Nel volume • Collegamenti evoluzionistici: per costruire la cornice interpretativa • Professione biologo: interviste per sapere che cosa fanno i biologi oggi • Tavole infografiche: per capire processi e cicli • Problema e Confronta le immagini: per imparare ad analizzare le immagini • Focus di fine paragrafo e domande in itinere • Verifiche di conoscenze e di abilità; esercizi e attività I punti caldi G. AUDESIRK T. AUDESIRK B.E. BYERS Gerald Audesirk Teresa Audesirk Bruce E. Byers I viventi e l’evoluzione GERALD AUDESIRK TERESA AUDESIRK BRUCE E. BYERS I VIVENTI E L’EVOLUZIONE CORSO DI BIOLOGIA PER IL 1° BIENNIO DEI LICEI 1 A Introduzione alla biologia B Biologia della cellula Nella guida: programmazione flessibile e personalizzabile, uso del Libropiùweb e dei contenuti multimediali per LIM, lezioni ed esercizi per Biology in English, percorsi didattici, prove di valutazione. CO Piano dell’opera ISBN 978-88-286-1007-6 Confezione 1+2 con CD-ROM ISBN 978-88-286-1025-0 Guida per l’insegnante con CD-ROM ISBN 978-88-286-1033-5 2° biennio Volume 3 E – Materia ed energia della cellula. F – Geni e biologia molecolare. G – Evoluzione e biodiversità. ISBN 978-88-286-1056-4 Volume 4 H – L’organismo umano e degli animali. ISBN 978-88-286-1057-1 Confezione 3+4 con CD-ROM in preparazione Guida per l’insegnante con CD-ROM in preparazione M Volume 2 C – Eredità biologica, evoluzione e sistematica. D – Ecologia. RO D- ISBN 978-88-286-1024-3 I VIVENTI E L’EVOLUZIONE Volume 1 A – Introduzione alla biologia. B – Biologia della cellula. NC 1° biennio 5° anno Volume 5 con CD-ROM I – Biochimica. L – Biotecnologia e bioetica. M – Evoluzione dell’uomo. in preparazione Guida per l’insegnante con CD-ROM in preparazione 1 CONTENUTI MULTIMEDIALI Scienza VIVA: animazioni, video e attività interattive Flip*it: flashcard per ripassare e imparare più facilmente Test interattivi: esercizi autocorrettivi per mettersi alla prova Volume 1 + Volume 2 + CD-ROM non vendibili separatamente Cover_Audesirk 1_OK.indd 1 Strumenti per l’insegnante: test di verifica con registro virtuale, materiali per LIM, programmazione e prove di verifica personalizzabili 15/12/10 12:21 •A_Romane_Iniziali_1@001-008# 13-12-2010 GERALD AUDESIRK 11:02 Pagina III TERESA AUDESIRK BRUCE E. BYERS I VIVENTI E L’EVOLUZIONE CORSO DI BIOLOGIA PER IL 1° BIENNIO DEI LICEI VOLUME 1 Introduzione alla biologia Biologia della cellula 13-12-2010 11:02 Pagina IV Atlante del corso CAPITOLO 16 Il comportamento animale ? Che cosa sono i feromoni e come agiscono? I segnali acustici sono molto diffusi nel regno animale; l’uso dei suoni presenta il vantaggio di poter essere utilizzato al buio e nell’acqua. Inoltre possono veicolare una grande varietà di messaggi: per esempio, l’alterazione nello stato emotivo di un individuo può essere segnalata da variazioni nella modulazione dei suoni. 6. Segnali visivi passivi Questa lucertola sudamericana mostra i colori brillanti del gozzo per avvisare gli altri animali di non avvicinarsi. In Professione biologo un’intervista a chi ogni giorno si occupa di argomenti di frontiera della biologia di oggi. 7. La comunicazione chimica Per indirizzare le compagne verso una fonte di cibo alcune termiti costruiscono un tracciato di feromoni. SEZIONE B Primati Ordine dei mammiferi che comprende le scimmie antropomorfe (scimpanzé, gorilla, oranghi ecc.), uomo compreso. Biologia della cellula 8. La comunicazione tattile a) Una femmina di babbuino spulcia un cucciolo. Questa attività (detta grooming dagli etologi) non ha solo la funzione di tenere pulito e in ordine il pelo dell’animale, ma rafforza i legami sociali. b) Due chiocciole del genere Helix impegnate in effusioni preliminari che culmineranno nell’accoppiamento. Guido Barbujani Professore di Genetica al Dipartimento di Biologia dell’Università di Ferrara. Svolge la sua attività di ricerca scientifica nel campo della genetica di popolazioni, occupandosi in particolare della formazione del pool genico europeo e delle differenze genetiche tra i gruppi umani, argomenti sui quali ha pubblicato numerosi lavori scientifici. Si occupa di divulgazione scientifica. Ha pubblicato anche tre romanzi. PROFESSIONE BIOLOGO Il genetista evoluzionista Come si svolge la sua giornata? Da noi l’attività di ricerca si svolge in due modi. In laboratorio, dove si lavora sui campioni biologici – per quanto ci riguarda soprattutto campioni umani – e si isola il DNA per poi studiarlo con metodi biochimici. A ciò segue una fase di analisi dei dati e di verifica statistica delle ipotesi. Gli studenti che si laureano da noi imparano un po’ a lavorare nel laboratorio molecolare e molto ad analizzare i dati e a verificare ipotesi attraverso simulazioni, cioè a ricostruire con l’aiuto del computer la possibile storia evolutiva dei soggetti che studiano e a cercare così di comprenderne le caratteristiche genetiche. Poi c’è l’attività didattica, oggi supportata da materiale molto buono disponibile su Internet. E poi, purtroppo, c’è un grande carico di lavoro burocratico. 58 SEZIONE D Come molti esseri viventi anche i microrganismi vivono, molto spesso, aggregati tra di loro a formare strutture complesse in cui ognuno svolge il suo ruolo. Questi aggregati di cellule sono delle vere e proprie comunità microbiche a cui gli scienziati hanno dato nomi diversi a seconda delle loro caratteristiche.Tra le più comuni ci sono i biofilm e i microbial mats. QUICKT FOCUS (b) Quello che ci interessa, come evoluzionisti, è perché gli organismi sono quel che sono e come sono arrivati a esserlo. A che cosa serve la genetica evoluzionistica? Studiare l’evoluzione serve prima di tutto a capire l’evoluzione, una disciplina così bella che merita di essere studiata per se stessa. Grazie allo studio dell’evoluzione stiamo capendo da dove veniamo (noi uomini: dall’Africa) e chi erano i nostri antenati recenti. E stiamo arrivando a scoprire anche i nostri antenati più lontani, quelli che l’uomo ha in comune con gli scimpanzé, o con tutti i mammiferi, o addirittura con tutti gli esseri viventi. Al di là di questo, molte applicazioni in campo medico e farmacologico dipendono da scoperte fatte da biologi evoluzionisti. Per esempio, il modo in cui ogni anno cambia il virus dell’influenza è un bellissimo esempio di evoluzione, che possiamo comprendere e, in qualche misura, contrastare sviluppando nuovi vaccini, grazie ai metodi e alle intuizioni di Charles Darwin, che pure non conosceva i virus né li poteva conoscere. Nel Le schede Collegamenti evoluzionistici propongono argomenti di attualità nell’ottica del quadro evolutivo dei viventi. In sintesi riassume per paragrafi i contenuti di ogni capitolo, sottolineandone gli aspetti concettuali più importanti. Tavole doppie a carattere infografico illustrano eventi o processi approfondendo alcuni temi curriculari. SEZIONE D Per ciclo vitale si intende la sequenza degli eventi che si Lo stame è l’organo riproduttore maschile: esso consiste di un filamento in cima la quale si trova un contenitore chiamato antera: all’interno di ogni no contenute le cellule diploidi antera sono ndosi per meiosi d annno origine che dividendosi danno alle spore maschili aploidi.. CAPITOLO 12 Le angiosperme sono le piante vascolari più diffuse. Contano oltre 250 000 specie, adattate alla vita negli ambienti più disparati, dai più caldi e aridi fino ai terreni saturi d’acqua delle latitudini più settentrionali. Il fiore è la struttura riproduttiva che ha pa l’embrione; successivamente il fiore si trasforma in frutto, che contiene i semi. Il fiore, inoltre, facilita l’impollinazione, affidata alla dispersione attraverso l’aria, ma anche per mezzo di animali, in particolar modo gli insetti. polline stigma stilo ovario seme in germinazione Il pistillo è l’organo riproduttore femminile; esso es consiste di tre parti: l’ovario, l’ovari sormontato dallo stilo, un tubicino tub sottile che in alto si allarga a formare una superficie appiccicosa, ap lo stigma. Nelle angios angiosperme, l’impollinazio l’impollinazione consiste nel trasferiment trasferimento di polline da un’antera all allo stigma. meiosi polline (gametofito maschile) mitosi frutto IVA AV Alternanza di generazioni I granuli di polline vengono prodotti dalle spore per mitosi. Ciascun granulo di polline è un microscopico gametofito maschile. spora mitosi gametofito femminile stigma tubetto pollinico zigote cellula uovo fecondazione: produzione dello sporofito meiosi: produzione di spore gamete femminile (cellula uovo) mitosi gametofito (fase aploide) fecondazione L’ovulo fecondato si trasforma in seme, all’interno del quale si sviluppa l’embrione; le paretii d dell’ovario nell frutto. ll’ i sii trasformano f f A maturità, il frutto si stacca dalla pianta madre e disperde i semi in esso contenuti. In condizioni favorevoli i semi germoglieranno e l’embrione si svilupperà in una nuova pianta. I chitridiomiceti sono funghi acquatici che producono spore dotate di flagello. Sono probabilmente i funghi più antichi dai quali si sono evoluti gli altri phyla. Cellule aploidi cellule in cui il corredo cromosomico (numero dei cromosomi) è ridotto alla metà Cellule diploidi cellule in cui il corredo cromosomico è intero Corredo cromosomico numero dei cromosomi di cui ciascuna cellula di un organismo è dotata Gameti cellule aploidi la cui fusione produce uno zigote diploide Gametofito fase aploide del ciclo vitale della pianta che viene coinvolta nei processi riproduttivi dando origine ai gameti Meiosi modalità di divisione delle cellule che danno origine ai gameti maschile e femminile, ciascuno dei quali è dotato di un corredo comosomico (numero dei cromosomi) dimezzato Mitosi modalità di divisione delle cellule che danno origine a due cellule identiche alla cellula madre Spore cellule aploidi dotate di un rivestimento che le rende capaci di sopravvivere anche in condizioni ambientali difficili Sporofito fase diploide del ciclo vitale della pianta che produce le spore Zigote sinonimo di cellula uovo fecondata dalla cellula spermatica: è il prodotto della fusione di due gameti, maschile e femminile ➤ Gli zigomiceti sono caratterizzati dalla presenza di sporangi di colore nero nei quali sono prodotte le spore. ➤ Gli ascomiceti comprendono molte specie che si sviluppano sui detriti vegetali e sui tronchi degli alberi, oltre alle muffe che crescono sui cibi in decomposizione. A questo gruppo appartengono anche i lieviti, che sono funghi unicelullari. Dalla cellula uovo immatura si originano per meiosi le spore: origin divide dividendosi per mitosi esse danno poi origin origine al gametofito femminile. Quan Quando matura, il gametofito femminile prende il nome di sacco femm embrionale. All’interno del sacco ci emb sono di solito otto cellule, una delle quali è la cellula uovo. Quando un granulo di polline si posa sullo stigma, produce un tubetto pollinico che si prolunga nello stilo e penetra nell’ovario, entrando in un ovulo. In tal modo un nucleo spermatico feconda la cellula uovo e si ottiene lo zigote diploide che diventerà poi un embrione. ➤ I basidiomiceti comprendono i funghi a cappello e le vesce. A differenza degli altri funghi si riproducono più frequentemente per via sessuata. ➤ Nel phylum dei deuteromiceti sono riuniti i funghi nei quali non è mai stata osservata una riproduzione sessuata. Comprendono forme molto diverse tra loro tra le quali alcune hanno notevole importanza per l’uomo, come i funghi del genere Penicillium. Le Verifiche di fine capitolo sono articolate per paragrafo e per tipologie. 