte contrasto tra Monarchia e borghesia Sulla questione del diritto ad imporre le tasse Questa questione era stata già risolta in Inghilterra A favore del Parlamento già un secolo prima 119 Con i suoi estremismi La Rivoluzione francese E la salita al potere di Napoleone Trascinarono la Francia in un continuo conflitto (1790-1815) Ma tagliarono fuori la Francia dalle innovazioni inglesi In conclusione: furono proprio i fattori istituzionali a rivelarsi meno favorevoli rispetto alla G.B. Lo sviluppo industriale Un andamento ciclico non lineare Per questi motivi in Francia ebbe Le guerre stimolarono Certe industrie ► Senza periodi di particolare accelerazione Che possano essere identificati come un «decollo» A differenza dell'Inghilterra L'agricoltura non favorì l'incremento produttivo Tali da generare uno spostamento verso l'attività industriale ●La frammentazione della proprietà fondiaria ●La mancata Rivoluzione demografica Non si formarono eccedenze consistenti di manodopera E ciò per due motivi: 120 LA FRAMMENTAZIONE DELLA PROPRIETÀ PRIVATA Questa frammentazione era avvenuta dopo la Rivoluzione francese La suddivisione di queste terre ai contadini Da scoraggiare l'investimento di capitali in agricoltura Favorì un assetto della piccola proprietà Quando furono spezzettati i grandi possedimenti appartenenti ai nobili e alla Chiesa Fu effettuata in appezzamenti così piccoli che il reddito fu talmente modesto Inoltre il Codice napoleonico prevedendo Rafforzando l'attaccamento dei francesi alla terra La suddivisione ereditaria tra i figli Causando un lento sviluppo demografico 121 LA MANCATA RIVOLUZIONE DEMOGRAFICA La causa del lento sviluppo demografico della Francia È da ricercare, probabilmente, nel tentativo Delle famiglie contadine Di contenere lo spezzettamento della terra Facendo pochi figli Alla metà del XIX secolo L'incremento della natalità della popolazione In Inghilterra e nel Galles era dell'11 ‰ all'anno Nello stesso periodo Il tasso di natalità in Francia Era appena del 3 ‰ Tale rimase fino al Novecento inoltrato Anche il processo di urbanizzazione Fu meno pronunciato Sia per la maggiore importanza dell'agricoltura Nel 1851 la Francia aveva il 64% della popolazione attiva in agricoltura Sia per la minore necessità di accentramento delle lavorazioni industriali francesi Nonostante questi fattori di freno L'industria Continuò a progredire 122 lentamente IL SETTORE INDUSTRIALE Si mantennero molto importanti ► Le tradizionali industrie dei tessuti di seta Importante era l'industria della moda Si impiantò la moderna siderurgia Localizzate particolarmente a Lione Di cui la Francia rimase a lungo leader Crebbe la meccanizzazione nell'industria cotoniera Il complesso più famoso e moderno Fu quello di Creusot aperto nel 1785 Con l'aiuto finanziario di Luigi XVI ► Veniva introdotta l'illuminazione a gas A partire dagli anni '40 dell'800 E si modernizzava l'industria del vetro e della ceramica (la più famosa era la Saint Gobain fondata come Manifacture Royale nel 1665 da Colbert) Gli investimenti cominciarono a spostarsi Come le costruzioni ferroviarie Dalla terra e dagli immobili verso settori più redditizi Che usufruirono dei vantaggi di un'organizzazione centralizzata E dell'assistenza123 finanziaria dello Stato Le ferrovie incentivarono il progresso industriale ► Ed il passaggio dall'industrializzazione leggera a quella pesante Un buon trasporto fluviale Nonostante la Francia disponesse già di L'espansione dell'industria dell'acciaio ► ► E soprattutto di un'ottima rete stradale Si ebbe solo a partire dalla fine dell'800 Adottò tecniche arretrate di estrazione (i convertitori Bessemer) Inoltre fu danneggiata La Francia fu in prima linea Perché la Francia scoprì molto tardi le sue ricchezze di minerali di ferro Poco adatte a minerali ricchi di fosforo Dall'annessione dell' Alsazia-Lorena alla Prussia dopo la guerra del 1871 Con l'industria automobilistica Panhard (1885) Tuttavia le case automobilistiche francesi Velocizzando i trasporti e Facilitando gli scambi commerciali Famose erano le case automobilistiche Peugeot (1895) Non seppero volgersi alla produzione di massa Renault (1898) Se non più tardi quando imitarono gli USA 124 In conclusione L'industria francese fu: Molto più diversificata di quella inglese, più dispersa nelle campagne Di dimensioni più ridotte e a carattere artigianale Ad alto valore aggiunto Per consumatori dotati di elevato potere d'acquisto Volta verso la produzione di beni di consumo di lusso Largamente finanziata dagli stessi proprietari attraverso il reinvestimento dei profitti Particolarmente prospera fu la Belle Èpoque, il periodo immediatamente precedente la I guerra mondiale, che vide la Francia proiettata su una dimensione internazionale 125 IL SISTEMA FINANZIARIO Protestanti In Francia operavano banchieri privati Ebrei Stranieri trasferitisi a Parigi durante il I impero Finanziò il commercio internazionale Essi costituivano la c.d. Haute Banque che nel XIX sec. Sottoscrisse titoli del debito pubblico Investì nelle ferrovie e nelle assicurazioni ► Si trattava di vere e proprie banche d’affari Durante il II impero Tra di esse si distingueva la banca dei Rothschild la cui sede principale era a Francoforte Ma che aveva filiali anche a Vienna, Londra e Napoli Il sistema bancario francese Si consolidò con la nascita di grandi Istituti di credito 126 Quali il Crédit Foncier Crédit Mobilier - fondato nel 1852 dai fratelli Pereire, ex dipendenti dei Rothschild Credit Lyonnais - fondato nel 1863 ► Il Credit Mobilier Fallì nel 1867 Avrebbe dovuto funzionare come i grandi istituti belgi In seguito (1872) fu fondata la Banque de Paris e des Pays Bas nota come Paribas Ma il diverso contesto economico non lo permise Ma l'importanza delle banche nel finanziamento dell'industria francese non fu mai rilevante 127 IL RUOLO DELLO STATO Lo Stato francese dopo il periodo pre-rivoluzionario E a mantenere un protezionismo Lo Stato sostenne invece Non intervenne particolarmente nell'industrializzazione Si limitò ad estendere la costruzione di infrastrutture Che dopo il l° periodo d'industrializzazione non può essere considerato positivo Una serie di importanti scuole superiori e scuole tecnico-professionali La capostipite fu l’école des ponts et chaussés (1747) Anche il colonialismo francese fu meno significativo dal punto di vista economico di quello inglese 128 Gli Stati Uniti d’America 129 La nascita di un Paese libero e nuovo Gli Stati Uniti sono un paese caratterizzato da un immenso territorio e ricco di risorse naturali. Il decollo dell’economia USA è del 1840 – 1860 anno in cui è già il secondo Paese più industrializzato. Gli USA avevano conosciuto quindi tassi di crescita superiori alla GB a dispetto degli altri che vedevano aggravarsi il distacco dalla GB. Anche la popolazione era raddoppiata ogni 23 anni. Malgrado ciò, visto l’estensione dei territori, vi era una bassa densità di popolazione e un livello di istruzione più elevato con il principio dell’insegnamento gratuito e obbligatorio per la popolazione bianca. La Guerra di Indipendenza (1775-1783) scaturiva dalla protesta alla politica mercantilista della GB. I coloni dovevano rivolgersi alla madrepatria per acquistare manufatti e le merci importate ed esportate dovevano battere bandiera inglese (Navigation Acts). Inoltre manufatti provenienti da altre nazioni dovevano prima raggiungere un porto inglese e pagare un dazio (Staple Act 1663) L’aumento della popolazione, il nascere di una certa attività produttiva resero questi vincoli troppo restrittivi e crearono la consapevolezza di una maggiore libertà economica. 