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ROMA DA’ UN ASSETTO
ALL’ITALIA
Imperialismo o espansionismo?
Cos’è per noi l’Imperialismo?
E’ bene distinguere l’imperialismo romano da
quello contemporaneo. L’imperialismo:
spagnolo, è stato molto atroce. Le civiltà americane
antiche (Maia, Aztechi, Incas) sono state soppresse,
distrutte dal punto di vista politico, artistico, religioso e
ideologico
portoghese/francese/olandese, simili allo spagnolo
britannico, più illuminato. Gli Inglesi non hanno
operato genocidi, hanno dotato i sottoposti di una certa
autonomia grazie al Commonwealth, hanno fatto
qualche struttura anche se alla fine hanno rivelato di
badare esclusivamente ai loro interessi
Come agisce Roma inizialmente
I Romani avevano l’arte della conquista e del governo dei
popoli.
Facevano i loro interessi ma anche quelli dei sottoposti.
Pensavano a migliorare le cose, chiunque fossero i beneficiari.
Roma non ha sfruttato senza dar nulla in cambio; occupa e
conquista un popolo ma gli da tutto quello che da ai propri
cittadini.
Roma porta a tutto il mondo civiltà, cultura e infrastrutture
(strade, ponti, terme, biblioteche, basiliche); non spegne le
culture; non impone la religione (ma adotta/fa propri tutti gli dei
degli altri tranne la religione dionisiaca e il cristianesimo), la
lingua e il diritto (ius gentium); lascia i governi locali e lega
con trattati i popoli sottomessi; non applica nelle province
un fiscalismo rapace.
Non imperialismo ma
espansionismo
In Roma convivevano tutte le razze e la cultura
proveniva da tutti gli angoli dell’impero.
Tra i più importanti scrittori, poeti e giuristi di Roma
sono da ricordare Virgilio (Mn), Livio (Pd), Catullo
(Verona), Seneca (Spagna), S.Agostino (Africa).
Anche gli imperatori sono per lo più stranieri come
Nerva, Traiano e Adriano (spagnoli), i Severi e Caracalla
(africani), Aureliano, Costantino e Diocleziano (illiri).
Davanti a queste considerazioni non si può parlare di
imperialismo romano: è preferibile parlare di
espansionismo romano.
Concetti base dell’espansionismo
1.
2.
3.
Roma ha tre principi filosofici con risvolti giuridici che
ne guidano la politica estera:
DIVIDE ET IMPERA
EMPIRISMO, cioè una grande capacità di adattarsi
a tutte le situazioni e decidere caso per caso a
seconda del’utile
AUTONOMIA, non concepisce uno stato
centralista: lascia a colonie e municipi una grande
autonomia tranne in politica estera e militare
DIRITTO INTERNAZIONALE
ROMANO
Il diritto della politica estera romana è detto IUS
BELLI AC PACIS, diritto di guerra o di pace
Guerra e pace sono due fatti giuridici, devono essere
regolate dal diritto
Il diritto ha come garante la divinità perchè tutto era
fatto al suo cospetto e per suo intervento.
Le
regole
giuridiche
comportano
delle
responsabilità (Attilio Regolo è un esempio di rispetto
della Fides: catturato dai Cartaginesi, porta al Senato di
Roma le condizioni, torna a Cartagine e viene ucciso).
Nello
ius
belli
ac
pacis
sono
competenti:
il Senato, che prepara l’atto di guerra o
di pace
il magistrato, che convoca i comizi
il popolo, che accetta o rifiuta sia la
guerra che la pace
GUERRA
L’unica guerra concepita è il bellum
iustum, dichiarata e condotta secondo le
regole del diritto
Se la guerra non era iustum un generale
vittorioso non aveva diritto al trionfo
La dichiarazione di guerra era deliberata
dal popolo; l’atto solenne di dichiarazione
di guerra era affidato ai Feziali.
I Feziali e la dichiarazione di guerra
I Feziali sono un gruppo di sacerdoti di origine
indoeuropea, chiamati così in Roma ma presenti in tutte
le province.
