PADOVA IN FLAMES 2008 Ovverosia: la più lunga partita giocata (finora) al Circolo! di Franz Basso Premessa: Questo è un resoconto di parte, non obiettivo e rispecchia solo le opinioni personali dell’autore. Verso la guerra Decidiamo di provare unacampagna di World in Flames verso la fine del dicembre 2007, mentre stiamo terminando una partita a Seven Ages. Siamo solo in tre e quindi, giocoforza, piazzeremo lo scenario “Fascist Tide” che simula la sola guerra in Europa ed Africa: Sebastiano “von Lettow” Sitran terrà Germania e Italia e giocherà contro Andrea “sgt.Pavlov” Pavan che terrà Francia e URSS e il sottoscritto che terrà USA e Commonwealth. La scelta di non giocare l’intera guerra è dettato anche dalla mancanza di spazio al Circolo nell’armadio delle mappe che, come noto, ha soltanto cinque ripiani: noi ne occuperemo tre con il nostro scenario e ci sarebbero serviti anche gli altri due per piazzare le mappe del Pacifico. Non potremmo certamente occupare l’intero armadio con un unico gioco che si prospetta assai lungo (alla fine durerà quasi un anno, con 30 sessioni di gioco per un totale di più di 120 ore). Chi conosce World in Flames sa bene che, oltre a scegliere quale scenario giocare, bisogna anche accordarsi su quale regolamento utilizzare. E già, perché sebbene il gioco ormai si fregi della boriosa dicitura “Final Edition”, il regolamento è già arrivato alla versione 7.0, e sono usciti una dozzina di supplementi, espansioni, annual con pedine, etc. Visto che useremo la mia copia del gioco, e visto che non ho più aggiornato la “Final (!?!) Edition” dopo il 2000, giocheremo solo con le regole uscite nello scorso millennio (!), con la sola aggiunta, tanto per provarli, dei leaders del supplemento “Leaders in Flames”. Ci accordiamo inoltre su quali regole opzionali utilizzare, scegliendo di giocare con la maggior parte di esse. Il Piano degli Alleati All’inizio della partita l’iniziativa è nella mani dell’Asse, per cui gli Alleati sono costretti ad adeguare la propria strategia alle decisioni del nemico. C’è però un collo di bottiglia attraverso il quale tutti i giocatori dell’Asse devono passare: la conquista della Francia. Ed il primo scopo che si prefiggono gli Alleati è rendere tale conquista il più difficile possibile Quindi: massiccio invio di rinforzi inglesi, contrattacchi e attacchi aerei ogni volta sia possibile, etc. Una volta caduta la Francia, la strategia degli Alleati dipenderà dalle scelte della Germania; se questa, come probabile, punterà decisamente contro la Russia, scopo degli Alleati sarà quello di realizzare questi quattro obiettivi: a) far entrare in guerra gli Stati Uniti il prima possibile, entro la fine del 1941, adottando una scelta di opzioni USA e di richieste URSS oltremodo “buoniste”; b) scaglionare il profondità le difese dell’Armata Rossa, rifiutando sin da subito l’aleatorio gioco del “pact garrison” (tralasciando quindi il tentativo di impedire la rottura del trattato Riebentropp-Molotov schierando le truppe vicino al confine, errore storicamente costato caro ai russi); c) tenere sin da subito un atteggiamento aggressivo nei confronti dell’Italia, per impedirle di rafforzarsi e nella speranza di farla cadere entro la fine del 1942 (anche per togliere flessibilità alle operazioni della Germania); d) una volta cominciata l’Operazione Barbarossa, fornire ogni aiuto possibile all’URSS, sotto forma di risorse, punti di produzione, unità di guarnigione. Come si vedrà, dopo un inizio veramente disastroso, il Piano funzionerà più o meno come previsto, con solo qualche aggiustamento. Piazzamento iniziale Le forze armate di tutte le nazioni vengono piazzate in modo piu’ o meno standard, anche se la conoscenza di quel che è accaduto sessant’anni fa fornisce una sorta di preveggenza ai giocatori, che modificano un po’ gli schieramenti: così il Commonwealth presidia per bene Gibilterra e Malta, e tiene le navi da trasporto pronte per portare il BEF sul continente, la Francia conserva un’armata di manovra ai confini con il Belgio ma non lascia sguarnito il punto di giunzione con la linea Maginot… la Germania è l’unica che si discosta radicalmente dal piazzamento “storico”, e concentra i suoi corpi d’armata d’elite ai confini con il Belgio, lasciando meno di un terzo del suo esercito ad occuparsi della Polonia. Settembre/Ottobre 1939 Il turno molto lungo (6 impulsi per l’Asse) e il tempo relativamente bello consentono alla Germania di aprire la partita in modo brillante. Le truppe di seconda scelta che invadono la Polonia riescono nonostante tutto a conquistarla entro il turno; si salvano solo i piloti polacchi, che, fuggiti in nazioni neutrali, si teletrasportano magicamente a Londra sotto forma di piloti inglesi. La Germania dichiara guerra anche a Danimarca e Belgio. Un corpo d’armata di fanteria tedesco invade e conquista senza problemi la Danimarca, sigillando in questo modo il Mar Baltico. Le divisioni d’elite della Wehrmacht avanzano in Belgio e occupano Liegi. Ingenti forze inglesi e francesi corrono in aiuto del Belgio. Battaglie aeree lungo il confine tra Francia e Germania. La RAF coglie di sorpresa la Kriegsmarine nel porto di Stettino, e affonda diversi mezzi da sbarco tedeschi, rendendo sin da subito molto più tranquilla la difesa di Albione. Novembre/Dicembre 1939 Nonostante il brutto tempo, i tedeschi continuano ad attaccare in Belgio. Le riserve mobilitate da ambo le parti vengono gettate nella mischia. Le divisioni del Reich riescono a sfondare la linea del fiume Dyle e ad occupare Bruxelles. Il Belgio è conquistato, ma la piccola nazione continua a combattere grazie al governo in esilio che dispone delle potenti (!) truppe coloniali del Congo e di una flotta di cacciatorpediniere. La Germania è particolarmente favorita dai tiri di dado e, sino ad ora, non ha perso che un paio di pedine di aerei, nessuna unità terrestre. Gli Stati Uniti dimostrano però di non gradire assolutamente la politica aggressiva del Reich e di apprezzare invece l’aiuto prestato dagli Alleati al Belgio, e regalano al Commonwealth alcune dozzine di vecchi cacciatorpediere. Gennaio/Febbraio 1940 Il tempo continua ad essere brutto, ma i tedeschi non allentano la pressione verso sud-ovest, utilizzando persino un offensive chit in un impulso di “Snow”; ormai occupano l’intero territorio belga. Debacle inglese ad Anversa, dove due corpi d’armata britannici vengono sbaragliati dai panzer nemici. Il dramma diventa tragedia con l’affondamento nel porto belga di metà delle unità da trasporto navale inglesi: per un anno, il Commonwealth dovrà affidarsi a due sole pedine di traporti navali per far fronte alle sue mille necessità di movimentazione di truppe. Per fortuna sui mari la situazione è ancora tranquilla e i temuti U-boot non si fanno vedere. Gli USA varano la legge Affitti&Prestiti e cominciano a fornire risorse a Gran Bretagna e Francia. Marzo/Aprile 1940 Utilizzando il secondo offensive chit, e con il provvidenziale aiuto della pedina leader Rommel, la Germania effettua un doppio buco a tenaglia nel fronte francese. Commonwalth e Francia cercano disperatamente di tamponare le falle, ma i loro due contrattacchi si risolvono in altrettanti disastri che lasciano l’intero fronte degli Alleati “girato” (=disorganizzato). Nonostante