Un po’ d’ordine
nel sistema solare
Luigi Colangeli *
E così anche il gruppo delle squadre partecipanti al campionato del nostro sistema solare è stato rivoluzionato? No, niente paura, si tratta solo di mettere
un po' d'ordine tra le idee sul sistema solare che ci ospita. Una commissione di valutazione, costituita dalla Unità astronomica internazionale (la Iau,
International astronomical union) e comprendente astronomi di fama internazionale, ha lavorato per 2 anni per mettere ordine tra le categorie di oggetti
che popolano il nostro sistema solare. Il ruolo degli otto pianeti principali non era certo in discussione. Mercurio, Venere, la nostra Terra e Marte, rocciosi e
più vicini al Sole, Giove e Saturno, con le loro molteplici lune ed una spessa atmosfera, i più lontani Urano e Nettuno, benché con caratteristiche differenti,
tutti fanno parte a pieno titolo della serie A dei pianeti.
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IL COMMENTO
Ma è solo una classificazione
più attuale
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LUIGI COLANGELI*
Il ruolo di Plutone quale pianeta, invece, era stato già
da tempo messo in discussione. E questo perché
molto piccolo (appena 2300 km circa di diametro,
contro i 4900 km di Mercurio ed i 6800 km di Marte) e
simile per molti aspetti ad altri corpi scoperti negli
scorsi anni, come l'oggetto denominato
provvisoriamente «2003 UB313», di diametro
comparabile (circa 2400 km) e posizionato anch'esso
oltre l'orbita di Nettuno. Che fare davanti al continuo
susseguirsi di scoperte di nuovi interessanti oggetti
grazie a metodi di osservazione sempre più potenti e
sofisticati? Che fare di fronte alla evidenza che il
nostro sistema solare è ben più complicato di quanto 30-40 anni fa si poteva prevedere? Era necessario dare una svolta rispondendo ad una domanda
fondamentale: cosa è un pianeta? Le proposte della commissione sono state finalmente votate dall'Assemblea Generale dell'IAU, che si sta concludendo a
Praga. Il verdetto è che «pianeta» è un corpo che orbita intorno al Sole, ha massa sufficiente per non sbriciolarsi, ossia sufficiente ad autosostenersi in
equilibrio idrostatico (e quindi è di forma all'incirca sferica), intorno ad esso non si osservano altri corpi (se non le sue lune). Gli otto pianeti principali sono
salvi. I cosiddetti «pianeti nani», invece, orbitano anch'essi intorno al Sole e non si sbriciolano (sono idrodinamicamente stabili e sferoidali), ma convivono
con una serie di altri oggetti prossimi (che non sono loro «lune»). Plutone e «2003 UB313» ricadono in questa categoria, ma a Plutone viene riconosciuta
la caratteristica di essere il prototipo di una categoria di oggetti per molti versi simili tra loro e posizionati al di là dell'orbita di Nettuno (i cosiddetti
oggetti trans-nettuniani). Insomma, un declassamento… parziale per Plutone. Nella categoria dei pianeti nani viene promosso Cerere (circa 950 km di
diametro), piazzato nella fascia degli asteroidi tra Marte e Giove. Del resto la categoria dei pianeti nani è destinata ad arricchirsi di nuovi membri, che via
via verranno osservati con telescopi terrestri e spaziali sempre più sensibili e dimostreranno di avere le carte in regola per essere iscritti nel gruppo. In
conclusione, nessuna rivoluzione. Solo una nuova nomenclatura che risponde allo stato attuale delle nostre conoscenze. Conoscenze destinate ad
evolvere giorno per giorno, anche grazie al susseguirsi di missioni spaziali che stanno viaggiando o che nei prossimi anni saranno inviate per studiare da
vicino gli oggetti più interessanti del sistema solare, sempre alla ricerca di chiavi di lettura che ci spieghino le complicate vie della nostra origine.
*Direttore dell’Inaf- Osservatorio astronomico di Capodimonte