Il loro sacerdozio si imperniava su un capo, il Pater
Patratus
Per compiere il rituale della dichiarazione di guerra il Pater
Patratus si travestiva da Giove, si copriva il capo con un
velo di lana, imbracciava arco, frecce e lancia di legno
dalla punta adusta (lavorata e indurita al fuoco), saltava i
confini del territorio del nemico e faceva la sua richiesta
al Pater Patratus responsabile del collegio dei feziali
del nemico
La Repetitio
La cerimonia si chiamava Repetitio. Con le richieste
si cercava di non dichiarare la guerra; si
chiedeva la restituzione di beni, territori o
prigionieri e si lasciavano al nemico 30 giorni
per decidere. Questo evitava l’aggressione e la
guerra lampo
Trascorsi i 30 giorni, il Pater Patratus scagliava
la lancia sul suolo nemico, ai piedi dell’altro
Pater Patratus, e dichiarava il bellum iustum.
PACE
Anche la pace era un fatto protetto da Giove.
La pace avveniva attraverso un giuramento che le parti
stipulavano “per Iovis lapidem”, sulla pietra di Giove
La pietra di Giove era una preistorica punta di selce
rossa ma i romani credevano che fosse un frammento
del fulmine di Giove a causa dei suoi splendidi colori
Dopo il giuramento si faceva il sacrificio di un
haedus/hoedus, un capretto (da qui il termine
foedus, trattato, e l’espressione foedus ferire, per
indicare la stipulazione di un contratto d’alleanza).
SISTEMARE LE CONQUISTE
Man mano che si espande Roma si serve di 4 sistemi
per regolare le conquiste:
Federativo o dell’alleanza; l’antichità aveva
saldissimo il principio della parola data e questo è il
sistema preferito da Roma. E’ lo strumento più usato
da Roma per sistemare le conquiste perchè le
Federazioni si governano da sole e impegnano meno.
dell’Incorporazione diretta o dei Municipia;
Roma è obbligata all’incorporazione solo per crearsi
lo spazio vitale: in Italia l’incorporazione diretta è
limitata al Lazio da cui Roma trae soldati e derrate
alimentari.
Coloniae; Le colonie sono un’invenzione per
propagare la civiltà, per difendere i confini, per
bonificare i territori
Provinciae. E’ l’unico sistema che non è
riuscito del tutto bene: la provincia è
l’espressione dell’imperialismo romano; Roma
non riesce ad inventare un sistema equo di
governo delle Provincie che diventano un
serbatoio di saccheggi
1-FEDERATIVO O
DELL’ALLEANZA
Foedus,
in origine è la forma con
cui si stipulavano i tre contratti di
alleanza; poi diventa sinonimo di
societas perchè questo era il
contratto più importante.
Amicitia, hospitium e societas
Con il foedus si possono stipulare
tre tipi di contratti; il sistema
federativo consta di tre istituti:
Amicitia, Hospitium e Societas
AMICITIA
AMICITIA, è un trattato tra stati ma riguarda i
singoli cittadini: fa sì che le persone degli stati
contraenti, dette amici, godano di una
giurisdizione privilegiata nel territorio dello
stato amico
Il primo trattato di amicizia è quello tra
Roma e Cartagine del 509 a.C, testimoniato
dalle lamine d’oro bilingui trovate a Pirgi.
HOSPITIUM
Hospitium, è un trattato tra stati ma riguarda i
singoli cittadini che hanno diritti più precisi
degli amici: l’ospite è sacro e lo stato
ospitante gli attribuisce i diritti di locus
(alloggio), laudia (vitto) e munera (doni)
Se un ospite arrivava a Roma doveva trovare un
romano disposto ad ospitarlo, a nutrirlo e a
fargli regali
SOCIETAS
Societas
(poi chiamata foedus), è un
trattato tra stati che comporta
un’alleanza militare eterna
Il Foedus Cassianum (493 a.C.)
