UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN INFERMIERISTICA Corso integrato di infermieristica clinica e delle disabilità Infermieristica clinica Riabilitazione urologica dottoressa Maria Innocenzi Anno accademico 2014/2015 Riabilitazione urologica L'apparato urinario è composto dai reni, uretere, vescica e uretra. La funzione principale dei reni è la regolazione idro-elettrolitica, così come l'eliminazione dei cataboliti dal sangue. L'urina che deriva da questi processi è trasportata attraverso gli ureteri dai reni alla vescica, dove è temporaneamente conservata. Durante la minzione la vescica si contrae e l'urina fuoriesce attraverso l'uretra. Malgrado sia liquidi che elettroliti possano essere eliminati per altre vie, come sudorazione o feci, sono prevalentemente i reni che regolano l'omeostasi (l'equilibrio dell'organismo). Riabilitazione urologica La funzione escretoria renale è necessaria per il mantenimento della vita. Tuttavia, a differenza dei sistemi cardiovascolare e respiratorio, un blocco renale completo può non causare la morte per diversi giorni. La dialisi (il «rene artificiale») e altri trattamenti possono essere usati come sostituti di alcune funzioni renali. Riabilitazione urologica Fondamentalmente i reni devono essere capaci di eliminare i rifiuti dietetici e metabolici che non sono espulsi da altri organi. Questi ammontano grossolanamente a 1 - 2 litri di acqua al giorno, 6-8 g di sale (cloruro di sodio), 6-8 g di cloruro di potassio giornalmente, circa 70 mg di acidi equivalenti. Anche l'urea prodotta dal metabolismo delle proteine ingerite deve essere eliminata, insieme ad altri prodotti di scarto, con l'urina. Riabilitazione urologica Nella persona sana, la quantità di questi prodotti escreti ogni giorno è esattamente uguale alle quantità ingerite e prodotte dall'organismo, così che in un certo periodo di tempo non ci sia alcuna variazione nel bilancio complessivo corporeo. Riabilitazione urologica L'urina formata dai reni è trasportata dalla pelvi renale attraverso l'uretere nella vescica. Questo movimento è facilitato da contrazioni peristaltiche che avvengono da una a cinque volte al minuto e sono generate dalla muscolatura liscia delle pareti dell'uretere. L'urina scorre a intervalli verso la vescica, spinta dalle contrazioni peristaltiche. Lo svuotamento della vescica è controllato da contrazioni dello sfintere uretrale esterno. Questo muscolo controllato volontariamente è innervato dai nervi provenienti dall'area sacrale della colonna. Il controllo volontario e un comportamento appreso, non è presente alla nascita. Riabilitazione urologica Lo svuotamento della vescica, o minzione, avviene normalmente senza dolore con una frequenza di cinque o sei volte nell'ambito delle 24 ore. Si producono e si urinano in media 1200 o 1500 ml nelle 24 ore. Questa quantità è modificata dall'ingestione di liquidi, sudorazione, temperatura esterna, vomito o diarrea. Riabilitazione urologica Quando c'è desiderio di urinare, lo sfintere uretrale esterno è rilasciato e il muscolo detrusore (il muscolo liscio della vescica) si contrae ed espelle l'urina dalla vescica attraverso l'uretra. L'urina rimasta nell'uretra si scarica per sola gravità nella femmina ed è espulsa da contrazioni muscolari volontarie nel maschio. La contrazione del muscolo detrusore è regolata da un riflesso che interessa il sistema nervoso parasimpatico. Riabilitazione urologica Nei pazienti con disturbi renali uno dei problemi più seri sono gli squilibri idro-elettrolitici. L'infermiere deve essere in grado di osservare e documentare le condizioni cliniche del paziente, e di tenere un bilancio di entrate ed uscite dei liquidi (considerando sia quelli assunti per via orale sia quelli infusi per via parenterale). È necessario registrare e controllare il volume dell'urina e delle altre