LA BATTAGLIA DI SORIO: Il 1848 è l’anno della prima guerra del risorgimento italiano, durante la quale Vicenza1 insorse e resistette in armi contro gli assalti dell’esercito dell’impero d’Austria; dopo una lunga lotta venne poi rioccupata. In questo periodo quasi tutti i popoli dell’Europa centro occidentale insorsero per chiedere la Costituzione2, che nelle monarchie assolute non era ancora concesso. I moti insorsero dalla Francia,agli Stati Germanici,all’Austria fino all’Italia3, ma la forte presenza nella nostra penisola dell’impero austriaco costituiva il maggiore ostacolo all’accoglimento di ogni riforma: l’Austria controllava infatti direttamente o indirettamente una grande parte del territorio italiano. Quindi in Italia la lotta per la libertà venne a coincidere con quella per l’indipendenza dallo straniero, e alle prime insurrezioni di carattere liberale a Vienna e in altre zone dell’impero, in particolare in Ungheria, si sviluppò passo dopo passo un moto di rivolta che da Milano e da Venezia si estese alle altre città del Lombardo Veneto, obbligando le forze dell’esercito austriaco a ritirarsi sotto Radetzky. Cominciò così a crearsi anche da altri stati italiani una mobilitazione di eserciti regolari e di volontari che partivano alla volta del nord Italia dando vita così a una Lega Italiana per la guerra di liberazione, e dato che le forze mobilitate provenivano anche dalle truppe dello Stato pontificio, la guerra fu chiamata “ guerra santa” o “crociata”. Il reparto austriaco stanziatosi a Vicenza se ne andò il 25 marzo, e ci si mosse così per creare un Comitato provvisorio in grado di amministrare la città e a provvedere alla difesa, armando la nuova “guardia civica” composta da volontari e predisponendo misure di sicurezza contro un prevedibile ritorno della forza austriaca. Infatti la nostra provincia costituiva un importante nodo stradale per le comunicazioni con Vienna, che bisognava riprendere e controllare. Il mese di aprile e parte di maggio videro la prevenzione di ogni attacco e la raccolta e l’addestramento di un gran numero di volontari, specialmente giovani universitari da Schio, Treviso, Padova e da altre città, raggruppati in compagnie che presero il nome e il simbolo dei crociati. Venivano loro distribuiti fucili o moschetti e s’introdussero anche i cannoni, forniti dal comitato di Venezia. Questi giovani volontari addestrati da alcuni veterani reduci delle guerre napoleoniche, sebbene ancora inesperti e poco disciplinati, ebbero il loro “battesimo del fuoco” nello scontro avvenuto tra il 7 e l’8 aprile sulle alture fra Gambellara, Sorio e Montebello, in una spedizione contro gli austriaci ritiratisi a Verona. Si riscontrò una buona resistenza al centro al centro dello schieramento , seguita però da una ritirata piuttosto disordinata, sotto la minaccia di un aggiramento dall’alto, e del fuoco delle artiglierie: sul terreno rimasero circa cinquanta combattenti, nella maggior parte trevigiani, quasi tutti studenti. Le esequie di quei caduti, che ebbero 1 Faceva parte dal 1815 del Regno Lombardo Veneto, cioè di una provincia austriaca Riconoscimento dei diritti civili e politici dei cittadini 3 Qui lo statuto era già stato concesso all’inizio del 1848 in alcuni stati italiani 2 1 onoranze solenni, furono celebrate nella cattedrale di Vicenza, davanti a larga partecipazione di folla commossa, con l’intervento del Mons. Giuseppe Cappellari, anima sensibile di Pastore e fervente patriota, che volle divenire le salme dei caduti, espressione dello spirito di libertà. Il patriottismo di Mons.Cappellari si espresse con queste parole rivolte ai Vicentini: “noi dobbiamo pregare perché la causa da voi sostenuta colle armi, la causa della nazione sia protetta dal Dio degli eserciti. E però di cuore abbiamo benedetto e benediciamo alle vostre spade, alle vostre bandiere ed a chi corre o si presta in qualunque modo alla difesa della patria”. Dopo quel primo fatto di guerra la città, dapprima turbata si rianima assecondando l’opera del Comitato nell’organizzazione accurata della difesa. L’abitato urbano era ancora protetto dalle mura, abbastanza conservate e munite delle antiche otto porte. Le strutture murarie presentavano possibilità di resistenza di fronte alle artiglierie dell’epoca. Per rafforzare le porte e impedire l’entrata dei nemici si alzarono numerose barricate non solo sulle vie di uscita che dalle porte continuavano nei borghi, ma anche all’interno del perimetro urbano. Accurate e interessanti le istruzioni del comitato per le barricate e per la difesa delle case: gli edifici venivano organizzati a difesa, non solo con la chiusura degli ingressi, ma si dovevano accumulare nei piani superiori pietre, mattoni, coppi, ferri e altro materiale che veniva lanciato dall’alto ai nemici penetrati all’interno delle vie. Davanti alle principali opere difensive, come le barricate più importanti, e su qualche struttura fortificata delle mura vennero collocati cannoni, mentre altre artiglierie vennero sistemate sulle alture circostanti il santuario di Monte Berico, accanto a posti di osservazione per controllare le vie d’accesso alla città. 2 PARTICOLARI DELLA BATTAGLIA DI SORIO: Qui dava l’estremo addio alla sua Possagno de Osti Antonio che pugnando per la patria l’8 aprile 1848 a monte Sorio moriva4 L’Austria già dai primi anni dell’800 vegliava sul regno lombardo-veneto perché nulla venisse a turbare il regime assoluto della restaurazione deciso al congresso di Vienna. Quando insorsero le prime congiure patriottiche, l’autorità austriaca intervenne senza eccedere nelle repressioni, ma patiboli e carceri ebbero le loro vittime. Dal 1815 al 1848 il lombardo-veneto sottoposto al generale Radetzky, dovette pagare tariffe doganali che raggiungevano anche il 60% del valore delle merci. Sia la borghesia intellettuale e professionale e all’aristocrazia veneta più illuminata si trovarono prive di libertà. Il 17 marzo 1848 si ebbero poi le prime dimostrazioni patriottiche che ottennero la proclamazione della Municipalità con propria Guardia Civica; questa era un corpo armato, costituito da soli civili con il compito di garantire la sicurezza interna di una città,e se necessario correre alla difesa esterna. Ebbe sempre una sua uniforme,caratterizzata dall’elmo crinito. Si formavano nel frattempo gruppi di volontari, elemento caratteristico delle battaglie della guerra del 1848. In particolar modo si distinsero le formazioni dei Crociati vicentini che proprio nei primi giorni d’aprile ebbero il loro sfortunato battesimo del fuoco nel monte Sorio, vicino a Montebello. In questa drammatica battaglia persero la vita molti volontari animati dagli ideali di libertà e patria. La battaglia durò poche ore: 3000 giovani prevalentemente studenti provenienti da diverse regioni italiane, tutti volontari ma male armati e poco organizzati si scontrarono con 5000 soldati austriaci, e la migliore preparazione delle milizie austriache permise loro di prevalere. L’evento risorgimentale del monte Sorio è ricordato da una guglia eretta vicino al luogo della battaglia a testimonianza dell’affetto che lega ancora oggi la città di Vicenza alle giovani vite che per lei combatterono e morirono. 4 Iscrizione su lapide in onore di una vittima della battaglia 3