DOSSIER CRISTIANESIMO 2 BIT - Scuola Montessori

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CAPITOLO 1
Verso la metà del I sec. a.C. nel territorio Romano, oltre al culto politeista, si
diffusero religioni come Ebraismo, nata circa nel XVIII a.C. ed il Cristianesimo
derivante dal giudaismo. Sorte in Israele,con credo monoteista,andavano contro i culti
ufficiale dello stato. Oltre a queste due grandi religioni diffuse a Roma,tra il I e il II
secolo d.C. si propagarono il Mitraismo, nato in Siria, e il culto della dea Iside nata in
Egitto.
Per ripercorrere la lunga e travagliata storia degli ebrei bisogna tornare in Egitto, al
tempo di Mosè. In quel periodo la popolazione ebraica era costretta dagli egiziani a
lavorare per la costruzione di statue e monumenti sotto forma di schiavi. Mosè, a
quell’epoca principe d’Egitto, dopo avere scoperto di essere scampato ad una strage e
di essere stato adottato dal faraone, decide di scappare nel deserto. Dopo essere
stato illuminato da un’apparizione del signore , Mosè scelse di tornare per liberare
tutti gli ebrei. Grazie anche alle piaghe d’Egitto e alla divisione delle acque provocate
dal signore( raccontate dalla Bibbia quindi non certe), Mosè riuscì a liberare tutti gli
schiavi e a portarli nel deserto dove trovò le tavole con i 10 comandamenti. Dopo
essersi stabiliti in Palestina, gli ebrei formarono diverse tribù sempre oppresse da
paesi più estesi e forti militarmente di loro. Infatti vivevano sottomesse da potenti
società asiatiche e da cui hanno ripreso alcuni culti e alcune leggende religiose.
Giuseppe Flavio narra che in seguito alle numerose guerre che insanguinarono la
Palestina gli Ebrei si differenziarono in 3 diverse correnti: Sadducei, Farisei ed
Esseni a cui si aggiunsero poi gli Zeloti. I Sadducei rappresentavano la nobiltà terriera
e clericale,erano sacerdoti che avevano ideologie contrarie a quelle dei farisei. I
quali facevano parte del terzo stato (poveri).In tempi normali, i Sadducei dirigevano la
società e i Farisei costituivano l’opposizione popolare al potere. I Farisei si
distinguevano dai pagani e da chi non rispettava la legge Ebraica e predicavano la
venuta dal Messia . Gli Esseni, invece, erano coloro che si ribellavano contro gli
oppressori (Asiatici e Romani), vivevano nel deserto e furono annientati dai romani nel
68 d.C. Gli Zeloti professavo dottrine simili a quelle dei Farisei ma erano anche ostili
alla presenza dei romani in Giudea, perciò causarano numerose rivolte. Coloro che
riuscirono a sopravvivere vennero del tutto divisi dalla diaspora ebrea causata dalla
distruzione del tempio di Gerusalemme ( Tito 70 d.C.)da parte dei romani.
Mitra era una divinità iranica,che associata al Dio Varuna rappresentava il giorno e la
notte ( Varuna punisce i trasgressori mentre Mitra protegge i giusti).
Mitra era un Dio importante nella religione iranica e tale rimaneva nella fede popolare
nonostante il monoteismo. Pervenuto in Babilonia entrò nella religione babilonese come
dio solare di nome Shamas, nell’ Asia minore diventa un culto particolare e da li si
diffuse a Roma. Il carattere vittorioso del dio, la disciplina gerarchica dell’ iniziazione
e l’ antica idea persiana dell’eterno combattimento contro il male dà a questi misteri il
carattere guerriero, che spiega il favore con il quale si incontrava nel esercito e negli
imperatori.
