Del Noce Andrea 3a Scienze Applicate LA GUERRA DEI CENT'ANNI Tra il 1339 e il 1453, l'Europa fu palcoscenico di una guerra tra Francia e Inghilterra: una guerra lunga ed estenuante, interrotta da brevi pause e da fragili accordi, che si concluse con la vittoria dei francesi. Per comprendere meglio le cause della guerra bisogna analizzare le condizioni dei due stati in conflitto. • FRANCIA Poiché l'Inghilterra possedeva ancora feudi in Francia, i rapporti tra tra vassalli inglesi e i re francesi, si logoravano sempre più, fino a quando non sfociarono in un aperto conflitto dal momento che Giovanni Senza Terra1 si schierò con il nipote Ottone IV per la successione ad Enrico VI di Svevia, mentre Filippo Augusto, re di Francia, impegnato nell'unificazione monarchica del territorio, appoggiava Federico II. Con la vittoriosa battaglia di Bouvines ed il successivo trattato di Chinon, la Francia riannetteva i possedimenti a nord della Loira, mentre l'Inghilterra conservava in solo più l'Aquitania e il Ponthieu. Anni più tardi, nel 1284 re Filippo IV continuando la politica del suo predecessore, accorpò anche il Regno di Navarra collocato nei Pirenei. Nello stesso anno il matrimonio con Giovanna I di Navarra porto alla Corona i territori di Champagne e Brie. Con il continuo espandersi del territorio francese, gli inglesi iniziarono a preoccuparsi dell'influenza esercitata dal sovrano di Francia nei confronti della regione delle Fiandre, da sempre una riserva commerciale per i sovrani inglesi, che di fatto ne avevano il controllo e vi esportavano ingenti quantitativi di lane grezze prodotte in patria. • INGHILTERRA L'Inghilterra, a differenza della Francia, nacque nel 1066 come stato unitario, con lo sbarco di Guglielmo il conquistatore ad Hestings, in cui tutte le terre erano sotto il controllo del re ed il potere dei vassalli era relativamente debole. Tale unità politica permise ai monarchi inglesi di dedicarsi ad azioni di conquista su larga scala all'estero, e di ampliare quindi notevolmente i propri possedimenti al di fuori dei confini originari del regno. Nel 1152 Enrico II sposò Eleonora d'Aquitania, ottenendo da lei in dote un immenso feudo francese, mentre sul fronte interno tentò di rafforzare il proprio controllo sulla Chiesa, non facendosi scrupolo di assassinare Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury, colpevole di aver ostacolato il suo ridimensionamento dei privilegi ecclesiastici. Il figlio di Enrico II, Giovanni senza terra, invece, combatté in Francia per difendere i possedimenti inglesi in Normandia dalle mire di Filippo Augusto, ma fu sconfitto; di fronte al malcontento dei nobili fu costretto a cedere notevoli poteri al Parlamento, emanando la Magna Charta2 nel 1215. Nei cinquant'anni precedenti lo scoppio della guerra dei cent'anni, Edoardo I intraprese campagne di conquista in Galles ed in Scozia, sottomettendo questi territori. Gli scozzesi, tuttavia, si liberarono dal dominio inglese con la famosa battaglia di Bannockburn nel 1314; Il Galles, invece, grazie ad un'opera massiccia di fortificazioni, fu mantenuto saldamente in mano inglese. Dal punto di vista istituzionale, l'autorità del re d'Inghilterra era più debole e nello stesso tempo più forte di quella del re di Francia. La debolezza risiedeva nei forti poteri del parlamento inglese, mentre la forza era dovuta alla rete capillare di funzionari regi, detti sceriffi, che controllavano il territorio. • CAUSE DELLA GUERRA Le cause principali della guerra dei cent'anni sono due: 1. Causa dinastica 2. L'influenza francese nelle