UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA
TOR VERGATA
CORSO DI LAUREA TRIENNALE
IN INFERMIERISTICA
Corso integrato
di infermieristica clinica e delle disabilità
Infermieristica clinica
Riabilitazione urologica
dottoressa Maria Innocenzi
Anno accademico 2014/2015
Riabilitazione urologica
L'apparato urinario è composto dai reni, uretere, vescica e uretra.
La funzione principale dei reni è la regolazione idro-elettrolitica,
così come l'eliminazione dei cataboliti dal sangue.
L'urina che deriva da questi processi è trasportata
attraverso gli ureteri dai reni alla vescica,
dove è temporaneamente conservata.
Durante la minzione la vescica si contrae
e l'urina fuoriesce attraverso l'uretra.
Malgrado sia liquidi che elettroliti
possano essere eliminati per altre vie,
come sudorazione o feci,
sono prevalentemente i reni
che regolano l'omeostasi (l'equilibrio dell'organismo).
Riabilitazione urologica
La funzione escretoria renale è necessaria
per il mantenimento della vita.
Tuttavia, a differenza dei sistemi cardiovascolare e respiratorio,
un blocco renale completo
può non causare la morte per diversi giorni.
La dialisi (il «rene artificiale») e altri trattamenti
possono essere usati
come sostituti di alcune funzioni renali.
Riabilitazione urologica
Fondamentalmente i reni devono essere capaci
di eliminare i rifiuti dietetici e metabolici
che non sono espulsi da altri organi.
Questi ammontano grossolanamente a
 1 - 2 litri di acqua al giorno,
 6-8 g di sale (cloruro di sodio),
 6-8 g di cloruro di potassio giornalmente,
 circa 70 mg di acidi equivalenti.
Anche l'urea prodotta dal metabolismo delle proteine ingerite
deve essere eliminata, insieme ad altri prodotti di scarto, con l'urina.
Riabilitazione urologica
Nella persona sana,
la quantità di questi prodotti
escreti ogni giorno
è esattamente uguale
alle quantità ingerite e prodotte dall'organismo,
così che in un certo periodo di tempo
non ci sia alcuna variazione
nel bilancio complessivo corporeo.
Riabilitazione urologica
L'urina formata dai reni è trasportata dalla pelvi renale
attraverso l'uretere nella vescica.
Questo movimento è facilitato da contrazioni peristaltiche
che avvengono da una a cinque volte al minuto
e sono generate dalla muscolatura liscia delle pareti dell'uretere.
L'urina scorre a intervalli verso la vescica,
spinta dalle contrazioni peristaltiche.
Lo svuotamento della vescica è controllato
da contrazioni dello sfintere uretrale esterno.
Questo muscolo controllato volontariamente
è innervato dai nervi provenienti dall'area sacrale
della colonna. Il controllo volontario e
un comportamento appreso,
non è presente alla nascita.
Riabilitazione urologica
Lo svuotamento della vescica, o minzione,
avviene normalmente senza dolore
con una frequenza di cinque o sei volte nell'ambito delle 24 ore.
Si producono e si urinano in media 1200 o 1500 ml nelle 24 ore.
Questa quantità è modificata
dall'ingestione di liquidi, sudorazione,
temperatura esterna, vomito o diarrea.
Riabilitazione urologica
Quando c'è desiderio di urinare,
lo sfintere uretrale esterno è rilasciato
e il muscolo detrusore (il muscolo liscio della vescica) si contrae
ed espelle l'urina dalla vescica attraverso l'uretra.
L'urina rimasta nell'uretra
si scarica per sola gravità nella femmina
ed è espulsa da contrazioni muscolari volontarie nel maschio.
La contrazione del muscolo detrusore
è regolata da un riflesso
che interessa il sistema nervoso parasimpatico.
Riabilitazione urologica
Nei pazienti con disturbi renali
uno dei problemi più seri
sono gli squilibri idro-elettrolitici.
L'infermiere deve essere in grado di osservare e documentare
le condizioni cliniche del paziente,
e di tenere un bilancio di entrate ed uscite dei liquidi
(considerando sia quelli assunti per via orale
sia quelli infusi per via parenterale).
