Facoltà di Teologia Biblica “Gesù è il Signore” INTRODUZIONE ALLA BIBBIA II STORIA, GEOGRAFIA E ARCHEOLOGIA BIBLICA a cura di Claudio Borrelli e Geoffrey Allen BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO E APPROFONDIMENTO: Marshall, I.H. et al. Dizionario Biblico (GBU) Alexander, D. e P. Guida alla Bibbia (Paoline) Camera / Fabietti Oriente e Grecia (Zanichelli) Vardiman, E.E. La grande svolta (Garzanti) Grant, Michael La civiltà ellenistica (Rizzoli) E.Charpentier Per leggere l’Antico Testamento e Per leggere il Nuovo Testamento (Borla) Parrot, A. Babilonia e l’Antico Testamento e Ninive e l’Antico Testamento (Paoline) Parrot, A. Il Tempio di Gerusalemme (Paoline) Guthrie, D. / Motyer, J.A. Commentario Biblico vol. III (Voce della Bibbia) (fuori stampa) Halley, H.H. Commentario Biblico abbreviato (Centro Biblico) Walton, J.H. Tavole sinottiche cronologiche dell’Antico Testamento (Casa Biblica, Vicenza) Gower, Ralph Usi e costumi dei tempi della Bibbia (Elledici) Valente, Davide Archeologia dell’Antico Testamento e Archeologia del Nuovo Testamento (CDB) (fuori stampa) I PATRIARCHI: 2200-1850 ca. 40 ANNI NEL DESERTO 1445-1405 I PERIODI STORICI DELL’ANTICO TESTAMENTO ISRAELE IN EGITTO: 1875-1445 GIOSUÈ e i GIUDICI: 1405-1050 | | | | | | | | | | 2200 2100 2000 1900 1800 1700 1600 1500 1400 1300 1200 I GIUDICI: 1405-1050 MONARCHIA UNITA: 1050-930 MONARCHIA DIVISA: ISRAELE e GIUDA 930-722 ESILIO BABILONESE: 604-538 | GIUDA da sola: 722-587 GIUDEI sotto i Persiani: 538-331 GIUDEI sotto i Greci: 331-63 | | | | | | | | | | | 1200 1100 1000 900 800 700 600 500 400 300 200 1. CRONOLOGIA BIBLICA 1.1 Importanza della cronologia Per porre gli avvenimenti descritti nei libri narrativi della Bibbia nel loro contesto e in relazione storica tra loro, e per poter interpretare il contenuto degli altri libri nel loro contesto, è necessario stabilire, almeno a grandi linee, la successione storica o cronologia. Il testo biblico però non dà da solo dati sufficienti per stabilire date precise per tutti gli avvenimenti raccontati. In particolare: a) i dati numerici sono intrinsecamente più soggetti a errori di copiatura del resto del testo, dal momento che l’errore non è subito evidente dal contesto. Infatti le versioni antiche, in particolare la LXX, a volte danno cifre diverse dal testo ebraico; b) alcuni avvenimenti possono essere contemporanei anziché consecutivi: in particolare, la durata dei regni registrati nei libri storici spesso comprende un periodo di “co-reggenza”. Perciò è necessario a volte ricorrere anche a punti di riferimento esterni. 1.2 Cronologia dell’Antico Testamento Dal 620 a.C. circa in avanti, le date possono essere confermate da cronologie egiziane e babilonesi che concordano tra di loro. Così la caduta di Gerusalemme ai Babilonesi (2° Re 24:12-17) è datata precisamente al 15/16 marzo 597, e la sua distruzione definitiva (2° Re 25:8-10) al 587. (Si noti comunque che molte date possono variare di almeno un anno, in quanto i vari calendari in uso iniziano l’anno in date diverse.) Prima di allora, fino al tempo di Davide, è possibile stabilire una cronologia abbastanza precisa: gli studiosi concordano nello stabilire il regno di Davide (40 anni) al periodo 1011/10-971/70 a.C., e quindi l’accessione di Saul intorno al 1050 (il testo di 1° Sam. 13:1 è purtroppo corrotto). Prima di tale data, la cronologia diventa molto più incerta. Ci sono due scuole di pensiero sulla data dell’Esodo: l’interpretazione più naturale dei dati biblici (vedi 1° Re 6:1) lo metterebbe intorno al 1446 a.C. (“cronologia lunga”). Ma la maggior parte degli studiosi, per motivi collegati con la cronologia egiziana e l’identificazione del Faraone dell’Esodo con Rameses II, lo colloca invece nel 1280 circa (“cronologia corta”). Questo comporta una notevole “compressione” del periodo dei Giudici, dove comunque le cifre bibliche non costituiscono una cronologia completa. La durata della cattività egiziana, 430 anni (Es. 12:40), consente di stabilire la data della discesa di Giacobbe e famiglia in Egitto in base alla data preferita per l’Esodo, e quindi di stabilire il periodo dei Patriarchi intorno al 2200-1800 a.C. (cronologia lunga) oppure 2050-1650 (cronologia corta). Prima di Abramo, il racconto biblico non consente di stabilire date sicure: oltre all’incertezza delle cifre riferite (la LXX differisce notevolmente dal testo masoretico ebraico), le genealogie contengono molto probabilmente dei “vuoti”. Per un panorama della cronologia dell’A.T., si veda il grafico allegato, o quello incluso in molte edizioni della Bibbia o nelle opere di studio biblico. Notiamo che gran parte dell’Antico Testamento si concentra su tre periodi relativamente brevi: • l’Esodo e la conquista di Canaan – 50 anni ca. (Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio, Giosuè); • l’inizio della monarchia sotto Saul, Davide e Salomone – 100 anni ca. (1° e 2° Samuele, 1° Re, 1° Cronache, Salmi, Proverbi, Ecclesiaste, Cantico dei Cantici); • la caduta di Gerusalemme e l’esilio babilonese – 100 anni ca. (fine di 2° Re, Geremia, Ezechiele, Daniele, inizio di Esdra, Neemia, Aggeo, Zaccaria). 1.3 Cronologia del Nuovo Testamento Gli avvenimenti del Nuovo Testamento hanno luogo in un tempo molto più ristretto dell’Antico (meno di un secolo), per cui la questione cronologica è molto meno complesso, ma forse più importante. La nascita di Gesù ha luogo sicuramente prima dell’“anno 1”, dal momento che Erode il Grande morì nel 4 a.C. (il calcolo dell’inizio dell’epoca cristiana, fatto molti secoli più tardi, fu errato). È posta dagli studiosi probabilmente intorno al 6 o 5 a.C. La durata del suo ministero pubblico è stato calcolata in modi diversi: il riferimenti più solido è alle varie salite a Gerusalemme per le feste di Pasqua (cfr. Gv. 2:13, 6:4, 9:55). Ci sono studiosi che sostengono una durata di due o di tre anni. Quest’ultima cifra, sostenuta per primo da Melitone di Sardi e popolarizzata da Eusebio (autore dei “canoni eusebiani” o “armonia dei quattro Vangeli”), è la più verosimile ma non può essere data per sicura. Anche la data della Crocifissione è incerta. La Bibbia e la tradizione cristiana unanime indicano che avvenne sotto Ponzio Pilato, cioè tra il 26 e il 36. Secondo Lc. 3:23, Gesù aveva “circa trent’anni” quando iniziò il ministero pubblico, che indicherebbe una data intorno al 29 o 30; altri sostengono la data del 33. Vari tentativi sono stati fatti di stabilire la data con maggiore precisione dai dati astronomici che determinano la data della Pasqua ebraica, ma non si riesce ad arrivare alla certezza. Un caposaldo della cronologia degli Atti è stabilito dal proconsolato di Gallione in Acaia (Atti 18:12), fissato da iscrizioni contemporanee al 52. Perciò il Concilio di Gerusalemme ebbe luogo nel 48; la conversione di Paolo è da datare intorno al 34-35, e il suo arrivo a Roma (Atti 28) nel 62. La data di composizione dei vari libri del Nuovo Testamento viene stabilita in base a testimonianze interne ed esterne con vari gradi di sicurezza; i primi sono Galati e 1° Tessalonicesi (dal 47 al 50) e l’ultimo probabilmente Apocalisse (intorno al 90). (Si vedano anche le tabelle cronologiche incluse nel Panorama del Nuovo Testamento all’inizio degli Atti e delle Epistole di Paolo). 