escrezioni e il peso del paziente, perché questi dati sono essenziali per determinare la quantità di liquidi permessi al paziente. Riabilitazione urologica La composizione dei liquidi organici del corpo non è tanto determinata da quello che il paziente ingerisce, quanto da quello che i reni trattengono. I reni sani eliminano le sostanze che non sono necessarie e trattengono quelle utili. Al paziente con disturbi urologici o con funzionamento renale ridotto, si assicura un efficiente drenaggio e il mantenimento della funzionalità renale. Quando diventa necessario il ricorso a una eliminazione artificiale, si devono inserire cateteri direttamente nella vescica, nell'uretere o nella pelvi renale. I cateteri sono prodotti in varie forme, dimensioni e lunghezze; possono avere una o più aperture poste in diverse posizioni, vicino alla punta. Un catetere può essere di con gomma dura o soffice, silicone, metallo, vetro o plastica. La scelta del tipo da impiegare dipende dallo scopo che si prefigge. Riabilitazione urologica A volte il posizionamento di un catetere può salvare una vita, come nel caso di ostruzione del tratto urinario o quando il paziente è impossibilitato nella minzione. La cateterizzazione può essere necessaria per o determinare la quantità di urina residua nella vescica, dopo che il paziente l'ha svuotata; o superare un ostacolo meccanico che blocca il flusso dell'urina; o mantenere il drenaggio necessario dopo interventi chirurgici alla vescica, vagina o prostata; o misurare la diuresi dei pazienti gravemente malati. Riabilitazione urologica Si deve cateterizzare un paziente solo in caso di assoluta necessità, perché la cateterizzazione molto frequentemente scatena infezioni delle vie urinarie. Le infezioni del tratto urinario costituiscono più di un terzo delle infezioni ospedaliere. La maggior parte di queste, circa 80%, sono conseguenti all'introduzione di cateteri o di strumenti d'indagine. L'incidenza di infezione in pazienti con catetere vescicale urinario a permanenza aumenta drasticamente dopo i primi due giorni. I patogeni responsabili delle infezioni del tratto urinario relativo all'uso di cateteri includono: Escherichia coli, Klebsiella, Proteus, Pseudomonas e Candida. Riabilitazione urologica I cateteri inibiscono la maggior parte delle difese naturali del tratto urinario, ostruendo il dotto periuretrale, irritando la mucosa della vescica, aprendo una via artificiale agli organismi che possono infettare la vescica. Quando si utilizzano cateteri, i microrganismi possono accedere al tratto urinario in tre modi: (1) con il passaggio dall’uretra nella vescica al momento della cateterizzazione; (2) attraverso il sottilissimo strato di fluido uretrale, tra catetere e mucosa; (3) risalendo all'interno del catetere fino alla vescica, dopo contaminazione esterna (il più comune). Riabilitazione urologica Per salvaguardare il paziente sono essenziali le seguenti precauzioni: osservare la più rigorosa sterilità pulire adeguatamente il meato uretrale. scegliere un catetere di calibro più piccolo del diametro del meato esterno per minimizzare il trauma e permettere il drenaggio dell'essudato lungo il catetere. lubrificare accuratamente il catetere con un prodotto germicida adatto. inserire il catetere con delicatezza e abilità. rimuovere il catetere il più presto possibile. Riabilitazione urologica In generale le patologie uro-renali vanno da semplici infezioni facilmente curabili, a malattie potenzialmente mortali che richiedono un trapianto o trattamenti di dialisi a lungo termine. Recenti progressi farmacologici e tecnologici hanno migliorato le possibilità diagnostiche e i trattamenti di queste patologie. Inoltre, molte malattie trattate tradizionalmente con intervento chirurgico e che necessitano di lunghi periodi di recupero, oggi possono essere risolte con tecniche