Periodico Mensile - Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 1 RISVEGLIO PENTECOSTALE Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia Numero 11 - Anno LIX Novembre 2005 In questo numero: Eliseo Cardarelli Obiettivi immutati pagina 3 Giuseppe Federico Giovani illusi pagina 11 Francesco D. Scianna Tempi difficili pagina 17 Giuseppe Bortoli Dove sei? pagina 5 Salvatore Ciofalo L’uso del tempo pagina 13 Alessandro Cravana Beati gli operatori di pace pagina 7 Sebastiano Bozzon Mettetevi all’opera! pagina 15 La mia testimonianza Il Signore è la mia forza ... in Lui s’è confidato il mio cuore pagina 19 Raffaele Frezza Noi predichiamo Angelo Gargano Ritornare alla preghiera Cristo crocifisso pagina 16 pagina 9 Dalle nostre comunità pagina 21 RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 2 A RTICOLI RISVEGLIO PENTECOSTALE Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia” Ente Morale di Culto D.P.R. 5.12.1959 n.1349 - Legge 22.11.1988 n.517 Pubblicato dal Consiglio Generale delle Chiese: Presidente Francesco Toppi Segretario Eliseo Cardarelli Tesoriere Giuseppe Tilenni Consiglieri: Germano Giuliani, Felice A. Loria, Paolo Lombardo, Gaetano Montante, Vito Nuzzo, Vincenzo Specchi Consiglieri onorari: Francesco Rauti Direzione, Redazione e Amministrazione: Via Altichieri da Zevio, 1 35132 Padova Tel. 049.605127 fax 049.612565 e mail: [email protected] Versamenti sul c/c postale n.12710323 intestato a: Risveglio Pentecostale Via Altichieri da Zevio, 1 35132 Padova Registrazione n.1688 del 1.3.2000 Trib. di Padova La pubblicazione è distribuita a membri e simpatizzanti delle Chiese Cristiane Evangeliche A.D.I. ed è sostenuta da offerte volontarie. In conformità alla Legge 675/96 sulla tutela dei dati personali, la “Redazione di Risveglio Pentecostale” garantisce l’assoluta riservatezza di quelli di cui è in possesso. Inoltre assicura i lettori che i loro dati personali sono custoditi in un archivio elettronico presso la sede del giornale e verranno utilizzati soltanto per inviare la corrispondenza relativa al mensile “Risveglio Pentecostale”. Gli articoli firmati impegnano esclusivamente i loro autori. I manoscritti non pubblicati non si restituiscono. Direttore Responsabile: Vincenzo Specchi Comitato di Redazione Risveglio Pentecostale: Francesco Toppi, Vincenzo Specchi, Eliseo Cardarelli, Salvatore Cusumano, Vincenzo Martucci. 2 Crediamo e accettiamo l’intera Bibbia come la ispirata Parola di Dio, unica, infallibile e autorevole regola della nostra fede e della nostra condotta (II Timoteo 3:15-17; II Pietro 1:21; Romani 1:16; I Tessalonicesi 2:13). Crediamo nell’unico vero Dio, Eterno, Onnipotente, Creatore e Signore di tutte le cose e che nella Sua unità vi sono tre distinte Persone: Padre, Figliolo e Spirito Santo (Efesini 4:6; Matteo 28:19; Luca 3:21-22, I Giovanni 5:7). Crediamo che il Signore Gesù Cristo fu concepito dallo Spirito Santo e assunse la natura umana in seno di Maria vergine. Vero Dio e vero uomo (Giovanni 1:1,2, 14; Luca 1:34,35; Matteo 1:23). Crediamo nella Sua vita senza peccato, nei Suoi miracoli, nella Sua morte vicaria, come “prezzo di riscatto per tutti” gli uomini, nella Sua resurrezione, nella Sua ascensione alla destra del Padre, quale unico mediatore, nel Suo personale e imminente ritorno per i redenti e poi sulla terra in potenza e gloria per stabilire il Suo regno (I Pietro 2:22; II Corinzi 5:21; Atti 2:22; I Pietro 3:18; Romani 1:4; 2:24; I Corinzi 15:4; Atti 1:9-11, Giovanni 14:1-3; I Corinzi 15:25; I Timoteo 2:5). Crediamo all’esistenza degli angeli creati tutti puri e che una parte di questi, caduti in una corruzione e perdizione irreparabili, per diretta azione di Satana, angelo ribelle, saranno con lui eternamente puniti (Matteo 25:41; Efesini 6:11-12). Crediamo che soltanto il ravvedimento e la fede nel prezioso sangue di Cristo, unico Sommo Sacerdote, siano indispensabili per la purificazione dal peccato di chiunque Lo accetta come personale Salvatore e Signore (Romani 3:22-25; Atti 2:38; I Pietro 1:18,19; Efesini 2:8). Crediamo che la rigenerazione (nuova nascita) per opera dello Spirito Santo è assolutamente essenziale per la salvezza (Giovanni 3:3; I Pietro 1:23; Tito 3:5). Crediamo alla guarigione divina, secondo le Sacre Scritture mediante la preghiera, l’unzione dell’olio e l’imposizione delle mani (Isaia 53:4-5; Matteo 8:16-17; I Pietro 2:24; Marco 16:17-18; Giacomo 5:14-16). ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● N OVEMBRE 2005 DI F EDE Crediamo al battesimo nello Spirito Santo, come esperienza susseguente a quella della nuova nascita, che si manifesta, secondo le Scritture, con il segno del parlare in altre lingue e, praticamente, con una vita di progressiva santificazione, nell’ubbidienza a tutta la verità delle Sacre Scritture, nella potenza dell’annuncio di “Tutto l’Evangelo” al mondo (Atti 2:4; 2:42-46, 8:12-17; 10:44-46; 11:14-16; 15:7-9; 19:2-6; Marco 16:20; Giovanni 16:13; Matteo 28:19-20). Crediamo ai carismi e alle grazie dello Spirito Santo nella vita dei cristiani che, nell’esercizio del sacerdozio universale dei credenti, si manifestano per l’edificazione, l’esortazione e la consolazione della comunità cristiana e, conseguentemente, della società umana (I Corinzi 12:4-11; Galati 5:22; Ebrei 13:15; Romani 12:1). Crediamo ai ministeri del Signore glorificato, quali strumenti autorevoli di guida, d’insegnamento, di edificazione e di servizio nella comunità cristiana, rifuggendo da qualsiasi forma gerarchica (Efesini 1:22-23; 4:11-13; 5:23; Colossesi 1:18). Crediamo all’attualità e alla validità delle deliberazioni del Concilio di Gerusalemme, riportate in Atti 15:28-29; 16:4. Crediamo alla resurrezione dei morti, alla condanna dei reprobi e alla glorificazione dei redenti, i quali hanno perseverato nella fede fino alla fine (Atti 24:15; Matteo 25:46; 24:12,13). Celebriamo il battesimo in acqua per immersione, nel nome del Padre e del Figliolo e dello Spirito Santo, per coloro che fanno professione della propria fede nel Signore Gesù Cristo come loro personale Salvatore (Matteo 28:18-19; Atti 2:38; 8:12). Celebriamo la cena del Signore o Santa Cena, sotto le due specie del pane e del vino, rammemorando così la morte del Signore e annunziando il ritorno, amministrata a chiunque sia stato battezzato secondo le regole dell’Evangelo e vive una vita degna e santa davanti a Dio e alla società (I Corinzi 11:13; 26-29). RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 3 Obiettivi immutati Gli scopi dell’Istituto Biblico Italiano L’Istituto Biblico Italiano è sorto nel 1954 e quello iniziato da poco più di un mese è quindi il cinquantunesimo Anno Accademico. Nello stabile di Via Prenestina, 639, che lo ospita attualmente, si è trasferito nel 1961. Non è però della longevità degli edifici che c’interessa parlare, bensì della persistenza della visione spirituale, volta alla salvezza e all’edificazione delle anime. Nel corso di questi cinquantun anni, l’Istituto Biblico Italiano ha cercato di realizzare una stessa, costante visione: la formazione di giovani credenti, ripieni dello Spirito Santo, capaci di essere testimoni efficaci dell’Evangelo nella loro generazione. La Scuola, quindi, si propone di rimanere una “fucina” dove il carattere degli studenti viene trasformato “nell’istessa immagine di lui (di Cristo, n.d.r.), di gloria in gloria, secondo che opera il Signore, che è Spirito” (II Cor.3:18). Proprio in questo periodo della loro vita, infatti, possono ricevere una formazione adeguata, un po’ come l’argilla, morbida e malleabile, nelle mani del vasaio. Il servizio spirituale Il primo scopo che la Scuola si propone è quella di formare dei servitori. Prima ancora di svolgere qualsiasi attività spirituale, dovranno acquisire la giusta attitudine, quella del servitore. Il ministerio cristiano, nella prospettiva biblica, è scevro da ogni forma di professionismo. Lo stesso Nuovo Testamento indica con una stessa parola sia il ministro sia il servitore. Presso l’Istituto Biblico Italiano quindi si deve essere disposti a compiere ogni servizio pratico, utile per il sereno svolgimento della vita comunitaria. Si pulisce, si lava, si serve a tavola, si svolgono lavori manuali di ogni genere per mantenere un buon livello di efficienza nella struttura che ospita gli studenti. A volte capita di dover adempiere anche servizi sgradevoli. Un po’ come quei giovani degli Atti degli Apostoli che all’occorrenza si disposero organizzando una artigianale ed improvvisata agenzia di pompe funebri… due funerali in tre ore: Anania e Saffira (cfr. Atti 5:6, 10). Ogni attività svolta con spirito di servizio porterà l’impronta dello Spirito di Cristo, che “non è venuto per esser servito, N OVEMBRE 2005 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● 3 RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 4 ma per servire … il quale, essendo in forma di Dio non reputò cosa da ritenersi con avidità l’essere uguale a Dio, ma annichilì se stesso, prendendo forma di ser vo” (Marco 10:45; Filipp.2:7, 8). La conoscenza biblica Presso l’Istituto Biblico Italiano, gli studenti dedicano oltre otto mesi allo studio della Parola di Dio. La conoscenza biblica è indispensabile, ma lo studio non si propone soltanto lo scopo di impartire loro una istruzione; non ci si prefigge lo scopo di formare degli “eruditi” della Sacra Scrittura. Piuttosto l’accento viene posto sulla necessità non soltanto di conoscere la Parola di Dio, ma di viverla. Ogni lezione viene svolta coltivando una necessaria abnegazione della mente e un opportuno spirito di preghiera. Il Sommo Insegnante rimane, infatti, lo Spirito Santo, capace di “guidare in tutta la verità” (Giov.16:13). È la Parola di Dio che, come il martello in grado di spezzare il sasso, opera nella mente e nel cuore per formare il carattere di Cristo e rendere i giovani studenti capaci di distinguere la verità dall’errore. E questo è tanto più necessario oggi nel mondo in cui viviamo, che può rendere confusi e smarriti anche i credenti. Un po’ come avvenne a Giosuè che mentre scendeva dal monte Sinai, “udendo il clamore del popolo… , disse a Mosè: S’ode un fragore di battaglia nel campo. E Mosè rispose: Questo non è né grido di vittoria, né grido di vinti; il clamore che io odo è di gente che canta" (Eso.32:17,18). Si può confondere la battaglia con il canto… errore in cui oggi incorrono spesso le giovani generazioni! Allora è opportuna e necessaria una solida conoscenza della sana dottrina biblica, perché “non siamo più dei bambini, sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore” (Efes. 4:14). 