130 La nascita di un Paese libero e nuovo La colonizzazione dell’Ovest (il mito della frontiera) ha avuto una notevole importanza nello sviluppo degli Stati Uniti. 1803 acquisto della Luisiana dalla Francia di Napoleone; 1819 Annessione della Florida dalla Spagna 1845-48 Sottrazione al Messico di New Mexico, Texas e California. L’avanzata dell’uomo bianco distrusse la povera economia dei pellerosse fondata sull’allevamento dei bisonti. Le nuove terre furono concesse dal Governo federale e prezzi bassissimi. In seguito (1841) fu concesso di diritto di prelazione, quando venivano messe all’Asta, a chi la coltivava. Nel 1962 l’Homestead Act assegnò 65 ettari a coloro che l’avevo coltivata per almeno 5 anni. 131 Frederick Turner – storico della frontiera Descriveva quattro tappe della colonizzazione 1. 2. 3. 4. Pionieri cacciatori e mercanti Allevatori di bovini e ovini Agricoltori Insediamenti nelle città I coloni dovevo avere comunque risorse per poter sopravvive mesi e anni senza raccolti e riserve e inoltre possedevano rudezza, spirito di indipendenza, individualismo, intraprendenza. Le Banche americane assunsero il carattere di banche di emissioni di carta moneta. Diversi tentativi di una unica Banca a livello federale ma furono dei fallimenti. L’industrializzazione dell’Est favorì, in quella parte del Paese banche più solide, mentre all’Ovest, queste erano legate alle fortune dei coloni. A poco a poco avvenne una vera Divisione del lavoro su base geografica: l’Est industrializzato, l’Ovest agricolo mentre il Sud produttore di cotone. 132 La prima industrializzazione degli Stati Uniti L’industrializzazione degli USA fu caratterizzata dall’esistenza di un mercato in continua espansione, dall’introduzione di nuove macchine e dalla produzione di massa. Tuttavia lo sviluppo era condizionato dal sistema dei trasporti il cui alto costo rendeva inutilizzabile le ricchezze dell’America. Strade e corsi d’acqua (canali) non riuscivano a garantire i collegamenti tra le grandi distanze. Solo con la Ferrovia, determinante per la creazione di un grande mercato interno. All’inizio molte manifatture utilizzavo tecnologia inglese. Successivamente numerosi furono gli apporti degli americani: - Slater – il primo filatoio per il cotone; - Lowel - unificò il processo di filatura e tessitura; - Evans – costruì una macchina a vapore per i battelli; - Morse – il telegrafo; - Howe – mise a punto la macchina per cucire. 133 La prima industrializzazione degli Stati Uniti Il ricorso alle macchine era una scelta obbligata visto l’alto costo della manodopera. Le innovazioni più importanti furono la standardizzazione dei prodotti e la catena di montaggio volte a risparmiare manodopera. Il sistema produttivo era basato su pezzi intercambiali. Ciò consentiva di incrementare la produzione e di ottenere oggetti composti da singoli pezzi con consistente abbattimento dei costi. Il sistema americano si diffuse successivamente in tutto il mondo. Le industrie principali furono il tessile (l’industria cotoniera – anche attraverso innovazioni nella produzione della materia prima – il cotone) , siderurgica e dei macchinari collocate prevalentemente nel NordEst. La macchina per cucire diede un forte impulso alla produzione in serie di abiti confezionati e di calzature. Il NordEst concentrò le principali industrie per l’afflusso di capitali dalle attività marittime e dei commerci, la nascita di banche solide e la presenza di manodopera immigrata proveniente dall’Europa. Infine un buon livello e sistema di istruzione. 134 Gli Stati in formazione Germani e Italia erano due stati divisi e in formazione con uno Stato leader: Prussia e Piemonte 135 La Germania La Germania era un paese molto frantumato, diviso in 360 Stati. Solo con il Congresso di Vienna del 1815 furono ridotti a 39 con due grandi Stati: Prussia ed Austria. Lo Stato dell’agricoltura era diviso tra occidente e oriente. L’agricoltura occidentale era simile e quella francese con contadini che coltivavano e pagavano in natura o denaro il signore, mentre quella orientale era costituita da grandi latifondi JUNKER in condizione servile e di sfruttamento 136 La Germania Le riforme economiche più importanti alla fine del ‘700 e ai primi dell’800 furono: - Emancipazione della servitù (editto 1807) e abolizione della distinzione tra proprietà nobiliari e non nobiliari ai fini delle successioni e delle vendite, abolizione dei diritti feudali e ripartizione delle terre. Abbandono dei sistemi dei campi aperti, la riduzione del maggese, l’introduzione della patata e di foraggere con l’ampliamento della zootecnia; Creazione di un mercato comune tra gli Stati tedeschi. Prima si contavano 1800 circa barriere doganali. La Confederazione germanica le ridusse. La Prussia nel 1818 soppresse al suo interno tutte le barriere doganali. Nacquero tre Leghe: al Nord prussiana, al Sud Baviera e Wuttemberg, al centro con l’Austria. La Lega centrale si sfaldo e quella del Nord diede vita all’Unione doganale (Zollverein); Creazione di monete uniche. La Nord il fiorino e al Sud il tallero per facilitare i pagamenti; Miglioramento dei mezzi di trasporto e in particolare le ferrovie; Eliminazione delle corporazioni e la creazione di un libero mercato delle professioni. - - L’industria era ancora arretrata e fondata sul lavoro a domicilio di agricoltori o abitanti delle città. Il sistema della fabbrica arrivò solo dopo. 137 L’Italia Dopo essere stata tra le aree più ricche dell’Europa conobbe un lungo declino e uno sviluppo solo da partire dal XX secolo. Gli Ostacoli allo sviluppo: a) b) c) d) e) f) Lenta crescita demografica rispetto agli altri Paesi; Terreni poco fertili e insufficienti al fabbisogno alimentare; Risorse minerarie scarse; Sistema dei trasporti inadeguato; Scarsa disponibilità di capitali e quelli disponibili erano orientati ad impieghi sicuri; Assenza di un mercato nazionale unico. Con il periodo napoleonico furono avviate alcune importanti riforme: a) b) c) d) Introduzione del codice civile e del codice del commercio; Abolizione delle corporazioni e delle barriere doganali; Unificazione ei sistemi dei pesi e delle misure; Abolizione del sistema feudale (solo nel 1806 nel Regno di Napoli con le leggi eversive della feudalità). Venivano aboliti i diritti e privilegi feudali e si provvedeva alla ripartizione delle terre ecclesiastiche e comuni. Nel Regno di Napoli la ripartizione ai contadini avvenne a rilento e con meccanismi che finirono per ritornare tra le mani di 138 nobili e borghesi. L’Italia L’economia italiana fu caratterizzata dalla prevalenza dell’agricoltura con il 70% della popolazione attiva impegnata. A metà ‘800 si registro un aumento della produzioni cerealicoli tuttavia insufficienti per il fabbisogno interno. Il Riso viceversa continuò ad alimentare una discreta esportazione. Molte altre piccole produzioni di nicchia furono destinate all’esportazione (bachicoltura, canapa, olio, arance, vino); I miglioramenti produttivi furono possibili solo nel Nord dove si avviarono grandi aziende agricole capitalistiche con nuovi investimenti e macchinari. Al Centro insisteva la tecnica della mezzadria mentre al Sud la conduzione era quella del latifondo e dello sfruttamento dei contadini con metodi tradizionali. L’industria era ancora arretrata. L’Italia era un paese importatore di manufatti ed esportatore di prodotti alimentari e materie prime. L’esportazione più evidente era la seta verso il mercato francese. L’industria cotoniera fu la prima ad adottare il sistema di fabbrica. L’industria meccanica era concentrata in alcune aree del paese (Milano, Torino, Napoli). Le costruzioni ferroviere erano circoscritte nell’ambito dei piccoli Stati e nel Sud (dopo Salerno) era del tutto sconosciuto. Il sistema del credito era limitato alle città e inadeguato allo sviluppo produttivo. La banca di emissione più importante era la Banca Nazionale Sarda sorta a Torino 1849 e di rilievo quella Banca nazionale Toscana. Il Banco delle Due Sicilie esercitava il monopolio dell’attività bancaria ed rilasciava ai depositanti ricevute (fonti di credito) senza emettere banconote. 