Terenzio Terenzi detto “Il Rondolino” – “Circoncisione” Tavullia

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Terenzio Terenzi detto “Il Rondolino” – “Circoncisione”
Tavullia, Chiesa di San Lorenzo Martire
Scheda dell’autore e del quadro (a cura di Grazia Calegari)
Terenzio Terenzi detto Il Rondolino (Pesaro 1575/1580 – entro il 1621)
“Circoncisione”, olio su tela inserito in dossale d’altare ligneo tardocinquecentesco
Il dipinto proviene dalla chiesa della Confraternita del SS. Sacramento di Pesaro, attigua alla
Cattedrale (su via Rossini, angolo piazzale Collenuccio), sconsacrata nel 1956 per essere
suddivisa in locali ad uso commerciale.
I tre altari smontati vennero allora collocati a Tavullia, nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo,
detta anche santuario di San Pio martire, privata della quasi totalità dei suoi arredi in seguito ai
disastrosi danni della seconda guerra mondiale.
All’altare maggiore fu posta l’enorme “Ultima cena” di Nicolò Trometta; all’altare sinistro il
Crocifisso ligneo; all’altare destro la “Circoncisione” del Rondolino.
Questo pittore pesarese, allievo a Urbino di Federico Barocci, è stato un interessante artista che si
è poi trasferito a Roma dai primi anni del ‘600.
Nel primo decennio del secolo il Rondolino, che godeva nella capitale della protezione del cardinal
Montalto, imparentato con papa Sisto V, si spostò tra Pesaro e Roma, dove lavorò per chiese
prestigiose, e dove raggiunse una fama particolare anche come imitatore e “Falsario” di Raffaello.
Fu presentato al cardinal Montalto da un altro personaggio di spicco: il cardinale pesarese
Francesco Maria Del Monte, ben noto anche come protettore del Caravaggio.
Per tutto il secondo decennio del ‘600 il pittore fu prevalentemente attivo a Roma, dove esiste
ancora qualche sua opera, mentre altre sono andate perdute.
Ritornò comunque a Pesaro, dove eseguì l’ultimo quadro: “La Sacra famiglia e San Giuseppe al
lavoro” per la Confraternita dei falegnami, all’altare maggiore della chiesa di San Giuseppe, fatta
edificare dalla stessa congregazione di artigiani del legno.
Era il 1621 circa, l’anno probabile della sua morte, e il dipinto venne terminato da Giavan Giacomo
Pandolfi.
La grandiosa “Circoncisione” oggi a Tavullia, che dimostra una chiarissima derivazione
baroccesca, dovrebbe appartenere al periodo d’esordio del pittore, prima del trasferimento a
Roma; così come il dipinto raffigurante la “Madonna con santa Lucia e san Giovannino”,
recentemente restaurato dall’Assindustria e dalla TVS Spa e ricollocato nella chiesa di santa Lucia
a Candelara.
Rappresenta dunque un’importante testimonianza dell’attività del Rondolino nella fase del suo
“lancio” nel ducato roveresco, sostenuto dal duca Francesco Maria II e dal altri membri della
famiglia.
Va ricordato che alla Confraternita del SS. Sacramento, committente dell’opera, erano iscritti, nel
1573 circa, anche lo stesso Francesco Maria II Della Rovere e Lucrezia D’Este, sua prima moglie.
Bibl.: L. Mochi Onori, Terenzio Terendo (detto il Rondolino), in Le arti nelle Marche al tempo di
Sisto V, Milano 1992, pp. 421-430; G. Calegari, Dispersioni e acquisizioni, in Tavullia, a cura di G.
Allegretti, Pesaro 2000, pp. 111-114.
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