Sermone: Check-up
spirituale
Galati 6:1-10 :
1 Fratelli, se uno viene sorpreso in colpa, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di
mansuetudine. Bada bene a te stesso, che anche tu non sia tentato. 2 Portate i pesi gli uni
degli altri e adempirete così la legge di Cristo. 3 Infatti se uno pensa di essere qualcosa pur
non essendo nulla, inganna se stesso. 4 Ciascuno esamini invece l'opera propria; così avrà
modo di vantarsi in rapporto a se stesso e non perché si paragona agli altri. 5 Ciascuno
infatti porterà il proprio fardello.
(Os 10:12-13; Ro 2:3-11; 8:13)(Lu 6:30-36; 2Co 9:6, ecc.; Eb 6:10-12)
6 Chi viene istruito nella parola faccia parte di tutti i suoi beni a chi lo istruisce.
7 Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l'uomo avrà seminato,
quello pure mieterà. 8 Perché chi semina per la sua carne, mieterà corruzione dalla carne;
ma chi semina per lo Spirito mieterà dallo Spirito vita eterna. 9 Non ci scoraggiamo di fare
il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo. 10 Così dunque, finché ne
abbiamo l'opportunità, facciamo del bene a tutti; ma specialmente ai fratelli in fede.
Ebrei 3: 12-14 :
12 Badate, fratelli, che non ci sia in nessuno di voi un cuore malvagio e incredulo, che vi
allontani dal Dio vivente; 13 ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si può dire:
«Oggi», perché nessuno di voi s'indurisca per la seduzione del peccato. 14 Infatti siamo
divenuti partecipi di Cristo, a condizione che manteniamo ferma sino alla fine la fiducia
che avevamo da principio
Giacomo 5: 13-16 :
13 C'è tra di voi qualcuno che soffre? Preghi. C'è qualcuno d'animo lieto? Canti degli inni.
14 C'è qualcuno che è malato? Chiami gli anziani della chiesa ed essi preghino per lui,
ungendolo d'olio nel nome del Signore: 15 la preghiera della fede salverà il malato e il
Signore lo ristabilirà; se egli ha commesso dei peccati, gli saranno perdonati.
16 Confessate dunque i vostri peccati gli uni agli altri, pregate gli uni per gli altri affinché
siate guariti; la preghiera del giusto ha una grande efficacia.
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C. s. e c. f., è buona prassi che periodicamente tutti noi andiamo a fare un controllo medico per
accertare come sono le nostre condizioni di salute;
un semplice esame del sangue ci permette di scoprire molte delle nostre piccole disfunzioni e di
porvi rimedio;
un consulto del nostro medico curante ci farà conoscere altri problemi di salute che ci sono, ma che
magari non sono così gravi da procurarci dei seri fastidi e che per questo tendiamo a trascurare.
Un check-up periodico del nostro corpo ci rivela perciò di quali patologie soffriamo e ci fornisce
spesso anche le cure necessarie per affrontarle ed eliminarle, spesso con dei sacrifici tutto sommato
modesti.
Se però trascuriamo queste patologie quando sono ancora allo stadio acuto, col tempo esse si
trasformano in gravi malattie croniche che possono compromettere seriamente la nostra salute fino
a portarci anche alla morte.
E' tutto semplice allora? Purtroppo no!
Molto spesso siamo consapevoli che se andiamo a fare un esame del sangue o una visita dal nostro
medico, scopriremo che la nostra pressione o il nostro colesterolo sono troppo alti, oppure che
abbiamo il respiro pesante e il fegato ingrossato, che siamo sovrappeso o che la glicemia è sballata,
tanto per non fare che alcuni esempi oggi tra i più comuni.
Chi ama fumare, quasi sempre non vuole sentirsi dire che deve smettere;
chi indugia nell'alcool non vuole che il medico gli dica che non deve più bere bevante alcoliche;
chi ama abbondare col pane, la pasta, i fritti e i sughi, non vuole vedersi costretto a ridurre
drasticamente queste pietanze; e così via!