la presenza a Parigi del leader francese Darlan (che fornisce un notevole bonus nella difesa di città) i tedeschi riescono, sul filo di lana dello scadere del turno, ad occupare Parigi. La Francia capitola. Viene insediato il governo di Vichy, che ha a disposizione un numero molto alto di truppe e che controlla gran parte delle colonie francesi in giro per il mondo: solo il Camerun e il Madagascar dichiarano la propria fedeltà al governo in esilio della Francia Libera. La flotta francese getta l’ancora a Tolone, sotto il controllo del governo di Vichy. La prima parte del piano strategico degli Alleati è stato un fallimento totale. Maggio/Giugno 1940 E’ il momento delle decisioni fatali per la Germania: ha conquistato la Francia in anticipo su ogni previsione, e adesso le spalancano diverse opportunità: puntare su Gibilterra invadendo la Spagna (e poi invadere la Gran Bretagna o trincerarsi sulla difensiva?) oppure puntare subito sulla Russia in una mai-vista-prima Operazione Barbarossa 1940? oppure dedicarsi al massacro del BEF per poi prepararsi con cura al più classico Barbarossa 1941? Il Fuhrer opta per quest’ultima, più prudente strategia. Abbandonate dai compagni francesi, le divisioni superstiti del BEF vengono massacrate dalla Wehrmacht; mai in nessuna partita che si ricordi il Commonwealth ha perso in due turni 12 corpi d’armata in Francia. L’Italia entra in guerra ed affonda, assieme agli U-boot finalmente attivi in mare, 3 convogli inglesi. Strepitosa avanzata italiana fino alle porte di Alessandria. Risposta del Commonwalth che da una batosta alla flotta tedesca, alla sua prima sortita nel Golfo di Biscaglia, e alla flotta italiana che resta del tutto priva di trasporti, e quindi impossibilitata a rinforzare le truppe che ormai intravedono a portata di mano le Piramidi e Suez. Gli USA a sorpresa aumentano la produzione bellica, dimostrando di essere già ben avanti nel lungo processo di “incazzatura” che prelude alla loro futura (ma quanto futura?) entrata in guerra. Luglio/Agosto 1940 Prosegue l'offensiva dei sottomarini dell'Asse, che affondano altri cinque convogli alleati, riportando solo leggere perdite. Dopo la batosta subita il turno precedente gli ammiragli al comando di corazzate ed incorciatori tedeschi si guardano bene dal tentare sortite per emulare i propri camerati sommergibilisti. Primi timidi bombardamenti strategici su Londra e sulle città del Reich, con effetti quasi nulli (quello su Londra sarà l’unico bombardamento strategico tedesco dell’intera partita…). Nel Mediterraneo, la Royal Navy prende saldamente l'iniziativa affondando un paio di incrociatori pesanti italiani. Si decide intanto la guerra in Africa: gli italiani tentano il tutto per tutto in un attacco alle porte di Alessaandria, ma finalmente la fortuna volta le spalle all’Asse, che non riesce ad avanzare e finisce con tutte le pedine disorganizzate e fuori rifornimento. Il contrattacco inglese sbaraglia gli italiani infliggendo loro pesantissime perdite. Settembre/Ottobre 1940 Sui mari proseguono in tono minore gli scontri lungo le rotte dei convogli del Commonwealth, con perdite trascurabili da ambo le parti a causa dei pessimi tiri di ricerca dei giocatori. La Germania invade l'Olanda, anche se per una distrazione si dimentica di occupare Amsterdam; il Commonwealth, disperatamente a corto di truppe, sceglie di non inviare nessuno in soccorso della nazione dei tulipani. Le poche divisioni a disposizione di Londra sono infatti impegnate ad sbaragliare i resti della 10a Armata italiana in Egitto, e ad avanzare in Libia per occupare Bardia e Tobruk. La Regia Marina tenta invano di portar soccorso alle truppe isolate in Nordafrica, ma rimedia solo altre perdite. Novembre/Dicembre 1940 Nonostante il turno sia inusitatamente lungo per la stagione (4 impulsi per parte), non succede quasi nulla. La Germania occupa Amsterdam facendo capitolare l’Olanda. Sui mari, i pessimi tiri di ricerca dell’Asse fanno sì che i sub tedeschi ed italiani non riescano ad intercettare un solo convolgio inglese. Anche nel Mediterraneo, dove la Regia Marina ha riparato nella relativa sicurezza della base della Spezia, gli aerei dell’Asse non riescono ad individuare le navi della Royal Navy, che ormai è signora e padrona delle acque comprese tra Gibilterra e Suez. Grazie al ferreo controllo dei mari e dei rifornimenti, l’8a Armata inglese continua la sua avanzata verso ovest ed occupa Bengasi. Gennaio/Febbraio 1941 Sui mari la “bonaccia di avvistamenti” prosegue, anche se qualcosa pare muoversi rispetto al turno scorso ed un convoglio inglese cola a picco (a fronte però della perdita di un sub italiano). Le truppe del Commonwealth proseguono l’avanzata lungo il Golfo della Sirte in direzione di Tripoli. Magistrale colpo di mano delle nazioni dell’Asse che, con un’azione combinata degna di passare alla storia, dichiarano guerra alla Grecia ed occupano Atene. Colpevoli negligenze nel piazzamento dei greci e letargica reazione della Royal Navy fanno sì che gli sbarchi tedeschi, appoggiati dall’aviazione e dalla marina italiane, non trovino preticamente ostacoli. La Grecia viene conquistata. Proteste del mondo intero e notevole “incazzatura” degli Stati Uniti (=pescato un “6” per la guerra alla Grecia), il cui Congresso approva il decreto sugli stanziamenti bellici, premessa indispensabile all’entrata in guerra e indice che il Presidente è ad un passo dallo schierare il colosso americano a fianco degli Alleati. Marzo/Aprile 1941 Dopo le mosse diplomatiche del turno precedente, gli Stati Uniti entrano in guerra (mi pare di ricordare che il tentativo avesse il 70% di riuscita) ed iniziano ad inviare unità nel Mediterraneo. Gli Alleati dichiarano guerra alla Francia di Vichy ed occupano l’Algeria (gli USA) e la Siria (gli inglesi). Ha luogo, al largo di Algeri, quella che sarà la più grossa battaglia navale di superficie dell’intera partita, battaglia che vede contrapposte due squadre navali Alleate (una inglese ed una statunitense) e l’intera flotta di Vichy: alla fine dello scontro, giacciono in fondo al mare un incorciatore e alcuni trasporti americani da una parte, tre corazzate francesi dall’altra. L’8 Armata prende d’assalto la guarnigione (isolata) di Tripoli e porta a compimento la conquista della Libia. Nell’Atlantico, gli U-Boot infliggiono pesanti perdite (8 convogli) agli Alleati, ma pagano un prezzo non indifferente (3 sub danneggiati). L’URSS, ora che non ha più da temere l’opinione pubblica americana, sfruttando un noto bug nelle regole, dichiara guerra all’Italia in modo da poter migliorare la propria posizione e produzione in attesa dell’imminente attacco tedesco. Maggio/Giugno 1941 L’entrata in guerra anticipata degli Stati Uniti e la perdita dell’Africa sono stati duri colpi per l’Asse; ma la Germania può ancora vincere la partita nei prossimi due turni, se riesce a sbaragliare l’Unione Sovietica. Il turno si apre infatti con l’invasione tedesca dell’URSS. Appoggiata da corpi di spedizione inviati da Italia, Romania, Ungheria e dalla Yugoslavia (che si è unita all’Asse grazie alla caduta della Grecia) e con il supporto nel freddo nord delle truppe finlandesi, la Wehrmacht avanza nelle pianure di Ucraina e Bielorussia. Il grosso dell'esercito sovietico e' schierato