MODULO <<LA TERRA NELLO SPAZIO>> Concetti organizzatori: materia, energia, struttura, sistema, ciclo, modello, interazione….. Prerequisiti: evidenziano le conoscenze e le competenze propedeutiche, necessarie per lo studio dell’Unità. A) B) C) D) E) legge scientifica il significato del termine atmosfera eseguire semplici calcoli matematici usando le proporzioni, le frazioni avere un’idea di proiezione i concetti di forza, energia e velocità. A. B. C. D. E. F. G. H. I. L. M. N. O. P. Obiettivi Esporre le conoscenze sull’origine dell’universo Definire l’oggetto di studio dell’astronomia e i vari corpi celesti Descrivere le caratteristiche delle stelle, la loro classificazione e la loro evoluzione Ripetere la classificazione delle galassie secondo Hubble Indicare e definire i componenti del sistema solare Descrivere composizione, struttura e movimenti del sole Illustrare e confrontare le unità di misura siderali Enunciare e spiegare le leggi della meccanica celeste Descrivere le caratteristiche del pianeta Terra, i principali moti terrestri e argomentare le loro conseguenze Spiegare e utilizzare il reticolato geografico Discutere le caratteristiche lunari, i movimenti e le loro conseguenze Illustrare i principali tipi di rappresentazione cartografica Leggere ed interpretare le carte geografiche Localizzare un punto sulla Terra e costruire profili altimetrici e grafici. DSTV: Articolazione del modulo U Ore 4 Unniittàà ddiiddaattttiiccaa nn°°11:: iill ccoossm moo ee llee ggaallaassssiiee Contenuti: Definizione di Cosmo e dei vari corpi celesti Cosmogonia antica e contemporanea La forma sferica nell’universo, forze ed energia nell’universo Le galassie e la loro classificazione Le stelle: parametri fondamentali, classificazione, diagramma H-R, evoluzione Strumenti astronomici Distanze delle stelle: metodi di misura Movimenti e nomi delle stelle Ammassi e costellazioni. Unità didattica n°2: il sistema solare Contenuti: Origine del sistema solare Componenti del sistema solare La stella Sole: composizione, struttura e movimenti I pianeti e le lune del sistema solare Gli altri corpi del sistema Le leggi della meccanica celeste: aspetto cinematico e dinamico Le unità di misura in campo astronomico. Ore 4 Unità didattica n°3: Geodesia (forma, dimensioni e moti della Terra) Ore 8 Contenuti: La forma e le dimensioni della Terra, secondo i metodi geodetici antichi (Eratostene, Posidonio) e moderni (triangolazioni, trilaterazioni, aerofotogrammetria, telerilevamento) Il reticolato geografico e le coordinate (polari e geografiche) prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 1 I movimenti della Terra: definizioni, senso, durata, caratteristiche, prove e conseguenze Unità didattica n° 4: La Luna e i suoi movimenti Contenuti: - Generalità e origine - Funzioni della luna per la Terra - Movimenti e conseguenze - Le maree. Unità didattica n° 5: La rappresentazione della superficie terrestre Contenuti: - Definizione di carta geografica e caratteristiche - Classificazione delle carte: criteri e requisiti di una carta - Scala, simboli e proiezioni - Costruzione e lettura di una carta, il sistema UTM; - La carta fondamentale d’Italia e le rappresentazioni grafiche. Ore 3-4 Ore 5-7 UD: IL COSMO E LE GALASSIE Articolazione dei contenuti: → → → → → → → la struttura dell’universo e le teorie cosmologiche relative alla sua probabile origine ed evoluzione struttura e classificazione delle galassie le costellazioni le caratteristiche delle stelle e la loro classificazione nomi delle stelle, metodi per misurare le distanze e determinare il movimento delle stelle l’evoluzione stellare e il diagramma H-R. mezzi e strumenti astronomici. OBIETTIVI – descrittori - L’alunno alla fine dell’unità deve essere in grado di: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. definire l’universo e i vari corpi celesti presentare il modello gerarchico di universo – galassie – sistemi stellari stella – pianeta - satellite …. discutere l’origine e il destino dell’universo nel quadro della moderna cosmologia spiegare che le stelle sono enormi fornaci a fusione nucleare e che l’universo è costituito da ampi spazi vuoti, popolati da stelle, riunite in galassie, dalla forza gravitazionale. descrivere la struttura e la classificazione delle galassie secondo Hubble categorizzare e illustrare le caratteristiche fondamentali delle stelle e la loro evoluzione attraverso il diagramma h-r indicare i mezzi informazionali per conoscere i corpi celesti e gli strumenti astronomici distinguere ed esporre le unità di misura siderali. L’astronomia studia il cosmo e i corpi celesti per mezzo della radiazione elettromagnetica, energia emessa dai corpi celesti sotto forma di fotoni o quanti d’energia alla velocità di 300.000 km/s. Essa si divide in: • cosmologia: studia il Cosmo e la sua evoluzione; • astrofisica: si occupa della natura dei corpi celesti; • geografia astronomica: ha per oggetto il pianeta Terra come corpo celeste, la sua forma, la sua rappresentazione cartografica, i suoi movimenti e le conseguenze. Per Universo s’intende tutto ciò che esiste, l’insieme dei corpi celesti, dello spazio in cui essi risiedono, della materia che li forma e dell’energia posseduta, intesa come potenzialità di compiere un lavoro. L’universo è un gran sistema che si può rappresentare secondo un modello gerarchico: universo galassie comete. sistemi stellari stella pianeta satellite prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” asteroidi meteoriti 2 COSMOGONIA ANTICA Parlava di creazione e fissismo: ipotesi creativista o fissista, poiché l’Universo sarebbe rimasto sempre immutato. COSMOGONIA MODERNA Le stelle nascono, producono energia ma poi muoiono in immani esplosioni. Le galassie si allontanano e l’Universo si espande. Due sono i modelli cosmologici attuali: 1. ipotesi del big bang (grande scoppio), universo evolutivo 2. ipotesi dell’Universo pulsante. La prima ipotesi si basa sul fatto che le galassie si allontanano reciprocamente con velocità tanto maggiore quanto più sono lontane (universo in espansione). All’inizio, l’universo era concentrato in una sfera densa, caldissima e con massa enorme. Cira 20 miliardi d’anni fa, si verificò una grandiosa esplosione che segnò l’inizio dell’UNIVERSO. L’espansione continuerebbe all’infinito e l’universo, perdendo energia a causa di tal espansione, infine cesserebbe di esistere. UNIVERSO PULSANTE Quest’ipotesi non contraddice la precedente, ma immagina che l’Universo vada incontro a numerosi cicli d’espansioni e contrazioni. Ogni ciclo inizierebbe con la materia addensata in un unico punto (uovo cosmico). Il Big Bang determinerebbe l’attimo della creazione. Le galassie,che si originano dalla condensazione e dal raffreddamento delle masse gassose, si allontanerebbero reciprocamente, lanciate come schegge di una enorme bomba. Dopo l’esplosione seguirebbe una nuova contrazione o Big Crunch che concentrerebbe la materia dell’universo in un nuovo “uovo cosmico”, secondo un ciclo di nascita, vita e morte. Le ultime scoperte fanno ritenere, forse, più plausibile l’ipotesi dell’Universo pulsante. Nell’universo l’energia si presenta sotto forme diverse: gravitazionale – cinetica – nucleare – chimica - luminosa – termica. Al culmine della scala dei valori sta l’energia gravitazionale, dovuta all’attrazione reciproca dei corpi celesti. La gravità è il cemento dell’universo. Le forze fondamentali, cioè primitive, irriducibili a qualsiasi altra, sono: 1. forza gravitazionale 2. elettrodebole (elettricità, reazioni chimiche) 3. nucleare. FORMA SFERICA La forma più diffusa nell’universo è quella sferica, perché: assicura la massima uniformità in tutte le direzioni; la forza fondamentale nell’universo è la forza gravitazionale, che si manifesta con la stessa intensità in tutte le direzioni e, quindi, produce oggetti sferici. Le stelle sono state radunate in costellazioni, cioè raggruppamenti di stelle unite idealmente da una linea immaginaria. Le costellazioni sono, quindi, solo apparenti e la loro forma e il loro aspetto prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 3 non dipendono dalla reale posizione nello spazio, ma soltanto da un effetto di prospettiva. Ciò perché gli antichi pensavano alle stelle come corpi fissi. Tra le costellazioni più importanti ricordiamo: l’Orsa Maggiore (7 stelle, di cui 3 formano la coda e 4 il gran carro), l’Orsa Minore di cui fa parte la stella Polare le 12 costellazioni dello Zodiaco che rappresentano il cammino apparente del Sole durante l’anno. Per costellazione si intende, quindi, un raggruppamento di stelle, costante nel tempo ma la cui posizione in cielo varia con le stagioni. LE GALASSIE (gala = latte) Le stelle non sono distribuite in modo uniforme, ma a gruppi. La forza gravitazionale, infatti, che è di tipo attrattivo, le riunisce in grandi strutture dette galassie. Ogni galassia contiene circa 100 miliardi di stelle, con enormi spazi tra di loro. La nostra galassia è chiamata via Lattea perché appare nelle notti buie come una striscia chiara (come il latte). Essa è formata da decine di miliardi di stelle, nebulose di gas e polveri. E’ a spirale. L’universo è fatto forse da 100 miliardi di galassie. La galassia (= latteo) è un enorme vortice di stelle, gas e polvere cosmica. Sono formate da un nucleo galattico dove si trovano le stelle più vecchie, e da un disco contenenti bracci dove si trovano le stelle più giovani. La forma delle galassie dipende dal moto degli astri, più densi nel nucleo, che si presenta più sottile verso l’esterno a causa della dispersione degli astri. CLASSIFICAZIONE DI HUBBLE (1926) Secondo la legge di Hubble, le galassie si allontanano reciprocamente con la velocità proporzionale alla loro distanza: V = H x R (legge di Hubble) dove H è la costante di proporzionalità di Hubble e permette di stimare l’età dell’universo, attualmente valutata intorno a 13 miliardi di anni, con una imprecisione di 5 miliardi in più o in meno. Per quanto riguarda la forma, le galassie vengono classificate normalmente in quattro grandi gruppi: 1. ellittiche: hanno aspetto sferico o ellissoidale. Sono indicate con E0-1-2-3-4-5-6-7 dove il numero indica il grado di ellitticità. Le stelle sono antiche. Es. E0 = sferica. 2. a spirale, con aspetto a disco, con nucleo e bracci. Simbolo Sa–b–c dove le lettere a-b-c indicano il rapporto tra le dimensioni del nucleo e dei bracci (a-b-c = Nucleo/Bracci). 3. 