Moda - Corriere della Sera - Martedì 22 Settembre 2009 - Alessandro Dell’Acqua Pelle e pizzo, fra il rock e il romantico per donne decise Angelo Marani Il leggings di pelle stretch un must della stagione autunnale alle porte Max Mara Anche il tailleur può essere di pelle, nel caso morbida e stretch Massimo Rebecchi Ancora pantaloni, di pelle, nera. A sigaretta e a vita bassa Chanel Gonna bon ton se non fosse accessoriata dark: guanti e borchie a corollario 7 Dries Van Noten Di nappa morbidissima color biscotto, la forma a sacchetto con grinta Balmain Sexy e aggressiva la nuova donna secondo i codici rivisitati di Balmain. Un mini-abito di pelle nera e trapuntata e stretch, impunturato d’oro Erotica ma trattata con morbidezza Le donne hanno la loro «armatura» Pollini La pelle da guanto usata come tessuto per la gonna morbida e svasata Prada Il classico trench ma di pelle un po’ sostenuta Alexander Wang Tagli maliziosi per nuove seduzioni SULLE PASSERELLE Amazzoni che sfidano la crisi. A colpi di seduzione ✹ di Gianluca Bauzano P iù sussurrato che esibito non si direbbe proprio. L’aspetto fetish legato al generoso uso della pelle nelle collezioni donna per l’inverno alle porte c’è. Eccome. Magari è riduttivo liquidarlo solo con il côté erotico. Ma il corsetto in cuoio nero, zippato al centro, con le coppe che proteggono, comprimono e rendono tumido il seno della modella, uscita top della collezione creata da Stefano Pilati per Yves Saint Laurent, la dice lunga in merito. «La pelle è ciò che oggi devi indossare per sentirti smart e chic», aveva dichiarato Pilati in occasione della sfilata parigina. «Un materiale stupendo. L’ho scelto perché erano stagioni che non veniva lavorato con eleganza», ha concluso il creativo. Tutto vero ciò che dice Pilati. Certo è che il colore sovrano della pelle da indossare come seconda pelle è il nero. Qui dall’aspetto fetish-slave-sado non si scappa, considerando anche il generoso utilizzo fatto da molti stilisti di borchie come micro dettagli: da Saint Laurent «armano» il collo di un tre quarti; da Balmain profilano a spirale il micro abito; da Versace sono le nervature del bomber aderente. Dato di fatto è che quest’inverno, budget permettendo, una donna slave to the fashion , dovrà possedere nel proprio guardaroba almeno un capo in pelle. I colori tra cui scegliere, oltre al nero, sono tabacco, caramello, cammello e tortora; da abbinare, oltre agli stivaloni, il must di stagione, ci sono tronchetti, plate- au, ballerine e guanti. Come sempre il capitolo borse è infinito per forme, colori e strutture. Il leather little black dress impera: come una seconda pelle, con o senza spacco frontale, lo vogliono Michael Kors, Sportmax, Guy Laroche, Maison Martin Margiela, con tanto di spalline power dress in plexiglas e Blugirl; inguinale, scollato sulle spalle e matelassé lo preferisce Balmain; nelle differenti sfumature del marrone drappeggiato morbidamente lo propongono invece Bottega Veneta, Dries Van Noten e Nicole Farhi. Trench e cappottini al ginocchio sono tra i pezzi forti di Dior, Burberry Prorsum, Louis Vuitton e Jean Paul Gaultier: versione a pipistrello con macro fibbie. Non mancano poi i tailleur: paradigmatico quello nero dai tagli aggressivi di Loewe da por- tare con cappello a tesa ampia. I cosiddetti piccoli pezzi includono gonne, spesso micro, pantaloni e bomber: da Viktor&Rolf a Dolce & Gabbana, da Donna Karan New York a Dsquared2, da Givenchy a Emporio Armani. A Gucci. Dove Frida Giannini, la mente creativa della griffe, di pelle e pellami in tutta la collezione ne fa un gran uso. Risultato di una lunga ricerca creativa. «Importante è il nuovo modo di proporre questo materiale. Grazie alla nostra ricerca abbiamo realizzato lavorazioni uniche rendendo l’astrakan spalmato d’argento o la pelle glassata con PVC», dice la stilista. Un approccio che permette quella che Giannini definisce «una totale sinergia tra accessori e abbigliamento che in tal modo diventano complementari». Pelle trattata come tessuto. Quindi morbida. Non basta assottigliarla. Servono lavorazioni che trovano la loro ascendenza nel mondo delle calzature. Arrivando persino a destrutturarla come ha fatto Francesco Russo, direttore creativo di Sergio Rossi. «Definire la pelle? Accattivante e sensuale. Cuciture e finissaggi sono fondamentali» spiega Russo. «Volanata, bottalata, trattata con anilina ed ecco che la pelle si destruttura. Diventa impalpabile come la seta lavata» svela il giovane direttore creativo. Al di là del volto erotico-fetish dell’uso della pelle, l’immagine della donna di questo scorcio di 2009 all’insegna della recessione, appare quella di una donna battagliera pronta a combattere per superare i sacrifici imposti dalle contingenze. Fino a sfidare il mondo. Come fece Amelia Earhart, pioniera del volo aereo tra gli anni Venti e Trenta: attraversò sola l’Atlantico; a lei Hermès ha dedicato la collezione fatta di tute e maxi cappotti in pelle aviatore. Una donna amazzone è quella di Fendi: indossa come «cintura» un bustier -armatura in cuoio. Si arriva persino alla gladiatrice scelta come musa da Miuccia Prada. E non sono tanto tailleur e trench in pelle a indicarlo, bensì gli abiti da sera. Rielaborano le loriche dei legionari romani ingentilendole con applicazioni cristallizzate, seducenti per taglio e costruzione, ma armature per difendersi restano. Quest’inverno le donne, tra fetish e amazzoni, sono pronte a dar battaglia. Per sedurre, per vincere. © RIPRODUZIONE RISERVATA