Il Foedus Cassianum del 493 a.C. è il prototipo
di tutti i foedera; contiene le clausulae tipiche:
sia pace tra i Latini finchè saranno cielo e terra
(pace eterna)
gli stati si impegnano a non muoversi guerra
non favorire i nemici del popolo alleato (ad
esempio non lasciarli passare sul proprio
territorio o non lasciare che si accampino)
…continua
si deve correre in aiuto all’alleato con ogni
mezzo, solo se attaccato (si concepisce solo
l’alleanza difensiva)
dividere in parti uguali il bottino
dirimere le vertenze dei due popoli entro due
giorni da quando sono sorte e presso il tribunale
in cui sono sorte
non modificare il patto senza un preventivo
accordo tra le parti (non è ammessa modifica
unilaterale)
I foedera
Questa formula servì per molti trattati, tuttavia c’è una varietà
infinita di trattati
I giuristi si sono convinti che i foedera si distinguessero in:
foedera equa, pongono le due parti su un piano di parità
foedera iniqua, pongono le due parti su un piano di
disuguaglianza a vantaggio di Roma (ad esempio gli alleati
iniqui non potevano avere i nemici o gli amici che volevano,
dovevano aiutare Roma anche nelle guerre offensive,
dovevano seguire la stessa politica estera di Roma).
La distinzione è stata inventata perchè l’aggettivo iniquum non
è mai stata affiancata a foedus
Tutta l’Italia (trannne il Lazio, spazio vitale) è soggetta ad un
regime di alleanza
L’alleanza coi Latini
Le alleanze più importanti sono quella con i Latini e
quella con gli Italici.
Roma si allea ai Latini con il Foedus Cassianum (493338): i diritti riconosciuti da Roma ai Latini sono:
Ius connubii, diritto di sposarsi secondo la legge
romana così da contrarre iustae nuptiae, avere figli
legittimi e diritti successori
Ius commercii, (non è il diritto di commercio) la
facoltà di commerciare con le garanzie del diritto
romano
….continua
Ius suffragii, (non è il diritto di avere onoranze
funebri) il diritto di voto nei Comizi Tributi ma
solo in una tribù estratta a sorte (tutti i Latini
potevano votare a Roma ma solo in una delle 35 tribù
estratta a sorte, quindi erano in minoranza rispetto ai
romani)
Ius migrandi il diritto di trasferirsi a Roma e
acquistare la cittadinanza
Ius civitatis per magistratum, diritto di acquistare
la cittadinanza romana dopo aver rivestito una
magistratura nella propria città latina
L’alleanza cogli Italici
Roma
si allea anche con gli Italici; il
primo trattato è quello con Napoli
del 326.
Gli Italici hanno ius commercii ma
non ius connubii e ius civitatis per
magistratum.
2-INCORPORAZIONE DIRETTA
O MUNICIPALE
Roma usò poco questo sistema perché troppo
impegnativo; se ne servì all’inizio per crearsi lo spazio
vitale.
La comunità vinta da Roma non è legata con un
trattato ma viene incorporata nello stato romano: il
territorio diventa ager pubblicus e viene assegnato a
una delle 31 tribù rustiche, le città presenti diventano
municipia, i cittadini dei municipia diventano
cittadini romani e vengono inseriti in una tribù di voto.
I municipia sono legati a Roma solo per politica
estera e leva militare, per il resto hanno una più o
meno vasta autonomia.
I Quattuorviri
I cittadini del municipio atti a portare le armi si
riuniscono nell’assemblea detta Comizio ed eleggono 4
magistrati, i Quattuorviri:
2 viri iure dicundo sono più importanti perchè hanno
potere giurisdizionale (si occupano di rendere
giustizia);
gli altri 2 si occupano delle curae (urbis, annona,
ludorum)
Nel municipio c’è anche un Senato che riunisce gli ex
magistrati con una determinata ricchezza e ha le
stesse funzioni del Senato di Roma.