È necessario registrare e controllare
il volume dell'urina e delle altre escrezioni
e il peso del paziente,
perché questi dati sono essenziali
per determinare la quantità di liquidi permessi al paziente.
Riabilitazione urologica
La composizione dei liquidi organici del corpo non è tanto determinata da
quello che il paziente ingerisce, quanto da quello che i reni trattengono.
I reni sani
eliminano le sostanze che non sono necessarie e trattengono quelle utili.
Al paziente con disturbi urologici o con funzionamento renale ridotto,
si assicura un efficiente drenaggio e il mantenimento della funzionalità renale.
Quando diventa necessario il ricorso a una eliminazione artificiale,
si devono inserire cateteri direttamente nella vescica, nell'uretere o nella pelvi
renale.
I cateteri sono prodotti in varie forme, dimensioni e lunghezze;
possono avere una o più aperture poste in diverse posizioni, vicino alla punta.
Un catetere può essere di con gomma dura o soffice, silicone, metallo, vetro o
plastica.
La scelta del tipo da impiegare dipende dallo scopo che si prefigge.
Riabilitazione urologica
A volte il posizionamento di un catetere può salvare una vita,
come nel caso di ostruzione del tratto urinario
o quando il paziente è impossibilitato nella
minzione.
La cateterizzazione può essere necessaria per
o determinare la quantità di urina residua nella
vescica, dopo che il paziente l'ha svuotata;
o superare un ostacolo meccanico che blocca il flusso dell'urina;
o mantenere il drenaggio necessario dopo interventi chirurgici alla vescica,
vagina o prostata;
o misurare la diuresi dei pazienti gravemente malati.
Riabilitazione urologica
Si deve cateterizzare un paziente solo in caso di assoluta necessità,
perché la cateterizzazione molto frequentemente
scatena infezioni delle vie urinarie.
Le infezioni del tratto urinario
costituiscono più di un terzo delle infezioni ospedaliere.
La maggior parte di queste, circa 80%,
sono conseguenti all'introduzione
di cateteri o di strumenti d'indagine.
L'incidenza di infezione in pazienti con catetere vescicale urinario a
permanenza aumenta drasticamente dopo i primi due giorni.
I patogeni responsabili delle infezioni del tratto urinario
relativo all'uso di cateteri includono:
Escherichia coli, Klebsiella, Proteus, Pseudomonas e Candida.
Riabilitazione urologica
I cateteri inibiscono la maggior parte
delle difese naturali del tratto urinario,
ostruendo il dotto periuretrale,
irritando la mucosa della vescica,
aprendo una via artificiale agli organismi
che possono infettare la vescica.
Quando si utilizzano cateteri,
i microrganismi possono accedere al tratto urinario in tre modi:
(1) con il passaggio dall’uretra nella vescica al momento della cateterizzazione;
(2) attraverso il sottilissimo strato di fluido uretrale, tra catetere e mucosa;
(3) risalendo all'interno del catetere fino alla vescica, dopo contaminazione
esterna (il più comune).
Riabilitazione urologica
Per salvaguardare il paziente sono essenziali le seguenti precauzioni:
 osservare la più rigorosa sterilità
 pulire adeguatamente il meato uretrale.
 scegliere un catetere di calibro più piccolo del diametro del meato esterno
per minimizzare il trauma e permettere il drenaggio dell'essudato lungo il
catetere.
 lubrificare accuratamente il catetere con un prodotto germicida adatto.
 inserire il catetere con delicatezza e abilità.
 rimuovere il catetere il più presto possibile.
Riabilitazione urologica
In generale
le patologie uro-renali
vanno da semplici infezioni facilmente curabili,
a malattie potenzialmente mortali
che richiedono un trapianto o trattamenti di dialisi a lungo termine.
Recenti progressi farmacologici e tecnologici
hanno migliorato le possibilità diagnostiche
e i trattamenti di queste patologie.
Inoltre, molte malattie
trattate tradizionalmente con intervento chirurgico
e che necessitano di lunghi periodi di recupero,
oggi possono essere risolte con tecniche non invasive
e non chirurgiche, permettendo così un recupero più rapido.