La religione della dea Iside era nata in Egitto, ma si era diffusa in tutto il mondo
mediterraneo. Si credeva che i suoi seguaci sarebbero potuti rinascere dopo la morte
poiché essa aveva permesso a Osiride di resuscitare. Si poteva accostare a questa
religione solo dopo in iniziazione. Alcuni imperatori gli aderirono mentre altri la
ostacolarono, tra questi ultimi uno dei più grandi fu Augusto che dopo aver
combattuto contro la regina d’Egitto Cleopatra, che si proclamava Iside reincarnata,
bandì da Roma tutto quello che sapeva dell’Egitto, compresa la religione. Al contrario
Caligola fece ricostruire il tempio di Iside, così come Nerone, Vespasiano e Tito i quali
parteciparono ai culti dedicati alla Dea e li favorirono in tutti i modi.
H
Le dottrine filosofiche provenienti dalla grecia contribuivano a diffondere idee che
indebolivano le credenze tradizionali. Molti intellettuali erano vicini allo scetticismo,
un movimento filosofico secondo il quale gli uomini non possono conoscere nulla con
certezza. Altri invece erano i vicini allo stoicismo, secondo i quali il mondo era
governato da un ordine razionale, per cui tutto ciò che avviene è bene. Molti Romani
contrastarono l’epicureismo che intendeva liberare gli uomini dalle superstizioni,essi
ritenevano che gli dei non avessero nessuna influenza sulla vita dell’uomo.
CONCLUSIONE
Dopo avere dimostrato che erano diffuse diverse religioni nell’Impero Romano,
occupiamoci ora di appurare se Gesù, fondatore del cristianesimo, sia veramente
esistito
FONTI: Ebraismo
https://www.homolaicus.com/storia/antica/cristianesimo_antico/palestina.htm
Mitraismo
https://www.treccani.it/enciclopedia/mitra/?stampa=1
Iside e Cristianesimo
G. Gentile, L. Ronga, L’Erodoto, vol 2, Editrice La Scuola, Brescia, 2010, pp 126-127
AUTORI:

 DANIELE ELISEO
LUCIA EVANGELISTI
 AYOUB NOUGAIT
 LEONARDO RENDE
 MATTIA TONELLI
Capitolo 2
Sebbene il Cristianesimo e l’Ebraismo
condividano radici storiche, queste due
religioni si sono separate con profondi
cambiamenti nel corso dei secoli.
Gesù Cristo, è realmente esistito?
Tra i personaggi che più hanno influenzato la cultura e la società occidentale spicca
senza dubbio l’immagine di colui che viene chiamato Gesù di Nazareth oppure detto
Cristo (che in greco significa “unto e inviato da Dio”, e traduce la parola ebraica
Messia.)
Egli, fondatore del Cristianesimo, nacque a Betlemme in Palestina durante l’ impero di
Ottaviano Augusto (29 a.C – 14 d.C)
La vera data di nascita di Cristo
Dionigi il piccolo, monaco del VI secolo, fissò il calendario cristiano, ma sbagliò i
calcoli. Infatti si è scoperto che di censimenti – coordinata storica molto importante
per stabilire la data di nascita di Gesù - ce ne furono due, uno tra il 6-7 a. C. e l’altro
nel 6 d. C. Inoltre Erode re di Giudea morì intorno al 4 a.C. e la triplice congiunzione di
pianeti che potrebbe ricondurre alla cometa risale al 7 a.C. Si pensa pertanto che
l’anno 0 (quindi la nascita di Cristo) non sia il 753 dopo la fondazione di Roma, ma che
in realtà Gesù sia nato tra il 7 e il 6 a.C.
Le fonti cristiane
. Le fonti cristiane per ricostruire storicamente la nascita di Gesù Cristo sono i
Vangeli di Luca e Matteo. Quello di Luca racconta la nascita di Gesù avvenuta a
Betlemme in Giudea, quando Augusto emanò un editto per il censimento di tutta la
terra e l’apparizione degli angeli ai pastori del luogo. Nel vangelo di Matteo invece è
descritta l’apparizione di un angelo a Giuseppe venuto ad annunciare l’ ascesa del
salvatore sulla terra tramite sua moglie Maria. Matteo scrive anche della giunta dei
tre re magi a Betlemme ad adorare Gesù.
