Padova in Flames - Circolo Overlord

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PADOVA IN FLAMES 2008
Ovverosia: la più lunga partita giocata (finora) al Circolo!
di Franz Basso
Premessa: Questo è un resoconto di parte, non obiettivo e rispecchia solo le opinioni personali dell’autore.
Verso la guerra
Decidiamo di provare unacampagna di World in Flames verso la fine del dicembre 2007, mentre stiamo terminando una
partita a Seven Ages. Siamo solo in tre e quindi, giocoforza, piazzeremo lo scenario “Fascist Tide” che simula la sola
guerra in Europa ed Africa: Sebastiano “von Lettow” Sitran terrà Germania e Italia e giocherà contro Andrea
“sgt.Pavlov” Pavan che terrà Francia e URSS e il sottoscritto che terrà USA e Commonwealth. La scelta di non
giocare l’intera guerra è dettato anche dalla mancanza di spazio al Circolo nell’armadio delle mappe che, come noto,
ha soltanto cinque ripiani: noi ne occuperemo tre con il nostro scenario e ci sarebbero serviti anche gli altri due per
piazzare le mappe del Pacifico. Non potremmo certamente occupare l’intero armadio con un unico gioco che si
prospetta assai lungo (alla fine durerà quasi un anno, con 30 sessioni di gioco per un totale di più di 120 ore).
Chi conosce World in Flames sa bene che, oltre a scegliere quale scenario giocare, bisogna anche accordarsi su quale
regolamento utilizzare. E già, perché sebbene il gioco ormai si fregi della boriosa dicitura “Final Edition”, il
regolamento è già arrivato alla versione 7.0, e sono usciti una dozzina di supplementi, espansioni, annual con pedine,
etc. Visto che useremo la mia copia del gioco, e visto che non ho più aggiornato la “Final (!?!) Edition” dopo il 2000,
giocheremo solo con le regole uscite nello scorso millennio (!), con la sola aggiunta, tanto per provarli, dei leaders del
supplemento “Leaders in Flames”. Ci accordiamo inoltre su quali regole opzionali utilizzare, scegliendo di giocare con
la maggior parte di esse.
Il Piano degli Alleati
All’inizio della partita l’iniziativa è nella mani dell’Asse, per cui gli Alleati sono costretti ad adeguare la propria
strategia alle decisioni del nemico. C’è però un collo di bottiglia attraverso il quale tutti i giocatori dell’Asse devono
passare: la conquista della Francia. Ed il primo scopo che si prefiggono gli Alleati è rendere tale conquista il più
difficile possibile Quindi: massiccio invio di rinforzi inglesi, contrattacchi e attacchi aerei ogni volta sia possibile, etc.
Una volta caduta la Francia, la
strategia
degli
Alleati
dipenderà dalle scelte della
Germania; se questa, come
probabile, punterà decisamente
contro la Russia, scopo degli
Alleati sarà quello di realizzare
questi quattro obiettivi: a) far
entrare in guerra gli Stati Uniti
il prima possibile, entro la fine
del 1941, adottando una scelta
di opzioni USA e di richieste
URSS oltremodo “buoniste”;
b) scaglionare il profondità le
difese dell’Armata Rossa,
rifiutando sin da subito
l’aleatorio gioco del “pact
garrison” (tralasciando quindi
il tentativo di impedire la
rottura
del
trattato
Riebentropp-Molotov
schierando le truppe vicino al
confine, errore storicamente
costato caro ai russi); c) tenere sin da subito un atteggiamento aggressivo nei confronti dell’Italia, per impedirle di
rafforzarsi e nella speranza di farla cadere entro la fine del 1942 (anche per togliere flessibilità alle operazioni della
Germania); d) una volta cominciata l’Operazione Barbarossa, fornire ogni aiuto possibile all’URSS, sotto forma di
risorse, punti di produzione, unità di guarnigione. Come si vedrà, dopo un inizio veramente disastroso, il Piano
funzionerà più o meno come previsto, con solo qualche aggiustamento.
Piazzamento iniziale
Le forze armate di tutte le nazioni vengono piazzate in modo piu’ o meno standard, anche se la conoscenza di quel che è
accaduto sessant’anni fa fornisce una sorta di preveggenza ai giocatori, che modificano un po’ gli schieramenti: così il
Commonwealth presidia per bene Gibilterra e Malta, e tiene le navi da trasporto pronte per portare il BEF sul
continente, la Francia conserva un’armata di manovra ai confini con il Belgio ma non lascia sguarnito il punto di
giunzione con la linea Maginot… la Germania è l’unica che si discosta radicalmente dal piazzamento “storico”, e
concentra i suoi corpi d’armata d’elite ai confini con il Belgio, lasciando meno di un terzo del suo esercito ad
occuparsi della Polonia.
Settembre/Ottobre 1939
Il turno molto lungo (6 impulsi per l’Asse) e il tempo relativamente bello consentono alla Germania di aprire la partita
in modo brillante. Le truppe di seconda scelta che invadono la Polonia riescono nonostante tutto a conquistarla entro il
turno; si salvano solo i piloti polacchi, che, fuggiti in nazioni neutrali, si teletrasportano magicamente a Londra sotto
forma di piloti inglesi. La Germania dichiara guerra anche a Danimarca e Belgio. Un corpo d’armata di fanteria tedesco
invade e conquista senza problemi la Danimarca, sigillando in questo modo il Mar Baltico. Le divisioni d’elite della
Wehrmacht avanzano in Belgio e occupano Liegi. Ingenti forze inglesi e francesi corrono in aiuto del Belgio.
Battaglie aeree lungo il confine tra Francia e Germania. La RAF coglie di sorpresa la Kriegsmarine nel porto di Stettino,
e affonda diversi mezzi da sbarco tedeschi, rendendo sin da subito molto più tranquilla la difesa di Albione.
Novembre/Dicembre 1939
Nonostante il brutto tempo, i tedeschi continuano ad attaccare in Belgio. Le riserve mobilitate da ambo le parti vengono
gettate nella mischia. Le divisioni del Reich riescono a sfondare la linea del fiume Dyle e ad occupare Bruxelles. Il
Belgio è conquistato, ma la piccola nazione continua a combattere grazie al governo in esilio che dispone delle potenti
(!) truppe coloniali del Congo e di una flotta di cacciatorpediniere. La Germania è particolarmente favorita dai tiri di
dado e, sino ad ora, non ha perso che un paio di pedine di aerei, nessuna unità terrestre. Gli Stati Uniti dimostrano però
di non gradire assolutamente la politica aggressiva del Reich e di apprezzare invece l’aiuto prestato dagli Alleati al
Belgio, e regalano al Commonwealth alcune dozzine di vecchi cacciatorpediere.
Gennaio/Febbraio 1940
Il tempo continua ad essere
brutto, ma i tedeschi non
allentano la pressione verso
sud-ovest, utilizzando persino
un offensive chit in un
impulso di “Snow”; ormai
occupano l’intero territorio
belga. Debacle inglese ad
Anversa, dove due corpi
d’armata britannici vengono
sbaragliati dai panzer nemici.
Il dramma diventa tragedia
con l’affondamento nel porto
belga di metà delle unità da
trasporto navale inglesi: per
un anno, il Commonwealth
dovrà affidarsi a due sole
pedine di traporti navali per
far fronte alle sue mille
necessità di movimentazione
di truppe. Per fortuna sui mari
la situazione è ancora
tranquilla e i temuti U-boot
non si fanno vedere. Gli USA varano la legge Affitti&Prestiti e cominciano a fornire risorse a Gran Bretagna e Francia.
Marzo/Aprile 1940
Utilizzando il secondo offensive chit, e con il provvidenziale aiuto della pedina leader Rommel, la Germania effettua un
doppio buco a tenaglia nel fronte francese. Commonwalth e Francia cercano disperatamente di tamponare le falle, ma i
loro due contrattacchi si risolvono in altrettanti disastri che lasciano l’intero fronte degli Alleati “girato”
(=disorganizzato). Nonostante la presenza a Parigi del leader francese Darlan (che fornisce un notevole bonus nella
difesa di città) i tedeschi riescono, sul filo di lana dello scadere del turno, ad occupare Parigi. La Francia capitola.
