SVEZIA Superficie: 450.000 km2 E` il quarto paese europeo in

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SVEZIA
Superficie: 450.000 km2
E’ il quarto paese europeo in ordine di estensione. La metà della sua superficie è ricoperta di foreste
e meno di un decimo è terreno agricolo.
Popolazione: 9,689,555 milioni
Più dell'85% risiede nella metà meridionale del Paese
Capitale: Stoccolma, 917.297 ab.
Forma di governo: Monarchia costituzionale
Lingua: Svedese. Il finlandese e il lappone sono usati da minoranze etniche nel nord.
Religioni: Circa il 73% della popolazione appartiene alla Chiesa Evangelica Luterana di Svezia
Moneta: Corona Svedese (SEK), suddivisa in 100 øre.
Membro: Onu da 1946. Ingresso nell’EU 1995.
ECONOMIA
Nel 2016 la Svezia ha registrato una crescita del 3,7%, (fonte: IMF) mentre il debito pubblico
ammonta a 143 miliardi di euro, pari al 34% del PIL (fonte: The Swedish National Debt Office).
Nel 2016 la corona svedese si è indebolita del 5% rispetto all’euro (fonte: Banca Centrale Europea).
La Banca centrale svedese, Riksbank, ha confermato a dicembre 2016 il rapporto negativo a -0,5%,
ed il proprio programma di acquisti di titoli del debito pubblico nel corso del 2016. Grazie ad una
politica monetaria espansiva ed una vigorosa crescita domestica, l’inflazione è cresciuta fino
all’1,7% nel mese di dicembre 2016 (fonte: SCB), avvicinandosi al valore target del 2%.
La crescita è dovuta soprattutto al rincaro dei prezzi dei ristoranti e caffetterie, affitti e tabacco,
nonché al rialzo del petrolio. L’incidenza sul tasso di cambio ha consentito un’espansione
dell’export (+11% nel 2016). L’accresciuta disponibilità delle famiglie ha trainato l’import (+15%
nel 2016). La scelta di anticipare, rispetto alla BCE, l’avvio di politiche monetarie iperespansive ha
consentito all’economia svedese di massimizzare i benefici della ripresa registrata nei principali
mercati di destinazione dell’export svedese (Norvegia, Stati Uniti, Germania, Regno Unito).
La Svezia ha un basso tasso di disoccupazione, pari a 6,5% nel mese di dicembre 2016 (fonte SCB Statistics Sweden), con una forte partecipazione delle donne nel mondo del lavoro. Tuttavia,
l’indice Global Competitiveness Index (GCI) 2016-2017 indica un calo della disponibilità di
scienziati ed ingegneri, e conseguentemente la necessità di adottare misure volte ad espandere gli
investimenti nel capitale umano. Secondo le stime del National Institute of Economic Research
(NIER), dicembre 2016, il tasso di disoccupazione continuerà a diminuire, raggiungendo il 6,3% nel
2018 e il 6,2% nel 2019.
Agricoltura
L'agricoltura rappresenta l'1,4% del PIL e impiega il 2% della popolazione attiva. Le principali
produzioni agricole includono cereali, prodotti caseari, carne, legno e patate.
La produzione agricola svedese garantisce l'autosufficienza alimentare del Paese. La Svezia può
contare su ricche risorse naturali: foreste, ferro, piombo, rame, zinco ed energia idroelettrica.
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RELAZIONI INTERNAZIONALI
L’azione internazionale della Svezia si articola sui quattro cardini fondamentali: il non-allineamento
politico-militare, la partecipazione all’Unione Europea, il ruolo di “Potenza regionale”, e il sostegno
al sistema delle Nazioni Unite. La Svezia non è membro della NATO anche se partecipa alla
politica di sicurezza europea e alla “Partnership for Peace” dell’Alleanza atlantica.
Nel 2014 Svezia e NATO hanno siglato un memorandum d’intesa sul cd. “Host Nation Support” in
relazione alle esercitazioni militari o operazioni di gestione delle crisi effettuate sul territorio
svedese. La partecipazione all’UE costituisce l’unico effettivo ancoraggio continentale, a copertura
degli interessi di natura politica, economica e commerciale, nonostante la ferma contrarietà a
sviluppi in senso “federalista”.
La Svezia si mostra generalmente favorevole alla prosecuzione del processo di allargamento
dell’UE. La Svezia collabora attivamente con gli altri Paesi nordici in seno al Consiglio Nordico su
questioni di ambiente, politica energetica, progetti di infrastrutture per il rafforzamento del
commercio estero e cooperazione nel settore della difesa. Oltre che nel citato Consiglio, il Paese è
membro del Consiglio degli Stati del Mar Baltico, del Consiglio Euro-Artico di Barents e del
Consiglio Artico.
In tali organizzazioni, la Svezia promuove una maggiore collaborazione nei settori economicocommerciale, ambiente, trasporti, dogane, energia, cultura, sicurezza, interventi di emergenza in
caso di sinistri e catastrofi e sviluppo della cooperazione giudiziaria per contrastare la criminalità
organizzata ed il traffico internazionale di stupefacenti. La Svezia partecipa attivamente a tutti gli
organismi ONU.
Il suo impegno nel sistema delle Nazioni Unite si concentra tuttavia nelle attività di aiuto allo
sviluppo (di cui è uno dei principali donatori), nelle operazioni di mantenimento della pace (Iraq,
Kosovo e Afghanistan) e di intervento a fini umanitari, nonché nelle iniziative di promozione della
democrazia e dei diritti umani. Dopo essere stata eletta nel giugno 2016, la Svezia è entrata nel
Consiglio di Sicurezza come membro non-permanente per il biennio 2017-2018
Rapporti con l’Italia
Paese fortemente competitivo - in base al Global Competitiveness Index (GCI) 2016-2017 è al 6°
posto nel mondo - la Svezia ha registrato nel 2016 una crescita del 3,7%, mentre il debito pubblico
ammonta a 143 miliardi di euro, pari al 34% del PIL. Nel 2016 la corona svedese si è indebolita del
5% rispetto all’euro (fonte: Banca Centrale Europea).