Molto spesso temiamo i “check-up” proprio per timore di ciò che ci verrà detto e per questo
cerchiamo il più possibile di evitarli, per non dover poi affrontare dei rimedi necessari ma fastidiosi.
Così facendo però un brutto giorno qualcuno ci dirà che i nostri polmoni sono ormai andati, o che il
nostro fegato è disintegrato, o che il nostro cuore non ce la fa più, e questo per aver trascurato
quelle piccole prescrizioni che a suo tempo potevamo ancora prevenire il disastro, e quando questo
avviene il più delle volte è troppo tardi per rimediare.
E' sufficiente che anche uno solo dei nostri organi vitali cessi di funzionare che tutto il nostro corpo
è inesorabilmente condannato, perché non possiamo vivere senza anche uno solo di questi organi.
L'Apostolo Paolo nella sua l° lettera ai Corinzi paragonava la Chiesa al corpo umano, con
riferimento ai doni che vi sono al suo interno, ognuno dato per adempiere ad una diversa missione;
allora noi possiamo usare questa metafora della Chiesa anche per un altro paragone, quello relativo
alla salute dell'intero corpo rispetto ad ognuno degli organi che lo compongono.
Quando uno degli organi funziona male perché è malato, è tutto il corpo della Chiesa che ne soffre;
questo c. s. e c. f. è facilmente evidente a tutti noi, ed per questo che il Signore, in vista di questa
incresciosa situazione, ci ha dato uno strumento adatto per prevenirla e curarla, come abbiamo udito
nei tre brevi brani della Scrittura letti oggi.
Questo semplice strumento non è poi tanto diverso da quello che usiamo per controllare e
mantenere la salute fisica del nostro corpo;
lo potremmo definire semplicemente come un “check-up spirituale”!
A che serve un check-up spirituale?
Cominciamo col dire che ci sono almeno due tipi di check-up spirituale che noi dovremmo fare
periodicamente.
Il primo è quello che riguarda noi stessi come singoli credenti e serve a darci un quadro della nostra
salute spirituale, a renderci coscienti della presenza di eventuali disfunzioni che si annidano nella
nostra anima e a sanarle prima che esse diventino troppo grandi e gravi per essere curate.
Tutto facile dunque? Al contrario!
Purtroppo oggi la cura dell'anima sembra che sia diventata ancor più difficile della cura del corpo!
Se già infatti accettiamo mal volentieri di andare dal nostro medico per un consulto, temendo che
poi la sua cura sia gravosa da sopportare, tanto più abbiamo delle difficoltà a curare la nostra anima
sottoponendoci ai check-up che la Scrittura ci consiglia: “...quand'anche uno sia stato colto in
qualche fallo, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine... Ciascuno esamini
invece l'opera propria... Guardate, fratelli, che talora non si trovi in alcuno di voi un malvagio
cuore incredulo, che vi porti a ritrarvi dall'Iddio vivente... Confessate dunque i falli gli uni agli
altri, e pregate gli uni per gli altri onde siate guariti... portate i pesi gli uni degli altri e così
adempirete la legge di Cristo”
Questi e altri consigli che la Scrittura ci da di fronte ad un malessere spirituale, comportano infatti
di seguire poi una cura che ci espone ad una serie di comportamenti che in verità non sempre ci
sono graditi.
Se infatti riconosciamo nel medico l'autorità di darci consigli sulla nostra salute fisica, spesse volte
poi ignorati perché scomodi, a chi riconosciamo l'autorità di darci consigli su quella spirituale?
Forse al Pastore, che deve ricordarci quali sono gli insegnamenti del Signore e aiutarci a seguirli
secondo una buona e retta dottrina?
Forse ai nostri fratelli di fede, che ci devono sostenere condividendo con noi ciò che il Signore ha
messo loro nel cuore?
Secondo la Scrittura dovrebbe essere così, poiché la guida del Pastore e la correzione fraterna ci
sono entrambi indicati come strumenti che ci devono aiutare a riconoscere i nostri malesseri e a
curarli con l'aiuto e la guida di Dio;
ma spesso nella realtà le cose vanno diversamente, perché ciò che ci provoca disagio spirituale sono
i nostri comportamenti naturali, ovvero quelli posti in essere seguendo le mode del mondo, cui
tuttavia non vogliamo rinunciare perché siamo umanamente attaccati ad essi, così come lo siamo a
quei comportamenti che nonostante tutto ci provocano malesseri fisici.