Riabilitazione urologica
Principi generali delle infezioni delle vie urinarie
Le infezioni delle vie urinarie sintomatiche o no,
sono causate dalla presenza di microrganismi patogeni nel tratto urinario.
Le infezioni possono manifestarsi in qualsiasi punto del tratto urinario
e possono interessare la vescica (cistite), l'uretra (uretrite), la prostata
(prostatite), o i reni (pielonefrite).
Normalmente il tratto urinario è sterile, eccetto che in prossimità
dell'orifizio uretrale.
I fattori di rischio generali per l'infezione includono
• l'incapacità o impossibilità di svuotare completamente la vescica,
• un indebolimento del sistema immunitario,
•l'inserimento di strumenti come il catetere nel tratto urinario.
Il diabete, la gravidanza, e i disturbi neurologici aumentano il rischio di
infezione perché causano lo svuotamento incompleto della vescica e la
stasi dell'urina.
Riabilitazione urologica
Infezioni delle vie urinarie
Batteriuria è il termine che si usa per indicare la presenza di batteri nell'urina.
Le infezioni possono persistere per mesi o anche per anni, senza alcuna
sintomatologia.
Malgrado sia raro, ne possono derivare anche sepsi da gram-negativi e
morte.
Il 2% di tutti i pazienti ammessi in ospedale contraggono infezioni del tratto
urinario durante la loro permanenza.
L'1% di queste sfociano in malattie potenzialmente mortali.
Le infezioni possono essere classificate in
• non complicate (riscontrate di solito in giovani donne sane),
• complicate (più comunemente riscontrate nel sesso maschile; come
risultato di anomalie anatomiche o funzionali in entrambe i sessi),
• ricorrenti (caratterizzate dall'alternarsi di periodi sintomatici e di altri
asintomatici).
Riabilitazione urologica
Considerazioni relative all’invecchiamento
L'infezione del tratto urinario è la causa più frequente di sepsi batterica
nei pazienti che hanno più di 65 anni.
Quella da gram-negativi è alla base di più del 50% delle cause di morte negli
anziani.
Le anomalie strutturali,
la vescica neurogena secondaria a ictus cerebrali e a neuropatie diabetiche
possono impedire lo svuotamento completo della vescica
e aumentare il rischio di questo tipo di infezione.
Quando si ricorre all'uso di un catetere a permanenza per il trattamento di
questi problemi, la probabilità di infezione sale drammaticamente.
L'incidenza di infezione aumenta con l'età e l'inabilità ed è maggiore nel
sesso femminile.
Le donne anziane presentano spesso svuotamento incompleto della vescica
e stasi urinaria.
Nel periodo post-menopausa le donne sono più suscettibili a infezioni
e l'aderenza dei batteri alla vagina e all'uretra aumenta, per mancanza di
estrogeni.
Riabilitazione urologica
Considerazioni relative all’invecchiamento
L'azione antibatterica delle secrezioni prostatiche,
che protegge i maschi da colonizzazioni microbiche
dell’uretra e della vescica, diminuisce con l'età.
Negli uomini le infezioni del tratto urinario sono rare
anche se la loro frequenza
nei pazienti di età superiore ai 65 anni è di poco inferiore
a quella che si riscontra nelle donne della stessa età.
Questo notevole aumento dell'incidenza è dovuto in gran parte a
iperplasia prostatica e carcinoma,
stenosi dell’uretra e vescica neurogena.
I calcoli renali,
l'uso di cateteri a permanenza
e la debilitazione da malattia
sono altri fattori che contribuiscono all'insorgenza d'infezione.
Riabilitazione urologica
Infezioni delle vie urinarie
La sintomatologia dell'infezione del tratto urinario è molto varia.
Spesso il paziente è asintomatico; la presenza di batteriuria viene
scoperta casualmente nel corso di indagini di routine.
I sintomi d'infezione del tratto urinario inferiore (cistite)
includono dolori frequenti e bruciore alla minzione,
accompagnati a volte da spasmi vescicali e nella regione sovrapubica.