3. I funghi e gli altri organismi I licheni sono associazioni simbiotiche tra funghi e alghe unicelllulari o cianobatteri. Insieme questi organismi formano un’unità vivente autosufficiente e molto resistente, tanto da poter colonizzare ambienti del tutto privi di altre forme di vita. ➤ Le micorrize sono il prodotto della simbiosi tra funghi e piante. I funghi si sviluppano all’interno delle radici della pianta, alla quale cedono acqua e minerali che essi assorbono dal terreno, e ricevono in cambio i prodotti della fotosintesi. ➤ I funghi svolgono un ruolo molto importante negli ecosistemi quali organismi decompositori. Grazie alla digestione extracellulare i funghi liberano nel terreno nutrienti come il carbonio, l’azoto, i composti del fosforo e altri minerali che possono essere assunti dalle piante. ➤ Molti funghi hanno grande importanza per la vita dell’uomo. Alcuni sono dannosi perché sono causa di malattie delle piante che distruggono interi raccolti o perché determinano malattie nell’uomo. Altri sono molto utili, come i funghi da cui si ricavano antibiotici o i lieviti utilizzati per la produzione di molti alimenti. 244 SEZIONE D TTES INT ATTIVI ER gamete maschile (cellula spermatica) A base del pistillo, Alla l’ovario è la camera l’o che racchiude ch co completamente le ce cellule uovo immature. meiosi spora ➤ La riproduzione è generalmente asessuata. I funghi possono riprodursi anche sessualmente soprattutto in condizioni di stress ambientale. 2. La classificazione dei funghi Glossario pistillo cellule diploidi maschili seme I funghi sono formati da strutture filamentose dette ife, che nel loro insieme prendono il nome di micelio. Nei funghi i nuclei sono generalmente aploidi e si formano strutture diploidi in alcune fasi della riproduzione sessuata. ➤ I funghi sono eterotrofi. Alcuni funghi sono parassiti, altri sono saprofiti, cioè si nutrono di resti di organismi morti. Il ciclo vitale delle piante con fiori o angiosperme filamento pianta adulta (fase di sporofito) sporofito adulto (fase diploide) SCIENZ stame il ciliegio è una pianta angiosperma 195 1. Osserva e rispondi Gli organismi riprodotti nelle fotografie sono i rappresentanti delle principali suddivisioni del regno vegetale: briofite, pteridofite, gimnosperme, angiosperme. ............................................................................ QUICKT T ES O video flashcard test interattivi di paragrafo TTES INT ATTIVI ER IVA AV VIDE animazioni e attività interattive T SCIENZ ............................................................................ test interattivi di fine capitolo una ....................................................................... adesiva formata da ......................................... e proteine. 14. Le forme coloniali di questi batteri formano sottili pellicole che aderiscono alle superfici dette ....................................................................... 2. Qual è l’ordine di grandezza di una comune cellula procariote? a. da 0,2 a 10 millesimi di millimetro; b. da 0,2 a 10 milionesimi di millimetro; c. da 2 a 10 miliardesimi di millimetro. 15. In condizioni ambientali sfavorevoli molti batteri 3. Il dominio Bacteria comprende: a. tutti gli organismi procarioti; b. tutti gli organismi unicellulari; c. alcuni organismi procarioti. 16. I procarioti generalmente si dividono con un 4. Il dominio Archaea comprende: a. batteri e archibatteri; b. tutti gli archibatteri; c. alcuni archibatteri. 5. La presenza di peptidoglicano nella parete cellulare consente di attribuire con certezza una cellula procariote a: a. il dominio Bacteria; b. il dominio Archaea; c. a nessun gruppo sistematico: occorrono altre caratteristiche. hanno la capacità di formare ....................................................................... che contengono materiale genetico e ....................................................................... processo detto ............................................................ 17. Nel processo di ............................................................ si ha il trasferimento di materiale genetico da una cellula donatrice a una cellula .......................................................................................... Il materiale genetico è costituito da una piccola molecola circolare di DNA, detta .......................................................................................... 18. I ............................................. sessuali sono strutture specializzate con cui la cellula donatrice avvicina a sé la cellula ricevente per facilitare il processo di ............................................. Completa lo schema 19. Riconosci le diverse parti della struttura di locomozione di un procariote e scrivi il loro nome. ............................................................................ ............................................................................ Prova ad assegnare ciascuna fotografia al corretto gruppo sistematico. Associa i numeri che contrassegnano i termini con le lettere che contrassegnano le definizioni 7. cocchi 8. bacilli 9. streptococchi 10. stafilococchi 11. spirilli 12. vibrioni 168 Poi, usando dei pastelli colorati, traccia delle linee chiuse che raggruppino le fotografie in modo da evidenziare i seguenti insiemi: - colore blu: piante che possiedono semi - colore rosso: piante che possiedono tessuti conduttori - colore verde: piante che compiono la fotosintesi clorofilliana - colore marrone: piante che producono spore aploidi trasportate dal vento - colore viola: piante che possiedono fiori - colore giallo: piante che producono polline - colore grigio: piante in cui il gametofito predomina sullo sporofito antera, ovario, petalo, sepalo, stimma, filamento, peduncolo, pistillo, stame, stilo 3. Rifletti e rispondi Una particolare briofita, lo sfagno, è responsabile della formazione di un habitat caratteristico dei terreni umidi nei climi temperati: la torbiera. La torba è un deposito formato da resti vegetali parzialmente decomposti, che si accumula in condizioni di assenza di ossigeno in terreni saturi d’acqua. Essa rappresenta il primo stadio della formazione del carbone. È utilizzata come combustibile, come concime, ed anche per altri usi: si deve al fumo di torba, ad esempio, l’inconfondibile aroma “affumicato” del whisky scozzese! Gli sfagni attecchiscono sul terreno umido, e mentre l’apice continua a crescere la porzione basale muore e si trasforma in torba. Questo processo dura millenni: in condizioni di clima mite e umido ogni anno si forma uno strato spesso 1 mm. Rispondi ora alle seguenti domande: a) quello qui fotografato è il gametofito o lo sporofito dello sfagno? b) di che colore sono i fiori dello sfagno? c) con quale organo lo sfagno assorbe l’acqua dal terreno? d) in quanto tempo si forma uno strato di torba spesso mezzo metro? 207 IV 1. Secondo le ricerche piú recenti i procarioti sono classificati: a. in un solo regno; b. in due regni diversi; c. in due diversi domini. Completa i seguenti enunciati con i termini mancanti 13. La parete cellulare di alcuni batteri è rivestita da 2. Le caratteristiche dei procarioti: la forma, le strutture cellulari e la riproduzione 2. Completa la figura Inserisci correttamente nella figura i nomi elencati in ordine alfebetico qui sotto. Su www.libropiuweb.it Sottolinea la risposta esatta o l’esatto completamento di ogni frase CAPITOLO 12 Gli eucarioti: le piante La rubrica I punti caldi propone esercizi di elaborazione delle nozioni apprese ampiamente illustrati. La biodiversità 1. I domini dei procarioti 6. La classificazione dei batteri e quella degli archibatteri attualmente tiene conto di: a. forma della cellula, modalità di locomozione, esigenze nutritive; b. modalità di riproduzione; c. storia evolutiva di ciascun gruppo. I punti caldi 194 FLIP*I 3 Microbial mats ricoprono il terreno arido del deserto dell’Arabia Saudita. La biodiversità FLIP*I ➤ La cellula dei funghi ha una parete caratterizzata dalla presenza di chitina, un polisaccaride presente anche in alcuni animali come gli insetti e i crostacei. antera verificano nella vita di un organismo a partire dallo stadio di zigote (cioè la sua prima cellula, derivata dalla fusione dei gameti) fino alla riproduzione e quindi alla generazione successiva. Il ciclo vitale delle piante è caratterizzato da un’alternanza di generazioni, o per meglio dire di fasi: una fase diploide e una fase aploide. Che cosa vuol dire? Vuol dire che la pianta adulta (per esempio il bel ciliegio della foto a destra in basso) formata da cellule diploidi (fase diploide), e chiamata sporofito, produce per meiosi le spore, cioè cellule aploidi dotate di corredo cromosomico dimezzato. Le spore aploidi prodotte dallo sporofito vengono disperse e, su terreno adatto, germinano, cioè si riproducono dando vita al gametofito. Il gametofito è quindi la fase aploide del ciclo vitale della pianta. Il gametofito produce i gameti, che si formano all’interno di strutture riproduttive (quelli che per gli animali sarebbero gli organi riproduttori) maschili e femminili. La fusione di un gamete femminile (la cellula uovo) e di un gamete maschile (la cellula spermatica) costituisce la fecondazione e dà vita a un nuovo sporofito (di nuovo, fase diploide), che crescendo darà vita, nel nostro caso, a un altro esemplare di ciliegio, chiudendo così il ciclo. Lo sporofito e il gametofito hanno importanza diversa nel ciclo vitale a seconda del tipo di piante. Nelle piante non vascolari, come i muschi, il gametofito è la generazione dominante, cioè quella in cui la pianta ha le dimensioni maggiori. Nelle piante vascolari, come felci, le conifere e le piante a fiori o angiosperme, la forma dominante è lo sporofito. 