Di conseguenza dentro di noi rifiutiamo di mettere in atto i giusti correttivi, ma poiché ci dispiace
ammetterlo, cominciamo a dire che, né il Pastore, né tanto meno i nostri fratelli e le nostre sorelle in
Cristo, hanno l'autorità e la potestà di valutare, cioè giudicare, i nostri malesseri spirituali, né tanto
meno di fornirci delle cure.
Noi dovremmo in coscienza esaminare la nostra opera rispetto alla Scrittura, come ci invita a fare
l'Aposto Paolo, ma non è così che agiamo; riteniamo piuttosto di essere noi soli capaci di giudicare
noi stessi, però i nostri sono soltanto dei giudizi di parte, perché come ci dice l'Apostolo “ci
stimiamo qualcosa pur non essendo nulla...”
Vi è poi c.s e c.f un secondo check-up spirituale che dovremmo fare, ma che forse facciamo ancora
meno del primo: il check-up spirituale della Chiesa!
Se, come ci dice l'Apostolo Paolo, la Chiesa è paragonabile al corpo umano, in quanto composto da
tanti organi che lavorano insieme per il funzionamento comune, ecco che quando uno o più organi
del corpo sono malati, tutta la Chiesa è malata.
Con riferimento al corpo della Chiesa certamente i diversi organi che la compongono possono
essere “malati” perché non stanno più compiendo la loro missione, e per questo la Chiesa non riesce
più a compiere la sua missione.
Anche in questo caso chi deve fare il check-up spirituale?
Ogni Chiesa ha al suo interno degli organismi designati a farlo; noi per esempio abbiamo il Sinodo,
l'organo preposto a dare le direttive alla nostra Chiesa e anche a evidenziare i correttivi da adottare
qualora si presenti una “malattia” che minacci la Chiesa stessa.
Una bella autodiagnosi che viene fatta almeno una volta all'anno; ma è sufficiente?
La storia della Chiesa di Cristo sulla terra ci insegna che quasi mai gli organismi preposti al
governo della Chiesa hanno saputo prendere misure adeguate contro i mali spirituali che di volta in
volta hanno minacciato la Chiesa, e che nelle rare occasioni in cui questo è successo, lo hanno fatto
perché spinti da forze esterne che minacciavano loro stessi prima ancora della Chiesa di Cristo.
Il più delle volte l'arroganza ha prevalso sulla comprensione fraterna, e questo ha prodotto fratture e
scissioni, così che dei fratelli che vedevano il pericolo per la sorte della Chiesa alla fine hanno
preferito allontanarsi per far nascere una nuova Chiesa non contaminata da questo male.
La Riforma di Lutero è uno di questi casi;
se il papa e la chiesa medievale avesse ascoltato la diagnosi di Lutero e accolto la cura da lui
poroposta, oggi la chiesa cristiana d'occidente sarebbe ancora unita.
Lo stesso dicasi per la formazione delle chiese cd pentecostali e carismatiche, che non sarebbero
mai nate se quelle storiche avessero ascoltato e accolto il bisogno di risveglio spirituale che stava
nascendo tra i fedeli a metà del XIX secolo.
Questo c. s e c. f. per affermare ancora una volta che il bisogno di un check-up spirituale è sempre
presente e quanto mai attuale all'interno della Chiesa di Cristo sulla terra, in tutte le sue componenti.
Perché le chiese storiche si stanno svuotando?
Perché molti fedeli si stanno allontanando da esse, se non dalla religione, e quindi dalla fede?
Qual'è o quali sono i malesseri che stanno affliggendo molte chiese, tra cui la nostra, ormai da
diversi decenni?
Ma soprattutto quali cure abbiamo adottato contro questo male che da malessere si sta sempre di più
trasformando in una malattia seria, e Dio non voglia, mortale?