Il parere di Theodor Mommsen
Secondo MOMMSEN il municipio è l’eredità
più feconda che Roma abbia lasciato
all’Occidente
Il concetto di municipio è sconosciuto alle
altre civiltà. Con il municipio è nata la vera
autonomia, non nel senso di moltiplicazione
del
potere
ma
di
divisione
del
potere/gestione autonoma degli interessi
della comunità rispetto al centro
Categorie di municipia
1.
2.
3.
4.
I municipi si distinguono in 4 categorie:
municipia optimo iure, i cittadini hanno tutti i
diritti dei cittadini romani
municipia sine suffragio, i cittadini hanno tutti i
diritti dei cittadini romani tranne il SUFFRAGIUM,
il diritto di voto: non possono votare (elettorato
attivo) nè essere eletti (elettoratro passivo);
municipia Cerites, dalla città etrusca di CERE che
per prima fu così trattata;
municipia aerari, da aes “bronzo”.
Condizioni dei municipia
I municipia optimo iure sono pochi per non
alterare i rapporti di forza tra i Romani; ben
più numerosi sono i municipia sine suffragio;
i municipia cerites e i municipia aerari hanno
condizioni deteriori rispetto agli altri due
perchè godono di una ridotta autonomia e
devono pagare pesanti tasse.
Unità minori nei municipia
Nell’ambito del municipio esistevano entità
minori; i nomi di queste entità si ritrovano nella
nostra provincia:
oppidum, un centro che rappresenta un ethnos, un
gruppo (Comum oppidum era la capitale dei
Comenses)
castellum, una postazione fortificata posta in
altura in cui in caso di invasione si riparavano
animali, beni e persone
vicus, il villaggio
pagus (=campagna, infatti la religione pagana
resta più viva nelle campagne), il territorio
produttivo del villaggio
fora, luoghi di mercato o di aggregazione posti
sulle strade romane; in questi luoghi si rendeva
anche giustizia da parte di magistrati itineranti che
erano chiamati conventi nelle curiae (da cum
viria);
conciliabulum, luoghi in cui i cittadini romani
si riunivano in assemblea
3-COLONIAE
Il concetto di colonia romana è un unicum. La
colonia:
greca, stanziamento di persone che fonda un
centro distinto e spesso in lotta con la madrepatria
da cui fugge o è cacciato
fenicia, mercato aperto dai Fenici in tutte le parti
del Mediterraneo
moderna/contemporanea, possedimento di una
nazione europea che la governa privandola di ogni
autonomia, tenendola in stato di soggezione e
spremendola fiscalmente
Caratteristiche
Le colonie romane sono entità nuove dal
punto di vista giuridico: sono stanziamenti di
persone inviate in forma ufficiale dallo stato
in un territorio conquistato; i coloni godono
dell’autonomia amministrativa (distano da
Roma) e hanno la piena proprietà del
territorio.
Roma fonda le colonie perchè sono un jolly
della sua politica estera e interna
Scopi delle coloniae
1.
2.
3.
Gli scopi per cui Roma fonda le colonie sono:
difensivi, Roma fonda le colonie in zone strategiche
o di confine (CICERONE le chiama propugnacula
imperii, sentinelle dell’impero), importanti erano
Piacenza e Cremona e anche le colonie marittime in
funzione antipirata;
economici e sociali, Roma fonda le colonie per
fermare il proletariato urbano che viveva in Roma
di espedienti.
Le diverse finalità possono fondersi; alcune colonie
sono state fondate per premiare i veterani che
tornavano dalla guerra
La fondazione delle coloniae
La fondazione di una colonia avviene con un atto ufficiale
dello stato, un plebiscito proposto da un tribuno e
autorizzato da un Senatusconsultum
L’evento è così importante da richiedere l’approvazione
di tutte le componenti politiche e sociali di Roma
Il plebiscito contiene: il tipo di colonia (romana o latina), il
luogo dove sarebbe stata fondata, il numero dei coloni,
l’estensione dei lotti di terreno da assegnare ai singoli, il
nome dei magistrati che dovevano fondare la colonia (in
genere erano tre, detti Tresviri coloniae deducendae, ed
erano incaricati di governare la colonia)
I gromatici
Una volta approvata la legge, si aprono le
iscrizioni dei cittadini: si scatenano le
raccomandazioni e la lotta per essere i primi.