139 Sviluppo e grande industria (1850-1914) 140 Sviluppo e grande industria (1850-1914) A metà del XIX secolo esisteva ormai un sensibile divario tra le zone più dinamiche dell’Europa e il resto del mondo Interessante è il caso della SPAGNA che nel ‘500 era stata alla guida delle scoperte geografiche e di grandi ricchezze di oro. Tali ricchezze furono utilizzate per finanziarie le guerre e il lusso dell’aristocrazia con pochi investimenti. Quanto tali flussi di ricchezze provenienti dalle colonie si ridussero la Spagna dovette dichiarare bancarotta conoscendo un lungo periodo di ristagno. Tuttavia in Europa nel periodo dal 1850 fino alla 1° guerra mondiale si registrò uno sviluppo economico senza precedenti. 141 Sviluppo e grande industria (1850-1914) L’economia europea e americana si trasformarono profondamente. L’industria divenne il settore trainante e la borghesia assunte il controllo politico assieme alle vecchie élites aristocratiche. Tuttavia la crescita non fu uniforme e si alternarono brevi fasi cicliche (Juglar) ma anche lunghe fasi di espansione e depressione. In particolare due di espansione e una di depressione (Kondrat’ve) 142 1°Fase di espansione (1850-1873) Fu un periodo caratterizzato dalla crescita dei prezzi, dei salari e dei profitti con maggiori investimenti. Un periodo quindi di rapido sviluppo in tutti i settori. I principali fattori furono: Il libero scambio – con la riduzione delle barriere e tariffe doganali. Molti governi europei ricorsero ai Trattati commerciali che fissavano dazi e regole reciproche. I trattati contenevano altresì anche la clausola della nazione più favorita secondo cui ciascun Paese avrebbe dovuto estendere il regime più favorevole che avesse stabilito con altre nazioni. Lo sviluppo dei mezzi di trasporto con l’incremento della rete ferroviaria. La scoperta di nuovi giacimenti di oro in California, Australia, Canada, Nuova Zelanda. 80% della produzione veniva impiegata per coniare monete d’oro o come riserve a garanzia della moneta cartacea. Ciò aumentò la disponibilità di mezzi143di pagamento. Fase di depressione (1874-1896) A partire dalla crisi finanziaria di New York, Berlino e Vienna si avvio una fase di riduzione dei prezzi con una frenata dei salari e dei profitti. Le lotte dei partiti socialisti e del movimento sindacale furono accentuate da questa situazione di crisi. Il crollo di prezzi fu dovuto all’aumento dell’offerta dei prodotti agricoli ed industriali. Inoltre la riduzione dei costi di trasporto favorì l’introduzione sul mercato europeo dei prodotti agricoli americani e russi con una evidente crisi agraria. Infine la diminuzione della produzione di oro ridusse la quantità di moneta in circolazione non più sufficiente a soddisfare l‘accresciuto volume di affari e di traffici. I Paesi colpiti reagirono con politiche protezionistiche sostenuti dagli industriali ma anche dagli agrari che subivano l’invasione dei prodotti agricoli di paesi lontani. In questo periodo vi fu anche una ripresa del colonialismo dopo la pausa dovuta all’indipendenza americana e a quella dei Paesi latino-americani. In meno di vent’anni le principali potenze assoggettarono l’Africa, l’Asia e 144 l’Oceania. 2° Fase di espansione (1896-1914) A partire dal ’96 l’economia mondiale riprese a crescere. La produzione industriale riprese a crescere, si affermò una nuova fonte di energia (il petrolio), si diffuse l’elettricità e si svilupparono nuovi mezzi di trasporto. E’ questa la Belle époque. I processi di ristrutturazione aziendali avviati precedentemente e le politiche protezionistiche avevano raggiunto i loro scopi di rafforzamento industriale. Infine la scoperta di nuovi giacimenti di oro in Alaska e Canada (la corsa all’oro) rese possibili nuovi mezzi di pagamento per assicurare i crescenti traffici commerciali. 145 Popolazione, urbanesimo ed emigrazione La popolazione mondiale passò a 1,3 miliardi a 1,8 miliardi ed in Europa da 275milioni a 460milioni con un incidenza sulla popolazione mondiale del 27% rispetto al 20% dell’inizio del secolo XIX. L’alimentazione divenne più ricca e varia. I progressi della medicina (Pasteur con i vaccini contro tifo, difterite, tetano, colera, tubercolosi) e la chirurgia (anestesie). Si sviluppò l’industria farmaceutica. Si ridusse il tasso di mortalità ma anche quello di natalità visti i cambiamenti di stili di vita anche nelle classi operaie. La vita media in Europa si allungò a 50 anni. L’istruzione si estese con sistemi scolastici assicurati dallo Stato. La Germania costituì un’eccellenza. L’incremento demografico favorì lo spostamento della popolazione dalle campagne alle città e forti processi di urbanizzazione. Agli inizi del’900 Londra contava 4,5 milioni e Parigi 2,5 milioni rispetto a 1 milione dell’inizio dell’800. La popolazione urbana inglese passò dal 52%. al 78%. 146 Popolazione, urbanesimo ed emigrazione Anche le strutture e funzioni delle città si modificarono. Dalla convivenza dei differenti ceti in uno stesso edificio la città si organizzò per quartieri borghesi e operai. Fu inoltre necessario provvedere all’infrastrutturazione primaria (luce, gas, sistemi fognari, trasporti, ect..) L’emigrazione rappresentò un’altra conseguenza dello spostamento dalla campagne. Le principali destinazioni furono America (Stati Uniti e Argentina, Brasile, Canada) o Oceania. I Russi verso la Siberia. Le partenza furono in costante crescita. I paesi di provenienza se prima erano dell’Europa settentrionale ben presto divennero dell’Europa meridionale (Italiani, spagnoli, portoghesi e greci). I flussi migratori furono anche interni all’Europa (Est-Ovest e Sud-Nord). Gli effetti furono diversi. Per i paesi di partenza un impoverimento delle forze lavoro ma benefici per l’alleggerimento della pressione demografica. Per i paesi di destinazione nuove risorse umane già formate, intraprendenti con gravi problemi tuttavia di integrazione e di sfruttamento. 