Sono occasionalmente presenti ematuria e dolore lombare.
I sintomi d'infezione del tratto superiore (pielonefrite)
includono febbre, brividi, dolori lombari e minzione dolorosa.
In presenza di un danno renale,
si hanno manifestazioni di insufficienza renale,
come nausea, vomito, prurito, perdita ponderale, edema, e dispnea.
Riabilitazione urologica
Interventi infermieristici
Alleviare il dolore e il malessere attraverso
La somministrazione dei farmaci antibiotici e antispastici.
L'aspirina, l’applicazione di calore al peritoneo,
e i bagni caldi sono utili nel ridurre l'urgenza, il malessere e il dolore.
Si incoraggia il paziente a bere abbondantemente
per aumentare il flusso ematico renale e di conseguenza la diuresi per
rimuovere i batteri con la minzione.
Tuttavia, si devono evitare liquidi che possono essere irritanti per la
vescica (come caffè, tè e bibite tipo coca cola).
Si consiglia di svuotare la vescica di frequente (ogni 2 o 3 ore)
per ridurre la concentrazione di batteri, ridurre il ristagno urinario
e prevenire una recidiva.
Riabilitazione urologica
Interventi infermieristici
Educazione del paziente e igiene domestica
Le donne che hanno sofferto di episodi ricorrenti d'infezione urinaria
devono ricevere istruzioni dettagliate sui punti seguenti:
• adottare le misure igieniche per ridurre la concentrazione di patogeni
all'ingresso della vagina:
• fare la doccia piuttosto che il bagno, perché i batteri nell'acqua della
vasca possono guadagnare l'accesso all'uretra.
• lavarsi intorno al perineo e al meato uretrale dopo la defecazione.
• bere un'abbondante quantità di liquidi durante il giorno, per eliminare i
batteri con la minzione.
• svuotare completamente la vescica ogni 2 o 3 ore durante il giorno.
Questo previene la distensione eccessiva della vescica ed evita di
modificare la circolazione sanguigna delle pareti della vescica,
predisponendo a infezioni del tratto urinario.
Riabilitazione urologica
Interventi infermieristici
Se l'evento iniziale per l'insorgenza di batteriuria è stato un rapporto
sessuale:
•Urinare immediatamente dopo i rapporti sessuali.
•Prendere per via orale una dose singola di un antibatterico prescritto,
subito dopo i rapporti sessuali.
Se persiste batteriuria: può rendersi necessaria una terapia antibiotica a
lungo termine al fine di evitare una proliferazione nell'area periuretrale e
la recidiva d'infezione.
La dose prescritta dovrebbe essere assunta dopo lo svuotamento della
vescica e prima di andare a letto, allo scopo di raggiungere la massima
concentrazione del farmaco durante le ore notturne.
Riabilitazione urologica
L’incontinenza urinaria
è la perdita involontaria e incontrollata
di urina dalla vescica.
Se l'incontinenza è il risultato di una condizione infiammatoria (cistite),
è probabile che sia solo temporanea.
Ma se è dovuta a una condizione neurologica grave (paraplegia),
probabilmente sarà un problema permanente.
Malgrado l'incontinenza non sia una normale conseguenza dell'età,
i mutamenti nel tratto urinario che accompagnano l'invecchiamento
predispongono gli anziani a questa condizione.
Nelle donne l’incidenza è maggiore
a causa della combinazione di età, anatomia e il numero dei figli.
Altri fattori di rischio sono le infezioni urinarie, la menopausa,
la chirurgia genitourinaria, le malattie croniche e l'uso di certi farmaci
Riabilitazione urologica
Incontinenza urinaria
Le varie forme di incontinenza sono riassumibili in:
- incontinenza da stress: è la perdita involontaria di urina attraverso
l'uretra sana, dovuta a un aumento improvviso della pressione
endoaddominale.
-incontinenza da urgenza: il paziente avverte lo stimolo, ma è incapace di
controllarlo per una durata sufficiente a raggiungere il bagno per
contrazioni incontrollabili della vescica.
