(NO) - Tel. 032285181 - 032285210 apansuno

OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO
GALILEI
28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210
apansuno @ tiscalinet.it
www.apan.it
BOLLETTINO N. 295
Mercoledì 18 luglio 2012, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo mercoledì
di ogni mese si parlerà di: Ammassi globulari, storia, caratteristiche e ricerche effettuate
all'Osservatorio di Suno.
.Al termine, se il cielo sarà sereno, si potranno effettuare delle osservazioni al telescopio.
La Luna sarà di un giorno prima del novilunio. Data la sua assenza sarà pertanto possibile osservare
le costellazioni estive e numerosi oggetti del cielo profondo quali l’ammasso globulare M 13 in Ercole
e la nebulosa anulare della Lira, la Dumbell.
Saturno e Marte saranno visibili in prima sera nella costellazione della Vergine.
Venere e Giove sorgeranno poco prima del Sole nella costellazione del Toro, ma sarà difficile
osservarli nel bagliore dell’alba. Mercurio tramonterà poco dopo il Sole nella costellazione del Cancro.
RECENSIONI
VITTORIO MASCELLANI
IL SOLE
Guida alla stella che ci sa la vita (CD-ROM incluso)
Sandit – 2010
Formato 12,5x19,5 – pag. 128 - € 17,50
Questo libro è dedicato a tutti coloro che vogliono scoprire come è
fatta una stella: il nostro Sole. Quel "disco" luminoso che vediamo
comparire in cielo ogni mattina e tramontare ogni sera non è altro
che la proiezione, sulla superficie dell'immaginaria Sfera Celeste, di
un immenso globo di gas ad alta temperatura che chiamiamo Sole
Da quel disco riceviamo radiazioni che percepiamo sotto forma di
luce e calore e che provocano piacevoli sensazioni di benessere in
ognuno di noi. Attraverso un immaginario viaggio all'interno del
Sole, e attraverso la sua "atmosfera", si vuole avviare il lettore alla
scoperta e alla conoscenza della nostra stella e alla comprensione
dei meccanismi che le consentono di produrre, da almeno cinque
miliardi di anni, praticamente la stessa quantità di energia che ha
consentito lo sviluppo, l'evoluzione e il mantenimento della vita sulla Terra.
Il lettore avrà così modo di scoprire, che quel disco luminoso, apparentemente senza dettagli visibili
ad occhio nudo, è in realtà sede di continue reazioni termonucleari che sono all'origine della
produzione di enormi colonne di plasma le cui sommità costituiscono la struttura stessa della
fotosfera (la sfera luminosa), l'unica zona del Sole visibile ad occhio nudo. Scoprirà anche la
presenza in fotosfera di enormi regioni che appaiono scure, chiamate macchie dovute all'azione degli
intensi campi magnetici. Conoscerà i brillamenti, la rossastra cromosfera (la sfera colorata) e la
brillante corona.
(a cura di Silvano Minuto)
MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI
Ho, fino ad oggi, descritto quadranti solari, con particolare riguardo a quelli esistenti nella provincia di
Novara. Poiché il bollettino tratta principalmente argomenti di astro-nomia penso che sia appropriato
accennare anche a quelle splendide realizzazioni rap-presentate dagli orologi astronomici: strumenti
che abbelliscono piazze e edifici di tante città, italiane ed estere.
Inizierò con l’orologio astronomico di Brescia.
In Piazza della Loggia, a Brescia, sulla torre munita di portico, attraverso il quale si raggiunge il
Palazzo del Broletto, si trova l’orologio astronomico. Sul tetto della torre, sopra una piattaforma, ci
sono due automi in rame, installati nel 1581, dotati di martello, che battono le ore su una campana in
bronzo. Per la loro presenza la torre è detta dei “Matti delle ore”, in dialetto bresciano, “MACC DE LE
URE” (figura n. 1).
La torre fu eretta tra il 1540 e il 1550 (progetto di Lodovico Beretta), mentre l’orologio fu iniziato nel
1544 e terminato nel dicembre del 1546 da Paolo Gennari, di Rezzato.
Figura n. 1: Brescia, Torre dell’Orologio.