147 Lo sviluppo dei trasporti L’emigrazione fu favorita dal miglioramento dei sistemi di trasporto. La vera rivoluzione a partire dal 1850 fu costituta dalla Ferrovia. In meno di settant’anni si costruì il sistema ferroviario europeo. I problemi tecnici (traforo delle montagne, costruzioni di ponti, velocità delle locomotive) ed economici (grandi investimenti e costi elevati rispetto alle possibilità di pay-back, costituzione di società per azioni e speculazioni borsistiche) furono affrontati rapidamente. La navigazione a vapore con l’introduzione dell’elica a pale e della costruzione delle navi di ferro, più veloci e regolari, costituì l’altra rivoluzione dei trasporti. Nacquero le società di navigazione visti i costi di realizzazione. Si sviluppò il sistema dei tramps navi senza itinerario fisso on-demand. Si costruirono nuovi porti per le navi in ferro e canali (Suez e Panama) con grandi modificazioni delle tratte commerciali. La possibilità di trasportare in poco tempo derrate agricole favorì la specializzazione agricola delle regioni del mondo. L’automobile intanto annunciava una nuova era e l’avvento del motore a scoppio (Daimler e Benz) divenne determinante. Infine alla vigilia della 1°Guerra mondiale il telegrafo (Samuel Morse 1971) ricopriva l’intera Europa e collegava via cavo gli Stati Uniti. Il Telefono (Antonio Meucci 1871) iniziava ad essere usato per gli affari e Marconi (1896) inventava la radio. 148 Il sistema bancario e finanziario 1. 2. 3. 4. Lo sviluppo economico fu favorito dalla nascita dei moderni sistemi bancari nazionali e dall’adozione del gold standard da parte di tutti i Paesi. Nacquero nuovi forme di credito e istituti: La casse di risparmio per raccogliere il risparmio dei piccoli risparmiatori; Gli istituti fondiari alla scopo di concedere mutui a lungo termine (50 anni) garantiti sugli immobili; La banche cooperative per concedere prestiti ai soci; Le banche commerciali o di deposito costituite come società anonime con molti sportelli distribuiti per raccogliere il grande risparmio e investire in varie forme. Al vertice del sistema era posto l’Istituto di Emissione come banca di ultima istanza al quale si rivolgevano le banche per ottenere anticipazioni in caso di necessità a fronte di un interesse tasso ufficiale di sconto. Gli istituti con il tempo svolsero anche funzione di controllo e divennero banche centrali. Gli Istituti di emissione iniziarono ad introdurre la moneta legale (banconote) con una riduzione di quelle metalliche in circolazione. Alla vigilia della1°guerra mondiale ormai i mezzi di pagamenti erano costituiti da moneta bancaria. 149 Il sistema bancario e finanziario I sistemi bancari avevo diverse caratteristiche: MODELLO ANGLOSASSONE come banca pura che raccoglieva depositi a vista e concedeva impieghi a brevi. Una Merchant banks con il compito di favorire pagamenti internazionali o collocamento di titoli obbligazionari. MODELLO CONTINENTALE TEDESCO come banca mista con raccolta di depositi a vista e impieghi a breve, medio e lungo termine con evidenti rischi di immobilizzazioni ma un forte rapporto con le imprese delle quali spesso diveniva anche azionista. La Francia adottò un sistema più simile a quello inglese con “banche di deposito” e “banche di affari” per gli investimenti industriali. Un altro elemento importante fu l’adesione di tutti i paesi al Gold Standard e quindi all’adozione del sistema aureo. All’inizio solo la G.B. aveva il sistema aureo mentre gli altri il bimetallismo (argento e oro) con evidenti problemi su piano della definizione del rapporto di valore tra oro e argento che cambiava costantemente. Dal 1873 al 1900 tutti i paesi adottarono il gold standard e il sistema favori il commercio internazionale in presenza di tassi di cambio fissi stabiliti dal valore e dal contenuto di oro. In tal modo fu eliminato il rischio cambio. La Sterlina tuttavia risultava la moneta principalmente accettata per gli scambi internazionali sia per i servizi finanziari assicurati che per la solidità del sistema 150 bancario inglese. La trasformazione dell’agricoltura La popolazione mondiale ed europea crebbe perché le derrate alimentare furono più che sufficienti a soddisfare il fabbisogno alimentare. Determinate fu l’introduzione delle macchine agricole e della meccanizzazione (trattori a vapore, mietitrici e trebbiatrici. La macchine si affermarono però solo in grandi proprietà e con pratiche monocolturali (granaio). Altro elemento l’introduzione dei concimi da quelli naturali (il letame) all’utilizzo di quelli chimici (fosfati, potassa e nitrati). La trasformazione fu assicurata dall’estensione dello spazio agricolo (bonifiche) e dalla eliminazione del maggese. Dove l’Europa era industrializzata anche l’agricoltura esprimeva una forte produttività Infine l’Europa riesce a crescere anche grazie all’importazione di derrate alimentari. Le zone temperate (Stati Uniti, Canada, Argentina) si sviluppò un’agricoltura estensiva. Nelle zone tropicali le piantagioni (banane, caffè, caco, tè). La produzione della gomma in Brasile. 151 Innovazione e grande industria L’attività industriale fu caratterizzata dal progresso dei sistemi di produzione e della crescente concentrazione aziendale. Ebbe luogo una rivoluzione tecnologica con un legame stretto tra scienza e industria con tempi di trasformazione di una invenzione scientifica con una tecnica produttiva. La collaborazione tra ricerca scientifica e applicazioni tecniche crebbe con l’organizzazione della ricerca anche presso le imprese (in Germania la Bayer) L’industria siderurgica iniziò a produrre acciaio a buon mercato. All’inizio Bressemer brevettò un nuovo sistema che lasciava delle scorie di fosfati. Successivamente i fratelli Martin-Siemens consentì di produrre acciaio di qualità. Nel 1889 fu celebrata la Torre Eiffel. L’industria metallurgica vide l’utilizzo di nuovi prodotti (alluminio, rame, nichel) L’industria chimica fu tra le protagoniste della seconda rivoluzione industriale dai prodotti farmaceutici ai fertilizzanti, dagli esplosivi alle materie plastiche. L’industria della gomma iniziò negli Stati Uniti attraverso un processo di vulcanizzazione e Dunlop brevettò il pneumatico. L’industria elettrica è l’altra protagonista della seconda rivoluzione industriale. Gramme costruì una macchina che produceva elettricità dalla macchina a vapore. Edison inventò la lampadina elettrica. L’elettricità fu applicata nei trasporti e nelle comunicazioni. E infine favori la nascita dell’industria cinematografica (Lumière). Una nuova fonte di energia fu il petrolio utilizzato per il motore a scoppio. La prima estrazione negli Stati Uniti nel 1859. Di seguiti l’industria automobilistica con i fratelli Renault in Francia e la Fiat in Italia. Negli Stati Uniti Henry Ford nel 1914 occupava uno stabilimento con 14.000 operi. E infine la macchina da scrivere, il miglioramento delle macchine tipografiche e la macchina fotografica (Kodak) 152 La dimensione delle imprese La dimensione dell’impresa rimase modesta fino all’ultimo quarto del XIX secolo. Successivamente iniziarono a svilupparsi processi di aggregazione e la nascita di grandi imprese che disponevano di grandi capitali e concentravano un gran numero di lavoratori. La forma giuridica era la società anonima o per azioni. Le forme di concentrazione che avvennero furono sia orizzontali che verticali. Negli Stati Uniti nacquero le Corporations. Le imprese nascevano come familiari ma dopo due generazioni era difficile assicurare che rimanessero in mano alle famiglie. Le generazioni cresciute nell’agio finivano per vendere. Inoltre si giunse anche alla separazione tra proprietà e management. Si iniziò a delegare ai manager la gestione dell’impresa essendo questi formati e capaci. Alcune imprese stabilirono accordi: cartelli o trust. Il trust fu la forma prevalente negli Stati Uniti in cui una società madre Holding deteneva le partecipazioni delle altre imprese. Nascevano altresì le multinazionali che operavano in diversi paesi secondo le leggi nazionali. Nascevano anche le Cooperative tra lavoratori. Cooperative di consumo, di produzione, agricole e di credito. 