Lezione 1 - 2. Com`è fatto il basso elettrico

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GAETANO FERRARA
CORSO
MULTIMEDIALE
di
BASSO ELETTRICO
a 4 & 5 corde
LEZIONE
1
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GAETANO FERRARA - CORSO MULTIMEDIALE DI BASSO ELETTRICO
LEZIONE 1 - CONTENUTI
INTRO
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CONTENUTI
OBIETTIVI
1. Ruolo del basso elettrico nella musica
Elementi strutturali della musica: ritmo
Elementi strutturali della musica: melodia
Elementi strutturali della musica: armonia
Non solo basso elettrico
Oltre il fondamento armonico
Il basso moderno
Schema riassuntivo
2. Com’è fatto il basso elettrico
Elementi del corpo
Ponte
Componenti elettronici (pickup)
Battipenna
Attacchi per la tracolla
Elementi del manico
Paletta e meccaniche (chiavette)
Tastiera
Capotasto, tasti e segnatasti
Truss rod
Corde e scalatura
Schema riassuntivo
3. Tipologie e modelli di bassi elettrici
Fender Precision (1951)
Fender Precision (1957)
Fender Jazz (1960)
Music Man StingRay (1976)
G&L (1980)
Rickenbacker 4001 (1961)
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LEZIONE 1 - COM’È FATTO IL BASSO ELETTRICO
2. Com’è fatto il basso elettrico
È importante avere un’idea delle principali caratteristiche costruttive del proprio strumento.
Quella che seguirà sarà l’anatomia di un classico basso elettrico solid-body (corpo a
cassa piena, senza cassa di risonanza) a quattro corde con i tasti.
Lo strumento preso in esame è un Fender Precision del 1978, modificato con l’aggiunta
di un pickup inserito vicino al ponte. Modello dalla storia gloriosa, il Precision fu creato
da Leo Fender nel 1951 e aggiornato nel 1957. Egli concepì uno strumento assemblabile
in più parti che possono essere smontate e rimontate, e quindi sostituite, a piacimento
(un’idea razionale e pratica che gli consentì di ottimizzare la produzione rendendola
vincente nel mercato).
I due elementi che contengono tutti gli altri sono il corpo e il manico, queste due parti
principali del basso vengono collegate tra loro soprattutto mediante delle viti (bolt-on),
ma possono anche essere incollate e incastrate (set-in) o il manico può passare attraverso il corpo (neck-through body).
Il materiale usato per costruire il corpo e il manico è naturalmente, per la maggior parte
dei casi, il legno (non mancano però materiali quali resine, grafite, alluminio). Possono
essere dei blocchi unici o, più comunemente, pezzi incollati tra loro. I legni più usati per
la loro costruzione sono i più vari, tra questi: ontano, frassino, acero, pioppo, ciliegio,
tiglio, mogano, etc.
MANICO
CORPO
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LEZIONE 1 - COM’È FATTO IL BASSO ELETTRICO
Elementi del corpo
1)
2)
3)
4)
PONTE
COMPONENTI ELETTRONICI (PICKUP)
BATTIPENNA
ATTACCHI PER LA TRACOLLA
Ponte
Struttura metallica avvitata sul corpo, alla quale vengono ancorate le corde.
Il ponte è formato da una piastra con un bordo rialzato alla quale vengono fissate delle
sellette dove poggiano le corde.
Un ponte di fattura più massiccia aumenta il sustain (durata del suono).
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PIASTRA DEL PONTE FENDER
SELLETTE COMPLETE DI VITI PER LE REGOLAZIONI
PONTE MONTATO SUL CORPO
PONTE MONTATO SUL CORPO CON LE CORDE
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LEZIONE 1 - COM’È FATTO IL BASSO ELETTRICO
Agendo sulle viti delle sellette con un cacciavite e/o una brugola è possibile regolare
l’intonazione e l’altezza delle corde (in combinazione con il truss rod).
REGOLAZIONE DELL’ALTEZZA DELLE CORDE
REGOLAZIONE DELL’INTONAZIONE
Per dare maggiore sustain al suono, alcuni modelli di bassi permettono di ancorare le
corde a delle boccole montate sul retro del corpo, facendole passare attraverso il corpo
dello strumento per poi poggiarsi regolarmente sulle sellette del ponte.