- continua (a cura di Salvatore Trani)
CONSIGLI PER L’OSSERVAZIONE
La costellazione di Ercole
Alfa – Ras Algethi
AR 17h 15 m – D + 14° 23’
Separazione 4.6” – m. 3.1 e 5.4 – AP° 105
Il nome significa “testa dell’inginocchiato”. Si
tratta di una stella doppia e nelo stesso
tempo di una variabile semiregolare. La
principale, di colore rosso arancio varia tra
3.1 e 3.9 in un periodo di circa 90 giorni; la
secondaria di colore verde smeraldo. IN
realtà si tratta di un sistema quadrupli con
altre due compagne di magnitudine 11.1 e
14 rispettivamente a 81.2” e 21.1”. Ras
Algethi è una stella 800 volte più grande del
Sole e si trova a oltre 500 anni luce di
distanza, la periferia dell’astro sarebbe più
estesa dell’orbita terrestre
Gamma
AR 16h 21m – D. + 19° 09’
Separazione 41.6” – m. 3.7 e 9.6 – AP° 233
E’ una stella doppia con componenti bianco
e blu. Un bell’oggetto per piccoli telescopi.
Delta – Sasrin
AR 17h 15m – D. + 24° 50’
Separazione 9.5” – m. 3.2 e 8.3 – AP° 236
Doppia ottica; si tratta quindi di due stelle vicine solo prospetticamente. Colori delle componenti bianco
e giallo.
Zeta
AR 16h 41m – D. + 31° 36’
Separazione variabile tra 0.4” e 1.6”
m. 3.1 e 5.6 – AP° 70
Stella doppia stretta con separazione variabile in un periodo di 34.4 anni (periodo orbitale della stella).
I colori sono giallo e blu. La coppia era alla massima distanza nel 1991 e lo sarà ancora nel 2025. Con
la separazione più favorevole dovrebbe bastare un telescopio di 10 cm. di diametro. Altrimenti occorre
utilizzare uno strumento di almeno 25 cm. IL contrasto di colore è molto interessante; si trova
abbastanza vicina al sistema solare a soli 29 anni luce di distanza.
Kappa
AR 16h 08m – D. + 17° 02’
Separazione 28” – m. 5 e 6.5 – AP° 13
Stella doppia ottica facile da osservare anche con un binocolo, meglio con piccoli telescopi. La
principale è una gigante di colore giallo; anche la compagna è dello stesso colore.
Mu
AR 17h 46m – D. + 27° 43’ - Separazione 33” – m. 3.5 e 9.5 – AP° 247
Sistema composto da stelle giallo e rosso. A causa della bassa luminosità della secondaria, occorre
utilizzare un telescopio di almeno 80 cm. di diametro. Recentemente si è scoperto che la secondaria è
a sua volta una stella doppia, con componenti 10.3 e 10.8. Sono nane rosse molto più deboli del
nostro Sole (almeno 200 volte). L’orbita è ellittica e la distanza tra il massimo e il minimo varia
notevolmente. Nel 1989, in una delle condizioni più favorevoli, erano separate da 1.4”. Il sistema è a
soli 30 al da noi.
Rho
AR 17h 23m – D. + 37° 08’
Separazione 4” – m. 4.5 e 5.4 – AP° 317
Coppia di stelle di colore bianco e azzurro. Bella visione anche con piccoli strumenti.
30 Herculis
AR 16h 28m – D. + 41° e 52’ – Variabile semiregolare
m. 4.3 – 6.3 – periodo 80-90 gg
E’ conosciuta come variabile “g Herculis”. Si tratta di una gigante rossa con minimo e massimo non
sempre regolare. Stella binoculare che dista 410 al da noi.
68 Herculis
AR 17h 17m – D. + 33° 06’ – Tipo Beta Lyr
m. 4.69 – 5.37 – periodo 2051 gg
E’ conoscita come variabile “u Herculis”. Alcuni autori la considerano una variabile del tipo Beta Lyr,
mentre altri la considerano più vicina ad Algol (Beta Persei). Stella importante per chi vuole seguirne
lo studio e l’osservazione ad occhio nudo.
