CAPITOLO 1 Verso la metà del I sec. a.C. nel territorio Romano, oltre al culto politeista, si diffusero religioni come Ebraismo, nata circa nel XVIII a.C. ed il Cristianesimo derivante dal giudaismo. Sorte in Israele,con credo monoteista,andavano contro i culti ufficiale dello stato. Oltre a queste due grandi religioni diffuse a Roma,tra il I e il II secolo d.C. si propagarono il Mitraismo, nato in Siria, e il culto della dea Iside nata in Egitto. Per ripercorrere la lunga e travagliata storia degli ebrei bisogna tornare in Egitto, al tempo di Mosè. In quel periodo la popolazione ebraica era costretta dagli egiziani a lavorare per la costruzione di statue e monumenti sotto forma di schiavi. Mosè, a quell’epoca principe d’Egitto, dopo avere scoperto di essere scampato ad una strage e di essere stato adottato dal faraone, decide di scappare nel deserto. Dopo essere stato illuminato da un’apparizione del signore , Mosè scelse di tornare per liberare tutti gli ebrei. Grazie anche alle piaghe d’Egitto e alla divisione delle acque provocate dal signore( raccontate dalla Bibbia quindi non certe), Mosè riuscì a liberare tutti gli schiavi e a portarli nel deserto dove trovò le tavole con i 10 comandamenti. Dopo essersi stabiliti in Palestina, gli ebrei formarono diverse tribù sempre oppresse da paesi più estesi e forti militarmente di loro. Infatti vivevano sottomesse da potenti società asiatiche e da cui hanno ripreso alcuni culti e alcune leggende religiose. Giuseppe Flavio narra che in seguito alle numerose guerre che insanguinarono la Palestina gli Ebrei si differenziarono in 3 diverse correnti: Sadducei, Farisei ed Esseni a cui si aggiunsero poi gli Zeloti. I Sadducei rappresentavano la nobiltà terriera e clericale,erano sacerdoti che avevano ideologie contrarie a quelle dei farisei. I quali facevano parte del terzo stato (poveri).In tempi normali, i Sadducei dirigevano la società e i Farisei costituivano l’opposizione popolare al potere. I Farisei si distinguevano dai pagani e da chi non rispettava la legge Ebraica e predicavano la venuta dal Messia . Gli Esseni, invece, erano coloro che si ribellavano contro gli oppressori (Asiatici e Romani), vivevano nel deserto e furono annientati dai romani nel 68 d.C. Gli Zeloti professavo dottrine simili a quelle dei Farisei ma erano anche ostili alla presenza dei romani in Giudea, perciò causarano numerose rivolte. Coloro che riuscirono a sopravvivere vennero del tutto divisi dalla diaspora ebrea causata dalla distruzione del tempio di Gerusalemme ( Tito 70 d.C.)da parte dei romani. Mitra era una divinità iranica,che associata al Dio Varuna rappresentava il giorno e la notte ( Varuna punisce i trasgressori mentre Mitra protegge i giusti). Mitra era un Dio importante nella religione iranica e tale rimaneva nella fede popolare nonostante il monoteismo. Pervenuto in Babilonia entrò nella religione babilonese come dio solare di nome Shamas, nell’ Asia minore diventa un culto particolare e da li si diffuse a Roma. Il carattere vittorioso del dio, la disciplina gerarchica dell’ iniziazione e l’ antica idea persiana dell’eterno combattimento contro il male dà a questi misteri il carattere guerriero, che spiega il favore con il quale si incontrava nel esercito e negli imperatori. La religione della dea Iside era nata in Egitto, ma si era diffusa in tutto il mondo mediterraneo. Si credeva che i suoi seguaci sarebbero potuti rinascere dopo la morte poiché essa aveva permesso a Osiride di resuscitare. Si poteva accostare a questa religione solo dopo in iniziazione. Alcuni imperatori gli aderirono mentre altri la ostacolarono, tra questi ultimi uno dei più grandi fu Augusto che dopo aver combattuto contro la regina d’Egitto