Infezione del sito chirurgico limitata alla sede di incisione . Infezione

Prof.ssa D. De Vito
Ordinario di Igiene
Università degli Studi di Bari
Meticillina
Meropenem
Penicillina G
Amoxicillina
Ciprofloxacina
Cenni storici:
Petty 1623 -1687
Medico generale dell’esercito inglese,dir. del ospedale di Londra poi
consigliere di Cromwell e di Carlo II, meticoloso e preciso con
tendenza maniacale verso la pulizia.
“Negli ospedali di Londra le
infezioni erano del 40 %
inferiori rispetto all ’ Hotel
Dieu di Parigi noto per la
qualità dei suoi medici ma
anche per le
pessime
condizioni ambientali”
Ignaz Philipp Semmelweis 1818 - 1865
Nella metà del 1800 I.Semmelweiss e J. Simpson furono i
pionieri di una raccolta sistematica dei tassi di infezione
ospedaliera:
Semmelweiss dimostrò efficacemente che l’ospedale poteva
rappresentare un rischio per i pazienti ( le donne che non
partorivano in ospedale avevano un rischio di sepsi puerperale
ed una mortalità molto più bassa rispetto a quelle che
partorivano in ospedale), che tale rischio era di origine infettiva
( i patogeni erano trasmessi dai medici e dagli studenti che,
prima di assistere le partorienti, effettuavano riscontri
autoptici) che tale evento era prevenibile ( lavando le mani con
cloruro di calcio ).
James Young Simpson 1811 -1870
evidenziò una correlazione diretta tra le
mortalità per infezione, dopo amputazione
degli arti, e la grandezza dell’ ospedale,
condizione associata al sovraffollamento,
che favoriva la
trasmissione delle
infezioni da paziente a paziente.
“l’uomo sdraiato sulla tavola operatoria di uno
dei nostri ospedali corre pericolo di morte più dei
soldati inglesi sul campo di Waterloo”
Joseph Lister 1827- 1912
L’aria come principale fonte di
infezione; negli ospedali
grandi e compatti vi sono
maggiori infezioni rispetto alle
piccole cliniche. Acido fenico
come primo disinfettante.
Alcuni tipi di nebulizzatori sono serviti anche per diffondere dell'acido fenico
attorno al tavolo operatorio al fine di creare un ambiente asettico.
Christian Albert Theodor Billroth
1829-1894
è stato uno dei maggiori chirurghi tedeschi. Ritenuto un pioniere
della chirurgia addominale, ha legato il proprio nome a un intervento
.
“i chirurghi moderni non possono
più acquietarsi nel detto antico
l’operazione è fatta, “Dio salverà
l’ammalato” gli obblighi suoi
principali cominciano
dopo
l’operazione e consistono in un
razionale metodo di cura…”
di chirurgia gastrica praticato in tutto il mondo
1861-1865.
William Stewart Halsted 1852 -1922
• Chirurgo statunitense:dava molta importanza alla
preparazione dei pazienti all'intervento e poneva una
attenzione quasi maniacale nella antisepsi ed asepsi
preoperatoria riuscendo così ad ottenere risultati
eccellenti. Nel 1889 commissionò alla fabbrica Goodyear
dei guanti di gomma per proteggere le mani di una sua
ferrista e che aveva sviluppato una dermatite da contatto
causata dai disinfettanti adoperati in sala operatoria.
Questi guanti sarebbero stati successivamente utilizzati
dai chirurghi che fino ad allora avevano operato a mani
nude.
Johan von MIKULICZ 1850-1905
• Mascherine di garza per evitare la contaminazione
chirurgica .Formano una sorta di barriera tra
chirurgo e paziente costituiscono un elemento di
protezione in entrambi i sensi.
Kannady
1911
Disinfezione della cute
degli operandi con
tintura di iodio
1) SUPERFICIALE – 2) PROFONDA – 3) INTERNA
Infezione del sito chirurgico limitata alla sede di incisione .
Infezione Superficiale.
Infezione del Sito Chirurgico limitata alla sede di incisione –
Infezione Profonda.
Infezione del sito chirurgico che coinvolge organi e spazi
Aponeurotiche e sottofasciali
Trapano chirurgico 1700
piercing fai da te
Infezione del sito chirurgico limitata alla sede di incisione .
