Microbiologia medica Definizioni • Patogenesi — processo causa di malattia • Colonizzazione — presenza di microbi in un organo o parte del corpo – Non implica danni tissutali o sintomi di malattia – Non implica invasione del sito e moltiplicazione Caratteristiche del Parassitismo • • • • Incontro: l’agente patogeno incontra l’ospite Entrata: l’agente patogeno penetra nell’ospite Diffusione: l’agente patogeno si diffonde Moltiplicazione: l’agente patogeno si moltiplica • Danno: l’agente, la risposta dell’ospite, od entrambe causano un danno • Risultato: l’agente o l’ospite “vincono” oppure coesistono Incontro • In utero (stato fetale) – Generalmente non c’è incontro in questo stadio • Protezione da parte delle membrane fetali • Generalmente non c’è trasmissione da parte della madre – Normalmente presenti solo sporadicamente – Eccezioni: malattie sessuali Incontro • Al momento della nascita – Contatto con microbi presenti a livello vaginale o dell’epidermide esterna • Anticorpi sono stati trasmessi dalla madre • Le difese sono inizialmente efficaci, tendono a diminuire poi Incontro • Gli incontri tra uomo e microbi avvengono molte volte durante la vita – La maggior parte sparisce rapidamente – Alcuni diventano parte della normale flora batterica – Soltanto alcuni causano malattie Incontri successivi • Esogeni: incontrati nell’ambiente • Endogeni: normalmente presenti sul corpo • organismi presenti sulla pelle che causano malattie quando penetrano in tessuti più profondi Incontri successivi • Esempi: – Staphylococcus aureus entra dalle ferite – In questo caso, l’incontro è avvenuto molto prima della malattia (nel momento in cui la pelle è stata colonizzata) • I’incontro non è sempre marcato in maniera netta Flora microbica “normale” • Da cosa è costituita? – Alcuni individui hanno Streptococcus pyogenes nelle vie aeree per lunghi periodi, senza contrarre malattie • Patogeni opportunisti – 95% delle persone non ha questo batterio e quando ne entrano in contatto sviluppano la malattia Definizione di Flora “normale” • E’ definita come: “ogni organismo presente che non è causa di disturbi” • Da non usare per significare la presenza di microrganismi nella maggioranza della popolazione Interazioni Ospite-Parassita • L’esposizione ad agenti patogeni virulenti non necessariamente porta alla malattia – Epidemie di tifo e peste nera: “soltanto” metà della popolazione si ammala (anche se verosimilmente tutti sono esposti) Interazioni Ospite-Parassita • Risposta di particolari particolari ospiti – Dipende da fattori unici interazione – Legata ai singoli individui – Cambiano con: • Età • Stato nutrizionale • Patologie pregresse microbi per a ogni Entrata • Molte parti interne del corpo sono connesse con l’esterno; per esempio: – Lume dell’intestino – Alveoli polmonari – Reni • Quasi tutti gli organi del torace e dell’addome sono connessi con l’esterno Entrata • Meccanismi invasioni di opposizione alle – Sfinteri e valvole – Con eccezione dell’apparato digestivo e genitale-urinario gli organi sono sterili – Organismi che risiedono nel lume dell’intestino o sugli alveoli non hanno penetrato il corpo Entrata Ingresso dei microbi nella cavità corporee con contiguità con l’esterno Sistema Digestivo • Entrano con gli alimenti – Il numero degli organismi diminuisce di molti ordini di grandezza nello stomaco • Alcune forme di dissenteria possono essere causate da poche centinaia di cellule – Non molti sopravvivono nell’intestino a causa degli enzimi digestivi Sistema Digestivo • Un numero maggiore sopravvive nell’ileo, ma sono necessari meccanismi che prevengano l’espulsione – Componenti di superficie (adesine) permettono il legame alle cellule epiteliali • Pili e polisaccaridi di superficie – Malattie come il colera si instaurano senza penetrazione dell’epitelio • Tossine che influenzano le cellule epiteliali Sistema Respiratorio • Entrano per inalazione – L’aria contenente i microbi fluisce nelle vie aeree (naso, laringe, ecc) – I microbi che