sul Dnepr a centinaia di chilometri dal confine. L'avanzata tedesca a nord delle paludi e' rallentata dal tempo e da una debacle nell'attacco a Vilnius. Il Gruppo d'Armate Sud invece raggiunge il Dnepr, che tenta di attraversare in due punti con l'uso di un offensive chit; un attaco fallisce miseramente: il leader Rommel, provvidenziale in Francia, fa una pessima figura e viene richiamato in patria. L'altro attacco ha successo e il pronto contrattacco russo contro la testa di ponte tedesca riesce solo in parte. Lungo le coste del Mar Nero, la città di Odessa resta isolata ma resiste ad un attacco delle armate rumene. Nel Mediterraneo, la flotta alleata pattuglia incontrastata il Mar Tirreno e il Golfo di Marsiglia, mancando solo per una questione di ore l'attacco alla flotta italiana rintanata a La Spezia. Nel frattempo tre divisioni di Marines sbarcano sulla Costa Smeralda in Sardegna dando inizio all’offensiva degli Alleati contro il “ventre molle dell’Asse”. Luglio/Agosto 1941 Questo turno lunghissimo (6 impulsi per l’Asse) di tempo sempre bello vede un titanico ma infruttuoso sforzo tedesco per sfondare la linea del Dnepr. I russi contrattaccano ovunque (il consigliere militare americano trema al pensiero degli attacchi lanciati dagli inesperti ma volenterosi marescialli della Stavka) e le perdite sono notevoli da ambo le parti; se fino ad ora la partita era scivolata via senza eccessivo logoramento per i contendenti, in questo turno si vede per la prima volta in quale trita-pedine può trasformarsi il Fronte Russo. Alle spalle della linea del Dnepr, la Fortezza Odessa resiste al secondo attacco dell'armata rumena. A fine turno, le steppe di Russia e Ucraina sono ricoperte di pedine “girate” e l'avanzata dell'Asse si misura con parametri da prima guerra mondiale. In compenso, la flotta sottomarina russa da una bella ripassata ai convogli tedeschi nel Baltico. All'estremo nord, un corpo di spedizione inglese comandato dal generale Alexander si pone a difesa del porto di Murmansk, dove continuano ad affluire convogli carichi di materiali per l' Armata Rossa. Nel Mediterraneo, gli Alleati conquistano la Sardegna grazie ad un’azione combianta di marines e paracadutisti inglesi, azione fotocopia di quella dall’Asse in Grecia e che aggira le linee di difesa italiane. Negli scontri sul mare, poche le perdite, equamente divise tra le parti in lotta. Settembre/Ottobre 1941 E’ un turno breve, di tempo brutto e piovoso, ed in cui non succede nulla di rilevante. Sul fronte orientale, l'Armata Rossa "rettifica" il fronte in modo da sistemarsi in posizioni migliori. Il Reich lancia due soli attacchi in tutto il turno: nel primo i rumeni falliscono ancora una volta (e tre!) contro Odessa; nel secondo, un imponente armata corazzata tedesca viene messa ok dalla difesa in profondita' russa e dalla massa di artiglieria schierata con lungimiranza da Koniev. Sul fronte del Mediterraneo, la Regia Marina manda buona parte della sua aviazione navale ad attaccare il porto di Olbia, nella speranza di affondare alcuni dei preziosi trasporti navali degli Alleati. I caccia della RAF basati in Sardegna massacrano gli aerei italiani. Un raid delle portaerei inglesi nel Mare Adriatico porta all'affondamento della corazzata Giulio Cesare nel porto di Trieste. N.B. Questa è l’unica volta in cui manca Andrea “sgt. Pavlov”, su 30 sessioni di gioco. Novembre/Dicembre 1941 Altro turno breve con tempo pessimo, neve in Russia e piogge torrenziali nel Mediterraneo. In Russia il fronte è praticamente immobile, con il tedesco che non si fida ad attaccare l'ormai solida muraglia di pedine marroni e con il russo che rimane sulla difensiva e non azzarda un’offensiva invernale, temendo di sprecare il suo prezioso, unico, offensive chit. La mancanza di attacchi tedeschi ha il vantaggio, per l’Asse, di ridurre di un po' la produzione russa in questo turno. Nel Mediterraneo, gli anglo-americani continuano ad ammassare pedine e lanciano una seconda operazione combinata parà-marines conquistando l'Albania. Pessimo inizio dell'offensiva strategica degli Alleati, con i primi seri bombardamenti dopo le prove d’orchestra dell’estate scorsa: diverse centinaia di bombardieri prendono di mira le fabbriche del nord della Francia, fabbriche che lavorano ora per il Reich; la Luftwaffe interviene in forze ed infligge pesanti perdite ai caccia della RAF e ai bombardieri americani. Gennaio/Febbraio 1942 Per il terzo turno consecutivo il tempo è pessimo, con conseguente ridotto numero di impulsi. Entrambe le parti sono scoraggate dall’attaccare, viste le pesanti penalità imposte dalle condizioni meteo. In Russia fallisce un assalto delle armate combinate tedesco-finlandesi a Leningrado, dove le paludi erano ghiacciate a causa delle temperature polari. Il resto del fronte è di fatto congelato sulla linea di quattro mesi fa. Exploit dei sub dell'Asse che, favoriti dal pessimo tempo che costringe a terra l'aviazione alleata, fanno strage di convogli affondando ben 14 punti; da questo turno in poi l'URSS smette di ricevere i rifornimenti (8 build points) che il Commonwealth le inviava ogni turno. Nel Mediterraneo, prosegue l'accumulo di unità degli Alleati in Sardegna e sulle coste del NordAfrica, ma le condizioni meteo non consentono gli sbarchi. Un'imponente squadra di portaerei, appoggiata da aerei basati a terra (11 portaerei + 5 aerei basati a terra!) attacca la squadra navale italiana alla fonda a La Spezia; complice il tempo piovoso e una certa fortuna dell'Asse, la montagna partorisce un topolino e l'unico risultato è l'ennesimo danneggiamento di un trasporto italiano. Marzo/Aprile 1942 Finalmente il tempo accenna a migliorare, ma non si rasserena del tutto e, di conseguenza, il turno dura abbastanza poco. In Russia, i tedeschi tentano un solo attacco a nord di Smolensk; eliminano un corpo d'armata sovietico ma non riescono ad avanzare. I russi non osano contrattaccare, pensando saggiamente a rafforzare il fronte, preparandosi all'imminente ripresa dell'offensiva nazista. Infatti, anche se le forze a terra si equivalgono, l'Asse ha ancora il dominio dei cieli, abbatte ogni turno un paio di pedine di caccia russi e può agevolmente supportare ogni attacco (o correre in soccorso di proprie unità in difesa) con numerose squadriglie di Stukas. La Battaglia dell'Atlantico segna finalmente qualche punto a favore degli Alleati che, a fronte della perdita di 1 solo punto convoglio, eliminano due pedine di sub tedeschi e mandano in fondo al mare il fastidioso leader Doenitz. Riprende anche l'offensiva aerea sulle fabbriche controllate dai tedeschi; ormai il sud dell'Inghilterra brulica di pedine di quadrimotori anglo-americani e gli effetti si fanno sentire: colpita Lilla e colpita pesantemente Amburgo. Le grandi novità arrivano però dal fronte del Mediterraneo, con l’invasione dell’Italia. Un immensa flotta (13 portaerei, 16 corazzate. etc) appoggia lo sbarco di due armate anglo-americane sulle coste dello Stivale. La 5a armata americana occupa il porto di Civitavecchia e si spinge rapidamente all'interno, mentre l'8a armata inglese sbarca sulle coste del Molise e, con agile manovra, scavalca l'appennino giungendo a Caserta e tagliando in due la penisola. Maggio/Giugno 1942 Il primo turno di tempo veramente