4 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● N OVEMBRE 2005 La visione sana Il periodo di permanenza all’Istituto Biblico Italiano è indubbiamente utile per scoprire qual è il proprio ruolo nell’Opera di Dio. Non sono stati rari i casi in cui il Signore ha chiamato al ministerio valenti servitori proprio durante il periodo di consacrazione al Signore presso l’IBI. Al di là della chiamata specifica, è necessario, però, ricordare che ciascun credente deve tenere sempre ardente e alta la fiamma della passione per le anime. Prima della visione dell’uomo che implorava: “Passa in Macedonia e soccorrici” (Atti 16:9), l’Apostolo Paolo aveva avuto una più generale visione delle anime perdute, alle quali aveva iniziato, subito dopo la conversione, ad annunciare l’Evangelo della grazia: “E Saulo rimase alcuni giorni coi discepoli che erano a Damasco. E subito si mise a predicar nelle sinagoghe che Gesù è il Figliuol di Dio” (9:19, 20). Un consistente periodo speso in comunione con Dio non può lasciare indifferenti. Infonderà piuttosto lo stesso sentimento che era in Cristo Gesù: “E come… fu sbarcato, vide una gran moltitudine e n’ebbe compassione, perché erano come pecore che non hanno pastore; e si mise ad insegnar loro molte cose” (Marco 6:34) e trasmetterà la stessa visione che Dio stesso nutre dell’umanità: “Non dite voi che ci sono ancora quattro mesi e poi vien la mietitura? Ecco, io vi dico: ’Levate gli occhi e mirate le campagne come già son bianche da mietere’” (Giov. 4:35). Eliseo Cardarelli RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 5 Dove sei? Genesi 3:1-13 Una richiesta che da migliaia d’anni Dio rivolge all’uomo è: “Dove sei?” “Dove sei?” Fu anche la prima domanda che Dio rivolse all’uomo dopo la caduta dovuta alla sua disubbidienza, quando Adamo e sua moglie, dopo aver peccato, si nascosero dalla presenza di Dio. Dio fece questa domanda, non perché non sapesse dove era l’uomo; Dio sa dove siamo. Davide esprimeva la perfetta conoscenza di Dio con queste parole: “Dove potrei andarmene lontano dal Tuo Spirito, dove fuggirò dalla Tua presenza?… Se dico: Certo le tenebre mi nasconderanno e la luce diventerà notte intorno a me, le tenebre stesse non possono nasconderTi nulla e la notte per Te è chiara come il giorno; le tenebre e la luce Ti sono uguali” (Sal.139:7, 11-12). “Dove sei?” È una domanda attuale che ancora oggi Dio rivolge a ciascuno di noi riguardo alla nostra situazione personale. Dove sei spiritualmente? Adamo stava sperimentando in quel momento una condizione di morte interiore, spirituale, a causa della trasgressione all’ordine di Dio: “Dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai” (Gen.2:17). Noi pensiamo di essere vivi, ma la Scrittura dice: “Voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati” (Efe.2:1). Dove sei spiritualmente? Sei vivo o sei morto? Sei sulla via della vita o sulla via della morte? Dio lo sa, ma vuole che tu possa esserne consapevole. Dio ci ha creati come essere liberi e quindi responsabili delle nostre scelte e della condizione nella quale siamo. La tua libertà dove ti ha portato? La tua sapienza, il tuo saper fare, il tuo non curarti di Dio dove ti ha portato? Spiritualmente dove sei? Sei nella Grazia o nel peccato? Sei nell’ubbidienza o nella ribellione? Stai vivendo una vita in comunione con Dio producendo dei frutti spirituali, oppure una vita lontano da Lui realizzando opere carnali e mortali? Dio non può operare nella tua vita se in te non c’è la consapevolezza di voler uscire dalla tua situazione. Il Signore Gesù è quel Medico che cura gli ammalati che riconoscono il male del loro cuore e che chiedono a Lui guarigione. Spiritualmente sei vivo? Hai comunione con Dio, parli con Lui? Hai la certezza di poter chiamare Dio, Padre, per la fede in Gesù Cristo, oppure non senti la Sua presenza nelle tua vita? Dove sei moralmente? Adamo rispose a Dio: “Ho avuto paura” (Gen.3:10). La sua scelta lo portò a trovarsi in una misera condizione morale di paura. Quanto è brutto passare dall’amore di Dio alla paura di Dio; dal favore di Dio allo spavento. A causa del peccato aveva perso tutto. Dove sei moralmente? Il tuo cuore è sicuro, oppure hai bisogno di stimolanti psicofisici per affrontare le prove della vita? Puoi anche tu affermare con certezza: “So in chi ho creduto” e “Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?” (2 Tim.1:12; Rom.8:31), oppure il domani ti spaventa? Dove è il tuo morale, la tua fiducia, la tua aspettativa di vita? Dio aveva una piano di serenità e sicurezza per la vita di Adamo, ma ora egli vive N OVEMBRE 2005 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● 5 RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 6 6 nella paura. Le tue scelte che cosa hanno prodotto in te? Sei contento della tua condizione morale? Oppure hai l’ansia nel cuore e vorresti sentire la pace del Signore? Vorresti smettere di nasconderti e dire piuttosto: «Signore, sono qui!» Dove sei moralmente? La paura della vita, la paura della morte, del dolore, la paura del diavolo… tante cose ci possono spaventare. Ai discepoli spaventati sulla barca sbattuta dalle onde, Gesù disse: “Dov’è la vostra fede?” (Luca 8:25). Ma poi calmò la tempesta! Forse, a causa delle tue scelte, ti trovi nel mare della paura, quella paura di vivere, di andare avanti. Se lo vuoi Dio, può cambiare la tua situazione moralmente distrutta e donarti certezza di fede e gioia di vivere: “Nell’amore non c’è paura; anzi, l’amore perfetto caccia via la paura” (1 Giov.4: 18). devono cambiare, per dire che non è colpa nostra. Per il prossimo, per la società, noi possiamo essere fonte di benedizione o causa di problemi; se siamo in Cristo saremo di benedizione per gli altri, perché i problemi dell’umanità si risolvono spiritualmente. Dio non ha mandato uno statista, un politico, un economista, ecc…, per risolvere i problemi dell’umanità; Egli ha mandato il Salvatore per togliere il peccato dal cuore dell’uomo e farlo così una nuova creatura che può amare e aiutare il suo prossimo. Dio inizia a risolvere i problemi dell’uomo pulendolo dal di dentro. Il problema non è la società, non sono le autorità terrene, il problema è nel cuore dell’uomo e Dio desidera donarti un cuore nuovo in Cristo Gesù. Dove sei socialmente? Dove sei fisicamente? Guardando la società odierna, molti dicono: «Sta andando tutto a rotoli!». L’apostolo Paolo dice che un tempo eravamo “odiosi ed odiantici gli uni gli altri” (Tito 3:3). Questo odio è iniziato proprio nel giorno in cui l’uomo ha peccato. Dio gli aveva donato ogni cosa, l’aveva messo al centro della Sua creazione e gli aveva posto al fianco la donna come coronamento di gioia. Ora Adamo si giustifica dicendo: “La donna che Tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell’albero, e io ne ho mangiato” (Gen.3:12). Sono sempre gli altri che devono cambiare, mentre noi ci sentiamo a posto. Adamo stava dicendo a Dio: «Io non ho sbagliato, è stata la donna». Molti oggi dicono: «Io non ho colpa, è la società che mi fa essere così»; «Io non ho colpa, è la famiglia che mi fa essere così»…, è sempre colpa degli altri! Ma Dio disse: «Adamo, tu dove sei?» «Lo sto chiedendo a te, non a tua moglie, non agli altri!». Dio sta ancora chiedendo a me e a te: «Tu dove sei?» Forse cerchiamo scuse per dire che è la società che non va, per dire che sono le istituzioni che devono cambiare, per dire che sono i genitori che devono cambiare, per dire che sono gli altri che Da quel giorno, assieme al peccato sono entrate nel mondo la malattia, il dolore, la morte. Forse a causa di una scelta sbagliata, di una falsa libertà, qualcuno sta subendo anche nella sua vita fisica le tristi conseguenze del peccato. Però noi sappiamo che la Scrittura dice che Gesù è salito su quella croce per prendere su di Sé le terribili conseguenze del nostro peccato: “Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di Lui e mediante le Sue lividure noi siamo stati guariti” (Isaia 53:5). Forse qualcuno è chiamato, anche riguardo la sua condizione fisica, a riconoscere di aver fatto un cattivo uso della sua libertà. Il Vangelo ci attesta che tutti quelli che andavano a Gesù con cuore sincero e semplice fede venivano guariti. Spiritualmente, moralmente, socialmente e fisicamente, siamo chiamati a prendere coscienza della nostra condizione e a dare una risposta alla domanda di Dio: “Dove sei?” Giuseppe Bortoli ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● N OVEMBRE 2005 RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 7 BEATI DI PACE gli operatori “Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Matt.5.9). La parola “pace” può avere tante implicazioni ed essere applicata a vari ambiti; tuttavia la pace avrà sempre una sola origine: Dio. Quanti desiderano essere portatori di pace, devono prima realizzarla in sé stessi, recandosi alla inesauribile fonte. Generati dall’Iddio della pace Chi si impegna a realizzare la pace verrà chiamato non “padre della pace”, ma “figlio di Dio”, poiché Dio è l’unico Generatore della pace, che può instaurarsi dove si stabilisce il Suo governo (Giob. 25:2; Giac.1:17). La pace, nella Bibbia, presuppone sempre la riconciliazione con Dio, contro cui i peccatori sono entrati in conflitto; è scritto: “Riconcìliati dunque con Dio; avrai pace…” ( Giob.22:21). Procacciatori di pace sono quindi coloro che ricercano innanzitutto il Regno di Dio e la Sua giustizia nei loro cuori, che si umiliano, si arrendono a Dio e vengono rigenerati nella pace come Suoi figli, attraverso Cristo (Rom.5:1; Gal.6:15-16). Soltanto quando il “Principe della pace” regna nei cuori vi è vera pace (Isa.9:5). Diversamente, la ribellione alla volontà di Dio procurerà inevitabilN OVEMBRE 2005 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● 7 RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 8 mente lo sconvolgimento, ogni aberrante forma di guerra e la morte (Giac.4:1-7), senza potere mai godere la promessa di Dio: “Io metterò la lode sulle sue labbra. Pace, pace a chi è lontano e a chi è vicino, dice il Signore, io lo guarirò! Ma gli empi