raggiungono gli apparati respiratori interni devono superare i processi di “pulizia” dell’epitelio – La colonizzazione richiede meccanismi di adesione Altri meccanismi di entrata • Attraverso gli apparati genitali ed urinari • Superando i tessuti epiteliali, i microbi possono causare malattie senza penetrare i tessuti profondi Penetrazione nei tessuti profondi • Pochissimi batteri riescono a penetrare la pelle integra • Alcuni possono penetrare il tessuto epiteliale, ad esempio: – S. pneumoniae, Treponema pallidum • Normalmente dopo danni ai tessuti (molte volte causate da virus Trasportati dai macrofagi • I macrofagi alveolari intrappolano gli organismi nei polmoni – Generalmente trasportano verso l’alto sull’epitelio ciliato – In alcuni casi trasportano verso tessuti più profondi • Alcuni organismi possono vivere nei macrofagi: – Legionella – Bordetella pertussis – HIV Penetrazione per altre vie • Punture di insetti: numerose malattie virali e da protozoi • Tagli e ferite : generalmente non implicano l’insorgenza di una malattia – Anche il semplice lavarsi i denti crea piccole abrasioni all’epitelio • Gli organismi sono eliminati velocemente dal sangue dal sistema reticolo-endoteliale Penetrazione per altre vie – Danni ai tessuti interni distruggono i meccanismi di difesa e possono insorgere gravi patologie • Endocarditi batteriche – Devastanti prima degli antibiotici – Causati da streptococci orali che si impiantano nelle valvole cardiache in seguito a danni da febbri Penetrazione per altre vie • Trapianto di organi e trasfusioni di sangue – Malattia di Jakob-Cruetzfeldt da trapianto di cornea – Citomegalovirus da trapianto di reni • Uso di immunosoppressivi, possono peggiorare la situazione • Epatite B, HIV trasmessi con il sangue Esempi di fattori di virulenza • • • • • • Esotossine Endotossine Capsule IgA proteasi Adesine (pili) Motilità • Proprietà invasive • Siero resistenza • Capacità di sopravvivere all’interno dei fagociti Dimensione dell’inoculo • La dimensione dell’inoculo può determinare se un organismo causa una malattia o no • Normalmente, un alto numero è necessario per causare una malattia Dimensione dell’inoculo • Normalmente i microbi non patogeni superano le difese • Se un numero elevato di microbi raggiunge i tessuti interni, in genere si sviluppa una malattia Diffusione della malattia • Generale: diffusione avviene soltanto se le difese dell’ospite vengono superate • In alcuni casi precede, in altri segue la moltiplicazione – Precede: i parassiti che causano la malaria vengono disseminati prima della moltiplicazione – Segue: S. aureus si moltiplica localmente prima di essere disseminato Diffusione della malattia • Tipologie: – Propagazione diretta laterale a tessuti contigui – Disseminazione verso tessuti distanti • Caratteristiche: – fattori anatomici – Partecipazione attiva di enzimi dei patogeni Moltiplicazione • Fattori importanti – Nutrizione microbica: il corpo è ricco di nutrimenti, ma ci sono anche le sostanze antimicrobiche – Problema per i microbi è la poca disponibilità di ferro • Fattori fisici: temperatura, etc. Danni • In generale: tipo ed intensità dipendono dall’organo colpito • Tipi: – Meccanici: la maggior parte risultato di infiammazioni – Morte cellulare: dipende da: • Quale cellula • Quante cellule • Velocità di diffusione della malattia Danni • Tipi: – Farmacologici: tossine alterano metabolismo – Danni dovuti alla risposta dell’ospite il • Infiammazione porta alla distruzione delle cellule vicine • Risposta immunitaria Patogenesi microbica e relazioni ospite-parassita Flora normale • Aspetti generali – Ricordare la definizione: organismi frequentemente trovati sul o nel corpo di individui sani – Per la maggior parte sono batteri, ma anche alcuni virus, funghi e protozoi • Non sono presenti tutti nello stesso momento • Ogni persona ha la sua flora normale Flora normale • Alcuni microbi sono presento solo in associazione all’uomo, altri sono anche ambientali • Problema: alcune