bello da dieci mesi a questa parte. In Russia, il fronte Sud non si muove di un esa, nonostante un'offensiva russa oltre il Dnepr, subito ricacciata indietro da un pronto contrattacco tedesco. Quarto, infruttuoso assalto dell'Asse a Odessa, ormai città-simbolo della resistenza sovietica. Nel nord invece, le armate tedesche cominciano un lento ma inarrestabile movimento di "scivolamento" oltre l'ala destra del fronte russo, giungendo a minacciare la regione di Mosca da nord. Sui mari tutto tace; le flotte di superficie dell'Asse stanno rintanante nei porti, e cosi' pure i wolfpacks di sommergibili, che con il bel tempo temono di confrontarsi con le portaerei di scorta o gli aerei del Costal Command; i convogli Alleati sono per ora al sicuro. In Italia invece infuria la lotta: gli americani conquistano Roma, ma due pronti contrattacchi italiani, uno da nord e uno da sud, riducono un po' lo spazio di manovra degli Alleati, che si rifanno occupando parte della costa tirrenica, su fino ad Ancona. Prosegue l'offensiva aerea sulla Germania, con il primo bombardamento pesante di Berlino, e un secondo bombardamento su Amburgo. Nel lontano Corno d’Africa, l’embrione di quella che diventerà la multietnica Armata Arlecchino conquista Addis Abeba e Asmara mettendo la parola Fine sull’impero mussoliniano. Luglio/Agosto 1942 Il tempo rimane bello per tutto il turno. In Russia, sul fronte sud, questa volta sono i tedeschi ad attaccare oltre il Dnepr ma vengono ributtati indietro da un contrattacco russo: ormai il fiume, in questo settore, è da un anno una frontiera invalicabile. Nel nord invece, le armate dell'Asse avanzano un po' occupando Smolensk e, soprattutto, giungendo a minacciare Mosca proseguendo la manovra iniziata il turno scorso; un assalto a Kalinin è respinto dai difensori russi fatti accorrere con tutti i mezzi possibili. Mosca è a soli due esagoni dalle punte avanzate della Wehrmacht (come avvenuto storicamente nell’ottobre 1941). La marea tedesca giunge al suo apice in Russia; d’ora in avanti sarà costretta a rifluire. Nell'Atlantico non vi e' alcuna sortita di navi o sottomarini dell'Asse, timorosi delle vigili scorte anglo-americane. In Italia, un tentativo italo-tedesco di liberare Roma fallisce, ma l'uscita della squadra da battaglia italiana, in appoggio all'offensiva, porta ad una serie di scontri dove colano a picco navi da ambo le parti: la flotta italiana e' praticamente distrutta, ma porta con sè alcune navi inglesi (si affrontano 10 portaerei, 20 corazzate e 14 incrociatori Alleati contro 3 corazzate e 6 incrociatori italiani...e gli inglesi hanno il coraggio di perdere la Formidable e la Ramilles!). Nel frattempo, a terra, fallisce miseramente un primo assalto a Napoli. Dopo qualche giorno l'assalto viene rinnovato e Napoli e' conquistata dagli americani. L'Italia capitola (conquista completa), spariscono tutte le unita' terrestri ed aeree italiane in mappa; la Littorio e tre incrociatori riparano a Spalato sotto bandiera tedesca, mentre gli Alleati si impadroniscono di una decina di navi italiane tra danneggiate e in allestimento nei cantieri. Settembre/Ottobre 1942 Come al solito sono le condizioni meteo a dettare l’andamento delle operazioni; il tempo è brutto sul Fronte Orientale e bello nel Mediterraneo. In Russia quindi le operazioni subiscono una pausa; la Germania arretra leggermente il Gruppo Armate Nord e ritira un po' di aerei a difesa della Germania. Anche questo turno, infatti, il territorio del Reich viene bombardato dai quadrimotori degli Alleati. Unica azione rilevante ad est, la sortita della guarnigione di Odessa, appoggiata da un lancio di para'. Sui mari, sparite ormai di fatto le flotte di superficie dell'Asse, sono gli U-Boot i veri protagonisti: per ben tre (tre!) volte sorprendono i ben scortati mercantili alleati nel Faroer Gap e affondano 12 punti di convogli. Per la prima volta appaiono dei raiders giapponesi lungo le rotte dell'Oceano Indiano, ma non riescono a "vedere" le navi del Commonwealth. Nel fronte del Mediterraneo, l'improvvisa uscita di scena dell'Italia alla fine del turno scorso ha lasciato la Germania in una posizione molto delicata. Ne approfittano gli anglo-americani che passano all'offensiva, sbarcando un po' dappertutto e lanciando un'armata aviotrasportata nel Sudtirolo filo-Alleato (!). Attacchi e contrattacchi si susseguono per oltre sei settimane e alla fine del turno le armate del 3° Reich conservano solo parte del Piemonte e buona parte del Triveneto; il resto dell'Italia e' sotto il dominio (pardon: la protezione) degli Alleati. Novembre/Dicembre 1942 In Russia si esordisce con un attacco tedesco alla sacca di Odessa, che viene ridotta a piu' "normali" proporzioni. Risponde il sovietico che attacca sia con il bel tempo che in mezzo alle bufere di neve, tanto a nord quanto a sud del fronte e guadagna qualche prezioso esa. In mare, i sub dell'Asse non riescono a trovare i 15 ghiotti punti-convoglio nel Bay of Biscay; vengono anzi stanati da un prode Sunderland che affonda qualche UBoot e ricaccia gli altri a casa. Dall'Inghilterra, che e' ormai ridotta ad un unico, immenso campo d'aviazione, partono centinaia e centinaia di bombardieri pesanti che colpiscono abbastanza seriamente la Ruhr (ma nessuna fabbrica tedesca "rotta" fino ad adesso). In Italia prsegue l'avanzata degli Alleati verso nord; i tedeschi paiono decisi a porre una seria resistenza sulle Alpi, e difendono un fronte che va dal Triglav alla Carnia al Brennero, con truppe di copertura a Bolzano e Trieste. Uniche azioni degne di nota l'eliminazione della sacca di resistenza tedesca in Piemonte e l'occupazione alleata di Zara e Spalato, con fuga della flotta italo-tedesca che, inseguita e attaccata nei porti di Dubrovnik e Patrasso, a fine turno è ridotta ad un incrociatore italiano e ad un pugno di cacciatorpediniere iugoslavi. Gennaio/Febbraio 1943 Anche questo è un turno breve di tempo brutto, cosa normale in inverno. In Russia la situazione ad inizio turno e' statica, ma verso la fine di febbraio, dopo un'offensiva russa coronata da successo a nord di Smolensk, a sorpresa un assalto a Leningrado porta alla caduta della citta' nelle mani delle armate congiunte di finlandesi e tedeschi. Grande legnata al morale dei sovietici e preziose armate dell'Asse che si liberano per altri impegni proprio al momento giusto. Nell'Atlantico la guerra sottomarina langue, vuoi per la scarsita' di sub russi, vuoi perchè l'Alleato, dopo le batoste di un anno fa, scorta con piu' cautela i suoi convogli. In Inghilterra continua il build-up di forze di tutte e tre le armi, sia americane che inglesi (=si fa una fatica bestiale a muovere le pedine anche con le pinzette). Hanno luogo i piu' devastanti bombardamenti visti sin'ora sulla Germania: colpite Amburgo (-3 pp) e Berlino (-3 pp e -1 factory). In Italia, il tedesco completa la sua ritirata dal Belpaese che passa interamente sotto il controllo degli Alleati: il fronte corre ora sulle Alpi, lungo il confine del 3 Reich (e qui resterà immobile per ben due anni!). Marzo/Aprile 1943 Turno lungo con tempo abbastanza bello. In Russia l'Asse si ritira di qualche esagono, portando il fronte a percorrere quasi per intero la linea del Dnepr; questo le permette di inviare qualche corpo