Viene insediato il governo di Vichy, che ha a disposizione un numero molto alto di truppe e che controlla gran parte
delle colonie francesi in giro per il mondo: solo il Camerun e il Madagascar dichiarano la propria fedeltà al governo in
esilio della Francia Libera. La flotta francese getta l’ancora a Tolone, sotto il controllo del governo di Vichy. La prima
parte del piano strategico degli Alleati è stato un fallimento totale.
Maggio/Giugno 1940
E’ il momento delle decisioni fatali per la Germania: ha conquistato la Francia in anticipo su ogni previsione, e
adesso le spalancano diverse opportunità: puntare su Gibilterra invadendo la Spagna (e poi invadere la Gran Bretagna o
trincerarsi sulla difensiva?) oppure puntare subito sulla Russia in una mai-vista-prima Operazione Barbarossa 1940?
oppure dedicarsi al massacro del BEF per poi prepararsi con cura al più classico Barbarossa 1941? Il Fuhrer opta per
quest’ultima, più prudente strategia. Abbandonate dai compagni francesi, le divisioni superstiti del BEF vengono
massacrate dalla Wehrmacht; mai in nessuna partita che si ricordi il Commonwealth ha perso in due turni 12 corpi
d’armata in Francia. L’Italia entra in guerra ed affonda, assieme agli U-boot finalmente attivi in mare, 3 convogli
inglesi. Strepitosa avanzata italiana fino alle porte di Alessandria. Risposta del Commonwalth che da una batosta alla
flotta tedesca, alla sua prima sortita nel Golfo di Biscaglia, e alla flotta italiana che resta del tutto priva di trasporti, e
quindi impossibilitata a rinforzare le truppe che ormai intravedono a portata di mano le Piramidi e Suez. Gli USA a
sorpresa aumentano la produzione bellica, dimostrando di essere già ben avanti nel lungo processo di “incazzatura” che
prelude alla loro futura (ma quanto futura?) entrata in guerra.
Luglio/Agosto 1940
Prosegue l'offensiva dei sottomarini dell'Asse, che affondano altri cinque convogli alleati, riportando solo leggere
perdite. Dopo la batosta subita il turno precedente gli ammiragli al comando di corazzate ed incorciatori tedeschi si
guardano bene dal tentare sortite per emulare i propri camerati sommergibilisti. Primi timidi bombardamenti strategici
su Londra e sulle città del Reich, con effetti quasi nulli (quello su Londra sarà l’unico bombardamento strategico
tedesco dell’intera partita…). Nel Mediterraneo, la Royal Navy prende saldamente l'iniziativa affondando un paio di
incrociatori pesanti italiani. Si decide intanto la guerra in Africa: gli italiani tentano il tutto per tutto in un attacco alle
porte di Alessaandria, ma finalmente la fortuna volta le spalle all’Asse, che non riesce ad avanzare e finisce con tutte le
pedine disorganizzate e fuori rifornimento. Il contrattacco inglese sbaraglia gli italiani infliggendo loro pesantissime
perdite.
Settembre/Ottobre 1940
Sui mari proseguono in tono minore gli scontri lungo le rotte dei convogli del Commonwealth, con perdite trascurabili
da ambo le parti a causa dei pessimi tiri di ricerca dei giocatori. La Germania invade l'Olanda, anche se per una
distrazione si dimentica di occupare Amsterdam; il Commonwealth, disperatamente a corto di truppe, sceglie di non
inviare nessuno in soccorso della nazione dei tulipani. Le poche divisioni a disposizione di Londra sono infatti
impegnate ad sbaragliare i resti della 10a Armata italiana in Egitto, e ad avanzare in Libia per occupare Bardia e
Tobruk. La Regia Marina tenta invano di portar soccorso alle truppe isolate in Nordafrica, ma rimedia solo altre perdite.
Novembre/Dicembre 1940
Nonostante il turno sia inusitatamente lungo per la stagione (4 impulsi per parte), non succede quasi nulla. La Germania
occupa Amsterdam facendo capitolare l’Olanda. Sui mari, i pessimi tiri di ricerca dell’Asse fanno sì che i sub tedeschi
ed italiani non riescano ad intercettare un solo convolgio inglese. Anche nel Mediterraneo, dove la Regia Marina ha
riparato nella relativa sicurezza della base della Spezia, gli aerei dell’Asse non riescono ad individuare le navi della
Royal Navy, che ormai è signora e padrona delle acque comprese tra Gibilterra e Suez. Grazie al ferreo controllo dei
mari e dei rifornimenti, l’8a Armata inglese continua la sua avanzata verso ovest ed occupa Bengasi.
Gennaio/Febbraio 1941
Sui mari la “bonaccia di avvistamenti” prosegue, anche se qualcosa pare muoversi rispetto al turno scorso ed un
convoglio inglese cola a picco (a fronte però della perdita di un sub italiano). Le truppe del Commonwealth proseguono
l’avanzata lungo il Golfo della Sirte in direzione di Tripoli. Magistrale colpo di mano delle nazioni dell’Asse che, con
un’azione combinata degna di passare alla storia, dichiarano guerra alla Grecia ed occupano Atene. Colpevoli
negligenze nel piazzamento dei greci e letargica reazione della Royal Navy fanno sì che gli sbarchi tedeschi, appoggiati
dall’aviazione e dalla marina italiane, non trovino preticamente ostacoli. La Grecia viene conquistata. Proteste del
mondo intero e notevole “incazzatura” degli Stati Uniti (=pescato un “6” per la guerra alla Grecia), il cui Congresso
approva il decreto sugli stanziamenti bellici, premessa indispensabile all’entrata in guerra e indice che il Presidente è ad
un passo dallo schierare il colosso americano a fianco degli Alleati.
Marzo/Aprile 1941
Dopo le mosse diplomatiche del turno precedente, gli Stati Uniti entrano in guerra (mi pare di ricordare che il
tentativo avesse il 70% di riuscita) ed iniziano ad inviare unità nel Mediterraneo. Gli Alleati dichiarano guerra alla
Francia di Vichy ed occupano l’Algeria (gli USA) e la Siria (gli inglesi). Ha luogo, al largo di Algeri, quella che sarà la
più grossa battaglia navale di superficie dell’intera partita, battaglia che vede contrapposte due squadre navali Alleate
(una inglese ed una statunitense) e l’intera flotta di Vichy: alla fine dello scontro, giacciono in fondo al mare un
incorciatore e alcuni trasporti americani da una parte, tre corazzate francesi dall’altra. L’8 Armata prende d’assalto la
guarnigione (isolata) di Tripoli e porta a compimento la conquista della Libia. Nell’Atlantico, gli U-Boot infliggiono
pesanti perdite (8 convogli) agli Alleati, ma pagano un prezzo non indifferente (3 sub danneggiati). L’URSS, ora che
non ha più da temere l’opinione pubblica americana, sfruttando un noto bug nelle regole, dichiara guerra all’Italia in
modo da poter migliorare la propria posizione e produzione in attesa dell’imminente attacco tedesco.
Maggio/Giugno 1941
L’entrata in guerra anticipata degli Stati Uniti e la perdita dell’Africa sono stati duri colpi per l’Asse; ma la Germania
può ancora vincere la partita nei prossimi due turni, se riesce a sbaragliare l’Unione Sovietica. Il turno si apre infatti con
l’invasione tedesca dell’URSS. Appoggiata da corpi di spedizione inviati da Italia, Romania, Ungheria e dalla
Yugoslavia (che si è unita all’Asse grazie alla caduta della Grecia) e con il supporto nel freddo nord delle truppe
finlandesi, la Wehrmacht
avanza nelle pianure di
Ucraina e Bielorussia. Il
grosso
dell'esercito
sovietico e' schierato sul
Dnepr a centinaia di
chilometri dal confine.
L'avanzata tedesca a nord
delle paludi e' rallentata
dal tempo e da una
debacle nell'attacco a
Vilnius.