non invasive e non chirurgiche, permettendo così un recupero più rapido. Riabilitazione urologica Principi generali delle infezioni delle vie urinarie Le infezioni delle vie urinarie sintomatiche o no, sono causate dalla presenza di microrganismi patogeni nel tratto urinario. Le infezioni possono manifestarsi in qualsiasi punto del tratto urinario e possono interessare la vescica (cistite), l'uretra (uretrite), la prostata (prostatite), o i reni (pielonefrite). Normalmente il tratto urinario è sterile, eccetto che in prossimità dell'orifizio uretrale. I fattori di rischio generali per l'infezione includono • l'incapacità o impossibilità di svuotare completamente la vescica, • un indebolimento del sistema immunitario, •l'inserimento di strumenti come il catetere nel tratto urinario. Il diabete, la gravidanza, e i disturbi neurologici aumentano il rischio di infezione perché causano lo svuotamento incompleto della vescica e la stasi dell'urina. Riabilitazione urologica Infezioni delle vie urinarie Batteriuria è il termine che si usa per indicare la presenza di batteri nell'urina. Le infezioni possono persistere per mesi o anche per anni, senza alcuna sintomatologia. Malgrado sia raro, ne possono derivare anche sepsi da gram-negativi e morte. Il 2% di tutti i pazienti ammessi in ospedale contraggono infezioni del tratto urinario durante la loro permanenza. L'1% di queste sfociano in malattie potenzialmente mortali. Le infezioni possono essere classificate in • non complicate (riscontrate di solito in giovani donne sane), • complicate (più comunemente riscontrate nel sesso maschile; come risultato di anomalie anatomiche o funzionali in entrambe i sessi), • ricorrenti (caratterizzate dall'alternarsi di periodi sintomatici e di altri asintomatici). Riabilitazione urologica Considerazioni relative all’invecchiamento L'infezione del tratto urinario è la causa più frequente di sepsi batterica nei pazienti che hanno più di 65 anni. Quella da gram-negativi è alla base di più del 50% delle cause di morte negli anziani. Le anomalie strutturali, la vescica neurogena secondaria a ictus cerebrali e a neuropatie diabetiche possono impedire lo svuotamento completo della vescica e aumentare il rischio di questo tipo di infezione. Quando si ricorre all'uso di un catetere a permanenza per il trattamento di questi problemi, la probabilità di infezione sale drammaticamente. L'incidenza di infezione aumenta con l'età e l'inabilità ed è maggiore nel sesso femminile. Le donne anziane presentano spesso svuotamento incompleto della vescica e stasi urinaria. Nel periodo post-menopausa le donne sono più suscettibili a infezioni e l'aderenza dei batteri alla vagina e all'uretra aumenta, per mancanza di estrogeni. Riabilitazione urologica Considerazioni relative all’invecchiamento L'azione antibatterica delle secrezioni prostatiche, che protegge i maschi da colonizzazioni microbiche dell’uretra e della vescica, diminuisce con l'età. Negli uomini le infezioni del tratto urinario sono rare anche se la loro frequenza nei pazienti di età superiore ai 65 anni è di poco inferiore a quella che si riscontra nelle donne della stessa età. Questo notevole aumento dell'incidenza è dovuto in gran parte a iperplasia prostatica e carcinoma, stenosi dell’uretra e vescica neurogena. I calcoli renali, l'uso di cateteri a permanenza e la debilitazione da malattia sono altri fattori che contribuiscono all'insorgenza d'infezione. Riabilitazione urologica Infezioni delle vie urinarie La sintomatologia dell'infezione del tratto urinario è molto varia. Spesso il paziente è asintomatico; la presenza di batteriuria viene scoperta casualmente nel corso di indagini di routine. I sintomi d'infezione del tratto urinario inferiore (cistite) includono dolori frequenti e bruciore alla minzione, accompagnati a volte da spasmi vescicali e