d' armata ad ovest, dove si teme un imminente invasione della Francia. i sovietici tentano qualche attacco ma vengono respinti con pesanti perdite dai contrattacchi tedeschi. Nell'Atlantico, solcato senza posa da navi che trasportano da tutto il mondo unita' militari in Inghilterra, i sub dell'Asse non riescono a mettere a segno colpi degni di nota; sono anzi le unita' di scorta del Commonwealth a registrare qualche successo affondando diversi UBoat. In Inghilterra ormai non ci stanno più pedine: bisogna cercare con cura i posti dove basare gli aerei, e calcolare con cura dove piazzare le unita' terrestri in vista della piu' preannunciata invasione della storia (a fine turno in Inghilterra ci sono 47 pedine aeree, 25 corpi d'armata, 5 unita' anfibie, 14 trasporti navali, etc.). Anche in questo turno il Comando Bombardieri fa qualche puntatina sulle fabbiche tedesche, con effetti inferiori al turno precedente (-3pp). In Italia la situazione e' statica, complici il tempo e il terreno montuoso lungo cui si dipana il fronte. Anche qui i tedeschi tolgono qualche unita' per mandarla in Francia (a fine turno in Francia ci sono 11 corpi d'armata + altri 12 pronti in Benelux o in Renania). Maggio/Giugno 1943 Bel tempo con 5 impulsi per ambo le parti. Turno da incubo per la Germania. In Russia, l'Armata Rossa lancia una poderosa offensiva sul fronte Sud (con 2 Offensive Chits), sfonda la linea del Dnepr in piu' punti, libera Kiev e getta nello scompiglio le difese tedesche, anche grazie a tiri di dado molto buoni; solo la fine del turno impedisce l'annientamento totale di mezzo fronte tedesco in Russia. In Italia la situazione ormai si e' fossilizzata sulla linea delle Alpi; le montagne e la paura di entrare nel territorio del Reich (con relativo boost alla produzione della Germania) frenano gli Alleati. Il 6 maggio 1943 un'imponente armata anglo-americana sbarca sulle coste francesi, tra St.Malo e Calais. La pronta reazione tedesca impedisce a nord ogni progresso degli Alleati, ma questi riescono ad occupare quasi tutta la Bretagna e buona parte della regione compresa tra la Loira e la Senna. L'avanzata si blocca di fronte a Parigi e Lilla, che resistono a due assalti. Sui mari si assiste all'ultima missione della Kriegsmarine, che manda le navi in una carica banzai contro “la flotta delle 5000 navi" anglo-americane che incrociano al largo della costa francese. Ne approfitta la Royal Navy che occupa il porto danese di Friedrikshaven aprendosi una limitata porticina d'accesso al Baltico. A causa delle necessita' tattiche (bombardamenti a tappeto), l'offensiva aerea sulla Germania subisce una pausa temporanea. Per quanto riguarda gli UBoot, perse le basi francesi, sono ormai ridotti ad un pallido ricordo della minaccia di un anno fa e solo per abitudine il Commonwealth continua a scortare i propri convogli. Luglio/Agosto 1943 Turno lungo con bel tempo tipicamente estivo. Se il turno precedente era stato favorevole agli Alleati (anche per i tiri di dado), questo e' altrettanto favorevole all'Asse, soprattutto sul fronte francese. In Russia, l'offensiva sovietica riprende bene, e tutto il fronte sud tedesco si salva grazie alla presenza dell'HQ yugoslavo (!!!), ma presto la sorte volge le spalle ai russi che vengono fermati piu' dai dadi che dalle unita' dell'Asse; comunque, l'offensiva estiva ha dato ai sovietici il possesso di Kiev (+0,25 di produzione), tolto ai tedeschi le tre risorse del bacino del Donec e liberato dopo due anni l'eroica guarnigione di Odessa. La linea del fronte nord resta immutata, ma anche lì non mancano violenti scontri che portano a pesanti perdite e nessun guadagno territoriale per ambo le parti. In Italia tutto tace, come pure nell'Atlantico, libero dagli UBoot. In Francia gli Alleati ben sfruttano la loro superiorita' aerea per abbattere parecchi aerei tedeschi, ma una notevole sfortuna nei tiri di dado a terra fa sì che, nell'intero turno, il fronte non si sposti di un esa. Falliscono due assalti su Parigi, difesa tra l'altro dal I corpo d’armata delle SS, e su Lilla, che dapprima cade in mano agli australiani, poi viene ricatturata da un contrattacco tedesco. Gli Alleati si rifanno in parte con la campagna di "strangolamento" dell'economia tedesca: riprendono i bombardamenti strategici sulla Germania, e questa volta devastano Colonia. Nel Baltico, una Task Force inglese fa strage di convogli e nevi tedesche anche se, grazie al possesso di Leningrado, i tedeschi riescono ancora a rifornirsi del prezioso “acciaio svedese”. Settembre/Ottobre 1943 Turno abbastanza lungo e con tempo discreto. In Russia, i successi dell'Armata Rossa sembrano aver lasciato il posto ad una fase si sietzkiek, con limitati attacchi-contrattacchi da ambo le parti. Solo all'estremo nord del fronte e lungo i confini delle paludi del Pripjat, il movimento "ad ameba" delle divisioni russe pare ottenere qualche successo. Sui mari e sul fronte del Mediterraneo tutto tace; le forze di ambo gli schieramenti sono state spostate su altri fronti e le deboli divisioni lasciate a fronteggiarsi lungo le Alpi si guardano in cagnesco dalle trincee inespugnabili. Sul fronte occidentale il turno si apre con un doppio uso di offensive chit; i bombardieri della RAF radono al suolo Lilla e Parigi e stendono un tappeto di fuoco su cui avanzano comodamente le armate americane che sgombrano dal nemico gran parte della Francia settentrionale. La Francia viene liberata. L'avanzata viene momentaneamente bloccata di fronte a Bruxelles dalla sfiga ai dadi che perseguita gli Alleati in questo scorcio d’estate. Per fortuna, grazie all'appoggio della 2nd Fleet, viene liberata Anversa. Pesanti bombardamenti sulle fabbriche tedesche della Ruhr. A fine turno, essendo stata liberata Pargi, le forze della Francia di Vichy voltano faccia per una seconda volta e salgono sul carro delle Democrazie Vittoriose (!). Novembre/Dicembre 1943 Turno breve con tempo pessimo. In Russia, a parte un po’ di attività di partigiani, il fronte appare fermo, con i sovietici che non si azzardano a sfruttare i favori che riserva loro il "generale inverno". E sì che ormai la Germania ha ceduto loro il controllo dei cieli, avendo spostato il 90% della Luftwaffe in madrepatria per cercare di far fronte allo strapotere anglo-americano. L'unico attacco russo infatti si rivela un successo proprio grazie agli aerei: il fronte rumeno viene sfondato lungo il Mar Nero e i tedeschi cominciano a temere per i campi petroliferi di Ploesti. Tutto tace sulle Alpi, mentre il corpo di spedizione sudafricano, avanguardia dell’Armata Arlecchino, completa la sua lunga traversata dell'Epiro e occupa il porto di Salonicco, dove viene prontamente fatto sbarcare un corpo alpino francese. Ad occidente intanto, il fronte è congelato dal tempo inclemente che blocca qualsiasi velleità offensiva. Unica nota da segnalare, l'abbandono da parte dei tedeschi di Bruxelles, ormai semi-circondata e la conseguente liberazione del Belgio. Gennaio/Febbraio 1944 Altro turno breve con tempo pessimo. In Russia avvengono gli unici scontri degni di nota, anche grazie alla regola che permette ai sovietici di negare le penalità purchè attacchino con almeno metà delle pedine "bianche" (=truppe migliori). In una serie di sei attacchi russi e un contrattacco