2. PAESI E POPOLI DELLA BIBBIA 2.1 L’EGITTO 2.1.1 Il paese Nell’antichità l’Egitto era costituito dalla valle in cui scorre il Nilo e dal territorio bagnato dal delta del fiume. Inoltre ad ovest del fiume c’erano alcune oasi e a nord-est si estendeva fino allo Wadi el-Arish (nell’A.T. chiamato “Fiume d’Egitto”). Il territorio circostante era deserto. Anche la penisola del Sinai fu soggetta agli Egiziani che ne sfruttavano le miniere. 2.1.2 Il nome Gli Ebrei lo chiamavano Mitsraim dal nome del figlio di Cam che abitò quel paese (1 Cronache 1:8-11). Gli Egiziani lo chiamavano Kemet (= paese nero), per il colore scuro che il limo del Nilo dava alla terra, o più comunemente Toui (= i due paesi), riferendosi all’antica divisione del paese in Alto Egitto e Basso Egitto. 2.1.3 La lingua Anche se con cambiamenti, la prima lingua si è perpetuata fino ai nostri giorni. La storia filologica si può dividere in diversi periodi: a. il vecchio egiziano, dei testi scoperti nelle piramidi; b. il medio egiziano, lingua letteraria e popolare; c. il tardo egiziano, documenti commerciali e lettere; d. il demotico (700 a.C.-470 d.C.), caratteri semplificati; e. il copto (200 d.C.-1500 circa). La Bibbia è stata tradotta in diversi dialetti copti, di cui uno, il boharico, è ancora in uso per la liturgia copta. I geroglifici si dividono in due categorie: 1. ideogrammi, segni che rappresentano oggetti o esprimono idee collegati ad essi; 2. segni fonetici: sono ideogrammi che non indicano più l’oggetto rappresentato, ma un suono; accostando vari di questi segni si formavano parole nuove. Già prima del 3000 a.C. gli Egiziani avevano elaborato 24 lettere consonanti (le vocali non erano scritte), quindi un alfabeto usato all’inizio come complemento ai geroglifici. Gli scrivani già nell’impero antico avevano cominciato a semplificare i geroglifici. Nasceva così la scrittura ieratica, e successivamente fu inventato una specie di corsivo di questa scrittura, il demotico. 4 La decifrazione degli antichi geroglifici rimase a lungo un problema. Ma nel 1799 i soldati di Napoleone trovarono a Rosetta una pietra recante un’iscrizione in tre lingue: geroglifici, demotico e greco. Era un editto del 196 a.C. in onore di Tolomeo Epifane. Nel 1815 fu scoperta a Filae un’altra iscrizione in due lingue – geroglifici e greco – riguardante Tolomeo Fisicon e le due Cleopatre. Nel 1822 lo studioso francese Champollion, facendo uso delle due precedenti scoperte, riuscì a decifrare pienamente gli antichi geroglifici. 2.1.4 Il Nilo È la sorgente di vita del paese. L’inondazione annuale (19 luglio) porta concime, il limo, sulla terra circostante, ma una scarsa inondazione significava uno scarso raccolto e una violenta inondazione significava distruzione e morte. Oggi grandi dighe controllano le inondazioni. 2.1.5 Mezzi di trasporto Barche di papiro e di legno permisero di risalire il corso del Nilo, dal mare fino alla prima cateratta. Il fiume era la “autostrada” dell’Egitto, percorrendo tutto il paese. 2.1.6 Storia Uno storico egiziano degli anni 305-285 a.C., certo Manetone, scrisse in greco la storia del suo paese dividendo la lunga lista di faraoni in 30 dinastie a partire dal 2900 a.C. circa fino al 332 a.C. L’epoca preistorica (5000-2900 a.C.) viene illuminata dagli scavi archeologici. Le diversi popolazioni si coalizzano e l’unità si consolida fornendo la base economica, sociale e politica che diede vita alla prima dinastia. I due potenti stati che avevano preso vita, l’Alto Egitto nella valle e il Basso Egitto nel delta (simboleggiati dal loto e dal papiro) furono unificati da Menes che fondò la prima dinastia verso l’anno 2900 a.C. Il periodo successivo ci è descritto meglio dai ritrovamenti di antiche iscrizioni e scritti. Il seguente grafico renderà più chiara la successione delle dinastie, le date e le correlazioni con i personaggi della Bibbia: Thinita Dinastie 1–2 3000 Faraoni Personaggi biblici Menfitico 3–6 2500 Regno medio Medio tebano 2° periodo intermedio Periodo Regno antico (“Periodo delle piramidi”) 1° periodo intermedio Età preistorica (leggendaria) 7–10 11 – 12 1500 Hyksos (“re pastori”) Abramo Giuseppe Nuovo tebano 18 – 20 2000 Cheope, Kefren, Micerino Impero Ramses II (“Abiru” e “’Ir”) Amenofis II Merneptah (1232-1222) Mosè d ec l ino Epoca tarda (“declino”) Delta Saitico …e esa Asc Persiano 21 – 24 – 25 – 27 – 30 1000 Scishak 500 Neco II Tirhaka Salomone Giosia Geroboamo Geremia 2.1.7 Punti di contatto con l’Antico Testamento A. La prima menzione biblica dell’Egitto si ha in Genesi 12:10, dove rappresenta un luogo di rifugio dalla carestia, dal momento che l’Egitto (grazie al Nilo) non aveva bisogno delle piogge, invece vitali per la Siria e la Palestina. Abramo vi si rifugia con la propria famiglia (sec. XXII-XXI, secondo la “cronologia lunga”, o XIXXVIII secondo la “cronologia breve”). B. Nella prima parte del sec. XIX (“cronologia lunga”) oppure durante la dinastia degli Hyksos (sec. XVII-XVI, “cronologia breve”) Giuseppe viene venduto schiavo in Egitto. Gli Hyksos erano di origine asiatica e permettevano che gli stranieri risiedessero sul loro territorio. Molti stranieri erano ammessi alle più alte cariche dell’Impero. 5 • Un’iscrizione del 1600 a.C. attesta che la regione del delta era ricercata dai pastori per i suoi ricchi pascoli. Questo corrisponde con il fatto che Giacobbe si sia stanziato nel paese di Goscen ad est (Genesi 46:34). • Moltissimi dipinti rappresentano i tipi di vestiti indossati da Giuseppe in qualità di ufficiale (Genesi 41:42). • L’imbalsamazione (mummificazione) cui furono sottoposti Giacobbe e Giuseppe è rimasta famosa fino ad oggi (Genesi 50:2-3,26). C. Al tempo del faraone Ramses II (1290-1224 a.C.) è possibile che gli Israeliti fossero impiegati per costruire due città di approvvigionamento, Pithom e Ramses (Esodo 1:11) (da questa identificazione deriva la “cronologia breve”, cioè l’Esodo datato nel 1215 a.C. ca.) • Alcuni papiri di quest’epoca menzionano gli “Abiru”, che alcuni studiosi identificano con gli Ebrei, impiegati per le costruzioni grandiose dei faraoni; parlano inoltre di uomini “che fabbricavano ogni giorno la loro quota di mattoni” e di funzionari che non avevano né uomini né paglia per fabbricare mattoni (Esodo 5:7). • Nella parte ovest di Tebe sono stati ritrovati “cartellini di lavoro” scritti su cocci che registrano le giornate di lavoro e i motivi per le assenze: alcuni gruppi di persone ricevevano giorni di permesso in occasione di feste religiose locali. • La stele di Merneptah (Museo del Cairo) del 1232-1222 menziona gli Israeliti come abitanti della Palestina. D. Il faraone Scishak, o Sisac (925 a.C.) sottomise Roboamo e Geroboamo e fece registrare la sua vittoria nel tempio di Karnak (1 Re 14:25; 2 Cronache 12:2,9-11). Delle iscrizioni trovate a Karnak e a Meghiddo testimoniano di questa vittoria. E. Quando Sennacherib, re d’Assiria, marciò contro Giuda (sec. VII), a regnare in Egitto si trovava il faraone Tirhaka (Isaia 37:9; 2 Re 18-19). I profeti esortavano a non unirsi all’Egitto, ormai una potenza in declino e non in grado di fronteggiare i potenti Assiri. F. Il faraone Neco II (2 Re 23:29,33-35) sconfisse e ferì a morte il re Giosia di Giuda (609-594 a.C.). La classe dirigente di Gerusalemme rimase fedele ai faraoni, provocando l’invasione e il successivo asservimento ai Babilonesi (2 Re 24:1,10-17; 25:1 e segg.) G. Dopo la conquista babilonese (586), Geremia fu portato forzatamente da un gruppo di Giudei superstiti in Egitto, dove scrisse le sue ultime profezie. Storia successiva: • Nel 525 a.C. il re persiano Cambise II, successore di Ciro, conquista l’Egitto. • Nel 332 il greco Alessandro Magno libera e si sottomette l’Egitto. • Nel 30 a.C. l’Egitto diventa provincia romana. • Dal 395 d.C. è sotto la dominazione bizantina. • Nel 639 d.C. è conquistata dagli Arabi musulmani. 