Neuropatia indotta da chemioterapici: uno studio del sistema nervoso dalle caratteristiche morfologiche alla modulazione genica per una nuova prospettiva terapeutica L’oxaliplatino è un farmaco antitumorale di prima scelta nella terapia del cancro metastatico colorettale, in monoterapia e in associazione a 5-fluoro-uracile e leucovorina. Il suo uso è stato proposto anche nel cancro delle ovaie, del pancreas, del seno, del polmone e nel linfoma non-Hodgkin. Alle dosi clinicamente raccomandate l’oxaliplatino ha un profilo di tossicità migliore rispetto ai suoi congeneri platino-derivati: risulta avere minori effetti collaterali a carico dei sistemi renale, uditivo ed ematologico. Nonostante ciò, un numero sempre maggiore di pazienti non è in grado di terminare i cicli dell’intero trattamento a causa dello sviluppo di una neuropatia indotta dal chemioterapico che trova nel dolore neuropatico il sintomo più caratteristico e invalidante. Ad oggi, i farmaci disponibili per la cura del dolore neuropatico, quali antiepilettici e antidepressivi, riescono a controllare, almeno in parte, il fenomeno doloroso, ma nessuno di questi interviene direttamente sul danno nervoso che è responsabile dell’insorgenza del dolore. D’altra parte la sovrapposizione esistente tra le vie segnalatorie del dolore e quelle dei processi neuroconservativi rende difficile raggiungere il duplice obiettivo di curare lo stato doloroso e riparare il danno tissutale. Crescenti evidenze sottolineano il ruolo delle cellule gliali nei meccanismi di induzione e mantenimento del dolore così come nei processi trofici, una modulazione di questi tipi cellulari potrebbe offrire dunque un importante bersaglio farmacologico. Al fine di indagare i meccanismi fisiopatologici responsabili della percezione algica, della sua cronicizzazione e dell’induzione dei fenomeni neuroprotettivi, sarà caratterizzato un modello animale di neuropatia indotta da oxaliplatino (2.4 mgkg-1 per via intraperitoneale quotidianamente per 21 giorni) nei suoi aspetti comportamentali, morfologici e molecolari. Da un punto di vista comportamentale valuteremo l’iperalgesia meccanica, l’allodinia meccanica e termica e la coordinazione motoria. Ex vivo saranno analizzate le alterazioni a carico del sistema nervoso periferico e centrale. In particolare, saranno evidenziate le alterazioni morfologiche e morfometriche del nervo sciatico e dei gangli spinali, inoltre saranno misurati i livelli di espressione di marker caratteristici della struttura nervosa mediante tecniche biomolecolari (PCR, western blot, immunoistochimica). La componente gliale sarà valutata studiando le cellule satelliti dei gangli spinali, la microglia e gli astrociti nel midollo spinale e in alcune aree cerebrali maggiormente implicate nella trasmissione algica. In particolare sarà approfondito lo studio del segnale evocato dall’oxaliplatino negli astrociti mediante l’utilizzo di una coltura primaria di astrociti corticali dove lo studio dei meccanismi segnalatori sarà supportato dall’utilizzo di tecniche biotecnologiche. Nei sistemi così descritti e caratterizzati saranno testate sostanze dal diverso profilo farmacodinamico allo scopo di individuare nuovi composti in grado di controllare la neuropatia indotta da chemioterapico. Con le sostanze in esame saranno messi in atto trattamenti ripetuti in modo da poter mettere in luce la relazione tra effetti antiperalgesici e proprietà neuroconservative. La possibile applicazione dei composti così individuati sarà considerata sia quali agenti antineuropatici di per se sia come terapia adiuvante in corso di trattamenti analgesici basati su farmaci oppioidi.