tedesco vengono macinate un bel po' di unità. L'Asse comincia a sentire il peso della supremazia sovietica, avendo dovuto trasferire parecchi corpi d'armata e decine di squadriglie ad ovest. Ad ovest, appunto, dove tutto è fermo a causa del tempo. Nell'unico impulso di tempo appena decente (=neve!) gli Alleati effettuano una missione di "air superiority" per dimostrare ai tedeschi di chi è il dominio dell'aria; la Luftwaffe, che ha inviato oltre 2000 aerei contro i bombardieri strategici americani, è costretta a battere in ritirata quando più di 5000 caccia anglo-americani si levano incontro ai Fw190 e Me109. Unica azione offensiva del turno, la liberazione di Copenhaghen, che apre del tutto le porte del Baltico alle marine Alleate: una mossa apparentemente secondaria ma che risulterà decisiva nel prosieguo della partita. Sul fronte sud continua il rafforzamento e la lenta espansione della testa di ponte di Salonicco che, minacciando Bulgaria e Yugoslavia, costringe l'Asse a distogliere sempre più forze dai fronti principali. Marzo/Aprile 1944 Turno mediamente lungo con tempo prima bello poi brutto. Sul fronte occidentale ha luogo la più grande e complessa operazione dell’intera guerra, a dire il vero una serie di operazioni concatenate tra loro. Sfruttando l’accesso finalmente possibile al Mar Baltico, gli americani conquistano la Finlandia sommergendo Helsinki di marines, lanciano i loro bravi parà su Berlino e sfondano il fronte tedesco in Olanda, liberandola. Gli inglesi sbarcano sulla costa da Lubecca a Rostock e occupano Amburgo e Stettino. Con l'aiuto dei francesi, attaccano in Alsazia-Lorena e chiudono in una sacca due corpi corazzati SS, massacrandoli. Sul fronte orientale, dopo aver a lungo meditato su come giocare il suo bravo Offensive Chit, il sovietico lancia una serie di massicci attacchi in Ucraina, riuscendo in parte ad "insaccare" un'armata crucca. Vista la situazione in occidente, il tedesco inizia una rapida ritirata lungo tutto il fronte, cercando di portare più truppe possibili vicino alla madrepatria in pericolo. Il russo fatica un po' a star dietro alle più veloci unità tedesche. Sul fronte meridionale l’accozzaglia multietnica di corpi d'armata comprendente truppe africane, australiane, francesi, brasiliane, honduregne etc. viene ribattezzata sul campo Armata Arlecchino e si lancia lungo le vallate balcaniche verso Sofia e Belgrado. N.B. con l’occupazione americana di Berlino, a norma di regolamento, la partita sarebbe a questo punto terminata per “vittoria automatica” degli Alleati. Noi continuiamo ugualmente per vedere come andrebbe a finire se non ci fosse questa regola. Maggio/Giugno 1944 Turno di bel tempo, cinque impulsi per parte. Continua l'offensiva degli americani nel nord della Germania. La Ruhr viene completamente occupata. Gli inglesi invece liberano gli ultimi esa di Francia, sfondano la Linea Sigfrido a Saarbruchen e occupano tutta la sponda sinistra del Reno; una volta tanto la fortuna (ai dadi) arride agli Alleati. In quello che un tempo era il fronte orientale, i sovietici non riescono a tenere il passo con i tedeschi in rapidissima fuga verso ovest. Qualche guarnigione crucca viene macinata lungo la via, ma il grosso delle armate tedesche riesce ad abbandonare indenne Polonia e Romania per trincerarsi sui monti della Cecoslovacchia e Yugoslavia, e attorno a Budapest. Conquistata la Bulgaria, l'Armata Arlecchino punta verso Belgrado, ma le sue avanguardie vengono travolte strada facendo dai corpi corazzati tedeschi d'elite in fuga dalla Russia. Il fronte in questo scacchiere non si muove poi di molto. Dal punto di vista economico ormai la Germania è ridotta alla fame: questo turno ha prodotto solo 4 (quattro!) punti di unità e ormai ha quasi esaurito le scorte di benzina, avendo perso Ploesti e le fabbriche di carburanti sintentici della Germania settentrionale. Luglio/Agosto 1944 Il turno si apre con una massiccia offensiva aerea anglo/americana, che porta al totale annientamento delle residue capacita' produttive tedesche. Centinaia di caccia del Reich vengono abbattuti dai ben piu' numerosi intercettori alleati. La Germania resta anche senza carburanti pertanto d'ora in avanti non potra' riorganizzare che pochi aerei, carri, comandi, etc. alla fine di ogni turno. Dopo l' offensiva aerea, scatta quella terrestre che porta all' occupazione di Lipsia, Dresda e Francoforte. Ad est, il rullo compressore sovietico finalmente (!) giunge a contatto con le posizioni difensive tedesche. Sulle montagne le divisioni dei russi vengono fermate, ma nella piatta puszta ungherese e' impossibile arrestarle. Grazie ad un offensive chit viene conquistata Budapest. Più a sud, l’Armata Arlecchino giunge finalmente nei pressi di Belgrado, mentre sulle Alpi il corpo d'armata Highlander (alpini inglesi) entra in Austria. Ma in questo settore le forze degli Alleati sono troppo esigue per montare una seria offensiva, e servono piu' che altro come minaccia potenziale per tener vincolate un po' di unita' tedesche. Settembre/Ottobre 1944 La prima parte del turno è dominata dal bel tempo che favorisce gli attacchi degli Alleati (soprattutto Occidentali...) che occupano Praga, Karlsruhe e Norimberga, quest’ultima devastata dall’ennesimo bombardamento a tappeto di quadrimotori anglo-americani; le perdite tedesche raggiungono proporzioni incredibili. Improvvisamente, a metà ottobre inizia a piovere e la fortuna (ai dadi) volge le spalle agli attaccanti che si impantanano alle porte di Stoccarda (gli inglesi) poco fuori Monaco (gli americani) e sulle alpi austriache (i russi). Fallisce un attacco dell'Armata Arlecchino a Belgrado. Appaiono partigiani filo-tedeschi in Yugoslavia e Italia (!) Novembre/Dicembre 1944 Le speranze di un Natale di Pace svaniscono con il tiro dell'iniziativa (Asse) e quello del meteo (Bufere di neve ovunque). Turno brevissimo che vede il lento avanzare dei sovietici contro i bastioni alpini difesi da uno schermo di truppe tedesche. Il grosso della Wehrmacht è impegnato a tenere a bada gli americani che riescono a giungere alla periferia di Monaco ma vengono ricacciati indietro da un ultimo disperato colpo di coda delle WaffenSS (Wacht am Brauerei?). La Festung Bavaria (=ridotto bavarese) è un concentrato di divisioni tedesche, il cui morale è ben lungi dal crollare. Gennaio/Febbraio 1945 In Germania, favoriti da un tempo brutto ma comunque migliore di quello del turno precedente, gli Alleati occidentali conquistano due delle tre fabbriche rimaste al tedesco: gli inglesi occupano Stoccarda e gli australiani Belgrado. Gli americani avanzano verso sud e arrivano adiacenti a Monaco da due esa. I sovietici hanno un fronte alquanto ridotto, strozzati come sono tra le armate angloamericane presenti in Boemia e Carinzia. Si rifanno in parte dando una ripulita ad alcune sacche di forze dell'Asse rimaste isolate nella grande ritirata di maggio 1944; di rilievo la liberazione di Leningrado che porta alla scomparsa delle ultime unità navali tedesche (le due "corazzate" Schleswig-Holstein e Schlsien). Marzo/Aprile 1945 Il primo impulso vede un'imponente offensiva aerea americana che spazza dalla mappa diverse unita' tedesche, consentendo finalmente alle truppe ferme da due anni in Italia di impadronirsi dei passi