2 Gli stromatoliti di Shark Bay, in Australia, considerati tra le più antiche bioformazioni del pianeta. In Sintesi Gli eucarioti: le piante IL CICLO DELLE PIANTE I microbial mats Anche i microbial mats sono delle comunità microbiche, ma, a differenza dei biofilm, contengono soprattutto procarioti fotosinetici dalla cui attività dipendono tutti gli altri microrganismi presenti nella comunità. Il nome, che significa letteralmente “tappeto di microbi” rende l’idea della grandezza di queste strutture che generalmente appaiono come strati orizzontali di batteri piuttosto estesi, oppure come tozzi pilastri rocciosi, costituiti, in realtà, da sedimenti depositati dagli stessi batteri. Un esempio classico di questo secondo tipo di strutture sono le stromatoliti: si tratta di microbial mats costituiti in buona parte da cianobatteri (figure 2 e 3). Alcune di queste strutture sono considerate la testimonianza dei primi organismi comparsi sulla Terra: la più antica risale a circa 3,5 miliardi di anni fa. I Un biofilm cresce anche su strutture come il travertino, una roccia calcarea di origine sedimentaria. T La biodiversità importanti: sono alla base della dieta di molti animali più grandi, come le larve degli insetti che, a loro volta sono mangiate dai pesci; i biofilm che si trovano in suoli contaminati contribuiscono alla degradazione delle sostanze inquinanti; associati alle radici, aiutano le piante ad assorbire i nutrienti dal suolo; associati alle mucose degli animali, come le vie respiratorie, aiutano a proteggersi dalle infezioni. Tuttavia i biofilm possono causare non pochi problemi all’uomo: proliferano su strutture industriali, soprattutto condutture e scarichi che si trovano in ambienti acquosi, diminuendone l’efficienza; si formano all’interno del corpo dove causano infezioni spesso resistenti ai farmaci. 162 1. Le principali caratteristiche dei funghi SEZIONE D I biofilm La placca che si forma sui denti è un esempio di biofilm, così come lo è il “tappo” che si forma nei tubi o negli scarichi dei lavandini o, ancora, la patina verde e scivolosa che ricopre le rocce bagnate dall’acqua di un torrente. I biofilm si formano in ambienti umidi, quando le cellule batteriche aderiscono alle superfici grazie alla produzione di particolari sostanze viscide e appiccicose di natura polisaccaridica. Non importa la natura della superficie: plastica, metallo, smalti, materiali di natura organica; basta che ci siano l’umidità e i nutrienti necessari per far proliferare le cellule. Biofilm sono stati trovati sul fondo degli oceani e nei deserti, in ambienti molto caldi, come i geyser, e in ambienti freddissimi come i ghiacci perenni dell’Antartide. Possono essere formati da un solo tipo di batteri o, come più spesso accade negli ambienti naturali, da un miscuglio di batteri di specie diverse, funghi, alghe, lieviti e protozoi mescolati a particelle e detriti. Nella placca dentale, ad esempio, sono state identificate più di 500 specie di batteri! In natura i biofilm svolgono ruoli ecologici molto 281 Ci parli di una ricerca che ha svolto di recente. Da alcuni anni siamo impegnati nello studio del DNA antico. Nel 2004 abbiamo pubblicato la prima descrizione del DNA degli Etruschi e nel 2006 un’analisi nella quale sono stati messi a confronto con le popolazioni moderne. Gli Etruschi erano una popolazione europea, proprio come noi, ed erano geneticamente simili a noi. Questo però non basta; se fossero gli antenati diretti, per esempio, dei toscani, tanti aspetti del loro DNA dovrebbero essere identici a quelli delle attuali popolazioni toscane. Abbiamo scoperto che non è così. Ma allora, che fine hanno fatto gli Etruschi? Una possibile spiegazione è legata al fatto che le tombe da cui sono stati prelevati i campioni studiati sono tutte riccamente decorate. Questo era l’unico modo per identificarle con certezza come tombe etrusche, contenenti resti etruschi. Ciò significa, però, che il campione studiato non è casuale, ma coincide con gli Etruschi ricchi, che potevano permettersi tombe di questo tipo. Ora, è possibile che gli Etruschi La biodiversità SCHEDA COLLEGAMENTI EVOLUZIONISTICI Le comunità microbiche: i biofilm e i microbial mats lavoro scientifico il materiale prodotto all’interno di una disciplina viene spesso riutilizzato, magari con finalità completamente diverse, in un’altra. ❛❛ Per caso. Al momento di scegliere l’università un amico – ora docente di biologia molecolare – mi fece un ragionamento convincente. “Se ci iscriviamo a una facoltà umanistica il mondo della scienza ci rimarrà sconosciuto, se scegliamo una disciplina scientifica potremo continuare a leggere narrativa.” Sono stato fortunato: è andata proprio così e ho trovato un mestiere che mi piace molto. La rubrica Focus propone domande brevi di verifica del testo. • Qual è il ruolo della comunicazione negli animali? • Con quali modalità gli animali comunicano tra loro? • Quali sono le due principali categorie di feromoni? (a) ❛❛ Come è diventato biologo? Il glossario interno definisce termini nuovi o importanti per la comprensisone. T La genetica studia come, con il DNA, le nostre caratteristiche biologiche si trasmettono attraverso le generazioni. La teoria dell’evoluzione cerca di capire come organismi diversi siano derivati, nel corso del tempo, da antenati comuni. Queste due discipline, sviluppatesi indipendentemente a partire dal XIX secolo, si sono riunite in un’unica disciplina che si può chiamare genetica evoluzionistica. I feromoni Nella comunicazione di tipo chimico un individuo produce particolari sostanze in grado di influenzare il comportamento di altri individui, appartenenti alla stessa specie. Questi messaggeri chimici, detti feromoni, sono in grado di agire su lunghe distanze e, a differenza del suono, richiedono un bassissimo consumo di energia. Inoltre, i feromoni non vengono rilevati da altre specie, predatori compresi (figura 7). Si distinguono due categorie di feromoni: evocanti e innescanti. I feromoni evocanti stimolano un’immediata e manifesta risposta comportamentale, trasmettendo messaggi del tipo “questo posto è mio”. Le formiche che avanzano in fila indiana verso il cibo seguono una pista marcata con un feromone liberato da qualche loro compagna che intendeva segnalare la posizione del cibo. I feromoni innescanti alterano invece la fisiologia dell’animale ricevente, penetrando nel suo corpo per via olfattiva o addirittura attraverso il tratto digerente. Quasi tutti i feromoni di questo tipo influenzano lo stato riproduttivo del ricevente. Essi, per esempio, sono essenziali per il mantenimento di società complesse come quelle delle termiti, delle formiche e delle api. In una popolazione di api mellifere, la regina produce un feromone innescante, la “sostanza della regina”, che inibisce lo sviluppo ovarico delle api operaie, perciò non permette loro di raggiungere la maturità sessuale. Molti feromoni sono stati riprodotti per sintesi in laboratorio e vengono utilizzati in agricoltura per controllare la riproduzione di insetti nocivi. I segnali tattili, che implicano il contatto fisico, sono sfruttati in vari modi, in particolare per costituire e mantenere i legami sociali tra i membri di un gruppo. Tra i primati, le attività gestuali, come spidocchiamento, baci, sfregamenti col naso, carezze, rivestono un’importante funzione sociale (figura 8). ES La genetica evoluzionistica Le domande nel colonnino verificano subito l’apprendimento. Verifiche di fine capitolo •A_Romane_Iniziali_1@001-008# a. colonie formate da grappoli b. batteri con forma a spirale c. batteri con forma a bastoncino d. colonie formate da lunghe catene e. batteri con forma a virgola f. batteri di forma sferica ................ ................ ...................... ................ ....................... ................ ................ ................ ................ ................ •A_Romane_Iniziali_1@001-008# 13-12-2010 11:02 Pagina V Sommario SEZIONE Introduzione alla biologia A PROFESSIONE BIOLOGO: Il genetista Capitolo 1 La vita sulla Terra: un’introduzione evolutiva 1. Quali sono le caratteristiche degli esseri viventi? 2. In che modo vengono classificati gli organismi viventi? 3. La teoria dell’evoluzione unifica la biologia LE GERARCHIE DELLA VITA 2 4 4 7 8 In sintesi Verifiche di fine capitolo I punti caldi 28 29 30 Capitolo 3 Elementi di chimica 31 1. La struttura della materia: atomi, molecole, composti 2. Le particelle dell’atomo: elettroni, protoni e neutroni 3. I livelli energetici degli elettroni 4. Il legame chimico: l’unione di atomi per formare molecole 5. Che cos’è una reazione chimica? 6. L’acqua scioglie molte sostanze formando soluzioni 7. Il pH di una soluzione: acidi e basi 8. Perché il carbonio è così importante per le molecole biologiche? 31 32 33 34 37 37 38 39 10 Collegamenti evoluzionistici Sul fondo degli oceani l’origine della vita? Collegamenti evoluzionistici C’è vita su Marte? Dove si incontrano astronomia e biologia 13 In sintesi Verifiche di fine capitolo 14 15 Capitolo 2 Le tappe fondamentali della biologia moderna 17 In sintesi Verifiche di fine capitolo 40 41 Capitolo 4 L’acqua, le biomolecole e la prima cellula 43 1. L’acqua per la vita 2. Le biomolecole 3. L’ipotesi dell’origine 43 45 46 Collegamenti evoluzionistici La corsa del basilisco 49 LA FORMAZIONE DELLA PRIMA CELLULA 50 Collegamenti evoluzionistici Le bioplastiche 52 In sintesi Verifiche di fine capitolo I punti caldi 53 54 56 12 1. Uno sguardo nuovo sul mondo: l’invenzione del microscopio 2. La classificazione della vita 3. L’evoluzione biologica 4. La genetica e lo sviluppo della biologia molecolare 5. Oltre Darwin 17 20 21 22 26 Collegamenti evoluzionistici Che cosa fanno i biologi e come spiegano il loro lavoro? 