Il
Gruppo
d'Armate Sud invece
raggiunge il Dnepr, che
tenta di attraversare in due
punti con l'uso di un
offensive chit; un attaco
fallisce miseramente: il
leader
Rommel,
provvidenziale in Francia,
fa una pessima figura e
viene richiamato in patria.
L'altro attacco ha successo
e il pronto contrattacco
russo contro la testa di ponte tedesca riesce solo in parte. Lungo le coste del Mar Nero, la città di Odessa resta isolata
ma resiste ad un attacco delle armate rumene. Nel Mediterraneo, la flotta alleata pattuglia incontrastata il Mar Tirreno e
il Golfo di Marsiglia, mancando solo per una questione di ore l'attacco alla flotta italiana rintanata a La Spezia. Nel
frattempo tre divisioni di Marines sbarcano sulla Costa Smeralda in Sardegna dando inizio all’offensiva degli Alleati
contro il “ventre molle dell’Asse”.
Luglio/Agosto 1941
Questo turno lunghissimo (6 impulsi per l’Asse) di tempo sempre bello vede un titanico ma infruttuoso sforzo tedesco
per sfondare la linea del Dnepr. I russi contrattaccano ovunque (il consigliere militare americano trema al pensiero
degli attacchi lanciati dagli inesperti ma volenterosi marescialli della Stavka) e le perdite sono notevoli da ambo le parti;
se fino ad ora la partita era scivolata via senza eccessivo logoramento per i contendenti, in questo turno si vede per la
prima volta in quale trita-pedine può trasformarsi il Fronte Russo. Alle spalle della linea del Dnepr, la Fortezza Odessa
resiste al secondo attacco dell'armata rumena. A fine turno, le steppe di Russia e Ucraina sono ricoperte di pedine
“girate” e l'avanzata dell'Asse si misura con parametri da prima guerra mondiale. In compenso, la flotta sottomarina
russa da una bella ripassata ai convogli tedeschi nel Baltico. All'estremo nord, un corpo di spedizione inglese
comandato dal generale Alexander si pone a difesa del porto di Murmansk, dove continuano ad affluire convogli carichi
di materiali per l' Armata Rossa. Nel Mediterraneo, gli Alleati conquistano la Sardegna grazie ad un’azione combianta
di marines e paracadutisti inglesi, azione fotocopia di quella dall’Asse in Grecia e che aggira le linee di difesa italiane.
Negli scontri sul mare, poche le perdite, equamente divise tra le parti in lotta.
Settembre/Ottobre 1941
E’ un turno breve, di tempo brutto e piovoso, ed in cui non succede nulla di rilevante. Sul fronte orientale, l'Armata
Rossa "rettifica" il fronte in modo da sistemarsi in posizioni migliori. Il Reich lancia due soli attacchi in tutto il turno:
nel primo i rumeni falliscono ancora una volta (e tre!) contro Odessa; nel secondo, un imponente armata corazzata
tedesca viene messa ok dalla difesa in profondita' russa e dalla massa di artiglieria schierata con lungimiranza da
Koniev. Sul fronte del Mediterraneo, la Regia Marina manda buona parte della sua aviazione navale ad attaccare il
porto di Olbia, nella speranza di affondare alcuni dei preziosi trasporti navali degli Alleati. I caccia della RAF basati in
Sardegna massacrano gli aerei italiani. Un raid delle portaerei inglesi nel Mare Adriatico porta all'affondamento della
corazzata Giulio Cesare nel porto di Trieste.
N.B. Questa è l’unica volta in cui manca Andrea “sgt. Pavlov”, su 30 sessioni di gioco.
Novembre/Dicembre 1941
Altro turno breve con tempo pessimo, neve in Russia e piogge torrenziali nel Mediterraneo. In Russia il fronte è
praticamente immobile, con il tedesco che non si fida ad attaccare l'ormai solida muraglia di pedine marroni e con il
russo che rimane sulla difensiva e non azzarda un’offensiva invernale, temendo di sprecare il suo prezioso, unico,
offensive chit. La mancanza di attacchi tedeschi ha il vantaggio, per l’Asse, di ridurre di un po' la produzione russa in
questo turno. Nel Mediterraneo, gli anglo-americani continuano ad ammassare pedine e lanciano una seconda
operazione combinata parà-marines conquistando l'Albania. Pessimo inizio dell'offensiva strategica degli Alleati, con
i primi seri bombardamenti dopo le prove d’orchestra dell’estate scorsa: diverse centinaia di bombardieri prendono di
mira le fabbriche del nord della Francia, fabbriche che lavorano ora per il Reich; la Luftwaffe interviene in forze ed
infligge pesanti perdite ai caccia della RAF e ai bombardieri americani.
Gennaio/Febbraio 1942
Per il terzo turno consecutivo il tempo è pessimo, con conseguente ridotto numero di impulsi. Entrambe le parti sono
scoraggate dall’attaccare, viste le pesanti penalità imposte dalle condizioni meteo. In Russia fallisce un assalto delle
armate combinate tedesco-finlandesi a Leningrado, dove le paludi erano ghiacciate a causa delle temperature polari. Il
resto del fronte è di fatto congelato sulla linea di quattro mesi fa. Exploit dei sub dell'Asse che, favoriti dal pessimo
tempo che costringe a terra l'aviazione alleata, fanno strage di convogli affondando ben 14 punti; da questo turno in poi
l'URSS smette di ricevere i rifornimenti (8 build points) che il Commonwealth le inviava ogni turno. Nel Mediterraneo,
prosegue l'accumulo di unità degli Alleati in Sardegna e sulle coste del NordAfrica, ma le condizioni meteo non
consentono gli sbarchi. Un'imponente squadra di portaerei, appoggiata da aerei basati a terra (11 portaerei + 5 aerei
basati a terra!) attacca la squadra navale italiana alla fonda a La Spezia; complice il tempo piovoso e una certa fortuna
dell'Asse, la montagna partorisce un topolino e l'unico risultato è l'ennesimo danneggiamento di un trasporto italiano.
Marzo/Aprile 1942
Finalmente il tempo accenna a migliorare, ma non si
rasserena del tutto e, di conseguenza, il turno dura
abbastanza poco. In Russia, i tedeschi tentano un
solo attacco a nord di Smolensk; eliminano un corpo
d'armata sovietico ma non riescono ad avanzare. I
russi non osano contrattaccare, pensando
saggiamente a rafforzare il fronte, preparandosi
all'imminente ripresa dell'offensiva nazista. Infatti,
anche se le forze a terra si equivalgono, l'Asse ha
ancora il dominio dei cieli, abbatte ogni turno un
paio di pedine di caccia russi e può agevolmente
supportare ogni attacco (o correre in soccorso di
proprie unità in difesa) con numerose squadriglie di
Stukas. La Battaglia dell'Atlantico segna finalmente
qualche punto a favore degli Alleati che, a fronte
della perdita di 1 solo punto convoglio, eliminano
due pedine di sub tedeschi e mandano in fondo al
mare il fastidioso leader Doenitz. Riprende anche
l'offensiva aerea sulle fabbriche controllate dai
tedeschi; ormai il sud dell'Inghilterra brulica di
pedine di quadrimotori anglo-americani e gli effetti
si fanno sentire: colpita Lilla e colpita pesantemente
Amburgo. Le grandi novità arrivano però dal fronte
del Mediterraneo, con l’invasione dell’Italia. Un
immensa flotta (13 portaerei, 16 corazzate. etc)
appoggia lo sbarco di due armate anglo-americane
sulle coste dello Stivale. La 5a armata americana
occupa il porto di Civitavecchia e si spinge
rapidamente all'interno, mentre l'8a armata inglese
sbarca sulle coste del Molise e, con agile manovra, scavalca l'appennino giungendo a Caserta e tagliando in due la
penisola.