2.1.8 Religione In tempi remoti ciascuna città aveva la propria divinità. Come nazione gli Egiziani adoravano il Sole e il Nilo quali donatori di vita. L’insieme di tutte le divinità e credenze era molto complesso. Ammone o Ra o Ammon-Ra era il dio del sole; Osiride era il dio del Nilo, della fecondità e dell’aldilà; Thot e Khons erano gli dèi della luna; Nut era la dea del cielo; Api era il dio delle inondazioni. Diversi animali erano considerati sacri. Usavano anche portafortuna: popolare era lo scarabeo, simbolo della vita. Il faraone era l’intermediario fra gli dèi e il popolo. Nel XIV secolo a.C. il faraone Akhenaton cercò di unificare tutte queste credenze sottomettendole al monoteismo solare. L’impresa riuscì solo per 10 anni, poi si ritornò alla confusione di prima. Agli stranieri era concesso del tempo per adorare il proprio dio (Esodo 5:3). Gli Egiziani, accanto al culto delle forze della natura, avevano il senso delle verità morali, del bene e del male; avevano anche idee nette sulla condotta, sul peccato e la giustificazione, sull’immortalità. 2.1.9 Influenze nella letteratura biblica • Alcuni hanno suggerito che il Salmo 104 possa essere messo in relazione con l’inno al sole del faraone Echnaton (1364-1347 a.C.). • Proverbi 22:17-23:12 si può mettere in relazione con la sapienza di Amenemopet (X-VII secolo). • La burocrazia di Davide (2 Samuele 8:15-18; 20:23-26) viene considerata di origine egiziana (la città-stato di Gerusalemme conquistata da Davide era infatti vassalla dell’Egitto). 6 2.1.10 La religione egiziana e la Bibbia Jahveh trattava con il suo popolo nella storia. Esigeva obbedienza e un atteggiamento giusto (1 Samuele 15:22) Gli dèi egiziani erano da propiziare per finalità umane. Jahveh non aveva bisogno di mangiare (Salmo 49:11-13) Gli dèi egiziani mangiavano e bevevano e avevano mogli. I riti del Tabernacolo miravano a istruire il popolo sulla purezza di Dio ed erano semplici e seguiti da tutto il popolo. I riti erano simbolici e fatti di atti magici; erano complicati e riservati a pochi. 2.2 LA MESOPOTAMIA 2.2.1 Il paese e il nome Il termine “Mesopotamia” è greco per “tra i due fiumi” ed indica il territorio compreso tra i fiumi Tigri e Eufrate, occupato nel corso dei secoli da diverse civiltà: i Sumeri, gli Accadi, i Babilonesi, gli Assiri e i Mari. 2.2.2 La scrittura In Babilonia, a sud della Mesopotamia, fu inventata la scrittura più antica a noi nota: la scrittura cuneiforme. Essa all’inizio era formata da 800 o più figure che indicavano oggetti o idee. Queste figure in seguito passarono ad indicare sillabe e furono poi usate solo per il loro valore fonico. Ancora più tardi furono introdotti segni indicanti funzioni grammaticali. Le tavolette d’argilla redatte nella scrittura più antica non sono state decifrate, mentre lo sono state quelle dal 3200 a.C. in poi, redatte nel cuneiforme decifrato dallo studioso Henry Rawlinson verso il 1850. 2.2.3 Il Tigri e l’Eufrate I due fiumi sono la sorgente di vita del paese. La terra compresa tra di essi è fertile e fu oggetto di continue contese per i popoli che abitavano zone desertiche o altipiani poco sfruttabili. Le inondazioni dei fiumi non erano prevedibili, come invece accadeva per il Nilo. STORIA Tre stirpi si avvicendarono nel governo di questi territori: i Sumeri, i Semiti e gli Indoeuropei. L’origine dei Sumeri è incerta; Semiti furono gli Accàdi, i Babilonesi e gli Assiri; Indoeuropei invece furono gli Ittiti, i Medi e i Persiani. 2.2.4 I Sumeri (a Sud) Già prima del 3000 a.C. alcune parti del territorio tra i due fiumi erano abitate da popoli da noi poco conosciuti: i Sumeri (Sumer) e gli Accàdi (Akkad). Ogni città era uno stato indipendente (Ur, Uruk, Lagash, Umma, ecc.), in continua guerra tra loro per il predominio. Sembra che siano stati loro ad inventare la scrittura, i veicoli a ruota, la civiltà urbana, la scuola, gli assegni e le cambiali, il parlamento (ad Uruk il re riuniva il popolo prima di prendere una decisione importante). Alcune storie copiate verso il 2000 a.C. raccontano le gesta di eroi e di dèi sumerici; il più famoso è Gilgamesh di Uruk del 3000 a.C., del quale si racconta che abbia incontrato un personaggio scampato al Diluvio universale. Anche se questo popolo fu soppiantato, la sua cultura rimase ancora per secoli come substrato alle popolazioni che si impiantavano o erano trapiantate in Mesopotamia. 2.2.5 Gli Accàdi (a Nord) Verso il 2300 a.C. i Semiti assunsero il controllo di una parte del paese sotto il re Sargon, con capitale del regno Akkad. Questo re estese il dominio fino alla Siria settentrionale. Un’altra dinastia di Accàdi regnò da Ur su un vasto impero fino al 2000 a.C. 2.2.6 I Babilonesi Il primo impero. Dopo il 2000 a.C. (alcuni precisano il 1894, altri il 1792) il re amoreo Ammurabi (6° re della I dinastia babilonese) riunì Sumer e Akkad sotto il suo governo e il paese prese il nome di Babilonia dalla sua capitale (un nome precedente fu “paese di Scinear”). Questo re conquistò tutta la Mesopotamia, eseguì grandi opere pubbliche e compilò una raccolta di leggi. (Il “codice” di Ammurabi fu scoperto a Susa nel 1901. Oggi si trova conservato nel Museo di Parigi.) 7 Dopo sei o sette secoli le continue invasioni indebolirono il regno. Ne approfittarono gli Assiri (verso il 1146 a.C.) della Mesopotamia centrale per assumere il controllo del territorio fino al 612 a.C. circa, quando una coalizione di popoli li sconfisse. Nel 612 ebbe dunque inizio il secondo impero babilonese che giunse al massimo splendore sotto Nabucodonosor (o Nebucadnetsar) (605-562). Questo re assalì due volte la Giudea, distrusse Gerusalemme e deportò i ribelli. Daniele cap. 4 ne descrive l’abbattimento. • • • • Nel 538 Babilonia cadde sotto il re persiano Ciro. Nel 323 gli successe il greco Alessandro Magno. Nel 312 seguirono i Seleucidi. Dal 171 dominarono i Parti, fino al 226 d.C. 2.2.7 Gli Assiri Tra i due imperi babilonesi, ebbero predominio gli Assiri (1146-612). Il massimo splendore fu raggiunto sotto Tiglath-Pileser, che controllava tutte le strade dell’Asia occidentale. Il re Shalmaneser III (860-825) combatté nell’854 contro Achab re d’Israele; successivamente Jehu dovette pagargli un tributo. Nel 722 conquistarono Samaria e deportarono gli Israeliti (regno del Nord). Nel 701 Sennacherib impose un tributo a Ezechia (2 Re 18:1316) e ordinò la deportazione anche dei Giudei, e nel 688 invase di nuovo il paese; Gerusalemme però in quell’occasione si salvò. 