66 dossier energiedelfuturo I sistemi di accumulo secondo CESI: opportunità o necessità per un efficace funzionamento del sistema elettrico? di Antonio Ardito, Alessandro Clerici, Daniele Daminelli, Olivier Lamquet | CESI economico degli investimenti nel campo delle rinnovabili; 3 l’impiego dell’elettricità, in una prospettiva di più lungo termine, in usi non elettrici come trasporto e/o riscaldamento. L’Italia si è mossa in prima fila con una serie di incentivazioni che hanno portato ad avere ora in servizio circa 17.000 MW di impianti fotovoltaici e 9.000 MW di eolici, con seri impatti sia sulle bollette dei clienti finali, sia sul funzionamento del sistema elettrico, specie in periodi di bassi consumi e durante le assolate ore giornaliere, e sia per “colli di bottiglia” nel sistema di distribuzione e trasmissione che non permettono in alcune ore il vettoriamento delle rinnovabili. Tali problematiche e lo sviluppo delle tecnologie nel settore batterie, legato prevalentemente agli investimenti per i veicoli elettrici, hanno visto mettere in discussione i due pilastri che hanno dominato lo sviluppo dei sistemi elettrici fin dalla loro nascita, circa 130 anni fa, e cioè: 1. l’energia elettrica in ogni istante deve essere prodotta in valore uguale al carico (non è possibile/conveniente l’accumulo di elettricità); 2. l’energia è prodotta “economicamente” in centrali di grossa taglia e trasmessa da loro ai carichi con un percorso unidirezionale top-down. Lo sviluppo sopra menzionato della generazione aleatoria e distribuita è stato ed è il principale attore di possibili inversioni di flusso, specie nei sistemi di distribuzione (i carichi che sono diventati in vari nuova energia 4-2013 L’accumulo, nella sua forma idroelettrica, non è certo un concetto nuovo per le reti elettriche e storicamente le centrali elettriche di pompaggio sono state impiegate per bilanciare la produzione elettrica con la domanda e fornire servizi ancillari. Tuttavia, l’aumento dell’efficienza delle centrali termoelettriche (in particolare di quelle a cicli combinati) e la maggiore certezza sui loro tempi e costi di realizzazione hanno progressivamente ridotto l’attrattività e la competitività delle centrali idroelettriche di pompaggio, con la conseguenza che la sicurezza e l’affidabilità dei sistemi elettrici sono fortemente dipendenti dalle centrali termoelettriche. In questi anni, sotto l’impulso delle direttive europee sulle energie, le politiche di riduzione dei gas ad effetto serra stanno provocando una sostanziale riduzione della quota delle centrali termoelettriche nel mix di generazione e richiedono quindi un ripensamento profondo dell’organizzazione della sicurezza dei sistemi elettrici. Questa tendenza crea di fatto di nuovo i presupposti tecnico-economici per l’impegno dei sistemi di accumulo nelle reti elettriche, ovvero la necessità di incrementare la flessibilità e la stabilità delle reti elettriche con lo scopo finale di far fronte a: 3 l’aumento della domanda; 3 l’incremento del livello di penetrazione della produzione da fonte rinnovabile non programmabile; 3 la riduzione del distacco dei generatori da fonte rinnovabile, riducendo così la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili e migliorando il ritorno 67 nuova energia 4-2013 casi prosumer) e di problematiche di colli di bottiglia per sovraccarichi di linee e tali da rendere difficile su alcune porzioni del sistema elettrico il trasporto dell’energia prodotta dalle FER. Occorre notare inoltre che, a parte i problemi di inversioni di flusso e di congestioni, in condizioni di rilevante produzione da fonti rinnovabili aleatorie e per effetto delle regole di mercato che offrono loro priorità di dispacciamento, si pongono problemi per: 3 la necessaria capacità di riserva e di bilanciamento da parte di centrali convenzionali (le centrali alimentate da fonte rinnovabile non sono obbligate a mantenere margine di riserva per il bilanciamento del carico elettrico); 3 la difficoltà delle centrali convenzionali a rispondere a rampe di carico