4. a spirale barrata con nucleo attraversato da una barra luminosa e con bracci a spirale all’estremità. SBa, SBb, SBc. (a-b-c = dimensioni nucleo/dimensioni bracci); Galassie irregolari (Irr), con aspetto apparentemente caotico a causa dell’interazione gravitazionale con altre galassie o ad effetti violenti avvenuti all’interno della galassia. Le stelle sono relativamente giovani. Senza una forma chiaramente definibile. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 4 sequenza di Hubble La nostra galassia è la Via Lattea, costituita da un enorme disco di 100.000 a.l. (anni luce) di diametro, spessore di 10.000 a.l., con un grande nucleo galattico centrale da cui si dipartono 4 – 5 bracci di spirale con elevata densità stellare. Il Sole si trova a 30.000 a.l. dal centro, nel braccio di Orione. In base agli studi più recenti pare che la Galassia sia, da un punto di vista strettamente morfologico, una galassia spirale barrata, ovvero una galassia composta da un nucleo attraversato da una struttura a forma di barra dalla quale si dipartono i bracci di spirale. Le Galassie più numerose sono a spirale normale. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 5 LE STELLE Sono corpi celesti dotati di luce propria a causa delle reazioni nucleari, per cui producono energia e sono gli oggetti più evidenti dell’universo. Ad occhio nudo sulla volta celeste sono visibili circa 6000 stelle. LUMINOSITA’ DELLE STELLE Le principali informazioni che riceviamo dalle stelle provengono dalle loro radiazioni. La quantità di energia emessa nell’unità di tempo da una stella è detta “luminosità assoluta” (L). In astronomia la luminosità si misura con la scala delle magnitudini, distinguendo tra magnitudine relativa (m) e assoluta (M). La magnitudine relativa o apparente (m) misura la luminosità relativa (l), cioè quella che si può percepire dalla Terra. E’ una scala inversa. La magnitudine relativa permette di misurare l’energia che dalla stella giunge a noi, ma non ci offre informazioni sulla quantità di energia emessa (luminosità assoluta) perché non tiene conto della sua distanza. Essa dipende dalla luminosità assoluta (L) e dalla distanza, cioè: l = k x L / d2 1. Riguardo a questo parametro le stelle sono state divise in sei classi in base alla loro magnitudine, percettibili ad occhio nudo; 2. Con l’introduzione del telescopio sono state catalogate in 23 ordini di magnitudine, secondo una scala inversa, nel senso che i valori 1÷6 esprimono grande luminosità apparente. Ogni grado di magnitudine vale 2,5. Pertanto, una stella m = 1 è 2,5 più luminosa di una stella con m = 2 e 100 volte più luminosa di m = 6 (2.55 = 100). Ad occhio nudo si osservano stelle fino a m = 6 con un binocolo si arriva ad m = 9 e con un telescopio si fotografano stelle fino a m = 23. 3. Infine, grazie ai radiotelescopi, sono state introdotte magnitudini negative per le stelle più brillanti. Il Sole, per es., ha una m = - 26.5 poiché la più vicina. Le stelle più lontane e più deboli hanno m = 23. La luminosità assoluta, indicata dalla magnitudine assoluta, dipende dalle dimensioni della stella e dalla quantità di energia emessa: L = K × S × T4 dove T = temperatura, energia emessa ed S = superficie emittente. In astronomia esiste una formula importante, detta formula di Pogson: M – m = 5 – log 5 x d Dove M = magnitudine assoluta, m = magnitudine relativa e d = distanza della stella. Conoscendo m e d si ottiene M, misura indiretta della effettiva energia emessa dalla stella. Inoltre, la formula serve per calcolare la distanza di una stella qualora si conoscano m ed M. Le stelle sono caratterizzate da: 1. Evoluzione chimica perché nel tempo si impoveriscono di elementi leggeri come H ed He e si arricchiscono di elementi pesanti come C e Fe; 2. Temporaneità in quanto destinate a spegnersi quando si esauriscono gli elementi leggeri e restano quelli pesanti che non fondono più. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 6 Le stelle piccole bruciano ad una bassa velocità e hanno vita lunga. Le stelle grandi bruciano più velocemente e vivono meno a lungo. - stelle di prima generazione: costituite da materiale originario. - stelle di seconda generazione (sole) costituite da materiale riciclato, derivante dall’esplosione di una precedente stella. CARATTERISTICHE DI UNA STELLA 1. 2. 3. 4. 5. Magnitudo Dimensioni, massa Costituzione chimica Temperatura Colore luminosità (apparente e assoluta) Interdipendenti. Il colore dipende dalla temperatura che dipende dalla costituzione chimica della stella. Il colore e la luminosità di una stella dipendono dalla sua massa. La massa di una stella è importante perché determina la velocità delle reazioni nucleari. Maggiore è la massa e maggiore è tale velocità, maggiore è l’energia emessa, ma minore è la durata di vita. L’energia emessa determina la temperatura superficiale della stella e, quindi, il suo colore. Maggiore è la temperatura esterna, più il colore va verso il blu, che ha una lunghezza d’onda minore degli altri colori, quindi trasporta più energia e, per generarlo occorre un’alta temperatura. Le stelle fredde appaiono rosse, quelle calde appaiono blu. Tenendo conto di questi elementi, le stelle sono state classificate in 7 gruppi principali o classi spettrali (vedi tabella). Ogni classe è poi divisa in 10 sottoclassi, da 0 a 9. CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE STELLE 1. magnitudine, luminosità, dimensioni; 2. colore, costituzione chimica, temperatura degli strati superficiali da cui proviene la radiazione che noi osserviamo. RELATIVA = 23 ordini fino a – 26,5 magnitudo ASSOLUTA Supernane, nane, giganti e superg. STELLE O = Blu = 35.000 K B = azzurre 20.000 K A = bianche 10.000 K F = giallastre Colore e temperatura G = gialle K = arancio M = rosse prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 7 CLASSE MASSA O B A F G K M 20 5 2 1,5 1 0.5 0,1 TEMPERATURA superficiale 35.000 K 20.000 K 10.000 K 7.200 K 6.000 K 4.500 K 3.500 K COLORE ESEMPI blu azzurro bianco giallastro giallo arancio rosso orione rigel – spica sirio procione sole aldebaran antares Conoscendo, quindi, la classe spettrale di una stella, si può avere un’idea delle sue caratteristiche fisiche fondamentali. Gli astronomi Hertzsprung e Russel indipendentemente, nel 1905 e nel 1911, ebbero l’idea di rappresentare in un grafico tutte le stelle conosciute. Il diagramma H-R ci fornisce una sorta di censimento anagrafico dello stato attuale delle stelle. IL DIAGRAMMA H-R ORGANIZZA LE STELLE IN BASE ALLA TEMPERATURA E ALLA MAGNITUDINE ASSOLUTA Nel diagramma H-R le stelle sono ordinate in base alla massa, alla temperatura superficiale (asse X) e alla luminosità o magnitudo (asse Y). Per la sua costruzione sulle ordinate si mette la luminosità o magnitudo assoluta (crescente dall’origine), sulle ascisse si mette la temperatura superficiale o colore o classe spettrale, con valori decrescenti dall’origine. Le stelle non si distribuiscono a caso, ma occupano zone preferenziali. La maggior parte si colloca su una fascia diagonale, a cui è stato dato il nome di sequenza principale, mentre altre occupano due zone: una, in alto a destra, corrispondente a temperature basse e alta luminosità (giganti rosse); l’altra, in basso a sinistra, corrispondente a temperature molto elevate e bassa luminosità (nane bianche). Il fatto che le stelle si trovino principalmente in queste tre zone è indizio che qui le condizioni fisiche sono le più stabili e, quindi, osservabili. Altrove le stelle rimangono così poco che è improbabile osservarle. Le stelle azzurre sono le più calde e luminose, con massa maggiore e si trovano in alto a sinistra nella sequenza principale. Le stelle gialle si trovano nella zona intermedia della diagonale, sia per dimensioni che per temperatura e luminosità. Le stelle rosse, più fredde, meno luminose, con massa minore e più vecchie, si trovano in basso a destra della sequenza principale. La ragione di tale distribuzione risiede nel fatto che le stelle vanno soggette ad una evoluzione che prevede un lungo periodo della loro vita stabile. Sul diagramma si possono seguire le vicende, la storia, l’evoluzione delle stelle e le loro caratteristiche. Per evoluzione o storia di una stella si intende l'intero ciclo vitale, dal momento in cui si forma fino alla sua esplosione finale. Dalla massa iniziale di una stella dipendono: la storia il destino finale o tipo di morte la forza dell’esplosione degli strati esterni. Per una stella media (classi G/F) la storia dura circa 10 miliardi di anni; per una stella grossa (classi O, B, A) dura meno; per una stella piccola (classi K, M) dura di più. NASCITA DI UNA STELLA Contrazione e riscaldamento di una nebulosa Le stelle si formano all’interno di una nebulosa (oggetto celeste a forma di nube) la cui contrazione avviene e prosegue per attrazione gravitazionale. Durante la contrazione, l’aumento della pressione fa riscaldare i gas nella parte centrale della nube, fino alla temperatura di 1.000.000 di gradi. Da questo momento si ha una nuova stella o protostella, non ancora visibile perché contornata dal resto del materiale periferico che cade verso il nucleo. Questa caduta di materiale prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 8 viene rallentata dalla pressione dell’energia prodotta dalla protostella, fino a bloccarla quando si raggiunge la temperatura di fusione dell’idrogeno in elio. Il materiale periferico viene soffiato via e la stella diventa visibile nella sequenza principale. VITA : le stelle sono stabili fino a quando hanno idrogeno nel nucleo Pertanto, la durata della vita di una stella dipende dalla velocità delle reazioni di fusione, quindi dalla temperatura di fusione. Una grande massa pesa di più sul nucleo della stella e vi esercita una maggiore pressione e comporta una maggiore temperatura: conseguenza è che le reazioni nucleari sono molto più veloci che in quelle stelle di massa piccola. Questo spiega perché il SOLE, stella di piccole dimensioni, sia nella sequenza principale da circa 5 miliardi di anni e vi debba rimanere per un tempo altrettanto lungo. Mentre le stelle molto grandi esauriscono il processo di fusione in un tempo inferiore al milione di anni. agonia: l’esaurimento dell’idrogeno produce una contrazione del nucleo Esaurito l’idrogeno all’interno del nucleo, dove c’è ormai solo elio, la produzione di energia cala sensibilmente e la forza gravitazionale prende il sopravvento facendo contrarre la stella. Questa contrazione provoca un aumento