sono come il mare agitato, quando non si può calmare e le sue acque cacciano fuori fango e pantano. Non c’è pace per gli empi, dice il mio Dio” (Isa.57:19-21). Generatori di concordia “Operatori di pace” sono quei credenti che si impegnano a vivere in pace con tutti, che non fomentano contese fra altri, ma si prodigano per l’unità e l’edificazione delle anime, sempre inclini a spegnere ogni focolaio di conflitto (Prov. 15:1; II Tim. 2:22-23). Quando, per volontà altrui, la pace non è realizzabile nella pratica, i figli di Dio, benchè colpiti, coltivano uno spirito pacifico verso il prossimo, preservando nella preghiera i loro cuori da sentimenti di ostilità ed ira. “Non rendete ad alcuno male per male… Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. Non fate le vostre vendette, cari miei, ma cedete il posto all’ira di Dio (Rom. 12:17-18). In tale modo i “procacciatori di pace” si conserveranno pronti ad operare al momento opportuno, per coronare la loro testimonianza con parole e gesti dettati dall’Evangelo della pace (Efes. 6:15), “poiché sta scritto: A me la vendetta; io darò la retribuzione, dice il Signore. Anzi, se il tuo nemico ha fame, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo. Non essere vinto dal male, ma vinci il male col bene” (Rom.12:19-21). Procacciatori dell’onore divino Al pari della vendetta, attuata secondo istinti aggressivi o arroganti criteri di giustizia personale, certamente non onora Dio l’accordo col peccato, stabilito su un distorto “amor di pace” con gli uomini, quando finiamo coll’essere complici del male (Sal.119:163-165). Uno stare bene insieme con gli uomini perseguito per sentieri di sola convenienza materiale, con scorciatoie morali, è la pace 8 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● N OVEMBRE 2005 che offre il mondo (Ger.6:1415), non quella vera, che dona solo Cristo, la quale libera dalle paure che spingono ad infedeli compromessi. Gesù, infatti, ha detto: “Io vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà” (Giov.14:27), aggiungendo: “Vi ho detto queste cose, affinchè abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi animo, io ho vinto il mondo” (Giov.16: 33). Il mondo può attingere a qualunque cisterna, ma l’inesauribile fonte della pace per i cristiani sarà sempre “Il Dio della pace” (Filip. 4:7-9; I Tess.5:23), mentre continuano a riposare nella fedeltà della grazia divina, mediante la preghiera: “Signore, tu ci darai la pace; poiché ogni opera nostra la compi tu per noi, Signore, Dio nostro, altri signori, fuori di te, hanno dominato su noi; ma grazie a te solo noi possiamo lodare il tuo nome” (Isa. 26:12-13). Coloro che confidano nel Signore godono di una benedizione che li conserva sereni anche in mezzo alle ritorsioni contro la loro coerenza alla Parola di Dio, perché non hanno procacciato una pace mondana, bensì quella di Cristo (Isa.26:3; I Pie. 4:13-14). Tali uomini fedeli e coraggiosi sono i beati ricercatori di pace che, in ogni tempo, manifestano nella santità un cuore “fregiato dell’ornamento incorruttibile dello spirito benigno e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran prezzo” (I Pie.3:4). Alessandro Cravana RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 9 Ritornare alla preghiera 2 CRONACHE 29:1-11 La storia ci insegna che il fervore spirituale, lo zelo e la fedeltà possono affievolirsi in presenza di grandi benedizioni spirituali. Questa è la storia di Israele, la storia di grandi uomini di Dio. Spesso il popolo d’Israele si ribellava a Dio o Lo dimenticava, proprio dopo aver conseguito delle gloriose vittorie. Spesso uomini di Dio sono venuti meno, si sono assopiti nella fede proprio dopo delle gloriose conquiste spirituali (Davide, Elia). Quando ciò è accaduto, il Signore sempre ha richiamato il Suo popolo, affinché si riaccendesse il fervore spirituale e potesse ritornare sul sentiero della fedeltà. L’assopimento spirituale, lo sviamento non è una condizione che si verifica all’improvviso, ma un processo che si verifica gradatamente. Il re Ezechia si rese conto che per realizzare un potente risveglio spirituale, Giuda doveva restaurare la preghiera. Questo è uno dei passi fondamentali per far si che il risveglio spirituale si manifesti. Spesso si parla di risveglio, si desidera il risveglio ma non sempre si è disposti a fare quanto è necessario perché Dio lo mandi dal cielo Non può esserci risveglio senza una vita di preghiera. Molti pensa- no che la preghiera sia importante, ne parlano spesso, ma non la praticano. La Bibbia insegna che la preghiera deve costituire il fondamento della nostra vita e del nostro servizio. Dio ha stabilito che la Sua Casa sia chiamata casa di preghiera. Non può esserci alcun risveglio se non c’è un ritorno alla preghiera. LA PREGHIERA COME SENSO DI PRIORITÀ (v.1-3) Il padre di Ezechia fu uno dei più malvagi re di Giuda, ma ora era morto ed Ezechia era ben intenzionato ad essere fedele al Signore. Ezechia voleva che il Signore ritornasse a regnare su Giuda e “nel primo anno del suo regno, nel primo mese, riaprì le porte della casa del Signore e le restaurò” (v. 3). Ezechia ritenne il ritorno a Dio come la cosa da fare prima di tutto. Quest’uomo di Dio comprese che non poteva esserci alcun risveglio se non ci fosse stato un urgente ritorno al Signore. Probabilmente ad alcuni il modo di fare di Ezechia sembrò arretrato, si stava comportando come si faceva una volta, ora il popolo di Giuda era aperto a nuove idee, era diventato più moderno, più sofisticato. Ezechia non era né moderno, né sofisticato. Ezechia aveva compreso che per realizzare la potenza e il risveglio di Dio bisognava tornare al vecchio, bisognava tornare urgentemente a una vita di intensa preghiera. Molti pensano che la preghiera sia qualcosa di antico, che fa parte della nostra storia. La verità è solo una: la preghiera è la base per un glorioso futuro. Se vogliamo vivere un potente risveglio spirituale è urgente tornare alla preghiera. LA PREGHIERA COME RITORNO ALLA PUREZZA (v.4-9) Naturalmente non si poteva tornare al Signore facendo finta di nulla, non riflettendo sugli errori del passato. N OVEMBRE 2005 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● 9 RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 10 Ezechia comprese che una efficace preghiera può uscire solo da un cuore puro: “Non toccate nulla di impuro!... Purificatevi voi che portate i vasi del Signore” (Isaia 52:11). Chiamò i leviti, i sacerdoti e ordinò loro di santificarsi. Le nostre preghiere non otterranno alcun effetto, se prima non permettiamo al sangue di Cristo di purificarci e se non siamo determinati nell’abbandonare il peccato che è in noi: “Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all’altare, e va’ prima a riconciliarti con tuo fratello; poi vieni a offrire la tua offerta” (Matteo 5:23,24). Ezechia stava richiamando il popolo alla serietà nel servizio al Signore, al senso di responsabilità; dovevano fare ammenda del passato e invocare il perdono di Dio. Ezechia spiega al popolo che se si trovano nella confusione è perché avevano abbandonato la preghiera e la fedeltà alla Parola di Dio. Ezechia collega la condizione del presente al comportamento del passato… Ancora oggi è così. Ognuno vive le proprie scelte. Se vogliamo un futuro glorioso, oggi dobbiamo creare le basi: bisogna tornare alla purezza e alla preghiera. LA PREGHIERA COME DIALOGO CON DIO (v.10) La preghiera è stata definita “il respiro dell’anima”, “il telefono senza fili”… Attraverso la Parola Dio parla a noi, attraverso la preghiera noi parliamo a Dio. Ezechia vuole instaurare un dialogo continuo con il Signore, perché comprende che ciò è fondamentale per vivere il risveglio. Se vogliamo vivere un potente risveglio spirituale, la preghiera deve diventare uno stile di vita, il dialogo con Dio deve essere quotidiano e continuo. Non è solo importante quello che Dio ha da dire a noi. Per Dio è anche importante quello che noi abbiamo da dire a Lui. Lui vuole parlare, vuole dialogare con te. Ancora oggi Egli continua a dire: “Venite, e discutiamo, dice il Signore: Anche se i vostri peccati fossero scarlatto, diventeranno bianchi 10 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● N OVEMBRE 2005 come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana” (Isaia 1:18). Una cosa sulla quale riflettere è che Gesù non insegnò ai Suoi discepoli come predicare, ma come pregare. Si può ben predicare, se si impara a pregare. Non può esserci alcun risveglio, se non si ha un dialogo quotidiano e continuo con il Signore attraverso la preghiera. LA PREGHIERA COME PREPARAZIONE AL SERVIZIO (v.11) Ezechia adesso richiama i sacerdoti e i Leviti e chiede loro di mostrarsi intelligenti, rendendosi conto che hanno ricevuto una chiamata da Dio. La chiamata che abbiamo ricevuto la possiamo adempiere soltanto se la preghiera occupa nella nostra scala di valori un posto importante: “Prega e va’…”. “Figli miei, non siate negligenti; perché il Signore ha scelto voi affinché stiate davanti a lui per servirlo, per essere suoi ministri, per offrirgli incenso” (v. 11). Vale a dire, usate la testa, usate il cervello. Voi siete stati chiamati al servizio del Signore, ma potrete adempiere alla chiamata ricevuta soltanto se usate l’intelligenza e tornate a una vita di preghiera. L’incenso era il simbolo della preghiera, e ritornare a bruciare incenso sull’altare significava ritornare al Signore con una intensa vita di preghiera. Si può dare agli altri solo se si riceve da Dio, si può servire Dio solo se si dipende da Dio. Non può esserci nessun servizio efficace senza una reale vita di preghiera. La preghiera è sempre stata una tappa fondamentale sulla via del risveglio, anzi è sempre stata il cuore del risveglio. Se vogliamo vivere un potente risveglio spirituale, dobbiamo ritornare alla preghiera individuale e collettiva. È impossibile realizzare la presenza di Dio senza una vita di preghiera. Una chiesa risvegliata è una chiesa che prega. Noi vogliamo essere quella chiesa. Angelo Gargano RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 11 Giovani illusi terza parte - Luca 15:11-24 Nelle due parabole che precedono quella del nostro testo, è stato presentato qualcuno che si era messo alla ricerca della moneta e della pecora, che non sarebbero potute ritornare da sole. In questa storia invece c’è