nella regione sovrapubica. Sono occasionalmente presenti ematuria e dolore lombare. I sintomi d'infezione del tratto superiore (pielonefrite) includono febbre, brividi, dolori lombari e minzione dolorosa. In presenza di un danno renale, si hanno manifestazioni di insufficienza renale, come nausea, vomito, prurito, perdita ponderale, edema, e dispnea. Riabilitazione urologica Interventi infermieristici Alleviare il dolore e il malessere attraverso La somministrazione dei farmaci antibiotici e antispastici. L'aspirina, l’applicazione di calore al peritoneo, e i bagni caldi sono utili nel ridurre l'urgenza, il malessere e il dolore. Si incoraggia il paziente a bere abbondantemente per aumentare il flusso ematico renale e di conseguenza la diuresi per rimuovere i batteri con la minzione. Tuttavia, si devono evitare liquidi che possono essere irritanti per la vescica (come caffè, tè e bibite tipo coca cola). Si consiglia di svuotare la vescica di frequente (ogni 2 o 3 ore) per ridurre la concentrazione di batteri, ridurre il ristagno urinario e prevenire una recidiva. Riabilitazione urologica Interventi infermieristici Educazione del paziente e igiene domestica Le donne che hanno sofferto di episodi ricorrenti d'infezione urinaria devono ricevere istruzioni dettagliate sui punti seguenti: • adottare le misure igieniche per ridurre la concentrazione di patogeni all'ingresso della vagina: • fare la doccia piuttosto che il bagno, perché i batteri nell'acqua della vasca possono guadagnare l'accesso all'uretra. • lavarsi intorno al perineo e al meato uretrale dopo la defecazione. • bere un'abbondante quantità di liquidi durante il giorno, per eliminare i batteri con la minzione. • svuotare completamente la vescica ogni 2 o 3 ore durante il giorno. Questo previene la distensione eccessiva della vescica ed evita di modificare la circolazione sanguigna delle pareti della vescica, predisponendo a infezioni del tratto urinario. Riabilitazione urologica Interventi infermieristici Se l'evento iniziale per l'insorgenza di batteriuria è stato un rapporto sessuale: •Urinare immediatamente dopo i rapporti sessuali. •Prendere per via orale una dose singola di un antibatterico prescritto, subito dopo i rapporti sessuali. Se persiste batteriuria: può rendersi necessaria una terapia antibiotica a lungo termine al fine di evitare una proliferazione nell'area periuretrale e la recidiva d'infezione. La dose prescritta dovrebbe essere assunta dopo lo svuotamento della vescica e prima di andare a letto, allo scopo di raggiungere la massima concentrazione del farmaco durante le ore notturne. Riabilitazione urologica L’incontinenza urinaria è la perdita involontaria e incontrollata di urina dalla vescica. Se l'incontinenza è il risultato di una condizione infiammatoria (cistite), è probabile che sia solo temporanea. Ma se è dovuta a una condizione neurologica grave (paraplegia), probabilmente sarà un problema permanente. Malgrado l'incontinenza non sia una normale conseguenza dell'età, i mutamenti nel tratto urinario che accompagnano l'invecchiamento predispongono gli anziani a questa condizione. Nelle donne l’incidenza è maggiore a causa della combinazione di età, anatomia e il numero dei figli. Altri fattori di rischio sono le infezioni urinarie, la menopausa, la chirurgia genitourinaria, le malattie croniche e l'uso di certi farmaci Riabilitazione urologica Incontinenza urinaria Le varie forme di incontinenza sono riassumibili in: - incontinenza da stress: è la perdita involontaria di urina attraverso l'uretra sana, dovuta a un aumento improvviso della pressione endoaddominale. -incontinenza da urgenza: il paziente avverte lo stimolo, ma è incapace di controllarlo per una durata sufficiente a raggiungere il bagno per contrazioni incontrollabili della vescica. - incontinenza da pienezza: è caratterizzata da