MEDICINA A cura di Luigi M. Larocca * La biologia molecolare e il suo sempre maggiore ruolo nella medicina moderna a Biologia Molecolare è una branca della biologia e della medicina che si occupa dello studio delle componenti molecolari fondamentali della cellula (acidi nucleici, proteine, grassi), della loro struttura, della loro funzione e della loro possibile alterazione patologica. Uno dei campi di analisi più recenti e che va assumendo un ruolo sempre più importante nella biologia e nella medicina è quello dello studio degli acidi nucleici, DNA e RNA. Il primo infatti costituisce il portatore di tutto il nostro patrimonio genetico, di tutte le potenzialità della cellula e dell’intero organismo vivente (nei pluricellulati); in poche parole esso rappresenta il “cervello” della cellula e da esso vengono inviate al resto del “corpo” cellulare tramite l’RNA che rappresenta nel nostro schema i “nervi periferici”, tutti quei messaggi che sono fondamentali per la produzione delle proteine che sono gli effettori ultimi del mantenimento e dello sviluppo del nostro “organismo”. Questa branca della biologia molecolare si è sviluppata negli ultimi 20-25 anni e ha già rivoluzionato con le sue scoperte gran parte della biologia cellulare e della medicina. In realtà, la scoperta degli acidi nucleici e della loro struttura è avvenuta intorno alla fine degli anni 50. Per molto tempo però questi importanti componenti cellulari sono rimasti poco conosciuti. Ciò era dovuto in gran parte alla estrema difficoltà di studio analitico fondamentalmente legata alla incapacità di separare ed isolare queste molecole dalle altre componenti cellulari. Si dovette attendere diversi anni perché si mettessero a punto tecniche bioanalitiche specifiche per la estrazione e la purificazione del DNA prima e dell’RNA successivamente. Tuttavia, il materiale che si otteneva era molto poco e gli studi che si potevano fare erano limitati. Solo la scoperta della reazione polimerasica a catena o PCR, valsa il premio nobel al suo ideatore, ha permesso di compiere un enorme pugliasalute balzo in avanti in questo settore di ricerca. Kary B. Mullis nel 1983 riuscì fondamentalmente a riprodurre “in vitro” il sistema replicativo cellulare degli acidi nucleici e fu in grado, quindi, di copiare il DNA o suoi frammenti per un numero infinito di volte. In questo modo ecco che in poco tempo si riuscivano ad avere grossi quantitativi di DNA che erano uguali a quelli usati in partenza per la copiatura e che ora permettevano tutte le possibili e immaginabili indagini di studio. Questo evento ha radicalmente modificato la biologia molecolare. In poco tempo si sono potuti individuare i geni responsabili della produzione di una determinata proteina, la loro regolazione, la loro trascrizione e, importantissimo, la loro possibile alterazione con conseguente implicazione nello sviluppo di una determinata patologia o di una determinata malattia. Si è anche capito che non sempre tutte le patologie erano dovute ad una singola alterazione molecolare a livello del DNA o dell’RNA ma che spesso vi era il concorso di multiple alterazioni a livello genico o post genomico. Insomma, in poco tempo grazie a questa invenzione si è potuto capire il ruolo principe nella biologia cellulare degli acidi nucleici e apportare una vera e propria rivoluzione nella comprensione dei meccanismi fisiologici e patologici che sono alla base della nostra vita. Ma il ruolo della biologia molecolare non si è fermato qui. Infatti, una volta capiti e individuati i meccanismi molecolari che sono alla base del fisiologico e patologico funzionamento della cellula, la biologia molecolare con tecniche di analisi sempre più sofisticate è stata e sarà in grado di giocare un ruolo fondamentale non solo nel campo della diagnosi e della cura ma anche nel campo della prevenzione di determinate malattie. Nel campo della prevenzione le applicazioni della biologia molecolare sono diventate numerosissime. Basti pensare alla individuazione delle alterazioni - trentotto - gennaio 2005 genetiche che sono causa della Talassemia Minor e di come sia possibile individuare con analisi specifiche se si è o meno portatori del gene alterato responsabile della malattia in modo di poter individuare precocemente le coppie a rischio di generare soggetti omozigoti affetti dalla malattia, così da effettuare sui figli uno screening precoce e la cura più appropriata compreso, recentemente, il trapianto di midollo. Lo stesso dicasi per malattie come la fibrosi cistica, la poliposi colica familiare, le malattie da accumulo lisosomiali, le miopatie mitocondriali e tante altre. In ambito infettivologico un esempio è quello della Epatite C o della infezione da HIV dove la misurazione della carica virale viene fatta con metodica PCR quantitativa in grado di stabilire l’esatto numero di copie dell’RNA del virus presenti nel sangue periferico. Così possiamo stabilire se il paziente si trova in una fase attiva della malattia con elevata viremia indice di massimo rischio di trasmissione della malattia e di attiva replicazione virale con danno acuto dei tessuti bersaglio. Inoltre il livello di viremia è l’indice più sicuro di risposta alla terapia antiretrovirale utilizzata. Il campo della diagnostica medica è quello dove maggiori sono state e saranno le applicazioni della biologia molecolare. Capire il meccanismo molecolare alla base del processo patologico permette di individuare la o le alterazioni che ne sono causa con importanti implicazioni in ambito diagnostico, prognostico e terapeutico. Il linfoma follicolare è una patologia linfoproliferativa relativamente frequente (circa il 15% di tutti i linfomi in Italia) che