- incontinenza da pienezza: è caratterizzata da una perdita frequente e a
volte anche continua di urina dalla vescica.
- incontinenza funzionale: si riferisce a quei casi in cui le funzioni del tratto
urinario inferiore sono conservate, ma altri fattori (cognitivi o fisici),
impediscono al paziente di riconoscere lo stimolo.
- forme miste di incontinenza: includono caratteristiche di diverse
condizioni e sono il risultato dell’interazione di molti fattori.
Solo con un'accurata comprensione del problema, un esame e referto
diagnostico, si può definire un trattamento per risolvere l'incontinenza.
Riabilitazione urologica
Incontinenza urinaria
Il successo del trattamento è condizionato dalla natura dell'incontinenza
urinaria e dai fattori che la determinano. A secondo della diagnosi, verrà
stabilito il trattamento medico o/e infermieristico.
Accorgimenti infermieristici semplici ma efficaci,
• assicurare un ambiente che faciliti la cura personale,
• lasciare la padella facilmente accessibile,
• non oscurare la stanza completamente,
• consigliare indumenti che semplifichino l'uso dei servizi.
inoltre
•istruire il paziente nell'esecuzione di esercizi pelvici,
• stabilire una tabella di evacuazioni,
• insegnare a modificare comportamenti abituali,
• aumentare l'assunzione di liquidi per prevenire costipazione e blocco
intestinale, che sono fattori piuttosto comuni nell'incontinenza dei
pazienti sedentari.
Riabilitazione urologica
E’ opportuno progettare
un programma di riabilitazione
personalizzato sulle difficoltà presentate dal paziente.
Obiettivo
 facilitare la presa di coscienza da parte dei pazienti
dell’attività muscolare perineale.
 rieducare la vescica
La riabilitazione perineale
trova indicazioni in molteplici situazioni
dall’ ambito ginecologico
al trattamento dell’incontinenza urinaria da urgenza e da stress,
e
a scopo preventivo
per migliorare l’esito degli interventi a carico degli organi pelvici.
Riabilitazione urologica
I primi contatti tra paziente e infermiere sono fondamentali
in quanto servono a stabilire la base del rapporto di fiducia e conoscenza
che è importantissimo per il corretto svolgimento del percorso.
Infatti senza la conoscenza reciproca
non si riesce a stabilire quel rapporto empatico
che permette all’utente di parlare di sé a 360 gradi
senza inibizioni di sorta.
Durante i primi incontri l’infermiere raccoglie dati, clinici e non,
che riguardano lo stile di vita,
la salute dell’utente, il tipo di incontinenza presente
e la tonicità dei muscoli perineali.
Inoltre l’utente inizia a prendere coscienza
del proprio perineo e del percorso riabilitativo.
Riabilitazione urologica
E’ provato che
il trattamento combinato con
allenamento dei muscoli pelvici
insieme all’elettrostimolazione e biofeedback
è la combinazione che dà migliori risultati,
con tassi di guarigione fino al 73% e miglioramenti fino al 97%.
Riabilitazione urologica
Gli esercizi di riabilitazione(kegel) del pavimento pelvico sono il primo tentativo
per risolvere il problema dell’incontinenza da sforzo lieve o moderata.
Servono a restituire tonicità ai muscoli del perineo.
La chinesiterapia-pelviperineale comprende gli esercizi di
contrazione/rilassamento per il muscolo pubococcigeo ,
l’utilizzo dei coni vaginali , esercizi posturali.
Riabilitazione urologica
L’elettrostimolazione della muscolatura perineale
avviene tramite sonde vaginali (o anali, nel maschio)
che emettono impulsi elettrici
che controllano la vescica e stimolano i muscoli del perineo
aumentandone quindi la capacità di contrazione
e quindi di continenza sulla fuga di urine.
Egualmente, a diverse frequenze, l’elettrostimolazione può agire
sullo stimolo vescicale riducendo l’urgenza.
.