153 Taylorismo La grande impresa cominciò ad organizzarsi scientificamente. L’ingegnere americano Frederick Taylor si rese conto che le grandi fabbriche erano troppo grandi per verificare i risultati e che quindi era necessario, attraverso la catena di montaggio, dividere il lavoro in piccole fasi semplici e controllabili. Attraverso queste fasi era possibile fissare tempi rapidi di ogni operazione e controllare i risultati. Tutto ciò fu molto criticato dai sindacati per le condizioni di alienazione dei lavoratori. 154 Le vie nazionali allo sviluppo 155 I diversi ritmi di sviluppo L’andamento dello sviluppo fu diverso da paese a paese con fasi alterne nei periodi 1820-1970 e 18701913. La Gran Bretagna mostra un rallentamento nel secondo periodo mentre gli Stati Uniti continuano a svilupparsi con intensità recuperando fino ad arrivare alla vigilia della guerra (1914-1918) che avevano già superato la GB Germania e Francia accelerarono nella rincorso alla GB mentre Italia, Russia e Giappone mostravano una certa vitalità 156 157 Il declino della Gran Bretagna Il periodo di declino in verità coincise con un periodo di grande prosperità che coincise con l’epoca vittoriana (18371901). L’epoca vittoriana si chiuse con un declino dell’economia inglese. Un elemento di forza fu costituito dalla crescita demografica che non si arrestò e dal primissimo piano dell’industria specie quelle trainanti (tessile e siderurgia). Malgrado ciò la quota dell’industria manifatturiera all’inizio della 1° guerra mondiale era ridotta al 14% rispetto all’iniziale 32%. La GB conservava il primato del commercio internazionale con una bilancia commerciale in disavanzo (per l’importazione di derrate alimentari e altri manufatti) e una bilancia dei pagamenti in avanzo (per i servizi finanziari, assicurativi e di nolo che svolgeva) Il governo britannico rispetto a tutti gli altri non rinunciò 158 al laissez-faire e stabili rapporti preferenziali con le colonie Il declino della Gran Bretagna Le principali motivazioni sono: a) Lo svantaggio del first comer. Il sistema industriale essendo stato il primo si ritrovò rispetto agli altri ad essere già obsoleto e la possibilità di vendere comunque i prodotti ai mercati delle colonie rese gli imprenditori pigri nell’innovazione. b) La dipendenza dall’estero. A causa dell’incremento costante della popolazione la dipendenza dall’estero delle derrate aumento fino ad arrivare al 75% c) Il sistema dell’istruzione. Si rilevò inadeguato riservando poca attenzione alla preparazione scientifica, con un approccio troppo aristocratico. La scuola elementare obbligatoria fu introdotta troppo tardi rispetto agli altri. d) Il ruolo della Stato. Se nel periodo successivo alla rivoluzione (1688) lo Stato era fortemente intervenuto (Atti di navigazione, sistema fiscale, recinzione delle terre, ect..) successivamente 159 svolse un ruolo meno forte. L’economia francese I caratteri dell’economia francese: La tendenza ad una lenta crescita demografica a causa di un basso tasso di natalità. La Francia divenne addirittura terra di immigrazione; La presenza in agricoltura del frazionamento della proprietà, la forte specializzazione produttiva e l’esistenza di una diffusa piccole proprietà, divise spesso da siepi con difficoltà di introdurre macchinari. Malgrado ciò la Francia era autosufficiente sul piano alimentare; L’industria crebbe a ritmi rallentati per la prevalenza degli interessi agricoli, il limitato incremento demografico e la preferenza per i prodotti di qualità. Inoltre la perdita, con la guerra franco-prussiana 1870-1871 dell’Alsazia e della Lorena (miniere di ferro), risultò negativo all’industria; La presenza di un sistema di piccole e piccolissime imprese che se garantivano flessibilità e adattabilità alle crisi, non assicuravano economie di scala sufficienti; Infine una limitata urbanizzazione a causa della dispersione geografica delle imprese e lo scarso esodo dalla campagna. L’economia francese: Le tappe della crescita Durante la fase del secondo impero (18521870) con Napoleone III la Francia conobbe un periodo di accelerazione: Costruzione della rete ferroviaria con il sistema delle concessioni ai privati e la costituzione delle compagnie ferroviarie; Grandi investimenti in infrastrutture e nel sistema dei porti (Marsiglia, Le Hauvre); Rinnovamento edilizio delle città e di Parigi (il prefetto Haussmann) che contava già 1,7 milioni di abitanti nel 1856; L’economia francese: Le tappe della crescita La costituzione delle banche (Crédit Mobilier, Crédit Lyonnais e la Société Générale). Particolare importanza il Crédit Mobilier per il credito mobiliare per il finanziamento di lungo medio termine a fronte di una raccolta di fondi mediante l’emissione di proprie obbligazioni. Nel 1871 la banca fallì. Nasque il Crédit Foncier de France che svolse la stessa funzione con finanziamenti fino a 50 anni, con ipoteca sui beni, e rimborsi semestrali. Infine durante il secondo impero la Francia adotto il libero scambio attraverso Trattati bilaterali con la regola della nazione più favorita. Il primo Trattato commerciale con la GB con l’accordo Codben-Chevalier. Successivamente Belgio, Italia e Prussia. L’economia francese: Le tappe della crescita La sconfitta della guerra franco-prussiana 1870-1871, il crollo del secondo impero e di Napoleone III nonché la nascita della Terza Repubblica non misero in difficoltà l’economia. Anche il pagamento dell’indennità di guerra alla Germania fu facilmente rimborsato. Le difficoltà iniziarono solo nel 1882 a seguito di una crisi finanziaria. Le cause furono dovute alla diminuzione dei prezzi agricoli, alla perdita dell’Alsazia e Lorena, alle malattie delle piante del vino e della seta e al fallimento delle compagnie ferroviarie. Dal 1881 la Francia ritornò al protezionismo con l’adozione della tariffa c.d. Méline per il deputato che la promosse e con le guerre tariffarie con l’Italia e la Svizzera. L’economia francese: Le tappe della crescita L’ultimo periodo prima della Grande Guerra è contraddistinto da un periodo di prosperità la c.d. Belle époque. L’agricoltura, al riparo dalla concorrenza, riprese a crescere e si rafforzò la specializzazione produttiva. L’industria conseguì migliori risultati come la produzione di carbone e la siderurgia e si estese in nuovi rami di attività: produzione di bauxite (alluminio) e industria automobilistica. Anche il commercio estero riprese malgrado una bilancia commerciale in disavanzo ma come per la GB con una bilancia dei pagamenti in avanzo. L’inizio del Turismo. La Francia risulterà il paese più visitato al mondo. L’espansione tedesca A seguito della vittoria della guerra franco-prussiano (1871), con Bismark primo ministro e Gugliemo I re di Prussia, si procedette all’unificazione della Germania, con il titolo di imperatore (Kaiser), e ad un forte periodo di espansione. A parte la riconquista dell’Alsazia e della Lorena alcuni furono i fattori dell’espansione tedesca soprattutto in un periodo che