Cleopatra, che si proclamava Iside reincarnata, bandì da Roma tutto quello che sapeva dell’Egitto, compresa la religione. Al contrario Caligola fece ricostruire il tempio di Iside, così come Nerone, Vespasiano e Tito i quali parteciparono ai culti dedicati alla Dea e li favorirono in tutti i modi. H Le dottrine filosofiche provenienti dalla grecia contribuivano a diffondere idee che indebolivano le credenze tradizionali. Molti intellettuali erano vicini allo scetticismo, un movimento filosofico secondo il quale gli uomini non possono conoscere nulla con certezza. Altri invece erano i vicini allo stoicismo, secondo i quali il mondo era governato da un ordine razionale, per cui tutto ciò che avviene è bene. Molti Romani contrastarono l’epicureismo che intendeva liberare gli uomini dalle superstizioni,essi ritenevano che gli dei non avessero nessuna influenza sulla vita dell’uomo. CONCLUSIONE Dopo avere dimostrato che erano diffuse diverse religioni nell’Impero Romano, occupiamoci ora di appurare se Gesù, fondatore del cristianesimo, sia veramente esistito FONTI: Ebraismo https://www.homolaicus.com/storia/antica/cristianesimo_antico/palestina.htm Mitraismo https://www.treccani.it/enciclopedia/mitra/?stampa=1 Iside e Cristianesimo G. Gentile, L. Ronga, L’Erodoto, vol 2, Editrice La Scuola, Brescia, 2010, pp 126-127 AUTORI: DANIELE ELISEO LUCIA EVANGELISTI AYOUB NOUGAIT LEONARDO RENDE MATTIA TONELLI Capitolo 2 Sebbene il Cristianesimo e l’Ebraismo condividano radici storiche, queste due religioni si sono separate con profondi cambiamenti nel corso dei secoli. Gesù Cristo, è realmente esistito? Tra i personaggi che più hanno influenzato la cultura e la società occidentale spicca senza dubbio l’immagine di colui che viene chiamato Gesù di Nazareth oppure detto Cristo (che in greco significa “unto e inviato da Dio”, e traduce la parola ebraica Messia.) Egli, fondatore del Cristianesimo, nacque a Betlemme in Palestina durante l’ impero di Ottaviano Augusto (29 a.C – 14 d.C) La vera data di nascita di Cristo Dionigi il piccolo, monaco del VI secolo, fissò il calendario cristiano, ma sbagliò i calcoli. Infatti si è scoperto che di censimenti – coordinata storica molto importante per stabilire la data di nascita di Gesù - ce ne furono due, uno tra il 6-7 a. C. e l’altro nel 6 d. C. Inoltre Erode re di Giudea morì intorno al 4 a.C. e la triplice congiunzione di pianeti che potrebbe ricondurre alla cometa risale al 7 a.C. Si pensa pertanto che l’anno 0 (quindi la nascita di Cristo) non sia il 753 dopo la fondazione di Roma, ma che in realtà Gesù sia nato tra il 7 e il 6 a.C. Le fonti cristiane . Le fonti cristiane per ricostruire storicamente la nascita di Gesù Cristo sono i Vangeli di Luca e Matteo. Quello di Luca racconta la nascita di Gesù avvenuta a Betlemme in Giudea, quando Augusto emanò un editto per il censimento di tutta la terra e l’apparizione degli angeli ai pastori del luogo. Nel vangelo di Matteo invece è descritta l’apparizione di un angelo a Giuseppe venuto ad annunciare l’ ascesa del salvatore sulla terra tramite sua moglie Maria. Matteo scrive anche della giunta dei tre re magi a Betlemme ad adorare Gesù. Fogli antichi del Vangelo Teoria delle 2 fonti La più probabile testimonianza delle fonti cristiane è ricollegabile alla teoria delle due fonti che è un’ipotesi di soluzione del problema dei vangeli sinottici(cioè che hanno un medesimo schema e narrano le stesse vicende) che assume l'esistenza di due fonti per la composizione dei vangeli sinottici. Sebbene esistano numerose formulazioni alternative e varianti delle ipotesi di base, «la teoria delle due fonti raccoglie il sostegno della maggior parte degli esegeti biblici di tutti i continenti