Maggio/Giugno 1942
Il primo turno di tempo veramente bello da dieci mesi a
questa parte. In Russia, il fronte Sud non si muove di un esa,
nonostante un'offensiva russa oltre il Dnepr, subito ricacciata
indietro da un pronto contrattacco tedesco. Quarto,
infruttuoso assalto dell'Asse a Odessa, ormai città-simbolo
della resistenza sovietica. Nel nord invece, le armate
tedesche cominciano un lento ma inarrestabile movimento di
"scivolamento" oltre l'ala destra del fronte russo, giungendo
a minacciare la regione di Mosca da nord. Sui mari tutto
tace; le flotte di superficie dell'Asse stanno rintanante nei
porti, e cosi' pure i wolfpacks di sommergibili, che con il bel
tempo temono di confrontarsi con le portaerei di scorta o gli
aerei del Costal Command; i convogli Alleati sono per ora al
sicuro. In Italia invece infuria la lotta: gli americani
conquistano Roma, ma due pronti contrattacchi italiani, uno
da nord e uno da sud, riducono un po' lo spazio di manovra
degli Alleati, che si rifanno occupando parte della costa
tirrenica, su fino ad Ancona. Prosegue l'offensiva aerea sulla
Germania, con il primo bombardamento pesante di Berlino, e
un secondo bombardamento su Amburgo. Nel lontano Corno
d’Africa, l’embrione di quella che diventerà la multietnica
Armata Arlecchino conquista Addis Abeba e Asmara
mettendo la parola Fine sull’impero mussoliniano.
Luglio/Agosto 1942
Il tempo rimane bello per tutto il turno. In Russia, sul fronte
sud, questa volta sono i tedeschi ad attaccare oltre il Dnepr
ma vengono ributtati indietro da un contrattacco russo: ormai il fiume, in questo settore, è da un anno una frontiera
invalicabile. Nel nord invece, le armate dell'Asse avanzano un po' occupando Smolensk e, soprattutto, giungendo a
minacciare Mosca proseguendo la manovra iniziata il turno scorso; un assalto a Kalinin è respinto dai difensori russi
fatti accorrere con tutti i mezzi possibili. Mosca è a soli due esagoni dalle punte avanzate della Wehrmacht (come
avvenuto storicamente nell’ottobre 1941). La marea tedesca giunge al suo apice in Russia; d’ora in avanti sarà
costretta a rifluire. Nell'Atlantico non vi e' alcuna sortita di navi o sottomarini dell'Asse, timorosi delle vigili scorte
anglo-americane. In Italia, un tentativo italo-tedesco di liberare Roma fallisce, ma l'uscita della squadra da battaglia
italiana, in appoggio all'offensiva, porta ad una serie di scontri dove colano a picco navi da ambo le parti: la flotta
italiana e' praticamente distrutta, ma porta con sè alcune navi inglesi (si affrontano 10 portaerei, 20 corazzate e 14
incrociatori Alleati contro 3 corazzate e 6 incrociatori italiani...e gli inglesi hanno il coraggio di perdere la Formidable
e la Ramilles!). Nel frattempo, a terra, fallisce miseramente un primo assalto a Napoli. Dopo qualche giorno l'assalto
viene rinnovato e Napoli e' conquistata dagli americani. L'Italia capitola (conquista completa), spariscono tutte le
unita' terrestri ed aeree italiane in mappa; la Littorio e tre incrociatori riparano a Spalato sotto bandiera tedesca, mentre
gli Alleati si impadroniscono di una decina di navi italiane tra danneggiate e in allestimento nei cantieri.
Settembre/Ottobre 1942
Come al solito sono le condizioni meteo a dettare l’andamento delle operazioni; il tempo è brutto sul Fronte Orientale e
bello nel Mediterraneo. In Russia quindi le operazioni subiscono una pausa; la Germania arretra leggermente il Gruppo
Armate Nord e ritira un po' di aerei a difesa della Germania. Anche questo turno, infatti, il territorio del Reich viene
bombardato dai quadrimotori degli Alleati. Unica azione rilevante ad est, la sortita della guarnigione di Odessa,
appoggiata da un lancio di para'. Sui mari, sparite ormai di fatto le flotte di superficie dell'Asse, sono gli U-Boot i veri
protagonisti: per ben tre (tre!) volte sorprendono i ben scortati mercantili alleati nel Faroer Gap e affondano 12 punti di
convogli. Per la prima volta appaiono dei raiders giapponesi lungo le rotte dell'Oceano Indiano, ma non riescono a
"vedere" le navi del Commonwealth. Nel fronte del Mediterraneo, l'improvvisa uscita di scena dell'Italia alla fine del
turno scorso ha lasciato la Germania in una posizione molto delicata. Ne approfittano gli anglo-americani che passano
all'offensiva, sbarcando un po' dappertutto e lanciando un'armata aviotrasportata nel Sudtirolo filo-Alleato (!). Attacchi
e contrattacchi si susseguono per oltre sei settimane e alla fine del turno le armate del 3° Reich conservano solo parte
del Piemonte e buona parte del Triveneto; il resto dell'Italia e' sotto il dominio (pardon: la protezione) degli Alleati.
Novembre/Dicembre 1942
In Russia si esordisce con un attacco tedesco alla sacca di Odessa, che viene ridotta a piu' "normali" proporzioni.
Risponde il sovietico che attacca sia con il bel tempo che in mezzo alle bufere di neve, tanto a nord quanto a sud del
fronte e guadagna qualche prezioso esa. In mare, i sub dell'Asse non riescono a trovare i 15 ghiotti punti-convoglio nel
Bay of Biscay; vengono anzi stanati da un prode Sunderland che affonda qualche UBoot e ricaccia gli altri a casa.
Dall'Inghilterra, che e' ormai ridotta ad un unico, immenso campo d'aviazione, partono centinaia e centinaia di
bombardieri pesanti che colpiscono abbastanza seriamente la Ruhr (ma nessuna fabbrica tedesca "rotta" fino ad
adesso). In Italia prsegue l'avanzata degli Alleati verso nord; i tedeschi paiono decisi a porre una seria resistenza sulle
Alpi, e difendono un fronte che va dal Triglav alla Carnia al Brennero, con truppe di copertura a Bolzano e Trieste.
Uniche azioni degne di nota l'eliminazione della sacca di resistenza tedesca in Piemonte e l'occupazione alleata di Zara
e Spalato, con fuga della flotta italo-tedesca che, inseguita e attaccata nei porti di Dubrovnik e Patrasso, a fine turno è
ridotta ad un incrociatore italiano e ad un pugno di cacciatorpediniere iugoslavi.
Gennaio/Febbraio 1943
Anche questo è un turno breve di tempo brutto, cosa normale in inverno. In Russia la situazione ad inizio turno e'
statica, ma verso la fine di febbraio, dopo un'offensiva russa coronata da successo a nord di Smolensk, a sorpresa un
assalto a Leningrado porta alla caduta della citta' nelle mani delle armate congiunte di finlandesi e tedeschi. Grande
legnata al morale dei sovietici e preziose armate dell'Asse che si liberano per altri impegni proprio al momento giusto.
Nell'Atlantico la guerra sottomarina langue, vuoi per la scarsita' di sub russi, vuoi perchè l'Alleato, dopo le batoste di un
anno fa, scorta con piu' cautela i suoi convogli. In Inghilterra continua il build-up di forze di tutte e tre le armi, sia
americane che inglesi (=si fa una fatica bestiale a muovere le pedine anche con le pinzette). Hanno luogo i piu'
devastanti bombardamenti visti sin'ora sulla Germania: colpite Amburgo (-3 pp) e Berlino (-3 pp e -1 factory). In Italia,
il tedesco completa la sua ritirata dal Belpaese che passa interamente sotto il controllo degli Alleati: il fronte corre ora
sulle Alpi, lungo il confine del 3 Reich (e qui resterà immobile per ben due anni!).