una perdita frequente e a volte anche continua di urina dalla vescica. - incontinenza funzionale: si riferisce a quei casi in cui le funzioni del tratto urinario inferiore sono conservate, ma altri fattori (cognitivi o fisici), impediscono al paziente di riconoscere lo stimolo. - forme miste di incontinenza: includono caratteristiche di diverse condizioni e sono il risultato dell’interazione di molti fattori. Solo con un'accurata comprensione del problema, un esame e referto diagnostico, si può definire un trattamento per risolvere l'incontinenza. Riabilitazione urologica Incontinenza urinaria Il successo del trattamento è condizionato dalla natura dell'incontinenza urinaria e dai fattori che la determinano. A secondo della diagnosi, verrà stabilito il trattamento medico o/e infermieristico. Accorgimenti infermieristici semplici ma efficaci, • assicurare un ambiente che faciliti la cura personale, • lasciare la padella facilmente accessibile, • non oscurare la stanza completamente, • consigliare indumenti che semplifichino l'uso dei servizi. inoltre •istruire il paziente nell'esecuzione di esercizi pelvici, • stabilire una tabella di evacuazioni, • insegnare a modificare comportamenti abituali, • aumentare l'assunzione di liquidi per prevenire costipazione e blocco intestinale, che sono fattori piuttosto comuni nell'incontinenza dei pazienti sedentari. Riabilitazione urologica E’ opportuno progettare un programma di riabilitazione personalizzato sulle difficoltà presentate dal paziente. Obiettivo facilitare la presa di coscienza da parte dei pazienti dell’attività muscolare perineale. rieducare la vescica La riabilitazione perineale trova indicazioni in molteplici situazioni dall’ ambito ginecologico al trattamento dell’incontinenza urinaria da urgenza e da stress, e a scopo preventivo per migliorare l’esito degli interventi a carico degli organi pelvici. Riabilitazione urologica I primi contatti tra paziente e infermiere sono fondamentali in quanto servono a stabilire la base del rapporto di fiducia e conoscenza che è importantissimo per il corretto svolgimento del percorso. Infatti senza la conoscenza reciproca non si riesce a stabilire quel rapporto empatico che permette all’utente di parlare di sé a 360 gradi senza inibizioni di sorta. Durante i primi incontri l’infermiere raccoglie dati, clinici e non, che riguardano lo stile di vita, la salute dell’utente, il tipo di incontinenza presente e la tonicità dei muscoli perineali. Inoltre l’utente inizia a prendere coscienza del proprio perineo e del percorso riabilitativo. Riabilitazione urologica E’ provato che il trattamento combinato con allenamento dei muscoli pelvici insieme all’elettrostimolazione e biofeedback è la combinazione che dà migliori risultati, con tassi di guarigione fino al 73% e miglioramenti fino al 97%. Riabilitazione urologica Gli esercizi di riabilitazione(kegel) del pavimento pelvico sono il primo tentativo per risolvere il problema dell’incontinenza da sforzo lieve o moderata. Servono a restituire tonicità ai muscoli del perineo. La chinesiterapia-pelviperineale comprende gli esercizi di contrazione/rilassamento per il muscolo pubococcigeo , l’utilizzo dei coni vaginali , esercizi posturali. Riabilitazione urologica L’elettrostimolazione della muscolatura perineale avviene tramite sonde vaginali (o anali, nel maschio) che emettono impulsi elettrici che controllano la vescica e stimolano i muscoli del perineo aumentandone quindi la capacità di contrazione e quindi di continenza sulla fuga di urine. Egualmente, a diverse frequenze, l’elettrostimolazione può agire sullo stimolo vescicale riducendo l’urgenza. . Riabilitazione urologica Il biofeedback è una tecnica terapeutica che utilizza una strumentazione elettronica e computerizzata per indicare alla persona, attraverso l’uso di segnali visivi e/o