e le confessioni». La teoria delle due fonti spiega la "doppia tradizione" ipotizzando l'esistenza di un documento perduto contenente i "detti di Gesù", detto "fonte Q", dal tedesco Quelle, "fonte". Lo studio del problema sinottico ebbe inizio alla fine del XVIII secolo; la ricostruzione dominante era l'ipotesi Griesbach (1789), secondo la quale l'autore di Marco aveva compendiato Matteo e Luca. La "tripla tradizione” spiega che lì dove i vangeli differiscono in questo materiale comune, può accadere che Marco e Matteo concordino in opposizione alla versione di Luca, o che Marco e Luca concordino in opposizione a Matteo, ma molto raramente avviene che Marco sia quello in minoranza. Inoltre le versioni delle pericope contenute in Matteo e Luca sono solitamente più brevi di quelle contenute in Marco. La "doppia tradizione” spiega che alcune volte Matteo e Luca condividono del materiale assente in Marco; in tali casi, a volte Matteo e Luca concordano sostanzialmente, altre forniscono versioni significativamente differenti. Gli autori di Matteo e Luca utilizzarono il Vangelo secondo Marco come fonte del loro materiale narrativo e come struttura cronologica di base della vita di Gesù; in aggiunta, utilizzarono una seconda fonte non conservatasi, detta fonte Q (dall'iniziale della parola tedesca quelle, "fonte"), da cui trassero i detti (logia) di Gesù che si trovano in Matteo e Luca ma non in Marco. Esiste anche un’altra ipotesi della "tripla tradizione" secondo il principio della priorità marciana, spiega che dove la quale entrambi gli autori del Vangelo secondo Matteo e del Vangelo secondo Luca utilizzarono il Vangelo secondo Marco come fonte per le loro opere. Marco sembra più primitivo La vera esistenza di Cristo non è stata accertata, data l’assenza di prove, però possiamo confermarla storicamente grazie alle fonti non cristiane scritte dagli storici latini (Tacito, Svetonio) e lo storico giudaico Giuseppe Flavio. .Tacito narra della persecuzione dei cristiani ad opera di Nerone. Esso scrisse due paragrafi che menzionano Cristo e i cristiani. Il primo afferma che alcuni cristiani erano presenti a Roma. Il secondo dice che, la fede cristiana si era diffusa solo a Roma in Giudea (governata da Erode). Svetonio, nella sua opera dedicata alle Vite dei dodici Cesari, conferma la presenza di cristiani a Roma anche in epoca molto antica. Lo storico giudaico invece fa riferimento a Gesù in alcuni passi delle antichità giudaiche, esso narra la storia del popolo ebraico. Nel testo sono presenti tre riferimenti a Cristo e ai cristiani, il più noto, è conosciuto come testimonium flavianum che, molti storici, ritenevano elaborato da alcuni copisti medievali. Nei primi anni settanta però è stata ritrovata a Gerusalemme la fonte originale del testo la quale testimonia l’esistenza del personaggio storico di Gesù. In conclusione non si potrebbe sostenere l’esistenza storica di Gesù Cristo solo attraverso le fonti Cristiane, perché sono poco attendibili, ma attraverso il confronto con fonti coeve e laiche, possiamo asserire – con Mazzarino – che essa « […] nel quadro e nell’ambiente che abbiamo delineato sopra, è in verità innegabile» 1 Fonti: www.homolaicus.com G. Gentile, L. Ronga, L’Erodoto, vol 2, Editrice La Scuola, Brescia, 2010, p 87, pp 122123 S. Mazzarino, L’impero romano, Laterza, Bari, 1995 AUTORI: ANSELMO FERRARI ALICE GHERARDINI NICO GUALTIERI MATTEO PETRUCCIANI ERIC TASSIN 1 S. Mazzarino, L’impero romano, Laterza, Bari, 1995, p.164 CAPITOLO 3 Il Cristianesimo fu fondato nel primo secolo da persone convinte che Gesù di Nazareth, fondatore di una corrente religiosa nella Palestina del I sec., fosse il Messia. Le stesse potevano averlo conosciuto insieme