27 V •A_Romane_Iniziali_1@001-008# 13-12-2010 11:02 Pagina VI Sommario Biologia della cellula SEZIONE B PROFESSIONE BIOLOGO: Il genetista evoluzionista 58 Capitolo 5 La cellula al centro della vita 1. Le caratteristiche generali della cellula 2. La membrana plasmatica separa la cellula dall’ambiente Collegamenti evoluzionistici Come si studiano le cellule in laboratorio 60 60 63 VI 75 76 78 Capitolo 6 Dentro la cellula eucariote 79 1. Cellule procariote e cellule eucariote 2. Il nucleo è il centro di controllo della cellula 3. Le cellule eucariote contengono un sistema complesso di membrane 4. I vacuoli svolgono molte funzioni, tra cui la regolazione del contenuto di acqua 5. I mitocondri estraggono l’energia dalle molecole di nutrienti. I cloroplasti catturano l’energia solare 6. Il citoscheletro contribuisce alla forma, al sostegno e al movimento della cellula 79 83 84 87 88 91 L’ORGANIZZAZIONE DELLA CELLULA BATTERICA 94 64 3. I meccanismi di trasporto attraverso la membrana plasmatica 67 4. La superficie delle cellule è dotata di strutture specializzate 72 Collegamenti evoluzionistici La tossicologia cellulare In sintesi Verifiche di fine capitolo I punti caldi 74 Collegamenti evoluzionistici Apoptosi, la morte cellulare programmata In sintesi Verifiche di fine capitolo I punti caldi 96 97 98 100 •A_Romane_Iniziali_1@001-008# 13-12-2010 11:02 Pagina VII Sommario dei contenuti online Su www.libropiuweb.it per la classe virtuale QUICKT T ES video test interattivi di paragrafo FLIP*I flashcard TTES INT ATTIVI ER VIDE O IVA AV animazioni e attività interattive T SCIENZ per esercitarsi test interattivi di fine capitolo SEZIONE A Introduzione alla biologia Sezione B Biologia della cellula Capitolo 1 La vita sulla Terra: un’introduzione evolutiva Capitolo 5 La cellula al centro della vita SCIENZ SCIENZ FLIP*I IVA AV IVA AV La scala logaritmica dei viventi Paragrafo 1 Forma e funzione delle cellule Paragrafo 1 Sintesi Flip*IT Il rapporto superficie/volume Paragrafo 1 SCIENZ Verifiche TEST INTERATTIVI IVA AV ATTIVI ER TTES INT IVA AV T SCIENZ La struttura della membrana plasmatica Paragrafo 2 SCIENZ IVA AV IVA AV Capitolo 2 Le tappe fondamentali della biologia moderna Attraversare la membrana plasmatica Paragrafo 3 SCIENZ Le cellule e l’osmosi Paragrafo 3 SCIENZ Sintesi Flip*IT SCIENZ IVA AV IVA AV L’esperimento di Redi Paragrafo 1 SCIENZ Il trasporto attivo Paragrafo 3 T FLIP*I IVA AV Verifiche TEST INTERATTIVI Endocitosi ed esocitosi Paragrafo 3 FLIP*I T ATTIVI ER TTES INT Sintesi Flip*IT Capitolo 3 Elementi di chimica ATTIVI ER TTES INT Verifiche TEST INTERATTIVI SCIENZ IVA AV La tavola periodica degli elementi Paragrafo 1 Capitolo 6 Dentro la cellula eucariote SCIENZ SCIENZ Il sale da cucina in acqua Paragrafo 4 SCIENZ Interazioni chimiche e temperatura Paragrafo 5 SCIENZ La molecola d’acqua: il legame idrogeno Paragrafo 6 SCIENZ Misurare il pH Paragrafo 7 SCIENZ La formazione di catene carboniose Paragrafo 8 SCIENZ IVA AV IVA AV I legami chimici Paragrafo 4 La struttura della cellula eucariote Paragrafo 1 SCIENZ IVA AV IVA AV Cellula animale e cellula vegetale Paragrafo 1 SCIENZ IVA AV IVA AV Il funzionamento dell’apparato di Golgi Paragrafo 3 SCIENZ IVA AV IVA AV La teoria dell’endosimbiosi Paragrafo 5 SCIENZ IVA AV IVA AV I luoghi della respirazione cellulare Paragrafo 5 SCIENZ IVA AV IVA AV I luoghi della fotosintesi Paragrafo 5 T FLIP*I FLIP*I T Sintesi Flip*IT Sintesi Flip*IT Verifiche TEST INTERATTIVI TTES INT ATTIVI ER ATTIVI ER TTES INT Verifiche TEST INTERATTIVI Capitolo 4 L’acqua, le biomolecole e la prima cellula SCIENZ IVA AV Le reazioni di condensazione Paragrafo 2 SCIENZ IVA AV Le reazioni di idrolisi Paragrafo 2 SCIENZ IVA AV L’esperimento di Miller e Urey Paragrafo 3 SCIENZ IVA AV La formazione della prima cellula Paragrafo 3 T FLIP*I Sintesi Flip*IT ATTIVI ER TTES INT Verifiche TEST INTERATTIVI VII •A_Romane_Iniziali_1@001-008# 13-12-2010 11:02 Pagina VIII •A_U02@017-030#bz3 21-06-2010 12:10 C A P I TO L O Pagina 17 2 Le tappe fondamentali della biologia moderna “ La biologia studia la struttura e il funzionamento della materia vivente e le sue relazioni con l’ambiente fisico di cui è parte: la biologia moderna inizia con l’invenzione del microscopio e trova sistemazione disciplinare con la teoria darwininana dell’evoluzione ” 1. Uno sguardo nuovo sul mondo: l’invenzione del microscopio SCIENZ IVA AV ? Che cosa si intende per potere di risoluzione di un microscopio? Figura 1. L’avvento del microscopio. Così Leeuwenhoek disegno ciò che aveva visto al suo primitivo microscopio: una sezione di legno di frassino di un anno di età. Molto spesso, nella storia delle discipline scientifiche, lo sviluppo di nuove idee va di pari passo con il progredire delle tecniche di osservazione: è accaduto in astronomia, dove l’invenzione del telescopio ha permesso l’affermazione del modello copernicano del Sistema Solare, ma anche in biologia e medicina, la cui evoluzione in discipline moderne è stata fortemente favorita dall’invenzione del microscopio. I primi microscopi furono costruiti alla fine del 1500 dai due fratelli olandesi Janssen, fabbricanti di lenti ottiche, ma anche Galileo Galilei si era dedicato alla loro costruzione. In uno scritto pubblicato nel 1623, lo scienziato pisano accennava a un “telescopio accommodato per vedere gli oggetti vicinissimi”. Tuttavia il vero fondatore della microscopia è considerato il commerciante di stoffe olandese Anton van Leeuwenhoek (16321723), il quale costruì circa 550 microscopi costituiti di una sola, piccolissima lente biconvessa che però raggiungeva un potere di risoluzione superiore a 270 diametri (figura 1). Il potere di risoluzione (PdR) di un sistema ottico consiste nella capacità di distinguere due punti dell’oggetto che stiamo osservando come distinti fra di loro. Va tenuto presente che l’occhio umano non riesce a distinguere due punti separati da meno di 0,1 mm (PdR = 0,1 mm). Impiegando il microscopio ottico il potere risolutivo sale a 0,2 mm ed usando il microscopio elettronico si arriva a 0,2 nm (nanometri), vale a dire 0,2 milionesimi di mm. Nonostante per Leeuwenhoek fosse soltanto un passatempo, egli si dedicò con passione all’osservazione microscopica produ- 17 •A_U02@017-030#bz3 21-06-2010 12:10 Pagina 18 SEZIONE A Figura 2. L’indagine anatomica. Una tavola da De umani corporis fabrica di Andrea Vesalio. Introduzione alla biologia cendo disegni dettagliati di globuli rossi, capillari, spermatozoi e di molte altre strutture biologiche. Fu lui che, per la prima volta, esaminando dell’acqua stagnate, osservò i protozoi, animaletti che fino ad allora erano del tutto sconosciuti, dal momento che sono invisibili a occhio nudo. Da alcune descrizioni Figura 3. L’inizio della fisiologia moderna. William Harvey dimostrò correttamente il percorso del sangue attraverso i vasi sanguigni. 18 si ritiene che il naturalista olandese arrivò persino a vedere dei batteri, gettando così inconsapevolmente le basi per la nascita di una nuova disciplina: la microbiologia. Le tavole anatomiche e la scoperta della circolazione sanguigna Il microscopio diede un grande contributo anche allo sviluppo delle medicina moderna. Per secoli la medicina si era basata su convinzioni e dogmi piuttosto che sull’osservazione diretta di organi e apparati. Nel 1543 Andrea Vesalio, uno scienziato belga, pubblicò un libro destinato a divenire una pietra miliare della medicina: il De Humani Corporis Fabrica (“Della struttura del corpo umano”) che conteneva la più dettagliata descrizione anatomica del corpo umano che si fosse mai vista, corredata di disegni anatomici particolarmente accurati (figura 2). Vesalio, infatti, aveva ripristinato l’usanza di sezionare cadaveri su cui basò le proprie osservazioni. In seguito, molti altri scienziati si dedicarono all’osservazione e alla descrizione del corpo umano e allo studio del suo funzionamento. Nel 1628, dopo aver passato molti anni in Italia a studiare anatomia all’università di Padova, il medico inglese William Harvey pubblicò un libretto in cui descriveva correttamente il meccanismo della circolazione sanguigna umana (figura 3). Fino ad allora, infatti, si riteneva che il sangue fosse prodotto dal fegato e consumato nelle varie parti del corpo e che si muovesse sempre negli stessi vasi, mediante una sorta di flusso e riflusso. Nella sua opera Harvey documentò accuratamente ogni affermazione e arrivò a calcolare che in un’ora il cuore pompa una quantità di sangue pari a tre volte il peso di un uomo. Si trattava del primo esempio di una fisiologia moderna, supportata da osservazioni dirette e calcoli matematici, piuttosto che da dogmi derivanti dal passato. La nuova teoria di Harvey suscitò non poche polemiche all’epoca, in quanto mancava la prova definitiva che quello circolatorio dell’uomo fosse effettivamente un sistema “chiuso”. A confermare le idee del medico inglese arrivarono le osservazioni di uno scienziato italiano, Marcello Malpighi (1628 – 1694). Grazie a un intenso utilizzo del microscopio (figura 4), Malpighi scoprì l’esistenza dei capillari polmonari descrivendone accuratamente le connessioni con vene e ar- •A_U02@017-030#bz3 21-06-2010 12:10 Pagina 19 Le tappe fondamentali della biologia moderna Figura 4. Lo studio dei tessuti. Tessuto polmonare e trachea di una rana in un disegno di Marcello Malpighi da una osservazione al microscopio. ? In quale sostanza Hooke osservo per la prima volta le cellule? terie e dimostrando così la validità della teoria di Harvey. Malpighi lavorò anche sugli apparati escretori di molti animali; al suo nome sono legati quelli degli insetti (tubuli del Malpighi) e i corpuscoli renali degli esseri umani (detti appunto corpuscoli renali di Malpighi). I primi passi della teoria cellulare CAPITOLO 2 tavola più importante era quella relativa a una sottile fetta di