acustici (definiti feedback o informazioni di ritorno), l’andamento di alcuni suoi eventi fisiologici (grado di contrazione dei muscoli, livello di sudorazione delle palme della mani e dei piedi, frequenza cardiaca, temperatura periferica, ampiezza e frequenza della respirazione, …). I due scopi principali relativi all’applicazione di questa tecnica sono: 1) valutare l’andamento normale o patologico degli eventi fisiologici analizzati; 2) ripristinare il normale andamento di questi eventi attraverso l’addestramento della persona a controllarli servendosi dei segnali visivi e/o acustici che gli vengono presentati. Riabilitazione urologica Il biofeedback rappresenta quindi una tecnica di apprendimento molto funzionale, sia per acquisire in tempo reale ed utilizzare coscientemente nuove, continue e proporzionali, informazioni necessarie per imparare a controllare eventi fisiologici interni altrimenti involontari o non percepibili, sia per osservare, analizzare e valutare l'andamento dell'apprendimento stesso e degli sforzi effettuati per approssimarsi sempre più all'obiettivo stabilito. Riabilitazione urologica Nello specifico, il biofeedback è una ginnastica attiva, di contrazione e di rilasciamento, che comprende esercizi guidati, con ausilio visivo del computer, che aiutano il paziente a localizzare i muscoli perineali ed azionarli correttamente per facilitare il controllo della muscolatura in caso di ipertonicità (come nel caso di vaginismo, dolore cronico pelvi-perineale), per riabilitare la muscolatura dopo interventi chirurgici (isterectomia, prostatectomia radicale, emicolectomia) o in caso di abitudini errate con contrazione di muscoli antagonisti, con una sonda vaginale o anale. Riabilitazione urologica Insufficienza renale L'insufficienza renale è la condizione nella quale i reni sono incapaci di rimuovere i prodotti del catabolismo e svolgere la loro normale funzione. Le sostanze solitamente eliminate con l'urina si accumulano nell'organismo causa dell'inefficace escrezione renale, e portano a disfunzioni metaboliche ed endocrine, come pure a uno squilibrio idro-elettrolitico e acido-base. L'insufficienza renale è una malattia sistemica ed è l'esito finale di molte malattie del rene e del tratto urinario. Ogni anno milioni di persone muoiono per insufficienza renale irreversibile. Riabilitazione urologica Insufficienza renale acuta L'insufficienza renale acuta è un’improvvisa e quasi completa perdita della funzionalità renale causata dall’insufficienza della circolazione renale o da disfunzioni glomerulari e tubulari. Si manifesta con un'oliguria improvvisa (meno di 500 mL di urina al giorno), o anuria (meno di 50 mL al giorno). Il paziente con insufficienza renale acuta manifesta un alto tasso di creatininemia e di azotemia, e spesso una ritenzione di altri prodotti del catabolismo normalmente escreti dai reni. Riabilitazione urologica Cause di insufficienza renale acuta Pre-renale Ipovolemia Emorragia Disidratazione Ischemia Clampaggio dell'aorta Chirurgia dell'aorta o dei vasi renali Grossa chirurgia negli anziani. Sepsi Shock settico Post-renale Ostruzioni del tratto urinario Calcoli Tumori Ipertrofta prostatica Stenosi Intra-renale Ischemia renale prolungata Emoglobinuria (reazione a trasfusione, anemia emolitica) Mioglobinuria (lesioni da schiacciamento, ustioni, danno tessutale esteso) Esposizione a sostanze nefrotossiche - Antibiotici aminoglicosidi (gentamicina, kanamicina) - Metalli pesanti (piombo e mercurio) - Solventi e sostanze chimiche (arsenico, glicoletilene, tetracloruro di carbonio) - Farmaci anti-infiammatori non-steroidei - Mezzo di contrasto radio-opachi Glomerulonefrite acuta Pielonefrite acuta Riabilitazione urologica Interventi infermieristici In caso di insufficienza renale vengono interessati quasi tutti gli organi. Il paziente appare gravemente