Oltre la personalizzazione: il marketing contestuale nell’ottica europea Oltre la personalizzazione Il marketing contestuale nell’ottica italiana Nonostante la grande quantità di informazioni contestuali raccolte dalle aziende italiane, il timore di un’eccessiva intromissione nelle vite dei clienti ne limita l’utilizzo. Capirelil cliente è uno dei principi cardine del marketing. Negli ultimi anni la tecnologia digitale ha permesso agli esperti di marketing di conoscere meglio i propri clienti esistenti e potenziali, ma si tratta di informazioni perlopiù demografiche, come l’età o il sesso. Ora i canali digitali permettono agli esperti di marketing non solo di avere visibilità su chi siano i clienti, ma anche sulle loro abitudini, umori e futuri programmi in tempo reale. Si tratta del cosiddetto marketing contestuale. La ricerca promossa dalla Economist Intelligence Unit rivela che le aziende italiane, come del resto le loro pari in Europa, raccolgono già grandi quantità di informazioni contestuali sui propri clienti. Tuttavia, gran parte di tali dati non viene utilizzata a fini commerciali. Ciò riflette il timore generalizzato tra le aziende italiane che un uso non corretto di tali dati possa mettere a disagio la clientela. Rispetto ai loro colleghi di altri Paesi europei, gli esperti di marketing italiani non sembrano particolarmente interessati ad approfondire la conoscenza dei propri clienti. Solo il 25% dei responsabili marketing italiani intervistati considera conoscere meglio il cliente una priorità strategica del marketing, contro il 41% degli intervistati degli altri Paesi dell’Europa occidentale. Ciò sorprende perché, se si considerano gli attuali canali di marketing, le aziende italiane hanno una comprensione relativamente limitata dei propri clienti. Per esempio, solo il 38% degli intervistati afferma di poter individuare l’intenzione da parte del cliente di passare alla concorrenza, nettamente al di sotto della media europea (53%). Sponsored by: Informazioni sul sondaggio Il presente articolo si basa su un sondaggio del 2015 condotto nell’estate 2015 dalla Economist Intelligence Unit con 165 Direttori Marketing. Oltre ai 32 responsabili marketing italiani, il sondaggio ha visto la partecipazione di soggetti provenienti da Francia, Paesi Bassi, Regno Unito e Paesi nordici (Danimarca, Norvegia e Svezia). La metà degli intervistati proviene dal retail, mentre i restanti operano in una varietà di settori diversi. Di questi, poco meno della metà (il 47%) lavora in aziende con un fatturato annuo compreso tra i 100 e i 500 milioni di dollari. Le restanti aziende hanno un fatturato pari o superiore ai 500 milioni di dollari. © The Economist Intelligence Unit Limited 2015 Oltre la personalizzazione: il marketing contestuale nell’ottica europea Ciò suggerisce che alcune aziende italiane stanno ancora lavorando alla digitalizzazione dei propri canali marketing. Ne è un esempio Coop Consorzio Nord Ovest. “Il nostro marketing si basa sulle relazioni personali con i nostri associati” afferma Claudio Marenco, Responsabile Promotion Advertising & Loyalty di Coop Consorzio Nord Ovest. “Sto lottando per modernizzare le relazioni con la nostra clientela, per essere più online. Vorremmo utilizzare il nostro database per il marketing, per comprendere i processi di acquisto dei nostri associati e quindi contattarli con comunicazioni e promozioni mirate”, spiega. Ma la mancanza di risorse sta frenando l’azienda. “Abbiamo stimato che per un lavoro ben fatto occorrerebbero 20 persone a tempo pieno” continua Claudio Marenco. “Al momento abbiamo una sola persona che se ne occupa part-time. Questo è uno dei motivi per i quali non possiamo ancora cominciare”. Altre aziende hanno fatto maggiori progressi. Circa sei intervistati su dieci (il 59%) affermano di utilizzare le informazioni contestuali allo scopo di comunicare con potenziali clienti e fidelizzare quelli esistenti. Quasi altrettanti (il 56%) le utilizzano per identificare potenziali clienti. Quali delle seguenti attività all’interno della Sua azienda fa uso di informazioni contestuali? (% di intervistati) Italia Europa Comunicazione con i potenziali clienti 59 66 Fidelizzazione dei clienti 59 51 Identificazione dei potenziali clienti 56 59 Notifica di nuovi prodotti/servizi ai clienti 53 52 Comunicazione con i clienti esistenti 41 58 Lancio di offerte speciali 38 56 Costruzione del riconoscimento del marchio 34 50 Altro 0 1 Wind Group, operatore nel settore delle telecomunicazioni, riconosce quanto siano importanti le informazioni contestuali nell’interazione con i clienti esistenti. “Usiamo il marketing contestuale per consolidare i rapporti con i nostri clienti”, afferma Elvira Petaroscia, CRM Manager di Wind Group. “Offriamo una user experience di livello superiore, con offerte di vendita su misura e comprensione delle esigenze dei nostri clienti”. Elvira Petaroscia fa inoltre notare come la personalizzazione dei messaggi in linea con le necessità contestualizzate dei clienti, abbia contribuito a migliorare i risultati delle attività di marketing dell’azienda. “Ciò massimizza la soddisfazione dei clienti e aumenta il tasso di successo delle nostre campagne marketing”. 