sughero. Hooke notò che era costituita da “moltissime piccole camere” simili alle stanzette a cella (da cui cellula) occupate dai monaci dei monasteri. Egli osservò anche che tali cellule erano “piene di succhi”. Tuttavia con gli strumenti ottici che aveva a disposizione non era in grado di fare osservazioni più approfondite per spiegare cosa fossero e come erano fatte le cellule. Nei decenni successivi iniziò a farsi strada tra i biologi l’ipotesi che le cellule potessero essere universalmente presenti nei tessuti viventi. Questa convinzione si consolidò nel 1838 quando il botanico tedesco Mathias J. Schleiden (1804 – 1881) affermò che tutte le piante erano composte da cellule e che le cellule erano l’unità fondamentale della vita. L’anno successivo, il fisiologo tedesco Theodor Schwann (1810 – 1882) ampliò questo concetto osservando che tutti gli animali, oltre alle piante, erano costituiti da cellule. Inoltre, Schwann osservò che tutte le cellule sono circondate da una membrana e che i diversi tessuti sono costituiti da tipi Figura 6. La microscopia diventa una scienza. Frontespizio di Micrographia, l’opera di Robert Hook che introdusse l’idea di cellula. Anche lo scienziato inglese Robert Hooke era affascinato dallo straordinario potere del microscopio. Nel 1665 pubblicò un volume intitolato Micrographia (figura 5) in cui si trovano alcuni dei più bei disegni di osservazioni al microscopio mai eseguiti (figura 6). La Figura 5. La scoperta della cellula. Disegni tratti dalle osservazioni al microscopio di Robert Hook. 19 •A_U02@017-030#bz3 21-06-2010 12:10 Pagina 20 SEZIONE A Introduzione alla biologia specifici di cellule. Schleiden e Schwann sono considerati i fondatori della citologia, la disciplina che si dedica allo studio sistematico delle cellule. Nel 1860 il medico tedesco Rudolf Virchow (1821 – 1902) scrisse: “Ogni animale appare come la somma di unità vitali, ciascuna delle quali reca in sé tutte le caratteristiche della vita”. Inoltre Virchow (figura 7), predisse anche che “tutte le cellule derivano da cellule”. I principi della modera teoria cellulare sono la diretta conseguenza delle osservazioni di Schleiden, Schwann e Virchow. Un grande passo avanti nella citologia fu compiuto con l’introduzione di sostanze adatte a colorare (figura 8) i preparati da osservare al microscopio. Grazie anche ai progressi che la chimica stava compiendo in quegli anni, i biologi furono in grado di individuare in questo modo le varie strutture cellulari, come i cromosomi e l’apparato di Golgi e di identificare le diverse tappe della divisione cellulare, complessivamente chiamate mitosi. Alla fine dell’Ottocento si conosceva l’esistenza dei cromosomi, il loro comportamento durante la divisione cellulare e si era osservato che il loro numero è costante in ciascuna specie; tuttavia ancora non se ne conosceva la funzione che sarebbe stata spiegata solo all’inizio del secolo successivo. Figura 7. La teoria cellulare. Un francobollo emesso dalle poste tedesce nel 1953, che commemora Rudolf Virchow. ? Che cosa vuol dire classificare gli organismi viventi? FOCUS QUICKT ES T • Quale scienziato italiano contribuì in modo determinante a chiarire il meccanismo della circolazione sanguigna? • Le osservazioni fatte da Robert Hook delle “cellette” del sughero, possono essere ritenute la prima esposizione della teoria cellulare? 2. La classificazione della vita Sul nostro pianeta esistono milioni di esseri viventi che abitano la terra, l’aria e l’acqua. Tuttavia, non è solo il grande numero a stupire, ma anche la loro grande diversità: si va da organismi invisibili a occhio nudo, come i batteri, fino alle balene e alle sequoie giganti. Uno dei problemi principali nella storia della biologia è stato quello di imparare a catalogare gli organismi viventi collocandoli in diverse categorie sistematiche, allo scopo di studiarli più facilmente. Questo modo di procedere è noto anche come classificazione degli esseri viventi. I primi tentativi di catalogazione risalgono ad Aristotele, ma lo sviluppo del primo sistema moderno di classificazione basato su affinità e differenze tra gli organismi viventi si deve al naturalista svedese Karl von Linné, noto anche come Carlo Linneo. Nel suo Systema naturae del 1758 (figura 9), Linneo sviluppò un grandioso sistema di classificazione che è l’antenato di quello in uso attualmente. Linneo è perciò considerato il fondatore della tassonomia, ovvero dello studio della classificazione delle specie viventi. Nel suo sistema, Linneo assegnò a ciascuna specie un doppio nome in latino: il primo rappresenta il genere, il secondo la specie. Questo tipo di classificazione, detta binomia o binomiale, è quella a cui si fa riferimento ancora oggi. Anche il nome Homo sapiens, il nome scientifico con cui viene chiamata la nostra specie, fu coniato da Linneo. Figura 9. La prima sistemazione. Frontespizio del Systema naturae di Linneo. Figura 8. Tecniche di indagine. Le colorazioni dei tessuti hanno sempre avuto un’enorme importanza nella microscopia per la capacità di tessuti diversi di legarsi a determinate sostanze chimiche rendendone più facile l’identificazione. Qui si vede un preparato istologico in cui si osserva un neurone (cellula nervosa) colorato con il metodo di Golgi. 20 •A_U02@017-030#bz3 21-06-2010 12:10 Pagina 21 CAPITOLO 2 Le tappe fondamentali della biologia moderna La nascita del pensiero evolutivo ? Che cosa si intende per catastrofismo? ? Di quale scienziato vennero divulgate le opinioni nei Principi di Geologia di Lyell? T ES FOCUS T Figura 10. Charles Darwin. L’opera di classificazione di Linneo dava “un ordine alle cose” ma non spiegava di certo come si era originata l’ampia varietà degli esseri viventi presenti sul nostro pianeta. Allora, infatti, si riteneva che le specie fossero state create così com’erano, una diversa dall’altra e che fossero immutabili nel tempo. Tale concezione derivava dalla lettura fedele della Bibbia, ma anche dal fatto che all’epoca si riteneva che la Terra non avesse più di seimila anni, un lasso di tempo che non lasciava spazio al lentissimo processo evolutivo. Tuttavia, verso la fine del Settecento, diversi fatti nuovi contribuirono a mettere in discussione questa convinzione. I primi viaggi esplorativi e la scoperta dei fossili avevano mostrato somiglianze e divergenze tra gli organismi attuali e quelli passati, evidenziando la comparsa di organismi più complessi nelle epoche recenti; l’opera del naturalista francese Georges Louis Leclerc, conte di Buffon (1707 – 1788) evidenziò la presenza di organi vestigiali (strutture non più utili, testimonianze di organi funzionanti nel passato, come la nostra appendice o i muscoli delle orecchie) in diversi animali, avanzando il dubbio che le specie potessero cambiare nel tempo. Di importanza fondamentale fu, tuttavia, il volume pubblicato nel 1785 dal medico scozzese James Hutton. Egli, osservando l’azione degli agenti atmosferici sulle rocce, affermò che quelle stesse forze erosive avevano plasmato l’aspetto della Terra e che, per fare questo, dovevano aver agito per milioni di anni: per la prima volta si avanzava la possibilità che l’età della Terra fosse molto maggiore di quanto si era sempre affermato. Inoltre, diede il nome di “fossili”, dal latino “scavare”, a quelle strane pietre a forma di essere vivente che si estraevano dal suolo. Lo studio dei fossili appassionò anche un altro naturalista francese, Georges Cuvier (1769 – 1832) il quale studiò l’anatomia di moltissime creature confrontandole tra di loro. Il questo modo egli fondò una nuova disciplina: l’anatomia comparata. Dai suoi studi Cuvier elaborò la teoria del catastrofismo secondo cui la Terra era sottoposta a periodici cataclismi che provocavano l’estinzione di tutte le specie viventi; successivamente le specie venivano ricreate così com’erano senza subire modificazioni. Nonostante le sue conclusioni sbagliate, Cuvier ebbe molti meriti, tra cui quello di migliorare la classificazione di Linneo e allargare le osservazioni biologiche al lontano passato, gettando così le basi della moderna paleontologia. Nel 1830 al catastrofismo venne contrapposta un’opera corposa scritta da Charles Lyell, i Principi di Geologia, in cui venivano divulgate le opinioni di Hutton e raccolte le prove intese a dimostrare che la Terra aveva subito solo graduali cambiamenti e non periodici cataclismi. QUICK • Che cos’è la tassonomia? • Chi furono i tre scienziati che da punti di vista diversi cercarono di risolvere il problema dell’età della Terra? 3. L’evoluzione biologica La teoria dell’evoluzione per selezione naturale (che incontreremo di nuovo, illustrandola in dettaglio, nei capitoli 7 e 8) è senza dubbio l’edificio concettuale più importante della biologia moderna, un paradigma attraverso cui operano tutte le branche delle scienze naturali. Il principale protagonista di questa autentica rivoluzione copernicana della biologia fu l’inglese Charles Darwin (figura 10). Le più importanti osser- 21 •A_U02@017-030#bz3 21-06-2010 12:10 Pagina 22 SEZIONE A Introduzione alla biologia vazioni di Darwin furono fatte durante un viaggio di cinque anni intorno al mondo a bordo del brigantino Beagle. Nel 1859, diversi anni dopo il suo ritorno in patria, Darwin pubblicò Sull’origine delle specie per mezzo della selezione naturale, dove illustrava la sua teoria dell’evoluzione e i meccanismi alla base del processo evolutivo. Il concetto di antichità dell’uomo La pubblicazione dell’opera di Darwin consentiva di dare una spiegazione razionale all’enorme mole di dati e osservazioni che arrivavano dalla tassonomia, dall’embriologia, dall’anatomia comparata e dalla paleontologia, dando alla biologia l’autorevolezza di una scienza organizzata con un proprio impianto teorico. Tuttavia, la teoria di Darwin ebbe non pochi oppositori: uno dei punti più delicati era l’applicazione della teoria evolutiva all’origine dell’uomo, che confliggeva in modo evidente con il racconto del libro biblico della Genesi, che nella cultura del tempo era l’autorità a cui la gente comune faceva riferimento. Oggi la teoria dell’evoluzione rappresenta, come ha affermato il grande evoluzionista Theodosius Dobzhansky, qualcosa senza la quale “nulla ha senso in biologia”: una visione non finalistica, governata soprattutto dal caso e dalle pressioni degli ambienti in cui gli organismi viventi abitano. ? Quale sostanza fu scoperta da Miescher nel nucleo delle cellule? FOCUS QUICKT ES T • Per spiegare la comparsa dell’uomo sulla Terra, a quale opera si faceva riferimento prima degli studi di Darwin? Figura 11. Gli incroci di Mendel. La piantina di Pisum sativum, il pisello odoroso, protagonista dei primi esperimenti che inaugurarono la storia della genetica. 