persone hanno come flora normale temporanea dei patogeni – Ad esempio: circa il 10% della popolazione ha Meningococcus o Pneumococcus come flora normale Flora normale • Infezioni opportunistiche: flora normale in zone non usuali; – Bacteroides dall’intestino in zone più interne come risultato di traumi od operazioni – Staphylococci dalla pelle e dal naso – Streptococci and Gram— cocci dalla gola e bocca Flora normale • L’importanza delle infezioni opportunistiche dipende dal patogeno e dalla difesa dell’ospite – Candida (lievito) causa polmonite in persone in chemioterapia – Pneumocystis carinii (comune abitante dei polmoni) causa polmonite e morte nei malati di AIDS Stimolazione immune • La stimolazione antigenica causata dalla flora normale è bassa – Serve come meccanismo di difesa anche in basse concentrazioni – La stimolazione batterica porta alla produzione di IgA che è secreta attraverso le mucose • Probabilmente interferisce con la colonizzazione dei tessuti profondi Stimolazione immune • In alcuni casi gli anticorpi stimolati dalla flora normale reagiscono con i tessuti normali: – Perche? I batteri della flora intestinale contengono sostanze che cross-reagiscono con gli anticorpi Aspetti fisici e chimici • Bloccare gli invasori – Meccanismi: • Vantaggio “fisico” dell’occupazione precedente • Alcuni producono antimicrobici – Ad esempio E. coli K-12 non può competere con la flora intestinale Aspetti fisici e chimici • Effetto degli antibiotici: spazza via la flora normale – Sia organismi endogeni che esogeni possono causare malattie – Dosi infettive di Salmonella decrescono di un milione di volte sotto trattamento di antibiotici • Pazienti trattati con antibiotici potenti: – Soffrono di diarrea dovuta alla crescita di lieviti e staphylococci Aspetti fisici e chimici • Ruolo nella nutrizione e nel metabolismo umano – E. coli e Bacteroides sintetizzano vitamina K Aspetti fisici e chimici • Sorgente di cancerogeni – Flora intestinale • Molti potenziali cancerogeni sono attivi soltanto dopo modificati – alcune modificazioni sono effettuate da enzimi dei batteri intestinali; cyclamato convertito nel cancerogeno della vescica (cyclohexamine) dalle solfatasi batteriche • Importanza della produzione di cancerogeni non è chiara Ecologia della flora “normale” • Parti del corpo colonizzate – Che Contengono grandi numeri: • Pelle • Tratto respiratorio (naso ed orofaringe) • Tratto digestivo (bocca ed intestino) • Tratto urinario (parti anteriori del’uretra) • Sistema genitale (vagina) • La maggior parte è strettamente anaeroba Ecologia della flora “normale” • Parti del corpo colonizzate – Che contengono piccoli numeri, molti in transito: • Resto degli apparati respiratorio e digestivo • Vescica • Utero – Trovare patogeni in questi siti suggerisce una malattia ma non costituisce una prova Ecologia della flora “normale” • Zone sterili — patogeni in queste zone indicano certamente malattia – Sangue – Fluido cerebrospinale – Tessuti interni Strategie per lo studio della patogenesi microbica Identificazione dei Patogeni • Tradizionali: associare la malattia all’organismo Postulati di Koch Il batterio deve essere trovato in tutti i pazienti, od i suoi prodotti in tutte le parti del corpo affette 2 Il batterio deve poter essere isolato e coltivato in coltura pura 1 Postulati di Koch 3 Colture pure inoculate in animai suscettibili devono riprodurre la malattia 4 Lo stesso batterio deve poter essere reisolato dall’animale sperimentale Postulati di Koch • Alcune assunzioni criticabili in luce dei moderni approcci e delle nuove conoscenze sulle interazioni ospite patogeno Critiche al postulato #1 • Implica che la virulenza risiede solo nel patogeno e non nell’ospite • Chiaramente la suscettibilità dell’ospite è importante – Individui immuno-compromessi e sani lo dimostrano – Patogeni minori causano malattie soltanto in individui immuno-compromessi Critiche al Postulato #2 • Attribuisce un’enfasi notevole alla possibilità di coltivare i