fiandre Per cause dinastiche si intende la lotta tra Edoardo III d'Inghilterra e suo cugino Filippo di Valois per la conquista del trono francese ormai vacante. I francesi respinsero le pretese di Edoardo III, con la dichiarazione che dame e discendenti di donne non potevano per costume succedere al regno. Il re d'Inghilterra non protestò subito, ma si accontentò di prorogare l'omaggio al nuovo re Filippo VI, per i due feudi di Guienna e di Ponthieu, che ancora gli rimanevano in Francia, ultimo residuo dei grandi possessi del sec. XII. Poi, dopo un convegno dei due principi anche tale questione parve risolta, ma gli attriti tra le due nazioni continuavano a perseverare. Quando i francesi conquistarono le Fiandre, bloccando così il commercio di lane che gli inglesi esercitavano fiorentemente nel territorio, Edoardo III si sentì sopraffatto dal rivale francese, tanto da riaffermare i suoi diritti al trono di Francia diventando ufficialmente sovrano della nazione nel 1336. Come prima cosa, Edoardo, impedì l'esportazione di lana inglese e di panni fiamminghi dalle fiandre, il che portò ad una grave crisi nel territorio, che costrinse Giacomo Artevelde, gran capitano fiammingo, ad allearsi con il sovrano inglese al fine di riaprire i commerci del suo paese. • LA GUERRA • L'INIZIO La guerra incominciò nel 1339 con l'assedio posto a Cambrai dagli Anglo-Fiamminghi; nel 1340 la flotta francese, all'Écluse, venne distrutta dalla flotta nemica. Gli Inglesi cercarono allora di occupare Tournai; non essendovi riusciti, acconsentirono a una tregua annuale. Durante questa tregua Edoardo III si vide privato del suo alleato fiammingo, Artevelde, ucciso nelle Fiandre per cause interne . La battaglia riprese nel 1345 quando forze inglesi cospicue sbarcarono in Guienna, avanzandosi ad Angoûleme e a Poitiers; nel 1346 Edoardo III sbarcava a sua volta in Normandia e minacciava Parigi; poi, distrutto in una grande battaglia l'esercito francese a Crécy (1346), assediava Calais. Questa città, arresasi dopo un anno di assedio (1347), diventò la base di operazione degli Inglesi in Francia. Ma la stanchezza delle due parti fece sì che il papa riuscisse a far accettare una nuova tregua, che durò con interruzioni e riprese sino al 1355. Questa ricominciò nel 1355, per opera di Edoardo III, che da Calais percorse, devastando, l'Artois; mentre il principe di Galles, il Principe Nero, attraversava tutta la Francia meridionale da Bordeaux a Narbonne, mettendola a ferro e fuoco. L'anno seguente, il Principe Nero3 ripeté la manovra, e da Bordeaux si diresse a nord verso la Normandia. Il nuovo re di Francia, Giovanni II, andò ad affrontarlo a Poitiers, ma fu completamente sconfitto e fatto prigioniero il 19 settembre 1356. In seguito ad una crisi interna francese il re Giovanni II nel 1359 si rassegnò a firmare i preliminari di pace, a condizioni onerosissime: la Francia avrebbe abbandonato all'Inghilterra tutte le provincie marittime occidentali. Il reggente ed il Consiglio reale di Parigi respinsero però i trattati. Si riprese la guerra, ma nel 1360 la mediazione pontificia riuscì a ristabilire la pace con il trattato di Brétigny. L'Inghilterra si accontentò di ottenere vasti territori francesi, tra cui i più importanti ricordiamo: la Guienna, il Ponthieu e Calais. Il riscatto di Giovanni II da 4 milioni di scudi fu ridotto a 3; Edoardo III dichiarava di rinunciare al trono di Francia e si disinteressava delle Fiandre. Giovanni II ottenne la libertà dopo aver versata la prima rata del riscatto, di 600.000 scudi, raccolta con grave difficoltà