Marzo/Aprile 1943
Turno lungo con tempo abbastanza bello. In Russia l'Asse si ritira di qualche esagono, portando il fronte a percorrere
quasi per intero la linea del Dnepr; questo le permette di inviare qualche corpo d' armata ad ovest, dove si teme un
imminente invasione della Francia. i sovietici tentano qualche attacco ma vengono respinti con pesanti perdite dai
contrattacchi tedeschi. Nell'Atlantico, solcato senza posa da navi che trasportano da tutto il mondo unita' militari in
Inghilterra, i sub dell'Asse non riescono a mettere a segno colpi degni di nota; sono anzi le unita' di scorta del
Commonwealth a registrare qualche successo affondando diversi UBoat. In Inghilterra ormai non ci stanno più
pedine: bisogna cercare con cura i posti dove basare gli aerei, e calcolare con cura dove piazzare le unita' terrestri in
vista della piu' preannunciata invasione della storia (a fine turno in Inghilterra ci sono 47 pedine aeree, 25 corpi
d'armata, 5 unita' anfibie, 14 trasporti navali, etc.). Anche in questo turno il Comando Bombardieri fa qualche puntatina
sulle fabbiche tedesche, con effetti inferiori al turno precedente (-3pp). In Italia la situazione e' statica, complici il tempo
e il terreno montuoso lungo cui si dipana il fronte. Anche qui i tedeschi tolgono qualche unita' per mandarla in Francia
(a fine turno in Francia ci sono 11 corpi d'armata + altri 12 pronti in Benelux o in Renania).
Maggio/Giugno 1943
Bel tempo con 5 impulsi per ambo
le parti. Turno da incubo per la
Germania. In Russia, l'Armata
Rossa
lancia
una
poderosa
offensiva sul fronte Sud (con 2
Offensive Chits), sfonda la linea
del Dnepr in piu' punti, libera
Kiev e getta nello scompiglio le
difese tedesche, anche grazie a tiri
di dado molto buoni; solo la fine
del
turno
impedisce
l'annientamento totale di mezzo
fronte tedesco in Russia. In Italia la
situazione ormai si e' fossilizzata
sulla linea delle Alpi; le montagne
e la paura di entrare nel territorio
del Reich (con relativo boost alla
produzione
della
Germania)
frenano gli Alleati. Il 6 maggio
1943
un'imponente
armata
anglo-americana sbarca sulle
coste francesi, tra St.Malo e Calais. La pronta reazione tedesca impedisce a nord ogni progresso degli Alleati, ma
questi riescono ad occupare quasi tutta la Bretagna e buona parte della regione compresa tra la Loira e la Senna.
L'avanzata si blocca di fronte a Parigi e Lilla, che resistono a due assalti. Sui mari si assiste all'ultima missione della
Kriegsmarine, che manda le navi in una carica banzai contro “la flotta delle 5000 navi" anglo-americane che incrociano
al largo della costa francese. Ne approfitta la Royal Navy che occupa il porto danese di Friedrikshaven aprendosi una
limitata porticina d'accesso al Baltico. A causa delle necessita' tattiche (bombardamenti a tappeto), l'offensiva aerea
sulla Germania subisce una pausa temporanea. Per quanto riguarda gli UBoot, perse le basi francesi, sono ormai ridotti
ad un pallido ricordo della minaccia di un anno fa e solo per abitudine il Commonwealth continua a scortare i propri
convogli.
Luglio/Agosto 1943
Turno lungo con bel tempo tipicamente estivo. Se il turno precedente era stato favorevole agli Alleati (anche per i tiri di
dado), questo e' altrettanto favorevole all'Asse, soprattutto
sul fronte francese. In Russia, l'offensiva sovietica
riprende bene, e tutto il fronte sud tedesco si salva grazie
alla presenza dell'HQ yugoslavo (!!!), ma presto la sorte
volge le spalle ai russi che vengono fermati piu' dai dadi
che dalle unita' dell'Asse; comunque, l'offensiva estiva ha
dato ai sovietici il possesso di Kiev (+0,25 di
produzione), tolto ai tedeschi le tre risorse del bacino del
Donec e liberato dopo due anni l'eroica guarnigione di
Odessa. La linea del fronte nord resta immutata, ma anche
lì non mancano violenti scontri che portano a pesanti
perdite e nessun guadagno territoriale per ambo le parti.
In Italia tutto tace, come pure nell'Atlantico, libero dagli
UBoot. In Francia gli Alleati ben sfruttano la loro
superiorita' aerea per abbattere parecchi aerei tedeschi,
ma una notevole sfortuna nei tiri di dado a terra fa sì che,
nell'intero turno, il fronte non si sposti di un esa.
Falliscono due assalti su Parigi, difesa tra l'altro dal I
corpo d’armata delle SS, e su Lilla, che dapprima cade in
mano agli australiani, poi viene ricatturata da un
contrattacco tedesco. Gli Alleati si rifanno in parte con la
campagna di "strangolamento" dell'economia tedesca:
riprendono i bombardamenti strategici sulla Germania, e
questa volta devastano Colonia. Nel Baltico, una Task
Force inglese fa strage di convogli e nevi tedesche anche
se, grazie al possesso di Leningrado, i tedeschi riescono
ancora a rifornirsi del prezioso “acciaio svedese”.
Settembre/Ottobre 1943
Turno abbastanza lungo e con tempo discreto. In Russia, i successi dell'Armata Rossa sembrano aver lasciato il posto ad
una fase si sietzkiek, con limitati attacchi-contrattacchi da ambo le parti. Solo all'estremo nord del fronte e lungo i
confini delle paludi del Pripjat, il movimento "ad ameba" delle divisioni russe pare ottenere qualche successo. Sui mari
e sul fronte del Mediterraneo tutto tace; le forze di ambo gli schieramenti sono state spostate su altri fronti e le deboli
divisioni lasciate a fronteggiarsi lungo le Alpi si guardano in cagnesco dalle trincee inespugnabili. Sul fronte
occidentale il turno si apre con un doppio uso di offensive chit; i bombardieri della RAF radono al suolo Lilla e Parigi e
stendono un tappeto di fuoco su cui avanzano comodamente le armate americane che sgombrano dal nemico gran parte
della Francia settentrionale. La Francia viene liberata. L'avanzata viene momentaneamente bloccata di fronte a
Bruxelles dalla sfiga ai dadi che perseguita gli Alleati in questo scorcio d’estate. Per fortuna, grazie all'appoggio della
2nd Fleet, viene liberata Anversa. Pesanti bombardamenti sulle fabbriche tedesche della Ruhr. A fine turno, essendo
stata liberata Pargi, le forze della Francia di Vichy voltano faccia per una seconda volta e salgono sul carro delle
Democrazie Vittoriose (!).
Novembre/Dicembre 1943
Turno breve con tempo pessimo. In Russia, a parte un po’ di attività di partigiani, il fronte appare fermo, con i sovietici
che non si azzardano a sfruttare i favori che riserva loro il "generale inverno". E sì che ormai la Germania ha ceduto
loro il controllo dei cieli, avendo spostato il 90% della Luftwaffe in madrepatria per cercare di far fronte allo
strapotere anglo-americano. L'unico attacco russo infatti si rivela un successo proprio grazie agli aerei: il fronte rumeno
viene sfondato lungo il Mar Nero e i tedeschi cominciano a temere per i campi petroliferi di Ploesti. Tutto tace sulle
Alpi, mentre il corpo di spedizione sudafricano, avanguardia dell’Armata Arlecchino, completa la sua lunga traversata
dell'Epiro e occupa il porto di Salonicco, dove viene prontamente fatto sbarcare un corpo alpino francese. Ad occidente
intanto, il fronte è congelato dal tempo inclemente che blocca qualsiasi velleità offensiva. Unica nota da segnalare,
l'abbandono da parte dei tedeschi di Bruxelles, ormai semi-circondata e la conseguente liberazione del Belgio.
Gennaio/Febbraio 1944
Altro turno breve con tempo pessimo. In Russia avvengono gli unici scontri degni di nota, anche grazie alla regola che
permette ai sovietici di negare le penalità purchè attacchino con almeno metà delle pedine "bianche" (=truppe migliori).