3000 2500 Terah 2000 Abramo ASSIRI Nabucadonosor (605-562) Assurbanipal (669-626) Ciro (539-530) PERSIANI Alessandro Magno BABILONESI (1° impero) ACCADI BABILONESI (2° impero) SUMERI Tiglath-Pileser (754-727) Shalmaneser V (727-722) Sargon (722-705) Shalmaneser III (859-824) Achaz di Giuda cercò la protezione assira e Manasse le rimase fedele. Giosia cercò di rinforzare Giuda, ma morì in guerra (609). I profeti Amos, Osea, Michea e Isaia parlano di queste situazioni. Una leggenda dice che Isaia fu ucciso dal filo-assiro Manasse. Una coalizione di popoli li sconfisse nel 612 e da allora l’Assiria non fu più una nazione indipendente. SELEUCIDI 1500 Giuseppe Mosè Davide CADUTA DI SAMARIA (Deportazione di Israele): 722 CADUTA DI GERUSALEMME (Deportazione di Giuda): 589 N.B. In molti testi di storia Babilonesi e Assiri vengono considerati come un unico popolo e si parla di un unico impero assiro-babilonese dal 1900 al 538. Questo perché, avendo radice comune (la cultura sumerica e accadica), la loro lingua, religione e cultura sono simili. 2.2.8 La religione Per entrambi i popoli è di tipo naturale, animista, che divinizza le forze e le leggi della natura; la terra e il mare, il sole e i pianeti e un gran numero di forze occulte per lo più avverse (i demoni). Due divinità primeggiano: Marduk (babilonese) e Assur (assiro). Altri dei: Anu – il cielo, Bel – regione abitata dall’uomo, Ea – le acque, Sin – la luna, Shamosh – il sole, Ramma – la tempesta. Il culto per il sole e i pianeti condusse gli studiosi ad effettuare osservazioni astronomiche, con la derivante formulazione di un calendario, il calcolo della distanza tra la terra e i pianeti che scoprirono (astronomia). Ad alcuni pianeti consacrarono i giorni della settimana. I sacerdoti babilonesi accoppiarono alla scienza l’arte di indovinare il futuro, convinti che le stelle influissero sull’agire umano (astrologia). Erano socialmente più progrediti degli Egiziani per due ragione: non divinizzavano il re e non escludevano la possibilità di ascesa nella scala sociale. 8 2.2.9 Arte e cultura Ad essi sono attribuite la prima divisione dei pesi e delle misure, l’uso della scrittura cuneiforme, la misura degli angoli, la divisione del cerchio in 360 gradi e il grado in 60 minuti, la divisione del giorno in 24 ore e l’ora in minuti e secondi; l’estrazione delle radici quadrata e cubica, il calcolo di aree e di volumi, la formula risolutiva delle equazioni e infine l’invenzione delle tabelline di moltiplicazione. Inventarono l’arco e la volta, sconosciuti agli altri popoli; raramente invece fecero uso di colonne. Costruirono giardini pensili. I templi (ziggurat) erano a diversi piani sovrapposti e di area decrescente (“piramide a gradini”); dalla loro sommità i sacerdoti studiavano il cielo, diviso in 12 settori caratterizzati dai “segni dello zodiaco”; da essi deriva la pratica superstiziosa dell’astrologia, ma anche la scienza dell’astronomia. Qualcuno pensa che la torre di Babele fosse la più alta di queste ziggurat. Le vie commerciali correvano lungo i fiumi: l’Eufrate era infatti navigabile per molti chilometri. 2.2.10 Punti di contatto con l’Antico Testamento I profeti: Amos e Osea in Israele (regno del nord); Isaia emergente in Giuda (regno del sud) Il profeta israelita Giona fu mandato a profetizzare contro Ninive, la capitale assira, probabilmente nella seconda metà del IX secolo a.C. Ma a causa del ravvedimento del re e dei suoi abitanti, la minacciata distruzione fu rinviata per oltre 100 anni, durante i quali gli Assiri completarono la distruzione di Israele e la deportazione della sua popolazione. Nel secolo VIII gli Assiri erano la maggiore potenza mondiale, e i popoli minori vivevano sotto la costante minaccia di una loro invasione. Acaz, re di Giuda, per combattere contro Damasco e Israele, che stavano assediando Gerusalemme, cercò aiuto negli Assiri; ma Isaia profetizzò che gli stessi Assiri avrebbero sottomesso il paese. Il re assiro Tiglath-Pileser III (745-727) accettò Acaz e Giuda come vassalli e conquistò Damasco (732) e gran parte di Israele. Nel 722 gli Assiri debellarono Samaria e deportarono gli abitanti di Israele, ponendo fine alla sua esistenza come nazione (2° Re 17). Successivamente invasero anche Giuda. Gli Assiri concludevano trattati coi loro vassalli; se poi questi li infrangevano, cercavano di ripristinare la situazione prima per via diplomatica e poi con l’esercito. Così fu per Giuda. Acaz mantenne fede al trattato, ma suo figlio e successore Ezechia prese parte a una ribellione generale alla morte del re assiro Sargon nel 705. Il nuovo re Sennacherib, dopo aver sottomesso Babilonia, si volse verso Giuda (701) come aveva predetto Isaia (2 Re 18 – 19:37; 2 Cronache 32). Gerusalemme però non cadde grazie alla previdenza di Ezechia, che aveva costruito una galleria sotterranea per l’approvvigionamento dell’acqua. Nei documenti di Sennacherib si legge: “Assediai e conquistai 46 città fortificate di Ezechia e deportai di là 200.150 persone… Chiusi (Ezechia) come un uccello in gabbia in Gerusalemme, la sua capitale… il terribile splendore della mia signoria lo sopraffece… egli inviò 30 talenti d’oro e 300 talenti d’argento a Ninive”. Nel 690 una coalizione di stati mesopotamici sconfisse gli Assiri. Ne approfittò Ezechia per allearsi con l’Egitto (cfr. Isaia capp. 30-31), ma Sennacherib si riprese e nel 688 invase di nuovo Giuda. Quando intimò la resa ad Ezechia, Isaia profetò: “Così dice l’Eterno contro il re d’Assiria: non entrerà in questa città e non vi lancerà una freccia… io proteggerò questa città…” E durante la notte l’angelo dell’Eterno percosse 185.000 Assiri. Sennacherib poi sottomise l’accondiscendente Manasse, figlio e successore di Ezechia, che in questo modo poté regnare per molti anni. Egli ripristinò il culto agli idoli. Verso la fine del secolo VII a.C. l’Assiria fu soggiogata dai Babilonesi, che presero Ninive nel 612. (I Babilonesi: Geremia; 2 Re 24:31 – 25:30; 2 Cronache 36:11-21; Geremia 39) Mentre l’Assiria era ancora la potenza dominante, Isaia aveva già profetizzato la conquista di Giuda da parte dei Babilonesi, all’epoca una potenza minore (cap. 39). Dopo la conquista dell’Assiria, il re babilonese Nabucadonosor (605-562) domò diverse ribellioni, tra cui quella di Giuda, il cui re Joiachim fu suo vassallo, e punì i Giudei con la deportazione di alcuni dei suoi giovani più promettenti, fra cui il giovane Daniele (604). Nel 601, approfittando di un’importante vittoria degli Egiziani sui Babilonesi, Joiachim si ribellò di nuovo. Nabucadonosor mandò gli eserciti dei suoi vassalli contro Giuda, che per due anni fu devastata. Il re di Giuda morì e gli successe il figli Joiachin, che dopo aver resistito tre mesi agli attacchi di Nabucadonosor si arrese il 15 marzo 597. Il re babilonese deportò in Babilonia un cospicuo numero di Giudei (fu questo il “Primo esilio”), fra i quali lo stesso re e il sacerdote-profeta Ezechiele, e mise sul trono di Giuda lo zio di Joiachin, Sedechia. Nel frattempo Geremia chiedeva al popolo di accettare questo vassallaggio come meritato castigo di Dio per la 9 ribellione a Dio (Geremia 25-27). Ma nel 