Trio Vignola Per La Rassegna Musica Ai Santissimi Apostoli : La

Trio Vignola Per La Rassegna Musica Ai Santissimi
Apostoli : La recensione di Unfolding Roma
26/04/2017
Un bel concerto di musica da camera si è svolto la sera di domenica 23 aprile nella Sala dell’Immacolata presso il
Convento dei Santissimi XII Apostoli. Interamente dedicato a musiche del compositore spagnolo Enrique
Granados, in occasione del centocinquantenario della nascita. La serata, inserita nell’ambito della rassegna “Musica ai
Santissimi Apostoli”, giunta ormai alla settima stagione, è stata organizzata dall’associazione “ Camera Musicale
Romana”. <o:p />
Il concerto, centrato su parte della produzione cameristica di Granados (più un assaggio della sua musica per
pianoforte solo: le Danze Spagnole Op. 37 n. 2 e n. 5), affidato al Trio Vignola , recava la dicitura di
accompagnamento: “Il poeta dell’Anima”. Difficilmente qualcuno dei presenti, anche fra chi mai aveva ascoltato musica
di Granados, avrà trovato poco consona tale didascalia. <o:p />
Sin dalle prime battute della Romanza per violino e pianoforte in mi bemolle maggiore , infatti, la sensazione,
chiara, è stata quella di ascoltare non musica di un semplice epigono del tardo romanticismo, bensì di un compositore
capace di una schiettezza di linguaggio e di un’espressività, legata alla tradizione romantica, che attinge i suoi pensieri
musicali dall’intimo dei propri sentimenti. La romanza, chiaramente articolata secondo la consueta struttura ABA, è
stata resa con lirismo, in alcuni tratti anche acceso, soprattutto in alcuni passaggi acuti del violino in mano a Gustavo
Gasperini, passaggi eseguiti in perfetta simbiosi nella realizzazione dei diversi piani sonori con il pianoforte di Stefano
Giardino<o:p />
. <o:p />
Dopo l’accoppiata pianoforte-violino si è passati a quella pianoforte-violoncello in occasione del Madrigal in la minore
, uno degli ultimi lavori di Granados (1915), dedicato al suo amico e grande violoncellista Pau Casals (1876-1973). A
dispetto della dedica a colui che è reputato uno dei maggiori virtuosi del violoncello del Novecento, il Madrigal rifugge
da una scrittura esibizionistica, ed anzi insiste su un linguaggio a volte enigmatico e riflessivo, altre volte più
soffertamente espressivo. Il titolo “Madrigal” è un unicum nella produzione di Granados e, verrebbe da dire, altrettanto
unico è risuonato in seno all’intero concerto, probabilmente per via di un “musicare” che ripropone, reinterpreta o
allude a cadenze, frasi e movenze armoniche e contrappuntistiche dal sapore cinque-secentesco, intelligentemente
eseguite (quasi con “consapevolezza storica”) da Mauro Businelli al violoncello.<o:p />
“Sensibilità”, “eleganza”, “malinconia”, “spontaneità”, scriveva di un’altra composizione per pianoforte di Granados, El
Pelele , il suo amico compositore Manuel de Falla (1876-1946). Le stesse parole ben si accordano alle due danze
tratte dalla sopracitata raccolta Op. 37, la seconda, Oriental , e la quinta, Andaluza . E soprattutto “sensibilità” e
“malinconia” ben definiscono l’atmosfera della prima danza. Il brano, ancorché di breve durata, non lascia mai la
tonalità di do minore e si svolge quasi completamente nei registri medio-acuto ed acuto della tastiera; forse queste
caratteristiche donavano secondo Granados una connotazione “orientale” a questa musica, fatto in fin dei conti curioso
per una raccolta di pezzi ispirati al folclore spagnolo – e dunque uno dei più occidentali d’Europa. La bella esecuzione
del Maestro Giardini ha reso le due danze con una gamma sonora a volte maggiore, a volte simile a quella di cui sono
originale testimonianza i rulli dei pianoforti meccanici Welte-Mignon, incisi in base a quanto suonato dallo stesso
Granados nel 1913 (al cui ascolto, per curiosità storica, rimanda chi scrive).<o:p />
Il concerto si è chiuso con i tre elementi del Trio Vignola riuniti per l’esecuzione del Trio Op. 50, articolato in quattro
movimenti, pervasi da un clima romantico con velature di folclore spagnolo. L’interpretazione del Trio Vignola è stata
notevole per la veemenza mostrata nel quarto tempo, Allegro molto. Infatti, dopo il lirico e sognante primo tempo, dopo
il gustoso ed animato Scherzetto e dopo un terzo tempo in qualche modo affine alla Romanza con cui si era aperto il
concerto, nel Finale a tratti ci si è presentato un diverso aspetto della musica di Granados: quello selvaggio, che ha
avvinto il pubblico sino alla vorticosa chiusura. Ai sonori applausi hanno fatto seguito due bis da musiche di Ennio
Morricone.<o:p />
Un appunto, in conclusione, sulla volonterosa Camera Musicale Romana. Per ammissione della sua altrettanto
volenterosa ed operosa presidente Elvira Maria Iannuzzi, quei concerti cominciati sette anni addietro “anche con tre
persone in sala” si sono felicemente consolidati con il passare del tempo, e stanno divenendo un’istituzione nell’ambito
dell’offerta musicale romana, soprattutto per quanto concerne la musica da camera. Prova ne è l’interessante
programma della rassegna, corposo e tutt’altro che scontato, e l’interesse mostrato dal pubblico.<o:p />
Marco Parigi<o:p />