agli apostoli oppure solamente essere state influenzate dai suoi insegnamenti, come Marco, Matteo, Giovanni e Luca che scrissero i Vangeli. I Vangeli sono un insieme di scritti, risalenti circa al 70 d. C., in cui si comunica “La Buona Novella” della vita e della dottrina di Gesù insieme alle rivelazioni mistiche della sua natura divina. Tra gli apostoli, Paolo di Tarso iniziò a pellegrinare per il mondo cercando di convertire le persone al cristianesimo. Egli nacque da una famiglia ebraica, e verso il 31d.C. sulla strada di Damasco avvenne la sua conversione; in seguito si ritirò in Arabia, per poi ritornare a Gerusalemme. Qui la sua predicazione venne contrastata dai Giudei (così chiamati perché appartenenti alla regione della Giudea, i quali accettavano il compromesso con le autorità di Roma) ed egli fu costretto a rifugiarsi nella città natale di Tarso. Poi Barnaba (apostolo originariamente chiamato Giuseppe di Cipro) lo prese con sé e lo condusse ad Antiochia di Siria dove poté svolgere liberamente la sua attività di annuncio del Vangelo tra i Gentili (ebrei non ancora convertiti al Cristianesimo). Insieme a Barnaba intraprese una prima missione tra i Gentili toccando l’isola di Cipro e poi le città anatoliche di Antiochia di Pisidia, Iconio, Listra e Derbe. Da questo momento Paolo rivolse la predicazione soprattutto ai Gentili tra i quali ottenne maggiore successo; Paolo si professava solo come ‘apostolo dei Gentili’. I territori da lui toccati nella predicazione itinerante furono in principio l'Arabia (attuale Giordania), quindi soprattutto la Grecia e l'Asia minore (attuale Turchia). Il successo di questa predicazione lo spinse a scontrarsi con alcuni cristiani di origine ebraica, che volevano imporre ai pagani convertiti l'osservanza dell'intera legge religiosa ebraica, in primis la circoncisione. Paolo si oppose fortemente a questa richiesta e, con il suo carattere energico e appassionato, ne uscì vittorioso. Tra il 49 e il 51 intraprese un secondo viaggio con Sila, tornò a visitare le comunità di Derbe, Listra e Iconio, si recò in Galazia, giunse a Troade e, attraversando la Macedonia, passò in Grecia dove cominciò la predicazione a Filippi. Di qui andò a Tessalonica, a Berea ed infine ad Atene dove nell’Areopago (collina Ateniese) parlò agli intellettuali della città senza però ottenervi grande successo. In seguito si trasferì a Corinto dove fondò una chiesa tra le più vivaci, poi si diresse a Gerusalemme. Successivamente intraprese altri viaggi. Nel 55 Paolo fu fatto imprigionare dagli Ebrei a Gerusalemme con l'accusa di turbare l'ordine pubblico. Appellatosi al giudizio dell'imperatore come era suo diritto, in quanto cittadino romano, fu condotto a Roma, dove fu costretto a rimanervi per alcuni anni. Trascorso tale periodo riprese la predicazione. Fu vittima della persecuzione di Nerone e probabilmente venne decapitato tra il 64 e il 67. Paolo va considerato il vero fondatore del Cristianesimo come religione universale. Il Cristianesimo ebbe successo grazie alla predicazione di Paolo di Tarso (San Paolo) durante i suoi viaggi per tutto il Mediterraneo e alle sue lettere, mediante le quali aveva rafforzato numerose comunità. Tra i motivi dell’affermazione del Cristianesimo si segnala l’insistenza sull’adesione personale, l’aspetto comunitario e l’universalismo cristiano. Le tre divisioni principali della Cristianità sono il Cattolicesimo, l'Ortodossia orientale e il Protestantesimo. Esistono anche altri gruppi cristiani che non rientrano in queste tre categorie principali. I gruppi cristiani si distinguono per differenti dottrine e pratiche. La maggior parte dei cristiani (cattolici, ortodossi, anglicani e la maggior parte dei