dovute alla variabilità della produzione di kWh da sole e vento (e di particolare importanza sono ora in Italia le rampe in discesa al mattino con l’immissione di energia fotovoltaica e di sera le rampe in salita per sopperire al calare del sole); 3 il critico comportamento del sistema in condizioni dinamiche a causa della ridotta “inerzia meccanica” dovuta alla sostituzione della generazione sincrona convenzionale con la generazione interfacciata con elettronica di potenza fisicamente priva d’inerzia. L’applicazione dei sistemi di accumulo – concentrati o distribuiti, sia sulla trasmissione sia sulla distribuzione, fino all’utenza finale – sta diventando quindi una possibile risorsa, in fase di analisi da parte dei principali utilizzatori del sistema elettrico, per alleviare ed eliminare le criticità sopra riportate. Diverse sono le domande che sorgono di fronte ad un possibile inserimento massiccio degli accumuli: quali precise esigenze i sistemi di accumulo sono in grado di soddisfare, quale tipo di servizio e quali specifiche caratteristiche funzionali devono avere per facilitare un efficace funzionamento del sistema elettrico? Quali caratteristiche tecnologiche e costruttive sono necessarie oggi e nel prossimo futuro per rispondere ai requisiti funzionali, ambientali, di sicurezza, di vita utile e di economicità? Come disegnare un sistema regolatorio ed eventuali schemi di incentivazione iniziale per favorire l’ingresso di questi sistemi nel mercato? Come scenderanno i loro costi? I principali campi di applicazione dei sistemi di accumuloFigura 1 Generazione trasmissione distribuzione utenza Micro-grid Impianto convenzionale Gestore Rete di Trasmissione Gestore Rete di Distribuzione Impianti RES Prosumer Ambiti di applicazione e tecnologie dei sistemi di accumulo Sebbene anche i dispositivi di stoccaggio termico possano avere interessanti applicazioni a livello dei consumatori o in combinazione con i grandi impianti di concentrazione solare, in questo articolo si considerano solo accumuli rilevanti per il sistema elettrico (con l’esclusione delle micro-grid). I sistemi di accumulo rappresentano una soluzione tecnologica “trasversale” per il sistema elettrico, nel senso che si prestano ad essere adottati da diversi attori, al fine di facilitare l’economico funzionamento dei loro assets e di poter avere da parte dei consumatori finali prelievi di potenza/energia flessibili e tali da minimizzare i costi delle loro bollette elettriche in funzione di evoluti piani tariffari. In passato, l’accumulo nel settore elettrico è stato principalmente utilizzato con unità centralizzate di grandi dimensioni adibite a stoccaggio per durate lunghe (pompaggio idroelettrico che rappresenta ancora la stragrande maggioranza degli impianti di accumulo installati nel mondo). Tali accumuli centralizzati potrebbero risolvere i diversi problemi elencati se la rete fosse ideale, ossia senza vincoli locali sui transiti di potenza; la realtà del sistema di trasporto e distribuzione con gli inevitabili vincoli fa sì che a livello locale il loro intervento sia precluso in vari casi e si assiste quindi ad un interesse emergente di stoccaggi decentralizzati, tali da sod- disfare una varietà di funzioni e fornire benefici ai diversi stakeholder. L’impianto di stoccaggio può essere collegato direttamente sulla rete di trasmissione o distribuzione, in prossimità di centrali convenzionali o rinnovabili o a livello dei singoli consumatori (Figura 1). Lo stoccaggio di energia elettrica può essere posizionato vicino alla generazione o vicino al carico, gestito in modo centralizzato o in maniera decentrata; può essere un “bene comune” di cui beneficia l’intero sistema o una “risorsa dedicata” per i vantaggi di un singolo attore. In questo contesto la regolazione gioca un ruolo fondamentale. Le funzionalità più interessanti che si richiedono ai sistemi di accumulo possono essere classificate in via semplificata in base ai “requisiti” che li caratterizzano: 3 sistemi che lavorano “in potenza” e che prevedono lo scambio di