termico tale da far bruciare anche uno strato di idrogeno esterno al nucleo, con un doppio effetto sulla stella: a) gli strati esterni iniziano a dilatarsi e a raffreddarsi e la stella si sposta verso il ramo delle giganti rosse; b) il nucleo continua a contrarsi fino a 100 milioni di K, inizio della morte. La morte è caratterizzata da due fenomeni opposti: - la brusca contrazione del nucleo e la rapida espansione degli strati esterni. L’intensità di questi due fenomeni dipendono dalla massa iniziale della stella. Stabilità = equilibrio meccanico tra espansione (pressione dei gas, forza centrifuga) e contrazione (forza centripeta). Si ha collasso (crollo di una stella su se stessa) quando prevale la forza centripeta o gravitazionale; si ha espansione quando prevale la pressione dei gas, direttamente proporzionale alla temperatura. DIAGRAMMA HERTZSPRUNG - RUSSEL Temperatura superficiale K 35.000 K 20.000 K 10.000 K 7.200 K 6.000 K 4.700 K 3.300 K prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 9 EVOLUZIONE STELLARE: ciclo vitale o storia di una stella NEBULOSA DI GAS = nube di gas freddi e rarefatti ( H, He …) e polveri cosmiche. NUCLEO CALDO 1) PROTOSTELLA 2) STELLA A REGIME 3) STELLA VARIABILE nube di gas freddo e polvere che si contrae per forza gravitativa (riscaldamento per collasso gravitativo) Raggiunta la temperatura critica, si innescano le reazioni di fusione consumando idrogeno e producendo elio. È il più lungo periodo della vita di una stella, la maturità, la stabilità vissuta nella sequenza principale. Venuto meno parte dell’idrogeno, l’equilibrio tra forza gravitativa o centripeta ed energia prodotta, è precario, per cui la stella si espande e si contrae più volte (variabilità – gigante rossa) 1 S: la stella collassa e muore come nebulosa planetaria, nana bianca e poi nana nera (si raffredda). MORTE DELLA STELLA 1,5 – 4 S: contrazione - esplosione nova – stella a neutroni. 5 – 10 S: grande esplosione - super nova – buco nero (blak hole). 1) MORTE DI PICCOLE STELLE: IL NUCLEO SI RIDUCE A NANA BIANCA Stelle piccole come il Sole, non hanno la possibilità di raggiungere nel loro nucleo la temperatura necessaria per la fusione dell’elio (prodotto della combustione dell’H). Pertanto, gli strati esterni si espandono fino a staccarsi dal corpo centrale della stella ed originare una nebulosa planetaria. Al centro, invece, rimane un piccolo astro caldo a densità molto grande, cioè una nana bianca, grande quasi come la Terra, la quale non disponendo di fonti proprie di energia, col tempo tende a raffreddarsi, fino a diventare un corpo molto denso e scuro: una nana nera. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 10 2) MORTE DI STELLE GRANDI: IL NUCLEO SI RIDUCE A NEUTRONI Se la stella ha una massa iniziale almeno tre volte quella del Sole, diventa una gigante rossa con una temperatura di fusione dell’elio, formando il carbonio e il ferro se la temperatura aumenta ancora. Da questo momento la contrazione del nucleo è inarrestabile, la stella crolla per implosione (esplosione verso l’interno). Gli atomi perdono la loro struttura per lo schiacciamento totale, fino a che gli elettroni fondono con i protoni del nucleo, col risultato di avere solamente neutroni: avremo una stella a neutroni (stella molto piccola, dotata di una densità eccezionale). La temperatura arriva a 1 miliardo di gradi, portando alla fusione il ferro, fino all’uranio. Infine, si ha il fenomeno di una supernova: la stella espelle violentemente l’atmosfera, aumentando milioni di volte la sua luminosità. 3) MORTE DI STELLE MASSICCE: IL NUCLEO SI RIDUCE AD UN BUCO NERO Se la stella ha una massa iniziale notevolmente più grande di quella del Sole (5 –10 S), la morte della stella assume caratteri ancora più impressionanti. Gli strati esterni danno origine ad una supernova, mentre il piccolo e densissimo nucleo raggiunge densità inimmaginabili, da cui non può uscire niente, nemmeno la luce: diventa un buco nero, oggetto celeste solo ipotizzabile, puntiforme. Morta una stella, se ne forma un’altra, col risultato di riciclare il materiale stellare. Però, le nuove stelle saranno più ricche di elio e di elementi pesanti rispetto alle stelle della precedente generazione. GLI STRUMENTI ASTRONOMICI L’unico mezzo che abbiamo per esaminare i corpi celesti sono le onde elettromagnetiche. Gli strumenti astronomici che servono per rilevare e analizzare le onde cosmiche sono: astrolabi (antichi) teodoliti telescopi spettroscopi. DISTANZA DELLE STELLE: METODI DI MISURA 1. Metodo della parallasse stellare: si ragiona sul triangolo T1 – Stella – T2 avente come base il diametro dell’orbita terrestre e come vertice la stella. Di tale triangolo è nota la base e con la trigonometria si misurano gli angoli alla base ad intervalli di 6 mesi. E poi calcoliamo la distanza della stella. Questo metodo è utilizzabile solo per le stelle più vicine, fino a 300 a.l. Parallasse Distanza T1 T2 T2 prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 11 2. Metodo delle Cefeidi: le Cefeidi sono stelle variabili che mutano il loro splendore periodicamente. Una Cefeide che raggiunge il massimo splendore ogni 3 g emette meno energia di una che raggiunge il massimo splendore ogni 5 giorni. Osservando il periodo della variazione (3, 5, 10, 20 g), si può valutare l’energia emessa e da questa risalire alla distanza con la formula di Pogson (M –m = 5 – log5 d). Questo metodo è molto usato perché le Cefeidi sono frequenti e facilmente individuabili. 3. Metodo H-R: questo diagramma mette in relazione il colore di una stella con l’energia emessa. Osservato il colore, si può ricavare l’energia e, da questa, la distanza con la formula di Pogson. MOVIMENTI DELLE STELLE Le stelle si muovono di moto proprio. Tuttavia, la loro distanza è così grande che, nel breve, gli spostamenti risultano impercettibili. Il metodo più usato per studiare le variazioni della loro distanza da noi è quello del red shift e del blu shift. Gli spettri delle stelle presentano uno spostamento (shift) verso il rosso o verso il blu delle righe. Il red shift indica un allontanamento, il blu shift un avvicinamento. NOMI DELLE STELLE Esistono vari modi per chiamare le stelle: 1. Le più brillanti e facilmente individuabili hanno nomi propri antichi: Polare, Rigel, Sirio, Castore, Vega, Antares …. 2. Più spesso si usano le lettere dell’alfabeto greco: alfa, beta, gamma, delta…. seguite dal nome latino al genitivo della costellazione : alfa è più luminosa di beta, beta più luminosa di gamma……. Finite le lettere greche, si usano quelle romane e poi i numeri… 3. Altre volte le stelle si indicano con l’anno o con il nome dello scopritore o con il numero di catalogo di certi elenchi specializzati, redatti da astronomi. Es. M 15 = oggetto 15 del catalogo Messier. LE COORDINATE CELESTI EQUATORIALI per le STELLE 1. Declinazione (d) = distanza in gradi nord o sud tra l’equatore celeste e il punto da individuare. E’ la latitudine celeste. 2. Ascensione retta (ar): distanza in gradi o in ore tra il meridiano fondamentale o coluro equinoziale e il punto. E’ la longitudine celeste. Coluro o meridiano celeste fondamentale = è il meridiano che va dal polo nord celeste al polo sud celeste, passando per il punto gamma (degli equinozi). DEFINIZIONI 1. parsec = distanza di un punto dal quale un osservatore vedrebbe il semiasse maggiore dell’orbita terrestre, perpendicolarmente, sotto un angolo di 1”. 2. stelle = enormi masse di gas che emettono luce propria 3. nebulose = ammassi di fine materia e gas simili alla nebbia. Ci sono ammassi scuri (nebulose oscure), ammassi luminosi (nebulose di riflessione e di emissione). Le nebulose sono la fucina delle stelle. 4. collasso = contrazione su se stesso. 5. galassie = ammassi di stelle e nebulose. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 12 6. buco nero (blak hole): ha una forza di gravità talmente intensa da attirare una grande quantità di materia che precipita come in un buco senza fondo e da impedire alla luce di uscirne. Nelle galassie, la maggior parte delle stelle sono isolate o a sistemi di 2-3 stelle molto distanti. A volte si trovano ammassi stellari di decine, centinaia o milioni di stelle vicine, della stessa età e alla stessa distanza da noi. Gli ammassi stellari sono di due tipi: 1. ammassi aperti quando le stelle singole si possono distinguere (es. le Pleiadi nel Toro). Si tratta di stelle giovani, riciclate. 2. ammassi chiusi o globulari: quando le stelle singole non sono distinguibili. Si tratta di stelle vecchie, ai bordi della galassia, formate di materia primordiale. Anche le galassie sono disposte in gruppi o ammassi di galassie. La nostra galassia fa parte del Gruppo Locale, contenente una ventina di galassie. Per distinguere una stella di prima generazione da una di seconda generazione, si deve esaminare lo spettro di assorbimento. Se le righe dei metalli pesanti (Ca, Fe…) sono intense, vuol dire che tali metalli sono abbondanti sulle stelle ed erano già presenti nella nube proto stellare (stelle di 2a generazione). Se le righe dei metalli pesanti sono poco marcate, vuol dire che essi non sono abbondanti (stelle di 1a generazione). IL SISTEMA SOLARE PREREQUISITI: evidenziano le conoscenze e le competenze propedeutiche, necessarie per lo studio dell’Unità. Concetti di energia, materia, densità, velocità, forza……..sistema…. OBIETTIVI Discutere l’ipotesi più probabile dell’origine del sistema solare Rendersi conto che il Sole è una stella normale, come miliardi di altre Saper distinguere i componenti del sistema solare Inquadrare storicamente il modello geocentrico ed eliocentrico Riferire la composizione, la struttura e i movimenti del Sole Descrivere la fotosfera solare Elencare e descrivere i pianeti del sistema solare in ordine di distanza dal sole Distinguere tra cinematica e dinamica celeste Esporre le leggi di Keplero e trarre le conseguenze Scrivere e interpretare la legge di Newton Esporre le unità di misura in campo astronomico. ARTICOLAZIONE DEI CONTENUTI (DSTV): a) b) c) d) origine del sistema solare componenti del sistema solare la stella sole: composizione, struttura e movimenti i pianeti del sistema solare prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 13 e) Le lune del sistema solare f) Le unità di misura siderali g) le leggi della meccanica celeste. ORIGINE DEL SISTEMA SOLARE Circa 5 miliardi di anni fa, un’enorme nube interstellare di gas e polvere, in lenta rotazione, avrebbe