protestanti) condividono il Credo niceno. Un esempio della grande diffusione del cristianesimo si ha nel I secolo con Simon Mago, uno dei tanti predicatori che vissero in Palestina in quell’epoca. Si dice che compisse grandi magie nella regione della Samaria. Fu colpito dai prodigi dell’apostolo Filippo e si fece battezzare; offrì del denaro agli apostoli Pietro e Giovanni chiedendo loro il potere di donare lo Spirito Santo. Pietro, ritenendolo invidioso e cattivo, lo maledisse. A quel punto Simone si ritirò implorando le preghiere degli apostoli per la sua salvezza. Secondo lo scrittore cristiano Ireneo di Lione, Simone, una volta rimproverato da Pietro, non si sarebbe convertito, anzi avrebbe rafforzato il proposito di gareggiare con gli Apostoli nelle capacità magiche, inventando una vera e propria dottrina religiosa in cui egli occupava un posto centrale (creatore e salvatore). La misteriosa donna che lo accompagnava non sarebbe stata altro che una prostituta di Tiro, liberata da Simone il quale vedeva in lei un’incarnazione del pensiero di Dio. Secondo altre fonti letterarie più tarde, Simone avrebbe consigliato a Nerone di incendiare Roma per poi perseguitare i cristiani. E’ estremamente difficile ricostruire la realtà storica di questo “Messia Mancato” anche se gli storici ritengono che sia davvero esistito e che provenisse dalla Samaria. Durante la sua storia, il cristianesimo ha attraversato persecuzioni, scismi e dispute teologiche che hanno sancito la nascita di diverse chiese distinte. Ha origine nel I secolo e inizialmente era considerata una setta ebraica. La chiesa è una comunità di fedeli che professano la fede in Gesù Cristo. Il cristianesimo è stato diffuso soprattutto grazie ai pellegrinaggi di Paolo di Tarso, che, avendo una forte tendenza al proselitismo, riuscì a convertire a questa religione gran parte della popolazione. Attualmente il Cristianesimo è la religione più diffusa al mondo, con circa 2,5 miliardi di fedeli. Fonti: www.wikipedia.it ; www.treccani.it/enciclopedia/santo-paolo ; http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_ant/ ; G. Gentile, L. Ronga, L’Erodoto, vol 2, Editrice La Scuola, Brescia, 2010, pp 128-131 AUTORI: TOMMASO COLANGELO SAMUELE GUGLIELMI BOGDAN HUZENKO MATTIA PRANZINI MARCELLO ROTA CAPITOLO 4 Secondo la tradizione, il primo imperatore ad attuare una persecuzione contro i seguaci di Cristo fu Nerone che a seguito dell’incendio di Roma divennero capro espiatorio; comunque, non vi furono vittime al di fuori del territorio romano e i Cristiani furono colpiti non tanto per il loro culto, quanto perche non volevano riconoscere la religione romana e volevano convertire anche altre persone alla loro religione. Ne danno una testimonianza gli storici Svetonio e Tacito: «L’Imperatore Claudio, poiché i giudei si sollevano continuamente su istigazione di un certo Cresto, li scacciò da Roma.» ‘’ Svetonio, Claudio, 25, 4, in Vita dei Cesari, Traduzione di E. Noseda, Garzanti, Milano 1977.’’ «Sotto il principato di Nerone furono inviati al supplizio i cristiani, genere di uomini dediti a una nuova e malefica superstizione. » ‘’Svetonio, Nerone, 16, 2, in Vita dei Cesari, cit.’’ «Né i soccorsi umani, né le donazioni del principe o le cerimonie religiose valsero a togliere credito all’infamante credito che l’incendio di Roma fosse stato comandato . Allora Nerone, per sfatare tale diceria, presentò come colpevoli e sottopose alle più raffinate torture coloro che si erano sresi odiodsi per le loro malvagità ed erano chiamati Cristiani dal volgo. Il loro nome deriva da Cristo, che , sotto l’imperatore Tiberio, era stato messo a morte per ordine del procuratore Ponzio Pilato; e quella orribile superstizione, momentaneamente repressa, prorompeva ora di nuovo e non solo in Giudea, luogo di origine di quel male, ma anche in Roma, dove affluiscono e si diffondono tutte le atrocità e le vergogne di ogni parte del mondo. In un primo momento furono arrestati coloro che confessavano la loro fede, poi, su loro denuncia, moltissimi altri furono giudicati colpevoli non tanto del delitto di incendio quanto di odio per il genere umano. E alla loro morte si accompagnò anche il dileggio: furono coperti di pelli di animali e fatti sbranare dai cani oppure vennero crocifissi o arsi vivi, perché come torce servissero da illuminazione notturna, dopo il tramonto del sole. Nerone aveva offerto i suoi giardini per un simile spettacolo, mentre dava giochi nel circo e, vestito da auriga, si mescolava alla plebaglia o partecipava alle corse ritto su un cocchio. Perciò essi, benché si fossero macchiati di colpe e meritassero le pene mai viste infitte, suscitavano compassione perché venivano sacrificati non in vista del bene comune, ma per soddisfare la crudeltà di uno solo.» ‘’Tacito, Annali, XV, 2-5, traduzione di L.Pighetti, Mondadori, Milano 1994.’’ È a partire dal II sec. che l’atteggiamento delle autorità romane si delineò con maggiore precisione: in questo periodo ci furono episodi di persecuzione di breve durata ma non venne coinvolta la Chiesa nel suo complesso. Dalla metà del III sec. la situazione cambiò con le prime persecuzioni sistematiche ordinate dall’imperatore Decio. A partire dal IV sec., con Costantino, iniziò il periodo della libertà di culto e successivamente, con Teodosio, il cristianesimo divenne la religione ufficiale dell’impero (391). SVETONIO TACITO LE RAGIONI DELLE PRIME PERSECUZIONI… «Non ho mai partecipato a inchieste riguardanti i cristiani: non so per tanto quali fatti debbano essere puniti o perseguiti, e in che misura lo si debba fare. Con quale esitazione mi sono chiesto se non vi debbano essere discriminazioni a seconda dell’età, e se la tenera età debba essere trattata diversamente dall’adulta; se si debba perdonare a chi si pente […], se debba essere punito il solo nome di cristiano anche se mancano atti delittuosi, o invece i delitti connessi a questo nome. Frattanto eco come mi sono comportato con coloro che sono stati accusati di essere cristiani. Domandai a loro stessi se fossero cristiani. A quelli che rispondevano affermativamente ripetei due o tre volte la domanda, minacciando il supplizio: quelli che perseveravano li ho fatti uccidere. Non dubitavo infatti, qualunque cosa essi confessassero che si dovesse punire almeno questa caparbietà, questa inflessibile ostinazione. Altri, presi dalla stessa follia, poiché erano cittadini romani, li misi in nota per mandarli a Roma. […] Fu presentata una denuncia anonima contenente i nomi di molte persone. Coloro che negavano di essere cristiani o di esserlo stati, se invocavano gli dei secondo la formula che io avevo imposta, e se facevano sacrifici con incenso e vino dinanzi alla tua immagine, che avevo fatto recare per tale intento, e inoltre maledicevano in Cristo, tutte cose che, mi dicono, è impossibile ottenere da coloro che sono veramente cristiani, io ho ritenuto dovessero essere rilasciati. Altri, il cui nome era stato fatto da un denunciatore, dissero di essere cristiani e poi lo negarono; lo erano stati, ma poi avevano cessato di esserlo, alcuni da tre, altri da più anni, altri perfino da vent’anni.