Corso Formazione Sanitaria fauna selvatica 2005 RISCHI SANITARI, FAUNA SELVATICA E LORO PREVENZIONE MALATTIE TRASMISSIBILI DALLA FAUNA SELVATICA ALL’UOMO BRUCELLOSI BRUCELLA 1 CARATTERISTICHE GENERALI • malattia infettiva provocata da batteri del Genere Brucella • colpiti prevalentemente gli organi genitali • provoca: ABORTO, LESIONI a UTERO e TESTICOLI, RIDUZIONE della FECONDITÀ •Contagio per contatto diretto con materiale infetto (visceri, escreti, placenta e invogli fetali, latte) •Contagio per contatto indiretto tramite la contaminazione di oggetti •Lesioni a livello genitale: epididimite, metrite ed endometrite catarral-purrulenta TUMEFAZIONE ARTICOLAZIONI •Lesioni alle articolazioni con zoppia in animale INVOGLI FETALI TESTICOLI BRUCELLA 2 SINTOMI CLINICI NELL’UOMO •Febbre intermittente, nausea, cefalea, infiammazione di vari organi ( organi genitali, SNC…, mialgie. •La malattia richiede LUNGHE TERAPIE con ANTIBIOTICI. Sono possibili RECIDIVE e l’instaurarsi di FORME CRONICHE INVALIDANTI. SPECIE SELVATICHE RECETTIVE Ruminanti selvatici (Camoscio, Stambecco, Capriolo, Cervo…) e cinghiale. •La LEPRE può essere soggetta all’infezione da parte di Brucella suis ,responsabile di malattia nei suidi DIAGNOSI Certa solo tramite esami di laboratorio attuabili sia su animale vivo ( sangue ) che morto ( isolamento da visceri: placenta e invogli, testicoli e milza ) Norme sanitarie per l’importazione di lepri da Paesi Terzi (Decreto Min. Sanità del 07.12.00) -Autorizzazione del Ministero; -Provenire da aree ove non si sono verificati casi di Tularemia da almeno 1 anno,di Rabbia da almeno 6 mesi, di sindrome della lepre bruna europea da almeno 3 mesi; -Essere sottoposte a periodo di quarantena (15 gg.); -Durante questo periodo di osservazione la mortalità non deve superare il 5% e gli eventuali animali deceduti devono essere sottoposti ad esami anatomo patologici,virologici e batteriologici per la ricerca di EHBS e Tularemia con esito neg.; -Essere sottoposti a controllo sierologico per brucellosi; -Il 10% essere sottoposti a controllo mediante test ELISA per EHBS; -Con Nota del Ministero della Salute del 18.01.04, sono stati intensificati i controlli a destino prevedendo almeno 24 ore di osservazione e l’esecuzione di esami sierologici, in numero significativo su ogni partita, per tularemia, brucellosi e EHBS; -In attesa degli esami di laboratorio non è preclusa la possibilità di immettere gli animali in libertà fatto salvo quanto previsto dal D.M. in caso di mortalità superiori al 5% o sintomatologia clinica sospetta per malattie proprie della specie (sequestro dell’intera partita); -In caso di riscontri in fase di monitoraggio, le partite di lepri inviate successivamente dal medesimo Paese , verranno sottoposte a sequestro e liberalizzate solo dopo esiti favorevoli degli accertamenti di laboratorio; I responsabili dell’immissione devono: -immettere le lepri evitando il mescolamento di soggetti di diversa origine; - inviare, nel più breve tempo possibile,ogni lepre rinvenuta morta al laboratorio dell’I.Z.S. più vicino E.H.B.S. o Sindrome della lepre bruna: comparsa in Italia verso la fine degli anni ’80, verosimilmente a seguito dell’importazione di animali dall’estero, con rapido processo di endemizzazione nel nostro Paese; -rappresenta la principale causa di mortalità sia tra le lepri allo stato libero sia di allevamento (morbilità 100%, mortalità 50%) Brucellosi nella lepre : infezione normalmente sostenuta da Brucella suis B. 2; -La lepre è stata riconosciuta vettrice dell’infezione negli allevamenti estensivi di suini dove la malattia è causa di gravi danni (aborti, infertilità, orchite); In Francia la brucellosi nel suino, scomparsa nel 1970 con l’industrializzazione dell’allevamento, sta registrando dal 1993 un ritorno dell’infezione negli allevamenti “en plein aire” causata dal cinghiale dove sono riscontrate positività per Brc. Suis b2 del 20-30%. Potenziale zoonosi: trasmissione all’uomo attraverso manipolazione di animali infetti (lepre, cinghiale) diagnosticato un caso in Francia da Brucella suis B.2 in un cacciatore di cinghiali. Forma