In una serie di sei attacchi russi e un contrattacco tedesco vengono macinate un bel po' di unità. L'Asse comincia a
sentire il peso della supremazia sovietica, avendo dovuto trasferire parecchi corpi d'armata e decine di squadriglie ad
ovest. Ad ovest, appunto, dove tutto è fermo a causa del tempo. Nell'unico impulso di tempo appena decente (=neve!)
gli Alleati effettuano una missione di "air superiority" per dimostrare ai tedeschi di chi è il dominio dell'aria; la
Luftwaffe, che ha inviato oltre 2000 aerei
contro i bombardieri strategici americani,
è costretta a battere in ritirata quando più
di 5000 caccia anglo-americani si levano
incontro ai Fw190 e Me109. Unica azione
offensiva del turno, la liberazione di
Copenhaghen, che apre del tutto le
porte del Baltico alle marine Alleate:
una mossa apparentemente secondaria ma
che risulterà decisiva nel prosieguo della
partita. Sul fronte sud continua il
rafforzamento e la lenta espansione della
testa di ponte di Salonicco che,
minacciando Bulgaria e Yugoslavia,
costringe l'Asse a distogliere sempre più
forze dai fronti principali.
Marzo/Aprile 1944
Turno mediamente lungo con tempo
prima bello poi brutto. Sul fronte
occidentale ha luogo la più grande e
complessa operazione dell’intera guerra, a dire il vero una serie di operazioni concatenate tra loro. Sfruttando l’accesso
finalmente possibile al Mar Baltico, gli americani conquistano la Finlandia sommergendo Helsinki di marines, lanciano
i loro bravi parà su Berlino e sfondano il fronte tedesco in Olanda, liberandola. Gli inglesi sbarcano sulla costa da
Lubecca a Rostock e occupano Amburgo e Stettino. Con l'aiuto dei francesi, attaccano in Alsazia-Lorena e chiudono in
una sacca due corpi corazzati SS, massacrandoli. Sul fronte orientale, dopo aver a lungo meditato su come giocare il
suo bravo Offensive Chit, il sovietico lancia una serie di massicci attacchi in Ucraina, riuscendo in parte ad "insaccare"
un'armata crucca. Vista la situazione in occidente, il tedesco
inizia una rapida ritirata lungo tutto il fronte, cercando di
portare più truppe possibili vicino alla madrepatria in
pericolo. Il russo fatica un po' a star dietro alle più veloci
unità tedesche. Sul fronte meridionale l’accozzaglia
multietnica di corpi d'armata comprendente truppe africane,
australiane, francesi, brasiliane, honduregne etc. viene
ribattezzata sul campo Armata Arlecchino e si lancia lungo
le vallate balcaniche verso Sofia e Belgrado.
N.B. con l’occupazione americana di Berlino, a norma di
regolamento, la partita sarebbe a questo punto terminata
per “vittoria automatica” degli Alleati. Noi continuiamo
ugualmente per vedere come andrebbe a finire se non ci
fosse questa regola.
Maggio/Giugno 1944
Turno di bel tempo, cinque impulsi per parte. Continua
l'offensiva degli americani nel nord della Germania. La Ruhr
viene completamente occupata. Gli inglesi invece liberano
gli ultimi esa di Francia, sfondano la Linea Sigfrido a
Saarbruchen e occupano tutta la sponda sinistra del Reno;
una volta tanto la fortuna (ai dadi) arride agli Alleati. In
quello che un tempo era il fronte orientale, i sovietici non
riescono a tenere il passo con i tedeschi in rapidissima fuga
verso ovest. Qualche guarnigione crucca viene macinata
lungo la via, ma il grosso delle armate tedesche riesce ad
abbandonare indenne Polonia e Romania per trincerarsi sui
monti della Cecoslovacchia e Yugoslavia, e attorno a Budapest. Conquistata la Bulgaria, l'Armata Arlecchino punta
verso Belgrado, ma le sue avanguardie vengono travolte strada facendo dai corpi corazzati tedeschi d'elite in fuga dalla
Russia. Il fronte in questo scacchiere non si muove poi di molto. Dal punto di vista economico ormai la Germania è
ridotta alla fame: questo turno ha prodotto solo 4 (quattro!) punti di unità e ormai ha quasi esaurito le scorte di
benzina, avendo perso Ploesti e le fabbriche di carburanti sintentici della Germania settentrionale.
Luglio/Agosto 1944
Il turno si apre con una massiccia
offensiva aerea anglo/americana, che
porta al totale annientamento delle
residue capacita' produttive tedesche.
Centinaia di caccia del Reich vengono
abbattuti dai ben piu' numerosi
intercettori alleati. La Germania resta
anche senza carburanti pertanto d'ora in
avanti non potra' riorganizzare che
pochi aerei, carri, comandi, etc. alla fine
di ogni turno. Dopo l' offensiva aerea,
scatta quella terrestre che porta all'
occupazione di Lipsia, Dresda e
Francoforte.
Ad est, il rullo
compressore sovietico finalmente (!)
giunge a contatto con le posizioni
difensive tedesche. Sulle montagne le
divisioni dei russi vengono fermate, ma
nella piatta puszta ungherese e'
impossibile arrestarle. Grazie ad un
offensive chit viene conquistata
Budapest. Più a sud, l’Armata Arlecchino giunge finalmente nei pressi di Belgrado, mentre sulle Alpi il corpo d'armata
Highlander (alpini inglesi) entra in Austria. Ma in questo settore le forze degli Alleati sono troppo esigue per montare
una seria offensiva, e servono piu' che altro come minaccia potenziale per tener vincolate un po' di unita' tedesche.
Settembre/Ottobre 1944
La prima parte del turno è dominata dal bel tempo che favorisce gli attacchi degli Alleati (soprattutto Occidentali...) che
occupano Praga, Karlsruhe e Norimberga, quest’ultima devastata dall’ennesimo bombardamento a tappeto di
quadrimotori anglo-americani; le perdite tedesche raggiungono proporzioni incredibili. Improvvisamente, a metà
ottobre inizia a piovere e la fortuna (ai dadi) volge le spalle agli attaccanti che si impantanano alle porte di Stoccarda
(gli inglesi) poco fuori Monaco (gli americani) e sulle alpi austriache (i russi). Fallisce un attacco dell'Armata
Arlecchino a Belgrado. Appaiono partigiani filo-tedeschi in Yugoslavia e Italia (!)
Novembre/Dicembre 1944
Le speranze di un Natale di Pace
svaniscono con il tiro dell'iniziativa (Asse)
e quello del meteo (Bufere di neve
ovunque). Turno brevissimo che vede il
lento avanzare dei sovietici contro i
bastioni alpini difesi da uno schermo di
truppe tedesche. Il grosso della Wehrmacht
è impegnato a tenere a bada gli americani
che riescono a giungere alla periferia di
Monaco ma vengono ricacciati indietro da
un ultimo disperato colpo di coda delle
WaffenSS (Wacht am Brauerei?). La
Festung Bavaria (=ridotto bavarese) è un
concentrato di divisioni tedesche, il cui
morale è ben lungi dal crollare.
Gennaio/Febbraio 1945
In Germania, favoriti da un tempo brutto
ma comunque migliore di quello del turno
precedente,
gli
Alleati
occidentali
conquistano due delle tre fabbriche rimaste
al tedesco: gli inglesi occupano Stoccarda e gli australiani Belgrado. Gli americani avanzano verso sud e arrivano
adiacenti a Monaco da due esa. I sovietici hanno un fronte alquanto ridotto, strozzati come sono tra le armate
angloamericane presenti in Boemia e Carinzia. Si rifanno in parte dando una ripulita ad alcune sacche di forze dell'Asse
rimaste isolate nella grande ritirata di maggio 1944; di rilievo la liberazione di Leningrado che porta alla scomparsa
delle ultime unità navali tedesche (le due "corazzate" Schleswig-Holstein e Schlsien).
Marzo/Aprile 1945
Il
primo
impulso
vede
un'imponente offensiva aerea
americana che spazza dalla
mappa diverse unita' tedesche,
consentendo finalmente alle
truppe ferme da due anni in Italia
di impadronirsi dei passi alpini.