Riabilitazione urologica
Il biofeedback è una tecnica terapeutica
che utilizza una strumentazione elettronica e computerizzata
per indicare alla persona, attraverso l’uso di segnali
visivi e/o acustici (definiti feedback o informazioni di ritorno),
l’andamento di alcuni suoi eventi fisiologici
(grado di contrazione dei muscoli, livello di sudorazione
delle palme della mani e dei piedi, frequenza cardiaca,
temperatura periferica, ampiezza e frequenza della respirazione, …).
I due scopi principali relativi all’applicazione di questa tecnica sono:
1) valutare l’andamento normale o patologico degli eventi fisiologici
analizzati;
2) ripristinare il normale andamento di questi eventi attraverso
l’addestramento della persona a controllarli servendosi dei segnali
visivi e/o acustici che gli vengono presentati.
Riabilitazione urologica
Il biofeedback rappresenta quindi una tecnica
di apprendimento molto funzionale,
sia per acquisire in tempo reale ed utilizzare coscientemente
nuove, continue e proporzionali, informazioni necessarie
per imparare a controllare eventi fisiologici interni
altrimenti involontari o non percepibili,
sia per osservare, analizzare e valutare l'andamento
dell'apprendimento stesso e degli sforzi effettuati
per approssimarsi sempre più all'obiettivo stabilito.
Riabilitazione urologica
Nello specifico, il biofeedback è una ginnastica attiva,
di contrazione e di rilasciamento,
che comprende esercizi guidati,
con ausilio visivo del computer,
che aiutano il paziente a localizzare i muscoli perineali
ed azionarli correttamente per facilitare
il controllo della muscolatura in caso di ipertonicità
(come nel caso di vaginismo, dolore cronico pelvi-perineale),
per riabilitare la muscolatura dopo interventi chirurgici
(isterectomia, prostatectomia radicale, emicolectomia)
o in caso di abitudini errate con contrazione di muscoli antagonisti,
con una sonda vaginale o anale.
Riabilitazione urologica
Insufficienza renale
L'insufficienza renale è la condizione nella quale i reni
sono incapaci di rimuovere i prodotti del catabolismo
e svolgere la loro normale funzione.
Le sostanze solitamente eliminate con l'urina
si accumulano nell'organismo causa dell'inefficace escrezione renale,
e portano a disfunzioni metaboliche ed endocrine,
come pure a uno squilibrio idro-elettrolitico e acido-base.
L'insufficienza renale è una malattia sistemica
ed è l'esito finale di molte malattie del rene e del tratto urinario.
Ogni anno milioni di persone muoiono per insufficienza renale irreversibile.
Riabilitazione urologica
Insufficienza renale acuta
L'insufficienza renale acuta è un’improvvisa e quasi completa perdita della
funzionalità renale causata dall’insufficienza della circolazione renale o da
disfunzioni glomerulari e tubulari.
Si manifesta con un'oliguria improvvisa (meno di 500 mL di urina al giorno), o
anuria (meno di 50 mL al giorno).
Il paziente con insufficienza renale acuta manifesta un alto tasso di
creatininemia e di azotemia, e spesso una ritenzione di altri prodotti del
catabolismo normalmente escreti dai reni.
Riabilitazione urologica
Cause di insufficienza renale acuta
Pre-renale
Ipovolemia
Emorragia
Disidratazione
Ischemia
Clampaggio dell'aorta
Chirurgia dell'aorta o dei vasi renali
Grossa chirurgia negli anziani.
Sepsi
Shock settico
Post-renale
Ostruzioni del tratto urinario
Calcoli
Tumori
Ipertrofta prostatica
Stenosi
Intra-renale
Ischemia renale prolungata
Emoglobinuria (reazione a trasfusione, anemia emolitica)
Mioglobinuria (lesioni da schiacciamento, ustioni, danno tessutale esteso)
Esposizione a sostanze nefrotossiche
- Antibiotici aminoglicosidi (gentamicina, kanamicina)
- Metalli pesanti (piombo e mercurio)
- Solventi e sostanze chimiche (arsenico, glicoletilene, tetracloruro di carbonio)
- Farmaci anti-infiammatori non-steroidei
- Mezzo di contrasto radio-opachi
Glomerulonefrite acuta
Pielonefrite acuta
Riabilitazione urologica
Interventi infermieristici
In caso di insufficienza renale vengono interessati quasi tutti gli organi.