clinica nell’uomo da Brc.suis B2 è meno grave rispetto a Brc. Suis B1 e B3 TULAREMIA : ZOONOSI DA NON SOTTOVALUTARE Nell’uomo l’infezione è presente in vaste zone dell’emisfero settentrionale, a latitudini comprese fra 30° e 70 °; In Italia, dal 1992 al 1998, sono stati segnalati al Ministero della Sanità 61 casi di Tularemia nell’uomo ; N° casi nell’uomo 2003 (OIE) Dati relativi all’Italia (OIE) anno 2003 2002 2001 2000 N° casi nell’uomo 2 4 5 5 BULGARIA 75 CROAZIA 7 FRANCIA 16 ITALIA 2 SLOVACCHIA 26 UNGHERIA 28 La malattia nell’uomo Clinicamente si manifesta in modi diversi a seconda della via di contagio e alla virulenza dell’agente patogeno; Si può contrarre attraverso -il contatto diretto con animali infetti -Con l’ingestione di acqua contaminata o carni poco cotte di animali infetti - attraverso la puntura di diversi artropodi (zecche in particolare) -Si manifesta, nella maggior parte dei casi, come un ulcera localizzata nel punto di introduzione accompagnata a gonfiore dei linfonodi regionali ( incubazione da 1 a 14 giorni), febbre e malessere generale -In caso di sospetto la terapia deve essere avviata immediatamente: nelle forme più gravi, non trattate adeguatamente, la mortalità arriva al 15-30 %. Negli anni ’30 , studiato dai giapponesi l’impiego bellico di F.tularensis. Considerata microrganismo potenzialmente utilizzabile come arma biologica. In Europa meridionale (Francia , Spagna, Italia) la tularemia nell’uomo è associata a contatto con le lepri.Sono comunque descritte anche altre modalità di contagio: -morso di faina ; -graffio di coniglio; -contaminazione degli impianti idrici; -pesca di gamberi di acqua dolce ( Spagna nel 2001) -Altri animali risultano occasionalmente associati a casi di infezione umana: gatto, scoiattolo,procione, cervo,volpe,lince, marmotta,tasso La malattia negli animali In natura la malattia in forma clinica colpisce quasi esclusivamente lagomorfi e roditori con decorso iperacuto ed esito letale: questa loro caratteristica li rende animali sentinella per valutare la circolazione dell’agente nel territorio. Per il monitoraggio della malattia, risultano,quindi, molto utili le analisi di laboratorio condotte su carcasse di lagomorfi rinvenuti morti. L’andamento acuto – grave della malattia nei lagomorfi ammette alcune eccezioni secondo alcuni autori : lepri europee di alcuni territori dell’Europa centrale (Romania) risulterebbero meno recettive e potrebbero rappresentare un serbatoio. I roditori sono meno sensibili alla malattia rispetto ai lagomorfi: il topo campagnolo rappresenta l’animale serbatoio più importante. I meccanismi essenziali di persistenza della Tularemia in natura vanno probabilmente individuati nei vettori, in particolare nelle zecche dalle quali l’agente può essere isolato anche a distanza di mesi dopo l’esaurimento di una epidemia. TULAREMIA CARATTERISTICHE GENERALI • malattia batterica provocata da Francisella tularensis • o “febbre da Lemming” in Europa del Nord-Est •Fortemente patogena per l’uomo. • Problema dei LEPORIDI ( Lagomorfi selvatici) e dei RODITORI • Contagio: per contatto diretto, ingestione di carni crude o poco cotte provenienti da animali infetti, ingestione di acque contaminate o tramite punture artropodi ematofagi (pulci, zecche). SINTOMI CLINICI NELL’UOMO •Febbre, Malessere generale e ingrossamento dei linfonodi • Esito può essere mortale •La malattia richiede TEMPESTIVA TERAPIA con ANTIBIOTICI. SPECIE SELVATICHE RECETTIVE Lagomorfi (lepre/coniglio) e Roditori RABBIA CARATTERISTICHE GENERALI Malattia virale (Lyssavirus sierotipo 1), importante ZOONOSI Carattere ACUTO con sintomi a carico di SNC e segni di tipo ECCITATIVO/DEPRESSIVO Aggressività Paralisi (Forma furiosa/Forma paralitica) Malattia difficilmente curabile quando sintomatologia già manifesta Si può intervenire con vaccinazione, anche post contagio nel periodo tra infezione e comparsa sintomi TRASMISSIONE tramite MORSICATURA e animale infetto può trasmettere malattia prima della comparsa dei sintomi SERBATOIO O SPECIE BERSAGLIO in EUROPA Vulpes vulpes = VOLPE ROSSA SINTOMI ANIMALE SINTOMI