Conservatorio di Musica “G. Puccini” di La Spezia Presentazione lezione concerto: L’astronomia in Musica Relatore M° Pietro Baruffetti (nella vita non musicale è vicepresidente del Groupe Européenne d’Observation Stellaires, e cura una rubrica d’osservazioni astronomiche sulla rivista Astronomia dell’Unione Astrofili Italiani, ha effettuato 40.000 osservazioni di stelle variabili ed asteroidi. Presidente del Gruppo Astrofili Massesi e responsabile del planetario comunale “A. Masani “ di Marina di Carrara. Esecutori: allievi del conservatorio. Durata 1h30m Data : preferibilmente nella settimana fra l’8 ed il 14 febbraio (da concordare) Utenza possibile: studenti dei Licei Musicali, Classici o Scientifici Cos' hanno in comune astronomia e musica? Ben poco apparentemente, se si esclude il fatto che siano le più "immateriali" fra le scienze e le arti, costituite come sono, nel caso della musica, da invisibili ed intangibili vibrazioni dell'aria e nell'altro da oggetti immensi e concreti ma lontanissimi ed immodificabili. In realtà, come si dimostrerà nell'incontro, i legami fra astronomia e musica sono strettissimi, fin dalle origini stesse della civiltà e continuamente rinnovati. Alcuni esempi? Per molte culture l'Universo trae origine da un suono e c'è una vibrazione sonora od un canto preesistente alla nascita stessa dell'universo (mito sorprendentemente attuale quando si pensi che la cosmologia moderna ipotizza il Big Bang come prodotto da vibrazioni quantiche nel vuoto...). Ma, al di là del mito, sono molti i casi di astronomi-musicisti (uno per tutti Galileo Galilei, che, discendente di una famiglia di musicisti fiorentini, buon esecutore anch’egli di liuto, pone le basi della fisica musicale studiando assieme al padre, le frequenze del suono, le vibrazioni delle corde, la consonanza e dissonanza degli intervalli musicali ecc.). Sapevate che la Terza legge di Keplero nasce dalla convinzione di Keplero stesso, che dovesse esistere una relazione “musicale” fra le orbite planetarie. Non a caso trovata la relazione la pubblicherà nel suo testo “Harmonices mundi”. Sono poi innumerevoli i riferimenti astronomici nelle composizioni musicali (dall'opera al pop), spesso semplici rimandi poetici, ma molte altre volte intenzionali e raffinati. Non è quindi un caso che i nomi delle note siano 7 (come i "pianeti" noti agli antichi) e 12 i semitoni in un’ottava musicale (come i mesi dell'anno o le costellazioni zodiacali), oppure che la Luna compaia nel titolo e nel testo di migliaia di canzoni. Di questo e d'altro ancora, a partire da esempi. slides e ascolti musicali dal vivo, scoprendo come l’astronomia spieghi la musica o la musica possa spiegare l’astronomia (dalle maree alle canzoni di Guccini, dall’inizio di Turandot a Brian May – astrofisico e chitarrista dei Queen). Nell'immagine: Ritratto di William Herschell, lo scopritore di Urano e di numerosissimi ammassi e galassie. Non tutti sanno che la sua occupazione principale (che interruppe dopo la scoperta di Urano, per dedicarsi a tempo pieno all'astronomia) fu quella di compositore, sonatore di fagotto e direttore di coro e orchestra.