CORDE ANCORATE ATTRAVERSO IL CORPO
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LEZIONE 1 - COM’È FATTO IL BASSO ELETTRICO
Componenti elettronici (pickup)
Generalmente il basso elettrico presenta le seguenti parti elettroniche:
Pickup
Potenziometri con le relative manopole
Output jack
Il pickup (o magnete) è l’elemento specifico indispensabile di uno strumento elettrico,
che, al contrario di uno strumento acustico, non ha la cassa di risonanza ma un corpo
pieno (solid-body).
È costituito da una bobina di filo di rame avvolto intorno ad un nucleo magnetico, la corda metallica, vibrando nel campo magnetico, produce nella bobina il segnale elettrico
corrispondente alle vibrazioni acustiche.
PICKUP
Nel caso particolare del nostro strumento preso in esame, abbiamo due tipologie di
pickup: quello del Fender Precision (il modello del 1957) abbreviato “P Bass” e quello
del Fender Jazz (1960) detto “J Bass”.
Il pickup del Precision (montato vicino al manico e quindi chiamato “pickup al manico”) è un unico pickup a bobine separate (split coil), una per la prima e seconda corda
e una per la terza e la quarta. È un sistema che entra nella categoria dei pickup detti
humbucker, ovvero “annulla rumori”, elimina infatti i ronzii elettromagnetici.
Il J Bass pickup (montato vicino al ponte e quindi detto “pickup al ponte”) è invece un
magnete a bobina singola (single coil).
PICKUP “J”
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PICKUP “P”
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LEZIONE 1 - COM’È FATTO IL BASSO ELETTRICO
Il segnale elettrico viene trasmesso ai potenziometri che provvedono a regolare il tono
e il volume di uscita del suono.
POTENZIOMETRO
I potenziometri, manovrati con le apposite manopole, sono avvitati al battipenna e collocati nello scasso sottostante.
MANOPOLE E POTENZIOMETRI AVVITATI AL BATTIPENNA
Nel caso specifico del Fender Precision e di molti modelli simili, due potenziometri sono
assegnati alla regolazione del volume dei rispettivi pickup, mentre il terzo opera un taglio delle frequenze più alte andando a scurire il timbro dello strumento.
FUNZIONI DELLE MANOPOLE
Altre configurazioni prevedono un volume generale, un balance o blender o balance
blend pot (ovvero un potenziometro che miscela o esclude uno o l’altro pickup) e il solito tono (filtro passabasso) che taglia le frequenze alte.
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LEZIONE 1 - COM’È FATTO IL BASSO ELETTRICO
Dopo essere passato dai potenziometri, finalmente il suono trasformato in energia elettrica si appresta ad uscire dal basso mediante l’output jack. Si tratta della presa di connessione con il jack maschio (spinotto TRS di 1/4 di pollice o 6,3 mm).
OUTPUT JACK
SPINOTTO JACK TRS 6,3 mm
Il jack, collegato al cavo, trasmetterà il segnale all’amplificatore che a sua volta si occuperà di potenziarlo e, con l’ausilio di un altoparlante montato in una cassa, riconvertirlo
in segnale acustico.
OUTPUT JACK AVVITATO AL BATTIPENNA E COLLEGATO AL CAVO ATTRAVERSO IL JACK
Battipenna
È una sottile lamina generalmente in plastica ma anche in alluminio o altro materiale
metallico (il che ha una certa influenza sul timbro), la sua funzione originale è quella di
preservare il legno dai colpi del plettro (penna in Italia è sinonimo di plettro), ma come
abbiamo visto serve anche a fornire una base a potenziometri e output jack, oltre che a
coprire eventuali scassi operati nel legno. È quasi superfluo sottolineare l’influenza che
il battipenna esercita sull’aspetto estetico dello strumento.
BATTIPENNA FENDER PRECISION
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BATTIPENNA FENDER JAZZ
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LEZIONE 1 - COM’È FATTO IL BASSO ELETTRICO
Attacchi per la tracolla
Sono due cilindri di metallo con una incavatura laterale, avvitati uno sul lato del corpo
all’altezza del ponte e l’altro sulla punta del corno superiore, servono per poter applicare la tracolla allo strumento e quindi poter suonare in piedi o anche da seduti con più
stabilità.
