36 Esplorazione ecografica dell’apparato urinario nei bovini ESPLORAZIONE ECOGRAFICA DELL’APPARATO URINARIO NEI BOVINI* BÉRANGÈRE RAVARY Maître de Conférences en Chirurgie bovine, Unité Pédagogique de Chirurgie, Ecole Nationale Vétérinaire d’Alfort, 94704 Maisons-Alfort cedex, France Nei bovini, la diagnosi clinica delle affezioni dell’apparato urinario si fonda principalmente sulla palpazione transaddominale e/o transrettale dei reni e della vescica. Tuttavia, in un certo numero di casi, le strutture del tratto urinario appaiono normali alla palpazione, per dimensione e consistenza. L’esame delle urine o addirittura la loro analisi (biochimica, citologica e batteriologica) sono indagini complementari relativamente frequenti. Talvolta, la valutazione della funzione renale può venire effettuata attraverso il dosaggio di alcuni parametri biochimici ematici (urea, creatinina) o delle frazioni di escrezione di alcuni ioni a livello urinario. Tuttavia, questi esami sono utilizzati raramente dai veterinari pratici perché occorre far riferimento ad un laboratorio di analisi cliniche. L’esame ecografico rappresenta uno strumento diagnostico interessante per la valutazione dell’apparato urinario, per il suo carattere non invasivo e non doloroso per l’animale, per la sua fattibilità in azienda e il suo interesse sia sul piano diagnostico che prognostico. Data la diversa localizzazione anatomica del rene destro (retroperitoneale) e di quello sinistro (fluttuante) nei bovini, la tecnica di esplorazione ecografica dei reni risulta specifica per ciascuno di essi. Poiché alcune nefropatie (ad es., pielonefrite, urolitiasi) possono colpire uno solo dei due reni, è importante esplorarli sistematicamente entrambi. Il rene destro è visualizzabile per via transaddominale, mediante una sonda ecografica da 3,5 MHz di frequenza (adulto) o 5 MHz (vitello giovane), posizionando la sonda in zone diverse: a) regione dorsale lombare (tra i processi trasversi dell’ultima vertebra toracica e le tre prime vertebre lombari), b) fossa del fianco (appena dietro l’ultima costola, sotto i processi trasversi delle vertebre lombari) e c) ultimo spazio intercostale (dorsalmente). Occorre preventivamente tosare queste diverse aree ed applicare del gel ecografico sulle zone1,3,6,8. L’area più propizia per visualizzare le strutture del rene destro e per valutarne la taglia è la regione lombare; viceversa, la fossa del fianco è la più adatta alla realizzazione di una biopsia renale ecoguidata1. A seconda dei siti e della posizione della sonda, si possono ottenere immagini in sezione trasversale o longitudinale del rene destro. Tuttavia, quest’ultimo può essere impossibile da visualizzare interamente posizionando la sonda dorsalmente, nella regione lombare, in animali che presentino delle masse muscolari sviluppate. Nell’adulto, il rene sinistro e la vescica vengono esaminati ecograficamente per via transrettale con l’aiuto di una sonda lineare transrettale da 5 o 7,5 MHz di frequenza. La sonda può essere rivestita con un gel acustico e poi ricoperta con una guaina di rivestimento (ad es., guanto da esplorazione) prima di essere introdotta nel retto. A livello del rene sinistro *Relazione tenuta all’8° Congresso Nazionale Multisala SIVAR, 12-13 maggio 2006, Cremona. e della vescica si ottengono soltanto delle immagini in sezione longitudinale2,3. Nel soggetto giovane, l’esplorazione ecografica di questi organi si effettua per via transaddominale, posizionando la sonda nella regione lombare sinistra per il rene sinistro e davanti al pube, lungo la linea alba, per la vescica6,8. La visualizzazione di queste strutture può essere difficile a causa della loro localizzazione intraddominale relativamente profonda e della possibile interposizione di altri organi addominali tra questi e la parete. All’ecografia, le varie strutture del rene (lobi, parenchima, piramidi, bacinetti renali) risultano ben identificabili per la differente ecogenicità tra i vari tessuti. Il parenchima renale (costituito da corticale e midollare) è iperecogeno rispetto alle piramidi che risultano relativamente più ipoecogene. Invece, appare meno ecogeno del bacinetto renale (molto iperecogeno per la presenza tessuto fibroso e tessuto adiposo in questa zona) (Fig. 1). Il parenchima renale di norma presenta uno spessore di circa 2 cm. Le piramidi appaiono sotto forma di strutture di forma variabile da rotonda ad ovalare o triangolare, con un diametro inferiore a 5 cm (Fig. 1). Negli animali sani, l’uretere non è visibile1,2,6,8. La vescica appare sotto forma di un organo ripieno di un liquido ipoecogeno e delimitata da una parete iperecogena, di spessore variabile secondo lo stato di riempimento della vescica stessa (Fig. 2)2,6,7,8. Le principali anomalie visibili con l’ecografia dei reni sono un aumento delle loro dimensioni, una dilatazione del bacinetto renale e/o dei calici renali o addirittura dell’uretere (in caso di idronefrosi, di pielonefrite o di ostruzione urinaria dovuta a calcoli) o di zone anomale visibili all’interno del parenchima renale (in caso di cisti, ascessi o tumori). Poiché il diametro verticale (corrispondente allo spessore) FIGURA 1 - Ecografia di un rene destro sano. L’immagine è stata ottenuta per via transcutanea mediante l’impiego di una sonda settoriale da 3,5 