un padre che attende il ritorno del figlio. La moneta era stata perduta non per colpa propria (15:8); la pecora si perse perché si era allontanata scioccamente (15:3,4). Il figlio, invece, andò via guidato dall’egoismo (15:12). Ma il grande amore di Dio è ancora oggi alla ricerca per trovare coloro che sono perduti: i peccatori! Cristo è venuto per recuperare, per salvare, per ristabilire ciò che era perso, distrutto (Luca 19:10). Vediamo di seguito che cosa ci presenta questa parabola. La vera umiltà L’umiltà è la primaria caratteristica richiesta da Dio per i Suoi (2 Cron.7:13, 14; 1 Pie.5:5). Il figliuol prodigo fece una inversione di marcia e, lasciando la custodia della mandria di maiali, s’incammino verso casa. La prima cosa da fare è abbandonare, lasciare il luogo del peccato, del degrado e della sporcizia per appartarci per il Signore. Nella Parola di Dio si può vedere come quel figlio fosse disposto finanche a prendere il posto di servo. Notiamo come partì orgoglioso e superbo, ma ritornò umile. “L’orgoglio abbassa l’uomo, ma chi è umile di spirito ottiene gloria” (Prov.29: 23). L’umiliazione non è sinonimo di umiltà. Attraverso l’umiliazione, l’abbassamento del proprio io, s’impara l’umiltà, la sottomissione. Questa triste esperienza fece scaturire nel suo cuore il desiderio di amore e comunione familiare; scaturì il bisogno di perdono, di liberazione dal male. Partì a testa alta e tornò a testa bassa! L’umiltà lo portò a compiere un passo molto importante: si levò, si alzò dalla bassezza in cui era caduto ed afferrò l’opportunità di essere ristabilito. L’orgoglio l’abbassò, l’umiltà lo sollevò! Questo giovane era illuso, perché credeva che fosse oro tutto quello che luccica, ma scoprì che la realtà era ben diversa! Caro giovane, se vuoi essere ristabilito e condotto a casa, devi afferrare la mano del Padre che è pronto a chinarsi e tirarti fuori dalla fossa (Sal.40:1-2). N OVEMBRE 2005 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● 11 RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 12 Il peccato trascina l’uomo in basso, ma il peccatore deve decidere di non restarci; deve impegnarsi per alzarsi e mostrare determinazione a non restare nella bruttura del peccato nella quale è caduto. Bisogna andare sulla via del cammino verso Dio; bisogna voltare le spalle al peccato e guardare a Cristo, camminando in santità come Egli camminò. L’umiltà non portò quel giovane a nascondere il peccato. Dinnanzi alla luce del riflettore penetrante della Parola, bisogna solo confessare ed abbandonare il peccato! Questo figlio, non disse soltanto: “Ritornerò”, ma anche “Gli dirò: ho peccato”. La genuinità del suo ravvedimento è dimostrata da come riconobbe il suo peccato come una trasgressione contro la legge divina. Il giovane mostrò la propria indegnità confessando di essere immeritevole della grazia del padre, e di quella di Dio (1Gv.1: 9-10). Quello che veramente serve è un mutamento interiore di tutto il nostro essere! Una riforma esteriore non ha alcun valore agli occhi di Colui che vede ogni cosa! (Sal.11:4-5; 139:7-12). “Chi copre le sue colpe non prospererà” (Prov.28:13). L’orgoglio allontana e rende indipendente l’uomo da Dio; l’umiltà, avvicina e rende l’uomo dipendente dal Signore! L’amore inalterabile del Padre L’amore di Dio è costante e paziente. Egli ci cercherà e ci darà delle opportunità per rispondere alla Sua chiamata, ma non ci forzerà ad andare a Lui. Come quel padre, così Dio aspetta con pazienza che rinsaviamo e torniamo a Lui. Questo giovane scopri che l’amore del padre era più grande di quanto pen12 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● N OVEMBRE 2005 sasse. L’amore di Dio è intramontabile (Isa. 49:15; Ger.31:3). Ogni uomo che si ravvede scoprirà che il Padre Celeste ha un amore inesauribile, incommensurabile, inalterabile, intramontabile e che aspetta con desiderio di trasformare la vita di coloro che si rivolgono a Lui. Il testo dice che, mentre quel figlio era ancora lontano, il padre lo vide e gli corse incontro. Questo padre non aveva mai smesso di aspettare e di stare a guardare! Così sta facendo ancora il Signore, che è ricco in misericordia: Egli ti aspetta! Che angoscia per quel giovane mentre si avvicinava a casa, come lo accoglierà il padre, che cosa gli dirà? Lo accetterà? Lo accoglierà? Lo rigetterà? Non ha bisogno di arrivare fino a casa per saperlo, perché il commosso incontro avviene prima: il padre gli corre incontro, gli si getta al collo e lo copre di baci, è certamente perdonato! Con questa accoglienza calorosa il padre gli dimostrò che non aveva mai smesso di amarlo, e che il suo amore non si era affievolito. Non era stato rinnegato, ma era ancora amato e considerato! Se qualcuno si è allontanato, ritorni al Padre senza timore e senza indugio, Egli non respinge un Suo figlio pentito, anzi lo accoglie con tenerezza, affetto e dolcezza. Ricordiamoci che è un Padre benevolo e compassionevole perché “le Sue compassioni si rinnovano ogni mattina”. Torna a Colui che ti aspetta e non darGli maggior pena tardando nel tuo ritorno. Riprendi la via verso casa e sarai ricevuto come quel figliol prodigo! “Tornate a Colui dal quale vi siete così profondamente allontanati” (Is.31:6). Giuseppe Federico RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 13 L’uso del TEMPO In generale il termine «tempo» ha svariati significati. Si va dal tempo della vita di una persona, inteso come la durata dell’esistenza terrena, al tempo di una giornata di 24 ore . Anche nella Bibbia questo termine ha più di un significato. Ma quello che ci interessa trattare è come va usato il tempo che ha a disposizione l’uomo di Dio, il credente «nato di nuovo». L’uomo savio conosce e discerne i tempi (Ecc.8:5-6) L’uomo savio è quello che possiede delle qualità come l’assennatezza, la saggezza, l’accortezza, la prudenza e che pondera bene la situazione, riflette e valuta per il meglio. Nella Bibbia (ediz. Nuova Riveduta) la parola utilizzata è «Saggio» che equivale a «Savio». L’uomo savio è riflessivo e ha la capacità di discernere in modo equilibrato. È un uomo saggio perché non spreca il suo tempo riconoscendo che esso è limitato, dopo di che ci sarà il giudizio. L’uomo che è savio e saggio rappresenta il credente che rigenerato dallo Spirito Santo acquisisce discernimento e, invece di sprecare il suo tempo, lo investe e lo usa per dare onore e gloria a Dio. L’uomo dipende dal tempo e dalle circostanze (Ecc.9:11) L’uomo savio considera che gli sforzi umani, l’intelligenza e il vigore dell’uomo sono cosa inutile se non vi sono il tempo e le circostanze per mostrare queste virtù. Il libro dell’Ecclesiaste fu scritto da Salomone, uomo di grande saviezza e intelligenza, il cui desiderio era quello di mettere di fronte all’uomo la realtà alla quale tanti non badano: che l’uomo è limitato nel tempo e prima o poi dovrà morire. L’uomo saggio utilizza il tempo. Sapendo che l’uomo è sottoposto al tempo e alle circostanze, una cosa è restare fermi aspettando passivamente il termine del tempo, altra è fare di tutto affinché in questo periodo non precisato si possa essere utili per sé stessi e per gli altri. Non ha molta importanza quanto tempo si trascorre su questa terra, ma ha molta importanza come lo si trascorre. Bisogna sfruttare e gestire il tempo nel mondo migliore, perché ci è stato affidato dal Padre Eterno. E il modo migliore di usare il tempo è quello di mettersi a disposizione per il servizio del Signore. Dio ci ha dato del tempo affinché noi possiamo impegnarlo per il servizio del Suo Regno e, quando il Re sarà venuto, chiederà a ognuno di noi come abbiamo amministrato il tempo che Lui ci ha dato. Il credente intelligente si ricorda di Dio. È cosciente della brevità della vita. (Salmo 90:12). Sa che un giorno il suo tempo finirà e, per questo, desidera imparare a contare i suoi giorni per acquistare un cuore savio. Desidera imparare a vivere giorno per giorno con saggezza, senza sprecare nemmeno un giorno della propria vita. Il credente sa usare il tempo Il credente riconosce che ogni cosa buona viene dal Signore. La maggior parte degli uoN OVEMBRE 2005 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● 13 RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 14 mini non sanno come passare il tempo e inventano svariate forme di piacere e di divertimento, e altri, meno fortunati, arrivano perfino al suicidio oppure si danno a droga e alcolismo. Il credente sa che il tempo della sua vita è un dono del Signore e cerca di usarlo per la gloria di Dio. Il credente usa il tempo per Dio (Salmo 34:1) • Lo usa benedicendo l’Eterno. C’è chi perde tempo a destra e a sinistra, parlando male di tutto e di tutti: dello stato, della chiesa, della società, della famiglia, ecc... Così facendo, la bocca diviene uno strumento per maledire. Il credente maturo non perde il suo prezioso tempo nel sparlare o nel proferire maldicenze ma, al contrario, usa il tempo per benedire il suo Signore. Egli è una testimonianza vivente dell’opera di Dio nella sua vita, che vivrà come una continua lode verso il suo Signore. • Lodando Iddio del continuo. Sembra impossibile lodare del continuo Dio, ma se riflettiamo sul Suo amore è impossibile non riuscirci. La Parola di Dio utilizza la parola «sempre»: “La sua lode sarà sempre nella mia bocca”. E questo sta a indicare che ogni parola espressa con la bocca, anche se non pronuncia il nome di Dio, sarà uno strumento esercitato a proferire in ogni circostanza parole di benedizione e di lode. Egli usa il tempo per fare le cose giuste (Sal. 106:3) • Amando in ogni tempo (Prov.17:17). Il credente è chiamato ad amare in ogni tempo. L’amore del credente non è limitato nel tempo e non è nemmeno un amore che nasce da uno stato d’animo ben disposto, perché ogni sentimento, anche se è buono, potrebbe finire. Ma l’amore del credente è per sempre, perché non è un amore umano, è l’amore di Dio che si esprime attraverso tutta la vita. Solo così può essere duraturo. Solo così può essere: in ogni tempo. Il credente usa il tempo per amare il prossimo e il fratello per mezzo dell’amore di Dio che dimora in lui. • Vegliando in ogni tempo (Luca 21:36). Come un buon soldato il credente non può permettersi di approfittare del periodo di guardia per dormire: bisogna vegliare del continuo per poter essere in grado di scampare dal