589 Sedechia dichiarò l’indipendenza provocando l’invasione dell’intero territorio di Giuda di parte di Nabucadonosor. Le città capitolavano l’una dopo l’altra finché rimasero solo Azeka, Lakish e Gerusalemme. Le prime due furono sopraffatte nel dicembre del 589 e rimase solo la capitale. Il faraone Hofra attaccò alle spalle l’esercito babilonese, che ritirò l’assedio da Gerusalemme. Dopo aver sconfitto gli Egiziani, però, i Babilonesi ritornarono ad assediare Gerusalemme, mentre ancora Geremia esortava alla resa. Nel luglio del 587 Nabucadonosor conquistò Gerusalemme e il mese successivo fece bottino del tesoro del tempio e della reggia e deportò gran numero di Ebrei. Geremia fu risparmiato e trasferito a Rama a nord di Gerusalemme. Era stato nominato dal re babilonese un governatore ebreo di nome Ghedalia, ma i capitani dell’esercito di Giuda ordirono un complotto uccidendo Ghedalia e gli Ebrei che erano rimasti in città. Poi per paura della vendetta babilonese fuggirono in Egitto, portando a forza con loro anche Geremia. I babilonesi fecero vendetta e per la terza volta: invasero il paese portando via molti Ebrei. L’esilio durò circa 70 anni (dalla data del primo esilio), come aveva profetizzato Geremia. RIASSUMENDO: • Israele (regno del nord) viene deportato dagli Assiri nel 722; • Giuda (regno del sud) viene deportato dai Babilonesi nel 604, nel 597 e nel 587. 2.2.11 L’esilio babilonese Importanza – Pur se di breve durata e politicamente insignificante, per gli Ebrei esso acquista grandissima importanza perché: • comporta l’allontanamento dalla Terra Promessa; • segna la fine dell’esistenza di una nazione ebraica politicamente indipendente, fino ai tempi moderni; • rappresenta una duratura lezione, insegnando a prendere sul serio l’ira e il castigo di Dio; • segna l’inizio della diaspora (dispersione fra gli altri popoli) che dura fino ad oggi. Fu durante l’esilio che nacquero le istituzioni rimaste ancora oggi in vita per Israele fra i popoli. Condizioni – Gli esuli abitavano vari luoghi dell’impero babilonese e si dedicavano al commercio, all’agricoltura, all’industria; in ogni centro c’era una comunità con capi (gli anziani), a cui erano affidati funzioni giudiziarie sugli esuli. È possibile che i deportati dall’Assiria si siano uniti ai deportati da Babilonia (Israele-Giuda). Vita religiosa – C’era libertà di osservanza dei propri precetti. Fu sospeso il culto con sacrifici perché non c’era più il Tempio, ma i Giudei continuarono a radunarsi per leggere la Torà e i profeti, guidati dagli anziani o dai profeti. Nacque in questo modo la sinagoga come luogo di riunione, di studio e di preghiera (la preghiera pubblica sostituì i sacrifici). Le feste, dal carattere agricolo che avevano, assunsero carattere storico. I sacerdoti, ora liberi dal rituale dei sacrifici, divennero maestri e guide spirituali. L’ebraico rimase come lingua biblica e liturgica, ma nell’uso quotidiano fu gradualmente soppiantata dalla lingua internazionale, l’aramaico (lingua semitica – quindi simile all’ebraico – della Siria, ossia Aram). Ezechiele fu tra i deportati del 597 e svolge l’intero suo ministero in esilio, in Babilonia. All’inizio del suo ministero predica, al pari di Geremia, la distruzione. Dopo il suo messaggio diventa più consolatore e parla della ricostruzione (ossa secche che si vivificano) a mezzo degli esuli e non di quelli rimasti in Israele, della penitenza, del culto; le sue profezie hanno un carattere più generale (escatologico) e non concreto come quelle di Isaia e di Geremia; le profezie più notevoli riguardano i re Gog e Magog visti come difensori del paganesimo. Anche Daniele svolge il suo ministero in Babilonia. Fu tra gli esuli della prima ondata, dopo la battaglia di Carchemis del 605, e diventa una figura importante nell’amministrazione imperiale, a contatto stretto con il re Nabucadonosor; e successivamente in quella persiana, dopo la loro conquista di Babilonia nel 539. 2.3 I FENICI Il popolo dei Fenici visse su una striscia di terra tra il Mar Mediterraneo e i monti del Libano, tra il monte Carmelo e la Siria. Non potevano praticare l’agricoltura e la pastorizia; avevano però un’altra grande risorsa, il mare. Le città più importanti furono Biblo, Sidone e Tiro. Essi fondarono innumerevoli colonie sulle coste dove approdavano, che all’inizio altro non erano che posti di sbarco per la merce; la più famosa fu Cartagine, sulla costa nordafricana, a lungo rivale di Roma per il dominio sul mondo mediterraneo. L’importanza di questo popolo nella storia mondiale e in quella divina, e quindi nella maturazione dei tempi, risiede in tre fatti: 1) furono un popolo marinaro e di commercianti che mise in contatto diverse civiltà; 10 2) trasformarono gli antichi alfabeti, riducendolo ad un composto da 22 segni fonetici (alfabeto fonetico); 3) svilupparono l’uso del papiro (la prima forma di carta) come materia per la scrittura, in sostituzione delle pesanti e fragili tavolette di creta: la parola greca per “libro” (biblos, da cui “biblioteca” e “Bibbia”) deriva dalla città fenicia omonima. La religione fenicia seguiva idee cananee e fu introdotto anche in Israele da Jezebel, figlia di un re di Sidone, sposata dal re Acab. Adoravano il dio della fecondità Baal, culto combattuto dal profeta Elia (1Re 18) e i suoi successori. Da questo dio derivano nomi di origine fenicia quali Annibale, Asdrubale. Al tempo di Davide e di Salomone, verso l’anno 1000 a.C., il re di Tiro strinse alleanza con gli Ebrei (1 Re 9:10 e segg.); fornì il legname per la costruzione del Tempio e della reggia, e insieme a Salomone allestirono una flotta sul Mar Rosso per commerciare oro e gioielli. 2.4 GLI ITTITI Questo popolo si stanziò in Asia Minore, nella Turchia moderna, con capitale Hattushash, l’odierna Bogaz-Koi (presso Ankara, capitale odierna della Turchia). Per molti secoli il ricordo di questa civiltà è continuato a esistere solo per mezzo della Parola di Dio; solo nel 1906 essa è stata riportata alla luce. Voltaire criticava la Bibbia dicendo che essa conteneva nomi di popoli inventati, riferendosi agli Ittiti, ma l’archeologia con Winckler lo ha smentito. Nell’archivio di stato ittita sono state ritrovate molte tavolette d’argilla con lettere di politica interna e estera. Il governo era monarchico-nobiliare, cioè il re governava con l’assistenza di un gruppo di nobili. Intorno al 2000 a.C. gli Ittiti riuscirono ad assoggettare i popoli dei dintorni facendone degli alleati. Formarono un grande impero che raggiunse il suo splendore intorno al 1500 a.C., conquistando per breve tempo anche Babilonia. Verso il 1330 si spinsero fin verso l’Egitto e nel 1294 a Kades sul fiume Oronte vinsero gli Egiziani e firmarono un trattato di pace con essi (il faraone sposò la figlia del re ittita). Dopo il 1200 incominciò la decadenza a causa di divisioni interne. Il contatto con i Babilonesi e con gli Egiziani influenzò lo sviluppo culturale degli Ittiti. Essi usarono per scrivere sia i geroglifici egiziani che il cuneiforme babilonese; i primi furono usati dai re e dai sacerdoti, il secondo dagli uomini colti. Furono politeisti e adoravano le forze della natura. Le loro leggi erano superiori anche a quelle di Ammurabi, in quanto non applicavano la legge del taglione e permettevano agli schiavi di avere proprietà. Fecero uso di carri di guerra leggeri con ruote a raggi e trasformarono il ferro in acciaio per gli strumenti di guerra. Fu il primo stato civile dell’antichità e favorì il contatto pacifico fra le popolazioni. In Genesi 23 si parla di emigranti ittiti. Uria, marito di Bat-Sceba, e Ahimelec, guerrieri al servizio di Davide, erano ittiti. Salomone commerciò con loro in cavalli e amò donne ittite (1Re 10:28 e segg.; 11:1). Al tempo di Eliseo erano ancora presenti sulla scena militare e diplomatica mediorientale (2 Re 7:6). 