elevate potenze per tempi brevi (da frazioni di secondo a qualche decina di minuti); 3 sistemi che lavorano “in energia” e che prevedono lo scambio costante di potenza per tempi lunghi (con autonomia nell’ordine delle ore). La Figura 2 riporta sinteticamente per i differenti ambiti di applicazione le tipologie di accumulo per i sistemi elettrici. Quadro normativo e regolatorio L’entità e la velocità di sviluppo dei sistemi di accumulo è chiaramente legata all’evoluzione del quadro normativo, di quello regolatorio e ad una significativa riduzione del loro costo. dossier 68 energiedelfuturo Applicazioni e tipologie di sistemi di accumulo Figura 2 Tecnologie specifiche “in energia” Maturità Tecnologica Tecnologie “trasversali” Maturità Tecnologica Matura Tecnologie specifiche “in potenza” Fonte: Smart Grid Report – Energy Strategy Group 2013 Maturità Tecnologica Matura Idro NA/S CAES Redox Matura Sviluppo Embrionale Pb/Acido Na/NiCl Li/ion Ni/Cd Ni/MH Sviluppo Embrionale Sviluppo Embrionale Volani SC SMES Prestazioni “in potenza” addizionali per i clienti finali. I primi atti sono stati dedicati a sperimentazioni per il soggetto regolato Terna e sono in definizione quelli relativi ai DSO. Permane il delicato tema di una normativa in grado di definire adeguati modelli di business per i servizi dei sistemi di accumulo. Considerando l’impatto che potrebbe avere un accumulo distribuito presso ciascun utente e che dovrebbe promuovere rinnovabili distribuite e auto-consumate con minimo impatto sul sistema elettrico, da parte di associazioni di categoria si preme su un’apertura a tale regolazione per gli utenti finali. La Germania ha iniziato un programma di due anni per incentivare gli accumuli distribuiti associati a sistemi fotovoltaici, lo schema di remunerazione prevede un incentivo qualora l’immissione in rete è contenuta ad un massimo del 60 per cento della generazione, al fine di promuovere l’autoconsumo dell’energia prodotta e ridurre le interazioni con la rete. Pur nel quadro complessivo di regolazione technology neutral, appare ragionevole la definizione di un regime incentivante rivolto ai sistemi di accumulo, circoscritto e limitato nel tempo, al fine di sostenere la prima fase di sviluppo. Esigenze, requisiti funzionali e prove Le possibili esigenze cui possono rispondere i sistemi di accumulo per il sistema elettrico sono molto variegate e di conseguenza le specifiche funzionali di tali sistemi possono variare moltissimo in termini di taglia (potenza nominale nuova energia 4-2013 Non esiste oggi una copertura normativa completa per i sistemi di accumulo di cui qui si tratta. Esistono certamente norme che riguardano singoli componenti, per esempio le apparecchiature elettriche che costituiscono il Power Conversion System (PCS) ed il Balance of Plant (BoP) e che si frappone fra il punto di connessione alla rete e i sistemi di accumulo propriamente detti, i quali a loro volta dispongono di una loro elettronica di controllo, Battery Management System (BMS). Per quanto riguarda le batterie elettrochimiche, le norme coprono bene le tecnologie tradizionali al piombo, in uso da sempre nei sistemi di trazione, nelle stazioni e centrali elettriche, e quelle al nichel-cadmio e al litio, per alimentazione di apparecchiature elettroniche (telefoni cellulari, notebook, eccetera) e per la moderna trazione veicolare. Buona parte delle tecnologie innovative oggi in fase embrionale o di sviluppo per le applicazioni in oggetto non sono normate. La IEC ha recentemente costituito un comitato tecnico denominato Electric Energy Storage System con il compito di emettere norme, insieme a rapporti tecnici e specifiche tecniche, proprio per i sistemi di accumulo per i sistemi elettrici, coprendo così il vuoto normativo. In Italia il CEI ha costituito il comitato CT 120, analogo per finalità a quello avviato in ambito internazionale. Relativamente al quadro regolatorio, l’AEEG in Italia ha stabilito un chiaro principio “prima si sperimenta e poi si regola” sulla base dei benefici evidenziati dalla sperimentazione