pericolo e dal nemico. • Pregando in ogni tempo (Luca 21:36). Se è vero che la preghiera è il respiro dell’anima, allora bisogna pregare in ogni tempo. Come non 14 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● N OVEMBRE 2005 possiamo smettere di respirare per non fare collassare il nostro corpo, così dovrà essere per il nostro spirito. • Dando un buon esempio al mondo (Col.4: 5) Approfittando delle opportunità che il credente trova durante il corso della vita e sfruttandole per dare un buon esempio di vita cristiana, una testimonianza ai non credenti. Il credente vive il tempo Il credente non è un illuso o una persona che vive fuori del tempo e delle circostanze; egli vive il tempo della sua vita senza esitazioni e con coraggio, sapendo che dopo il tempo del suo pellegrinaggio, lo aspetta l’eternità. Offrendo a Dio la sua offerta (Num. 28:2) nel tempo stabilito, per essere gradito a Dio. Sperando in Dio (Sal.104:27) per ricevere il sostentamento spirituale nel tempo opportuno. Cercando l’Eterno (Osea 10:12b) fino a quando Lui non ritorna, per ricevere piogge di benedizione. Facendo del bene (Gal.6:9) per ricevere la retribuzione. Predicando la Parola (2 Tim.4:2) con insistenza, in ogni tempo. Tante volte le persone rispondono di non aver tempo per Dio, di non aver tempo per leggere la Bibbia, di non aver tempo per la loro anima. Eppure, poi vediamo che hanno tempo per tutto il resto: per cercare di far soldi, per giocare, per le vacanze, per divertirsi ecc... L’uomo naturale vive come se il tempo non dovesse mai finire. Ma, purtroppo, c’è gente che muore tralasciando la cosa più importante: trovare il tempo per la loro anima, per Dio e per le cose spirituali. Non così il credente: egli è chiamato a vivere il tempo che Dio gli concede con saviezza e saggezza, approfittando delle opportunità per fare il bene, per predicare la Parola, offrendo la sua vita all’Eterno, che è il Signore del tempo. Come per il non credente, anche per il credente verrà il momento in cui esalerà l’ultimo respiro. Da quel momento in poi per il credente finirà il tempo e inizierà l’eternità. Una eternità felice e in compagnia di Cristo Gesù. Non conviene spendere bene il tempo di quaggiù, anche con un po’ di sofferenza, per poi godere l’eternità di lassù? Salvatore Ciofalo RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 15 Mettetevi all’opera! Il profeta Aggeo esercitò il suo ministerio in Israele nel periodo in cui il decreto di Ciro (538 a.C.) permise ai Giudei di tornare in patria per ricostruire il Tempio di Gerusalemme (Esdra 1:14). Dal 535 al 520 a.C. i lavori prima rallentarono, poi si fermarono del tutto. Solo dopo le esortazioni ispirate dei profeti Aggeo e Zaccaria il tempio venne completato (515a.C.). Forte è l’esortazione in Aggeo 2:4 e, tra tutte le parole del passo, particolarmente incisivi i due imperativi: “Fortificati” e “mettetevi all’opera”! Fortificati! “Fortificati” significa che se vogliamo servire il Signore, pur in quello che Egli ci comanda, abbiamo bisogno di forza! È importante ricordare quello che dice la Scrittura, per non rischiare di fondarsi su forze inutili o ricercare quelle necessarie dove non esistono! Dio solo è la fonte della vera forza! “Levate gli occhi in alto, e guardate: Chi ha create queste cose? Colui che fa uscir fuori, e conta le stelle, che le chiama tutte per nome; e per la grandezza del suo potere e per la potenza della sua forza, non una manca” (Isa. 40:26) Dio può dare forza al Suo popolo: “O Dio, tu sei... quel che dà forza e potenza al suo popolo” (Sal.68:35); “Da te (o Dio) vengono la ricchezza e la gloria; in tua mano sono la forza e la potenza, e sta in tuo potere il far grande e il render forte ogni cosa” (1 Cron.29:12). Grande è il compito affidato alla Chiesa, ecco perché Gesù promette ai Suoi: “Voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sa- “«E ora, fortificati, Zorobabele!» Dice l’Eterno; «Fortificati, Giosuè, figliuolo di Jehotsadak, sommo sacerdote! Fortificati, o popolo tutto del paese!» Dice l’Eterno; «E mettetevi all’opera! Poiché io sono con voi», dice l’Eterno degli eserciti” (Aggeo 2:4). rete testimoni” (Atti 1:8). Questa sarà la sola potenza in grado di rendere uomini deboli, capaci di mettersi all’opera per il Signore! “Non per potenza, né per forza, ma per lo spirito mio, dice l’Eterno degli eserciti” (Zac.4:6). Mettetevi all’opera! “Mettetevi all’opera” significa che, pur con l’aiuto di Dio, l’uomo deve fare la sua parte. Re, sacerdoti o semplici popolani, nessuno era escluso! E mentre ognuno è esortato a fortificarsi personalmente, l’invito ad operare insieme agli altri è al plurale. La forza è qualcosa di cui ognuno deve occuparsi personalmente; è come l’olio delle vergini sagge, che non poté essere ceduto agli altri oppure ottenuto dagli altri. Una volta ottenuta da Colui che “dona tutto generosamente senza rinfacciare”, questa forza non serve per lavorare da soli, ma per lavorare insieme. Dio ci aiuti a sentire la Sua voce che chiama all’opera; ci conceda di ricercare e ricevere la forza necessaria per poterLo servire; ci permetta di realizzare che il solo modo per ottenere gli scopi per cui è data tale forza è, sì, quello di “mettersi all’opera” per il Signore ma... insieme a tutti gli altri membri del Suo popolo! Sebastiano Bozzon N OVEMBRE 2005 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● 15 RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 16 NOI PREDICHIAMO Cristo crocifisso “POICHÉ I GIUDEI CHIEDONO DE' MIRACOLI, E I GRECI CERCANO SAPIENZA; MA NOI PREDICHIAMO CRISTO CROCIFISSO, CHE PER I GIUDEI È SCANDALO, E PER I GENTILI, PAZZIA” (I CORINZI 1:22-23) La predicazione della croce è il centro della nostra predicazione. Ogni altro argomento predicato, ogni tema trattato non può e non deve prescindere dalla croce di Gesù Cristo. La pressante necessità avvertita da tanti che sprona a cercare nuove vie e nuovi argomenti di discussione non può coinvolgere coloro a cui non deve importare altro che la predicazione della croce. D’altro canto, non possiamo esser distolti dall’unico messaggio affidatoci da Gesù Cristo stesso (Marco 16:15) che è il messaggio che viene dalla croce (I Cor. 11:26). Non abbiamo altro messaggio da annunciare se non il messaggio che viene dalla croce. Ogni altro messaggio rende vana la croce di Gesù Cristo (v.16), anche se il messaggio della croce “è pazzia” per quelli che periscono, ma per quelli che sono salvati “è la potenza di Dio” (v.17). Abbiamo letto: “noi predichiamo Cristo crocifisso...” NOI Chi siamo noi, che abbiamo questo particolare ed unico tipo di predicazione? • Siamo innanzitutto persone che, secondo lo spirito del mondo, hanno creduto ad una pazzia, hanno creduto alla possibilità di essere salvati e la nostra vita ha ora un senso ed uno scopo. • Abbiamo creduto che nella croce di Gesù Cristo c’è la potenza necessaria a cambiare totalmente le cose nella nostra vita, così come la Parola di Dio ci annunciava: abbiamo creduto, l’abbiamo sperimentato e realizzato. • Abbiamo sperimentato il vero perdono dei nostri peccati. • Abbiamo realizzato la piena redenzione della nostra vita e siamo così diventati delle nuove creature 16 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● N OVEMBRE 2005 RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 17 frutto della croce di Gesù Cristo. • Siamo persone per le quali è stata così reale l’opera della croce che sono divenute esse stesse predicatori, annunciatori, di quest’opera. • Abbiamo udito, abbiamo considerato, abbiamo provato e abbiamo realizzato la potenza della croce. (I Giov.1:1-3) • Siamo diventati testimoni (Atti 1:8). Non testimoni immuni, ma totalmente coinvolti al punto da poter predicare di quest’opera gloriosa della croce. La nostra vita intera ne diventa protagonista: per questo la nostra predicazione è efficace, perché predichiamo di cose che conosciamo molto bene. PREDICHIAMO In questo termine non è racchiuso, perché non vi siano dubbi solo il senso della vera attività a cui è chiamato ogni ministro della Parola, ma anche quello di ogni membro del corpo di Cristo. Il predicare racchiude in sé il senso del «parlare in famiglia di un padre». Parole dettate dall’amore che il Padre ha per i figli, spinte dall’amore e dal bene per la loro vita e il loro futuro. Si predica amando chi ci è di fronte, anche quando l’argomento dei discorsi diventa duro, come un padre farebbe con il figlio amato. Noi siamo chiamati a predicare la croce di Gesù Cristo; perché l’uomo può guadagnare anche tutto il mondo e, se poi perde l’anima sua, fallisce miseramente. Ma nell’annuncio della croce, nella sua predicazione, c’è la potenza che muta le cose altrimenti immutabili e le muta per sempre. Chi non ha sperimentato queste cose, non ha compreso il senso della croce, non ha ricevuto il messaggio della croce. CRISTO CROCIFISSO È come se l’apostolo Paolo volesse farci notare che c’è la possibilità di trovarci di fronte a tanti Cristo nella stessa figura di Gesù, isolandoli l’uno dall’altro, ma essi non possono che confluire tutti nel Cristo della croce, nel Cristo crocifisso, altrimenti non hanno un senso compiuto. Senza la croce, tutta l’opera di Gesù non avrebbe alcun valore e Gesù sarebbe alla stregua di un Rabbì come tanti altri. Anche oggi il mondo è pieno di rabbì, dall’Oriente all’Occidente, dal Mezzogiorno al Settentrione e la gente ricerca dietro essi miracoli e sensazioni (v.22), ma solo Gesù Cristo crocifisso salva l’uomo dal suo destino di perdizione (Rom.3: 23). Agli occhi di qualcuno Egli forse potrebbe solamente sembrare un procacciatore di fama e di gloria terrena, ma Dio Gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni altro nome (Filip.2:89). Gesù ci è stato dato per la croce (I Pie.1:18-20) e tutto il cammino che ha intrapreso a par tire dalla mangiatoia di Bethlemme è indirizzato verso la croce (Marco 10:32). Tutto quello che compie in questo tragitto: miracoli, guarigioni, liberazioni, tutto è compiuto nella visione della croce. La croce ci parla del grande amore di Dio che si dona per soddisfare pienamente la giustizia divina e aprire davanti ai perduti la porta di un avvenire e di una speranza. Vogliamo annunciare Gesù! Vogliamo predicare Cristo, e Cristo crocifisso! Raffaele Frezza N OVEMBRE 2005 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● 17 RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 18 empi ifficili T D “0r sappi questo, che negli ultimi giorni verranno tempi difficili...” (2Timoteo 3:1) Viviamo in tempi difficili. Per affrontarli abbiamo bisogno di un risveglio, quello che viene dal cielo per la potenza dello Spirito Santo. Nessuna generazione come quella odierna ha mai affrontato tanti problemi e difficoltà. Per uscire da queste nostre malattie ci vuole un risveglio. Abbiamo bisogno che lo Spirito Santo scenda potentemente nella nostra vita. Viviamo in un tempo nel quale molti onorano Dio solamente con le labbra. Per onorare la salvezza che abbiamo ricevuto in Cristo Gesù, abbiamo bisogno di un risveglio spirituale che faccia realizzare nella nostra vita quello che ci necessita. Molti non sentono questo bisogno, altri procedono dicendo: «Va bene così». Ma è proprio per questo che c’è bisogno di un risveglio, di rinascita spirituale interiore e personale. La giusta visione per la chiesa è di seguire le orme delle Parole della Bibbia: “Non tornerai forse a darci la vita, perché il tuo popolo possa gioire in te”? (Sal.58:6). Per festeggiare in Lui dobbiamo rivivere per la potenza dello Spirito Santo. Stiamo camminando in tempi difficili, perché la morte spirituale si sta insinuando in molti. Il punto cruciale è che non si accorgono di questo e il male cresce interiormente come un tumore che poi, casualmente, viene diagnosticato facendo delle visite per altri disturbi. Noi dobbiamo andare sempre al controllo da Colui che siede sul trono, che conosce bene tutta la nostra vita. Purtroppo si riscontra che sempre più ci stiamo adattando ai tempi, perdendo vigore spirituale. 18 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● N OVEMBRE 2005 Ma la volontà di Dio è che la chiesa sia infiammata dalla potenza dello Spirito Santo. Questa deve essere la Chiesa: “Voi riceverete potenza...” “vengono da te come fa la folla; il mio popolo si siede davanti a te e ascolta le tue parole, ma non le mette in pratica; perché con la bocca fa mostra di molto amore, ma il suo cuore va dietro alla sua cupidigia (Ez.33:31): le persone andavano davanti a Dio, si sedevano, ascoltavano, ma tutto finiva lì. Molti servitori e credenti stanno facendo così unendosi in preghiera e supplicazione a Dio, il risveglio viene al grido di cuori umili, e il Signore spande il Suo Spirito. Oggi più che mai ci vogliono uomini, donne, giovani disposti a pregare, a gridare a Dio, con un cuore rotto, ardenti di desiderio per Lui. Oggi non possiamo usare alcuna tolleranza per il peccato, questo è uno dei fattori che chiude la porta del cielo. La tolleranza evidenzia nel mondo che stiamo vivendo tempi difficili. La nostra vita non deve essere in conformità al mondo: “Sappi questo che negli ultimi giorni verranno tempi difficili”. Dobbiamo avere visi bagnati, ma molti occhi non sanno che cosa siano le lacrime! Dobbiamo avere un cuore rotto e uno spirito contrito quando ci presentiamo davanti al Signore. Il peccato e l’indifferenza sono i grandi ostacoli della vita, con il peccato e l’indifferenza non può esserci tolleranza. Gridiamo al Signore se siamo ancora vivi! Abbandoniamoci completamente in Lui, ed Egli ci concederà quello di cui abbiamo bisogno. E il nostro grido è questo: «Signore, mandaci un grande risveglio». Francesco Davide Scianna RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 19 LA MIA TESTIMONIANZA “Il Signore è la mia forza ... in lui s’è confidato il mio cuore” (Sal.28:7) Mi chiamo Clementina e posso dire con certezza che il Signore Gesù è stato molto buono con me. Da giovane ero una ragazza che per il mondo poteva considerarsi interessante, con un lavoro appagante, in qualche modo legato alla creatività e alla moda, notoriamente considerati come punti d’arrivo per la società. Dentro il mio cuore però albergava una tristezza mortale e un’insicurezza profonda che cercavo di mascherare in mille modi. Quel vuoto interiore mi creava inquietudine. Ero quindi sempre alla ricerca di amore, sia nella famiglia che nelle amicizie, per sentirmi sicura e rincorrere così i miei ideali e i miei sogni. Andavo invece accumulando delusioni e sofferenze, che ora, alla luce della Parola di Dio, posso chiamare peccati su peccati. Mia mamma fin da piccola mi aveva insegnato a pregare e ogni volta che stavo male ricorrevo a Gesù. Egli nella Sua infinita bontà mi aiutava, ma di lì a poco tornavo a condurre la mia vita a modo mio, facendo delle scelte sbagliate e rimanendo sempre più delusa dagli altri e da me stessa. Cercando di trovare pace interiore, un giorno mi ritrovai con un gruppo di giovani per fare dello Yoga, non consapevole che stavo per mettermi una pericolosa catena al collo. Inizialmente questa nuova esperienza esercitò del fascino nei miei confronti. Ero particolarmente vicina a una cara amica, la quale mi esortava a frequentare e ad attenermi agli insegnamenti del guru, il loro capo spirituale. In quell’ambiente si parlava di pace e amore: quello che cercavo! Ci insegnavano a pregare Dio, ma nel contempo si praticavano riti induisti; citavano il Vangelo, ma falsando la verità biblica, con il fine di procurare una sorta di abbandono della personalità, per una dipendenza totale al loro credo. Si era spinti con suadenti suggerimenti a lasciare, pian piano, le nostre cose per metterle in comune e addirittura a lasciare le nostre case, per andare in alcuni luoghi “speciali”, del nostro pianeta. Ci dicevano che eravamo gli eletti, in attesa di un presunto “rapimento”, che sarebbe avvenuto da parte di esseri extraterrestri a scapito dell’intera umanità perduta. Il guru faceva spesso riferimento a rivelazioni fattegli direttamente da Dio, sottintendendo di essere “colui che doveva venire”, cioè il Cristo. Molti genitori applaudivano a tutto ciò, perchè vedevano la vita di alcuni loro figli trasformata. C’era chi aveva smesso di usare la droga, chi l’alcol ed altro ancora; addirittura si parlava di guarigioni da malattie incurabili. Mai una volta, però, si dava gloria a Dio per il sacrificio di Suo Figlio Gesù, per mezzo del quale soltanto la Bibbia afferma che possiamo ricevere salvezza, liberazione, guarigione e ogni altro bene. Fu allora che sentii una voce interiore che mi diceva di allontanarmi prontamente da quell’ambiente, per scampare da un baratro che sarebbe stato senza possibilità di ritorno. Come la Bibbia dice: “C’è una via che all’uomo sembra diritta, ma finisce con il condurre alla morte” (Prov.16:25). Alcune mie amiche ancora oggi sono curate dallo psicologo per gravi disturbi provocati da lunghi digiuni e forzati esercizi fisici, nonché da pericolose pratiche spirituali che allontanano dalla Via, dalla Verità e dalla vera Vita. Il Signore è stato buono e mi ha tirato fuori senza alcun danno. Seppi in quel tempo valutare la potenza della preghiera: mia mamma pregava giorno e notte che il Signore mi liberasse dal N OVEMBRE 2005 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● 19 RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 20 laccio del maligno. Conobbi poi Riccardo; mi sembrava che il mio sogno si fosse avverato, con lui potevo essere me stessa e parlare di Gesù, ma ero ancora molto lontana dalla Verità. Ci sposammo e, felici, avemmo una bambina, ma dopo poco tutto franò. I miei genitori stavano molto male; i miei suoceri, che io credevo famiglia perfetta, si divisero e mio marito, con suo padre, caddero in una profonda depressione. Correvo da un ospedale all’altro, nel frattempo mio padre morì; ero incinta del mio secondo bambino, profondamente delusa ed angosciata, con una sola soluzione che nel cuore voleva farsi spazio, una brutta decisione! Ma una domenica mattina del 1995 sentii nel mio cuore la voce di Dio che mi invitava ad andare a Lui seguendo mio marito, che nel frattempo stava ritornando al Signore dopo anni di abbandono: “Egli ti parlerà di cose, per le quali sarai salvato tu e tutta la tua famiglia” (Atti 11:14). Non conoscevo niente della chiesa del Signore, ma nel pomeriggio dello stesso giorno, nel locale di culto della chiesa evangelica pentecostale di Vicenza, lo Spirito Santo parlò con potenza al mio cuore con la predicazione della Sua Parola. Per la seconda volta nella mia vita udii parlare del ritorno del Messia, ma in questo caso fu tutto diverso. Gesù stesso, mettendo in guardia dai falsi profeti, parlava del Suo ritorno: “Se qualcuno vi dice: Il Cristo è qui, oppure: È là, non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti. Ecco, ve l'ho predetto… infatti, come il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo” (Mat.24:23-27). Lo Spirito Santo mi fece capire che Gesù è l’unico vero Signore. In quello stesso giorno sentii il bisogno di chiedere a Gesù di lavare il mio cuore sporco e pieno di peccato e di entrare nella mia vita come mio personale Salvatore e Signore. Lui mi fece una nuova creatura: una Sua figliola. Le difficoltà non finirono; dopo qualche tempo persi anche mia mamma, però non ero più sola, con me c’era Gesù e Lui portava i miei pesi. Il Signore mi battezzò con il Suo Santo Spirito e poi diedi testimonianza della mia conversione con il battesimo in acqua insieme a mio marito Riccardo, con i nostri tre bei bambini che ci guardavano e gioivano con noi. Nel maggio 2004 mi accorsi di un voluminoso nodulo al seno. In giugno, dopo un primo intervento, mi fu diagnosticato un tumore maligno. I medici decisero di intervenire radicalmente con un’operazione che mette a dura prova, sia fisicamente che psicologicamente. Confesso che ci sono stati momenti difficili per me e per la mia famiglia, dato che i bambini sono ancora piccoli e ancora bisognosi delle cure di entrambi i genitori. Sapevo però che il Signore ha tutto sotto il Suo controllo e che la chiesa del Signore pregava per me. Questo mi dava tanta forza e sicurezza. Tutto quello che a noi può apparire duro e difficile, Gesù lo può trasformare: “Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il Suo disegno” (Rom.8:28). L’operazione andò bene; l’esito fu di un tumore raro al primo stadio che non aveva ancora intaccato nessun linfonodo ed era circoscritto al nodulo. Cosa assai rara per un tumore maligno al seno, non avrei dovuto fare la chemioterapia e nessun’altra terapia. Gesù è intervenuto in maniera misericordiosa nella mia malattia. Ora a distanza di quasi un anno dico: fin qui