malato, letargico, soffre di nausea persistente, vomito e diarrea. La pelle e le mucose sono disidratate e l'alito può avere odore di urina. Le manifestazioni neurologiche includono sonnolenza, emicrania, fascicolazioni muscolari e convulsioni. L'urina escreta è scarsa, ematica e con peso specifico basso (1010, invece del normale 1025). Riabilitazione urologica Interventi infermieristici L'infermiere ha un ruolo importante nel trattamento del paziente con insufficienza renale acuta. Oltre a prendersi cura di quella che può essere la causa prima dell’insufficienza renale • tiene sotto controllo le eventuali complicanze,(infezioni, lesioni cutanee..) • partecipa ai trattamenti di emergenza degli squilibri idro-elettrolitici, • valuta i progressi e le risposte ai trattamenti, • offre un sostegno fisico e psicologico • informa i familiari sulle condizioni del paziente, li aiuta a capire il trattamento e li rassicura. Riabilitazione urologica Insufficienza renale cronica L'insufficienza renale cronica o malattia terminale è un deterioramento progressivo e irreversibile della funzionalità renale, in cui viene a mancare la capacità dell'organismo a mantenere un equilibrio metabolico e idro-elettrolitico, fino all'instaurarsi dell'uremia (sindrome che risulta da un accumulo eccessivo di urea e di altri composti azotati di scarto nel sangue). Può essere causata da glomerulonefrite cronica, pielonefrite, ipertensione maligna, lesioni ereditarie (come il rene policistico), disturbi vascolari, ostruzioni del tratto urinario, patologia renale secondaria a una malattia sistemica (come il diabete), infezioni, farmaci e sostanze tossiche (piombo, cadmio, mercurio, cromo, .). Per mantenere in vita il paziente possono rendersi necessari la dialisi o un trapianto renale. Riabilitazione urologica Insufficienza renale cronica I sintomi: affaticamento e letargia, emicrania, debolezza generale, disturbi gastrointestinali (nausea, vomito, anoressia, diarrea), tendenza al sanguinamento e confusione mentale, salivazione ridotta, sete, sapore metallico in bocca, perdita di odorato e gusto, parotite e stomatite. Se il trattamento viene iniziato immediatamente, i sintomi possono sparire. In caso contrario si acutizzano, e ne compaiono di nuovi, perché le alterazioni metaboliche dell'uremia coinvolgono tutto l'organismo. Il paziente diventa progressivamente più letargico, la frequenza della respirazione aumenta (respiro di Kussmaul), fino ad arrivare a uno stadio di coma, spesso con convulsioni, simili a quelle epilettiche. Sulla pelle compare una sostanza bianca e polverosa, («cristalli di urea» composti principalmente di urati). A meno che non si inizi il trattamento, la morte segue rapidamente. Riabilitazione urologica Insufficienza renale cronica Il paziente con insufficienza renale cronica richiede un trattamento infermieristico avveduto, per evitare complicanze e per riuscire a convivere con lo stress e l'ansia creati da una malattia potenzialmente mortale. L'assistenza infermieristica è rivolta alla valutazione dell’equilibrio idro-elettrolitico, all'identificazione di possibili cause di squilibrio al perfezionamento di un programma dietetico che assicuri una nutrizione adeguata durante il trattamento al miglioramento della comprensione del paziente e dei familiari delle sue condizioni fisiche e della terapia. Riabilitazione urologica Dialisi La dialisi è un processo di depurazione dell'organismo di liquidi e prodotti di rifiuto, che si utilizza quando i reni sono malfunzionanti, o quando tossine e veleni devono essere rimossi immediatamente dal sangue per prevenire un danno permanente o mortale. Scopo della dialisi è di mantenere la vita e il benessere del paziente fino a che la funzionalità dei reni ritorni normale, di rimuovere le sostanze di rifiuto dal sangue se la funzionalità renale è