contraddistingueva la recessione europea: L’espansione tedesca Il Sistema bancario sostenne la crescita economica e finanziò gli investimenti in assenza di grandi capitali disponibili. Le banche raccoglievano risparmi dai cittadini e li investivano nelle grandi imprese. Al vertice fu posta la Reichsbank (Banca dell’Impero) (1875) con il compito dell’emissione delle banconote della nuova moneta, il marco. L’indennità di guerra francese pagata in oro consentì alla Germania di adottare il Gold standard. Le altre banche svolsero funzione di banche miste. Tra queste quattro grandi gruppi (Deutsche Bank, Dresdner, Darmastader, Disconto-Gesellschaft); Il Sistema dei trasporti (ferrovie e marina mercantile) perché contribuì alla costituzione di un grande mercato. Malgrado avesse pochi sbocchi al mare la Germania ebbe la seconda più grande marina mercantile dopo la GB; L’espansione tedesca Lo sviluppo della grande impresa e le tecniche oligopolistiche attuate. Furono sviluppati i c.d. cartelli tra imprese allo scopo di regolare la concorrenza. All’inizio contrastati dallo Stato e successivamente regolamentati. Altre forme di alleanze furono i gruppi di interesse IG che prevedevano accordi formali fra imprese ma anche scambio di azioni. I cartelli utilizzavano la tecnica del dumping. Prezzi più alti per il mercato interno e prezzi più bassi per il mercato estero (anche sottocosto) allo scopo di far conoscere il prodotto per poi elevarli. Spesso ciò provocava le proteste dei consumatori. Il ruolo dello Stato. Lo Stato contribuì in diversi modi. Quale grande acquirente dei prodotti, favorì i cartelli, adottò una politica protezionistica, sostenne le esportazioni anche con le proprie ambasciate con una politica commerciale attiva. Infine lo Stato si impegnò alla diffusione dell’istruzione scientifica e tecnica. Bismark istituì infine il primo sistema di assicurazione obbligatoria dei lavoratori contro malattie, invalidità e infortuni e sviluppando la prima previdenza sociale in Europa. L’espansione tedesca Il settore industriale crebbe attraverso imponenti complessi produttivi orientati alla produzione di beni intermedi e strumentali a differenza della Francia produttrice di beni di consumo; La siderurgia si giovò del bacino carbonifero della Rhur e di quello ferroso della Lorena. Famosa casa produttrice la Krupp con 70 mila dipendenti. Si svilupparono anche l’industria chimica (fertilizzanti e prodotti farmaceutici), anche grazie alla ricerca scientifica, e l’industria elettrica con la nascita del motore elettrico. L’agricoltura crebbe con l’introduzione dei concimi chimici. Gli Stati Uniti Alla vigilia della guerra di secessione (18611865) gli Stati Uniti avevano già iniziato il take-off. Alla vigilia della Grande Guerra gli Stati Uniti contavano 92 milioni di abitanti, un PIL superiore alla GB e 1/3 della produzione manifatturiera mondiale. I fattori principali di tale sviluppo furono: Gli Stati Uniti L’incremento della popolazione sia naturale che attraverso l’immigrazione. Dal 1861 al 1914 arrivarono 27 milioni di immigrati. L’inserimento non fu facile. Tra soluzioni: a) rinunzia alla cultura propria; b) integrazione per un cultura comune; c) conservazione della propria cultura di origine e separazione. I Wasp White Anglo Saxon Protestant – gruppo dominante – preferiva il primo atteggiamento e spesso impedì l’immigrazione. Vedi il caso di Cinesi e Giapponesi. La fine della colonizzazione con la messa a coltura o ad allevamento delle nuove terre. Nel 1912 gli Stati Uniti contavano 48 Stati (mancavano Alaska e Hawaii) La produzione crebbe fortemente e gli agricoltori poterono godere di alti redditi. Si svilupparono anche grandi proprietà nel MidWest per l’allevamento del bestiame con la convenienza di vendere il bestiame al Nord con prezzi migliori rispetto al Sud. Gli Stati Uniti La Guerra di secessione fu un momento decisivo per le scelte di sviluppo dell’economia americana. La Guerra scaturì dalla questione della schiavitù ma celava la diversa impostazione e le scelte economiche del Nord e del Sud. Il Nord più industriale voleva una politica più protezionistica a difesa dlel’industria mentre il Sud più libero scambista a difesa dell’agricoltura cotoniera e schiavista. Il Sud, dotato di poche industria, pochi capitali e minore popolazione, risultò sconfitto e rimase per circa un secolo la parte più povera del Paese. In effetti a causa della guerra l’Europa, grande acquirente di cotone, si rivolse ad altri mercati come l’Egitto e l’India, che avevano profittato della mancata produzione in tempo di guerra. Gli Stati Uniti Lo sviluppo industriale fu eccezionale. Le principali industrie furono quelle di trasformazione dei prodotti agricoli (macinazione grano, lavorazione legno, macellazione suini) ma forti furono i progressi nella meccanica e nella siderurgia senza considerare i nuovi settori industriali (elettricità, petrolio, automobili). Le industrie si organizzarono in grandi imprese (corporations) con un forte processo di concentrazione imprenditoriale spesso nell’ambito di gruppi familiari (J.P.Morgan nelle banche, John Rockefeller nel petrolio, Henry Ford nelle automobili). L’opinione pubblica era contraria alle forme di concentrazione che favorivano alti prezzi e distorsione della concorrenza e il Governo promulgò lo Sherman Act (1890) quale legge antitrust. Gli Stati Uniti Le grandi imprese americane utilizzarono le catene di montaggio con produzione a prezzi contenuti ma con politiche orientate a mantenere alti salari. L’idea era quella di consentire ai lavoratori di avere alti redditi per assicurare loro la possibilità di acquistare prodotti di consumo standardizzati. Il termine fordismo da H.Ford significava una produzione di massa di beni durevoli e la diffusione dei consumi a tutti i ceti sociali grazie ad alti salari. Gli Stati Uniti Altro elemento di successo fu costituito dal grande mercato, composto da 48 Stati, e dai nuovi sistemi transferroviari di trasporto. La costruzione delle grandi ferrovie comportò la nascita di grandi compagnie e la raccolta di grandi capitali privati. Si sviluppò anche la navigazione di cabotaggio per collegare le due coste Pacifico e Atlantico. Il canale di Panama del 1914 facilitò queste operazioni. Il commercio estero ed internazionale costituì una quota limitata del commercio anche alla luce della politica protezionistica. Tuttavia gli Stati Uniti avevano un avanzo della bilancia commerciale. Gli Stati Uniti Il punto debole fu costituito dalla debolezza del sistema bancario. Durante la guerra di secessione fu emanata una legge che stabiliva l’inconvertibilità e che definiva banche nazionali quelle che potevano emettere banconote e banche statali costituite secondo leggi più permissive degli Stati membri. Mancava un Istituto di credito di emissione c.d. di ultima istanza. Con la crisi finanziaria del 1907 tutto ciò risultò evidente. La JPMorgan fu l’unica banca che riuscì a fare fronte alla richiesta di credito e a svolgere ruolo di soccorso. A quel punto nel 1913 fu adottato il Federal Reserve System che istituiva un sistema di 11 banche federali in grado di assicurare la gestione del credito. Nel 1900 gli Stati Uniti aderirono al Gold Standard La Russia Il principale problema della Russia era costituito dalla permanenza del sistema dalla servitù della gleba. I 2/3 della popolazione