[…] D’altra parte, essi affermavano che tutta la loro colpa o il loro errore erano consistiti nell’abitudine di riunirsi in un determinato giorno, prima dell’alba, di cantare tra loro alternatamente un inno a Cristo, come a un dio, e di obbligarsi, con giuramento, non a perpetrare qualche delitto, ma a non commettere furti o brigantaggi o adulterii, a non mancare la parola data, né a negare, se invitati, di effettuare una donazione. Compiuti i quali riti, avevano l’abitudine di separarsi e di riunirsi ancora per prendere il cibo, il che è, per quanto se ne dica, ordinario e innocente. […] La questione mi è parsa degna di tale consultazione soprattutto per il gran numero di denunciati: sono molti, infatti, di ogni età, di ogni ceto, di ambedue i sessi, coloro che sono o saranno posti in pericolo. Non è soltanto nelle città, ma anche nelle borgate e nelle campagne, che si è propagato il contagio di questa superstizione. Mi sembra che si possa contenerla e farla cessare.» ‘’ Plinio il Giovane, Epistole, X, 96, traduzione di L. Rusca, in A. Giardino – B.Gregori, Materiali di storia antica e medievale, Laterza, Roma-Bari 2001’’ «Mio caro Secondo, tu hai seguito la condotta che dovevi nell’esame delle cause di coloro che a te furono denunciati come cristiani. Perché non si può istituire una regola generale, che abbia per così dire valore di norma fissa. Non devono essere perseguiti d’ufficio. Se sono stati denunciati confessi, devono essere condannati, però in questo modo: chi negherà di essere cristiano, e ne avrà dato prova manifesta, cioè sacrificando ai nostri dei, anche se sia sospetto circa il passato, sia pertanto per il suo pentimento. Quanto alle denunce anonime, esse non devono avere valore in nessuna accusa; perché destabile esempio e non più del nostro tempo. » ‘’Plinio il Giovane, Epistole, X, 97, traduzione di L.Rusca, cit.’’ Dalle qui precedenti citazioni si evince che sono fonti contro il cristianesimo perché emerge la necessità di punire i cristiani, per l’appunto si richiede il procedimento di condanna verso alcuni comportamenti verso quest’ultimi. PLINIO IL GIOVANE LE PERSECUZIONI SISTEMATICHE DA DECIO A DIOCLEZIANO Nel corso del III secolo il cristianesimo si diffuse sempre di piu tra la classe senatoria e quella equestre, quindi tra le classi piu ricche e colte, ma contemporaneamente fu oggetto di grandi persecuzioni sistematiche, volute e programmate dall’imperatore, ma verificate nel I e nel II secolo. Il primo a prendere provvedimenti drastici contro i cristiani fu Settimio Severo, ma le prime persecuzioni sistematiche contro il cristianesimo sono da attribuire a Decio (249-250) e a Valeriano (257-258). Ecco degli spezzoni dell’analisi di due storici di oggi, Claude Lepelley e Santo Mazzarino e i vari editti. ‘’ Nell’anno 202, durante un suo viaggio in Palestina, Settimio Severo decise di intensificare la repressione del cristianesimo.’’ ‘’Dalla morte di Settimio Severo alla morte di Decio nel 249, i cristiani conobbero un periodo di tranquillità.’’ ‘’Nel 250 un editto imperiale dispose che tutti i cittadini dell’impero partecipassero ad un sacrificio solenne in onore degli dei di Roma.’’ ‘’Le persecuzioni cessarono alla fine dell’anno 250 poiché Valeriano concesse fino al 257 una pace alla Chiesa. Ebbe allora inizio un periodo catastrofico per l’impero romano; le frontiere venivano attaccate da ogni parte, intere provincie venivano saccheggiate ed un’epidemia di peste decimò la popolazione.’’ ‘’Nel 258 un nuovo editto disposero che fossero messi a morte se persistevano al rifiuto, il rifiuto di sacrificare doveva essere punito con la morte.’’ ‘’C.Lepelley, l’impero romano e il cristianesimo, MURSIA, Milano, 1970’’ Decio esprimeva un periodo nuovo nella storia delle persecuzioni. E tuttavia nonostante i lapsi e i libellatici il successo fu abbastanza limitato; coi nuovi martiri della Chiesa acquistò rinnovata forza di proselitismo. (…) La tempesta barbarica non accennava a placarsi (…) bisognava correre ai ripari, colmare falle talora gravissime. Pareva che la vendetta degli dei, negletti nei loro templi e offesi dalla vittoria cristiana, si abbattesse sulla cosa pubblica: questo pensiero avrà condotto Valeriano nell’ordinare con i due editti del 257 e 258 una nuova e sanguinosa persecuzione. Consigliere della persecuzione fu il preposto all’annona Marciano; il poeta popolare cristiano lo presentò come un tremendo persecutore, un ‘’Nerone redivivo’’, che per tre anni e mezzo infuriò contro i cristiani. ‘’S.Mazzarino, L’impero romano, Laterza, Roma-Bari 2005’’ DALL’EDITTO DI MILANO ALL’EDITTO DI COSTANTINOPOLI Nel 313 gli imperatori Licinio e Costantino emanarono a Milano il famoso editto in cui viene assicurata a tutti i sudditi dell’impero, compresi i cristiani, la libertà di culto. Ugualmente importanti, ma diversi per contenuto, furono i due editti emanati da Teodosio, il primo nel 380 a Tessalonica, il secondo a Costantinopoli nel 391. EDITTO DI MILANO: Quanto io Costantino Augusto e io Licinio Augusto venivamo felicemente a Milano e prendemmo in esame tutto ciò che si riferiva al giovamento e all’utilità dello Stato, tra gli altri provvedimenti che sembravano per molti riguardi conformi al bene della comunità, decidemmo con preferenza e antecedenza di regolare quanto riguardava il rispetto e l’onore della divinità, e pertanto di dare ai cristiani e a tutti gli uomini libera scelta di seguire la religione che essi volevano, affinché ogni divinità e ogni potenza celeste potesse essere propizia a noi e a tutti coloro che vivono sotto la nostra potestà. Allora dunque (…) promulgammo questa nostra volontà che assolutamente a nessuno era negata la facoltà di seguire e riscegliere l’osservanza o il culto dei cristiani, e che ad ognuno era data libertà di rivolgere il suo cuore a quel culto, che riteneva per sé più giusto, il modo che la divinità potesse essere propizia a noi e a tutti i coloro che vivono sotto la nostra potestà. EDITTO DI TESSALONICA Voglio che tutti i popoli a me soggetti seguano la religione che l’apostolo Pietro ha insegnato ai Romani, cioè che si creda nell’unica divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in tre persone uguali. Che segue questa religione sarà chiamato cristiano, gli altri invece sanno eretici. Essi riceveranno i castighi divini e anche quelle punizioni che riterrò di infliggere loro. (Ed ecco che quest’ultimo editto delinea il cambiamento dei cristiani che da perseguitati diventano persecutori e imponendo la loro religione come culto principale a differenza dell’editto di Milano che impone una libera scelta.) EDITTO DI COSTANTINOPOLI Nessuno ha il diritto di compiere sacrifici, nessuno frequenti i templi, nessuno veneri i santuari. Tutti riconoscano che la nostra legge proibisce queste empie frequentazioni, cosicché se qualcuno compie, malgrado questa proibizione, qualcosa che riguardi gli dei e le cose sacre sappia che nessuna indulgenza lo sottrarrà al castigo (…). Nessun individuo di qualsivoglia classe e ordine, anche se ricopre una carica o l’ha ricoperta in passato, che sia potente per nascita o umile per stirpe, rango e patrimonio, sacrifichi vittime innocenti alle immagini prive di senso, in qualsiasi luogo in qualsiasi città; nessuno con un sacrilegio più segreto, veneri il suo lare col fuoco, il suo genio col vino, i suoi penati con profumi gradevoli, accenda lumi a essi, bruci incenso, sospenda corone. ‘’In questo editto si evince che ci sono moltissime proibizioni nei confronti delle altre religioni e i sudditi non possono attuare i vari sacrifici neanche in segreto perche se scoperti venivano castigati.’’ COSTANTINO LICINIO AUTORI: TAMARA BRANCORSINI DAN MARIAN CIUCIU FEDERICA GASPERINI FILIPPO VALERI