Infezione Superficiale.
Infezione che si manifesta entro 30 giorni dalla data dell’intervento; è
un’infezione che coinvolge solo cute o tessuti sottocutanei nell’area
di incisione e presenta almeno uno dei seguenti segni o sintomi:
1. secrezione purulenta dall’incisione, con o senza
conferma del laboratorio
2. isolamento di microrganismi da colture ottenute in
modo asettico di fluidi o tessuti dell’area di incisione
3. almeno uno dei seguenti segni o sintomi di infezione:
dolore o sensazione di tensione, tumefazione
localizzata arrossamento, calore.
Non riportate come infezioni superficiali le
seguenti condizioni :
1) Microascessi dei punti di sutura (minima
infiammazione e secrezione limitata ai punti di
sutura
2) Infezione in sede di episiotomia e/o circoncisione
del neonato
3) Ustioni infette
Infezione del sito chirurgico limitata alla sede di incisione .
Infezione profonda
Infezione che si manifesta entro 30 giorni dalla data dell’intervento in
assenza di impianto protesico° , ovvero entro 1 anno in presenza di
impianto protesico o altro corpo estraneo; per infezione profonda
correlata all’intervento si intende anche l’infezione che coinvolge i
tessuti molli profondi ( es. fascia e muscoli adiacenti ) limitrofi alla
incisione se questa già riguarda per sede essi (es:tendinoplastica).
L’ infezione profonda presenza almeno uno dei seguenti segni o sintomi:
1. secrezione purulenta a partenza dai tessuti profondi ma non
coinvolgenti organi o spazilimitrofi all’incisione
2. incisione profonda spontaneamente deiscente o
deliberatamente aperta dal chirurgo quando ilpaziente
presenta almeno uno dei seguenti segni o sintomi: febbre
(>38°) dolore e/o tensione localizzata a meno che l a coltura
del sito sia negativa
3. Presenza di ascesso o di altre evidenze di infezione
osservate all’esame diretto, durante il reintervento,o
attraverso esami radiologici o istopatologici
4. Diagnosi di SSI profonda formulata dal chirurgo o dal
medico curante
• Note:
A] classificare come SSI profonde le infezioni che
coinvolgono sia gli strati superficiali che profondi della
sede di incisione (ND…a tutto spessore )
B] classificare una SSI coinvolgente organi e spazi
che dreni attraverso l’incisione come SSI limitata
alla sede di incisione profonda
Infezione del sito chirurgico che coinvolge organi e spazi
Infezione che si manifesta entro 30 giorni dalla data dell’ intervento in
assenza di impianto protesico, ovvero entro 1 anno in presenza di
impianto protesico o altro corpo estraneo e/o se correlata all’operazione
e infezione che coinvolge oltre che l’incisione un
qualsiasi distretto
anatomico ( organo o spazio ) che sia stato inciso o manipolato durante
l’intervento e presenta almeno uno dei seguenti segni o sintomi:
1. secrezione purulenta da un tubo di drenaggio posizionato all’interno
di un organo o spazio
2. isolamento di microrganismi da colture ottenute in modo asettico da
fluidi o tessuti provenienti o appartenenti ad organi o spazi
3. presenza di ascesso o di altre evidenze di infezione osservate
all’esame diretto, durante il reintervento, o attraverso esami
radiologici o istopatologici
4. diagnosi di SSI coinvolgente organi e spazi formulata dal chirurgo o
dal medico curante
Legenda:
Definizioni del National Nosocomial Infection Surveillance: corpo estraneo impiantabile, non bioderivato
(es. protesi di valvole cardiache, protesi vascolari non untane, cuore meccanico, protesi d’anca) che sia
permanentemente posizionato nel paziente durante l’intervento chirurgico.
Le infezioni acquisite in ospedale sono associate
ad una significativa morbilità; esse determinano
un allungamento della degenza ospedaliera e
possono determinare disabilità
prolungata o
permanente.
Le infezioni del sito chirurgico rappresentano
approssimativamente il 10% delle infezioni acquisite
in ospedale; è stato stimato che esse duplichino i
costi delle cure e determinino un aumento di 6,5
giorni della degenza in ospedale