e con l'appoggio generoso di Galeazzo Visconti di Milano, che ottenne in cambio, per il proprio figlio, la mano di sposa di una delle figlie del re. Ma, non essendo poi stato possibile raccogliere il resto della somma, Giovanni II si rassegnò nel 1364 a ritornarsene prigioniero a Londra; e qui egli morì. Per alcuni anni non vi fu una diretta ripresa di ostilità; ma, indirettamente, la lotta continuò. Di notevole importanza furono gli avvenimenti di Spagna. Scoppiata la guerra civile fra il re Pietro il Crudele e il fratello naturale Enrico di Trastamare, un esercito francese passò in Castiglia, in sostegno di questo pretendente, mentre gli Inglesi intervenivano a difesa del primo. Guerra lunga e difficile, ma che finì col trionfo del protetto francese; e così la Castiglia diventò alleata della Francia contro l'Inghilterra nel 1369. Contemporaneamente Carlo V, con l'appoggio aperto del papa, poté impedire il progettato matrimonio fra un figlio di Edoardo III e l'erede della contea di Fiandra, la quale sposò invece Filippo duca di Borgogna, fratello di Carlo V stesso. In tal modo anche la Fiandra si chiuse ora alla politica inglese. Tali successi destarono un senso di tranquillità e di fiducia in tutta la nazione francese; nel tempo stesso le riforme militari e amministrative di Carlo V restauravano la capacità dello stato, rimettendolo in condizione di riprendere le armi con esito favorevole. • IL CAPOVOLGIMENTO DELLA GUERRA La guerra fu riaperta per la questione della Guienna, dopo che la pressione fiscale inglese spinse i feudatari di quella regione a fare appello al re di Francia. Carlo V citò il Principe Nero davanti alla sua corte per scolparsi nel 1368. Il principe inglese rispose che si sarebbe recato a Parigi con un esercito. Incominciarono allora le ostilità. Gli ottimi generali francesi, iniziarono con energia e con ottimi successi l'occupazione del Poitou, del Limosino e degli altri possessi inglesi. Gli sforzi fatti dagli avversari per reagire all'offensiva fallirono; inutilmente Robert Knolles si avanzò da Calais sotto Parigi; il Principe Nero, che ammalato e portato su lettiga diresse una spedizione sino a Limoges, dovette, di fronte alle forze francesi, ritirarsi. Anche per mare gli Inglesi vennero sconfitti alla Rochelle da una squadra spagnola al servizio della Francia. La resistenza inglese venne ancora diminuita dalla morte del Principe Nero nel 1376 e di Edoardo III nel 1377. Così, quando Carlo V venne a morte nel 1380, egli lasciava nelle mani degli Inglesi solo Calais e Bordeaux con pochi territori. Per alcuni anni, le operazioni militari furono interrotte da frequenti armistizi; nel 1385 fallì un tentativo inglese in Fiandra, come nel 1385 fallì un tentativo francese di sbarcare con grandi forze sulle coste inglesi. Finalmente, nel 1388, fu conclusa una tregua decennale, e non poche trattative corsero negli anni seguenti fra Carlo VI di Francia e Riccardo II d'Inghilterra per un accordo definitivo. Nel 1396 la tregua venne rinnovata per 28 anni e al re d'Inghilterra fu promessa in sposa una figlia del re di Francia, Isabella. Il governo di Parigi approfittò subito del ristabilimento della pace a occidente per riprendere la sua politica di espansione in Italia, ma tutto fu interrotto da una nuova ripresa della guerra contro l'Inghilterra. Qui, nel 1399, fu abbattuto Riccardo II, la cui politica assolutistica e francofila era giudicata contraria agli interessi inglesi, e fu sostituito dal cugino Enrico di Lancaster. Da parte francese, allora, si pensò a prendere le difese di Isabella