il Signore mi ha soccorso e credo che lo farà anche in futuro, per la Sua infinita bontà e benignità. La cosa più importante però è che, per la Sua Grazia, Egli mi ha donato la certezza della Sua salvezza. “Il Signore è la mia forza e il mio scudo; in lui s'è confidato il mio cuore, e sono stato soccorso; perciò il mio cuore esulta, e io lo celebrerò con il mio canto” (Salmo 28:7). Al Signore sia l’onore e la gloria. Clementina Agricola 20 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● N OVEMBRE 2005 RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 21 NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ NOTIZIE DA RAVENNA E PINARELLA DI CERVIA Domenica 25 maggio è stata una giornata di grande benedizione per le chiese di Ravenna e Pinarella di Cervia. Al mattino, a Ravenna, il Signore ci ha dato grazia di veder scendere nelle acque battesimali tre sorelle che hanno testimoniato la loro appartenenza a Cristo davanti a parenti e amici presenti per l’occasione. La nostra preghiera è che la Parola udita possa toccare i loro cuori. Nel pome- riggio, a Pinarella di Cervia, abbiamo ricordato la morte del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo avuto la gioia di avere con noi il fratello pastore Alessio Festa e la sua consorte che ci hanno rallegrato non solo con la loro presenza, ma anche con la Parola di Dio ministrata dal fratello, sia al mattino che al pomeriggio. Ringraziamo il Signore per la Sua presenza che è stata tangibile e per la Sua fedeltà che non viene mai meno. Luigi Mendolicchio NUOVO LOCALE DI CULTO A OVADA (AL) Siamo grati a Dio per averci dato la possibilità di aprire una missione nella cittadina di Ovada, in provincia di Alessandria. La cittadina di Ovada si trova sulla statale n 456 del Turchino che collega Acqui Terme e Novi Ligure a Genova e ha una popolazione di circa 18.000 abitanti. Erano alcuni anni che si pregava ed evangelizzava ad Ovada; in diverse riprese la comunità di Novi Ligure era stata in questa cittadina a distribuire volantini; nel 2003 e 2004 la chiesa di Acqui Terme ha fatto una serie di serate di evangelizzazioni nel parco centrale di Ovada, ma solamente quando, in occasione della tenda di evangelizzazione del 2004 in Acqui Terme, una famiglia di credenti di recente trasferitisi in Ovada, la quale cercava una comunità, si avvicinò alla tenda, realizzammo che era il tempo opportuno di aprire un locale, come testimonianza a Ovada. Trovato il locale e dopo alcuni lavori di riattamento, sabato 28 maggio 2005 con il culto di dedicazione e di ringrazia- mento abbiamo aperto ufficialmente questo locale alla cittadinanza di Ovada. Dio ci ha benedetto con la Sua Parola, portataci dal fratello Gargano, segretario del Comitato di Zona Nord-Ovest. Il passo, molto diretto ai nostri cuori, è stato tratto dal libro Cantico dei Cantici 4:12-5:1, tramite il quale siamo stati esortati a tener ben serrato e difeso il giardino del Signore, che siamo noi figli di Dio e popolo Suo. Insieme al fratello Gargano sono intervenuti il fratello Martucci, pastore delle chiese di Asti e Genova e membro del Comitato di Zona, il fratello Giovagnoli, pastore della chiesa di Casalcermelli, il fratello Lombardo, pastore della chiesa di Alessandria, e il fratello Lucibello, pastore della chiesa di Alba. Pregate per Ovada e per tutta la provincia di Alessandria, in cui vi sono diverse cittadine con un numero rilevante di abitanti senza una chiesa, perché il Signore ci dia la fede di vedere realizzate tante “testimonianze” quante sono queste cittadine. La missione di Ovada (AL) si trova in C.so Saracco al numero 155 e si riunisce la domenica alle ore 18,00 e il venerdì alle ore 20,00. Natale Brancato NOTIZIE DELLA CHIESA DI POMPEI (NA) Siamo particolarmente grati a Dio per l’opera di salvezza che continua a compiere in mezzo a noi. Vogliamo rendere partecipe tutta la fratellanza e condividere con essa la gioia che si prova quando altre anime confessano che Gesù Cristo è il loro Salvatore. Infatti, sabato 21 maggio abbiamo avuto un servizio di battesimi in cui sei sorelle ed un fratello hanno confessato la loro fede in Gesù Cristo, esprimendo così la volontà di voler servire il Signore per tutta la loro vita. Per l’occasione la sala di culto era gremita non solo da credenti, ma anche da molti ospiti, amici e simpatizzanti. Molto gradita è stata la visita del pastore Renato Mottola che ci ha ministrato la Parola di Dio. Domenica 19 giugno abbiamo celebrato un culto di Santa Cena durantre il quale il Signore ha particolarmente benedetto i nostri cuori. Al Signore vada la lode, la gloria e la nostra riconoscenza per quello che ci ha donato in queste occasioni e vorrà ancora donarci. Vi salutiamo con la pace del nostro Signore. Armando Avella BATTESIMI A BASSANO La comunità di Bassano del Grappa (VI) è lieta di comunicare che domenica 29 maggio 2005,un’anima si è unita alla Chiesa del Signore Gesù Cristo dandone testimonianza, scendendo nelle acque battesimali. Ringraziamo il Signore che continua a spandere la Sua Grazia salvifica prendendosi cura di ogni persona che volge a Lui il proprio cuore. Per l’occasione abbiamo avuto il piacere di avere con noi il fratello Andrea Grapeggia, pastore della comunità di Rovigo, il quale ha nutrito i nostri cuori con la Parola di Dio, parlandoci dell’unica verità che è in Cristo Gesù. La comunità di Bassano del Grappa saluta la fratellanza tutta e prega perché le nostre comunità possano crescere nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. A Lui sia la gloria, ora e in sempiterno. Amen. Giuseppe Bortoli N OVEMBRE 2005 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● 21 RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 22 NOT IZIE DALLE NUOVO LOCALE A BELLUNO Desideriamo informare tutta la fratellanza che sabato 25 giugno 2005 è stato celebrato un culto di dedicazione del nuovo locale di Belluno, sito in Via Veneggia n.10. Da tempo si pregava per un nuovo locale più funzionale ed anche più economico e il Signore, al momento opportuno, ha provveduto. Per l’occasione abbiamo diffuso degli inviti ad amici, parenti e volantini per la città. Il nuovo locale che Dio ci dà grazia di utilizzare alla Sua gloria è molto più grande del precedente e può ospitare circa 130 posti a sedere. Al culto di dedicazione hanno partecipato i fedeli di Pieve di Cadore, una piccola comunità della provincia di Belluno che il Signore sta benedicendo aggiungendo nuove anime che da poco stanno frequentando, una rappresentanza delle comunità di Treviso e Bassano con il pastore Giuseppe Bortoli, e le comunità di Padova e Vicenza. L’annuncio della Parola del Signore, il cui testo è stato Luca 9:10-17, ha mostrato come Gesù moltiplica il nostro poco se lo mettiamo a Sua disposizione affin- ché altri che non conoscono il Signore possano soddisfare la fame, il bisogno di Cristo. La Parola di Dio ci ha incoraggiato a continuare, anche se pochi ed insufficienti, a distribuire il cibo spirituale alla moltitudine di gente che sta fuori. L’opera a Belluno è iniziata oltre vent’anni fa, anche grazie alla disponibilità data da una coppia di coniugi della propria abitazione per iniziare delle riunioni nella zona. Iniziò allora un periodo di evangelizzazione a cura di fratelli e sorelle di Vicenza. Dai primi culti in quell’abitazione si è passati al primo locale di Via Vittorio Veneto, ora lasciato. Il culto è stato anche rallegrato dalle testimonianze e dai canti del coro di Vicenza, alla gloria del nostro Signore e Salvatore. Al culto hanno assistito anche persone che non avevano mai sentito parlare prima dell’Evangelo, che presentiamo davanti a Dio affinché il seme della Parola possa germogliare in un terreno fertile. Chiediamo a tutti preghiere anche per quest’area del nord-est d’Italia, per la comunità di Belluno e Pieve di Cadore e per la città di Feltre (BL), dove da qualche mese si stanno svolgendo delle riunioni di preghiera a casa di una famiglia. Vincenzo Specchi TENDA A CASALNUOVO DI NAPOLI Desideriamo informare la fratellanza della campagna di evangelizzazione tenuta in Casalnuovo dal 18 al 24 giugno. Diversi fratelli hanno collaborato sera dopo sera nell’esposizione della Parola di Dio; i fratelli Silvano Masullo, Raffaele Frezza, Ambrose Lioyd, Antonio Cipolletta, Arnaldo Di Falco, Gennaro Rosato, Archetto Brasiello. Anche questa volta abbiamo fatto un lavoro per i più piccoli dalle ore 17 alle ore 18, in cui i vari componenti addetti alla “Isola dei ragazzi” si sono impegnati giorno dopo giorno e a conclusione l’ultima sera questi piccoli hanno cantato per la prima volta le lodi al Signore sotto la tenda. Questo lavoro ci permette di contattare le famiglie degli stessi fanciulli e particolarmente i genitori per dare loro una parola di pace, in questi luoghi dove c’è solo angoscia e tribolazione e dove il nemico delle anime nostre ha largo spazio attraverso la droga e la malavita; ma Dio ama tutti gli uomini, benché non tutti gli uomini Lo amino, e molti sono stati toccati dalla Parola di Dio, e si sono volontariamente presentati davanti per accettare il Signore. Siamo ben intenzionati da parte nostra ad impegnarci a trafficare quei talenti che Lui ci ha donato, col desiderio di onorarLo e servirLo, con la certezza che l’unzione del Suo Santo Spirito è per tutti quelli che, con cuore puro, Lo amano e Lo onorano. A Gesù va la nostra gratitudine per quanto sta facendo in queste zone. Pregate per noi e che Iddio vi dia ogni Sua particolare attenzione e benedizione! Stefano D’Alessandro BATTESIMI A PADOVA E VICENZA Memorabile giornata di testimonianza quella di domenica 26 giugno 2005! Al culto mattutino di Padova sei credenti, di cui uno della comunità di Castelfranco Veneto (TV), hanno testimoniato pubblicamente della propria appartenenza a Cristo, ubbidendo all’ordinamento del Signore con il battesimo in acqua. Grande è stata la gioia, con i quasi cinquecento credenti presenti nella sala gremita, nell’ascoltare nelle testimonianze di questi cari le opere grandi compiute dal nostro Signore al quale va tutta la glo- 22 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● N OVEMBRE 2005 ria in eterno. Il coro della chiesa di Vicenza in semplicità ha presentato alcuni inni di testimonianza che hanno edificato la chiesa. Nel pomeriggio la nostra gioia è stata completa quando, durante il culto nella chiesa