patogeni in coltura pura • Alcuni patogeni non sono stati coltivati in mezzi di laboratorio Critiche al Postulato #2 • Ad esempio, Treponema Mycobacterium leprae chiaramente malattie: pallidium, causano – Gli antibiotici causano la scomparsa sia dei sintomi che dei batteri responsabili Critiche al Postulato #3 • Implica che tutti i membri di una specie batterica siano ugualmente virulenti e che una singola specie causi la malattia – Ceppi differenti variano in virulenza – Ceppi differenti possono causare differenti malattie – Stessi sintomi causati da organismi diversi – Malattie causate da più organismi Critiche al Postulato #3 • É noto che la coltura può portare alla perdita della virulenza BIOL 533 56 Critiche al Postulato #4 • Richiede che il patogeno sia re-inoculato in un animale e produca di nuovo i sintomi – Alcune malattie non colpiscono gli animali o causano sintomi differenti Identificazione dei patogeni • Metodi molecolari BIOL 533 58 Metodi molecolari • Enfasi spostata dall’identificazione del patogeno all’identificazione dei fattori di virulenza • Non c’è però completo accordo sui requisiti per provare che un particolare gene o prodotto sia causa della malattia Metodi molecolari 1 Geni o prodotti trovati in ceppi che causano malattie e non nei ceppi avirulenti a — Se un gene è trovato in un organismo che non causa malattia, questo gene deve essere mutato in una forma inattiva o meno attiva, oppure essere non espresso Metodi molecolari 2 Distruggere il gene in un ceppo virulento deve ridurre od eliminare la virulenza — Introdurre un gene di virulenza in un ceppo avirulento dovrebbe renderlo virulento — Sistemi con geni multipli: • Anche gli altri geni dovrebbero essere modificati od introdotti Metodi molecolari 3 Il gene è espresso dai batteri solo in ospite durante il processo di patogenesi 4 Il prodotto del gene deve stimolare la risposta immunitaria Identificazione senza coltura • PCR su 16S r-RNA e filogenesi • 16S r-RNA si trova in tutti i batteri • Domini conservati e zone variabili Identificazione senza coltura • Le similarità di sequenza corrispondono abbastanza bene alla filogenesi • La sequenza può identificare il patogeno come membro di una specie conosciuta o meno Identificazione senza coltura • La PCR che riconosce regioni conservate del16S rRNA è usata per amplificare e clonare un frammento di DNA da campioni di laboratorio – Se l’amplificazione è positiva, indica la presenza dei batteri Identificazione senza coltura • Sonde marcate possono visualizzare i batteri presenti in campioni clinici • Elimina la possibilità di risultati fuorvianti derivanti da contaminazioni in PCR Strategie di studio delle patogenesi di origine microbica Scegliere un animale modello • Un patogeno può non agire su un animale od agire in un modo diverso • Una data malattia può avere più animali modello, nessuno dei quali soddisfa pienamente tutte le caratteristiche Scegliere un animale modello • Un modello può mostrare certi aspetti della malattia e non altri • Modelli differenti possono essere basati su differenti rotte di introduzione – Bordetella pertussis • Intracraniale • Interperitoneale • Respirazione Scegliere un animale modello • Idealmente, si cerca un modello che: – Usa le stesse rotte di infezione dell’uomo – Mostra gli stessi sintomi – Mostra la stessa virulenza • Alternative: colture cellulari, colture di organi Colture cellulare/colture di organi • Difficile • Linee cellulari che sono geneticamente e fisiologicamente differenti • Rimossi gli effetti legati agli altri organi (ormoni) • Le cellule crescono in mezzi artificiali (differente da in vivo) Studiare gli organismi patogeni • Prendere in considerazione filogeneticamente affini specie – S. typhimurium vs. – S. typhi • Una specie vicina potrebbe essere più facile da manipolare in laboratorio Studiare gli organismi patogeni • Approcci per identificare i fattori di virulenza e dimostrare il loro ruolo nella patogenesi: – Biochimici – Genetici – Immunologici • La cosa migliore è combinare gi approcci Biochimici/immunologici • Purificare le molecole e studiarle in vitro • Porta a dettagliate informazioni su – Cofattori – Proprietà chimico-fisiche generali Biochimici/immunologici • Due limitazioni: – Le molecole devono essere parzialmente note – Le misure su molecole isolate potrebbero non riflettere accuratamente la loro funzione in vivo • Provare la funzione in vivo necessita combinazione di approcci anche genetici la Immunologici • Determinare se gli anticorpi nei confronti dei prodotti batterici sono protettivi negli animali infetti • Possibile problema: – Gli anticorpi sulla superficie batterica possono prevenire l’infezione opsonizzando o rafforzando meccanismi complementari più che inattivare i fattori di virulenza Immunologici • Usati per accertarsi che fattori di virulenza putativi sono effettivamente prodotti in vivo durante l’infezione Genetici • Sequenziare il gene confrontarlo con gli altri wild-type e – dall’identità di sequenza si può inferire la funzione • Mutagenesi dei geni che codificano i fattori di virulenza Genetici • Testare il mutante per cambiamenti nella sua virulenza -oppure• Introdurre il gene clonato nel mutante avirulento per vedere se la virulenza è riacquisita? -oppure• Identificare potenziali geni di virulenza attraverso la co-regolazione Genetici • Tecniche sperimentali in vivo – Identificare geni indotti in vivo che sono altamente espressi nei tessuti, ma non nei mezzi di laboratorio • Limitazioni della tecnica: – Implica un “minimo” di conoscenze tecniche per ottenere informazioni Genetici • Vantaggi degli approcci genetici: – parte da una alterazione nelle funzioni di cui si può valutare l’importanza – Isolare i mutanti con una funzione alterata può portare alla scoperta di nuovi fattori di virulenza – Possono essere stabilite connessioni a priori tra geni e alcuni aspetti della virulenza Genetici • Limitazioni degli approcci genetici: – Difficile determinare la funzione specifica dei geni di virulenza – Esempio: perdita dell’abilità di invadere le cellule del rene • Perdita delle proteine di regolazione necessarie per l’attivazione? • Perdita di geni strutturali di invasione? • Perdita di geni necessari per la localizzazione? Wild Type • Sequenziare il gene wild-type o mutato: – Utile solo se c’è match con geni già sequenziati (almeno ad un primo livello) • Usare il gene come sonda ed ibridare con il DNA di organismi affini – Se il ceppo patogeno contiene materiale genetico che è assente dai ceppi non-patogeni, questo materiale può codificare per geni che conferiscono patogenicità Wild Type • Esempio: E. coli e S. typhimurium – Mappe cromosomiche molto simili – S. typhimurium ha sequenze di DNA che E. coli non ha – S. typhimurium è un patogeno e normalmente E. coli non lo è; quindi le sequenze che li differenziano, potrebbero essere geni per la virulenza Wild Type • Tecniche sperimentali Plasmidi ricombinanti contenenti sequenze specifiche di S. typhimurium identificate con tecniche di ibridazione poiché non ibridano su cromosomi di E. coli Mutanti • Geni clonati introdotti in ceppi mutanti avirulenti od in E. coli • Funziona in E. coli solo se il gene inserito può essere espresso in E. coli, in genere non succede: – Potrebbero mancare geni accessori – Potrebbero mancare sequenze di regolazione Mutanti • Esempio: – Generalmente i ceppi di E. coli non aderiscono od invadono le colture tissutali – Potenziali adesine ed invasine possono essere identificate attraverso lo screening di cloni contenenti sequenze di DNA che permettono a E. coli di aderire ed invadere i tessuti Mutanti • Limitazioni: – Le tecniche standard di clonaggio isolano solo piccole porzioni del genoma (<30 kb) – Questi approcci funzionano bene solo se uno o pochi geni sono necessari per l’espressione del tratto – I geni devono poter essere espressi in E. coli – Questi approcci funzionano bene quando i geni provengono da organismi simili a E. coli Mutanti • Costruire e