alpini. Sui fianchi ovest ed est della Festung Bavaria, lenti i progressi di francesi e russi. Il secondo impulso vede il tempo peggiorare ma questo non impedisce agli americani di lanciare l'Offensiva Definitiva che porta alla conquista di Monaco e alla fine delle speranze tedesche. Persa l'ultima fonte di rifornimento, le pedine tedesche superstiti vengono macinate una ad una e solo l'improvvisa fine del turno impedisce agli Alleati di spazzar dagli ultimi due esa di Germania le ultime pedine nemiche. Nota di colore finale, il lancio della Bomba Atomica su una sacca di tedeschi isolati in Ucraina: più un monito al “compagno Stalin” che una vera necessità bellica. Conquista totale della Germania e fine della partita. Il dopoguerra Finalmente una partita di World in Flames giocata sino alla fine. Le partite precedenti, tutte, si erano concluse anticipatamente, di solito con la resa di una delle fazioni. In questo caso, anche se in teoria la guerra sarebbe dovuta terminare nell’aprile del 1944, abbiamo proseguito sino al termine dello scenario, per vedere cosa sarebbe successo alla leggendaria Festung Bavaria. Credo che siamo riusciti a dimostrare che World in Flames può essere divertente anche per chi lo gioca solo sulla difensiva e senza grandi speranze di vittoria. Comunque, onore al merito a Sebastiano “von Lettow” Sitran che ha dimostrato una grande sportività nel continuare a giocare una partita che negli ultimi mesi non gli offriva più molte possibilità d’azione. La guerra era iniziata incredibilmente bene per l’Asse, che era riuscita a conquistare la Francia ad inizio del 1940, cosa che sinceramente ritenevo quasi impossibile. Sebastiano aveva poi inanellato altri successi, primo tra tutti l’entrata in guerra a fianco della Germania della Yugoslavia. Dall’inizio del 1941 però la bilancia ha cominciato a pendere a favore degli Alleati, grazie soprattutto all’entrata in guerra degli Stati Uniti (avvenuta con parecchi turni di anticipo sul previsto) e all’impantanarsi della Wehrmacht in Russia. La repentina uscita di scena dell’Italia non ha fatto che peggiorare la situazione della Germania. Il Reich è sembrato reggere fino alla fine del 1943, quando pareva che l’avanzata anglo-americana in Francia fosse arrivata ad un punto morto e quando ancora i sovietici erano indietro sulla tabella di marcia storica. Poi, ad inizio 1944, la serie di sbarchi lungo le coste del Baltico e la conquista angloamericana del nord della Germania hanno costretto Sebastiano ad una precipitosa ritirata a difesa di quel che restava del Reich. Da allora la partita non ha avuto più storia. All’inizio del turno di Maggio/Giugno 1940 il Piano degli Alleati sembrava compromesso; la Francia crollata, le perdite inglesi impressionanti, gli italiani alle porte di Alessandria. Poi, per vari motivi che cercherò di spiegare più avanti, l’iniziativa ha cominicato a scivolare nelle mani degli Alleati, che dall’inizio del 1941 l’hanno sempre tenuta saldamente, almeno per quanto riguarda il Fronte Occidentale. L’Asse è stata costretta ad agire di rimessa, e la sua unica possibilità è rimasta quella di infliggere all’URSS una batosta tale da permetterle di rinforzare le difese in Europa in tempo. Ma Mosca ha tenuto, la linea del Dnepr non è stata sfondata nel 1941, e la Germania ha provato invano a rinnovare gli attacchi nell’estate del 1942, lasciando un po’ troppe truppe al fronte est anche all’inizio del 1943, quando gli anglo-americani si apprestavano a sbarcare in Francia. Certamente il fatto di giocare World in Flames (mooolto saltuariamente) sin dal 1990 mi hanno facilitato il compito, ma tutti i giocatori, me compreso, hanno compiuto errori nel corso della partita. In particolare, io mi sono reso conto di aver sbagliato nelle seguenti occasioni: 1) gestione del BEF in Francia, che è stato gonfiato come mai visto prima e che ha rischiato attaccando quando non doveva farlo e, punito dai tiri di dado, è stato massacrato; 2) organizzazione delle scorte ai convogli nei turni di brutto tempo, quando sarebbe bastato mandare un po’ delle navi che giacevano oziose nei porti a far da guardia alle pavide, maramaldeggiate flotte di superficie dell’Asse; 3) mancato invio di truppe in Grecia, anche una volta persa Atene, quando sarebbe stato facilissimo formare una testa di ponte nel Peloponneso e far entrare in guerra la Yugoslavia a fianco degli Alleati; 4) eccessivo alleggerimento delle truppe in Italia nel corso del 1943, cosa che ha impedito di forzare la porta di servizio delle Alpi e far capitolare la Germania un paio di turni prima; 5) eccessiva produzione di navi da guerra di superficie, quasi inutili una volta tolta di mezzo l’Italia (ragionamento facile, col senno di poi!) 6) in generale, paura di tirare i dadi e conseguente gioco troppo prudente… andando sul sicuro soprattutto con i combattimenti terrestri. Nella condotta di partita del mio compagno di squadra, Andrea “sgt.Pavlov” non ho ravvisato particolari errori, tranne una, comprensibile, scarsa conoscenza del regolamento che, per ammissione di Sebastiano, ha in più di un’occasione tolto le castagne dal fuoco ai tedeschi in Russia. Nulla di drammatico, anche perché tenendo l’URSS non si ha molto a che fare con la parte “navale” del regolamento, quella più complessa. Certo è che se alla Stavka ci fosse stato un giocatore con un paio di partite in più sulle spalle, per la Germania le cose si sarebbero messe male molto prima, ma nel complesso si può dire che, per un quasi-novizio di World in Flames, Andrea se l’è cavata più che bene. Come si suol dire “nessuno nasce imparato” (!) e bisogna pur sempre farsi le ossa in qualche modo, soprattutto con un gioco complesso come questo. Anche per Sebastiano questo era un quasi-esordio a World in Flames, e ha tenuto l’Asse molto bene, cercando di realizzare il sogno della sua vita: la vittoria dei “Buoni”. In modo spietato, ma del tutto comprensibile, egli ha deciso di puntare contro il giocatore degli Alleati con minore esperienza e, galvanizzato dalla facile conquista della Francia, si è buttato anima e corpo contro l’Unione Sovietica. Sinceramente non ho notato gravi errori nella condotta di gara di Sebastiano, e la cosa fa pensare perché, se non è riuscito ad abbattere l’URSS attaccando nel 1941, senza aver praticamente perso una pedina fino ad allora, e con in più la Yugoslavia al suo fianco e non contro… allora che ci vuole per vincere?! La risposta sta, a mio modo di vedere, in alcuni errori strategici e in un paio di errori tattici. Dal punto di vista strategico, sinceramente non mi rendo conto di come la Germania abbia sprecato 6 (sei!) turni tra la sconfitta della Francia (Marzo/Aprile1940) e l’invasione della Russia (Maggio/Giugno1941) limitandosi ad occupare Olanda e Grecia; io personalmente avrei sfruttato i 2-3 turni di bel tempo per andarmi a prendere Gibilterra, e porre così in parte rimendio alla debacle italiana in Egitto. In secondo luogo, avrei prestato più attenzione a difendere la Danimarca e, una volta minacciata l’apertura del Baltico, avrei mandato 2-3 corpi d’armata a proteggere le coste settentrionali della Germania: se ci fossero state solo 2-3 pedine in più (ne bastava una a Berlino!), io non avrei certamente tentato gli sbarchi di inizio 1944. Un terzo