erano servi della gleba. Tre tipologie di servi: Servi dei pomesciki (proprietari terrieri), i quali distribuivano le terre, potevano essere venduti, ceduti, dai in pegno alla banca dei Nobili, non potevano spostarsi e solo previa autorizzazione svolgere una qualche attività artigianale. Facevano parte di una comunità di villaggio (Mir) e pagavano un canone al pomesciki e altresì una imposta allo Stato. Servi dello Stato o della famiglia imperiale con quale libertà maggiore in tema di spostamenti e attività artigianali e i Servi domestici. Le terre erano comuni e con il sistema dei tre campi con poche innovazioni e con continue carestie. L’ultima nel 1902. Numerose infatti furono le rivolte e i tumulti tutti soffocati nel sangue. La Russia La sconfitta della Russia durante la Guerra di Crimea (185356) data dall’arretratezza del sistema militare, politico ed economico della Russa convinse lo Zar Alessandro II a procedere ad alcune riforme tra cui l’abolizione della servitù della gleba. I pomesciki furono obbligati a concedere in uso permanente le terre ai contadini in cambio di un canone annuo e con la possibilità di poterle riscattare dietro pagamento di una somma pari alla capitalizzazione del canone al 6%. La riforma fu incompleta in quanto l’assegnazione delle terre fu data ai villaggi (mir) responsabili della riscossione dei canoni e dell’andamento colturale. I contadini passarono dalla servitù dei proprietari al controllo del villaggio senza alcune libertà. 178 La Russia fino alla 1914 La Russia Il forte incremento della popolazione comportò frequenti redistribuzioni delle terre con riduzioni delle quote assegnate e con l’impossibilità di raggiungere produzioni per l’autosufficienza. Le condizioni dei contadini si fecero sempre più dure con continue crisi e carestie. Solo nel 1905, a seguito della sconfitta della Russia nella guerra con il Giappone, il primo ministero Stolypin varò una riforma agraria per la creazione di una classe di piccoli proprietari contadini. I contadini poterono uscire dai mir e acquistare le terre. Tuttavia la riforma non ebbe successo. Malgrado ciò si formò una piccola categoria di proprietari di terre: kulaki. La Russia Lo sviluppo industriale avvenne solo alla fine del secolo XIX con apparato industriale concentrato a San Pietroburgo (cantieristica, industria metallurgica e delle macchine) e a Mosca (industria cotoniera) e con tassi di crescita del 6-8% mai conosciuti in Europa. L’industria siderurgica realizzò i migliori risultati grazie ai giacimenti di carbone e di ferro mentre a Baku crebbe la produzione di petrolio. Le ferrovie svolsero un ruolo fondamentale nel trasporto delle merci dai giacimenti alle industrie. Lo Stato intervenne pesantemente sia nella realizzazione delle ferrovie sia nell’acquisto dei manufatti non esistendo un mercato di consumatori. I contadini erano troppo poveri per acquistare prodotti di consumo. Lo Stato inoltre garantì gli investimenti esteri e li orientò verso i grandi investimenti industriali e infrastrutturali. Il sistema bancario, assicurato dalla Banca di Stato, garantì i finanziamenti all’industria e gli investimenti dei capitali esteri e infine assicurò il salvataggio di alcune banche private nei momenti di crisi. Il Giappone A metà dell’800 il Giappone era ancora uno stato feudale. La struttura sociale era la seguente: l’imperatore (tennō) senza alcun potere, il dittatore militare (shōgun) che dal 1603 era della famiglia Tokugawa, i daimyō, signori feudali che avevano il potere assoluto sulle proprie province han e infine i samurai, i guerrieri. Infine i contadini, pescatori e artigiani. Non era consentita la mobilità sociale. Il Giappone pur essendo un paese chiuso non era tuttavia arretrato. La produzione agricola non era più di sussistenza e la città (Edo ora Tokyo, Osaka, Kyoto) avevano una diffusa cultura urbana. Anche il livello di istruzione era elevato. Il Giappone Gli americani, che avevano già stabilito relazioni commerciali con la Cina, desideravano averli con il Giappone. Nel 1853 il commodoro Perry entrò con una flotta navale nel porto di Edo e ruppe l’isolamento. Dall’anno successivo furono firmati accordi commerciali c.d. “ineguali” perché obbligavano il Giappone ad imporre dazi non superiori al 5%. Alla firma dei trattati scoppiarono rivolte xenofobe. In occasione dell’ascesa al trono del nuovo imperatore (1868) alcuni daimōy si ribellarono alla famiglia Tokugawa e restaurarono il potere imperiale. Il nuovo regno, detto Meiji “governo illuminato”, avvio la modernizzazione. Il problema della modernizzazione consisteva nella ricerca delle risorse finanziarie. Per fare ciò fu abolito il sistema feudale, le terre restituite all’imperatore che a sua volta le cedette ad alcuni proprietari terrieri con una imposta fondiaria del 3%. Ai principi e ai samurai fu concesso un indennizzo trasformato poi in titoli di Stato. I proprietari per poter pagare l’imposta si impegnarono a rendere produttivi i propri terreni mentre i samurai con i ricavati dei titoli avviarono attività imprenditoriali. Il Giappone La popolazione crebbe in maniera significativa grazie anche al miglioramento delle condizioni igienico sanitarie. L’agricoltura migliorò la propria produttività orientandosi all’esportazione dei propri prodotti (seta, riso, tè, cotone) L’industrializzazione fu il principale obiettivo del governo giapponese. Fu il governo a finanziarie imprese dando vita ad un vero capitalismo di Stato. Ciò a causa della mancanza di una vera classe imprenditoriale. Solo con il tempo si venne formando una classe di imprenditori e di grandi famiglie che diedero vita a grandi concentrazioni industriali: zaibatsu. Le principali industrie furono tessile (seta e cotone) e siderurgica, dell’acciaio, della meccanica e della chimica. Le industrie prosperarono anche grazie al protezionismo dello Stato e ai numerosi trattati ineguali (1898) nonché alle commesse statali. La vittoria della guerra con la Cina (1894-95) e con la Russia (1904-05) estesero i domini e fecero nascere una nuova potenza regionale. Infine la banca del Giappone costituita nel 1882 prese spunto dai principali istituti di emissione europei e stabilizzò la moneta nazionale lo yen. Il Giappone a) b) c) d) e) f) I fattori dello sviluppo: Disponibilità di manodopera sempre abbondante e disciplinata; Disponibilità di capitale grazie allo Stato e alla vendita delle terre; Disponibilità di una moderna tecnologia acquisita dall’Occidente; Livello di istruzione elevato; Esistenza di sbocchi esteri e commerciali (il Giappone praticò il dumping) Forte ruolo dello Stato. L’Italia L’Italia scontava un grande ritardo rispetto alle altre nazioni europee e manifestava un grande squilibrio Nord-Sud. L’unificazione era avvenuta durante la seconda rivoluzione industriale e l’Italia si presentava con una agricoltura arretrata, un’industria inesistente, una rete ferroviaria limitatissima e un sistema bancario inadeguato. Inoltre il divario tra nord e sud era evidente: L’economia del nord aveva nell’attività agricolo-industriale i suoi punti di forza tra cui la produzione di seta destinata all’export. Il mezzogiorno risultava inferiore con l’assenza di azienda agricole capitalistiche. Il settore industriale del Sud appariva meno arretrato con alcuni nuclei di industrializzazione a Napoli, Salerno e Frosinone. Si trattava di industrie