UOMO Allucinazioni Perdita senso orientamento Accessi iperattività Spasmo faringe Paralisi masseteri-faringe Alterazione fonesi Perdita saliva Alterazione comportamento Segni paralisi Volpe Procione CICLO SILVESTRE Moffetta UOMO Mangosta Chirotteri Cane CICLO URBANO Gatto Randagismo SPECIE SELVATICHE RECETTIVE Mammiferi e Uccelli. Animali a sangue caldo! OSPITI NATURALI Cane-Gatto Carnivori-Selvatici Pipistrello Bovino Uomo UOMO ROGNA SARCOPTICA CARATTERISTICHE GENERALI • Malattia parassitaria causata da un acaro Sarcoptes scabiei di piccolissime dimensioni non visibile ad occhio nudo • Questo parassita scava delle gallerie nella cute SINTOMI CLINICI NELL’UOMO • Intenso prurito • Alopecia • Sovrainfezioni batteriche SPECIE SELVATICHE RECETTIVE Mammiferi ed uccelli IDATIDOSI CARATTERISTICHE GENERALI Malattia parassitaria provocata dalle formi larvali di un verme del Genere Echinococcus che parassita in maniera asintomatica i canidi Cane e Lupo (ospiti definitivi) per Echinococcus granulosus con ospiti intermedi RUMINANTI DOMESTICI e SELVATICI Volpe (ospite definitivo) per Echinococcus multilocularis con ospiti intermedi RODITORI L’uomo e altri animali suscettibili si infestano ingerendo le uova contenute nelle feci di canidi infetti manifestando la “forma cistica-idatidea” Infestazione tramite consumo di frutti di bosco od ortaggi contaminati, utilizzo di attrezzi contaminati L’IDATIDOSI, cioè la malattia provocata dalle forme larvali di Echinococcus è MALATTIA GRAVE per UOMO. Si ha sviluppo di formazioni cistiche in vari organi e la cui rottura può dare origine a SHOCK ANAFILATTICO! SINTOMI CLINICI NELL’UOMO L’IDATIDOSI, cioè la malattia provocata dalle forme larvali di Echinococcus è MALATTIA GRAVE per UOMO. Si ha sviluppo di formazioni cistiche in vari organi e la cui rottura può dare origine a SHOCK ANAFILATTICO! NON ESISTE TERAPIA in grado di guarirla, si può optare per l’asportazione chirurgica delle cisti quando possibile perché in caso di E. multilocularis si hanno cisti multiple con potere infiltrante. In questi casi è possibile arrivare alla asportazione dell’intero organo colpito! SPECIE SELVATICHE RECETTIVE Mammiferi selvatici (OSPITI INTERMEDI) Canidi selvatici (OSPITI DEFINITIVI) NON DARE ORGANI PARASSITATI IN PASTO AI CANI!!!! MALATTIE TRASMESSE DA ZECCHE MALATTIA DI LYME CARATTERISTICHE GENERALI FEBBRE Q CARATTERISTICHE GENERALI • O BORRELIOSI di LYME. Malattia batterica provocata da Borrelia sp. •O RICKETTSIOSI. Malattia batterica provocata da Rickettsia sp. • L’uomo e gli animali si ammalano conseguentemente alla puntura di zecca (più frequentemente Ixodes ricinus) infettata da Borrelia sp. •Animali maggiormente colpiti sono Cani e pecore. • E’ una malattia diffusa in tutta l’Europa particolarmente nei paesi dell’EST EUROPEO •E’ una malattia piuttosto diffusa in Italia e gli animali si possono infettare attraverso il morso di una zecca • Periodo di incubazione malattia 1-4 settimane • La malattia richiede TERAPIA ANTIBIOTICA MIRATA e PROLUNGATA •Periodo di incubazione 1-3 settimane •La malattia richiede TERAPIA ANTIBIOTICA MIRATA e PROLUNGATA SINTOMI CLINICI NELL’UOMO • dopo puntura di zecca si può instaurare infezione localizzata della cute • reazione linfonodale con ingrossamento di linfonodi regionali • sintomi simil-influenzali SINTOMI CLINICI NELL’UOMO • febbre alta • spossatezza • sintomi simil-influenzali • dolori muscolari Ixodes ricinus Encefalite da puntura da zecca (TBE) CARATTERISTICHE GENERALI •Malattia virale (virus TBE) endemica nell’Europa del Centro-Est • Vari organi possono essere colpiti dall’infezione, in particolare meningi ed encefalo •Periodo di incubazione malattia 1-4 settimane •La terapia può essere solo sintomatica, ma non curativa • Possibile la VACCINAZIONE per le persone che frequentano zone a rischio SINTOMI CLINICI NELL’UOMO • dopo puntura di zecca si può instaurare infezione localizzata della cute • sintomi nervosi EVITARE DI ESSERE PUNTI DA ZECCHE •Evitare ambienti ricchi di cespugli e sottobosco •In ambienti boschivi indossare abiti coprenti •Trattare i cani con adeguati antiparassitari