errore, operativo più che strategico, è stato quello di disperdere troppo le forze attaccanti sul fronte est, cercando di mantenere una forte pressione sia a nord che a sud delle paludi del Pripjat; personalmente preferisco concentrare gli sforzi in un unico settore, per cercare di sfondare la linea del Dnepr e, subito dopo, la famosa “linea delle città” che va da Rostov a Kalinin. Un quarto errore, questo sì strettamemte strategico e collegato al secondo, è stato quello di cercare di tenere il fronte orientale troppo ad est tra l’inzio del 1943 e l’inizio del 1944; come ha dimostrato la precipitosa ritirata dell’aprile 1944, “lo spazio è niente, le truppe sono tutto”; un raccorcaimento del fronte nell’estate del 1943, soprattutto a nord delle paludi del Pripjat, avrebbe permesso di avere quei 10-12 corpi d’armata di riserva che si sarebber riveltati decisivi sul fronte occidentale. Infine, fossi stato io il tedesco, avrei sacrificato qualsiasi cosa pur di produrre un offensive chit nel 1942: anche solo la “minaccia” da esso rappresentata avrebbe certamente imposto una condotta più prudente (ancora di più) a me e/o avrebbe assestato una pesante batosta ai russi. Dal punto di vista tattico, il primo dei due errori è stato l’azzardo italiano in Egitto nel 1940; d’accordo, se l’attacco andava bene c’era la possibilità che gli italiani arrivassero a Suez, ma la cosa non aveva molto senso avendo già un turno prima la Germania rinunciato a puntare su Gibilterra; e se invece andava male (come poi è successo) c’era il rischio di perdere l’Africa, specie se nello stesso momento si commetteva un errore sui mari, errore che metteva fuori rifornimento l’intera armata italiana. Questo primo errore tattico è costato all’Asse la perdita dell’Italia con qualche turno di anticipo. Il secondo errore è stato nell’uso dell’offensive chit sul fronte orientale nell’estate del 1941; complice anche la sfortuna nel tiro dei dadi, si è “girato” l’HQ utilizzato per l’offensiva, ed è svanita la possibilità di forzare la linea del Dnepr prima che i sovietici la munissero per bene. Le Regole della Guerra Una considerazione sulle “home rules” con cui abbiamo in piccola parte modificato il regolamento. Due di esse secondo me hanno fatto cilecca. La prima è quella relativa al bombardamento a tappeto, che abbiamo stabilito non eliminasse le pedine ma le scompaginasse solo e le mandasse tra i rinforzi del turno successivo. Il problema non sta tanto nella home rule, quanto, a mio parere, nella regola stessa del bombardamento a tappeto, regola che andrebbe eliminata perché a) antistorica, in quanto di fatto il bombardamento a tappeto è stato utilizzato solo in un’occasione; b) troppo aleatoria; c) porta l’anglo-americano a fare un uso assurdo dei suoi bombardieri strategici. La seconda home rule che non ha funzionato è stata quella relativa al petrolio, dove avevamo deciso di applicare la regola opzionale come da manuale ma permettendo di utilizzare le risorse petrolifere sia per produrre che per riorganizzare le pedine. Alla lunga, si è visto che questa regola favoriva l’Asse per i primi 4 anni di guerra. Sono nel frattempo uscite varie proposte alternative di regola sul petrolio, che sembrano assai migliori e andranno testate. In quest’ottica, in vista della prossima partita (quando?) risulta d’obbligo aggiungere qualcuno dei supplementi usciti negli ultimi anni. Certamente vanno provate le opzioni politiche di “Politics in Flames”, per tentare di simulare una situazione di partenza diversa da quella storica (cosa sarebbe successo se non la Conferenza di Monaco fosse andata in un’altra direzione…?). Anche i supplementi “Convoy in Flames” e “Cruisers in Flames” meritano di essere testati, sebbene io sia sicuro che renderanno ancora più ardua la gestione delle rotte mercantili a chi terrà il Commonwealth (già adesso è il giocatore con il compito più arduo dal punto di vista puramente manageriale). Andranno sperimentate poi le pedine delle Guardie Rosse, che in questa partita sono state tralasciate a tutto danno dell’URSS. E come ignorare le pedine aggiuntive dei simpatizzanti nazisti delle nazioni occupate, dei marocchini gollisti, degli italiani badogliani, etc. Credo si potrà fare tranquillamente a meno del farragginoso sistema di produzione di “Factories in Flames”, pur utilizzando magari qualcuna delle altre regole (e pedine) uscite nell’ultimo Annual. Un’ultima nota su due regole opzionali che abbiamo sperimentato per la prima volta in questa partita. La regola sull’Intelligence funziona bene ma va in qualche modo limitata, rendendola da un lato meno casuale (dando un tot di punti fissi agli Alleati a seconda del periodo?) e dall’altro studiando meglio i modificatori che consente (rendere meno costosi i modificatori navali, più costosi quelli di iniziativa, etc.). Le pedine di “Leaders in Flames” sono state un piacevole diversivo (soprattutto quando si è trattato di farle pescare ai vari soci del Circolo) ma, al di là del caso che ha favorito significativamente gli Alleati, si sono a mio parere rivelate troppo potenti: alcune abilità di Patton (blitz ovunque), Koniev (bonus all’attacco), Eisenhower (tutte e tre le abilità!), per citate solo i leader maggiormente impegnati, sono decisamente eccessive. Per fortuna esiste già su Internet una versione “light” dei Leaders che, senza togliere il “colore” che essi aggiungono, li rende un po’ meno decisivi. Un po’ di numeri Durata della partita: 357 giorni (dal 29 dicembre 2007 al 20 dicembre 2008) per circa 120 ore di gioco Sessioni di gioco: 30 (più una per mettere via) Pedine utilizzate: 3000 (circa) Dadi utilizzati: 2 (sempre gli stessi!) Leaders utilizzati: 8 dell’Asse contro 26 degli Alleati (i soci del Circolo, che pescavano i Leaders, da bravi Italiani hanno capito subito da quale parte era opportuno schierarsi…) Perdite anno per anno: Germania Francia (+ Free France + Vichy France) Pedine/Anno 1939 1940 1941 1942 1943 1944 1945 Pedine/Anno 1939 1940 1941 1942 1943 1944 1945 Terrestri 0,0 1,5 10,5 18,0 28,0 76,5 16,5 Terrestri 0,0 7,0 0,0 0,0 0,0 3,0 1,0 Aeree 2,0 3,0 4,0 14,0 36,0 47,0 1,0 Aeree 1,0 3,0 2,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Navali 0,0 0,0 1,0 2,6 Navali 0,0 0,0 3,0 0,0 0,0 0,0 0,0 4,0 4,6 6,2 Italia Commonwealth Pedine/Anno 1939 1940 1941 1942 1943 1944 1945 Pedine/Anno 1939 1940 1941 1942 1943 1944 1945 Terrestri 0,0 4,0 3,0 7,0 0,0 0,0 0,0 Terrestri Aeree 0,0 4,0 4,0 12,0 0,0 0,0 0,0 Navali 0,0 5,0 1,0 0,0 0,0 0,0 5,0 13,5 8,0 1,5 1,5 2,0 8,0 1,5 Aeree 2,0 7,0 5,0 5,0 3,0 0,0 0,0 Navali 0,0 3,8 3,6 6,8 0,0 0,0 0,0 URSS USA Pedine/Anno 1939 1940 1941 1942 1943 1944 1945 Pedine/Anno 1939 1940 1941 1942 1943 1944 1945 Terrestri 0,0 0,0 13,5 10,0 17,5 4,0 1,0 Terrestri 0,0 0,0 0,0 2,0 3,5 2,0 0,5 Aeree 0,0 0,0 4,0 11,0 9,0 5,0 0,0 Aeree 0,0 0,0 1,0 3,0 3,0 7,0 0,0 Navali 0,0 0,0 0,0 4,2 0,0 0,0 Navali 0,0 0,0 2,0 1,0 0,0 0,0 0,0 0,6 Per le unità Terrestri si conta ½ ogni divisione/artiglieria. Per le unità Aeree si conta ½ ogni CVP e non si contano i piloti. Per le unità navali si contano solo le unità affondate (sub compresi) e si conta 1/5 ogni punto convoglio Francesco “Franz” Basso a.k.a. Francis Short, giornalista del Pocatello Chronicle a.k.a. Boris, agente O.S.S. del clan Assamite