di Valois, la vedova di Riccardo II. Nel 1405, si ebbero scorrerie sulle coste inglesi e si progettò di attaccare Calais e Bordeaux. Nulla però si fece. Dopo il 1410, scoppiate le lotte civili in Francia fra Borgognoni e Armagnacchi, da ambo le parti s'invocò l'intervento inglese, più forte essendo l'odio di parte che non l'amor di patria. Prima gli Armagnacchi, nel 1412, promisero a Enrico IV aiuto per ricuperare l'Aquitania pur di ricevere appoggio armato; nel 1414, analoghe trattative aprì il duca di Borgogna Giovanni Senzapaura. • LA RICONQUISTA INGLESE In Inghilterra vi era grande entusiasmo per la ripresa della guerra; Enrico V, da poco salito al trono, desiderava di compiere mirabili imprese, e sognava la corona di Francia. Fra il 1414 e il 1415 vi furono a Parigi e a Londra discussioni per una conciliazione, e si stabilì che Enrico V sposasse Caterina figlia di Carlo VI. Ma gli accordi fallirono quando, per la dote, il re d'Inghilterra rimise in campo tutte le pretese dei predecessori. Enrico V, con grande rapidità, sbarcò nell'agosto del 1415 a Saint-Adresse e occupò Honfleur. L'esercito francese, avanzatosi a chiudergli il passo, fu sconfitto ad Azincourt. Successivamente, caddero in possesso degl'Inglesi tutte le città della Bassa Normandia. Le forze francesi erano paralizzate dall'aggravarsi della guerra civile; il duca di Borgogna, dopo avere assistito all'invasione inglese senza nulla fare né per aiutarla né per impedirla, ora sfruttava la situazione; nel 1418, s'impadronì di Parigi ed ebbe in suo possesso il vecchio re Carlo VI e la regina Isabella. Il progredire della conquista inglese parve per un momento determinare l'intesa fra il delfino e Giovanni Senzapaura e vari colloqui avvennero fra i due principi nell'estate del 1419. L'assassinio del duca di Borgogna, per opera di alcuni capi Armagnacchi, spinse il nuovo duca Filippo a un'alleanza definitiva con Enrico V; questi sposò ora Caterina di Francia e fu riconosciuto da Carlo VI come suo erede (trattato di Troyes 1420). Allora l'occupazione inglese del nord-ovest del regno si svolse rapidamente; anche Parigi fu occupata dal re d'Inghilterra. La Loire formava la linea di confine fra i territori sottomessi dagli Inglesi e i territori dominati dal delfino di Francia, quando la morte di Enrico V fermò l'avanzata inglese verso sud. Essendo pure nel 1422 morto Carlo VI, fu proclamato a Parigi re di Francia e d'Inghilterra il giovanissimo Enrico VI, sotto la reggenza dello zio paterno Giovanni di Lancaster, duca di Bedford. • GIOVANNA D'ARCO E LA VITTORIA FRANCESE Verso il 1424 il delfino4 di Francia, che a sua volta si era proclamato re col nome di Carlo VII, cercò di riprendere l'offensiva, ma fu presto fermato a Verneuil; però, nonostante gli sforzi per entrare nel Maine e nell'Angiò, neppure gli Inglesi poterono ampliare la loro occupazione. Li paralizzava il sistema di tregue annuali che Carlo VII, a cominciare dal 1425, era riuscito a concludere col duca di Borgogna, grazie all'intervento arbitrale di Amedeo VIII duca di Savoia. Nel 1427 attaccarono Montargis e l'anno dopo avanzarono su Orléans per aprirsi la via al cuore della Francia. La dominazione inglese nel nord della Francia era tuttavia poco sicura: nelle popolazioni rurali gravissimo era il malcontento; in Normandia viva effervescenza; a Parigi, non rari i complotti. Solo il governo di Carlo VII parve non avvertirne l'importanza e, dopo un tentativo di ostacolare le operazioni degli assedianti il 12 febbraio, abbandonò la città al suo destino. L'arrivo improvviso a Chinon, dove