95 Herculis
AR 18h 01m – D + 21° 35’
Stella doppia – Separazione 6.6” - mag. 4.8-5.1 – AP° 258
Adatta per piccoli telescopi. Alcuni osservatori affermano di vedere la stella principale di un rosso
pallido e le secondaria verde pallido, non mancano però segnalazioni di combinazioni di colore molto
diverse.
100 Herculis
AR 18h 07m – D. + 26° 05’
Separazione 14.3” – m. 5.8 e 5.8 – AP° 2.5
Coppia di stelle di magnitudine pressoché identica. Facile da individuare e risolvere.
S Herculis
AR 16h 51m – D. +14° 56’ – Tipo Mira
m. 6.4 – 13.8 – periodo 307 gIORNI
Variabile a lungo periodo. Facile da osservare al massimo mentre sono necessari buoni strumenti per
seguire completamente la discesa al minimo.
Ngc 6210
AR 16h 44m – D + 23° 49’
Dimensioni 20x13” - m. 9.3 – Nebulosa
planetaria
Nebulosa planetaria piccola ma brillante.
Utilizzando piccoli telescopi la si vede come una
stella sfuocata. Con strumenti superiori e forti
ingrandimenti è visibile un disco blu con una
stellina centrale di mag. 12.7.
NGC 6210
Ngc 6205 – M 13
AR 16h 41m – D + 36° 27’
Dimensioni 23.2’ - m. 5.7 – Ammasso globulare
Nella parte centrale della costellazione, tra le stelle Zeta ed Eta, si trova uno degli oggetti più belli di
tutta la volta celeste. Si tratta del grande ammasso globulare M 13. Nelle notti limpide lo si vede ad
occhio nudo come una stellina sfuocata. Con un binocolo assomiglia ad una macchia lattiginosa del
diametro poco inferiore a quello della Luna Piena.
La parte più luminosa è verso l’interno dove le stelle sono più concentrate. Con un piccolo telescopio,
usato a forti ingrandimenti, può essere visto l’aspetto granuloso della periferia, mentre un telescopio
più potente permette di osservare e risolvere le stelle che si trovano verso l’esterno. Dovrebbe
contenere centinaia di miglia di stelle; alcuni autori parlano di un milione; il suo diametro reale è di
almeno 100 anni luce e la distanza di 23.000 anni luce. Al suo interno sono presenti stelle molto
vecchie, con età di almeno 10 miliardi di anni, le prime nate quando si è formata la nostra Galassia.
NGC 6229
AR 16h 46m – D, +47° 31’- Dimensione
4.5’
m 8.1 – Ammasso Globulare
Altro
ammasso
globulare
della
costellazione. Molto più piccolo di M 13 e M
92, ma molto più distante da noi; supera i
100 mila al. La sua magnitudine di 8.1, ne
permette la visione anche con un binocolo,
senza poterne però distinguere i particolari.
Per riuscire ad osservare qualche dettaglio
occorre utilizzare un buon telescopio con i
massimi
ingrandimenti
possibili.
E’
abbastanza facile da rintracciare: occorre
individuare la stella 42 Herculis (mag.
4.88), scendere verso sud di 1.4° e
spostarsi a est di altrettanto; visino a due
stelle di mag. 8, distanti circa 6’ (verso est)
si trova il nostro oggetto celeste.
NGC 6341 – M 92
AR 17h 17m – D. + 43° 08’
Dimensioni 11.2’ – m. 6.4
Ammasso globulare
Anche se più piccolo di M 13,
risulta visibile con un binocolo. Se
si raffrontano i due ammassi ci si
accorge che M 92 è circa la metà
di M 13 ma il suo centro appare
più luminoso in quanto le stelle
sono maggiormente ammassate.
Dista 25.000 anni luce, più
lontano di M 13.