Altamente consigliati sono i sistemi strap lock che consentono di montare degli attacchi di sicurezza sulla tracolla (che vanno poi inseriti sugli attacchi avvitati al basso), in
modo da non rischiare il distacco imprevisto della medesima dallo strumento.
ATTACCO PER TRACOLLA
SISTEMA STRAP LOCK
Elementi del manico
1)
2)
3)
4)
PALETTA E MECCANICHE (CHIAVETTE)
TASTIERA
CAPOTASTO, TASTI E SEGNATASTI
TRUSS ROD
Paletta e meccaniche (chiavette)
La paletta è la parte estrema del manico dello strumento, dove sono montate le meccaniche, con le relative chiavette, che reggono le corde e ne gestiscono l’accordatura.
Fondamentalmente esistono due tipi di paletta: il modello Fender con tutte le chiavette
in linea e il modello che possiamo definire di tipo “spagnolo”, che riprende cioè la disposizione delle chiavette dalla chitarra classica, divise equamente due da una parte e due
dall’altra nel caso del 4 corde (2+2), il 5 corde ne ha tre da una parte e due dall’altra
(3+2), il 6 corde tre da una e tre dall’altra (3+3), quelli della Ken Smith sono un bell’esempio di bassi costruiti con la paletta “spagnola”, ma pensiamo anche al Rickenbacker.
Una via di mezzo tra le due tipologie è rappresentata invece dalle palette dei bassi
Musicman (3+1).
PALETTA FENDER CON LE MECCANICHE IN LINEA
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LEZIONE 1 - COM’È FATTO IL BASSO ELETTRICO
PALETTA SMITH (TIPO SPAGNOLO) CON LE MECCANICHE DISTRIBUITE DA AMBO I LATI (3+2)
PALETTA MUSIC MAN VIA DI MEZZO TRA FENDER E TIPO SPAGNOLO (3+1)
Un’altra caratteristica importante da considerare è l’inclinazione della paletta rispetto
alla tastiera, più è accentuata più è favorito il sustain dello strumento. Osserviamo
come, tra le due palette prese in esame, la paletta Fender è parallela alla tastiera mentre quella dello Smith presenta una certa inclinazione.
Esistono anche bassi senza paletta (headless) in cui le meccaniche sono montate direttamente sul ponte.
Le meccaniche funzionano in base al principio della vite senza fine: la chiavetta agisce
su una ruota dentata a sua volta collegata al perno, che attraversa la paletta, dove
viene fissata la corda. Il perno, nella maggioranza dei casi, presenta un foro nel quale
viene infilata la corda per agevolare le operazioni di montaggio.
Dopo aver ancorato e avvolto attorno al suo perno la corda, attraverso le chiavette è
possibile regolarne la tensione e quindi l’accordatura.
MECCANICA
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FORO NEL PERNO PER AVVOLGERE LA CORDA
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LEZIONE 1 - COM’È FATTO IL BASSO ELETTRICO
Tastiera
È la parte fondamentale e costitutiva del manico sulla quale si premono le corde con le
dita per produrre i suoni alle varie altezze. Di solito si tratta di un’assicella di legno (ma
possono essere utilizzati anche materiali sintetici, tipo resine fenoliche o fibra di carbonio) rettangolare di vario spessore, incollata sulla parte anteriore del manico, alla quale
vengono applicati i tasti. I legni più usati sono il palissandro e l’ebano. La tastiera può
anche far parte del manico stesso, ovvero presentarsi come un unico pezzo di legno,
spesso in acero, al quale vengono direttamente applicati i tasti.
TASTIERA IN ACERO PEZZO UNICO COL MANICO
TASTIERA IN PALISSANDRO INCOLLATA
Esiste inoltre la tastiera fretless (senza tasti), che diventa in questo modo analoga alle
tastiere degli strumenti ad arco quali il contrabbasso, il violoncello, la viola e il violino.
TASTIERA FRETLESS
La tastiera può presentare un raggio di curvatura (radius) più o meno accentuato, la
tastiera piatta facilita la regolazione di un’action bassa e il bending, mentre una tastiera
più bombata agevola l’esecuzione degli accordi (non proprio un problema specifico del
bassista). Il raggio viene misurato in pollici: più alto è il numero, più la tastiera è piatta e viceversa, le misure vanno generalmente da 7,25” (molto bombata tipo i vecchi
Fender) a 20” e oltre (quasi piatta tipo i Warwick e bassi a 5 o 6 corde), in mezzo abbiamo, per fare qualche esempio, con 9,5” i modelli Fender attuali, con 11” lo StingRay
della Music Man, con 12” i bassi della G&L.