soggiornava il re, di Giovanna d'Arco (23 febbraio) cambiò del tutto la situazione. Convinta della missione datale da Dio di salvare la Francia, la fanciulla riuscì a imporsi al re e ai suoi consiglieri. Alla testa d'un corpo di milizie affidatole, essa marciò su Orléans, dove riuscì il 29 aprile a entrare con una parte di soldati. L'8 maggio, gli Inglesi abbandonavano l'assedio. Giovanna d'Arco si propose allora di condurre il re a Reims per la consacrazione regia e, vincendo lo scetticismo della corte, riuscì nel suo intento. Il 10 luglio, si aveva l'occupazione di Troyes; il 16 di Reims; il giorno dopo Carlo VII era incoronato alla presenza di Giovanna d'Arco. Fu possibile nei mesi seguenti occupare il territorio di Soissons, di Beauvais, il Valois, e si minacciò Parigi. Fallì però il tentativo di rioccupare la capitale, fatto da Giovanna d'Arco nel settembre. La situazione parve nuovamente aggravarsi al principio del 1430, avendo il duca di Borgogna abbandonate le tregue con Carlo VII e rifatta l'alleanza con l'Inghilterra. Nel maggio del 1430, i Borgognoni e gli Inglesi assediarono Compiègne; Giovanna d'Arco accorse; ma in uno scontro cadde prigioniera e fu consegnata agli Inglesi nel 23 maggio. Non cambiò tuttavia il corso favorevole della guerra. Da Londra venne a Parigi il giovane Enrico VI per risollevare gli animi; ma invano. Dal 1431 al 1435 gli Inglesi continuarono a perdere terreno. Peggio fu quando, nel 1435, il duca di Borgogna li abbandonò, concludendo con Carlo VII la pace definitiva di Arras. L'occupazione inglese crollò e, nell'aprile del 1436, Parigi fu di nuovo nelle mani dei Francesi. Solo la Guienna, a sud, e la Normandia rimanevano in mani nemiche, quando nel 1444 si concluse una tregua, necessaria al governo di Carlo VII per riorganizzare lo stato. Le ostilità si riaprirono solo nel 1449; e anche Rouen, la Normandia e il Cotentin vennero occupati, vano riuscendo il tentativo di offensiva fatto dagli Inglesi nel 1450. Nel 1451, anche la Guienna venne attaccata e Bordeaux cadde il 30 giugno e nell'agosto anche Bayonne. Il malcontento dei Bordolesi permise una rioccupazione della città da parte degli Inglesi nel 1452; ma il 19 ottobre 1453 Bordeaux ritornò, e definitivamente, in possesso del re di Francia. Ora la guerra cessò, senza alcun trattato di pace; gli inglesi, di tante conquiste, conservavano solo Calais. • CONSEGUENZE Alla fine del conflitto l'Inghilterra si era trasformata da potenza con forti interessi sulla terra ferma a Stato marittimo del tutto tagliato fuori dalle vicende continentali .Ma gli stravolgimenti maggiori si ebbero in Francia: se all'inizio del Trecento il Regno aveva un'impronta fondamentalmente feudale e la Corona deteneva solo un potere limitato, a metà Quattrocento un esercito permanente aveva soppiantato le milizie feudali e cittadine, l'autorità regia, rappresentata dai Balivi, si era estesa a tutto il territorio ed era stata creata una fiscalità centrale. Il potere dei feudatari, inoltre, era stato notevolmente limitato e non erano più presenti possedimenti stranieri (con le uniche eccezioni di Calais e della Borgogna) all'interno dei confini • NOTE 1= Chiamato così perché perse tutti i terreni in Francia 2= Prima costituzione inglese 3= Figlio di Edoardo III 4= Il delfino di Francia è il figlio del re • BIBLIOGRAFIA Cento anni, la guerra dei, “grande dizionario enciclopedico”, vol.IV, Torino, 1967, pag. 417, colonna 2 • SITOGRAFIA Cento anni la guerra dei, www.EnciclopediaTreccani.it (21/3/2014) Guerra dei cent'anni, www.wikipedia.it (21/3/2014)