Grazie ad una politica monetaria espansiva ed una vigorosa crescita domestica, l’inflazione è
cresciuta fino all’1,7% nel mese di dicembre 2016, avvicinandosi al valore target del 2%. La
crescita è dovuta soprattutto al rincaro dei prezzi dei ristoranti e caffetterie, affitti e tabacco, nonché
al rialzo del petrolio. L’incidenza sul tasso di cambio ha consentito un’espansione dell’export
(+11% nel 2016).
L’accresciuta disponibilità delle famiglie ha trainato l’import (+15% nel 2016). La scelta di
anticipare, rispetto alla BCE, l’avvio di politiche monetarie iperespansive (corroborate anche dalla
scelta della Riksbank di accrescere il proprio programma di acquisti di titoli del debito pubblico nel
corso del 2016) ha consentito all’economia svedese di massimizzare i benefici della ripresa
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registrata nei principali mercati di destinazione dell’export svedese (Norvegia, Stati Uniti,
Germania, Regno Unito). Nel 2015 gli Investimenti Diretti dall’Estero (IDE) sono stati pari a 254
miliardi di euro, un aumento di 8 miliardi di euro rispetto all’anno precedente (fonte SCB Statistics Sweden).
Lo stesso dicasi per gli investimenti svedesi all’estero, i quali hanno raggiunto i 303 miliardi di euro
(in crescita di 4 miliardi di euro). Nel periodo gennaio-novembre 2016, le esportazioni italiane
verso la Svezia hanno registrato una crescita del 2% rispetto allo stesso periodo dell´anno
precedente, mentre le importazioni sono cresciute dell’1% (fonte SCB - Statistics Sweden).
SACE stima un trend positivo dell’export italiano in Svezia anche nei prossimi due anni. Il dato
appare motivato dal trend di crescita della disponibilità delle famiglie per i consumi e dalle
opportunità di rafforzamento della quota di mercato italiano nel settore delle subforniture, trainato
dalla ripresa della produzione industriale e dagli investimenti pubblici.
Sul piano interno, hanno avuto un andamento positivo il settore delle costruzioni (con un aumento
del 7,5%) ed il settore servizi (+3,6%). In leggera flessione l’industria manifatturiera (- 0,8%) (dati
di SCB per il periodo novembre 2015-2016). ln crescita anche il numero dei dipendenti nelle
imprese di servizi (+6,1%) e di costruzioni (+6,5%), sistema educativo (+7,7%). I fattori
maggiormente problematici per fare business in Svezia sono, secondo i dati del Forum economico
mondiale (World Economic Forum), la bassa flessibilità nel mercato del lavoro e la normativa
fiscale.
La Svezia ha un basso tasso di disoccupazione, pari a 6,5% nel mese di dicembre 2016 (fonte SCB Statistics Sweden), con una forte partecipazione delle donne nel mondo del lavoro. Tuttavia,
l’indice GCI indica un calo della disponibilità di scienziati ed ingegneri, e conseguentemente la
necessità di adottare misure volte ad espandere gli investimenti nel capitale umano. Sul piano
bilaterale si segnala che le relazioni commerciali sono solide ed in via di ulteriore rafforzamento.
Nel 2016, l´Italia si è posizionata al 12° posto tra i partner commerciali della Svezia per le
esportazioni ed all’11° posto per le importazioni, in salita di una posizione rispetto al 2015. Nel
quadriennio 2012-2015, le importazioni italiane in Svezia sono cresciute del 21%, mentre le
esportazioni svedesi in Italia sono salite del 17%.
L’interscambio nel 2015 ha complessivamente superato i 7,2 miliardi di euro. I dati per i primi tre
trimestri del 2016 hanno confermato il trend crescente. Moda, design e enogastronomia sono i
settori trainanti, ma accanto ad essi ha preso corpo una più ampia conoscenza e un forte
apprezzamento per le eccellenze italiane nel campo della meccanica, della robotica, delle
biotecnologie, delle nanotecnologie e della ricerca applicata.
Vi è quindi un ulteriore potenziale di crescita dell’export italiano nel prossimo biennio, in
particolare nei segmenti di alta gamma, grazie alla crescita della disponibilità delle famiglie svedese
per i consumi e alle opportunità di rafforzamento della quota di mercato italiano nel settore delle
subforniture, trainato dalla ripresa della produzione industriale e, soprattutto, dall’ampio
programma di investimenti pubblici varato dall’attuale Governo svedese.
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COMMERCIO AGROALIMENTARE
Nel corso dei primi 11 mesi del 2016 le esportazioni nazionali di prodotti agroalimentari sono
ammontate a 589,157 meuro con un aumento +3% rispetto allo stesso periodo del 2015.
Le categorie di prodotto di maggiore interesse esortativo sono state: carne e derivati, formaggi,
ortaggi, frutta, caffè, olio di oliva, paste alimentari, preparazioni di ortaggi, pomodori trasformati,
vini ed bevande spiritose.
Le importazioni nel corso del medesimo periodo sono ammontate a 328,035 meuro con un aumento
del +30% rispetto allo stesso periodo del 2015.
Le importazioni hanno riguardato in particolare i prodotti della pesca (+52%) e gli ortaggi e i
legumi.
Il saldo commerciale è ammontato a 261,121 meuro con riduzione del -18% rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente.
Si allega una scheda riassuntiva del commercio agroalimentare per il triennio 2014-2016 (gennaionovembre).
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