2.5 ALTRI POPOLI Aramei (Siri) – di stirpe semitica, era un popolo formato di numerose tribù ognuna incentrata su una città. Vivevano sparsi in Siria, in Assiria, in Babilonia, in Galilea e in Damasco (il più importante regno arameo). I loro re combatterono spesso contro Israele e Giuda: Davide li assoggettò, mentre ai tempi di Elia e di Eliseo le loro incursioni in territorio israelita erano frequenti. La diffusione di questo popolo permise che la loro lingua diventasse quella usata nelle relazioni con altri popoli a partire dal 750 a.C. Solo quando sopraggiunse il greco dopo le conquiste di Alessandro Magno (330 a.C. ca.) l’aramaico passò in secondo piano, rimanendo però la lingua parlata di una vasta zona (gli Ebrei ai tempi del N.T. parlavano aramaico, così Gesù). Alcune espressioni aramaiche si ritrovano in Matteo 27:45; Marco 5:41, 14:36, e alcuni brani dell’A.T. sono scritte in questa lingua (2 Re 18:26; Esdra 7:12-26; 4:7-6:18; Daniele 2:4-7:28). Elamiti – vivevano ad est di Babilonia, con capitale Susa. Il loro re Kedorlaomer fu sconfitto da Abramo; degli Ebrei residenti in Elam ascoltarono Pietro il giorno di Pentecoste. Genesi 14:1; Esdra 4:9; Isaia 11:11; 21:2; Geremia 25:25; Atti 2:9. Ammoniti – ad est del Giordano e a nord del Mar Morto (cfr. Amman, attuale capitale della Giordania), tra i fiumi (wadi) Iabbok e Arnon. Furono quasi sempre in guerra con gli Ebrei. Interferirono nell’opera di Neemia. La loro lingua era simile all’ebraico, erano discendenti dall’incesto di Lot. Genesi 19:38; Neemia 2:10,19; 4:1,7. Moabiti – a sud del torrente Iabbok, erano discendenti dall’incesto di Lot, sempre in guerra con gli Ebrei, 11 adoravano il dio Chemosh, che a somiglianza di Jahveh interferiva nella storia degli uomini. Anche la loro lingua era simile all’ebraico. Edomiti – a sud di Moab, imparentati con gli Ebrei in quanto discendenti di Esaù, occuparono gran parte del territorio a sud di Giuda lasciato libero dagli esiliati. Questa zona fu nota poi col nome di Idumea e fu patria della famiglia di Erode. Genesi 36:1-19; 36:38; Geremia 49:7-22. Amalekiti – nomadi discendenti di Esaù, sempre nemici degli Ebrei. Genesi 36:12-36; Numeri 14:43-45; Giudici 3:13; Deuteronomio 25:19; 1 Samuele 15. Filistei – stanziatisi tra il Mediterraneo e Giuda contesero con gli Ebrei soprattutto ai tempi dei Giudici e fino a Davide. (Sansone e Dalila, Davide e Golia). ARABI: Madianiti – a sud di Edom; discendevano da Abramo attraverso la seconda moglie Ketura. Mosè sposò una donna madianita, Genesi 37:28; 25:1-6. Dedaniti – erano madianiti della città di Dedan. Isaia 21:13; Geremia 25:23. Nabatei – si stabilirono nel territorio edomita e madianita e formarono un regno potente con capitale Petra. A SUD: Cush (Sudan) – a sud dell’Egitto, il faraone Tiraqa era di Cush, così pure Ebed-Melech che salvò Geremia. La regina ebbe il titolo di Candace: un suo cancelliere fu portato da Filippo alla fede in Cristo. 2 Re 19:19; Geremia 38:7; Atti 8:27. ISOLE: Cipro – Elishah in Ezechiele 27:7 e Kittim in Daniele 11:30. Creta – Kaftor nell’A.T., sede della civiltà minoica, da lì vennero i Filistei. Geremia 47:4; Atti 18:25. 2.6 I PERSIANI Il territorio governato dal popolo persiano – di origine indoeuropeo – all’apice del suo splendore comprendeva i territori occupati o conquistati in precedenza dagli Egiziani, dagli Assiro-Babilonesi, dai Fenici e dagli Ittiti. Essi quindi governarono un territorio che si estendeva dall’Egitto e dall’Asia Minore fino al fiume Indo, ai confini con l’India, con un’estensione di 7 milioni di kmq. Esso fu diviso in 20 satrapie o province governate da satrapi nominati dal re. Su tutti vigilavano degli ispettori chiamati “gli occhi del re”. L’impero aveva cinque capitali: Susa, Ecbatana, Babilonia, Persepoli, Pasargade. Da queste città partivano numerose strade che raggiungevano le parti più lontane dell’impero; la più famosa era la strada imperiale lunga 2600 km che collegava Susa con Sardi (Asia Minore). Aveva 110 stazioni per il cambio dei cavalli che permettevano ai corrieri di coprire tutta la sua lunghezza in appena 9 giorni. 2.6.1 La lingua Una nuova lingua era diventata ufficiale ed internazionale, il cosiddetto “aramaico d’impero”. 2.6.2 La storia Essi formarono il primo grande impero orientale con Ciro, il quale iniziò la dinastia dei re persiani. Ciro 539-528 Cambise Dario I 528-522 522-486 Serse I 486-465 (detto anche Assuero) Artaserse I 464-424 Dario II 424-405 Artaserse II 405-359 Artaserse III 359-338 unisce il regno dei Medi e dei Persiani, sottomette Babilonia, conquista l’Asia Minore. Nel 538 permette il ritorno di un primo gruppo di Giudei con Zorobabele e Giosuè. sottomette l’Egitto; fa sospendere i lavori del Tempio. estende i confini fino all’Indo, autorizza il completamento del Tempio (come riportato nelle “iscrizioni di Behistun”). invade la Grecia ma è respinto. Ester diventa regina e salva i Giudei dallo sterminio. permette a Esdra e Neemia di ritornare in patria. fa costruire il Tempio dei Samaritani sul Monte Garizim. Invade l’Egitto ma è pesantemente sconfitto. Ma al secondo tentativo riesce a conquistarla. 12 Arsete Dario III 338-336 336-331 L’impero persiano è conquistato da Alessandro Magno. 2.6.3 Religione I Persiani praticavano la religione di Zaratustra (Zoroastro). Essa distingue Dio dalla natura, lo spirito dalla materia e non ammette raffigurazioni della divinità. Insegna l’immortalità dell’anima e l’esistenza di due principi opposti (dualismo o manicheismo): il bene e il male, la luce e le tenebre, e quindi due regni, uno governato dal dio saggio Ahura-Mazda (in lingua moderna Ormzud), creatore di tutte le cose, assistito da sette spiriti che insieme governano una gerarchia di angeli e di arcangeli e comanda 1000 spiriti benigni; l’altro governato dal dio malvagio Arimane con i suoi angeli. Essa propone di combattere il male e raccomanda la pratica del bene, la ricerca della purezza di pensieri, di parole e di azioni. Questo culto, detto “mazdeico”, è ancora oggi praticato dai Parsi e dagli Irani d’India, discendenti di antichi profughi e migranti persiani (fuggitivi dal dominio islamico sulla Persia). Il tardo giudaismo ha assorbito alcune influenze della dominazione persiana. 