Il paziente appare gravemente malato, letargico,
soffre di nausea persistente, vomito e diarrea.
La pelle e le mucose sono disidratate e l'alito può avere odore di urina.
Le manifestazioni neurologiche includono sonnolenza,
emicrania, fascicolazioni muscolari e convulsioni.
L'urina escreta è scarsa, ematica e con peso specifico basso
(1010, invece del normale 1025).
Riabilitazione urologica
Interventi infermieristici
L'infermiere ha un ruolo importante nel trattamento del paziente con
insufficienza renale acuta.
Oltre a prendersi cura di quella che può essere la causa prima
dell’insufficienza renale
• tiene sotto controllo le eventuali complicanze,(infezioni, lesioni cutanee..)
• partecipa ai trattamenti di emergenza degli squilibri idro-elettrolitici,
• valuta i progressi e le risposte ai trattamenti,
• offre un sostegno fisico e psicologico
• informa i familiari sulle condizioni del paziente, li aiuta a capire il
trattamento e li rassicura.
Riabilitazione urologica
Insufficienza renale cronica
L'insufficienza renale cronica o malattia terminale
è un deterioramento progressivo e irreversibile della funzionalità renale, in
cui viene a mancare la capacità dell'organismo
a mantenere un equilibrio metabolico e idro-elettrolitico,
fino all'instaurarsi dell'uremia (sindrome che risulta da un accumulo
eccessivo di urea e di altri composti azotati di scarto nel sangue).
Può essere causata da glomerulonefrite cronica, pielonefrite, ipertensione
maligna, lesioni ereditarie (come il rene policistico),
disturbi vascolari, ostruzioni del tratto urinario,
patologia renale secondaria a una malattia sistemica (come il diabete),
infezioni, farmaci e sostanze tossiche (piombo, cadmio, mercurio, cromo, .).
Per mantenere in vita il paziente possono rendersi necessari
la dialisi o un trapianto renale.
Riabilitazione urologica
Insufficienza renale cronica
I sintomi:
affaticamento e letargia, emicrania, debolezza generale, disturbi
gastrointestinali (nausea, vomito, anoressia, diarrea),
tendenza al sanguinamento e confusione mentale, salivazione ridotta,
sete, sapore metallico in bocca, perdita di odorato e gusto,
parotite e stomatite.
Se il trattamento viene iniziato immediatamente, i sintomi possono
sparire.
In caso contrario si acutizzano, e ne compaiono di nuovi, perché le
alterazioni metaboliche dell'uremia coinvolgono tutto l'organismo.
Il paziente diventa progressivamente più letargico, la frequenza della
respirazione aumenta (respiro di Kussmaul), fino ad arrivare a uno stadio
di coma, spesso con convulsioni, simili a quelle epilettiche.
Sulla pelle compare una sostanza bianca e polverosa, («cristalli di urea»
composti principalmente di urati).
A meno che non si inizi il trattamento, la morte segue rapidamente.
Riabilitazione urologica
Insufficienza renale cronica
Il paziente con insufficienza renale cronica richiede un trattamento
infermieristico avveduto, per evitare complicanze e per riuscire a
convivere con lo stress e l'ansia creati da una malattia potenzialmente
mortale.
L'assistenza infermieristica è rivolta
 alla valutazione dell’equilibrio idro-elettrolitico,
 all'identificazione di possibili cause di squilibrio
 al perfezionamento di un programma dietetico che assicuri una
nutrizione adeguata durante il trattamento
 al miglioramento della comprensione del paziente e dei familiari
delle sue condizioni fisiche e della terapia.
Riabilitazione urologica
Dialisi
La dialisi è un processo di depurazione dell'organismo di liquidi e prodotti di
rifiuto, che si utilizza quando i reni sono malfunzionanti, o quando tossine e
veleni devono essere rimossi immediatamente dal sangue per prevenire un
danno permanente o mortale.