IC 4593
AR 16h 11m – D + 12° 04’
Dimensioni 12” – m 10.9 – Nebulosa planetaria
A circa 10° in direzione della Beta, sul margine della
costellazione del Serpente (coda), si trova questa
planetaria meno luminosa di Ngc 6210. Presenta una
simmetria sferica con una barra ben visibile nella parte
esterna che la assimila alla “Nebulosa saturno”
nell’Acquario. La stella centrale di colore blu e mag. 11 è
immersa in un denso alone
Nova Herculis 1934
Scoperta il 13 dicembre 1934 da un appassionato di astronomia è stata una delle novae più
interessante del ventesimo secolo
Nova Herculis 1987
Scoperta nel mesi di gennaio, raggiunse il massimo il primo febbraio (m. 7.3). Visibile quindi con
binocolo e piccolo telescopio.
ASTRONOMI DEL PASSATO
Remigio Del Grosso
(Colle Sannita, 20 maggio 1813 – Napoli, 29 febbraio 1876) è stato un astronomo, insegnante e poeta.
A nove anni, dopo essersi ripreso dal vaiolo, andò con uno zio a Foggia dove iniziò a studiare dai
Padri delle Scuole Pie. Continuò la scuola con i gesuiti a Benevento e nel 1837 divenne sacerdote. Si
interessò comunque alla matematica e alla filosofia e nel 1838 divenne insegnante al seminario di Larino.
Dal 1840 lavorò all'Osservatorio di Capodimonte come aiutante di Annibale de Gasparis e, dopo un
rientro nel paese natio per motivi di salute, dal 1843 al 1845 andò all'osservatorio Ximeniano di
Firenze assieme a Giuseppe Inghirami. Due anni dopo tornò a Napoli, dove riprese ad insegnare a
San Marzano sul Sarno, in una scuola privata di cui fu anche direttore, e alla Scuola dei Piloti.
Nel 1860 fu nominato professore all'Università di Napoli, prima di meccanica applicata, poi 1863
anche di meccanica celeste. Nel 1863 svestì l'abito talare, ma rimase professore fino alla morte.
Tra le sue opere più importanti, vi sono 15 trattati di matematica e astronomia e alcuni carmi su
nebulose e sulla cometa di Donati.
La pubblicazione delle sue opere poetiche su argomenti astronomici fu curata da Luigi Settembrini.
ERATOSTENE E LA TERRA È MISURATA
Eratostene di Cirene (273 circa a.C.- 192 a.C.) dotto enciclopedico, fu bibliotecario della Grande
Biblioteca di Alessandria. Eseguì il primo calcolo ragionevolmente esatto della grandezza della Terra.
Eratostene sapeva che nel giorno del Solstizio di Estate (massima altezza del Sole) il Sole appariva
verticalmente al di sopra della città di Siene (Assuan) a circa 670 chilometri a sud di Alessandria
mentre in Alessandria stessa il Sole era spostato di sette gradi rispetto alla verticale, sempre nel
giorno del Solstizio di Estate.
Eratostene sapeva che il Sole era molto distante dalla Terra e che la sua luce ci raggiunge con raggi
quasi paralleli, questo significa che se la Terra fosse piatta il Sole nei giorni del Solstizio di Estate
avrebbe dovuto trovarsi anche sulla verticale di Alessandria.
Allora ,questo Grande dell'antichità, pensò che la Terra fosse sferica e che Alessandria era a sette
gradi a nord di Siene, ipotizzando che le due località fossero sul medesimo meridiano (e quasi lo
sono).
Perciò dopo aver misurato la distanza lineare tra Alessandria e Siene, Eratostene poté ricavare la
circonferenza della Terra.
Infatti poiché in un cerchio vi sono 360 gradi, la circonferenza della Terra deve essere 360/7 volte la
distanza fra Siene ed Alessandria.
Il risultato fu di quasi 40.000 chilometri, cioè molto prossimo al valore esatto odierno.
Per duemila anni dopo di allora non fu ottenuto un valore migliore.Se pensiamo che il fatto avvenne
circa due secoli prima di Gesù Cristo la grandezza e l'intelligenza di Eratostene non può che stupirci
in modo superlativo, quindi per i sapienti la Terra è sempre stata sicuramente considerata rotonda o
no !
Uranio
LE COSTELLAZIONI CHE NON CI SONO PIÙ
Le costellazioni hanno subito variazioni e modifiche nel corso dei secoli, alcune sono nate in epoche
medioevale e altre sono definitivamente scomparse nei secoli successivi.