analizzare i mutanti per i cambiamenti nella loro virulenza – Metodi comuni per ottenere mutagenizzare con trasposoni – Effettuare screenings per la virulenza mutanti è perdita di Mutanti • Vantaggi: – Ogni colonia selezionabile ha un fenotipo evidente (con analisi) – Nella maggior parte dei casi si ha distruzione di un gene – I trasposoni servono come marker per localizzare il gene, utile per il clonaggio Mutanti • Limitazioni: – Possono causare il blocco della trascrizione • Se il trasposone si inserisce nel primo gene di un operone, elimina la trascrizione per quel gene ma anche per i geni seguenti, l’inserzione è quindi polare • Fenotipi avirulenti possono derivare da perdita dell’espressione di geni a valle del gene mutato – Non funziona per geni essenziali, perché si ha morte dell’organismo Mutanti • Identificare geni per la virulenza attraverso la regolazione – I geni per la virulenza sono spesso in operone o regulone controllati dalla stessa proteina – Se si trova un gene, è probabile trovare anche gli altri Antibiotici Caratteristiche generali Chemioterapici (sintetici) Antibiotici (di origine naturale) Non si può tracciare un limite ben definito in quanto parecchi sono ottenuti per sintesi o semisintesi La chemioterapia antibatterica si basa sul principio della tossicità selettiva, formulato per la prima volta da Paul Ehrlich, in base al quale una sostanza può essere utilizzata nella terapia di una malattia infettiva solo se è nociva per il germe e relativamente innocua per le cellule dell’ospite Antibiotici selettivi Agiscono solo su strutture e vie metaboliche peculiari dei batteri (parete cellulare, DNA girasi e topoisomerasi IV) Impossibili effetti sulle cellule dell’ospite Penicilline, Cefalosporine, Monobattami, Penemici, Carbapenemici, Fosfomicina, Glicopeptidi, Daptomicina Antibiotici non selettivi Agiscono con meccanismi diversi verso strutture e meccanismi non esclusivi dei batteri Potenziali effetti dannosi Aminoglucosidi, Macrolidi, Lincosamidi, Tetracicline, Cloramfenicolo, Metronidazolo, Rifamicine, Sulfamidici Attività Gli antibiotici agiscono interferendo con la sintesi o la funzione dei componenti macromolecolari essenziali per la cellula batterica Batteriostatico: blocco della riproduzione a concentrazioni pari alla MIC; se si aumenta la concentrazione il farmaco ha effetto battericida Battericida: morte della cellula batterica Battericidi Lisi e morte della cellula batterica Rapido Preferibili in tutte le infezioni, Obbligatori in quelle gravi Batteriostatici Arresto della moltiplicazione Azione lenta Principali antibiotici battericidi e batteriostatici Battericidi Penicilline, Cefalosporine, Monobattami,Penemici, Carbapenemici, Aminoglucosidi, Chinoloni, Glicopeptidi, Rifamicine, Fosfomicina, Cotrimossazolo, Colistina, Metronidazolo Batteriostatici Tetracicline, Cloramfenicolo,Macrolidi, Lincosamidi, Acido fusidico, Sulfamidici, Trimetoprim, Linezolid, Tigeciclina Meccanismi d’azione • • • • • Inibizione della sintesi della parete (cell wall) Alterazione della membrana citoplasmatica Inibizione della sintesi proteica Inibizione della sintesi degli acidi nucleici Antimetaboliti Inibitori della sintesi della parete Agiscono bloccando gli enzimi che regolano la sintesi del peptidoglicano con conseguente lisi cellulare (battericidi) Blocco degli enzimi della fase finale PBPs (Penicillin Binding Protein) le cui modificazioni sono responsabili della resistenza ai beta lattamici • Penicilline, cefalosporine, monobattami, penemici, carbapenemici. Blocco della fase iniziale • Glicopeptidi, bacitracina, cicloserina, ristocetina. Blocco di un enzima glucosamina transferasi) • Fosfomicina specifico (piruvato-uridin-fosfato-N-acetil Alterazione della membrana citoplasmatica Provocano alterazioni della membrana citoplasmatica con perdita della permeabilità E’ un meccanismo d’azione poco selettivo, farmaci tossici e di uso limitato Battericidi Polimixina, colistina, daptomicina. Inibizione della sintesi