22 4. La genetica e lo sviluppo della biologia molecolare All’epoca di Darwin alcuni aspetti della sua teoria risultavano facilmente attaccabili perché ancora non si conosceva la natura dei meccanismi ereditari. Nel 1869, il chimico svizzero Friedrich Miescher isolò la sostanza contenuta nei nuclei di numerosi tipi di cellule. Egli osservò che questa sostanza era un acido, ricco di fosforo e formato da grosse molecole. Questo materiale, che Miescher chiamò nucleina in quanto strettamente associato al nucleo, fu in seguito chiamato acido nucleico. Più o meno negli stessi anni, Gregor Mendel, un monaco boemo botanico e matematico, si dedicò a incrociare piantine di pisello (figura 11) per verificare la modalità di trasmissione di diversi aspetti fisici delle piantine, come il colore e la forma del seme. I risultati di questi suoi pionieristici lavori, suggerivano che le caratteristiche morfologiche (chiamate anche caratteri) sono ereditate come fattori discreti, cioè separabili tra loro. Questo risultato confutò definitivamente l’idea dell’eredità per mescolanza: allora, infatti, si pensava che ogni singola caratteristica ereditata dalla progenie fosse un esatto miscuglio delle caratteristiche di entrambi i genitori. Un altro merito di Mendel fu quello di applicare la matematica ai suoi risultati. Egli contò le generazioni di piante ottenute nei suoi esperimenti e il numero di piante che ereditavano determinate caratteristiche. Questa intuizione matematica fu determinante per interpretare correttamente i dati ottenuti e divenne una caratteristica fondamentale della genetica moderna. Il lavoro di Mendel fu dimenticato per diverso tempo, fino a quando nei primi anni del Novecento non venne riscoperto da alcuni botanici tra cui l’olandese Hugo De Vries (1848 – 1935) che arrivò alle stesse conclusioni di Mendel, studiando una specie di primule di origine americana. Egli notò anche che a volte compariva improvvisamente una caratteristica nuova nelle sue piantine, che non aveva mai visto prima. De Vries chiamò questo fenomeno mutazione. •A_U02@017-030#bz3 21-06-2010 12:10 Pagina 23 Le tappe fondamentali della biologia moderna La teoria cromosomica dell’eredità ? Che cos’è Drosophila melanogaster? Molti biologi avevano ipotizzato l’esistenza di un qualche fattore in grado di trasmettere i caratteri dai genitori alla progenie. Darwin aveva parlato di “gemmule”, Mendel di caratteri o “elementi”, De Vries creò il termine “pangen” dalla fusione dei termini greci pan (tutto) e genesis (nascita). Dieci anni dopo De Vries, il botanico danese Wilhelm Ludvig Johannsen avrebbe abbreviato il termine in gene, ma nessuno aveva ancora capito come funzionassero questi “fattori” e soprattutto dove fossero localizzati. Figura 12. Cromosomi ed eredità. Thomas Hunt Morgan, al centro, con alla sua destra il fisico Robert Millikan, che misurò per primo la carica elettrica dell’elettrone, e il fisico Carl Anderson. Figura 13. Sesso e colore degli occhi. L’insetto più famoso della storia della biologia moderna, la Drosophila melanogaster, il comune moscerino della frutta. CAPITOLO 2 Il merito di mettere assieme le osservazioni citologiche con le leggi di Mendel fu dell’americano Walter Sutton (1877 – 1916) il quale osservò che i cromosomi si comportavano come i fattori ereditari di Mendel, pur non essendo in grado di fornire una prova diretta a sostegno della sua ipotesi. Solo nel 1910, gli esperimenti di Thomas Hunt Morgan (figura 12), un altro ricercatore americano, fornirono la prima evidenza sperimentale della teoria cromosomica dell’ereditarietà. Morgan dimostrò che uno specifico cromosoma sessuale, che porta cioè i caratteri che definiscono se un organismo è maschio o femmina, il cromosoma X, è associato con il colore degli occhi del moscerino della frutta, Drosophila melanogaster (figura 13). Morgan e il gruppo di genetisti che lavoravano con lui alla Columbia University di New York, rivoluzionarono la genetica facendo molte scoperte che servirono a integrare e ad ampliare le leggi di Mendel e che oggi rappresentano l’impianto teorico della genetica. Il perfezionamento di nuovi mezzi chimici e fisici durante la prima metà del Ventesimo secolo diede agli scienziati la possibilità di studiare, con precisione sempre maggiore, le grandi molecole che costituivano la struttura delle cellule: carboidrati, proteine, lipidi e acidi nucleici. Nacque così una nuova branca della biologia che accoglieva in sé principi di fisica, chimica e biologia e aveva come campo di studio l’analisi della struttura e del funzionamento delle molecole della vita: la biologia molecolare. Questa disciplina ha avuto i suoi maggiori sviluppi a partire dal secondo dopoguerra del secolo scorso. Un settore della biologia molecolare si indirizzò verso lo studio delle proteine e degli enzimi, individuati come i catalizzatori delle reazioni cellulari, l’altro verso lo studio degli acidi nucleici. La scoperta della struttura del DNA Parallelamente al lavoro di Morgan proseguivano anche le ricerche sulla natura del materiale ereditario. Negli anni Venti del Novecento, il biochimico statunitense Phoebus Levene scoprì che nelle cellule esistono due tipi di acido nucleico, pressoché identici, che successivamente furono chiamati acido desossiribonucleico (DNA) e acido ribonucleico (RNA). 23 •A_U02@017-030#bz3 21-06-2010 12:10 Pagina 24 SEZIONE A Introduzione alla biologia Nel 1928, il batteriologo inglese Frederick Griffith individuò nei batteri un “principio trasformante” in grado di trasformarli da innocui a virulenti. Nel 1944 i risultati di Griffith vennero ripresi dagli americani Oswald Figura 14. La prova definitiva. Martha Chase e Alfred Hershey nel 1953. ? Chi ottenne la prima immagine in assoluto di una molecola di DNA? Figura 15. Una foto storica. La prima immagine della struttura del DNA rivelata con i raggi X da Rosalind Franklin. Figura 16. La doppia elica. James D. Watson e Francis Crick, che descrissero per primi la struttura del DNA, insieme a Maclyn McCarthy (a sinistra), uno dei protagonisti con Avery e Mc Leod della dimostrazione che il materiale genetico non era fatto di proteine, ma di acido nucleico. Avery, Colin McLeod e Maclyn McCarty, i quali identificarono nel DNA tale principio trasformante. Tuttavia, la comunità scientifica era più propensa a pensare che questo ruolo fosse assolto dalle proteine. La prova definitiva arrivò da un brillante esperimento ideato nel 1952 da Alfred Hershey e Martha Chase (figura 14). I due biologi americani dimostrarono che quando un virus infetta una cellula è il DNA e non le proteine a entrare all’interno della cellula, inducendola a produrre nuovi virus. In quegli anni andavano avanti anche gli studi sulla natura chimica degli acidi nucleici e degli altri componenti cellulari. Sempre intorno al 1940, il biochimico Erwin Chargaff, osservò che gruppi fosforici contenuti nel DNA, le cosiddette basi azotate (adenina, guanina, citosina e timina), si ripetevano con una frequenza che variava a seconda dell’organismo di provenienza e che la quantità di adenina presente nelle molecole di DNA è sempre simile alla quantità di timina, e la quantità di guanina è sempre simile a quella di citosina (A = T e G = C). Tuttavia, tutti questi risultati ancora non davano alcuna informazione riguardante la struttura del DNA. La prima a effettuare ricerche in questo senso fu Rosalind Franklin che nel 1952 ottenne una straordinaria foto a raggi X della molecola di DNA (figura 15) avanzando l’ipotesi che la sua struttura fosse elicoidale. L’anno successivo, appresi in modo informale i risultati ottenuti da Franklin, James Watson e Francis Crick (figura 16), due giovani scienziati che lavoravano presso il Cavendish Laboratory dell’Università inglese di Cambridge, proposero il modello a doppia elica del DNA, pubblicando le loro conclusioni in uno storico articolo apparso sulla rivista inglese Nature nell’aprile 1953 (tabella 1). L’espressione genica e la nascita dell’ingegneria genetica Ma come riusciva la molecola di DNA a trasmettere l’informazione ereditaria? La risposta a questa domanda è il frutto delle ricerche dei due genetisti americani George W. Beadle e Edward L. Tatum i quali, nel 1941, grazie ai loro esperimenti su Neurospora crassa, la comune muffa del pane, ipotizzarono che ogni gene controllasse la produzione di un enzima specifico il quale, a sua volta, controllava una determinata reazione del meta- 24 •A_U02@017-030#bz3 21-06-2010 12:10 Pagina 25 CAPITOLO 2 Le tappe fondamentali della biologia moderna Tabella 1 Gli eventi principali che hanno portato alla scoperta della struttura del DNA Data Scienziato Scoperta 1869 Friedrich Miescher Isolamento della nucleina (il DNA). Tardo Ottocento Gregor Mendel I caratteri sono ereditati come fattori discreti. Primo Novecento Walter Sutton Ipotesi della localizzazione sui cromosomi dell’informazione ereditaria. 1910 Thomas Hunt Morgan Primi risultati a supporto dell’ipotesi di Sutton che l’informazione ereditaria sia localizzata nei cromosomi. Anni Venti del Novecento Phoebus Levene Scoperta dell’esistenza nella cellula di due tipi di acidi nucleici di struttura quasi identica. 1928 Fred Griffith Dimostrazione dell’esistenza di un “principio trasformante” nei batteri. 1944 Oswald Avery Dimostrazione preliminare che il DNA è il materiale ereditario. Tardi anni Quaranta del Novecento Erwin Chargaff La frequenza delle basi varia negli acidi nucleici di organismi diversi e la frequenza di una particolare base è simile a quella di un’altra determinata base. Primi anni Cinquanta del Novecento George Beadle e Edward Tatum Teoria un gene – un enzima, vale a dire: la produzione di ciascun enzima è sotto il controllo di un particolare gene. 1952 Alfred Hershey e Martha Chase Conferma della dimostrazione preliminare di Avery. 