Sui fianchi ovest ed est della
Festung Bavaria, lenti i progressi
di francesi e russi. Il secondo
impulso vede il tempo peggiorare
ma questo non impedisce agli
americani di lanciare l'Offensiva
Definitiva
che
porta
alla
conquista di Monaco e alla fine
delle speranze tedesche. Persa
l'ultima fonte di rifornimento, le
pedine
tedesche
superstiti
vengono macinate una ad una e
solo l'improvvisa fine del turno
impedisce agli Alleati di spazzar
dagli ultimi due esa di Germania
le ultime pedine nemiche. Nota di colore finale, il lancio della Bomba Atomica su una sacca di tedeschi isolati in
Ucraina: più un monito al “compagno Stalin” che una vera necessità bellica. Conquista totale della Germania e fine
della partita.
Il dopoguerra
Finalmente una partita di World in Flames giocata sino alla fine. Le partite precedenti, tutte, si erano concluse
anticipatamente, di solito con la resa di una delle fazioni. In questo caso, anche se in teoria la guerra sarebbe dovuta
terminare nell’aprile del 1944, abbiamo proseguito sino al termine dello scenario, per vedere cosa sarebbe successo alla
leggendaria Festung Bavaria. Credo che siamo riusciti a dimostrare che World in Flames può essere divertente anche
per chi lo gioca solo sulla difensiva e senza grandi speranze di vittoria. Comunque, onore al merito a Sebastiano “von
Lettow” Sitran che ha dimostrato una grande
sportività nel continuare a giocare una partita
che negli ultimi mesi non gli offriva più molte
possibilità d’azione.
La guerra era iniziata incredibilmente bene per
l’Asse, che era riuscita a conquistare la Francia
ad inizio del 1940, cosa che sinceramente
ritenevo quasi impossibile. Sebastiano aveva
poi inanellato altri successi, primo tra tutti
l’entrata in guerra a fianco della Germania della
Yugoslavia. Dall’inizio del 1941 però la
bilancia ha cominciato a pendere a favore degli
Alleati, grazie soprattutto all’entrata in guerra
degli Stati Uniti (avvenuta con parecchi turni di
anticipo sul previsto) e all’impantanarsi della
Wehrmacht in Russia. La repentina uscita di
scena dell’Italia non ha fatto che peggiorare la
situazione della Germania. Il Reich è sembrato
reggere fino alla fine del 1943, quando pareva
che l’avanzata anglo-americana in Francia fosse arrivata ad un punto morto e quando ancora i sovietici erano indietro
sulla tabella di marcia storica. Poi, ad inizio 1944, la serie di sbarchi lungo le coste del Baltico e la conquista angloamericana del nord della Germania hanno costretto Sebastiano ad una precipitosa ritirata a difesa di quel che restava del
Reich. Da allora la partita non ha avuto più storia.
All’inizio del turno di Maggio/Giugno 1940 il Piano degli Alleati sembrava compromesso; la Francia crollata, le perdite
inglesi impressionanti, gli italiani alle porte di Alessandria. Poi, per vari motivi che cercherò di spiegare più avanti,
l’iniziativa ha cominicato a scivolare nelle mani degli Alleati, che dall’inizio del 1941 l’hanno sempre tenuta
saldamente, almeno per quanto riguarda il Fronte Occidentale. L’Asse è stata costretta ad agire di rimessa, e la sua
unica possibilità è rimasta quella di infliggere all’URSS una batosta tale da permetterle di rinforzare le difese in Europa
in tempo. Ma Mosca ha tenuto, la linea del Dnepr non è stata sfondata nel 1941, e la Germania ha provato invano a
rinnovare gli attacchi nell’estate del 1942, lasciando un po’ troppe truppe al fronte est anche all’inizio del 1943, quando
gli anglo-americani si apprestavano a sbarcare in Francia.
Certamente il fatto di giocare World in Flames (mooolto saltuariamente) sin dal 1990 mi hanno facilitato il compito, ma
tutti i giocatori, me compreso, hanno compiuto
errori nel corso della partita. In particolare, io
mi sono reso conto di aver sbagliato nelle
seguenti occasioni:
1) gestione del BEF in Francia, che è stato
gonfiato come mai visto prima e che ha
rischiato attaccando quando non doveva farlo
e, punito dai tiri di dado, è stato massacrato;
2) organizzazione delle scorte ai convogli nei
turni di brutto tempo, quando sarebbe bastato
mandare un po’ delle navi che giacevano
oziose nei porti a far da guardia alle pavide,
maramaldeggiate flotte di superficie dell’Asse;
3) mancato invio di truppe in Grecia, anche
una volta persa Atene, quando sarebbe stato
facilissimo formare una testa di ponte nel
Peloponneso e far entrare in guerra la
Yugoslavia a fianco degli Alleati;
4) eccessivo alleggerimento delle truppe in Italia nel corso del 1943, cosa che ha impedito di forzare la porta di servizio
delle Alpi e far capitolare la Germania un paio di turni prima;
5) eccessiva produzione di navi da guerra di superficie, quasi inutili una volta tolta di mezzo l’Italia (ragionamento
facile, col senno di poi!)
6) in generale, paura di tirare i dadi e conseguente gioco troppo prudente… andando sul sicuro soprattutto con i
combattimenti terrestri.
Nella condotta di partita del mio compagno di
squadra, Andrea “sgt.Pavlov” non ho ravvisato
particolari errori, tranne una, comprensibile,
scarsa conoscenza del regolamento che, per
ammissione di Sebastiano, ha in più di
un’occasione tolto le castagne dal fuoco ai
tedeschi in Russia. Nulla di drammatico, anche
perché tenendo l’URSS non si ha molto a che
fare con la parte “navale” del regolamento,
quella più complessa. Certo è che se alla Stavka
ci fosse stato un giocatore con un paio di partite
in più sulle spalle, per la Germania le cose si
sarebbero messe male molto prima, ma nel
complesso si può dire che, per un quasi-novizio
di World in Flames, Andrea se l’è cavata più
che bene. Come si suol dire “nessuno nasce
imparato” (!) e bisogna pur sempre farsi le ossa
in qualche modo, soprattutto con un gioco
complesso come questo.
Anche per Sebastiano questo era un quasi-esordio a World in Flames, e ha tenuto l’Asse molto bene, cercando di
realizzare il sogno della sua vita: la vittoria dei “Buoni”. In modo spietato, ma del tutto comprensibile, egli ha deciso di
puntare contro il giocatore degli Alleati con minore esperienza e, galvanizzato dalla facile conquista della Francia, si è
buttato anima e corpo contro l’Unione Sovietica. Sinceramente non ho notato gravi errori nella condotta di gara di
Sebastiano, e la cosa fa pensare perché, se non è riuscito ad abbattere l’URSS attaccando nel 1941, senza aver
praticamente perso una pedina fino ad allora, e con in più la Yugoslavia al suo fianco e non contro… allora che ci vuole
per vincere?! La risposta sta, a mio modo di vedere, in alcuni errori strategici e in un paio di errori tattici. Dal punto di
vista strategico, sinceramente non mi rendo conto di come la Germania abbia sprecato 6 (sei!) turni tra la sconfitta
della Francia (Marzo/Aprile1940) e
l’invasione
della
Russia
(Maggio/Giugno1941)
limitandosi
ad
occupare Olanda e Grecia; io personalmente
avrei sfruttato i 2-3 turni di bel tempo per
andarmi a prendere Gibilterra, e porre così
in parte rimendio alla debacle italiana in
Egitto. In secondo luogo, avrei prestato più
attenzione a difendere la Danimarca e, una
volta minacciata l’apertura del Baltico, avrei
mandato 2-3 corpi d’armata a proteggere le
coste settentrionali della Germania: se ci
fossero state solo 2-3 pedine in più (ne
bastava una a Berlino!), io non avrei
certamente tentato gli sbarchi di inizio 1944.