2.6.4 Punti di contatto con l’Antico Testamento: Il ritorno dall’esilio La politica persiana di larghe vedute permise ai popoli deportati dai babilonesi di ritornare nei loro paesi di origine. Così fu anche per Israele. Il ritorno avvenne in due periodi e in tre tappe: 1) 536-516 (20 anni). Zorobabel è governatore e Giosuè sommo sacerdote. Il popolo è ora diviso in due parti: i rimpatriati e quelli rimasti a Babilonia. • Nel 536 Zorobabele ritorna con 49.897 persone (elencati minuziosamente); • godono di autonomia relativa, ma devono pagare delle tasse; • iniziano la ricostruzione del Tempio; • i Samaritani ostacolano la ricostruzione (Esdra 4); • incoraggiati dai profeti Aggeo e Zaccaria, riprendono i lavori nel 520, terminati nel 516 (Esdra 6:15-22). 515-456: è un periodo poco conosciuto. Nel 478 però Ester diviene regina di Persia. L’intero libro di Ester è ambientato fra gli esuli giudei a Susa, capitale dell’impero persiano. 2) 456-432 (25 anni). Neemia è governatore, Esdra sacerdote. • Nel 456 Esdra ritorna con 1.754 uomini. • Nel 444 Neemia ritorna per ricostruire le mura della città. Dopo un rientro in Persia, viene per la seconda volta nel 432. • Esdra instaura l’autorità della Legge. • Neemia predica lo scioglimento dei matrimoni misti e dà esempio di misericordia ai ricchi rinunciando ai crediti presso i fratelli poveri dal momento del rimpatrio. • Malachia – presenta un quadro molto triste della situazione in Israele: non c’è indipendenza, il sommo sacerdote è l’unico rappresentante dell’autonomia locale, il culto del Tempio non procede regolarmente, la famiglia è in decadenza, non si dà la decima. RICORDIAMO: Israele deportato dall’Assiria nel 722; Giuda deportato da Babilonia nel 597-587; ritorno dei Giudei concesso dalla Persia nel 536. I libri post-esilici di Esdra, Neemia ed Ester formano la parte finale della storia dell’A.T.; gli ultimi tre profeti, Aggeo, Zaccaria e Malachia vissero in questo periodo. 2.6.5 Dopo Esdra e Neemia: Il periodo intertestamentario Termina il racconto dei libri biblici, e anche altre fonti tacciono per oltre un secolo. Da come si sono svolte le vicende successive si può desumere che: • • • • • • la comunità giudaica, che dipende ancora dal prefetto persiano della Samaria, va consolidandosi; si inaspriscono i conflitti con i Samaritani (che usano solo i primi cinque libri della Bibbia); il sommo sacerdote fa da intermediario col governo persiano; si riorganizza il culto come al tempo di Davide (custodi, cantori, musica, salmi); la sinagoga acquista un carattere più preciso; si inizia la successione dei “Maestri della legge” (scribi, rabbini), più simili ai profeti che non ai sacerdoti in quanto il loro ufficio non è ereditario ma è aperto a tutti; • cessa l’idolatria; 13 • si fa strada l’idea che Dio ha scelto Israele per predicare a tutto il mondo; • si rafforza la credenza in esseri di natura intermedia, gli angeli (malachim), come credevano babilonesi e persiani, e la teologia della resurrezione e del giudizio finale. 2.6.6. Le diaspore • Babilonese: superiore per numero agli Ebrei rimasti in patria. Ci sono due tendenze, quella conservatrice e quella assimilatrice. • Egiziana; deportati dal faraone Neco; i papiri di Elefantina parlano di questa comunità che costruì anche un Tempio. Qui si traduce l’Antico Testamento in greco (versione dei LXX). • Persiana: a Susa (Ester e Mardocheo). 2.7 I GRECI 2.7.1 Le origini – Alessandro Magno Nel 334-323 a.C., tutti i territori che prima erano stati dei Persiani furono conquistati dal macedone Alessandro, che in più aveva la natìa Grecia. La civiltà greca inizia con l’epoca di Micene; di questo periodo sono gli eventi raccontati da Omero (Iliade e Odissea) che riecheggiano, romanzandoli, avvenimenti reali. Poi le città si combattono per il predominio. Nel V secolo a.C. la città più famosa era Atene, patria di grandi pensatori, scrittori e poeti, artisti e scultori. I nomi di Pericle, Socrate, Platone, Aristotele, Senofonte, Sofocle, Euripide, Fidia e altri sono famosi ancora oggi. Essi hanno esercitato un grande influsso sul mondo intero. Ogni 4 anni tutte le città si incontravano ad Olimpia per gareggiare nei famosi giochi, interrompendo tutte le guerre fra loro; altri simili giochi si tenevano a Delfi e a Corinto. Le rivalità locali indebolirono la Grecia e intorno al 350 il re macedone Filippo stabilì il suo dominio su di essa. Gli successe il figlio Alessandro Magno, un grande stratega dotato di qualità straordinarie. Ebbe per tutore Aristotele; in guerra inventò nuove armi e strategie. Per sconfiggere Tiro costruì delle torri di legno mobili su ruote, di 50m di altezza e con 20 piani. Nel 334 fermò l’avanzata dell’esercito persiano sul fiume Granico e poi ancora ad Isso (battaglia raffigurata in un bellissimo mosaico proveniente da Pompei conservato al Museo Archeologico di Napoli). Conquistò la Siria, la Fenicia, la Palestina ed entrò in Egitto, dove fondò la città di Alessandria nel 331. Combatté di nuovo contro i Persiani a Gaugamela oltre il Tigri e quindi le grandi capitali furono sue: Babilonia, Susa, Persepoli. Nel 327 con 100.000 uomini arrivò fino ai confini con l’India. Lo sforzo per penetrare in India sarebbe stato troppo grande per le sue truppe e così nel 324 se ne ritornò a Susa per organizzare il suo impero. Ampliò la rete stradale e incoraggiò i matrimoni misti per accelerare la fusione dei diversi popoli facenti parte del vasto impero. Morì di febbre nel 323 a soli 33 anni: in 10 anni aveva formato un impero enorme. 2.7.2 L’impero diviso – Il periodo intertestamentario Alla morte di Alessandro Magno i suoi generali si combatterono per il titolo di imperatore, ma alla fine l’impero si divise in tre parti governati da questi successori (chiamati diadochi): • Antigono regnò sulla Macedonia, nel nord della Grecia; • Seleuco prese la Siria (Tracia, Asia Minore, Siria e fino all’India) con capitale Antiochia; • Tolomeo regnò sull’Egitto con capitale Alessandria (Cleopatra è l’ultima rappresentante del regno tolomaico). Essi fondarono tre dinastie in lotta fra loro, che alla fine furono abbattute dall’impero crescente di Roma. La storia di Israele in questo periodo è raccontata nei libri apocrifi dei Maccabei. La Giudea è contesa tra i Seleucidi e dai Tolomei: si possono distinguere due periodi: Periodo egiziano o dei Tolomei: • Tolomeo I (323-285): Alessandria è in competizione con la Grecia. • Tolomeo II Filadelfo (285-247) raccoglie una grande biblioteca di 1000 volumi; ai suoi tempi l’A.T. viene tradotto in greco da studiosi giudaici di Alessandria (LXX). • Tolomeo III Euergete (247-221) lotta con i Seleucidi. In Israele ci sono partiti a favore di entrambi. • Tolomeo IV Filopatore (221-204) lotta con Antioco III. • Tolomeo V Epifane (204-198) sconfitto da Antioco III. 14 Periodo siriano o dei Seleucidi: • Antioco III (198-187) prende la Giudea dai Tolomei, combatte contro Roma a cui versa poi un tributo, restaura Gerusalemme e il Tempio. Annienta il partito tolomaico, si arroga il diritto di entrare negli affari dei Giudei e di eleggere il Sommo Sacerdote; compie saccheggi nei santuari. • Seleuco IV (187-175) • Antioco IV Epifane (175-163) nel 168 saccheggia il Tempio di Gerusalemme e ordina l’obbedienza alle leggi elleniche. Introduce la statua di Zeus nel Tempio di Jahveh, sacrifica un maiale sull’altare per profanarlo, decreta la pena di morte per gli Ebrei praticanti e distrugge i libri sacri. È la prima persecuzione contro gli Ebrei, che adempie