MHz, posizionata dorsalmente a livello della fossa del fianco destra, appena dietro l’ultima costola. Large Animal Review, Anno 12, n. 3, Giugno 2006 37 dei reni di norma è di circa 5 cm nel caso del rene destro, e di circa 6 nel caso di quello sinistro, ogni misura superiore a questi valori indica un aumento della loro dimensione1,2. In caso di idronefrosi, si osserva una dilatazione dei calici a causa di un contenuto anecogeno, un aumento della dimensione del rene o, addirittura, un assottigliamento del parenchima, un’atrofia delle piramidi o un accumulo di liquido anecogeno tra il parenchima e la capsula dell’organo3,5. Quando si verifica una pielonefrite, si può riscontrare una dilatazione dell’uretere, dei calici renali e/o del bacinetto renale e la presenza nel lume dell’uretere o dei calici di materiale ecogeno (purulento o cristallino) (Fig. 3)4,6,8. L’esame ecografico della vescica consente di evidenziare le seguenti anomalie: un contenuto vescicale anomalo, eterogeneo e di ecogenicità variabile (corrispondente a pus, sedimenti o calcoli)4 e una parete anomala (ispessimento, irregolarità, massa)6,7,8. In caso di cistite, la vescica appare delimitata da una parete più spessa e la superficie della mucosa può essere irregolare4,8. Il contenuto della vescica presenta un aspetto flocculare. Invece, si possono rilevare delle masse anomale sotto forma di gemmazioni a livello della parete della vescica: può trattarsi di papillomi, carcinomi, adenocarcinomi, emangiomi o fibromi6,8. L’esame ecografico dei reni risulta quindi utile per confermare un aumento della dimensione di uno o dei due reni (anomalia possibile in caso di idronefrosi, pielonefrite, ascessualizzazione, linfosarcoma, amiloidosi renale …), ma anche per evidenziare una dilatazione dell’uretere o dei calici renali (dovuta a pus nel caso di pielonefrite o ad urina in caso di idronefrosi o di ostruzione ureterale), un aumento (in caso di fibrosi o calcoli) o una diminuzione (in caso di edema) dell’ecogenicità dei reni, una riduzione dello spessore del parenchima renale (in caso di idronefrosi), la presenza di zone anomale a livello del parenchima stesso (in caso di cisti, ascessi, tumore o metastasi) e, infine, la raccolta di liquido intorno al rene destro (in caso di uroperitoneo). Inoltre, l’esame ecografico dei reni può essere completato realizzando una biopsia ecoguidata del parenchima renale o un ago aspirato ecoguidato di tutta la zona anomala, per affinare la diagnosi. L’esame ecografico della vescica consente di confermare una cistite o di evidenziare la presenza di masse anomale a li- vello della parete vescicale. Allo stesso modo, questo esame può aiutare il veterinario pratico a realizzare una cistocentesi ecoguidata in vista di un esame batteriologico o citologico dell’urina, nel caso che il sondaggio uretrale si riveli impossibile. L’esplorazione ecografica dell’apparato urinario permette dunque di apprezzare la dimensione dei reni e della vescica ma anche di visualizzare le anomalie localizzate all’interno del sistema collettore dell’urina (infezione, accumulo di urina, calcoli) o del parenchima renale (ciste, ascessi, assottigliamento del parenchima). A seconda dell’importanza delle anomalie visibili, si può stabilire, in alcuni casi, una prognosi più o meno riservata. Tuttavia, non va dimenticato che alcune affezioni (glomerulonefrite, necrosi tubulare) non possono essere diagnosticate mediante l’ecografia, nel caso l’aspetto dei reni rimanga normale. L’esame ecografico di questi ultimi e della vescica rappresenta così un’interessante tecnica di indagine complementare da mettere in atto nei bovini per formulare una diagnosi precisa e determinare la gravità di un certo numero di affezioni dell’apparato urinario. Oltre al suo interesse diagnostico, l’ecografia può apportare degli elementi importanti da prendere in considerazione nella scelta del trattamento da attuare. FIGURA 2 - Ecografia della vescica di un bovino, ottenuta per via transrettale mediante l’impiego di una sonda lineare da 6 MHz. FIGURA 3 - Ecografia di una pielonefrite che colpiva il rene sinistro di una bovina charolaise. L’immagine è stata ottenuta per via transrettale mediante l’impiego di una sonda lineare da 6 MHz. I calici renali del rene sinistro apparivano dilatati, per la presenza di materiale purulento. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Braun U. Ultrasonographic examination of the right kidney in cows. Am. J. Vet. Res., 1991, 52(12):1933-1939. Braun U. Ultrasonographic examination of the left kidney, the urinary bladder and the urethra in cows. J. Vet. Med. A, 1993, 40:1-9. Chandler K.J., O’Brien K., Huxley J.N., Thompson H., Fitzpatrick J.L. Hydronephrosis and renal failure in two friesian cows. Vet. Rec., 2000:646648. Gufler H. Nierenabszess, pyelonephritid und zystitis purulenta bei einem 5 Monate alten Kalb diagnostiziert mittels Sonographie. Wien. Tierärztl. Mschr., 1999, 86:247-251. Harisson G.D., Biller D.S., Wilson D.G., Castleman W.L. Ultrasonographic diagnosis of hydronephrosis in a cow. Vet. Radiology and Ultrasound, 1992, 33(1):49-51. Hayashi H., Biller D.S., Rings M., Miyabayashi T. Ultrasonographic diagnosis of pyelonephritis in a cow. J. Am. Vet. Med. Assoc., 1994, 205(5):736-738. 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