1953 Rosalind Franklin e Maurice Wilkins Analisi del DNA per diffrazione a raggi X e scoperta che il DNA ha forma di elica. 1953 James Watson e Francis Crick Sviluppo del modello del DNA a doppia elica. Figura 17. Le sequenze nel DNA. Marshall Nirenberg, che insieme a Heinrich Matthaei decifrò per primo il codice genetico. ? Che cosa sono gli oncogèni? bolismo cellulare. Oggi sappiamo che questa teoria, nota come un gene – un enzima, non è completamente vera, in quanto un gene specifica per uno o più catene proteiche che sono solo una parte di un enzima o di una proteina, ma il principio era corretto. Alla fine degli anni Cinquanta del Novecento, chimici e biologi di tutto il mondo erano impegnati nel tentativo di capire come il DNA viene tradotto in proteine, cioè di decifrare il “codice genetico”. Nel 1961 Marshall Nirenberg (figura 17) e Heinrich Matthaei sintetizzarono in vitro una proteina partendo da una molecola di RNA sintetizzato in laboratorio; esperimenti successivi permisero di mettere in relazione la sequenza del DNA con gli aminoacidi che costituiscono le proteine. A chiarire il meccanismo con cui il DNA viene tradotto in proteine, chiamato anche sintesi proteica, contribuirono gli studi di un gruppo di biochimici dell’istituto Pasteur di Parigi. Nel 1960 Franços Jacob e Jacques Monod condussero un esperimento in cui dimostrarono, allo stesso tempo, il ruolo di un tipo di RNA, chiamato RNA messaggero nella sintesi proteica e l’esistenza di una regolazione dell’espressione genica. Da allora le ricerche in questo campo si sono susseguite senza sosta, portando a moltissimi risultati, come la scoperta, tra il 1970 e il 1973, degli oncogèni, particolari geni la cui espressione, se alterata, porta allo sviluppo di tumori. 25 •A_U02@017-030#bz3 21-06-2010 12:10 Pagina 26 SEZIONE A Introduzione alla biologia Sempre tra il 1970 e il 1973 vennero messe a punto le tecniche di base che consentirono la nascita dell’ingegneria genetica. Nel 1970 fu scoperto il primo enzima di restrizione, una proteina in grado di tagliare la molecola di DNA in corrispondenza di sequenze specifiche; nel 1973 fu costruita in vitro la prima molecola di DNA ricombinante, contenente cioè DNA proveniente da organismi diversi. Oggi le tecniche di ingegneria genetica sono comunemente usate sia nell’industria e che nella ricerca biomedica. ? Come viene chiamata anche la teoria sintetica dell’evoluzione? FOCUS QUICKT ES T • Su quali piante operò Mendel per definire le leggi dell’ereditarietà? • Chi riscoprì il lavoro di Mendel all’inizio del Novecento e quale fenomeno mise in evidenza? Figura 18. La sintesi moderna. Ernst Mayr è stato uno dei più autorevoli esponenti del neodarwinismo. Figura 19. Gli equilibri punteggiati. Stephen Jay Gould, paleontologo, ritratto sulla copertina della rivita americana Natural History, di cui fu assiduo collaboratore: insieme a Niles Eldredge propose una nuova teoria della speciazione. 5. Oltre Darwin La sintesi tra evoluzione e genetica: il neodarwinismo In seguito alla nascita della genetica e alle ricerche nel campo della biologia molecolare, gli evoluzionisti iniziarono a riconoscere l’importanza della variabilità genetica nel processo di selezione naturale. Iniziò quindi a farsi strada, tra gli evoluzionisti che lavoravano nei diversi settori della biologia, l’idea che era il singolo individuo, o meglio, una determinata caratteristica dell’individuo (cioè in ultima analisi un gene) a essere oggetto della selezione naturale. A questa nuova interpretazione lavorarono, tra il 1935 e il 1945, molti scienziati tra cui Theodosius Dobzhansky, Julian Huxley, George Simpson, Ernst Mayr (figura 18) e Ledyard Stebbins che elaborarono quella che oggi è conosciuta come teoria sintetica dell’evoluzione o anche neodarwinismo. Gli equilibri punteggiati Nel suo lavoro, Darwin aveva ipotizzato che la nascita delle specie fosse un processo lento e graduale. Questa teoria, detta successivamente del gradualismo filetico, prevedeva che la speciazione passasse attraverso numerose forme di transizione, che dovevano avere lasciato delle testimonianze fossili. Nel 1972 due paleontologi statunitensi, Niles Eldredge e Stephen Jay Gould (figura 19) proposero una nuova teoria detta degli equilibri punteggiati. Eldredge e Gould, esperti in paleontologia dei vertebrati, non riuscivano a spiegarsi come molti strati di formazioni rocciose contenessero, in corrispondenza di lunghi periodi, fossili della stessa specie che scomparivano improvvisamente per essere sostituiti da fossili attribuibili a una nuova specie. I due ricercatori proposero, quindi, che la speciazione fosse un processo rapido (anche se relativamente ai tempi geologici), seguito da lunghi periodi di stasi nei quali le specie mantenevano le proprie caratteristiche. Il dibattito è ancora aperto. QUICK T ES T FOCUS • Che cosa afferma, in estrema sintesi, la teoria degli equilibri punteggiati proposta da Eldredge e Gould? 26 •A_U02@017-030#bz3 21-06-2010 12:10 Pagina 27 CAPITOLO 2 Le tappe fondamentali della biologia moderna SCHEDA COLLEGAMENTI EVOLUZIONISTICI Che cosa fanno i biologi e come spiegano il loro lavoro? Spesso gli studenti vedono la biologia come una disciplina “descrittiva”, che spiega come sono fatti gli organismi viventi e come funzionano. Certo, questo è uno dei suoi scopi, tuttavia gli obiettivi della scienza della vita vanno oltre. Il biologo è lo scienziato che cerca di rispondere alle domande che nascono dal desiderio dell’uomo di conoscere il funzionamento del mondo vivente (“Come si trasmettono i caratteri ereditari dai genitori ai figli?”,“ Da dove ha origine l’immensa varietà delle forme di vita?”), ma anche a quelle che possono aiutare a risolvere problemi di vita quotidiana (“Come mi devo comportare per evitare di ammalarmi?”, “Come possiamo migliorare la qualità delle piante coltivate?”). La biologia, infatti, comprende aree di studio molto vaste, che analizzano il fenomeno della vita da prospettive diverse, servendosi spesso di tecniche e di competenze provenienti da altre discipline scientifiche, come la fisica, la chimica, la geologia e la statistica. Sotto il vasto ombrello della scienza chiamata “biologia” stanno quindi molte discipline diverse: la biologia molecolare, per esempio, studia la vita a livello chimico, mentre la biologia cellulare o citologia pone al centro del suo interesse la cellula o i gruppi di cellule, indagando le interazioni fra loro stesse e con l’ambiente. Esistono poi diverse branche della biologia che studiano la vita a livello degli organismi, siano essi animali (zoologia), piante (botanica) o organismi unicellulari (microbiologia). Altre discipline biologiche studiano il fenomeno della vita da un punto di vista ancora più ampio, occupandosi dei fenomeni che hanno influenza sull’intero pianeta e studiando le interazioni fra organismi e ambiente (ecologia); per esempio, valutano gli effetti sulla biosfera dei cambiamenti climatici. Tutti gli scienziati condividono un metodo di lavoro che prevede tre passaggi fondamentali: • l’osservazione dei fenomeni; • la formulazione di un’ipotesi; • la verifica sperimentale di tale ipotesi. Un ulteriore aspetto del lavoro degli scienziati è la comunicazione dei risultati ottenuti. Si tratta di un aspetto di fondamentale importanza, poiché consente di utilizzare il lavoro fatto da altri come base di partenza e di costruire su di esso nuove ipotesi. Per comunicare in modo “ufficiale” i risultati del proprio lavoro, gli scienziati utilizzano prevalentemente due canali: le conferenze e i convegni, e la pubblicazione di articoli su riviste scientifiche specializzate. Durante i convegni gli scienziati riassumono il loro lavoro in una lezione di fronte a numerosi colleghi,oppure in piccoli gruppi di discussione, o ancora possono illustrare le proprie ricerche su poster (figura 1) che contengono tutti gli elementi utili a comprenderne le finalità e il metodo di lavoro utilizzato. Quando un gruppo di ricerca ritiene di essere giunto a risultati interessanti, descrive il proprio lavoro in un articolo. Un articolo scientifico deve essere redatto secondo precisi criteri e un formato standard, che prevede diversi elementi: titolo e autori della ricerca, riassunto (abstract), introduzione, descrizione del metodo seguito, risultati raggiunti, conclusione e bibliografia di riferimento. Una volta realizzato, l’articolo viene proposto a una delle numerose riviste scientifiche specializzate nella disciplina. Le redazioni di queste riviste sottopongono gli articoli che ricevono ad altri scienziati specializzati nello stesso campo, che leggono l’articolo e valutano il livello e l’accuratezza del lavoro descritto per decidere se pubblicarlo o meno. 1. Un poster presentato a un convegno di biologia marina illustra sinteticamente i risultati ottenuti dagli autori in uno studio dedicato al comportamento sociale del grande squalo bianco. 27 •A_U02@017-030#bz3 21-06-2010 12:10 SEZIONE A Pagina 28 Introduzione alla biologia T FLIP*I In Sintesi 1. Uno sguardo nuovo sul mondo: l’invenzione del microscopio. L’invenzione del microscopio avvenuta nel corso del Seicento a opera di Anton von Leeuvenhoek mise a disposizione dei naturalisti uno strumento di enorme importanza per lo studio delle strutture biologiche. ➤ Contemporaneamente, il medico inglese William Harvey, con l’apporto successivo di Marcello Malpighi, descrisse in modo corretto e compiuto il meccanismo della circolazione sanguigna, inaugurando di fatto lo studio della fisiologia. ➤ Pochi anni più tardi Robert Hooke distinse al microscopio le prime cellule, pur senza rendersi conto dell’importanza dell’osservazione. Dovettero trascorrere poco meno di 200 anni perché Schleiden, Schwann e infine Virchow dettassero i principi della moderna teoria cellulare. 