Scopo della dialisi
 è di mantenere la vita e il benessere del paziente fino a che la funzionalità
dei reni ritorni normale,
 di rimuovere le sostanze di rifiuto dal sangue se la funzionalità renale è
compromessa in modo definitivo.
Si utilizzano vari tipi di dialisi: emodialisi, emofiltrazione e dialisi peritoneale.
Riabilitazione urologica
Trapianto renale
Il trapianto renale offre un miglioramento della qualità di vita e un ritorno a
condizioni di normalità, per questo esso è diventato il trattamento di scelta
della maggior parte dei pazienti con insufficienza renale terminale.
Il trapianto renale consiste nella sostituzione di un rene di un paziente affetto
da malattia renale terminale con quello di un donatore vivente o deceduto.
La maggior parte dei pazienti che arrivano al trapianto sono stati trattati con
dialisi per mesi o anni.
I reni del paziente, non funzionanti, possono essere asportati o no, e la dialisi
può essere utilizzata fino a che si trovi un donatore compatibile. I trapianti di
organo proveniente da un donatore vivente consanguineo (con antigeni A130
e HLA compatibili) hanno più successo di quelli con organo di donatore
deceduto.
Il rene trapiantato è posto nella fossa iliaca anteriormente alla cresta iliaca
del paziente.
L'uretere del rene trapiantato è impiantato nella vescica o anastomizzato
all'uretere del ricevente.
Riabilitazione urologica
Il trapiantato dovrà rielaborare un nuovo stile di vita e convincersi che la
sua non è una condizione di invalidità, ma uno stato di salute ritrovato.
La salute è anche la capacità di accettare un evento inevitabile (trapianto)
per rientrare nella vita affettiva e lavorativa senza considerarsi
diversi o menomati, riuscendo a trovare nuove risorse per ri-vivere.
Il trapianto è spesso considerato dai pazienti
“una strada per una liberazione personale”,
per riprendere il controllo della loro vita e di loro stessi.
Riabilitazione urologica
La qualità della vita, dopo il trapianto è buona, nella stragrande
maggioranza casi, nonostante il post-intervento richieda uno
stile di vita attento e l’assunzione di farmaci immunosopppressivi
per un periodo praticamente indefinito.
La persona riprende a lavorare, a viaggiare, a praticare sport,
le donne in età fertile riescono a portare a termine una o più gravidanze.
Ad un anno dall’operazione i pazienti sono in grado di svolgere
una normale attività, compatibilmente con l’età, e solo una minoranza dei
pazienti che aveva lavoro prima della malattia non ha ripreso l’attività per
problemi legati allo stato di salute o altro.
Riabilitazione urologica
Esercizio fisico
L’esercizio fisico, è oggi, indicato quale parte integrante
dell’approccio terapeutico di molte patologie,anche urologiche,
per i molti benefici effetti che esso è in grado di produrre nell’organismo.
Tra questi vi sono quelli espletati da alcuni studi nei confronti del sistema
immune dei soggetti sani e tendenzialmente immunodepressi.
Si ritiene che l’esercizio fisico sia in grado di sollecitare modificazioni
positive sia sotto il profilo del comportamento che del sistema
immunologico nella duplice componente, cellulare e umorale.
Un programma d’esercizio a bassa intensità che coinvolge le funzioni
compromesse è in grado di modificare significativamente la capacità
funzionale e la qualità di vita dei pazienti in dialisi, offrendo loro un
“opportunità terapeutica” in più.
Riabilitazione urologica
Risulta quindi opportuno progettare
un programma di attività fisica aerobica
personalizzato sulle difficoltà presentate dal paziente.
Attraverso la valutazione del paziente
è possibile evidenziare le funzioni deficitarie
e conseguentemente sviluppare esercizi idonei alla prevenzione
ed al recupero di funzioni sensitivo-motorie,
con lo scopo di facilitare stratagemmi compensatori
messi in atto da un corpo a seguito di insulti subiti.
Tenendo conto della faticabilità che questi soggetti spesso presentano,
il programma riabilitativo prevede periodi di recupero
nell’esecuzione tra le varie tipologie d’esercizio (almeno 45 min).
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