Appunti di CHIMICA ORGANICA A cura del prof. Luvisi Lorenzo 2 Introduzione La chimica organica è quella parte della chimica che studia i composti del carbonio. Questo nome si deve al fatto che a questo gruppo di composti appartengono anche i costituenti elementari degli organismi viventi, nonché le sostanze da questi prodotti durante il loro ciclo vitale. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 3 Introduzione Nei composti organici compare sempre il carbonio (C), accompagnato prevalentemente solo da pochi altri elementi come: idrogeno, ossigeno e azoto ed in misura minore gli alogeni, lo zolfo, il fosforo, i metalli, ecc. Il C è tetravalente (2s22p2) e presenta una caratteristica particolare che è quella di poter formare legami tra i propri atomi così da dar luogo a catene di varia lunghezza (lineari o ramificate, aperte o chiuse). A cura del prof. Luvisi Lorenzo 4 Introduzione Il comportamento chimico di un composto organico dipende, in gran parte, dalla presenza di raggruppamenti di atomi indicati come gruppi funzionali. I composti organici sono suddivisi in classi distinte secondo la loro struttura e reattività. Composti che presentano lo stesso gruppo funzionale sono riuniti nella medesima classe. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 6 Introduzione La denominazione dei composti organici è relativamente complessa. La IUPAC (International Union of Pure and Applied Chemistry) ha introdotto una nomenclatura sistematica, ma alcuni composti di impiego comune mantengono ancora un nome corrente. Il nome di un composto appartenente ad una classe viene definito da un suffisso. Diversi composti presentano più di un gruppo funzionale (polifunzionali). A cura del prof. Luvisi Lorenzo 7 Idrocarburi Tutti i composti contenenti unicamente carbonio e idrogeno prendono il nome di idrocarburi. Rappresentano le molecole di base della chimica organica poiché tutti gli altri composti si possono considerare come derivati da essi per sostituzione di un atomo di H con un gruppo funzionale. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 8 Idrocarburi Gli idrocarburi possono essere variamente classificati, una prima distinzione si riferisce allo stato fisico e distingue: Idrocarburi solidi Idrocarburi liquidi Idrocarburi gassosi Dal punto di vista delle proprietà chimiche possiamo distinguere: Composti Alifatici e aliciclici (o cicloalifatici) (R) Composti aromatici o areni (Ar-H) A cura del prof. Luvisi Lorenzo 9 Idrocarburi alifatici Gli idrocarburi alifatici (dal greco unguento) presentano sempre legami covalenti che collegano gli atomi di C, da cui si originano catene lineari o ramificate così come anelli privi di aromaticità (detti aliciclici o cicloalifatici). Una catena in cui sono presenti soltanto legami singoli si dice satura. Al contrario sarà insatura una catena in cui sono presenti 1 o più legami multipli. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 10 Idrocarburi alifatici I composti alifatici si distinguono in: singolo legame C-C (saturi) 1. Alcani: doppio legame C=C 2. Alcheni: triplo legame C≡C 3. Alchini: Un alchile o radicale alchilico (o gruppo alchilico) è il nome di un gruppo funzionale corrispondente ad un alcano privato di una atomo di H. Ha desinenza –ile (esempio: metile -CH3). A cura del prof. Luvisi Lorenzo 11 Idrocarburi alifatici Gli alcani, noti anche come paraffine e i cicloalcani, sono gli idrocarburi in cui sono presenti soltanto legami singoli (saturi). A cura del prof. Luvisi Lorenzo 12 Idrocarburi alifatici Formula generale: CnH2n + 2 e CnH2n (cicloalcani). La nomenclatura prevede: Prefisso: iso- per gli isomeri a catena ramificata. ciclo- per gli alcani ciclici (cicloalcani). Radice: riflette il numero degli atomi di C. Suffisso: –ano. I primi 4 sono gassosi, dal pentano liquidi e dall’icosano (20 C) solidi. Hanno scarsa tendenza a reagire (paraffine). Quando reagiscono danno principalmente reazioni di sostituzione. La loro principale fonte naturale è il petrolio. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 13 Idrocarburi alifatici Lo studio degli alcani introduce il problema dell’ isomeria strutturale. Sono definiti isomeri due o più composti che, pur avendo la stessa formula molecolare, presentano strutture e proprietà diverse. butano normale CH3 isobutano (metilpropano) CH2 CH3 CH2 CH—CH2 CH2 CH3 A cura del prof. Luvisi Lorenzo 14 Idrocarburi alifatici Gli alcheni, noti anche come olefine e i cicloalcheni, sono gli idrocarburi caratterizzati dalla presenza di un doppio legame (non saturi). Formula generale: CnH2n e CnH2n-2 (cicloalcheni). La nomenclatura prevede, come negli alcani, oltre al prefisso e alla radice, il suffisso: –ene. Più reattivi degli alcani possono subire reazioni di addizione di H2 e H2O (idratazione del doppio legame). Tendono inoltre a polimerizzare (polietilene, più monomeri). A cura del prof. Luvisi Lorenzo 15 Idrocarburi alifatici Di seguito alcuni esempi di alcheni: Etene o più comunemente Etilene C2H4. Da cui derivano il monocloroetilene o cloruro di vinile C2H3Cl ed il tricloroetilene o trielina C2HCl3. Propilene C3H6. Butilene C4H8. Presenta 3 isomeri. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 16 Idrocarburi alifatici La presenza di un doppio legame determina n nuovo tipo di isomeria, nota come isomeria geometrica o cis-trans. Un isomero cis presenta i sostituenti diversi dalla stessa parte del doppio legame al contrario del trans che li presenta dalla parte opposta. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 17 Idrocarburi alifatici Gli alchini e i cicloalchini, sono gli idrocarburi caratterizzati dalla presenza di un triplo legame. Formula generale: CnH2n-2 e CnH2n-4 (cicloalchini) La nomenclatura prevede, oltre al prefisso e alla radice, il suffisso: –ino. Subiscono reazioni di addizione come gli alcheni. Se addizionano certi metalli (Cu, Ag) formano composti esplosivi detti acetiluri. Di seguito alcuni esempi di alchini: Etino o acetilene C2H2. Propino o allilene C3H4. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 18 Idrocarburi aromatici Gli idrocarburi Aromatici, sono quelli che contengono almeno un anello benzenico (6 atomi di C) ed hanno proprietà chimiche del tutto particolari. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 19 Idrocarburi aromatici La struttura del benzene può essere rappresentata come un ibrido di risonanza fra più strutture limite possibili, elettronicamente isomere (strutture mesomere). Per questo si conviene di aggiungere un anello all’interno dell’esagono che lo rappresenta (delocalizzazione degli elettroni). Gli idrocarburi aromatici danno origine a reazioni di sostituzione. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 20 Idrocarburi aromatici Quando al benzene viene distaccato uno qualsiasi dei suoi 6 atomi di H si ottiene il fenile (o gruppo funzionale fenile). I gruppi come il fenile derivati da idrocarburi aromatici, sono noti come gruppi o radicali arili. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 21 Composti eterociclici Sono detti composti eterociclici quelli che contengono nell’anello atomi diversi dal carbonio detti eteroatomi. Gli elementi che più comunemente tendono a sostituire gli atomi di C sono l’azoto, l’ossigeno e lo zolfo. Possono manifestare carattere aromatico o non aromatico. Assumono grande importanza in biochimica (acidi nucleici). A cura del prof. Luvisi Lorenzo A cura del prof. Luvisi Lorenzo 23 Alcoli Gli alcoli sono composti organici di struttura simile agli alcani in cui un atomo di H è sostituito da un gruppo ossidrile o alcolico (-OH). Formula generale: CnH2n+1OH. La nomenclatura prevede l’uso del suffisso –olo in sostituzione dell’ultima lettera dell’alcano corrispondente (etano etanolo). Un tempo si usava impiegare il suffisso –ilico facendo precedere il nome dal termine alcole (etano alcole etilico) A cura del prof. Luvisi Lorenzo 24 Alcoli Nel numerare la catena principale, il numero più basso possibile dovrà essere assegnato all’atomo di C cui è legato il gruppo -OH. Dal punto di vista della struttura chimica gli alcoli possono essere classificati a seconda dei gruppi alchilici (alcano – H) legati all’atomo di C a sua volta legato al gruppo OH: Gruppo alcolico primario: -CH2OH Gruppo alcolico secondario: =CHOH Gruppo alcolico terziario: ≡COH A cura del prof. Luvisi Lorenzo alcoli primari H H H H C OH H C H metanolo C OH H H etanolo alcole metilico alcole etilico H H H H C C H H H 1-propanolo alcole n-propilico H H H H C alcole secondario H 2-propanolo alcole isopropilico A cura del prof. Luvisi Lorenzo CH3 C C H H O H C OH CH2 H3C alcole terziario C CH3 OH 2-metil-2-butanolo alcole isobutilico terziario 26 Alcoli La presenza del gruppo ossidrile rende gli alcoli idrosolubili, anche se in maniera limitata dalla lunghezza della catena carboniosa. L’alcole etilico (o spirito di vino) è quello contenuto nelle bevande alcoliche. Si ottiene per distillazione o fermentazione. Con una concentrazione del 95% (in volume) viene detto alcol puro, mentre al 100% è detto alcol assoluto. In commercio si trova l’alcol denaturato ottenuto aggiungendo sostanze di odore e sapore sgradevoli. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 27 Alcoli Quando più gruppi ossidrile sono presenti nella stessa molecola si parla di polialcoli (o polioli). I dioli presentano 2 gruppi -OH. Vengono anche chiamati genericamente glicoli (esempio: glicole etilenico o 1,2-etandiolo e glicole propilenico o 1,2 propandiolo). Tra i polialcoli riveste particolare importanza biologica un triolo (3 gruppi –OH): il glicerolo o glicerina (C3H8O3 derivata dal propano per aggiunta di 3 gruppi OH), costituente fondamentale dei lipidi. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 28 Fenoli Gli alcoli derivanti dagli idrocarburi aromatici prendono il nome di fenoli. In essi si ha la sostituzione di 1 o più atomi di H con gruppi ossidrile –OH. A differenza degli alcoli alifatici hanno un comportamento debolmente acido. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 29 Eteri Sono composti in cui l’atomo di O ha legati a sé 2 gruppi alchilici (alcano – H) o arilici (anello aromatico - H). Gruppo funzionale: R-O-R’ Si ottengono per disidratazione degli alcoli. Formula generale: CnH2n+2O. La nomenclatura prevede l’uso del suffisso –etere. L’etere più importante è il dietiletere o etere etilico, avente formula di struttura: CH3-CH2-O-CH2-CH3 A cura del prof. Luvisi Lorenzo 30 Tiolo I tioli (o mercaptani ) sono composti assimilabili agli alcoli in cui l’atomo di O è stato sostituito da un atomo di zolfo (sulfidrile). Gruppo funzionale solfidrico: -SH La nomenclatura prevede l’uso del suffisso –tiolo in sostituzione dell’ultima lettera dell’alcano corrispondente (metano metantiolo). Si ottengono per disidratazione degli alcoli. L’ossidazione di 2 gruppi –SH porta alla formazione di un disolfuro: -S-SA cura del prof. Luvisi Lorenzo 31 Aldeidi Aldeidi e chetoni sono anche detti composti carbonilici perchè possiedono il gruppo carbonile (C=O presente in molte delle classi di composti organici analizzate in seguito). In particolare le aldeidi recano il gruppo funzionale formile —CHO (non scriviamo —COH in quanto H e O non sono legati fra loro ma direttamente a C). Il loro nome deriva da “alcol deidrogenato”, che è una delle possibili modalità di preparazione. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 32 Aldeidi Formula generale: CnH2nO. La nomenclatura prevede l’uso del suffisso –ale in sostituzione dell’ultima lettera dell’alcano corrispondente (etano etanale). L’aldeide più semplice è il metanale (aldeide formica o formaldeide): H-CHO L’aldeide acetica (etanale o acetaldeide): CH3CHO. È una sostanza tossica, probabilmente cancerosa le cui tracce sono contenute anche nel fumo di tabacco e nella marjuana. A cura del prof. Luvisi Lorenzo A cura del prof. Luvisi Lorenzo 34 Chetoni I chetoni sono composti organici che recano nella loro struttura il gruppo funzionale acile (-CO). Formula generale: CnH2nO. La nomenclatura prevede l’uso del suffisso –one. Il chetone più semplice ha necessariamente 3 atomi di C e prende il nome di propanone (più comunemente acetone). Il suo impiego principale è come solvente. La sua formula è CH3-CO-CH3. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 35 Acidi carbossilici Gli acidi carbossilici (o acidi organici) sono composti in cui è presente il gruppo carbossile (-COOH). Gli acidi carbossilici si preparano principalmente per ossidazione di alcoli primari e aldeidi: Gruppo ossidrile (-OH) + CO = -COOH. Gruppo formile (-CHO) + O = -COOH. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 36 Acidi carbossilici La riduzione di un acido carbossilico porta quindi alla formazione di un aldeide, e se fatta proseguire, ad un alcol primario. Gli acidi carbossilici sono acidi deboli e mostrano un basso grado di dissociazione. Possono presentare 2 o più gruppi carbossilici. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 37 Acidi carbossilici La nomenclatura IUPAC si basa sul conteggio degli atomi di C della catena principale, con l’aggiunta del prefisso acido e del suffisso –oico. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 38 Acidi carbossilici I più noti acidi carbossilici saturi sono: Acido formico (o metanoico): H-COOH, rappresenta il prodotto di ossidazione dell’aldeide formica (si trova nelle formiche rosse). Acido acetico (o etanoico): CH3-COOH, si trova libero nell’aceto e si usa nell’industria farmaceutica, in tintoria, ecc. In presenza di catalizzatori l’etanolo (alcole etilico) può generare direttamente acido acetico. Il più semplice acido carbossilico insaturo: Acido acrilico: CH2=CH-COOH A cura del prof. Luvisi Lorenzo 39 Acidi carbossilici L’ossidazione per via biologica è catalizzata da una speciale sostanza, l’ossidasi prodotta dai batteri. Essendo questa un catalizzatore organico prende il nome di enzima. Quando l’enzima viene prodotto da microrganismi il processo chimico prende il nome di fermentazione (lattica, alcolica, acetica, ecc.). A cura del prof. Luvisi Lorenzo 40 Acidi carbossilici Alcuni importanti acidi organici sono contenuti nei grassi neutri (composti dal glicerolo esterificato con 1, 2 o 3 acidi grassi). Alcuni saturi: Acido palmitico C15H31COOH C16H32O2 Acido stearico C17H35COOH C18H36O2 Altri insaturi: Acido oleico Acido linoleico A cura del prof. Luvisi Lorenzo C17H33COOH C17H31COOH C18H34O2 C18H32O2 A cura del prof. Luvisi Lorenzo 42 Esteri Gli esteri derivano da una reazione di esterificazione in cui un acido (carbossilico) reagisce con un alcol o un fenolo con eliminazione di una molecola d’acqua. La reazione di esterificazione è reversibile, ed il processo inverso prende il nome di saponificazione. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 43 Esteri Dal punto di vista biologico, gli esteri si possono suddividere in 3 classi a seconda della lunghezza della catena di atomi di C e del tipo di alcol e di acido. Esteri di frutta: con meno di 10 atomi di C Cere: catene di 10-30 e più atomi di C Gliceridi: sono esteri della glicerina (o alcol npropilico). Gli acidi che reagiscono con la glicerina possono essere monoinsaturi o polinsaturi e monocarbossilici (mono- di- e trigliceridi) A cura del prof. Luvisi Lorenzo 44 Ammine Le ammine sono composti organici contenenti azoto. Si possono considerare derivanti dall’ammoniaca (NH3) per sostituzione di 1, 2 o 3 atomi di H con altrettanti gruppi alchilici (alcano privato di 1 idrogeno) o arilici (benzene privato di 1 idrogeno). Gruppo funzionale amminico: C-NLe ammine sono denominate aggiungendo alla radice, rappresentata dal gruppo alchilico/arilico, il suffisso –ammina. (esempio: metilammina CH3NH2). A cura del prof. Luvisi Lorenzo 45 Ammine In base al numero dei gruppi alchilici/arilici legati agli atomi di N, le ammine vengono classificate in primarie, secondarie e terziarie. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 46 Immine Le immine sono composti organici con gruppo funzionale –C=N-. Si formano mediante condensazione tra un ammina primaria e un aldeide o chetone. Si distinguono in: primarie (-C=NH); secondarie (-C=NR) chiamate anche Basi di Schiff. La formazione di basi di Shiff è una reazione fondamentale nel metabolismo dell’azoto degli amminoacidi. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 47 ISOMERIA L’isomeria è quel fenomeno per il quale sostanze diverse per proprietà fisiche e talvolta per comportamento chimico, hanno la stessa formula molecolare. Possiamo distinguere: Un’isomeria strutturale (o costituzionale) già vista nella forma di posizione nel caso degli alcani. Un’isomeria spaziale (o stereoisomeria) in parte già vista nella forma geometrica o cis-trans. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 48 ISOMERIA La stereoisomeria oltreché geometrica può essere configurazionale o ottica. L’isomeria ottica genera una coppia di complessi che sono l’uno l’immagine speculare non sovrapponibile dell’altro. Tali due complessi prendono il nome di enantiomeri; distinguendosi così dai diastereoisomeri che non sono speculari (situazione espressa nell’isomeria geometrica o cis-trans). A cura del prof. Luvisi Lorenzo 49 A cura del prof. Luvisi Lorenzo 50 ISOMERIA Ogniqualvolta un atomo di C si trova legato a 4 costituenti diversi dà origine ad una asimmetria di cui rappresenta il centro di asimmetria o centro chirale (dal greco, con significato di mano, ovvero di specularità non sovrapponibile). I quattro costituenti diversi di 1 atomo di C asimmetrico possono essere disposti in 2 modi diversi generando così 2 enantiomeri. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 51 ISOMERIA Due enantiomeri sono tra loro del tutto simili tranne che per la proprietà fisica che permette di far rotare, di un certo angolo, la luce polarizzata da cui vengono attraversati. Tale rotazione avverrà verso destra (destrogiro o D) o verso sinistra (levogiro o L). Se si mescolano in parti uguali l’isomero destrogiro e levogiro, il potere rotatorio si annulla e si ottiene un terzo isomero detto racemico. A cura del prof. Luvisi Lorenzo 52 ISOMERIA La stereochimica è quella parte della chimica che studia i composti stereoisomeri. In campo biologico l’isomeria ottica ha enormi implicazioni; ad esempio solo gli zuccheri della serie D- hanno importanza per l’uomo, come pure solo gli L-amminoacidi ecc. A cura del prof. Luvisi Lorenzo Grazie per l’attenzione A cura del prof. Luvisi Lorenzo