RAGGIO DI CURVATURA (RADIUS)
Non mancano tastiere a raggio di curvatura variabile (compound radius), bombate
all’inizio, all’altezza del capotasto, e più piatte man mano che si va verso il corpo dello
strumento.
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LEZIONE 1 - COM’È FATTO IL BASSO ELETTRICO
Capotasto, tasti e segnatasti
Posto tra la paletta e l’inizio della tastiera, il capotasto è una barretta (che può essere
di vario materiale, come plastica, avorio, osso, ottone, grafite) in cui sono incise delle
scanalature dove alloggiano le corde quando vengono tese dalle meccaniche al ponte.
CAPOTASTO
Prende la funzione del tasto zero permettendoci di suonare le corde a vuoto (quando
vibrano senza intervenire con la mano sinistra sulla tastiera). Determina, insieme con il
ponte, la spaziatura e l’altezza delle corde. Ha inoltre una certa influenza sulla timbrica, ad esempio quando è in ottone si ottiene più sustain. Alcuni modelli permettono di
regolare l’altezza delle corde (altezza al capotasto).
CAPOTASTO IN OTTONE REGOLABILE
I tasti sono delle piccole barrette metalliche (acciaio o nichel) inserite perpendicolarmente
sulla tastiera, la loro funzione è quella di permettere il preciso frazionamento della corda, determinando così la giusta intonazione delle note che suonate.
L’applicazione dei tasti è un’operazione delicata che va eseguita con la massima cura e
precisione.
SEZIONE DEL TASTO
TASTO PRIMA DI ESSERE
APPLICATO E TAGLIATO
TASTI APPLICATI PRONTI
PER ESSERE TAGLIATI
I tasti possono avere varie dimensioni sia in altezza che in larghezza, queste misure
vengono denominate, dal più piccolo al più grande, con termini come vintage, medium
jumbo, jumbo, extra jumbo o simili. La scelta è affidata all’esperienza e alla propria
sensibilità, in senso generale i tasti bassi favoriscono il glissato (scivolare sulle corde)
quelli alti il bending (tirare le corde), quelli larghi migliorano il sustain.
Normalmente il numero dei tasti presente sui vari modelli di bassi elettrici va da 20 a
24. Il loro numero è indicato dagli appositi segnatasti (di varie forme ma solitamente
dei cerchietti in madreperla, abalone o in plastica). Il tasto successivo al capotasto viene detto 1° tasto, il seguente 2° tasto e così via.
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LEZIONE 1 - COM’È FATTO IL BASSO ELETTRICO
I segnatasti singoli sono posti sui tasti dispari quindi, nel caso di un 24 tasti, sul 3°, 5°,
7°, 9°, 15°, 17°, 19°, 21° (1°, 11°, 13° e 23° non vengono segnalati). Il 12° e il 24°
tasto sono indicati invece da un doppio puntino, questo numero, il 12, è importante in
musica in quanto indica la serie completa delle note possibili, la scala cromatica (come
vedremo ogni 12 note la serie si ripete identica ma raddoppiata di frequenza).
NUMERI DEI TASTI
Truss rod
È una barra regolabile di acciaio o grafite posta internamente al manico. Ha la funzione
di rinforzare il manico e contrastare la tensione delle corde a cui è sottoposto.
TRUSS ROD
Attraverso la sua regolazione, mediante l’utilizzo di una brugola (o cacciavite, o altro,
dipende dai modelli), possiamo determinare la giusta curvatura del manico ottenendo,
insieme alla regolazione del ponte, un’ottimale altezza delle corde (action) sulla tastiera. Il truss rod ci consente anche di intervenire per compensare le variazioni della
curvatura del manico causate da avverse condizioni di temperatura o di umidità.
Il bullone dove poter intervenire con la brugola (di solito girando in senso orario si tira,
in quello antiorario si rilascia) è situato in uno degli estremi del manico, o dalla parte in
contatto con il corpo o tra il capotasto e la paletta.