cresciuto nel protezionismo dello stato borbonico, L’agricoltura era dominata dal latifondo. Inoltre le due economie non erano complementari ma anzi concorrenti. L’Italia All’unificazione politica seguì quella amministrativa (1865) e quella bancaria e finanziaria. Si dotò il regno di un’unica moneta: la lira italiana (1862). Si adottò il sistema bimetallico e si iniziò la diffusione della moneta fiduciaria. Cinque banche di emissione: Banca Nazionale Sarda, Banca Nazionale Toscana, Banca Toscana di Credito, Banco di Napoli e Banco di Sicilia e successivamente Banca Romana (1870). Non fu possibile all’inizio creare una Banca Centrale. L’unificazione del debito avvenne con l’assunzione dei debiti degli stati precedenti. Il più indebitato il Regno di Sardegna. L’unificazione doganale avvenne immediatamente con l’introduzione della tariffa piemontese che era la più conveniente favorendo il libero scambio contro la posizione degli industriali che sostenevano che nel primo momento dell’industrializzazione era necessaria una protezione. La posizione dominante era che l’Italia non doveva essere una nazione manifatturiera ma agricola orientata all’export perciò le tariffe furono ulteriormente ridotte con un trattato con la Francia (1863). Infine la popolazione crebbe fino a 35 milioni nel 1911 malgrado la forte emigrazione (15 milioni di italiani). L’Italia 1. 2. 3. La storia economica dall’unità alla Grande guerra descrive tre periodi: Il primo ventennio (1861-80) che creò le basi dello sviluppo con la crescita dell’agricoltura; La crisi agraria e l’industrializzazione (1881-1896) Lo sviluppo economico degli anni 1897-1914 Il primo ventennio (1861-80) Il primo ventennio fu caratterizzato dalla scelta liberoscambista e dall’intervento dello Stato nella costruzione delle infrastrutture. L’agricoltura fu stimolata nella specializzazione con l’idea di diventare un esportatore di derrate alimentari. Puglia, Sicilia e Calabria vino, olio, frutta e agrumi mentre Piemonte, Lombardia e Veneto la bachicoltura e il setificio. Lo Stato fece grandi sforzi per la modernizzazione del paese con la necessità di drenare risorse finanziarie per il mantenimento del nuovo apparato statale, le grandi infrastrutture (viabilità e ferrovie) e le spese militari. Dopo vicende alterne l’intera rete ferroviaria passò allo Stato e nel 1905 le società private di gestione vennero nazionalizzate. Le fonti di finanziamento furono: le entrate tributarie con l’estensione del sistema piemontese (il più gravoso) e con l’introduzione dell’imposta sul macinato (1869-1884), particolarmente odiata dal settore agricolo, con l’indebitamento con titoli c.d. sotto la pari (venduti a prezzo inferiore rispetto al valore nominale e con interessi significativi) fino a raggiungere l’87 del PIL e infine con la vendita dei beni demaniali specie quelli ecclesiastici confiscati. Il primo ventennio (1861-80) Infine l’introduzione del corso forzoso dei biglietti bancari con l’indebitamento delle banche di emissione. L’inconvertibilità della moneta introdotta a seguito della guerra con l’Austria (1866) durò diciassette anni. Lo Stato prendeva in prestito e dava in prestito denaro alle banche a tassi convenienti vista l’inconvertibilità della moneta circolante. Solo quando lo Stato riuscì a rimborsare i prestiti e le anticipazioni ottenute reintrodusse la convertibilità delle banconote (1883). Nel 1894 fu introdotto nuovamente il corso forzoso che non venne più abolito. In definitiva lo sviluppo economico avvenne a scapito della classe agricola costretta all’alta tassazione. La crisi agraria e l’industrializzazione (1881-1896) Il modello funzionò fino all’inizio della crisi agraria con la riduzione dei prezzi a causa dell’introduzione del grano americano e russo con diminuzione della produzione e delle superfici coltivate. L’attività industriale viceversa conobbe un periodo di crescita a causa dell’introduzione della tariffa ad valorem del 1878 e al suo innalzamento. La crisi agraria inoltre ri-orientò gli investimenti dal settore agricolo a quello industriale. La fine del corso forzoso favorì l’arrivo di capitali stranieri. Crisi agraria e crescita industriale portarono proprietari terrieri del sud e industriali del nord ad allearsi per un ritorno al protezionismo e alla scelta di politica economica a favore dell’industrializzazione. L’adozione della nuova tariffa doganale e la guerra doganale con la Francia (1888-91) danneggiò l’agricoltura italiana considerato che i francesi si orientarono verso nuovi mercati (Algeria per il vino, Giappone per la seta). La crisi agraria e l’industrializzazione (1881-1896) Il paese fu scosso anche dalla crisi bancaria (1888-1894) visto che i capitali dall’estero si orientarono alle speculazioni edilizi di Roma e Napoli. Quando il boom terminò le imprese fallirono trascinando le banche che le avevano sostenute. Lo scandalo della Banca Romana (1893) con l’emissione di moneta e il finanziamento illecito a politici la vide messa in liquidazione. La riforma bancaria del 1893 ridusse gli istituti di emissione a tre con la nascita della Banca d’Italia. Rimasero Banca d’Italia, Banco di Sicilia e Banco di Napoli. Nacquero nuove banche tra cui la Banca Commerciale Italiana (1894) con capitali tedeschi e il Credito Italiano (1895) entrambe come banche miste. Lo sviluppo economico degli anni 1897-1914 Dopo il 1896 l’economia riprese a crescere con un tasso di sviluppo del 5%. Questo periodo corrisponde all’età giolittiana. La rete ferroviaria viene completata, il sistema bancario è stato risanato, la moneta è stabile e il Bilancio dello Stato è stato risanato mente riprendono gli scambi commerciali con la Francia. L’agricoltura vide riprendere la produzione con la crescita dei prezzi agricoli e la messa a disposizione di nuove terre attraverso le bonifiche. Lo sviluppo economico degli anni 1897-1914 L’industria si concentrò nel triangolo industriale (Torino, Genova e Milano). L’industria cotoniera divenne la più importante industria del Paese dopo l’applicazione della tariffa unica del 1878. L’industria della lana si diffuse in Piemonte, Veneto e Toscana. L’industria della seta si confermò exportoriented. L’industria pesante (siderurgica e meccanica) appoggiata dallo Stato e dalle banche si rafforzò con la nascita del grande impianto di terni (1884). La produzione di materiale ferroso fu assegnata alla Società Siderurgica di Savona con gli stabilimenti di Piombino e Portoferaio con la confluenza nell’ILVA sorta anche per la gestione dello stabilimento di Bagnoli (Napoli). Nella meccanica acquistò rilevanza l’ANSALDO che si era già affermata nella produzione di navi e locomotive. E infine le auto con piccoli stabilimenti Alfa e Bianchi, Fiat, Lancia. L’industria chimica con la produzione delle gomme (Pirelli). Quella elettrica con la Edison sfruttando l’elettricità prodotta dall’acqua. Lo sviluppo economico degli anni 1897-1914 1. 2. 3. 4. 5. Lo sviluppo economico fu la conseguenza di diversi fattori: Il ruolo dello Stato costretto a sostituirsi alla carenza di imprenditorialità; Il ruolo della Banche come banche miste con stretti legami tra banche e imprese sul modello tedesco. Le scelte di politica economica protezionistiche a favore dell’industria; Gli investimenti stranieri; I bassi salari reali nonostante gli aumenti nominali ottenuti dalle lotte sindacali