Un terzo errore, operativo più che strategico,
è stato quello di disperdere troppo le forze
attaccanti sul fronte est, cercando di
mantenere una forte pressione sia a nord che
a sud delle paludi del Pripjat; personalmente
preferisco concentrare gli sforzi in un unico
settore, per cercare di sfondare la linea del Dnepr e, subito dopo, la famosa “linea delle città” che va da Rostov a
Kalinin. Un quarto errore, questo sì strettamemte strategico e collegato al secondo, è stato quello di cercare di tenere il
fronte orientale troppo ad est tra l’inzio del 1943 e l’inizio del 1944; come ha dimostrato la precipitosa ritirata
dell’aprile 1944, “lo spazio è niente, le truppe sono tutto”; un raccorcaimento del fronte nell’estate del 1943, soprattutto
a nord delle paludi del Pripjat, avrebbe permesso di avere quei 10-12 corpi d’armata di riserva che si sarebber riveltati
decisivi sul fronte occidentale. Infine, fossi stato io il tedesco, avrei sacrificato qualsiasi cosa pur di produrre un
offensive chit nel 1942: anche solo la “minaccia” da esso rappresentata avrebbe certamente imposto una condotta più
prudente (ancora di più) a me e/o avrebbe assestato una pesante batosta ai russi. Dal punto di vista tattico, il primo dei
due errori è stato l’azzardo italiano in Egitto nel 1940; d’accordo, se l’attacco andava bene c’era la possibilità che gli
italiani arrivassero a Suez, ma la cosa non aveva molto senso avendo già un turno prima la Germania rinunciato a
puntare su Gibilterra; e se invece andava male (come poi è successo) c’era il rischio di perdere l’Africa, specie se nello
stesso momento si commetteva un errore sui mari, errore che metteva fuori rifornimento l’intera armata italiana. Questo
primo errore tattico è costato all’Asse la perdita dell’Italia con qualche turno di anticipo. Il secondo errore è stato
nell’uso dell’offensive chit sul fronte orientale nell’estate del 1941; complice anche la sfortuna nel tiro dei dadi, si è
“girato” l’HQ utilizzato per l’offensiva, ed è svanita la possibilità di forzare la linea del Dnepr prima che i sovietici la
munissero per bene.
Le Regole della Guerra
Una considerazione sulle “home rules” con cui abbiamo
in piccola parte modificato il regolamento. Due di esse
secondo me hanno fatto cilecca. La prima è quella
relativa al bombardamento a tappeto, che abbiamo
stabilito non eliminasse le pedine ma le scompaginasse
solo e le mandasse tra i rinforzi del turno successivo. Il
problema non sta tanto nella home rule, quanto, a mio
parere, nella regola stessa del bombardamento a
tappeto, regola che andrebbe eliminata perché a)
antistorica, in quanto di fatto il bombardamento a
tappeto è stato utilizzato solo in un’occasione; b) troppo
aleatoria; c) porta l’anglo-americano a fare un uso
assurdo dei suoi bombardieri strategici.
La seconda home rule che non ha funzionato è stata
quella relativa al petrolio, dove avevamo deciso di
applicare la regola opzionale come da manuale ma
permettendo di utilizzare le risorse petrolifere sia per
produrre che per riorganizzare le pedine. Alla lunga, si
è visto che questa regola favoriva l’Asse per i primi 4
anni di guerra. Sono nel frattempo uscite varie proposte alternative di regola sul petrolio, che sembrano assai migliori e
andranno testate.
In quest’ottica, in vista della prossima partita (quando?) risulta d’obbligo aggiungere qualcuno dei supplementi usciti
negli ultimi anni. Certamente vanno provate le opzioni politiche di “Politics in Flames”, per tentare di simulare una
situazione di partenza diversa da quella storica (cosa sarebbe successo se non la Conferenza di Monaco fosse andata in
un’altra direzione…?). Anche i supplementi “Convoy in Flames” e “Cruisers in Flames” meritano di essere testati,
sebbene io sia sicuro che renderanno ancora più ardua la gestione delle rotte mercantili a chi terrà il Commonwealth
(già adesso è il giocatore con il compito più arduo dal punto di vista puramente manageriale). Andranno sperimentate
poi le pedine delle Guardie Rosse, che in questa partita sono state tralasciate a tutto danno dell’URSS. E come ignorare
le pedine aggiuntive dei simpatizzanti nazisti delle nazioni occupate, dei marocchini gollisti, degli italiani badogliani,
etc. Credo si potrà fare tranquillamente a meno del farragginoso sistema di produzione di “Factories in Flames”, pur
utilizzando magari qualcuna delle altre regole (e pedine) uscite nell’ultimo Annual.
Un’ultima nota su due regole opzionali che abbiamo sperimentato per la prima volta in questa partita. La regola
sull’Intelligence funziona bene ma va in qualche modo limitata, rendendola da un lato meno casuale (dando un tot di
punti fissi agli Alleati a seconda del periodo?) e dall’altro studiando meglio i modificatori che consente (rendere meno
costosi i modificatori navali, più costosi quelli di iniziativa, etc.). Le pedine di “Leaders in Flames” sono state un
piacevole diversivo (soprattutto quando si è trattato di farle pescare ai vari soci del Circolo) ma, al di là del caso che ha
favorito significativamente gli Alleati, si sono a mio parere rivelate troppo potenti: alcune abilità di Patton (blitz
ovunque), Koniev (bonus all’attacco), Eisenhower (tutte e tre le abilità!), per citate solo i leader maggiormente
impegnati, sono decisamente eccessive. Per fortuna esiste già su Internet una versione “light” dei Leaders che, senza
togliere il “colore” che essi aggiungono, li rende un po’ meno decisivi.
Un po’ di numeri
Durata della partita:
357 giorni (dal 29 dicembre 2007 al 20 dicembre 2008) per circa 120 ore di gioco
Sessioni di gioco:
30 (più una per mettere via)
Pedine utilizzate:
3000 (circa)
Dadi utilizzati:
2 (sempre gli stessi!)
Leaders utilizzati:
8 dell’Asse contro 26 degli Alleati (i soci del Circolo, che pescavano i Leaders, da bravi
Italiani hanno capito subito da quale parte era opportuno schierarsi…)
Perdite anno per anno:
Germania
Francia (+ Free France + Vichy France)
Pedine/Anno 1939 1940 1941 1942 1943 1944 1945
Pedine/Anno 1939 1940 1941 1942 1943 1944 1945
Terrestri
0,0
1,5 10,5 18,0 28,0 76,5 16,5
Terrestri
0,0
7,0
0,0
0,0
0,0
3,0
1,0
Aeree
2,0
3,0
4,0 14,0 36,0 47,0
1,0
Aeree
1,0
3,0
2,0
0,0
0,0
0,0
0,0
Navali
0,0
0,0
1,0
2,6
Navali
0,0
0,0
3,0
0,0
0,0
0,0
0,0
4,0
4,6
6,2
Italia
Commonwealth
Pedine/Anno 1939 1940 1941 1942 1943 1944 1945
Pedine/Anno 1939 1940 1941 1942 1943 1944 1945
Terrestri
0,0
4,0
3,0
7,0
0,0
0,0
0,0
Terrestri
Aeree
0,0
4,0
4,0 12,0
0,0
0,0
0,0
Navali
0,0
5,0
1,0
0,0
0,0
0,0
5,0
13,5
8,0
1,5
1,5
2,0
8,0
1,5
Aeree
2,0
7,0
5,0
5,0
3,0
0,0
0,0
Navali
0,0
3,8
3,6
6,8
0,0
0,0
0,0
URSS
USA
Pedine/Anno 1939 1940 1941 1942 1943 1944 1945
Pedine/Anno 1939 1940 1941 1942 1943 1944 1945
Terrestri
0,0
0,0 13,5 10,0 17,5
4,0
1,0
Terrestri
0,0
0,0
0,0
2,0
3,5
2,0
0,5
Aeree
0,0
0,0
4,0 11,0
9,0
5,0
0,0
Aeree
0,0
0,0
1,0
3,0
3,0
7,0
0,0
Navali
0,0
0,0
0,0
4,2
0,0
0,0
Navali
0,0
0,0
2,0
1,0
0,0
0,0
0,0
0,6
Per le unità Terrestri si conta ½ ogni divisione/artiglieria. Per le unità Aeree si conta ½ ogni CVP e non si contano i
piloti. Per le unità navali si contano solo le unità affondate (sub compresi) e si conta 1/5 ogni punto convoglio
Francesco “Franz” Basso
a.k.a. Francis Short, giornalista del Pocatello Chronicle
a.k.a. Boris, agente O.S.S. del clan Assamite
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