REGOLAZIONE DEL TRUSS ROD
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LEZIONE 1 - COM’È FATTO IL BASSO ELETTRICO
Corde e scalatura
Le corde sono di fondamentale importanza per la qualità del suono e lo sviluppo del tocco, da esse parte la vibrazione del nostro suono, attraverso di esse avviene il contatto
tra noi e lo strumento, tra la nostra mente/cuore e la musica.
Il materiale con cui sono costruite è naturalmente metallico, condizione indispensabile
per interagire magneticamente con il pickup, comunemente si tratta di acciaio inossidabile e/o nichel. Sono costituite da un anima solida in acciaio, detta nucleo, attorno alla
quale vengono avvolte spire di uno o più fili metallici di acciaio/nichel (possono essere
anche cromate, dorate, rivestite in rame, nylon o altri in materiali sintetici di vari colori). Il nucleo può presentarsi anche in forma esagonale dando alla corda caratteristiche
di maggiore resistenza nel tempo.
AVVOLGIMENTI INTORNO AL NUCLEO
NUCLEO ESAGONALE
La prima caratteristica di cui tenere conto è la loro età: più sono vecchie più il suono risulterà povero di alte frequenze (gli armonici) e tenderà ad essere scuro (oltre a
produrre qualche problema di accordatura e intonazione), al contrario le corde nuove
brillano e cantano con chiarezza, queste caratteristiche risaltano in maniera particolare
nelle tecniche dello slap e del tapping.
L’altra grande discriminante da considerare è la scelta tra le corde lisce (flatwound) o
le corde ruvide (roundwound). A determinare la ruvidità o la liscezza è l’avvolgimento (wound) esterno delle corde. Una corda liscia (avvolgimento a sezione piatta) ha
un suono morbido, di carattere jazzato, dove prevale la fondamentale ma si riduce il
sustain, favorisce i glissati ed è comoda al tocco. La ruvida (avvolgimento a sezione
tonda) ha invece delle caratteristiche di brillantezza, sustain e attacco deciso, più aggressivo per così dire, sicuramente è il tipo di corda più versatile, adatta anche per lo
slap e il tapping. Non manca la possibilità di realizzare un compromesso tra le due tipologie attraverso le corde semiruvide/semilisce (halfwound o groundwound).
CORDA LISCIA (FLATWOUND)
CORDA RUVIDA (ROUNDWOUND)
Un’altra caratteristica importante da valutare è il diametro (calibro) delle corde. Esso
viene misurato in pollici (1” pollice = 2,54 cm), si va dalle mute cosiddette light, dal diametro più piccolo, più agili e controllabili al tocco, preferite dai virtuosi, fino alle mute
heavy, per suoni più robusti.
Vediamo una tabella con le misure (in pollici e in millimetri) di diametro più comuni. I
nomi che definiscono le mute sono indicativi così come le possibili combinazioni di misure.
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LEZIONE 1 - COM’È FATTO IL BASSO ELETTRICO
EXTRA LIGHT
LIGHT
MEDIUM
HEAVY
I corda SOL (G)
II corda RE (D)
III corda LA (A)
IV corda MI (E)
V corda SI (B)
0,030”/0,76mm
0,050”/1,27mm
0,070”/1,77mm
0,090”/2,28mm
0,110”/2,79mm
0,035”/0,88mm
0,055”/1,39mm
0,075”/1,90mm
0,095”/2,41mm
0,115”/2,92mm
0,040”/1,01mm
0,055”/1,39mm
0,075”/1,90mm
0,095”/2,41mm
0,115”/2,92mm
0,040”/1,01mm
0,060”/1,52mm
0,080”/2,03mm
0,100”/2,54mm
0,120”/3,04mm
0,045”/1,14mm
0,065”/1,65mm
0,080”/2,03mm
0,100”/2,54mm
0,120”/3,04mm
0,045”/1,14mm
0,065”/1,65mm
0,085”/2,15mm
0,105”/2,66mm
0,125”/3,17mm
0,050”/1,27mm
0,070”/1,77mm
0,090”/2,28mm
0,110”/2,79mm
0,128”/3,30mm
0,055”/1,39mm
0,075”/1,90mm
0,095”/2,41mm
0,115”/2,92mm
0,135”/3,42mm
Infine va considerata la scalatura, ovvero la lunghezza della corda vibrante a vuoto misurata dal capotasto alla selletta del ponte (detto anche diapason). La misura standard
è quella stabilita dal grande Leo Fender nel lontano 1951: 34”/86,36 cm. Tale misura,
la più comune, viene detta scala lunga (long scale). La scala corta (short scale), ideale per le mani piccole, misura, con leggere varianti, 30”/76,2 cm, famosi modelli con
questa scalatura sono il mitico Höfner 500/1 violin bass di Paul McCartney (per la precisione 30,25”/76,84 cm), il Fender Mustang Bass, il bellissimo Gibson EB-3 suonato
da Jack Bruce (30,5”/77,47). Tra i bassi economici ricordiamo il Greg Bennett Corsair.