compromessa in modo definitivo. Si utilizzano vari tipi di dialisi: emodialisi, emofiltrazione e dialisi peritoneale. Riabilitazione urologica Trapianto renale Il trapianto renale offre un miglioramento della qualità di vita e un ritorno a condizioni di normalità, per questo esso è diventato il trattamento di scelta della maggior parte dei pazienti con insufficienza renale terminale. Il trapianto renale consiste nella sostituzione di un rene di un paziente affetto da malattia renale terminale con quello di un donatore vivente o deceduto. La maggior parte dei pazienti che arrivano al trapianto sono stati trattati con dialisi per mesi o anni. I reni del paziente, non funzionanti, possono essere asportati o no, e la dialisi può essere utilizzata fino a che si trovi un donatore compatibile. I trapianti di organo proveniente da un donatore vivente consanguineo (con antigeni A130 e HLA compatibili) hanno più successo di quelli con organo di donatore deceduto. Il rene trapiantato è posto nella fossa iliaca anteriormente alla cresta iliaca del paziente. L'uretere del rene trapiantato è impiantato nella vescica o anastomizzato all'uretere del ricevente. Riabilitazione urologica Il trapiantato dovrà rielaborare un nuovo stile di vita e convincersi che la sua non è una condizione di invalidità, ma uno stato di salute ritrovato. La salute è anche la capacità di accettare un evento inevitabile (trapianto) per rientrare nella vita affettiva e lavorativa senza considerarsi diversi o menomati, riuscendo a trovare nuove risorse per ri-vivere. Il trapianto è spesso considerato dai pazienti “una strada per una liberazione personale”, per riprendere il controllo della loro vita e di loro stessi. Riabilitazione urologica La qualità della vita, dopo il trapianto è buona, nella stragrande maggioranza casi, nonostante il post-intervento richieda uno stile di vita attento e l’assunzione di farmaci immunosopppressivi per un periodo praticamente indefinito. La persona riprende a lavorare, a viaggiare, a praticare sport, le donne in età fertile riescono a portare a termine una o più gravidanze. Ad un anno dall’operazione i pazienti sono in grado di svolgere una normale attività, compatibilmente con l’età, e solo una minoranza dei pazienti che aveva lavoro prima della malattia non ha ripreso l’attività per problemi legati allo stato di salute o altro. Riabilitazione urologica Esercizio fisico L’esercizio fisico, è oggi, indicato quale parte integrante dell’approccio terapeutico di molte patologie,anche urologiche, per i molti benefici effetti che esso è in grado di produrre nell’organismo. Tra questi vi sono quelli espletati da alcuni studi nei confronti del sistema immune dei soggetti sani e tendenzialmente immunodepressi. Si ritiene che l’esercizio fisico sia in grado di sollecitare modificazioni positive sia sotto il profilo del comportamento che del sistema immunologico nella duplice componente, cellulare e umorale. Un programma d’esercizio a bassa intensità che coinvolge le funzioni compromesse è in grado di modificare significativamente la capacità funzionale e la qualità di vita dei pazienti in dialisi, offrendo loro un “opportunità terapeutica” in più. Riabilitazione urologica Risulta quindi opportuno progettare un programma di attività fisica aerobica personalizzato sulle difficoltà presentate dal paziente. Attraverso la valutazione del paziente è possibile evidenziare le funzioni deficitarie e conseguentemente sviluppare esercizi idonei alla prevenzione ed al recupero di funzioni sensitivo-motorie, con lo scopo di facilitare stratagemmi compensatori messi in atto da un corpo a seguito di insulti subiti. Tenendo conto della faticabilità che questi soggetti spesso presentano, il programma riabilitativo prevede periodi di recupero nell’esecuzione tra le varie tipologie d’esercizio (almeno 45 min). GRAZIE