Il territorio di una colonia veniva studiato non
appena i soldati lo avevano conquistato: i
geometri (agrimensores o gromatici perché
usavano la groma, una specie di livella)
studiavano pendenze, esposizione al sole,
direzioni di canali e fiumi.
La centuriazione
Poi operavano la centuriazione, cioè
parcellizzavano l’area in quadrati di 70 m per
lato costruendo una rete di canali e strade. I
quadrati erano ancora divisi e assegnati ai
coloni: le porzioni di terreno si chiamavano
centurie. In seguito architetti e ingegneri
facevano le infrastrutture
Roma faceva prima le infrastrutture e poi il
centro produttivo. Intervenivano anche i
sacerdoti che decidevano la salubrità del luogo
analizzando le viscere degli animali.
Tipologie di colonie: le colonie latine
Colonie latine (sono assimilabili alle città federate della
lega latina; Roma le fonda per annullare politicamente i
numerosi clienti che inquinavano la vita politica)
I coloni provengono per lo più da Roma: sono romani che
hanno accettato la capitis diminutio (un declassamento
da cittadino romano a latino) in cambio di 60 iugeri di
terra
Roma li fa latini in modo che, pur avendo 50 iugeri,
possano votare solo in una delle 35 tribù estratta a sorte
Le colonie latine hanno dei magistrati (Duoviri iure
dicundo e Duoviri edilicia potestate) e un Senato (Ordo
Decurionum).
Tipologie di colonie: le colonie
romane
COLONIE
ROMANE, i coloni restano
Romani ma ricevono pochissima terra
(da 2 a 10 iugeri al massimo)
Le LATINE furono più numerose e
popolate delle romane (le latine avevano
da 3000 a 6000 abitanti, le romane da 300
a 500 famiglie)
Fine delle colonie. Colonie fittizie
La colonizzazione effettiva cessa alla fine della
Repubblica, quando ormai tutto il mondo era
romano e Roma non doveva più spedire i suoi
cittadini a colonizzare le diverse aree
Nell’ultimo secolo della Repubblica nasce un
terzo tipo di colonia, la colonia fittizia: un
centro è qualificato come colonia senza che
ci sia spostamento di popolo
4-PROVINCIAE
Il termine provincia designa l’incarico dato dal
Senato al magistrato, una volta falliti turno e
sorteggio
Le provincie sono un’insuccesso di Roma. Le
prime furono Sicilia e Sardegna, così ordinate
nel 227 dopo la Prima guerra punica.
La provincia è una circoscrizione territoriale
posta al di fuori dell’Italia peninsulare (confini:
Rubicone e Arno), sottoposta all’autorità di un
magistrato cum imperio e di un tribuno
variamente nominato.
Il suolo è annesso come ager publicus
Gli abitanti non sono cittadini romani ma
peregrini, stranieri.
Il territorio resta comunque di proprietà dello
stato e i cittadini possono averne solo il
possesso.
Sviluppi del governo delle province
Roma fece diversi esperimenti prima di trovare la giusta forma di
governo delle provincie
1-Affida la provincia al magistrato che la conquista; il sistema fu
inefficiente perchè egli la abbandonava per impegnarsi in altre
conquiste
2-Viene nominato un magistrato detto Pretor; il sistema
funzionò finchè le provincie furono poche, poi iniziarono ad
emergere sulla scena politica romana troppi neo-magistrati che
l’anno dopo il loro incarico turbavano le elezioni pretendendo di
diventare consoli
3-Si prolunga oltre l’anno l’imperium dei magistrati che vengono
chiamati proconsole e propretore; rimanendo al potere a lungo, i
governatori facevano della provincia un proprio regnum e
potevano anche agire contro gli interessi di Roma
4-Silla trovò la soluzione nel 81 quando con una Lex
Cornelia de provinciis stabilì che a governare le provincie
andassero i magistrati che uscivano di carica e fissò la
durata del loro governo in un anno; in questio modo si
otteneva un ricambio annuale ed automatico.