cominciato a contrarsi per gravità, assumendo una forma a disco per una rotazione più veloce. In seguito si sarebbero differenziati: ♦ un centro denso, con il 90% della massa originaria ♦ una serie di anelli concentrici. Dai vari anelli per accezione si sarebbero formati i protopianeti, tra cui la prototerra, 500 volte più pesante e 2000 volte più grande dell’attuale Terra. La parte centrale originò il protosole, che contraendosi raggiunse la temperatura critica per le reazioni nucleari. Quindi, la Terra avrebbe cominciato a scaldarsi fino alla fusione. Circa 4,5 miliardi di anni fa, la terra era una massa incandescente: con il disperdersi del suo calore nello spazio, si raffreddò. IL SOLE: UNA STELLA COME TANTE ALTRE NELLA GALASSIA Distante circa 30.000 anni luce dal centro della Galassia, il Sole può essere considerato una stella anonima, di medie dimensioni. E’ medio piccola, gialla. IL SOLE Raggio di circa 700.000 km (109 volte quello della Terra) Volume = 1,3 milioni di volte la Terra Densità = ¼ della densità terrestre Accelerazione di gravità = 28 volte quella terrestre Temperatura superficiale = 5.800 K Temperatura interna = 15 milioni di gradi Distanza media dalla Terra = 149,6 milioni di km Periodo di rotazione equatoriale = 25 giorni, polare = circa 35 giorni Magnitudine assoluta = + 4,8 Magnitudine relativa = - 26,5 Classe spettrale = G2 Il sole ha un’età di 5 miliardi di anni e si calcola che il processo di fusione dell’idrogeno durerà per altri 5 miliardi di anni. Infatti, nel diagramma H-R la durata della fase nella sequenza principale di una stella con una massa solare, è valutata intorno ai 10 miliardi di anni. Le reazioni nucleari del sole comportano la fusione di 700.000.000 t di H/s che si trasformano in elio (He) con un difetto di massa di 4.000.000 t di materia che si trasforma in energia. La composizione chimica del Sole è la seguente: interna: 98% idrogeno ed elio allo stato di plasma (elettroni liberi e nuclei) + 2% elementi pesanti. esterna: 85% idrogeno; circa 15 % elio; circa 1% altri elementi pesanti. Il sole è una stella di seconda generazione, cioè di materiale riciclato. Della natura interna del Sole non abbiamo informazioni dirette e, pertanto, dobbiamo ricorrere a modelli teorici, elaborati in conformità a leggi fisiche. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 14 LA STRUTTURA DEL SOLE Uno di questi modelli sull’interno del Sole prevede l’esistenza di più gusci concentrici: - il nucleo = nocciolo (150.000 km) + zona radioattiva (400.000 km) - la zona convettiva = 130.000 km - la fotosfera = 100 km - l’atmosfera = strato invertente + cromosfera + corona (K, F, ionizzata). La fotosfera può essere considerata la superficie del Sole e si trova al limite superiore di quello convettivo. Il suo aspetto è granulare, come riflesso delle colonne ascendenti di gas caldi e luminosi e discendenti di gas freddi e più scuri. I granuli hanno un diametro di 200 - 1800 km ed aspetto circolare o poligonale. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 15 ATTIVITA’ DEL SOLE Sulla fotosfera ci sono le macchie solari, con una temperatura anche di 2000 gradi in meno, grandi 10.000 - 100.000 km. Sono il segno dell’attività solare e il loro numero e la loro posizione seguono un ciclo undecennale. Sono la più significativa espressione dell’attività solare. Facole = macchie luminose in superficie Brillamenti: scoppi improvvisi Protuberanze = getti di gas della cromosfera. L’atmosfera solare è distinta in due strati: la cromosfera e la corona. La cromosfera presenta protuberanze cioè eruzioni di gas oppure brillamenti cioè improvvisi lampi di luce. SOLE ZONA NUCLEO CONVETTIVA NOCCIOLO FOTOSFERA ATMOSFERA Strato invertente Cromosfera Corona solare ZONA RADIOATTIVA K F Ionizzata I MOVIMENTI DEL SOLE MOVIMENTI APPARENTI del SOLE DIURNO: da est ad ovest ANNUALE prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 16 MOVIMENTI REALI del SOLE ROTAZIONE intorno al proprio asse da ovest ad est; 25 giorni all'equatore; 34-38 giorni ai poli TRASLAZIONE verso la costellazione di Ercole RIVOLUZIONE insieme alle altre stelle della galassie intorno al centro galattico: 235 milioni di anni (anno galattico) prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 17 UNITA’ DI MISURA SIDERALI 1) unità astronomica o planetaria = U.A. = valida solo per il sistema solare e corrisponde alla distanza media Terra – Sole = 149.600.000 km. 2) anno luce = a.l. = 63.000 U.A. = 9.500 miliardi di km 3) parsec = P.C. = 206.000 U.A. = 3,26 a.l. E’ un acronimo di parallasse e secondo. Il parallasse è l’angolo di visuale di una stella da cui si vede sotto un angolo di 90° il semiasse maggiore dell’orbita terrestre. Quando il parallasse è 1” abbiamo il parsec. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 18 LA DISTANZA DEL SOLE Aristarco di Samo, attorno al 270 a.C.: 4,8 milioni di km Tolomeo: 8 milioni di km Copernico (1543) = 3 milioni di km Keplero (1618) = 22 milioni di km Cassini (1672) = 138,37 milioni di km Stati Uniti (anni sessanta) = 149.600.000 km. PIANETI DEL SISTEMA SOLARE analogie e differenze A) di carattere dinamico: diversa durata dei movimenti (meccanica celeste). B) di carattere chimico: i pianeti interni hanno più elementi pesanti e maggiore densità C) di carattere morfologico: i pianeti interni hanno una superficie solida, di tipo terrestre. I PRIMI QUATTRO PIANETI SONO SIMILI ALLA TERRA, INTERNI o di tipo terrestre: MERCURIO – VENERE – TERRA – MARTE 1) sono piccoli; 2) alta densità; 3) hanno rotazione non breve; 4) sono costituiti da metalli e rocce; 5) hanno pochi satelliti. I SUCCESSIVI QUATTRO SONO DETTI SOLARI O GIOVIANI O ESTERNI 1) sono tutti di grosse dimensioni; 2) bassa densità; 3) periodo di rotazione breve; 4) sono ricchi di idrogeno ed elio; 5) hanno molti satelliti. Modello geocentrico: proposto da Eudosso di Cnido, il modello si affermò grazie ad Aristotele e Tolomeo, da cui prese il nome di sistema Tolemaico. La terra era considerata immobile al centro dell’Universo. Modello eliocentrico o sistema copernicano: Il sole al centro dell’Universo. Si affermò grazie alle leggi di Keplero e di Newton e grazie a Galileo. I PIANETI DEL SISTEMA SOLARE pianeti interni o terrestri o inferiori Mercurio: privo di satelliti; è il pianeta più vicino al sole: dista 58.000.000 di km (0,39 u.a.). Temperatura: da + 400°C a – 170 °C, perché il sole resta sopra l’orizzonte per 88 giorni e la notte altrettanto. Senza atmosfera. Diametro = 4.880 km. Densità = 5,50 g/cm3. Rivoluzione = 88 giorni (0,241 anni); rotazione = 59 giorni. Massa = 0,056 rispetto alla Terra. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 19 Venere: senza satelliti; diametro = 12.100 km; densità= 5,25 g/cm3; Rivoluzione = 225 g (0,61 anni); Rotazione = 243 g; Temperatura = 480 °C; distanza media dal sole = 108.000.000 Km (0,72 u.a.); atmosfera densa con anidride carbonica (effetto serra). Massa = 0,814 rispetto alla terra. Marte: ultimo pianeta terrestre, il 4° del sistema solare. Densità = 3,96 g/cm3; diametro = 6840 km; rivoluzione = 687 g (1,88 anni); rotazione = circa 24 ore; distanza dal sole = 228 milioni di km (1,52 u.a.); due satelliti = Phobos e Deimos; pianeta rosso per la presenza di minerali rossi; atmosfera rarefatta; temperatura = circa –50 °C. Presenza di acqua sotto forma di ghiaccio nel sottosuolo. Massa = 0,108 Pianeti esterni o gioviani o solari Giove: il più grande pianeta del sistema, un sole mancato. Ha 68 satelliti tra cui Io, Ganimede, Callisto, Europa … Densità = 1,32 g/cm3; diametro circa 142.800 km; rivoluzione = 11,86 anni; rotazione = circa 10 ore; distanza dal sole = 779 milioni di km (5,20 u.a.); atmosfera striata con bande chiare (calde) e scure (fredde); ha una macchia rossa caratteristica; ha una struttura a zone concentriche a base di H, He, roccia e ghiaccio. Massa = 317,820 rispetto alla Terra. Saturno: come Giove, ha una densa atmosfera a fasce e bande colorate; la caratteristica più evidente è costituita dagli anelli, formati da roccia e ghiaccio. Ha 62 satelliti di cui Titano con 5.800 km di diametro è il più grande del sistema. Densità = 0,70 g/cm3; diametro = 120.000 km; rivoluzione = 29.46 anni; rotazione 10 ore e 38 minuti; atmosfera con CH4 e NH3; struttura a zone concentriche come Giove; distanza dal Sole = 1.428.000.000 km (9,54 u.a.); temperatura superficiale = - 180 °C. Massa = 95,110. Urano: diametro = 53.600 km; ha 27 lune, 10 anelli; distanza dal sole = 2.871.000.000 km (19,18 u.a.); costituzione = He + CH4 + H + NH3; struttura a zone concentriche; rotazione = 10 ore e 40 minuti; rivoluzione = 84 anni; densità = 1.32 g/cm3; asse rotazione adagiato sul piano orbitale; temperatura = - 214 °C. Massa = 14,540. E’ stato scoperto nel 1781. Nettuno: 5 anelli; temperatura = - 220 °C; diametro = 49.700 km; 13 satelliti; distanza dal sole = 4,5 miliardi di km (30 u.a.); composizione = elio + metano + ammoniaca + idrogeno. Densità = 1.64 g/cm3; rotazione = 15 ore 50’; rivoluzione = 165 anni; massa = 17,140. E’ stato scoperto nel 1846. pianeti esterni o gioviani o superiori prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 20 Pianeti nani 1. Plutone (pianeta nano): atmosfera assente; diametro 4000 km forse; distanza dal sole = 5.9 miliardi di km (39,44 u.a.); 5 satelliti tra cui Caronte; rotazione = 6g9h; rivoluzione = 248 anni; densità forse 2 g/cm3; temperatura superficiale = - 230 °C. E’ formato da roccia e ghiaccio. Massa = 0,002. E’ stato scoperto nel 1930. 2. Haumea (2004) con due satelliti 3. Eris con 1 satellite 4. Cerere (955 km) 5. Makemake. N.B: Il sistema solare comprende 180 lune classificate in 3 gruppi: quelle composte da roccia quelle fatte di ghiaccio quelle che prevedono una combinazione di roccia e ghiaccio. I satelliti più grandi sono: 1. Titano con un diametro di 5.800 km 2. Tritone con un diametro di 5.200 – 6.900 km 3. Ganimede 5.200-6.900 km 4. Luna con diametro di 3.476 km 5. Europa con un diametro di 3.130 km 6. Callisti, Io ……………….. Asteroidi = sono corpi rocciosi situati tra Marte e Giove. Sono 40-50.000. Es: Pallade, Vesta, Giunone, Apollo ……… Comete = grossi ammassi di gas (CO2, NH3) e vapori congelati, con frammenti di roccia + composti metallici, con qualche decina di km di diametro. Si muovono lungo traiettorie allungate ellittiche. Hanno una testa (=nucleo + chioma o mantello di ghiaccio) e una coda. Meteoroidi, distinti in meteore e meteroriti = corpi solidi più grandi. Possono essere distinti in sideriti (metalli), aeroliti (roccia, silicati) e sideroliti (roccia + metalli). LEGGE DI TITIUS – BODE Permette di conoscere, con buona approssimazione, la distanza “pianeti-sole”. Si scrivono numeri in progressione che, a partire dal secondo, siano doppi del precedente: 0 – 3 – 6 – 12 – 24 – 48 – 96 – 192 -…………. A ciascuno si aggiunge 4: 4 – 7 – 10 – 16 – 28 – 52 – 100 – 196 ……… si divide ciascuna cifra per 10: 0.4 – 0.7 – 1,0 – 1,6 – 2,8 – 5,2 – 10,0 – 19,6 ……… Mercurio Venere Terra Marte Pianetini Giove Saturno Urano…………….. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 21 LA GEODESIA (nata nel '600) Forma e dimensioni e moti della Terra Contenuti: La forma della Terra e le dimensioni, secondo i metodi geodetici antichi (Eratostene, Posidonio) e moderni (triangolazioni, trilaterazioni, aerofotogrammetria, telerilevamento) Il reticolato geografico e le coordinate (polari e geografiche) I movimenti della Terra: definizioni, senso, durata, prove e conseguenze. Obiettivi in termini di conoscenze e competenze Obiettivi formativi: Comprendere che la scienza possiede una intrinseca tendenza alla quantizzazione Capire che i fenomeni naturali possono venire descritti con buona approssimazione mediante grafici, carte e modelli. Obiettivi metodologici: Impostare dal punto di vista storico il problema della forma e delle dimensioni della Terra Esporre le osservazioni e le misure che hanno costretto gli studiosi a mutare nel tempo le loro teorie circa la forma della Terra Spiegare vantaggi e limiti dell’assumere l’ellissoide come modello di riferimento per la forma della Terra. Obiettivi gnoseologici: Possedere il concetto di proporzionalità e riduzione in scala Costruire e leggere un grafico Discutere il problema della forma della terra Elencare le principali dimensioni della terra Definire ed elencare i vari tipi di orizzonte Definire e distinguere geoide ed ellissoide Discutere il metodo geodetico di Eratostene e Posidonio Esporre il metodo della triangolazione e dell’aerofotogrammetria Definire e spiegare l’orientamento terrestre, le coordinate geografiche e le carte… Obiettivi operativi: Eseguire esercizi con le potenze e le proporzioni Costruire e leggere grafici vari, semplici piante e mappe, carte geografiche….. STRUMENTI MATEMATICI Le potenze La proporzionalità: si intende l’uguaglianza di rapporti “1 : 2 = 2 : 4 = 3 : 6“. In questo caso il fattore di proporzionalità o ragione è 2. E’ un’espressione matematica che permette di calcolare il 4° proporzionale conoscendone tre. Viene usata sia per i grafici sia le carte geografiche. Le scale: applicano le proporzionalità e le potenze. Esistono scale numeriche e grafiche. La forma e le dimensioni della Terra: carta di identità della Terra La scienza moderna che studia la forma e i metodi di misurazione della Terra si chiama geodesia. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 22 IDEA GUIDA La forma più diffusa nell’Universo è quella sferica, perché assicura il massimo di uniformità in tutte le direzioni: infatti i raggi di una sfera sono tutti uguali. Ciò è in accordo con il fatto che la forza fondamentale dell’Universo è la forza gravitazionale che si manifesta con la medesima intensità in tutte le direzioni e, quindi, produce oggetti sferici. L’idea che la Terra sia sferica è molto antica. Già Pitagora l’aveva proposta nel 5° secolo a.C., come esigenza di armonia e di perfezione (ragione teorica o deduttiva). Aristotele propose anche una serie di osservazioni empiriche o induttive. La Terra non è perfettamente sferica, ma ha una forma irregolare, bitorzoluta. Essa è come un’arancia con un po’ di gobbe. Probabilmente esse sono dovute al fatto che la Terra non è omogenea, cioè in essa le masse non hanno una distribuzione uniforme. Pertanto, la gravità (proporzionale alle masse) stiracchia il globo terrestre deformandolo. La deformazione più importante è lo schiacciamento polare. Prove della sfericità terrestre 1. 2. 3. 4. 5. l’ombra circolare proiettata sulla Luna nelle eclissi di Luna; l’altezza della stella Polare, che aumenta andando verso Nord; i viaggi di circumnavigazione del globo; le foto ottenute dalle navicelle spaziali; la circolarità dell’orizzonte. Concetto di orizzonte Per orizzonte si intende il confine tra cielo e Terra. Bisogna distinguere diversi tipi di orizzonte: 1. orizzonte apparente: tangente alla sfera terrestre passante per il piede della perpendicolare condotta dall’osservatore alla superficie; 2. orizzonte visivo o sensibile: linea circolare che comprende la superficie osservabile. Il raggio dell’orizzonte visivo (R) aumenta con l’altezza dell’osservatore (H): R = H (2r + H ) dove r = raggio terrestre. Esso dipende dalla quota dalla quale si osserva. 3. orizzonte astronomico: piano parallelo all’orizzonte apparente passante per il centro della Terra. La forma sferica non è un fatto casuale. Infatti, nel caso di un corpo celeste superiore a certe dimensioni, la forza di gravità prevale sui legami chimici molecolari. Si creano dei tiranti gravitazionali che agiscono radialmente facendo assumere una forma sferica … Nei corpi di dimensioni minori l’effetto dei legami chimici non viene superato da quello dell’attrazione gravitazionale. Di conseguenza il grumo di materia si accresce in modo casuale e finisce per mantenere una forma irregolare. La forma del nostro pianeta, però, come già riferito, non è quella di una sfera perfetta, ma irregolare (sferoide), e non è esprimibile con le formule della geometria solida. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 23 La terra è dotata di rotazione e tale moto ha contribuito a modificare la forma terrestre, che si presenta schiacciata ai poli e rigonfia all’equatore; L’intensità della gravità terrestre varia nei diversi punti: è maggiore ai poli che all’equatore; La lunghezza sul meridiano di un grado di latitudine è maggiore al polo che all’equatore. La deformazione più importante è lo schiacciamento polare. Per la geodesia è necessario razionalizzare la forma della Terra, cercando di minimizzare le irregolarità e attribuire alla Terra una forma che sia trattabile con le regole della matematica e della geometria. Ciò venne fatto introducendo due concetti: 1. Il geoide (geo = terra; eidos = somiglianza): poiché la forma della Terra non è assimilabile a nessun solido geometrico, ma è bitorzoluta si è introdotto tale concetto. Esso è un solido ideale, la cui superficie in ogni punto è perpendicolare al filo a piombo e passante per il livello medio del mare (quota zero). La superficie del geoide, però, anche se più vicino alla forma reale della Terra rispetto all’ellissoide, è difficile da individuare e non è esprimibile con un algoritmo, cioè con una formula matematica. Il concetto di geoide è legato alla perpendicolarità del luogo. 2. Ellissoide di rotazione: solido ideale la cui superficie è generata da un’ellisse che ruota attorno al suo asse minore. Dato che la deformazione terrestre maggiore è lo schiacciamento polare, questa figura è abbastanza prossima alla forma reale della Terra ed è esprimibile matematicamente e, pertanto, viene usata per i calcoli di geodesia e per costruire le carte geografiche. E’ legato alle medie delle misure terrestri. Ma per costruire l’ellissoide terrestre occorrono le misure di due assi (maggiore e minore) e stabilire le medie. A causa delle piccole irregolarità nell’andamento della gravità, la superficie dell’ellissoide risulta più elevata, rispetto al geoide, presso gli oceani, più depressa presso i continenti. Si tratta di scostamenti,molto limitati, massimo 120 metri. Siccome, però, il geoide è un solido irregolare, i geodeti fanno riferimento all’ellissoide, per definire le dimensioni della terra. Gli ellissoidi di rotazione più importanti proposti restano due: L’ellissoide internazionale, determinato mediante misure a terra, adottato nel 1924. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 24 L’ellissoide astrogeodetico determinato nel 1968 mediante satelliti artificiali. DIMENSIONE Raggio equatoriale (a) Raggio polare (b) Raggio medio Lunghezza equatore Lunghezza meridiano Schiacciamento polare (a – b /a) Sup. terre emerse Sup. terre sommerse Superficie Terra Densità media Accelerazione gravità MISURA 6.378 km 6.357 km 6.368 km 40.077 km 40.009 km 1/297 149.400.000 km2 360.700.000 km2 510.100.000 km2 5.52 g/cm3 9.81 m/s2. METODI GEODETICI ANTICHI metodo di Eratostene di Cirene ( 276 - 195 a.C.): in base alla distanza tra Siene (attuale Assuan – Egitto) ed Alessandria d’Egitto ed utilizzando il Sole, calcolò la circonferenza della Terra in 250.000 stadi egiziani (1 stadio = 157.5 m), pari a 39.375 km. Secondo altri studiosi, Eratostene calcolò una circonferenza di 40.500 km, considerando l’angolo di 7° e non di 7°12’. metodo di Posidonio (II secolo a.C.): misurò l’angolo di meridiano tra Rodi ed Alessandria, utilizzando non il Sole, bensì la stella Canopo. Egli ottenne per la circonferenza terrestre la lunghezza di 240.000 stadi, cioè 37.800 km. N.B. Nel 1492 Cristoforo Colombo, immaginava una circonferenza terrestre di circa 32.000 km. METODI GEODETICI MODERNI Metodo delle triangolazioni e delle trilaterazioni: i geodeti hanno fissato dei capisaldi geodetici (vertici di triangoli in cui hanno suddiviso il territorio, triangoli di 1° ordine, di 2°, di 3°). La distanza tra un caposaldo e l’altro viene definita base geodetica. Le basi sono state ricavate con la triangolazione e la trilaterazioni. La triangolazione usa la trigonometria per calcolare angoli e misurare lati di triangoli. Partendo da una base nota (AB) e fissato un vertice (C), con un teodolite si misurano gli angoli alla base e si calcolano i lati del triangolo. Si rilevano anche quote, oltre a distanze lineari La trilaterazione usa un raggio laser e un’apparecchiatura calcola automaticamente lati ed angoli in base al tempo di andata e ritorno del raggio laser. Aerofotogrammetria: rileva distanze e quote del terreno partendo da foto aeree scattate da aerei e lette per mezzo di restitutori. Telerilevamento (remote sensing o rilevamento a distanza): ecografia radar da un satellite artificiale. E’ una fotografia orbitale per ricerche minerarie, per monitorare l’inquinamento. L’ORIENTAMENTO: SISTEMI DI RIFERIMENTO Orientarsi significa determinare una direzione sulla superficie terrestre. Fin dall’antichità l’uomo per orientarsi usò i quattro punti cardinali: nord, Sud, Est, ovest, che insieme agli intermezzi formano la rosa dei