Cristian Imparato: Trovo nella musica d’autore italiana un grande spessore, ti tocca l’animo. 20/12/2016 Cristian Imparato è diventato grande. Ne è passato di tempo da quando nel 2010 il fratello lo iscrisse a Io Canto, il talent televisivo condotto da Gerry Scotti su Canale 5. Sin da subito fu il protagonista assoluto e vinse anche la sua edizione partecipando alle successive come ospite. Indimenticabili le sue interpretazioni live di E Penso a te, Caruso e Adagio. Quell’esperienza gli offre la possibilità di vivere un sogno. Conosce e duetta con dei veri e propri giganti della musica leggera italiana ed internazionale (Lara Fabian, Claudio Baglioni, Michele Zarrillo, Renato Zero) e ha l’opportunità di volare negli USA per frequentare la "New York Film Academy" studiando oltre al canto anche recitazione e danza. Nel 2013, ancora minorenne, ha pubblicato il suo primo album di inediti. Un’esperienza importante che gli ha permesso di confrontarsi con musicisti e arrangiatori lavorando con loro gomito a gomito. Il suo pubblico ha modo così di apprezzare la sua trasformazione vocale e fisica. Il 2015 è l’anno della maggiore età per Cristian: prende la patente, si diploma in lingue, si innamora. Ma il suo nuovo progetto artistico si interrompe prima del lancio per ragioni di salute. Un crollo morale e fisico per il cantante palermitano. A maggio 2016 Cristian rientra finalmente in studio e il 16 dicembre è prevista l’uscita del singolo Over the Rainbow. Da gennaio sarà in tour con lo spettacolo musicale “Per Te Io Canto”. Con lui in scena i maestri d’orchestra “Diesis Ensemble”. Ciao Cristian, da poco è uscito il tuo nuovo singolo Over the Rainbow. Spiegaci perché hai scelto questo brano per il tuo ritorno sulla scena<o:p /> E' un brano che mi è sempre piaciuto. Non c'è una versione che non ami. Oltre alla gradevolezza melodica è un pezzo che porta in sé un grande messaggio di pace e di speranza. Vivo in una terra in cui tutti i giorni arrivano disperati alla ricerca di libertà e di opportunità, purtroppo di qualcuno arriva solo il cadavere. Di fronte a queste tragedie non si può rimanere indifferenti e nel mio piccolo vorrei contribuire a sensibilizzare l'opinione pubblica, a non aver paura di chi ha un diverso colore della pelle, una diversa religione o un diverso orientamento sessuale. Sono convinto che la diversità sia una ricchezza, un completamento e non se ne deve avere paura. "Over the rainbow" sintetizza tutto ciò ed ho azzardato una mia interpretazione che mi auguro incontrerà il gusto del pubblico.<o:p /> Questo brano anticipa l’uscita del tuo nuovo album che sentiremo solo nel 2017, ci puoi svelare qualcosa di questo progetto?<o:p /> Per adesso posso solo dire, con molto orgoglio, che sto collaborando con diversi compositori alla preparazione di dieci tracce inedite. Scaramanticamente non aggiungo altro ed incrocio le dita.<o:p /> Per qualche anno si erano perse un po’ le tue tracce. Colpa solo dei tuoi problemi di salute o anche una scelta dovuta ad altre motivazioni? <o:p /> Il successo ottenuto con Io Canto fu enorme, ma avevo solo 14 anni ed avevo bisogno di riprendere la mia normalità. In questi anni sono tornato a vivere la mia adolescenza tra amici di scuola, lo studio del canto, la palestra e la danza. Lo scorso anno mi sono diplomato in lingue. Non ho mai smesso di coltivare il sogno di far diventare il canto la ragione della mia vita. A 17 anni ho pubblicato il mio primo Album "Cristian Imparato". Un progetto discografico più importante era in elaborazione lo scorso anno, ma è tutto slittato a causa di un problema di salute. Un banale errato dosaggio di antibiotici e antidolorifici mi ha causato seri problemi gastrointestinali costringendomi ad un ricovero ospedaliero di oltre un mese.<o:p /> I tuoi fan hanno continuato a starti vicino e a dimostrarti il loro affetto? Quanto sono importanti i propri fan in periodi così? Considero le mie pagine social una grande famiglia. Mi danno carica e stimoli quotidianamente. Mi fanno sentire importante e loro lo sono per me. Nei periodi bui mi hanno coccolato e mi hanno tenuto virtualmente per mano. Sono fortunato ad avere tante persone che si preoccupano per me e vivono con preoccupazione le mie ansie. <o:p /> Cosa ne pensi dell’assegnazione del Premio Nobel a Bob Dylan? E del fatto che non sia andato a ritirare il premio? <o:p /> Ritengo che la poesia, l’arte della metafora, abbia trovato dal 900 ad oggi una nuova strada attraverso la musica. La melodia veicola ancor più capillarmente delle vere e proprie opere d’arte, pensieri innovativi e talvolta rivoluzionari. Bob Dylan è stato ed è uno dei più grandi compositori e credo abbia meritato a pieno l’onorificenza. Non ho seguito molto la polemica per non aver ritirato il premio. Sono certo avrà avuto impegni inderogabili. Se fosse accaduto a me sarei andato a piedi alla cerimonia … ma purtroppo non sono Bob Dylan.<o:p /> Il tuo talento è venuto fuori grazie a uno dei tanti talent che vediamo in tv, “Io canto”. Cosa ti porti dietro di quell’esperienza?