Emisfero australe
NAVE ARGO
Si trattava di una grande costellazione del
cielo australe (più di 800 stelle visibili ad
occhio nudo) di cui esistono varie versioni
mitologiche.
Per il poeta latino Manilio rappresentava la
nave che Giasone e gli argonauti
costruirono per trovare il "vello d'oro".
Per gli Egiziani era invece l'imbarcazione
usata da Iside e Osiride per salvarsi dal
Diluvio. Ancora, per la tradizione Cristiana,
era l'Arca di Noè.
Fu nel 1752 che La Caille decise lo smantellamento dell'enorme asterismo in 3 costellazioni oggi
ufficialmente accettate: la Carena, la Poppa e le Vele.
Fonte UAI
C/2006 PI – COMETA MCNAUGHT 2006
E’ una cometa non periodica che è stata scoperta il 7 agosto, 2006 in Australia da Robert H.
McNaught.
Ha raggiunto il perielio il 12 gennaio 2007, diventando visibile agli occhi senza l'aiuto di un telescopio.
Si tratta della cometa più luminosa degli ultimi 40 anni, ancora più della Cometa Hale-Bopp, anche se
quest’ultima poteva apparire più spettacolare in quanto la sua osservazione avveniva nelle ore
notturne.
Lo splendore di questa cometa è aumentato repentinamente dai primi di gennaio, quando l’astro
chiomato ha iniziato ad avvicinarsi al Sole. Ben presto la cometa McNaught ha superato anche la
luminosità di Giove, divenendo il 12 gennaio splendente quanto Venere, osservabile anch'essa al
tramonto a poca distanza dalla cometa.
È stata riconosciuta come la Grande Cometa del 2007.
Tra l'8 e il 12 gennaio la cometa presentava una coda di polveri molto evidente di 3-4 gradi di
lunghezza, perfettamente visibile già dopo 15 minuti dal tramonto del Sole.
Il giorno 13 gennaio la cometa McNaught è stata avvistata ad occhio nudo addirittura con il Sole sopra
l’orizzonte; evento rarissimo, capitato solamente altre 2 volte nel secolo passato: nel 1910 con la
Cometa Daylight e nel 1965 con la Ikeya Seki. Quel giorno lo splendore della McNaught ha raggiunto
un valore stimato pari alla magnitudine –6,0, cinque volte superiore a quello di Venere, divenendo così
per alcune ore il terzo oggetto più luminoso del cielo, dopo il Sole (m.v. –26,7) e la Luna Piena (m.v. 12,7).
MARTE – ROVER OPPORTUNITY
Astronomy Picture of The Day (APOD) è un archivio redatto a partire dal 1995 da Robert Nemiroff e
Jerry Bonnell. L’archivio APOD contiene la più grande raccolta di immagini astronomiche ed ognuna di
esse è corredata da una breve descrizione fatta da esperti. Per visionare l’archivio basta digitare in
internet la sigla “APOD” e di seguito l’indice
Rovers su Marte 9.7.2012
Il rover Opportunity su Marte per non congelarsi ha passato quattro mesi invernali arroccato sul
versante settentrionale del Greeley Haven e inclinato in modo che i pannelli solari potessero assorbire
il più possibile la luce. Nella pausa il rover ha scattato oltre 800 immagini dei dintorni che sono state
elaborate. Si vedono le tracce dei percorsi fatte in precedenza da robot.
LA STAZIONE SPAZIALE
Fotografia del della stazione spaziale che transita davanti al sole – ripresa da Simone Ippolito di
Cavaglià nostro amico e collaboratore dell’Osservatorio Geofisico di Novara
IL SOLE IL GIONO 11 LUGLIO 2012
Invio tre immagini del Sole riprese dal balcone di casa il giorno 11-07-2012 tra gli sguardi di
compatimento dei vicini.
Due sono fatte con il Lunt 60 BF600, un mosaico di due filmati per avere un immagine di tutto il disco
solare, e un "dettaglio" di una protuberanza ripreso con una Barlow 2X, l'altra è fatta con il Takahashi
FS60cb+ astrosolar, è ben visibile quasi al centro del disco solare, "l'arcipelago"AR1520, così llo ha
chiamato Alan Friedman, il tutto ripreso con la Chameleon color.