2. La classificazione della vita La diffusione degli studi naturalistici aveva portato a un enorme aumento delle specie animali e vegetali conosciute: la loro classificazione fu introdotta nel 1758 da Carlo Linneo. In essa egli inaugurò l’uso di categorie sistematiche a scrittura binomiale in cui ciascun organismo è indicato in modo univoco dal nome del genere seguito da quello della specie di appartenenza, entrambi scritti in corsivo e in latino. ➤ Nel frattempo cominciava ad affacciarsi l’idea che le specie viventi mutano nel tempo: tale concetto fu introdotto da Georges Leclerc conte di Buffon, mentre Hutton, Cuvier e Lyell, naturalisti e geologi, dimostrarono che la Terra era molto più vecchia di quanto non affermasse il testo biblico. 3. L’evoluzione biologica La teoria dell’evoluzione trovò la sua prima compiuta sistemazione attraverso l’opera di Charles Darwin, che nel 1859 pubblicò il libro più importante della biologia moderna: Sull’origine delle specie per mezzo della selezione naturale. Cento anni dopo, il genetista Theodosius Dobzhansky affermava che “nulla ha senso in biologia al di fuori della teoria dell’evoluzione”. 28 4. La genetica e lo sviluppo della biologia molecolare Nel 1869 Friedrich Miescher scoprì nel nucleo delle cellule una sostanza che in seguito fu identificata con il DNA: negli stessi anni Gregor Mendel inagurava la genetica pubblicando i risultati ottenuti facendo incrociare piantine di pisello diverse per alcuni caratteri e definendo le leggi che consentivano di prevedere i risultati degli incroci. Il lavoro di Mendel fu riscoperto all’inizio del Novecento dal botanico Hugo de Vries. ➤ Nel 1914 Thomas H. Morgan dimostrò sperimentalmente che i depositari fisici dell’informazione ereditaria sono i cromosomi. Studi successivi si occuparono sempre più in dettaglio della struttura dei cromosomi, avviando quella che si sarebbe poi chiamata biologia molecolare. ➤ Tra gli anni ’30 e gli anni ‘60 del Novecento fu avviata una autentica rivoluzione nello studio e nella comprensione dei meccanismi molecolari dell’eredità: nel 1944 Avery, McLeod e McCarty dimostrarono che la molecola erditaria era il DNA. Nel 1952 Rosalind Franklin ottenne la prima immagine della molecola di DNA e l’anno successivo Watson e Crick decifrarono la sua struttura a doppia elica. Infine nel 1961 Niremberg e Matthaei decifrarono il codice genetico. Da allora i progressi della biologia molecolare portarono alla manipolazione del materiale erditario, oggi conosciuta come ingegneria genetica. 5. Oltre Darwin La genetica e la biologia molecolare hanno dato un contributo determinante alla definitiva affermazione della teoria dell’evoluzione, confermando in gran parte l’edificio teorico proposto da Charles Darwin. Nel 1972 Eldredge e Gould elaborarono, sempre all’interno della teoria darwiniana, una nuova teoria della speciazione, basata sugli equilibri punteggiati: la creazione di nuove specie avverrebbe per processi rapidi seguiti da lunghi periodi di stasi. Il dibattito, tuttavia, è ancora aperto. 21-06-2010 12:10 Pagina 29 CAPITOLO 2 Le tappe fondamentali della biologia moderna 1. Uno sguardo nuovo sul mondo: l’invenzione del microscopio 2. La classificazione della vita Completa ogni frase con il termine esatto Rispondi alle seguenti domande Vero o falso? 11. Il potere di risoluzione di un microscopio è relativo alla sua capacità di misurare il diametro di un punto. 12. Il potere di risoluzione del microscopio elettronico giunge fino a 0,00001 mm. 13. I primi costruttori di microscopi nel corso del XVII secolo furono i fratelli olandesi Janssen. 14. L’opera più famosa di Andrea Vesalio si intitola De anatomia humani corporis. 15. La disciplina inaugurata dagli studi sulla circolazione sanguigna eseguiti da William Harvey fu l’anatomia. 16. Gli studi di Harvey portarono alla conclusione che il sistema circolatorio dell’uomo è un sistema aperto. 17. L’opera che rese famoso Robert Hooke si intitola Micrographia. 18. La scoperta della cellula è dovuta a Matthias J. Schleiden. 19. Uno dei problemi principali nella storia della biologia è stato quello di imparare a ……………… gli organismi viventi collocandoli in diverse ……………… sistematiche. 20. Lo sviluppo del primo sistema di classificazione moderno basato su ……………….. e differenze tra gli organismi viventi, si deve al naturalista svedese ……………. . 21. Questo tipo di classificazione, detta ……………….. è quella a cui si fa riferimento ancora oggi. 22. L’opera del naturalista francese Georges Louis Leclerc, conte di ………….. evidenziò la presenza di organi ……………. . 23. James Hutton, osservando l’azione degli agenti atmosferici sulle …………. , affermò che quelle stesse forze ………….. avevano plasmato l’aspetto della Terra. 24. Georges Cuvier allargò le osservazioni biologiche al lontano passato, gettando così le basi della moderna ………………… . 3. L’evoluzione biologica Leggi e rifletti 25. La pubblicazione dell’opera di Darwin consentiva di dare una spiegazione razionale all’enorme mole di dati e osservazioni che arrivavano da discipline diverse, dando alla biologia l’autorevolezza di una scienza organizzata con un proprio impianto teorico. Per ciò che avete appreso finora, quali tra le discipline citate vi sembra decisiva nell’aver dato a Darwin gli strumenti utilizzati per elaborare la prospettiva temporale necessaria allo svolgersi dei processi evolutivi? TTES INT ATTIVI ER 1. Chi fu l’inventore del microscopio? Qual era il suo vero mestiere? Conoscendo il suo mestiere, quale poteva essere il legame con la necessità di avere a disposizione uno strumento che gli consentisse di ingrandire di molte volte un oggetto di piccole dimensioni? 2. Come si definisce il potere di risoluzione di un microscopio? 3. Quali organismi furono osservati per la prima volta utilizzando un microscopio? 4. Quale disciplina fu inconsapevolemtene creata dalle prime osservazioni al microscopio? 5. Di che nazionalità era Andrea Vesalio? L’accuratezza dei suoi disegni anatomici si basava sul ripristino di una pratica che riguardava i cadaveri. Quali? 6. Marcello Malpighi è conosciuto soprattutto per aver dimostrato l’esistenza di strutture renali che portano il suo nome (i corpuscoli): ma a quale teoria diede definitiva dimostrazione di validità? 7. Quanto tempo dovette passare prima che le osservazioni di Robert Hooke portassero al consolidamento della teoria cellulare della materia vivente? Chi completò poi la visione cellulare della vita affermando che “ogni cellula deriva da una cellula”? 8. Come si chiama la disciplina che si occupa dello studio sistematico della cellula? 9. Con quale metodo fu possibile osservare per la prima volta al microscopio la mitosi, ovvero il processo della divisione cellulare? 10. Quali importanti strutture cellulari furono osservate al microscopio nella seconda metà dell’Ottocento? Citane almeno due. Verifiche di fine capitolo •A_U02@017-030#bz3 4. La genetica e lo sviluppo della biologia molecolare V F V F V F V F Rifletti e spiega 26. Sulla base delle informazioni apprese, cerca di delineare lo sviluppo della genetica parallelamente a quello della biologia molecolare e di spiegare le ragioni del progressivo avvicinamento e sovrapposizione delle due discipline 5. Oltre Darwin V F Rispondi alle seguenti domande V F V F V F 27. Su quale concetto fondamentale si basa la teoria sintetica dell’evoluzione o neodarwinismo? 28. Che cosa si intende per equilibri punteggiati? Chi furono i promotori di questa variante dell’evoluzionismo classico? 29 •A_U02@017-030#bz3 21-06-2010 12:10 Pagina 30 I punti caldi SEZIONE A Introduzione alla biologia 1. Osserva e spiega Le figure mostrano due organismi. Di che cosa si tratta? Spiega qual è stato il ruolo dei due organismi nella storia della biologia moderna. uno spazio vuoto e che si raccogliesse di nuovo all’aprirsi di un vaso nella struttura delle pareti. Mi dava motivo di credere ciò il movimento del sangue tortuoso e diffuso in direzioni diverse, nonché il suo riunirsi in una parte precisa. Ma il mio convincimento fu messo in crisi dal polmone essiccato di una rana il quale per caso aveva mantenuto il suo rosso sanguigno nei più piccoli vasi, come poi si scoprì. Infatti, a quel punto, con una lente più perfetta, mi comparvero alla vista dei piccoli vasi concatenati; e l’espansione di questi vasellini che promanano di qua e di là dalla vena o dall’arteria è così grande che i rami non sono più ordinati, ma configurano una rete intrecciata che sembra prodotta dai due vasi maggiori (l’arteria e la vena) ... 2. Abbina a ciascuna delle seguenti teorie o scoperte della biologia i nomi degli scienziati che ne furono autori a. Struttura a doppia elica del DNA b. Teoria dell’evoluzione per selezione naturale c. Prime osservazioni di cellule d. Meccanismo della circolazione sanguigna umana e. Leggi dell’ereditarietà dei caratteri genetici f. Teoria cromosomica dell’ereditarietà g. Teoria “un gene-un enzima” h. Teoria cellulare i. Teoria degli equilibri punteggiati j. Sistema di classificazione dei viventi 1. 2. 3. William Harvey Carlo Linneo Mathias Schleiden,Theodor Schwann, Rudolf Virchow 4. Thomas H. Morgan 5. Niles Eldredge, Stephen Jay Gould 6. James Watson, Francis Crick 7. Robert Hooke 8. George Beadle, Edward Tatum 9. Charles Darwin 10. Gregor Mendel 3. Interpreta il brano di Malpighi Leggi con attenzione questo brano, tratto da Seconda lettera sui polmoni a Giovanni Alfonso Borelli scritta nel 1661 da Marcello Malpighi. “La potenza dell’occhio non poteva espandersi di più nell’osservare un animale sezionato. Per questo avevo creduto che la massa sanguigna sfociasse in 30 Di qui risultò chiaro che il sangue scorre distribuito in vasi tortuosi, e non si versa in uno spazio aperto, ma si muove sempre all’interno di piccoli tubi …”. a) Individua, tra queste affermazioni, l’unica che esprima correttamente il pensiero dell’autore: • Il sangue dalle arterie sfocia in spazi vuoti, dai quali poi si raccoglie nuovamente nelle vene • Uno scienziato non deve mai mettere in discussione le sue convinzioni • Il sangue scorre sempre dentro tubi chiusi, senza mai riversarsi in spazi aperti tra gli organi • Esaminando le viscere degli animali, giungiamo alla verità b) Nel brano, Malpighi descrive la sua scoperta di un’importante struttura anatomica: quale? c) Per quale principale ragione tale struttura anatomica non fu scoperta prima del XVII secolo? d) Dagli eventi descritti in questo brano emergono alcune doti fondamentali per uno scienziato: sapresti individuarle?