Ó. Maradiaga, Senza etica niente sviluppo
Editrice Missionaria Italiana
È un preciso atto d'accusa contro la «dura realtà del mercato-casinò e del capitalismo
senza regole» quello che il cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo
di Tegucigalpa e presidente della Commissione degli 8 cardinali per la riforma della
Curia vaticana istituita da papa Francesco, compie nel suo nuovo libro "Senza etica
niente sviluppo" (Editrice Missionaria Italiana, introduzione di Stefano Zamagni).
Maradiaga, che da anni riveste anche la carica di presidente di Caritas Internationalis,
compie un'articolata disamina della situazione economica attuale, caratterizzata da una
crisi finanziaria che affonda le sue radici in una smodata ricerca del profitto e in un
distacco dalla produzione di beni e servizi concreti. Purtroppo, segnala il porporato
salesiano, oggi «è normale scommettere sui titoli e sull'andamento dei mercati al solo
scopo di ottenere un profitto slegato dall'economia reale».
Secondo Maradiaga, la crisi globale scoppiata nel 2008, evento che rappresenta a suo
giudizio il volto “ buio” della globalizzazione, ha connotati così negativi che si può
scomodare il paragone tra essa e i regimi comunisti e il Terzo Reich: «Come il
comunismo e il nazionalsocialismo, ogni sistema di organizzazione del mondo che
sacrifichi la realtà dell'esistenza umana a un'ideologia cieca è da condannare. La
globalizzazione ha creato la percezione che le possibilità di consumo e di godimento
siano illimitate». Tanto più che oggi «è dimostrato che le morti per fame superano
quelle causate dalle mitragliatrici e dai campi di concentramento vecchia maniera
(nazisti o sovietici) o moderna (come i campi di “ accoglienza” per i migranti), o dai
ghetti per le minoranze».
Cosa fare allora per costruire un futuro positivo con gli strumenti dell'economia
globale? Secondo il consigliere di papa Francesco, un vero sviluppo deve prevedere la
crescita di tre fattori: «Il mantenimento della vita, la stima e la libertà», sia a livello
individuale che sociale. Più precisamente, è la via “ etica” quella che Maradiaga
chiede all'economia attuale di percorrere, non per un semplice intendimento
moralistico bensì per la salvaguardia dei suoi stessi interessi: «L'etico non è esterno ai
problemi di ordine economico. Si tratta di una dimensione costitutiva, intrinseca alla
definizione integrale di qualsiasi problema umano».
Di qui l'interrogativo centrale che ogni uomo di economia deve farsi: «Che posto
occupa l'essere umano nelle forme attuali della globalizzazione? Questa è la domanda
fondamentale». Un esempio concreto? Maradiaga elogia quegli imprenditori che non
delocalizzano le loro imprese: «Certamente l'imprenditore sta facendo politica nel
senso buono della parola quando aiuta la patria rimanendo nel paese per continuare a
produrre impiego, a investire e a costruire nella concretezza del momento presente».
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