All’inizio il Senato assegnava le provincie in modo
discrezionale: così dava provincie ricche ai prediletti e
provincie povere ai nemici.
Nel 123 i Gracchi imposero il sorteggio delle provincie:
da quel momento fu la sorte a decidere l’assegnazione
delle provincie, salvo casi eccezionali come quello di
Cesare che si fece invece assegnare una provincia.
La provincia è sottoposta ad un tributo in base al quale
le provincie si dividono in:
-stipendiarie (stipendium, nome del soldo militare),
sottoposte una tantum ad uno stipendium che colpisce
la comunità; lo stipendium non era una vera e propria
tassa ma un contributo per il mantenimento
dell’esercito;
-vectigales (vectigal, tassa), sottoposte periodicamente ad
una tassa che colpisce i singoli provinciali. Questa tassa
diventerà pesantissima quando i Gracchi inventeranno
il sistema di esazione fiscale dei pubblicani.
Prima le imposte erano fissate per ogni cittadino dal
Senato e riscosse dai magistrati.
Con Caio Gracco le imposte sono fissate globalmente
dal Senato e riscosse dalla società dei pubblicani che
aveva vinto l’asta per l’appalto; se la società riscuote di
più tiene l’eccedenza, altrimenti integra quanto manca;
nasce la spremitura delle provincie; temendo gli evasori
i pubblicani chiedono ai provinciali una contribuzione
maggiore.
Roma spreme le provincie per quasi cento anno; con
l’Impero le cose cambiano e c’è un periodo di equità e
benessere per tutti.
L’amministrazione della giustizia avveniva per un certo periodo
nella capitale della provincia, per un altro in modo itinerante: il
tribunale del governatore si spostava e il luogo dove dovevano
convenire i cittadini per l’udienza si chiamava conventus (da
cum venire, venire insieme). Il potere del governatore è enorme e
arbitrario. Roma cercò di fermare il malgoverno con le Leges
Repetundarum: le repetundae sono tutti i reati contro la
pubblica
amministrazione
(corruzione,
concussione,
malvessazione). Qualunque cittadino poteva denunciare il
governatore che era costretto a difendersi a Roma. Nel 149 la
Lex Calpurnia istituisce un tribunale permanente, detto
Quaestio perpetua de repetundis. Tuttavia i casi di condanna
furono rari perchè a giudicare erano ex senatori o futuri senatori.
L’unica perla delle provincie è il Consilium Provincie, un
parlamentino di gente locale.
Un assetto imperfetto
Questo assetto fu dato progressivamente, man
mano che Roma attirava a sé popoli o li
assoggettava, ed è il documento più eloquente
del cammino percorso dalla repubblica in
cinque secoli d'esistenza.
Non è un assetto politico perfetto, perché la
penisola non è una nazione i cui elementi
siano perfettamente fusi in uno.
…non casualmente
Anzi l'assetto politico è vario per evitare questa fusione; ma
se questo ha lo scopo di disgregare gl'interessi, di impedire
coalizioni, di proibire intromissioni straniere, di tenere a
freno le città di dubbia fede, mostra anche in modo chiaro il
proposito di fare scomparire con il tempo la diversità di
fisionomia e fare della penisola una compagine salda che
pensi, viva, operi in comunità d'intenti e d'ideali con Roma
e sotto la guida di Roma.
Ma oltre a questa unificazione, a questo assetto, il fattore più
importante è che Roma, ora affacciata su tre mari, diviene
una potenza mediterranea a tutti gli effetti. Una situazione
che accresce enormemente i motivi d'attrito con l'altra
potenza finora in questo mare egemone: la Cartaginese.
Dagli attriti alla guerra il passo è molto breve e il passo da Roma
fu fatto quasi subito dopo l'ultima conquista nella Magna Grecia.
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