presenta nella maggior parte dei casi una translocazione tra due cromosomi (il 14 ed il 18). Con questa translocazione il gene del BCL-2 (localizzato sul cromosoma 18) viene a trovarsi sotto il controllo del gene per le catene pesanti delle immunoglobuline (localizzato sul cromosoma 14). Essendo i geni delle immunoglobuline funzionalmente attive nei linfociti B, la conseguenza di tale translocazione è la iperespressione ( aumento della presenza) della proteina BCL-2. Essendo questa proteina un potente inibitore della morte apoptotica cellulare (apoptosi = morte cellulare programmata), si ipotizza che la sopravvivenza forzata di cellule destinate a morire sia alla base di questa neoplasia. È stata la biologia molecolare a svelare questo scenario ed oggi permette di riconoscere questa translocazione nelle cellule linfomatose permettendo una diagnosi più precisa. Inoltre, la ricerca di questa alterazione dopo il trattamento chemioterapico permette la individuazione di malattia minima residua o la evidenziazione precoce della ripresa della malattia consentendo un trattamento sempre ottimale. Infine si è visto che il 15% circa di casi di linfoma follicolare che non presentano questa translocazione hanno una prognosi peggiore dei casi portatori della traslazione (t 14;18) e necessitano di una terapia più aggressiva. Un altro esempio della importanza della biologia molecolare nella diagnosi e nella terapia è quello dei linfomi gastrici primitivi. pugliasalute Questo tipo di tumore prende origine da linfociti di tipo B che proliferano e si accumulano nella mucosa gastrica in seguito alla infezione da parte del batterio Helycobacter Pilori. Tale batterio produce una infiammazione cronica che può essere particolarmente aggressiva e può simulare la presenza di un linfoma. Per diagnosticare un linfoma distinguendolo da uno stato infiammatorio cronico oggi si utilizza un test diagnostico che prevede la analisi del riarrangiamento dei geni delle immunoglobuline presente nei linfociti B: nel caso sia presente una flogosi reattiva noi avremo la presenza di numerosi cloni di linfociti B ognuno con il suo riarrangiamento che, amplificato con metodica PCR darà origine a centinaia di bande di peso leggermente differente con conseguente banda molto larga. Fig. 1 Esempio di banda larga per la presenza di un infiltrato reattivo nonlinfomatoso. A campione bioptico; B controllo policlonale (amplificato di linfonodo reattivo); C controllo negativo (acqua per escludere amplificazione di contaminanti); D controllo positivo (linea cellulare ottenuta da un linfoma B); MW pesi molecolari. Al contrario se si tratta di un linfoma avremo la presenza del solo clone tumorale con una singola banda amplificata, molto stretta. Fig. 2 Esempio di bande strette in caso di linfoma gastrico. A, B campioni bioptici di pazienti con linfoma gastrico; C controllo policlonale (amplificato di linfonodo reattivo); D controllo negativo; E controllo positivo (linea cellulare ottenuta da un linfoma B); MW pesi molecolari. Ma certamente l’esempio più chiaro del ruolo svolto dalla biologia molecolare nel comprendere e curare malattie una volta senza speranze, è quello della Leucemia Mieloide Cronica (LMC), tumore delle cellule del sangue anch’essa caratterizzata dalla presenza di una translocazione (= trasferimento) cromosomica, ben nota da parecchio tempo. In questa malattia, infatti, la translocazione di un pezzo di cromosoma 22 sul cromosoma 9 determinava un accorciamento del primo, riconoscibile con le tecniche di citogenetica classica e - trentanove - gennaio 2005 Esempio di Proteina riprodotta con la computer-grafica definito cromosoma Filadelfia o Ph1. Però è stata la possibilità di amplificare la porzione di DNA che si veniva a creare a seguito della t (9;22) che ha permesso di capire che la conseguenza della translocazione era la formazione di un gene ibrido, derivato della fusione del gene bcr presente sul cromosoma 9 con il gene abl presente sul cromosoma 22. Il prodotto di questo gene ibrido è una proteina di fusione BCR-ABL che è responsabile della iperproduzione di granulociti neutrofili caratteristica della LMC. Infatti la proteina ABL è un importante regolatore dei meccanismi di proliferazione e differenziamento delle cellule ematiche immature. Il prodotto di fusione BRC-ABL determina una perdita delle proprietà di controllo di ABL dovuto ad uno stato di iperattività della proteina. Questa scoperta ha spinto diversi laboratori a cercare composti che fossero in grado di inibire questa iperattività di ABL, riuscendo alla fine a sintetizzare una piccola molecola capace di annullare gli effetti della proteina ibrida BCR-ABL. Tale composto chiamato IMITABID, ora noto con il nome commerciale di GLIVEC, permette oggi di curare la LMC, bloccando la iperproliferazione delle cellule ematiche e consentendo la guarigione. Riusciamo così a comprendere come dallo studio dei geni e dei prodotti dei geni, le proteine si possa arrivare a capire i meccanismi che determinano le malattie e si possa, pertanto, cercare una cura specifica per ciascuna patologia. Ovviamente questo è il futuro della medicina, ma è un futuro non molto lontano, specie dopo la realizzazione del “Progetto Genoma” e cioè da quando, circa un anno fa, si è completamente svelato il numero dei geni presenti nell’intero menoma umano e la loro posizione in ogni singolo cromosoma, proprio grazie alle tecniche di amplificazione con PCR. Via Archimede, 22 70024 Gravina in Puglia email: [email protected] internet: www.botromagno.it * Professore associato di Anatomia e Istologia patologica dell’Università Cattolica - Policlinico “Gemelli” - Roma pugliasalute - quaranta - gennaio 2005