Giuseppe Bianchi
FLY ME TO THE MOON
Il cratere Schiaparelli
Nella regione del cratere Aristarchus possiamo osservare il cratere "Schiaparelli", una formazione
circolare di 26Km con versanti abbastanza scoscesi, alte pareti e un fondo piatto, una piccola
montagna centrale, collinette e piccoli crateri. Si pensa che la sua formazione risalga al periodo
Imbriano (da -3.85 miliardi di anni a -3.2 miliardi di anni). Il periodo migliore per l’osservazione è 5
giorni dopo il primo quarto oppure 4 giorni dopo l'ultimo quarto.
Alcuni dati:
Longitudine: 58.8° Ovest
Latitudine: 23.4° Nord
Quadrante: Nord-Ovest
Area: Regione del cratere Aristarchus
Origine del nome:
Dettagli: Giovanni Virginio Schiaparelli
Astronomo italiano del 19° secolo nato in Italia
Nato a: Savigliano nel 1835
Morto a: Milano nel 1910
Fatti notevoli: Scopritore dell'asteroide Hesperia nel 1861. Relazione tra comete e meteoriti nel 1866.
Ha osservato i 'canali' di Marte.
Autore del nome: Birt / Lee (1865)
Nome dato da Langrenus: Nome non assegnato
Nome dato da Hevelius: Nome non assegnato
Nome dato da Riccioli: Nome non assegnato
Nelle foto una ripresa a largo campo del cratere "Schiaparelli" e un ritratto dell'epoca di Giovanni
Schiaparelli al telescopio Mertz. Lo strumento minimo per poter osservare questo cratere è un
rifrattore da 60mm.
Davide Crespi
TK7, L’ASTEROIDE CHE CONDIVIDE L’ORBITA CON LA
TERRA
Attualmente a 80 milioni di chilometri da noi, si trova su un'orbita stabile almeno per 10.000 anni e non
rappresenta un pericolo per il pianeta.
A 80 milioni di chilometri da noi c'è un piccolo
asteroide che corre sulla stessa orbita dalla Terra. Si
sapeva che Giove, Nettuno e Marte possiedono
asteroidi di questo tipo, ma per la Terra questo è il
primo asteroide troiano individuato: gli asteroidi troiani
sono quegli asteroidi che condividono l'orbita con un
pianeta trovandosi in punti "stabili", un fatto che
garantisce che non entrino in collisione con il pianeta.
TK7- è questo il nome del nuovo corpo celeste - ha
un diametro di circa 300 metri e possiede un'orbita
piuttosto insolita, che traccia movimenti complessi
intorno a un punto stabile all'interno del piano dell'orbita terrestre. Gli astronomi stimano che in questo
suo peregrinare possa arrivare ad avvicinarsi fino a soli 25 milioni di chilometri, ma in ogni caso la sua
orbita appare stabile almeno per i prossimi 10.000 anni.
La scoperta è stata resa possibile dall'analisi delle rilevazioni eseguite dal telescopio spaziale WISE
(Wide-field Infrared Survey Explorer), lanciato nel 2009 dalla NASA, che ha osservato oltre 500 piccoli
corpi che si trovano in prossimità del nostro pianeta (NEO, near-earth objects)
"Questi oggetti sono difficili da individuare dalla Terra perché non sono molto grandi, non sono molto
luminosi e, visti dalla Terra, sono troppo vicini al Sole. Ma possiamo vederli meglio dallo spazio e
probabilmente i futuri satelliti ne individueranno altri. Riteniamo che ce ne siano altri, più vicini alla
Terra e magari dotati di un moto che li rende più facili da raggiungere. Potrebbero essere un obiettivo
raggiungibile con una navicella spaziale", ha osservato Christian Veillet del Canada-France-Hawaii
Telescope e co-autore dello studio.
Hanno collaborato:
Silvano Minuto
Salvatore Trani
Davide Crespi
Sandro Baroni
Giuseppe Bianchi
Vittorio Sacco