la profezia di Daniele 8:23. Antioco fa costruire palestre anche in Gerusalemme, fra cui una vicina al Tempio. La palestra in greco era chiamata gymnasion che letteralmente significa “luogo dove ci si denuda”: gli atleti in effetti si allenavano completamente nudi. Alcuni Ebrei e sacerdoti partecipano a questi giochi, anzi alcuni Ebrei si erano addirittura fatto fare una plastica per nascondere la vergogna della circoncisione. Questi fatti erano abominevoli per gli Ebrei pii. Antioco manda messaggeri in tutti i paesi perché gli Ebrei adorino gli dèi greci, ma nel villaggio di Modien fra Gerusalemme e Lidda Mattatia Asmoneo, sacerdote poi morto nel 166, si ribella insieme ai suoi cinque figli Jokanan, Simeone, Giuda, Gionatan (sommo sacerdote) e Eleazar. Giuda viene soprannominato “martello” (ebr. maqqaba) e tutta la famiglia fu in seguito conosciuto col nome di Maccabei. A loro si uniscono altri ribelli e sui monti di Giuda riportano parecchie vittorie. Nel 165 Giuda Maccabeo libera Gerusalemme e ristabilisce l’ordine nel Tempio. Poi i ribelli giungono in Galilea e in Transgiordania, combattono contro gli Ammoniti e contro i Filistei di Asdod. Giuda muore in battaglia nel 161. • Antioco V Eupatore (164-162) impiega gli elefanti nel tentativo di sconfiggere i Giudei, ma richiamato da altri problemi conclude con Giuda un trattato che abroga le disposizioni di Antioco IV: gli Ebrei hanno riavuto la libertà religiosa. Gionathan si allea con Roma, i suoi fratelli proseguono la battaglia e nel 142 ottengono anche la libertà politica dalla Siria. I libri dei Maccabei terminano con l’uccisione di Simeone, assassinato dal genero. La direzione spirituale e politica con la carica di Sommo Sacerdote passano a suo figlio Giovanni Ircano (135-105). L’espansione continua, con l’appoggio di Roma, fino a comprendere tutto l’Israele storico, più l’Idumea, i cui abitanti si convertono al giudaismo, e la Samaria. I Farisei, detti prima Hasidim che significa “pii”, non appoggiano Giovanni Ircano per le sue tendenze ellenizzanti, mentre gli sono favorevoli i Sadducei, la classe nobile. Gli ultimi Maccabei diedero discredito alla famiglia: • Aristobulo I (105-104) prende il titolo di re, uccide la madre e uno dei fratelli. • Alessandro Ianneo (104-78) è crudele, dissoluto e dominatore. Durante il suo regno Israele è più esteso che al tempo delle 12 tribù. C’è guerra civile per 6 anni, è detestato dai Farisei, crocifigge 800 Ebrei. • Alessandra vedova di Ianneo (78-69) è un governante saggia. Il trono è conteso dai suoi figli Ircano II e Aristobulo II. Interviene l’Idumeo Antipatro e il romano Pompeo Magno fa da arbitro (massacra 12.000 Ebrei, entra nel luogo santissimo); alla fine parteggia per il debole Ircano II. • Ircano II (63-40) cambia il titolo da “re” a “etnarca” e si accontenta di governare solo la Giudea. La Galilea e la Samaria diventano regioni separate. Pompeo porta prigioniero a Roma Aristobulo II e nomina procuratore Antipatro. • Antigono (40-37), figlio di Aristobulo II, si impone per breve tempo. • Erode il Grande (37-4 a.C.), figlio di Antipatro, è nominato dai Romani re della Giudea e fa decapitare Antigono. I tre ultimi Maccabei pure periscono e così finisce questa illustre famiglia. 2.7.3 Influenze greche In questo periodo il greco diventa la lingua della cultura e degli scambi internazionali. Nel II secolo l’A.T. fu tradotto in greco (versione dei LXX, secondo tradizione fatta da 70 studiosi ebrei di Alessandria d’Egitto). Il N.T. a volte usa il termine “Greci” per significare gli abitanti del vasto impero. Paolo, nato nella città greca di Tarso, conosceva bene la cultura e la mentalità dei Greci: cita i loro poeti e filosofi e usa immagini tratte dalla vita greca per comunicare il Vangelo. Ad Atene Paolo osserva il pantheon degli dèi greci, ma vede che hanno lasciato spazio per un dio sconosciuto. 15 2.8 ROMA La leggenda fa risalire la fondazione di Roma all’anno 752 a.C. da parte di Romolo, i cui antenati erano sfuggiti alla distruzione di Troia. Roma fu una piccola città-stato bellicosa. La monarchia cede il posto alla repubblica, governata da due consoli eletti annualmente dal Senato. I Romani non erano originali, ma in compenso erano pratici, leali verso lo stato, grandi lavoratori e disciplinati. Subirono l’influenza culturale dei Greci in modo molto profondo. Verso il 275 a.C. Roma assume il controllo di quasi tutta l’Italia. La lotta con Cartagine dura oltre un secolo, finendo nel 146 con la distruzione del nemico. Nel 133 l’ultimo re di Pergamo lascia in eredità a Roma i propri territori che vengono a costituire la provincia romana dell’Asia. L’impero andava espandendosi sempre di più. Nel 63 Pompeo occupa Gerusalemme e da allora la Palestina fu sotto il controllo di Roma. L’impero era grande per essere governato bene. I suoi funzionari si arricchivano con tasse gravose per il popolo. Ma unificò tutti i paesi del Mediterraneo e costruì una rete di strade, a scopo militare ma che poi ebbero uso anche commerciale, anche se nel bacino del Mediterraneo la via di comunicazione preferita rimaneva il mare. Si poteva viaggiare per tutto il vasto territorio senza timore (pax romana): ciò valse la gratitudine universale. Ottaviano, nipote di Giulio Cesare, sconfitto il rivale Marco Antonio, assunse il potere trasformando la forma di governo da repubblica a una forma di monarchia ufficiosa. Diede pace all’impero e nel 27 a.C. ricevette il titolo di Augusto; morì nel 14 d.C. Gesù nacque sotto il suo impero (Luca 2:1), mentre svolse il suo ministero, morte e risurrezione sotto Tiberio (14-37 d.C.). Paolo viaggiò sotto Claudio (41-54) e Nerone (54-68) al quale si appellò (Atti 25:11). All’inizio i Romani cercarono di governare la Palestina attraverso la famiglia degli Erodi, dividendola tra i figli di Erode il Grande: • Archelao regnò sulla Giudea e la Samaria (4 a.C.-6 d.C.), ma dopo aver compiuto una strage di Giudei dentro il Tempio fu rimosso dai Romani e sostituito da un procuratore romano; il quinto ad occupare questo ufficio fu Ponzio Pilato (26-36 d.C.). • Erode Antipa (nei Vangeli chiamato “Erode il tetrarca”) regnò sulla Galilea e la Perea (regione della Transgiordania) dal 4 a.C. al 39 d.C. Fu lui ad arrestare e uccidere Giovanni Battista. Suo figlio Erode Agrippa I (39-44) fu nominato re di tutta la Palestina (41) e ordinò l’uccisione dell’apostolo Giacomo figlio di Zebedeo (Atti 12:1-2); fu seguito dal figlio Erode Agrippa II (nipote di Antipa e pronipote di Erode il Grande), colui che interroga Paolo prigioniero a Cesarea (Atti capp. 25-26). • Filippo, l’unico buon governatore tra gli Erodi, regnò sull’Iturea, a nord del Lago di Galilea, stabilendo come sua capitale Cesarea Filippi. Nel 66 d.C. gli Ebrei si ribellarono a Roma e Tito, figlio di Vespasiano, li sconfisse nel 70 d.C. distruggendo Gerusalemme e il Tempio (fatto commemorato nel Arco trionfale di Tito a Roma). L’imperatore Domiziano (81-96) pretese di essere adorato come dio. I cristiani si rifiutarono e furono perseguitati. Il libro dell’Apocalisse fu scritto per incoraggiare i cristiani che dovevano affrontare la persecuzione romana: Roma fu assimilata a Babilonia (Apocalisse 17:9). 16