venti. Essa indica i punti cardinali e i loro intermedi. Il nome deriva dal fatto prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 25 che, presso i naviganti, si usa sostituire il nome del punto cardinale col nome del vento spirante in quella direzione. Per il Nord si usa la bussola Per il Sud la culminazione del sole o della luna sull’orizzonte Per l’Est il sorgere del sole Per l’Ovest il tramontare del sole. Per poter localizzare, cioè determinare la posizione esatta di qualunque punto sulla Terra, i geografi hanno stabilito alcuni punti e linee di riferimento. I poli sono punti dove passa l’asse di rotazione terrestre. L’equatore è una linea che segna la circonferenza massima della Terra ed è equidistante dai poli. Esso divide il globo terrestre in due emisferi: nord o boreale; sud o australe. Esso svolge la stessa funzione che ha l’asse delle ascisse nel grafico cartesiano. I paralleli sono linee parallele tra loro e all’equatore, in tutto sono 180 di cui 90 a nord e 90 a sud. Il 90° parallelo è un punto e coincide con i poli. Alcuni paralleli sono importanti perché servono a segnare i confini delle fasce climatiche. I meridiani sono linee che uniscono i poli, sono tutti uguali e tagliano la Terra in tanti spicchi uguali. Il meridiano fondamentale è il meridiano 0, o meridiano di Greenwich. I meridiani sono 360 di cui 180 ad est e 180 ad ovest. Il meridiano fondamentale svolge la stessa funzione dell’asse delle y (ordinata) nel grafico cartesiano. Il termine meridiano vuol dire mezzogiorno. Infatti, il meridiano è la linea che congiunge i punti della Terra dove è mezzogiorno nello stesso momento. RETICOLATO GEOGRAFICO = l’incrociarsi, la rete dei meridiani e dei paralleli, le cui maglie sono costituite da trapezi sferici o trapezoidi, eccetto ai poli dove ci sono triangoli sferici o triangoloidi. N.B. – A causa dello schiacciamento polare della Terra, la lunghezza dell’arco di un grado di latitudine o di meridiano va crescendo dall’equatore ai poli: varia da 110,575 km a 111,699 km, con una media di circa 111 km, la cui 60a parte = 1852 metri (miglio marino e geografico (mentre il miglio terrestre = 1609 m). La lunghezza di un grado di longitudine o di parallelo è, invece, molto più variabile, perché i paralleli non sono tutti uguali tra loro: all’equatore ≅ 111 km, ai poli = zero. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 26 COORDINATE POLARI O TOPOGRAFICHE Servono per l’orientamento o posizione relativa di un punto sulla Terra. • • azimut: angolo α formato dalla congiungente il centro dell’orizzonte con il nord e la congiungente il centro orizzonte con il punto in esame. distanza: segmento che congiunge il punto con il centro orizzonte dove si immagina situato l’osservatore. ORIENTAMENTO ASSOLUTO Per indicare la posizione assoluta di un punto sulla Terra si usano le coordinate geografiche: • • • latitudine: da latus = larghezza <<distanza angolare di un punto dall’equatore, misurata sull’arco di meridiano che passa per quel punto. Si parla di latitudine nord e latitudine sud, massimo 90°>>. longitudine, da longus = lunghezza: è <<distanza angolare di un punto dal meridiano fondamentale, misurata sull’arco di parallelo che passa per il punto in esame. Può essere est, ovest. Massimo 180°>>. altitudine = distanza verticale di un punto rispetto al livello del mare, misurata lungo la verticale passante per il punto. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 27 DETERMINAZIONE 1. latitudine = può essere calcolata misurando l’altezza del sole a mezzogiorno che nei giorni equinoziali = al complemento della latitudine, cioè: latitudine = 90° - H sole Nei giorni non equinoziali si ha: Latitudine = 90° - H sole ± δ, dove δ = declinazione solare = entità dello spostamento del sole sulla sfera celeste rispetto all’equatore. + nel semestre estivo, - nel semestre invernale. 2. longitudine = sulla base della differenza tra l’ora locale e quella del meridiano fondamentale, sapendo che il sole impiega 24 h per percorrere 360°, 1 h / 15° e 4’/ 1°. Cioè 360° : 24 = 15° ; 60° : 15 = 4’ Esempio a Greenwich = ore 12, nel nostro luogo = ore 10: 12 - 10 = 2 ore di differenza per cui 2 x 15 = 30° (ovest perché l’ora è maggiore a Greenwich). Esempio a Greenwich = ore 14, da noi = ore 16.20, differenza = 2 ore e 20 minuti per cui si avrà: 2 x 15 = 30° ; 20’ : 4’ = 5°, longit. = 35° est. 3. DETERMINAZIONE ALTITUDINE a) Con le levate topografiche o livellazioni, usando le stadie verticali e le livelle orizzontali b) Attraverso le triangolazioni applicate nel piano verticale c) Con l’uso dell’altimetro, ossia uno strumento che ricava l’altezza dalla differenza di pressione atmosferica tra il piede di una montagna e la sua cima. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 28 LA MECCANICA CELESTE INTRODUZIONE La geografia matematica o astronomica, branca della geografia, si occupa dello studio dei corpi celesti e della Terra come astro. Ne evidenzia le caratteristiche morfologiche, strutturali, chimico-fisiche, i movimenti, l’evoluzione…. LA MECCANICA CELESTE: cinematica e dinamica celeste Il sistema solare è piuttosto ballerino, nel senso che tutto si muove. Ma qual è la forza che muove la macchina celeste? Il problema viene studiato da un ramo dell’astronomia: la meccanica celeste, che analizza il movimento sia nelle sue traiettorie (cinematica), sia nelle sue cause, cioè nella forza genetica (dinamica). Tutti i corpi che fanno parte del Sistema Solare gravitano attorno al Sole seguendo le quattro leggi della meccanica celeste, in altre parole le tre leggi di Keplero (come) e quella di Newton (perché). La cinematica celeste fu studiata da Copernico, Brahe, Keplero in riferimento al sistema solare, ma le sue conclusioni si applicano a qualunque oggetto celeste orbitante attorno ad un altro. Essa è riassumibile nelle tre leggi di Keplero (primo astronomo ad applicare la matematica all’astronomia). Idea guida La forza gravitazionale (quale forza attrattiva direttamente proporzionale alle masse e inv. prop. al quadrato della distanza dei corpi interessati) spiega tutti i movimenti dell’universo. Essa fa orbitare i pianeti attorno al Sole e la Luna attorno alla Terra; fa in modo che la loro velocità sia massima vicino all’astro centrale e minima lontano dal sole; infine, condiziona la velocità di rivoluzione attorno al Sole, massima per i pianeti vicini e minima per i pianeti lontani. La forza gravitazionale è una forza fondamentale, nel senso che è primitiva, irriducibile a qualunque altra. Le altre forze fondamentali sono quella elettrodebole (elettricità, reazioni chimiche, decadimento beta) e quella nucleare forte (energia di fusione e fissione). le leggi di Keplero (tedesco - boemo) Espongono con buona approssimazione le caratteristiche di moto dei pianeti intorno al Sole ed i rapporti reciproci tra questi moti. Sono leggi empiriche, frutto di osservazioni ma senza fondamento teorico. Spiegano solo come si muovono i pianeti e non il perché: ai tempi di Keplero la gravità era un concetto ancora sconosciuto. Sono state enunciate da Keplero tra il 1609 e il 1619, sulla base di numerose osservazioni eseguite dall’astronomo Tycho Brahe (danese). prima legge: legge delle orbite (1609) I PIANETI DESCRIVONO ORBITE ELLITTICHE ATTORNO AL SOLE, IL QUALE OCCUPA UNO DEI FUOCHI. Com’è noto dalla geometria, l’ellissi è una curva piana, chiusa, in cui si distinguono un asse maggiore e un asse minore. Sull’asse maggiore si individuano due punti detti fuochi, in modo che la somma delle loro distanze da qualsiasi punto della curva è costante ed uguale all’asse maggiore (proprietà dell’ellissi). prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 29 L’asse maggiore, passante per i due fuochi, è detto linea degli absidi o apsidi; esso tocca l’orbita in due punti: afelio, punto più lontano dal sole; perielio, punto più vicino al sole. Il perielio e l’afelio sono anche i punti di massima curvatura dell’orbita ellittica (apsis = curvatura). L’eccentricità dell’orbita dipende dal rapporto tra la distanza dei due fuochi e la misura dell’asse maggiore, per la terra = 1/60. Conseguenza 1a legge: ne consegue che il pianeta non mantiene sempre la stessa distanza dal Sole, ma ora si trova più lontano (afelio), ora più vicino (perielio). seconda legge di Keplero (1609): legge delle aree o delle velocità Si può enunciare in più modi: Il raggio vettore, che unisce il centro del Sole al centro del Pianeta, descrive aree uguali in tempi uguali; Le velocità angolari dei pianeti sono inversamente proporzionali ai quadrati delle loro distanze dal centro del sole (V/Va = Ra2/R2); Gli archi percorsi da un pianeta in tempi uguali sono inversamente proporzionali alle rispettive distanze dal centro del Sole. Da questa legge deriva che la velocità dei pianeti nel moto di rivoluzione è varia nei vari punti dell’orbita: massima in perielio (30 Km/s per Terra), minima in afelio (29 Km/s per la Terra). I due tratti AB e CD non sono uguali; se analizziamo i triangoloidi β (A-sole-B) e Z (C-sole-D) troveremo che misurano la stessa superficie. Poiché i tratti AB e CD vengono percorsi nello stesso tempo e poiché AB > CD, la velocità in perielio è maggiore che in afelio. TERZA LEGGE DI KEPLERO (1619): Legge dei tempi “i quadrati dei tempi (di rivoluzione) impiegati dai pianeti a descrivere le loro orbite (periodo orbitali), sono proporzionali ai cubi delle rispettive distanze medie dal sole”. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 30 In formula: D3/P2 = costante; R3/T2 = K; T2/R3 = K. Da questa legge deriva che più un pianeta è lontano dal Sole, più è lento il suo moto di rivoluzione. I pianeti, sottoposti alla gran forza d’attrazione (centripeta) del Sole, per non cadere su di loro devono opporre a questa forza un’altra che agisca in senso contrario; questa è la forza centrifuga. Siccome quest’ultima, come c’insegna la fisica, aumenta al crescere della velocità, i pianeti più vicini, essendo attratti con maggiore intensità dei più lontani, devono muoversi più velocemente. Giove: T = 11,86 anni; D = 5,2 UA per cui: (11,86)2 / 5,23 = 1 ; Terra: T = 1; D = 1 UA T2/D3 = 1 Mercurio: T = 88 gg cioè 0.241 anni ; D = 0,39 UA, 0.2412/0.393 = 1 Venere: T = 225 gg = 0.616 anni; D = 0.723 ua 0.6162/0.7233=1 Marte: T = 687 gg = 1,88 anni; D = 1,524 UA 1,882/1,5243=1. Saturno: T = 29,5 anni; D = 9,539 UA, 29,52/9,5393=1 Urano: T = 84 anni; D = 19,18 UA, 842/19,183 = 1 Nettuno T =165 anni; D = 30 UA, 1652/303 = 1 LA DINAMICA CELESTE: QUARTA LEGGE DELLA MECCANICA CELESTE, LA GRAVITAZIONE UNIVERSALE DI NEWTON (inglese) La dinamica celeste fu studiata da Newton che nel 1687 enunciò la sua legge, fornendo una descrizione delle forze agenti nel sistema attraverso la legge della gravitazione universale. Newton introdusse l’idea di una forza fondamentale, attrattiva, che agisce in proporzione diretta alle masse e in proporzione inversa al quadrato delle distanze. La forza gravitazionale è fondamentale nel senso che non è riconducibile a nessun’altra: fa parte della struttura dell’universo. Essa governa tutti i moti dell’Universo, purché a scala non piccolissima; è la colla che tiene insieme gli oggetti cosmici, permettendo a ciascuno una certa indipendenza, ma anche assicurando la relazione tra loro. Nasce, così, la sinfonia o armonia del Cosmo: la complessità sistemica è applicabile all’intero Universo. La legge della gravitazione universale è di fondamentale importanza in astronomia perché spiega il movimento dei corpi celesti. Secondo Newton, tutti i corpi sono dotati di massa e si attraggono con una forza F, detta gravitazionale, che risponde alla seguente legge: prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 31 La legge si può così enunciare: “due corpi di massa M ed m, posti ad una distanza R, si attraggono con una forza F che è direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse ed inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza”. Questa legge ci permette di capire perché i pianeti descrivono intorno al Sole un’orbita ellittica; infatti, essi sono soggetti a due forze: quella centripeta (attrattiva) e quella centrifuga che imprime loro la velocità. Tali forze si compongono fra loro e danno come risultante una forza che permette di capire il tipo di traiettoria descritta. Secondo la legge di Newton, il pianeta e il Sole vanno considerati come un sistema nel quale i due corpi interagiscono. Il sistema ha un baricentro (G) o centro di massa, attorno al quale ambedue i corpi si muovono. Se due corpi hanno massa uguale, il centro di massa si trova nel punto medio del segmento che li congiunge. Se i due corpi hanno masse diverse, il centro di massa si trova più vicino al corpo di massa maggiore. Poiché la massa del Sole è enormemente più grande di quella della Terra, il baricentro del sistema Terra-Sole si trova dentro la sfera del Sole, non molto lontano dal centro del Sole. Pertanto, la Terra ruota intorno al Sole. Infatti, la parola “pianeta” dal greco significa “vagabondo”, “errante”. I MOVIMENTI DELLA TERRA Come tutti i pianeti del sistema solare, la Terra è caratterizzata da due movimenti principali: Il moto di rotazione intorno al proprio asse; il moto di rivoluzione intorno al sole. Ma compie anche movimenti più complessi e millenari: il moto conico dell’asse in 26.000 anni; le nutazioni in 18 anni e mezzo; mutamento inclinazione asse terrestre in 40.000 anni; variazione eccentricità orbita in 92.000 anni traslazione: movimento con i corpi del sistema solare verso la costellazione di Ercole (200 milioni di anni). prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 32 prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 33 prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 34 IL MOTO DI ROTAZIONE E’ il movimento che la Terra compie ruotando in senso antiorario (ovest-est, moto diretto) intorno al proprio asse immaginario che passa per i due poli (asse terrestre o di rotazione, è inclinato di 23°27’ rispetto alla perpendicolare al piano dell’orbita e di 66°33’ rispetto al piano orbitale. Il moto di rotazione è diretto perché avviene nello stesso senso del moto di rivoluzione, eccetto Venere ed Urano che ruotano da est ad ovest. COMPONENTI DEL MOTO DI ROTAZIONE velocità angolare = 360°/24 h = 15°/h = angolo descritto da un qualsiasi punto della superficie terrestre (escluso i poli) nelle 24 ore. Essa è identica a tutte le latitudini ad eccezione dei poli dove è zero. velocità lineare o tangenziale = distanza lineare percorsa da un punto nell’unità. Varia con la latitudine: massima all’equatore = 463 m/s = 1668 km/h; minima ai poli dove è nulla. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 35 La velocità lineare è massima all’equatore, zero ai poli. Infatti, il punto A” posto sull’equatore deve percorrere un arco più lungo per passare in B”, rispetto all’arco percorso dal punto A per passare in B. Senso = ovest – est; diretto, antiorario. Durata = giorno sidereo = 23h 56’ (vera durata della rotazione), giorno solare = 24h Giorno sidereo (sidus = astro) = intervallo che intercorre tra due culminazioni successive di una stella sullo stesso meridiano. Giorno solare: intervallo tra due culminazioni successive del sole su di uno stesso meridiano terrestre. Va da mezzogiorno a mezzogiorno, mentre il giorno civile va da mezzanotte a mezzanotte. Giorno = rotazione completa della terra intorno al proprio asse in 24 ore = dì (parte illuminata) + notte (parte non illuminata). PROVE DELLA ROTAZIONE Prova moderna: viaggi nello spazio. Prove storiche: 1. 2. 3. 4. 5. Esperienza di Guglielmini (1791), deviazione verso est dei corpi che cadono da notevole altezza; l’entità della deviazione dipende dalla latitudine (massima all’equatore, nulla ai poli) Esperienza di Foucault (1851) Analogia con altri pianeti Schiacciamento polare. Variazione dell'accelerazione della gravità a causa dello schiacciamento polare. CONSEGUENZE 1. Alternarsi del dì e della notte, separati da una linea immaginaria detta circolo d’illuminazione: se la terra fosse immobile, si avrebbe un emisfero sempre illuminato e un emisfero sempre al buio, perciò la vita non sarebbe possibile sulla Terra. 2. Moto apparente diurno del sole e della sfera celeste est-ovest 3. Legge di Ferrel: “Corpi liberi in movimento (venti, correnti marine…) a causa della rotazione, subiscono una deviazione della loro traiettoria verso destra nell’emisfero boreale e verso sinistra nell’emisfero australe”. L’entità della deviazione dipende dalla latitudine. Il valore di questa forza deviante è stata calcolata prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 36 da Coriolis e dipende dalla latitudine. E’ una forza apparente perché ciò che realmente si sposta a velocità diversa è la Terra. 4. Schiacciamento polare a causa della forza centrifuga che determina la velocità di rotazione; 5. Variazione del peso dei corpi con la latitudine (dirett. prop.): ai poli i corpi pesano di più perchè più vicini al centro della Terra. prova di Guglielmini Prova di Foucault prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 37 Legge di Ferrel MOTO DI RIVOLUZIONE CARATTERISTICHE DEL MOTO DI RIVOLUZIONE La Terra possiede anche un movimento di rivoluzione ellittico attorno al Sole, in senso diretto da ovest ad est, in base alla 1a legge di Keplero, con velocità massima (30,3 km/s) in perielio e minima in afelio (29,3 km/s) in base alla 2a legge di Keplero. La distanza dal sole è massima in afelio, con 152.000.000 di Km (3 luglio) e minima in perielio con 147.000.000 km (3 gennaio). L’orbita terrestre è un’ellisse di 940.000.000 km, pochissimo schiacciata (1/297), complanare alla traiettoria annua del Sole (eclittica) per questo anche l’orbita terrestre è chiamata eclittica. Il piano dell’orbita terrestre (piano dell’eclittica) è inclinato di 23°27’ rispetto al piano equatoriale e la linea in cui i due piani si intersecano si chiama “linea dei nodi”. I punti di intersezione si chiamano punti equinoziali. La Terra passa per il punto equinoziale di primavera (γ) il 21 marzo ed il 23 settembre per il punto Ω equinozio d’autunno. I punti solstiziali, invece, sono due punti dell’eclittica più lontani dal piano equatoriale e la linea che li congiunge si chiama linea dei solstizi (21 giugno e 22 dicembre). Durante il movimento, l’asse terrestre si mantiene parallelo a se stesso; esso inoltre è inclinato di 23°27’ rispetto alla normale e di 66°30’ rispetto al piano dell’orbita. L’inclinazione e il parallelismo dell’asse terrestre sono di particolare importanza perché da loro derivano rilevanti conseguenze della rivoluzione (diversa durata dì e notte, diversa H del sole…, alternarsi delle stagioni). DURATA Intervallo detto anno, della durata di 365 g. Si può calcolare o riferendosi al Sole o ad una stella qualsiasi. Nel primo caso, si parla di “anno solare o tropico”= 365gg5h 48m ed è l’intervallo tra due successive culminazioni del sole rispetto ad un punto equinoziale. Nel secondo caso, “anno sidereo” = 365gg6h9m = intervallo tra due successive e contemporanee culminazioni del sole e di una stella sullo stesso meridiano terrestre (misura l’effettiva durata del moto). PROVE PROVE STORICHE: 1. analogia con altri pianeti prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 38 2. apparente moto retrogrado del sole sulla sfera celeste nel corso dell’anno (est-ovest) 3. aberrazione della luce stellare (Bradley, 1728) 4. prova della parallasse stellare (Bessel, 1838): fenomeno per cui un oggetto sembra spostarsi rispetto allo sfondo se si cambia il punto di osservazione. 