di Vicenza, tre sorelle hanno dato la propria testimonianza di una nuova vita vissuta in Cristo Gesù, il quale ancora oggi cambia le situazioni, è potente a operare, a salvare e a battezzare con lo Spirito Santo. A Lui sia la gloria e l’onore da oggi e in eterno! Vincenzo Specchi NOST R RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 23 LE NOST RE COMUNITÀ TENDA DI EVANGELIZZAZIONE A CAMPOBASSO È con gran piacere che vi scriviamo per ringraziare il Signore e per far conoscere ai cari lettori ciò che Dio fa nelle nostre zone. In particolare Lo ringraziamo per averci concesso, dopo tanti anni, di avere una campagna di evangelizzazione attraverso la tenda nella città di Campobasso, tra il 2 e l’8 luglio. Ogni sera abbiamo avuto dei pastori delle comunità circostanti che, accompagnati da un gruppo di credenti, ci hanno rallegrati con dei canti alla gloria del Signore, ma soprattutto abbiamo potuto ascoltare il messaggio chiaro e vivente della Parola di Dio. Per l’occasione abbiamo avuto anche la collaborazione volontaria e attiva di sei giovani studenti dell’I.B.I. che sono stati di incoraggiamento alla comunità e di questo ringraziamo il Signore, i fratelli del comitato I.B.I., nonché i giovani stessi che hanno disposto il loro tempo al servizio del Signore e dei fratelli. Dio li benedica. Siamo lieti di poter raccontare che il Signore è stato con noi. Ogni sera persone nuove ascoltavano la Parola di Dio ed erano interessate all’Evangelo. Stiamo pregando che la Parola seminata possa portare frutto alla gloria Sua. Grazie a questa campagna evangelistica una famiglia intera, che si era allontanata dal Signore quindici anni fa, è tornata in comunità. Continueremo a pregare che il Signore possa salvare e fare opere potenti in mezzo alla Sua chiesa e vi chiediamo di unirvi a noi, ricordandoci nelle vostre preghiere. Dio ci benedica. Domenico Colangelo BATTESIMI A BELLUNO È con gioia che comunichiamo a tutta la fratellanza che il 30 luglio 2005 la comunità di Belluno ha celebrato un culto di battesimi all’aperto in località Davestra nella provincia bellunese. Per il secondo anno consecutivo, grazie a Dio, nelle acque del fiume Piave si sono battezzate delle anime che hanno pubblicamente confessato Gesù Cristo quale personale Salvatore e di volerLo servire tutti i giorni della loro vita. A battezzarsi sono stati un giovane ed una sorella che il Signore ha già battezzato nello Spirito Santo. Ringraziamo il nostro Signore per la bella giornata trascorsa lodando il Suo nome con canti, partecipando alla gioia dei neofiti, ed ascoltando la Parola portata dal fratello Giuseppe Bortoli, pastore delle comunità di Bassano e Treviso. Il testo della predicazione, tratto da Numeri 24:25, ci ha fatto comprendere come Dio sia sempre disposto a benedire il Suo popolo. Dopo il culto, così come nel passato, abbiamo approfittato del bel luogo all’aperto per pranzare tutti assieme, godendo ancora della comunione fraterna. Siamo certi che il nostro Signore ha da chiamare ancora tanti a servirLo sia a Belluno, sia in tutto il Veneto, sia in tutta la nostra nazione e non solo. Preghiamo affinché, quando Gesù ritornerà, ci trovi tutti a lavorare, ciascuno come è stato chiamato, nella Sua vigna, ognuno al proprio posto. A Dio sia la gloria! Vincenzo Specchi DALLE ALTE MADONIE - SICILIA Siamo grati al signore, e desideriamo lodarlo e glorificarlo, testimoniando come, anche nei piccoli comuni delle Madonie, l’opera Sua vada avanti, per la grazia che Dio ci accorda. Considerando il contesto generale dei suddetti campi di lavoro, anche le cose minime, per noi, assumono un’ importanza notevole ed un profondo motivo di gioia che ci incoraggia e fortifica al servizio di Dio. Ad Alimena, le gradite visite di due comunità di Palermo, una curata dal fratello Romano Simone e l’altra dal fratello Cilio Domenico, ci hanno permesso di dare una più forte testimonianza al paese, sia come evangelizzazione, per la predicazione della Parola, che per testimonianza di amore fraterno, dato che il comune stesso ci ha messo a disposizione due diverse aree attrezzate per le occasioni, (mentre fino a due anni fa avevamo grandi opposizioni), dove abbiamo potuto ospitare i fratelli e godere comunione per la gloria di Dio ed unità di spirito. Nell’occasione della visita del fratello Domenico Cilio, con la comunità di Borgo Nuovo, abbiamo avuto un culto nella villa comunale, alla presenza di molti fratelli, simpatizzanti e anime nuove. A Calcarelli abbiamo avuto, con la comunità di Belmonte Mezzano, guidata dal fratello Dino Passamonte, un culto di risveglio, durante il quale il Signore ci ha visitati benedicendoci in maniera gloriosa. A Petralia Sottana, Domenica 10 luglio, due credenti (padre e figlio) hanno testimoniato la loro fede nel Signore Gesù, scendendo nelle acque battesimali, e la Parola di Dio, predicata dal fratello Infantino Francesco, ha invitato tutti a riflettere sull’importanza della testimonianza, della perseveranza e dell’ impegno che devono seguire questo passo di fede. A distanza di una settimana, domenica 24 luglio, il Signore ci ha permesso di svolgere il convegno provinciale a Petralia Sottana, nella pineta comunale, un salotto nella natura, dove le varie chiese hanno goduto di un giorno particolare, nella pace e comunione fraterna. Vogliamo ringraziare Dio per i fratelli intervenuti e per la comunità di Bagheria, guidata dal fratello Leonardi Giuseppe, che è stato lo strumento nelle mani del Signore, per farci pervenire la Sua Parola. Grazie per l’impegno profuso nella preziosa collaborazione e partecipazione. Vorremo chiudere con una frase del testo che Domenica 21 agosto, il fratello Rosavalle Vincenzo ha predicato, in una riunione di Santa Cena, a Petralia Sottana: “Che siano tutti uno; e come Tu o Padre sei in me ed Io sono in Te, anch’essi siano in noi, affinché il mondo creda che Tu mi hai mandato!” (Giov.17:21) Gaetano Di Pisa N OVEMBRE 2005 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● 23 RP-Nov05 27-08-1956 8:38 Pagina 24 RISVEGLIO PENTECOSTALE Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia” Ente Morale di Culto D.P.R.5.12.1959 n.1349 Legge 22.11.1988 n.517 Mensile a carattere religioso Pubblicato dal Consiglio Generale delle Chiese Direzione, Redazione e Amministrazione: Via Altichieri da Zevio, 1 - 35132 Padova Tel. 049.605127 - fax 049.612565 e mail: [email protected] Versamenti c/c postale n.12710323 intestato a: Risveglio Pentecostale Via Altichieri da Zevio, 1 - 35132 Padova Spedizione in Abbonamento Postale Poste Italiane spa - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza Tipografia Cooperativa Tipografica Operai srl - Vicenza STAMPE PERIODICHE Imprimé à taxe réduite - taxe perçue Tassa pagata - Italia In caso di mancata consegna si prega di restituire al mittente (Redazione Risveglio Pentecostale, Via Altichieri da Zevio, 1 35132 Padova) che si impegna a corrispondere il diritto fisso specificando il motivo contrassegnando con una X il quadratino corrispondente: Destinatario ❑ SCONOSCIUTO ❑ PARTITO ❑ TRASFERITO ❑ IRREPERIBILE ❑ DECEDUTO CALENDARIO Calendario STORICO 2006 IN ITALIA LICHE ASSEMBLEE DI DIO8 n.517 22.11.198 CHIESE CRISTIANE EVANGE D.P.R. 5.12.1959 n.1349 - Legge Ente Morale di Culto 2 0 0 6 Salmo 91 issimo alberga all’ombra Chi dimora nel ritiro dell’Alt no: «Tu sei il mio rifugio dell’Onnipotente. Io dico all’Eter in cui confido!» a. e la mia fortezza, il mio Dio, ellatore e dalla peste mortifer dell’ucc laccio dal libererà ti Certo egli e sotto le sue ali troverai rifugio. Egli ti coprirà con le sue penne,ti è scudo e targa. La sua fedeltà giorno, di notturno, né la saetta che vola Tu non temerai lo spavento tenebre, né lo sterminio che infierisce né la peste che va attorno nelle te ne cadranno al fianco, in pien mezzodì. Mille contemplerai tu non ne sarai colpito. Solo e diecimila alla destra; ma ione degli empi. coi tuoi occhi e vedrai la retribuz tu sei il mio rifugio»; Poiché tu hai detto: «O Eterno, male alcuno non ti coglierà, il tuo asilo, tu hai preso l’Altissimo per alla tua tenda. né piaga alcuna s’accosterà le tue vie. angeli di guardarti in tutte Poiché egli comanderà ai suoidi mano, che talora il tuo piè non urti Essi ti porteranno in palma sul leone e sull’aspide, erai cammin Tu in alcuna pietra. . serpente il e leoncello il ai calpester sua affezione, io lo libererò; Poich’egli ha posta in me la il mio nome. lo leverò in alto, perché conoscerisponderò; Egli m’invocherà, ed io gli , e lo glorificherò. lo libererò sarò con lui nella distretta; . farò vedere la mia salvezza Lo sazierò di lunga vita, e gli SVEGLIO RI PENTECOSTALE [email protected] - fax 049.612565 - e mail: Padova - Tel. 049.605127 Altichieri da Zevio, 1 - 35132numero 12 - dicembre 2005 - di Risveglio Pentecostale Risveglio Pentecostale - Via allegato al Questo calendario storico è Inserto redazionale È in preparazione il calendario storico di Risveglio Pentecostale edizione 2006. A Dio piacendo, sarà inviato gratuitamente a tutti gli abbonati alla rivista col prossimo numero di dicembre 2005. Se desiderate ricevere alcune copie del calendario oltre a quelle che verranno inviate a tutti gli abbonati, prenotatele entro il 13 novembre. Per segnalare la vostra richiesta è sufficiente telefonare o inviare un fax o un messaggio di posta elettronica alla redazione di Risveglio Pentecostale, entro il 13 novembre 2005, indicando il numero delle copie richieste e l’indirizzo presso il quale inviarle: Risveglio Pentecostale Via Altichieri da Zevio, 1 - 35132 Padova telefono 049.605127 fax 049.612565 e mail: [email protected] Ringraziando la fratellanza per la collaborazione e Dio per l’opportunità concessaci di effettuare anche questo servizio gradito ai lettori, vi salutiamo nell’amore del Signore Gesù. Indirizzo ❑ INSUFFICIENTE ❑ INESATTO Oggetto ❑ RIFIUTATO ❑ NON RICHIESTO ❑ NON AMMESSO “Risveglio Pentecostale” è una pubblicazione delle Assemblee di Dio in Italia, che fin dal 1946 ha lo scopo d’essere, con l’aiuto di Dio, strumento di edificazione per la Chiesa del Signore, sostenendosi esclusivamente con libere offerte. grazie per la cortese collaborazione Questo numero di Risveglio Pentecostale è consultabile anche su internet all’indirizzo web delle Chiese Cristiane Evangeliche A.D.I.: www.adi-it.org 24 ● R ISVEGLIO P ENTECOSTALE ● N OVEMBRE 2005