2 © The Economist Intelligence Unit Limited 2015 Oltre la personalizzazione: il marketing contestuale nell’ottica europea Come utilizzare al meglio le informazioni contestuali Sebbene le aziende italiane sembrino essere meno interessate a comprendere i clienti rispetto alle loro controparti europee, raccolgono comunque grandi quantità di dati contestuali. Per esempio, quasi nove intervistati su dieci (88%) affermano di raccogliere informazioni sull’attuale ubicazione del cliente, pressappoco in linea con la media europea (91%). Due terzi (66%) raccolgono informazioni sul comportamento online dei clienti, leggermente al di sopra della media europea (62%). Le aziende italiane utilizzano molteplici fonti per raccogliere tali dati contestuali. All’incirca sei su dieci utilizzano il sito web dell’azienda (58%), i social media (61%), il personale dei punti di vendita (58%) e i partner di canale (61%) come fonti di informazioni contestuali. Secondo Elvira Petaroscia, l’uso di molteplici fonti aiuta l’azienda a comprendere a tutto tondo le esigenze dei clienti in un particolare contesto e a individuare le migliori modalità di comunicazione di messaggi marketing pertinenti ed efficaci. “Le informazioni fornite dalla nostra rete di partner sono particolarmente efficaci per capire i nostri clienti, al pari di quelle provenienti dai nostri reparti di assistenza, dai punti vendita e dai canali digitali” dichiara. Sono però molte le aziende italiane che non fanno buon uso di tali informazioni, perlomeno per quanto riguarda il marketing. Per esempio, solo la metà delle aziende che raccolgono informazioni sull’attuale ubicazione dei clienti le utilizza a fini di marketing. Secondo Lei, quale tra le seguenti opzioni è il maggior ostacolo all’utilizzo delle informazioni contestuali? È possibile selezionare fino a tre risposte (% di intervistati) Italia Europa Incoraggiare clienti esistenti/potenziali a condividere dati contestuali 53 50 Assumere personale dotato delle competenze creative necessarie per svolgere marketing contestuale 47 45 Produrre messaggi che siano realmente efficaci in contesti specifici 47 50 Identificare i contesti migliori per rivolgersi ai clienti 47 46 Rispettare la privacy dei clienti 44 34 Assumere personale dotato delle competenze tecniche richieste dal marketing contestuale 41 46 Misurare il successo delle campagne di marketing contestuale 9 15 Adattare i processi/le campagne al marketing contestuale 0 9 © The Economist Intelligence Unit Limited 2015 3 Oltre la personalizzazione: il marketing contestuale nell’ottica europea E non è per scelta, come dimostra l’esempio di Coop Consorzio Nord Ovest. “In effetti i dati che riguardano l’ubicazione e le abitudini d’acquisto del cliente vengono letti ma non sono utilizzati a fini promozionali o pubblicitari” afferma Claudio Marenco. “Sicuramente prevediamo di farlo in futuro. È impossibile stare fermi quando tutto il mondo si muove in questa direzione”. Quali sono quindi le ragioni per cui gli addetti marketing non sfruttano maggiormente le informazioni contestuali raccolte? Secondo l’indagine, il maggior rischio associato al marketing contestuale è il danno che può arrecare al brand legato al possibile disagio del cliente, come indicato dal 34% degli intervistati. Inoltre, il 44% individua nell’obbligo del rispetto della privacy del cliente il maggior ostacolo all’uso del marketing contestuale, una percentuale molto più alta rispetto ad altri Paesi inclusi nello studio. Ciò suggerisce che il timore di mettere il cliente a disagio è una delle ragioni per cui le aziende italiane non utilizzano le informazioni contestuali già in loro possesso. Ma è un timore che può essere vinto? E se sì, come? All’interno del Wind Group, il marketing contestuale è sostenuto da una solida policy sulla privacy, secondo Elvira Petaroscia. “La nostra policy sulla privacy è molto trasparente” spiega. “Chiediamo al cliente l’autorizzazione per fini commerciali - revocabile in qualsiasi momento - mediante un processo di adesione. I dati sono completamente anonimizzati e criptati durante le attività di profilazione, in osservanza delle norme sulla privacy”. Elvira Petaroscia aggiunge che, per arrivare a questo punto, è stato necessario un processo sostanziale di cambiamento all’interno dell’azienda. “Il marketing contestuale ha richiesto un completo ripensamento del nostro processo di CRM. La qualità dell’intero processo è un requisito essenziale per il suo successo”. Questo tipo di disciplina organizzativa può dare ai responsabili marketing la certezza di utilizzare le informazioni contestuali senza il timore che i clienti la considerino una pratica invasiva. Si tratta comunque di un’area emergente e le aziende devono ancora comprendere quale sia il livello di interazione contestuale più opportuno per clienti esistenti e potenziali. E per ottenere il consenso dei clienti all’uso delle relative informazioni contestuali, le aziende devono comprendere come offrire in cambio maggior valore. Solo in presenza di vantaggi tangibili le persone saranno propense ad accogliere il marketing nella propria vita quotidiana. 4 © The Economist Intelligence Unit Limited 2015