Su queste domande all'interno delle nostre Chiese si è a lungo dibattuto in verità;
la domanda però che dovremmo porci è piuttosto se in tutti i nostri dibattiti abbiamo veramente
fatto un check-up spirituale sincero e scevro da particolarismi e chiusure aprioristiche?
O non abbiamo piuttosto rifiutato la diagnosi perché la cura che ci veniva proposta non era di nostro
gradimento?
Su questo tema abbiamo detto molto e continuiamo a dire molto, e tuttavia come chiese
continuiamo a rifiutare un sereno e leale confronto con la realtà.
Così come singoli rifiutiamo di “confessare i nostri falli gli uni agli altri” non ritenendo i nostri
fratelli nella posizione di consigliarci, (tenendo il loro piuttosto come un giudizio), allo stesso modo
come chiese rifiutiamo un sereno e leale confronto con le altre chiese sorelle, quello che potrebbe
aiutarci l'un l'altra a capire quali siano i nostri punti critici al fine di superarli fraternamente.
Dopo i Concili cristiani dei primi secoli non è più avvenuto che i cristiani delle diverse
confessioni/chiese si confrontassero tutti tra di loro con spirito di umiltà per cercare di fare insieme
la volontà di Cristo; si sono invece sempre combattute e osteggiate come nemici, danneggiando così
l'opera di Cristo.
Anche da quando hanno ricominciato a parlarsi tra di loro in spirito ecumenico, alcune ma non tutte,
ecco che ognuna ha tenuto un atteggiamento di superiorità che non le permette di accogliere i
fraterni suggerimenti delle altre, o se preferiamo le fraterne correzioni reciproche, quello che oggi
definiremmo come “mettersi in discussione”.
Non è forse anche questo un “beffarsi di Dio”?
Ma ecco che il Signore ci avverte dicendoci: “Non v'ingannate; non si può beffarsi di Dio; poiché
quello che l'uomo avrà seminato, quello pure mieterà”.
Vedete, l'arroganza umana quando va contro la volontà di Dio non potrà che raccogliere la sua
disapprovazione. Se le Chiese riflettessero su questo, ci penserebbe bene prima di rifiutare
l'amorevole correzione di Dio.
Insomma c. s. e c. f., quanto più saremo onesti nel riconoscere con noi stessi e con i nostri fratelli
davanti al Signore, le nostre mancanze spirituali, affinché Lui, direttamente per mezzo del suo
Spirito o tramite i nostri fratelli e sorelle, ci fornisca al cura adeguata (cui poi però ci dovremo
attenere!), tanto più la nostra salute spirituale né avrà un beneficio e con essa anche la salute
spirituale della nostra Chiesa, poiché come organi di questa Chiesa di Cristo se saremo
spiritualmente sani anche la nostra Chiesa sarà sana e santa davanti al Signore.
Viceversa, se continueremo a rifiutarci di riconoscere i nostri mali spirituali prima di tutto con noi
stessi, e cercheremo in ogni modo di nasconderli, a noi stessi, ai nostri fratelli, alla Chiesa di cui
siamo membri, noi per primi vedremo la nostra salute spirituale peggiorare di giorno in giorno, fino
a cadere in preda ad una malattia spirituale e forse all'estremo anche alla morte spirituale.
Così facendo però contribuiremo anche a indebolire la nostra Chiesa, in quanto membri, a farla
diventare fragile, piccola e malata e forse un domani a vederla scomparire per mancanza di membri,
cosa che purtroppo è già successo negli ultimi anni a diverse delle nostre comunità.
Abbiamo dunque il coraggio di confessare ciò che ci affligge, di confrontarci gli uni con gli altri,
traendo conforto, incoraggiamento e crescita spirituale dall'aiuto dello Spirito Santo che spesso
opera per mezzo degli uni a favore degli altri;
non abbiamo paura di accogliere la diagnosi che ci viene fatta e di metterla in pratica anche se a
volte potrà sembrarci dura da masticare e amara da ingoiare, perché se riponiamo la nostra fede e la
nostra speranza in Gesù Cristo, nulla sarà troppo difficile o doloroso da affrontare, a patto però che
noi accettiamo amorevolmente la sua correzione. AMEN