Non manca la scalatura media (medium scale) che ha una lunghezza di 32”/81,28 cm
come il Kubicki Ex-Factor utilizzato da Stuart Hamm che con un meccanismo particolare, un morsetto, collegato con una levetta, permette di allungare la IV corda da 32” a
36” trasformando il MI a vuoto in RE basso (il sistema è detto drop D) e estendendo la
tastiera di due tasti.
Abbiamo poi anche bassi con scalature più lunghe di 34”, ad esempio la Modulus produce molti modelli da 35”/88,9 cm, si trovano anche bassi da 36”/91,44 soprattutto
nei casi di bassi a 5 o 6 corde per migliorare la qualità sonora del SI basso (ma anche
il DO alto, pare, guadagna in pienezza), come il Fodera Anthony Jackson Presentation
Contrabass Guitar o i lavori di Carl Thompson (38”), queste scalature vengono dette
“extra long scale” e in generale sono adatte a soggetti che hanno mani di grandezza
adeguata.
GIBSON EB-3: SCALA CORTA (30,5”)
KUBICKI EX-FACTOR: SCALA MEDIA (32”)
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FENDER JAZZ: SCALA LUNGA (34”)
MODULUS QUANTUM: SCALA EXTRA LUNGA (35”)
La possibilità di scegliere tra diverse misure di corde e scalature va considerata rispetto
alle proprie esigenze ed esperienze personali. Per quanto riguarda le corde, così importanti per il nostro sound, il consiglio è quello di sperimentare il più possibile i diametri,
i materiali con cui sono costruite e i modelli dei vari produttori; più piccolo è il diametro
più viene favorita la sensibilità nel tocco ma, viceversa, si perde in robustezza del suono.
Concludiamo questo paragrafo con una semplice informazione pratica: il maggiore nemico delle corde è il sudore, conviene per la loro salute pulirle bene con un panno ogni
volta dopo avere suonato.
Com’è fatto il basso elettrico
SCHEMA RIASSUNTIVO
LE DUE PARTI FONDAMENTALI CHE COSTITUISCONO IL BASSO ELETTRICO SONO IL CORPO E IL MANICO. ESSE POSSONO ESSERE COLLEGATE TRA LORO IN TRE MODI:
1) AVVITANDO IL MANICO CON IL CORPO (BOLT-ON).
2) FACENDO PASSARE IL MANICO ATTRAVERSO IL CORPO (NECK-THROUGH).
3) INCOLLANDO E INCASTRANDO IL MANICO CON IL CORPO (SET-IN).
ELEMENTI DEL CORPO:
1) PONTE: PUNTO DI CONTATTO TRA IL CORPO E LE CORDE, MEDIANTE LE SELLETTE NE REGOLA L’ALTEZZA E L’INTONAZIONE.
2) COMPONENTI ELETTRONICI (PICKUP): DISPOSITIVO DI TIPO MICROFONICO CHE PERMETTE LA CONVERSIONE DELLE ONDE ACUSTICHE IN SEGNALE ELETTRICO. IL SEGNALE VIENE A SUA VOLTA INVIATO
ALL’AMPLIFICATORE E ALL’ALTOPARLANTE PER ESSERE RICONVERTITO IN ONDE SONORE.
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LEZIONE 1 - COM’È FATTO IL BASSO ELETTRICO
3) BATTIPENNA: PROTEZIONE DELLA PARTE ANTERIORE DEL CORPO IN PLASTICA O ALTRO MATERIALE, HA ANCHE UNA FUNZIONE ESTETICA E DI MASCHERAMENTO DI EVENTUALI SCASSI PRESENTI SUL
CORPO PER CONTENERE PARTI ELETTRONICHE.