<o:p /> E' stata un'esperienza indimenticabile, mi sono trovato catapultato dentro un sogno a duettare con artisti italiani ed internazionali che fino a quel momento mi erano sembrati inarrivabili. Aver vinto la prima edizione ed aver partecipato come ospite a quelle successive mi ha dato modo di crescere umanamente e artisticamente al fianco di grandi professionisti. Una vera e propria nuova famiglia tra le coccole e le ramanzine di Gerry Scotti e Roberto Cenci, persone a cui mi sento legatissimo e a cui resterò eternamente grato.<o:p /> E cosa pensi in generale dei talent show?<o:p /> Seguo con grande interesse i programmi televisivi che offrono opportunità di crescita e di lancio a giovani emergenti. Sono letteralmente affascinato dalle capacità di Maria De Filippi grazie alla quale si sono affermati talentuosi artisti nel mondo del canto e della danza. Altro format di grande qualità è Xfactor di cui non mi perdo una puntata. Col tempo hanno raggiunto un livello estremamente professionale ed hanno offerto opportunità importanti agli artisti emergenti. Forse ora sono troppo presenti nel mondo della musica. Basti pensare che a Sanremo ci sono oltre un terzo di concorrenti provenienti da programmi tv. In passato era necessaria la gavetta e se si avevano capacità e l’occasione giusta si arrivava a conquistare il grande pubblico. Ora è un po’ il contrario. Si diventa prima popolari e poi magari si affinano le competenze. Penso che il web ristravolgerà gli equilibri e sarà sempre più la rete a consacrare i talenti. <o:p /> E invece di Sanremo? Negli ultimi anni ha perso un po’ il suo appeal? C’è forse bisogno di qualche cambiamento?<o:p /> Resta la manifestazione più importante per la musica italiana. Purtroppo è anche un programma televisivo ed ha quindi regole dettate dall’audience. Trovo che le gestioni di Carlo Conti siano di qualità, non sono in grado di suggerire cambiamenti, l’importante è non dimenticare mai che il festival della musica prima di tutto. Anche quest’anno lo seguirò con interesse, perché, come dice il grandissimo Pippo Baudo, Sanremo è Sanremo.<o:p /> A proposito di Sanremo, sono usciti i nomi dei cantanti in gara. Chi è il tuo favorito?<o:p /> Ho letto con piacevole stupore che ci sarà la Mannoia. Credo sia una candidata alla vittoria. Il mio cuore batte un po’ per Michele Zarrillo con cui ho avuto l’onore di duettare. Ha una profondità unica e che voce. Sono felicissimo per i tanti giovani e mi auguro facciano tutti bene. Sono curioso di ascoltare il brano di Sergio Sylvestre, un californiano in Italia che va a Sanremo con un pezzo scritto dalla mitica Giorgia e da un giovanissimo compositore italiano, Stefano Maiuolo, che si sta affermando proprio a Los Angeles, città natale di Sergio. Nemo profeta in patria è il caso di dire. <o:p /> Albano, Ron, Fiorella Mannoia, è un piacere poterli ascoltare ancora sul palco dell’Ariston o sarebbe meglio dare più spazio ai giovani? Credo che il cast sia ben articolato. Ce n’è per tutti i gusti. I giovani non mancano e sono in compagnia di grandi artisti.<o:p /> Uno dei generi che sta spopolando di più e conquistando la scena tra i giovani è il rap. Cosa ne pensi di questo genere musicale? In realtà il rap vero interessa tutt’ora un segmento di nicchia. Ci sono realtà molto interessanti e testi eccezionali per contenuto e metrica. La scena è invasa da un genere ibrido. Un rap che incontra il pop ed in alcuni casi anche il rock. Questo è il bello della musica, il non avere confini creativi<o:p /> Quando sarà il tuo turno a Sanremo? Tempo al tempo. Se ci saranno le condizioni affronterò il palco dell’Ariston con grande entusiasmo e rispetto. <o:p /> C’è un artista in particolare a cui ti ispiri? Cosa ascolta di più in cuffia Cristian Imparato? Non ho un modello. Ascolto di tutto e di più e trovo spunti anche da brani o artisti lontani dal mio genere e dalla mia generazione. Trovo nella musica d’autore italiana un grande spessore, ti tocca l’animo. Dalle pop star internazionali mi arriva la carica, l’energia della musica che diventa show. Guardo rapito performer incredibili. <o:p /> Con chi vorresti collaborare in futuro? Fai prima a chiedermi con chi non vorrei collaborare. Ammiro così tanti cantanti italiani ed esteri che l’elenco sarebbe infinito. Perché non con il premio Nobel Bob Dylan … sognare non costa nulla!<o:p /> Progetti per il futuro? Hai in programma qualcosa dopo l’uscita del tuo album?<o:p /> Fino alla primavera sono in giro con lo spettacolo "Per te io canto" accompagnato da i Diesis Ensemble. Percorriamo con un trio d’archi ed il pianoforte un repertorio vario legato ai valori universali di pace libertà e solidarietà attraversando diversi generi musicali. Lo spettacolo si chiude con un omaggio a Leonard Cohen (Halleluja), a Lucio Dalla (Caruso) e con Adagio la canzone che più di ogni altra a caratterizzato la mia esperienza Artistico-televisiva.<o:p /> In primavera l’album e mi auguro un tour. VALERIO DE BENEDETTI<o:p /> <o:p> </o:p>