per evitare oneri Prestazioni “in energia” ed energia nominale accumulata), tempi di risposta e caratteristiche dinamiche in genere (rampa di carica e di scarica, inversione rapida di flusso), cicli attesi di carica/ scarica e vita attesa della batteria. Un aspetto fondamentale che costituisce anche un requisito non facile da specificare è la vita utile della batteria in funzione della quantità di cicli standard carica/scarica di riferimento che rappresentino nel modo più significativo possibile le sollecitazioni della batteria durante l’esercizio. Ovviamente si tratta di una definizione approssimativa ed esistono fondati dubbi che oggi, in assenza di sperimentazioni di lungo periodo, questi cicli siano effettivamente rappresentativi delle sollecitazioni in reale esercizio. D’altra parte la vita utile delle batterie è un aspetto molto critico, anzi decisivo, per definire la convenienza tecnico-economica dell’installazione di sistemi di accumulo su vasta scala. Per quanto concerne le prestazioni in termini di compatibilità elettromagnetica, come per tutte le apparecchiature e in particolare quelle basate su elettronica di potenza, devono essere forniti da una parte i valori garantiti delle caratteristiche della tensione (disturbo armonico, squilibri, eccetera) della rete nel punto di connessione, e dall’altra parte devono essere anche definiti i limiti di emissione imposti al sistema di accumulo. Come noto, esistono diverse norme sulla compatibilità elettromagnetica che si possono applicare o cui si può fare riferimento, considerando il sistema di accumulo come un qualsiasi convertitore statico. Le protezioni minime d’interfaccia del sistema di accumulo devono garantire il corretto funzionamento del sistema in parallelo alla rete. Il sistema di accumulo deve essere in grado di rimanere connesso in caso di guasti esterni, nella zona d’insensibilità agli abbassamenti di tensione. Il sistema di protezione del sistema di accumulo deve inoltre essere in grado di eliminare selettivamente e tempestivamente i guasti interni. Inoltre il sistema deve essere equipaggiato con tutti i servizi ausiliari, ovvero i sistemi e dispositivi necessari per il corretto e sicuro funzionamento di ogni componente del sistema stesso. Il sistema di accumulo deve essere dotato di un sistema di controllo integrato per la gestione locale del sistema stesso 69 e per l’interfacciamento con i sistemi di controllo di livello superiore. È da notare che questo sistema di controllo a sua volta si deve interfacciare con il cosiddetto Battery Management System (BMS), ossia il sistema di gestione e controllo locale di ogni modulo batteria e dei suoi componenti, tra cui i servizi ausiliari. Da quanto esposto sopra, è evidente la complessità funzionale e costruttiva di un sistema di accumulo completo, specie se le prestazioni richieste per servizi di rete sono particolarmente impegnative. Ne consegue che, se da una parte la prova dei singoli componenti e sottosistemi rimane essenziale e prioritaria, la verifica funzionale dell’intero sistema di accumulo assemblato è di fondamentale importanza. Si ritengono utili anche prove di laboratorio che, in un intervallo di tempo relativamente breve, possano sottoporre l’intero sistema di accumulo, o almeno una parte molto significativa di questo, ad un insieme di sollecitazioni che nel servizio normale anche sperimentale in rete non possono verificarsi se non forse in tempi molto lunghi (ad esempio: guasti in rete, buchi di tensione, interferenze elettromagnetiche). Il CESI e i sistemi di accumulo Nelle sue attività all’estero il CESI si è trovato (ad esempio in Irlanda, Polonia, Romania, Turchia, Marocco, Tunisia, Libia, Giordania, eccetera) a dover considerare i sistemi di accumulo nella definizione dei limiti tecnico-economici ammissibili per la massima penetrazione delle rinnovabili volatili nel particolare Paese. Sul fronte della generazione convenzionale sono disponibili modelli ed esperienze per valutare l’impiego dei sistemi di accumulo, al fine di ridurre rampe di carico