proteica Agiscono a livello ribosomiale sub-unità 30S o 50S. La specificità dell’azione selettiva dipende dal fatto che i ribosomi delle cellule eucariote sono costituiti da sub-unità 60S e 40S Battericidi Aminoglucosidi, cloramfenicolo tetracicline, macrolidi, lincosamidi, Inibitori della sintesi degli acidi nucleici Agiscono inattivando gli enzimi Meccanismo d’azione non selettivo Fanno eccezione i chinoloni che possono essere considerati selettivi in quanto agiscono sulla DNA-girasi che è propria delle cellule procariote Battericidi Rifamicine, chinoloni Antimetaboliti Inibiscono la sintesi dell’acido folico Batteriostatici Sulfamidici, trimetoprim. Principali classi di antibiotici Beta-lattamine: penicilline, cefalosporine, monobattami, carbapenemi Aminoglucosidi: streptomicina, amikacina, netilmicina neomicina, gentamicina, tobramicina, Macrolidi e ketolidi: eritromicina, claritromicina, azitromicina Tetracicline: tetraciclina, doxiciclina, minociclina Chinoloni: ac.nalidixico, ac.pipemidico, ciprofloxacina, lomefloxacina, ofloxacina, levofloxacina, moxifloxacina Glicopeptidi: vancomicina, teicoplanina. Rifamicine: rifamicina SV , rifampicina, rifabutina ,rifaximina Lincosamidi: clindamicina Fenicoli : cloramfenicolo, tiamfenicolo ofloxacina, Beta-lattamine • Penicilline Penicillina G(benzil-penicillina) e derivati Penicilline ad ampio spettro: Ampicillina, Ampicillina-sulbactam Ticarcillina, Ac. clavulanico • Cefalosporine I generazione :Cefalosporina, cefazolina, cefalotina II: Cefoxitina, cefuroxime, cefotetan, cefaclor III : Ceftriaxone, cefotaxime, ceftazidime IV: Cefepime • Monobattami: Azstreonam • Carbapenemi: Imipenem, meropenem Spettro naturale di attività antibatterica Ogni antibiotico è caratterizzato da uno “spettro naturale” di attività antibatterica. Questo spettro comprende specie batteriche: A -naturalmente sensibili. Sono quelle che allo stato naturale sono inibite nella loro crescita da concentrazioni di antibiotico raggiungibili in vivo B -naturalmente resistenti. La resistenza naturale è una caratteristica costituzionale, costante di tutti i ceppi di una stessa specie batterica. Alcune specie sono “identificabili” dalla loro resistenza naturale (es. resistenza di Klebsiella pneumoniae ad aminopenicilline) Spettro clinico Per ogni antibiotico, un ceppo batterico, è definito: S Sensibile: l’infezione determinata da quel ceppo può essere adeguatamente trattata con il dosaggio raccomandato per quel tipo di infezione e specie infettiva. Questa categoria comprende specie batteriche completamente sensibili e specie batteriche particolari per le quali la prevalenza della resistenza acquisita può variare in misura significativa. I Intermedio mediamente sensibile: quando le MIC sono vicine ai livelli ematici e tissutali raggiungibili e il successo terapeutico è imprevedibile. La categoria Intermedio indica l’applicabilità clinica nelle parti del corpo in cui si concentrano i farmaci fisiologicamente o quando è possibile utilizzare alte dosi. Questa categoria comprende specie con una sensibilità naturale intermedia (attività moderata in vitro) R Resistente: quando il ceppo in esame non è inibito alle concentrazioni sistemiche raggiungibili con normali dosaggi e/o rientra nel range in cui sono probabili meccanismi di resistenza microbica specifica e non è garantita l’efficacia clinica. . Questa categoria comprende specie naturalmente resistenti all’antibiotico o con resistenza acquisita. Scelta dell’antibiotico Nella scelta del’antibiotico bisogna considerare: 1. Parametri microbiologici: MIC (concentrazione minima alla quale si ottiene una visibile inibizione di crescita del germe). 2. Parametri farmacocinetici (PK) quantificano i livelli serici degli antibiotici nel tempo 3. Parametri farmaco dinamici che si ottengono integrando i parametri farmacocinetici con le MIC: Cmax/MIC e % T>MIC (intervallo di tempo espresso in % in cui le concentrazioni sieriche del farmaco risultano al di sopra del valore di MIC)