5. periodicità di sciami di stelle. PROVA MODERNA: i viaggi interplanetari. prova diretta di Bessel (1838): fenomeno della parallasse prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 39 CONSEGUENZE RIVOLUZIONE TERRESTRE 1. apparente moto annuo del sole nella sfera celeste (descrizione dell’eclittica solare) 2. diversa durata del di’ e della notte durante l’anno a causa del parallelismo ed inclinazione asse) 3. alternarsi delle stagioni (…inclinazione asse) 4. diversa durata del giorno solare e sidereo 5. variazione altezza sole sull’orizzonte 6. diversa inclinazione raggi solari 7. le 5 zone astronomiche, cioè porzioni della superficie terrestre con condizioni climatiche caratteristiche. INTERPRETAZIONE CONSEGUENZE Diversa durata del dì e della notte: è dovuta all’inclinazione e al parallelismo asse terrestre durante la rivoluzione. In caso contrario, il circolo d’illuminazione coinciderebbe sempre con un meridiano e tutti i paralleli sarebbero divisi sempre a metà, perciò il dì sarebbe uguale alla notte. Questo, invece, non accade perché, a causa del moto di rivoluzione, il circolo di illuminazione coincide con un meridiano solo due volte l’anno (giorni equinoziali).Durante gli altri giorni dell’anno il circolo d’illuminazione divide i paralleli in parti ineguali, perciò il dì e la notte hanno durata diversa. diversa altezza del sole a mezzogiorno nei vari punti della Terra e nei diversi giorni: se la Terra non fosse dotata di rivoluzione, il Sole avrebbe un’altezza diversa nei vari punti in relazione alla sua sfericità, ma alla stessa ora l’altezza del Sole sarebbe costante, cioè pari al complemento della latitudine. Ma questa situazione accade solo nei giorni equinoziali. Infatti, succede questo: EQUINOZIO SOLSTIZIO equatore: H = 90° tropico cancro: H = 66°30’ equatore: H = 66°30’ tropico cancro: H = 90° circolo polare: polo nord: circolo polare: polo N : H = 23°30’ H = 0° H = 47° H = 23°30’ diversa inclinazione raggi solari: connessa all’altezza sole. Quando i raggi cadono perpendicolari riscaldano una superficie minore ma in modo più intenso; quando sono obliqui riscaldano una superficie maggiore ma con maggior dispersione di calore. Ai Tropici i raggi sono perpendicolari una volta all’anno, all’equatore due volte, ai Circoli polari mai. la conseguenza più evidente è data dall’alternarsi delle 4 stagioni: quando da noi è estate la Terra è in afelio, cioè alla massima distanza rispetto al Sole, quando è inverno la Terra è in perielio. Significa che la distanza non ha particolare incidenza sulle condizioni climatiche. Fattori importanti, invece, sono: l’inclinazione dei raggi che dipende dall’altezza del sole, la sfericità terrestre, inclinazione asse terrestre - primavera = 93 giorni estate = 93 giorni autunno = 90 giorni inverno = 89 gg. N.B. – La diversa durata delle stagioni è una diretta conseguenza della 2a legge di Keplero. Quando il sole si trova in perielio (massima velocità) è inverno, che pertanto dura meno. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 40 ALTRI MOTI TERRESTRI Accanto a questi moti principali, verificabili con l’esperienza quotidiana, ne esistono altri secondari, i cui effetti si manifestano in migliaia di anni, dovuti al fatto che la Terra: - non è una sfera perfetta subisce l’azione gravitazionale solare e lunare. moto conico dell’asse terrestre: a causa del rigonfiamento equatoriale, il Sole e la Luna esercitano sull’equatore un’attrazione gravitazionale maggiore, tendente a raddrizzare l’asse terrestre, vale a dire a farlo coincidere con la perpendicolare al piano. Vale a dire, tende a spostare in senso orario la linea equinoziale (intersezione tra il piano equatoriale e il piano orbitale). Una rotazione completa degli equinozi avverrebbe in 25.700 anni, significando anche far raddrizzare l’asse terrestre. Ma a questo tentativo si oppone il moto di rotazione. L’asse terrestre conserva la sua inclinazione, ma non la direzione, e nel lungo periodo non si mantiene parallelo a se stesso e cambia direzione, descrivendo nello spazio un doppio cono, con vertice nel centro della terra, in 26.000 anni da est ad ovest (retrogrado). Ma a causa dell’attrazione degli altri pianeti, la linea degli absidi (asse maggiore orbita terrestre) si muove in senso ovest-est andando incontro al movimento precedente che da 26.000 anni dura 21.000, causando la precessione degli equinozi (20m prima ogni anno). nutazioni (nutatio = oscillazione): oscillazioni asse terrestre, ondulando il cono (18,6 anni)- ciclo di Metone. variazione eccentricità orbita: in 92.000 anni, da un massimo di 0,065 ad un minimo di 0,0018, attualmente = 0,017, perché in 92.000 anni varia la differenza tra le distanze “perielio-sole” ed “afeliosole” che attualmente = 5.000.000 km e varia da un massimo di 14.000.000 km ad un minimo di 1.000.000 km, con variazione nell’escursione termica. variazione inclinazione asse terra: in 40.000 anni l’inclinazione varia da un massimo di 24°20’ ad un minimo di 22°(aumento dei ghiacciai polari), attualmente = 23°30’, a causa dell’attrazione esercitata da altri pianeti sulla Terra nel Sistema Solare. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 41 LA LUNA OBIETTIVI 1) Descrivere la luna nelle sue generalità, origine, aspetto, moti 2) Indicare l’importanza della luna per la Terra 3) Definire le lunazioni e i mesi lunari 4) Discutere le conseguenze dei moti lunari e le maree 5) Stabilire le posizioni S-T-L in relazione alle eclissi. La compagna spaziale della Terra ed unico satellite naturale della Terra. La sua forma non è perfettamente sferica ma ellissoidale, cioè ellissoide a 3 assi. La luna è uno dei più grandi satelliti del sistema solare (i maggiori sono Tritone, Ganimede e Titano) con un raggio pari a circa il doppio rispetto a quello della Luna. Terra e Luna formano in realtà un sistema binario di pianeti, tuttavia, per semplicità, si considera la Luna un satellite che gira attorno alla Terra. Il baricentro del sistema Terra-Luna si trova nel sottosuolo terrestre a circa 2000 km di profondità. A causa della bassa gravità (1,6 m/s2) la luna non ha né acqua né atmosfera ed è priva di forme di vita. La mancanza di agenti esogeni e l’assenza di attività vulcanica e sismica delle proporzioni di quelle terrestri, contribuiscono a mantenere costante nel tempo la morfologia lunare (stabilità del suo aspetto). Gli unici agenti morfologici attivi sulla Luna sono: meteoriti lunamoti (terremoti lunari). Le caratteristiche della superficie lunare sono il risultato dell’azione di modellamento dovuta all’impatto delle meteoriti e al vento solare. Il fatto che l’atmosfera possa essere trattenuta da un corpo celeste dipende da due fattori che svolgono ruoli opposti: prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 42 1. 2. Temperatura Forza di gravità. La temperatura influenza la velocità delle particelle; maggiore è la temperatura maggiore è la loro tendenza a sfuggire alla forza di gravità che, invece, tende a trattenerle. Se la velocità delle particelle supera una certa soglia detta velocità di fuga, l’astro non è più in grado di trattenerle. Per ogni astro esiste una velocità di fuga. Per la Terra = 11,2 km/s, per la luna = 2,4 km/s. La luna ha una densità media = 3,3 g/cm3; una distanza massima dalla Terra = 406.000 km (apogeo), una distanza minima = 363.000 km (perigeo), con una distanza media di circa 384.500 km. Ha catene montuose molto elevate, aree pianeggianti dette mari, aree a morfologia complessa dette continenti. Presenta molti crateri. Il suo aspetto è molto aspro ma costante. I crateri non sono di origine vulcanica, ma dovuti all’impatto con meteoriti. La temperatura presenta una forte escursione termica: > 100°C di giorno; < - 150 °C di notte. La presenza della luna frena il moto di rotazione della Terra e determina le maree. ORIGINE 1. Ipotesi della fissione o del distacco 2. Ipotesi della cattura 3. Ipotesi dell’accrescimento: la luna si sarebbe formata da un anello di corpuscoli orbitanti intorno alla Terra 4. Ipotesi dell’impatto: un impatto enorme tra un asteroide e la Terra avrebbe scagliato in orbita una cospicua quantità di frammenti, la cui successiva aggregazione avrebbe portato alla formazione della luna. STADI EVOLUTIVI 1. 2. 3. 4. 5. 6. Origine luna prima epoca di vulcanesimo bombardamento meteoritico seconda epoca di vulcanesimo declino attività lunare attuale stato di quiescenza. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 43 DIMENSIONI ∅ = 3.476 km cioè ¼ di quello terrestre; Sup. = 38.000.000 km2, cioè ¼ delle terre emerse della terra; volume = 22 miliardi di km3, cioè 1/50 di quello terrestre; Massa ≅ 1/80 di quello della Terra; Gravità ≅ 1/6 della Terra, cioè 1,6 m/s2. NB: La nostra luna si allontana dalla Terra di 3 cm/anno. Fra 100.000 anni si troverà 3000 km più lontana dalla Terra, perché la Terra rallenta il suo moto di rotazione. MOVIMENTI LUNARI: durata e conseguenze. 1. rotazione da ovest ad est, intorno al proprio asse; durata = 27g 7h 43’ 2. rivoluzione da ovest ad est, intorno alla Terra, su un’orbita inclinata di 5° rispetto all’orbita terrestre con la quale si tocca in due punti chiamati nodi. Mese sidereo = 27 gg 7 h 43’ = intervallo di tempo tra due congiunzioni successive della luna con una stella. DURATA Mese sinodico = 29g 12h 44’= intervallo di tempo tra due congiunzioni succ. della luna con il sole. 3. traslazione, con la terra intorno al sole, da ovest ad est. 4. librazioni = oscillazioni di piccola entità a causa dell’attrazione terrestre, per cui si vede poco più della metà della superficie lunare (59%). LE LIBRAZIONI LUNARI Il fenomeno fu scoperto da Galilei che lo chiamò titubazione,. Le librazioni sono di tre tipi: Librazione in longitudine: ci consente di osservare alternativamente una porzione di lembo occidentale o orientale della faccia nascosta., perché la luna non percorre la sua orbita con velocità costante intorno alla terra. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 44 Librazione in latitudine: per cui i due poli lunari non si mostrano sempre allo stesso modo. E’ dovuta alla non perpendicolarità dell’asse di rotazione lunare rispetto al piano orbitale. Librazione diurna: per cui, a causa della rotazione terrestre, si può vedere parte della superficie invisibile per circa 1° di ampiezza. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 45 A. FASI LUNARI: sono i diversi aspetti che la luna mostra in relazione alla sua posizione rispetto al sole a alla terra. • novilunio o luna nuova ( Sole – Luna - Terra), congiunzione, eclissi sole • 1° quarto • plenilunio o luna piena (Sole – Terra – Luna), opposizione, eclissi lunare • ultimo quarto. Novilunio + plenilunio = sigizie; 1° e ultimo quarto = quadrature. B. • • • • • ECLISSI = occultamento parziale o totale di un astro dovuto ad un altro corpo celeste. di sole di luna parziali totali di penombra. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 46 Le maree: conseguenze della presenza della Luna sulla Terra La Luna è amica della vita perché mantiene stabile l’asse terrestre, genera le maree e regola i cicli riproduttivi di molti animali. Senza la Luna il nostro pianeta non sarebbe lo stesso. Le conseguenze più importanti sono le maree, cioè innalzamenti e abbassamenti periodici del livello del mare a causa dell’attrazione lunare. Ci sono due alte maree di cui una diretta dove l’attrazione è massima, mentre all’opposto si verifica l’alta marea indiretta, dovuta al prevalere della forza centrifuga. Nei punti intermedi c’è un abbassamento del livello del mare: le due basse maree compensano le due alte. Alta marea = flusso, bassa marea = riflusso. Ci sono anche maree sui laghi, maree terrestri e maree atmosferiche che influenzano la distribuzione della pressione. prof. Filippo Quitadamo // Scienze della Terra // “La Terra nello spazio” 47