4) ATTACCHI PER LA TRACOLLA: PUNTI DI ANCORAGGIO DA INFILARE NEI BUCHI DELLA TRACOLLA,
ESISTONO DEGLI ATTACCHI DI SICUREZZA (STRAP LOCK) CHE PREVENGONO INDESIDERATE CADUTE
DELLO STRUMENTO DURANTE L’ESECUZIONE IN PIEDI.
ELEMENTI DEL MANICO:
1) PALETTA E MECCANICHE (CHIAVETTE): PARTE ESTREMA DELLO STRUMENTO SULLA QUALE VENGONO
MONTATI DEI DISPOSITIVI PER ANCORARE LE CORDE AL MANICO (LE MECCANICHE), ATTRAVERSO LE
CHIAVETTE DELLE MECCANICHE SI REGOLA LA TENSIONE E DUNQUE L’ACCORDATURA DELLE CORDE.
LE CHIAVETTE VENGONO DISPOSTE O IN LINEA DRITTA SU UN LATO DELLA PALETTA (PALETTA FENDER)
O DISTRIBUITE SU DUE LATI (PALETTA SPAGNOLA).
2) TASTIERA: LAMINA IN LEGNO INCOLLATA SULLA PARTE ANTERIORE DEL MANICO ALLA QUALE VENGONO APPLICATI I TASTI; PUÒ ESSERE PARTE UNICA CON IL MANICO AL QUALE VENGONO APPLICATI
DIRETTAMENTE I TASTI; QUANDO È SENZA TASTI PARLIAMO DI TASTIERA “FRETLESS”.
3) CAPOTASTO, TASTI E SEGNATASTI: IL CAPOTASTO, UNA BARRETTA IN OSSO, PLASTICA O METALLO,
È IL TASTO ZERO A PARTIRE DAL QUALE VIBRANO LE CORDE A VUOTO (DAL CAPOTASTO AL PONTE) ALLOGGIATE IN APPOSITE SCALANATURE; I TASTI SONO BARRETTE METALLICHE CHE, FRAZIONANDO LA
CORDA MEDIANTE PRESSIONE, PERMETTONO LA PRECISA INTONAZIONE DELLE NOTE; I SEGNATASTI
INDICANO LA POSIZIONE DEI TASTI.
4) TRUSS ROD: BARRA DI RINFORZO METALLICA REGOLABILE COLLOCATA ALL’INTERNO DEL MANICO,
HA LA FUNZIONE DI OPPORSI ALLA TENSIONE DELLE CORDE PERMETTENDO LA GIUSTA REGOLAZIONE
DELLA CURVATURA DEL MANICO.
LE CORDE SONO UN FATTORE DETERMINANTE DELLA QUALITÀ’ TIMBRICA DEL SUONO PRODOTTO.
LE CARATTERISTICHE CHE BISOGNA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE AL MOMENTO DELL’ACQUISTO
SONO 4:
1) MATERIALE CON IL QUALE SONO PRODOTTE: ACCIAIO E/O NICHEL, BRONZO, RIVESTITE IN RAME O
MATERIALI SINTETICI.
2) LISCE O RUVIDE.
3) DIMENSIONE DEL DIAMETRO: VIENE MISURATA IN POLLICI, LA O,O45” (I CORDA SOL) VIENE CONSIDERATA MEDIA.
4) SCALATURA DELLO STRUMENTO: LUNGHEZZA DELLA CORDA VIBRANTE MISURATA IN POLLICI DAL
CAPOTASTO AL PONTE. SCALA CORTA 30”; SCALA MEDIA 32”; SCALA LUNGA 34” (STANDARD FENDER,
STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI BASSI ELETTRICI); SCALA EXTRA LUNGA 35” O 36”.
FATTORE FONDAMENTALE CHE DETERMINA LA SONORITÀ DI UNA CORDA È LA SUA ETÀ E IL GRADO DI
PULIZIA CON CUI È STATA MANTENUTA, COMUNQUE IN UN PERIODO CHE VA DAI 3 AI 6 MESI LA CORDA
PERDE PROGRESSIVAMENTE LA SUA RISPOSTA SUGLI ARMONICI ACUTI.
ELEMENTI CHE COMPONGONO UN BASSO ELETTRICO
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