o massimizzare la produzione delle centrali convenzionali svolgendo direttamente funzioni di regolazione primaria e “liberando” potenza vendibile dall’impianto. Mentre per la generazione rinnovabile sono state studiate applicazioni di sistemi di accumulo al fine di ridurre le rampe di I sistemi di accumulo secondo CESI: opportunità o necessità per un efficace funzionamento del sistema elettrico? potenza immesse in rete a valori ammissibili (come previsto da particolari normative estere) o per immagazzinare energia che non verrebbe dispacciata per problemi di rete. Per quanto riguarda i DSO e i TSO sono disponibili modelli sofisticati per studi di valutazione dei vantaggi tecnico-economici dei sistemi di accumulo appropriatamente inseriti e definendo sia le principali caratteristiche e sia le indispensabili prove al commissioning per verificarne i comportamenti. Inoltre, l’impatto sulla riduzione o differimento di interventi strutturali per rimuovere colli di bottiglia sono in fase di esame in alcuni Paesi. Per le applicazioni per utenti finali sono state fatte valutazioni sui possibili vantaggi dei sistemi di accumulo in particolari situazioni tariffarie (ad esempio in Giappone) che penalizzano i prelievi in potenza dalla rete e ne favoriscono il peak-shaving. Sono state sviluppate anche analisi sull’effetto di accumuli presso utenti finali al fine di favorire l’autoconsumo delle fonti rinnovabili distribuite per agevolare il funzionamento del sistema di generazione e distribuzione del Paese. Sono in corso particolari interventi verso fornitori di sistemi di stoccaggio per ottimizzare il loro design in funzione delle caratteristiche richieste dai clienti e verificare il comportamento dinamico del BMS/PCS e collegamento con il sistema di controllo del gestore della rete. Sono altresì in atto prove sui componenti e proposte di prove sull’intero sistema di accumulo o su sue parti rilevanti, così come consulenza e prove su tavole vibranti per verificare il trade-off tra cablaggi e assemblaggi in fabbrica dei sistemi di accumulo, sottoponendo il sistema a stress durante il trasporto, o se effettuarli in loco. Conclusioni nuova energia 4-2013 I sistemi di accumulo stazionario per servizi di rete sono complessi e costituiti da componenti e sottosistemi che vengono oggi per la prima volta assemblati allo scopo di garantire prestazioni molto spinte in termini soprattutto di velocità di risposta e di dinamica. La loro specificazione è alquanto complessa anche perché la normativa è ancora carente e in fase di elaborazione, non potendo contare per ora su significative esperienze di esercizio. La verifica delle prestazioni e della rispondenza ai requisiti funzionali così stringenti non è agevole e il ricorso a laboratori adeguatamente attrezzati può dare un impulso notevole all’applicazione di queste tecnologie, accorciando di parecchio i tempi per accertare la conformità di questi sistemi ai loro requisiti specifici e tranquillizzando anche chi deve decidere di questi investimenti. I possibili scenari sono molteplici per la localizzazione, il funzionamento e i principali servizi che i sistemi di accumulo di energia elettrica potrebbero fornire. Il ruolo futuro dell’accumulo sarà determinato da sistemi regolatori lungimiranti ed efficienti, così come da normative tecniche appropriate, ma anche dalla riduzione del costo dei sistemi stessi. Il CESI con le sue competenze si pone come fornitore di servizi essenziali sia ad enti di pianificazione, regolazione e normativa internazionali, sia ad acquisitori di sistemi di accumulo che a sviluppatori e fornitori degli stessi o di loro componenti. Rimane comunque indubbio che l’accumulo elettrico non possa (e non debba) rappresentare l’unico approccio alle nuove problematiche introdotte dalle rinnovabili; rappresenta una soluzione promettente che deve comunque essere accompagnata da altre misure quali la flessibilizzazione della generazione, la flessibilizzazione della domanda, l’aumento delle interconnessioni e la flessibilizzazione delle reti elettriche.