Fogli antichi del Vangelo
Teoria delle 2 fonti
La più probabile testimonianza delle fonti cristiane è ricollegabile alla teoria delle due
fonti che è un’ipotesi di soluzione del problema dei vangeli sinottici(cioè che hanno un
medesimo schema e narrano le stesse vicende) che assume l'esistenza di due fonti per
la composizione dei vangeli sinottici. Sebbene esistano numerose formulazioni
alternative e varianti delle ipotesi di base, «la teoria delle due fonti raccoglie il
sostegno della maggior parte degli esegeti biblici di tutti i continenti e le
confessioni». La teoria delle due fonti spiega la "doppia tradizione" ipotizzando
l'esistenza di un documento perduto contenente i "detti di Gesù", detto "fonte Q", dal
tedesco Quelle, "fonte".
Lo studio del problema sinottico ebbe inizio alla fine del XVIII secolo; la
ricostruzione dominante era l'ipotesi Griesbach (1789), secondo la quale l'autore di
Marco aveva compendiato Matteo e Luca.

La "tripla tradizione” spiega che lì dove i vangeli differiscono in questo
materiale comune, può accadere che Marco e Matteo concordino in opposizione
alla versione di Luca, o che Marco e Luca concordino in opposizione a Matteo,
ma molto raramente avviene che Marco sia quello in minoranza. Inoltre le
versioni delle pericope contenute in Matteo e Luca sono solitamente più brevi di
quelle contenute in Marco.

La "doppia tradizione” spiega che alcune volte Matteo e Luca condividono del
materiale assente in Marco; in tali casi, a volte Matteo e Luca concordano
sostanzialmente, altre forniscono versioni significativamente differenti.
Gli autori di Matteo e Luca utilizzarono il Vangelo secondo Marco come fonte del loro
materiale narrativo e come struttura cronologica di base della vita di Gesù; in
aggiunta, utilizzarono una seconda fonte non conservatasi, detta fonte Q (dall'iniziale
della parola tedesca quelle, "fonte"), da cui trassero i detti (logia) di Gesù che si
trovano in Matteo e Luca ma non in Marco.
Esiste anche un’altra ipotesi della "tripla tradizione" secondo il principio della priorità
marciana, spiega che dove la quale entrambi gli autori del Vangelo secondo Matteo e
del Vangelo secondo Luca utilizzarono il Vangelo secondo Marco come fonte per le loro
opere. Marco sembra più primitivo
La vera esistenza di Cristo non è stata accertata, data l’assenza di prove, però
possiamo confermarla storicamente grazie alle fonti non cristiane scritte dagli storici
latini (Tacito, Svetonio) e lo storico giudaico Giuseppe Flavio.
.Tacito narra della persecuzione dei cristiani ad opera di Nerone. Esso scrisse due
paragrafi che menzionano Cristo e i cristiani. Il primo afferma che alcuni cristiani
erano presenti a Roma. Il secondo dice che, la fede cristiana si era diffusa solo a
Roma in Giudea (governata da Erode).
Svetonio, nella sua opera dedicata alle Vite dei dodici Cesari, conferma la presenza di
cristiani a Roma anche in epoca molto antica.
Lo storico giudaico invece fa riferimento a Gesù in alcuni passi delle antichità
giudaiche, esso narra la storia del popolo ebraico. Nel testo sono presenti tre
riferimenti a Cristo e ai cristiani, il più noto, è conosciuto come testimonium flavianum
che, molti storici, ritenevano elaborato da alcuni copisti medievali. Nei primi anni
settanta però è stata ritrovata a Gerusalemme la fonte originale del testo la quale
testimonia l’esistenza del personaggio storico di Gesù.
In conclusione non si potrebbe sostenere l’esistenza storica di Gesù Cristo solo
attraverso le fonti Cristiane, perché sono poco attendibili, ma attraverso il confronto
con fonti coeve e laiche, possiamo asserire – con Mazzarino – che essa « […] nel
quadro e nell’ambiente che abbiamo delineato sopra, è in verità innegabile» 1
Fonti: www.homolaicus.com
G. Gentile, L. Ronga, L’Erodoto, vol 2, Editrice La Scuola, Brescia, 2010, p 87, pp 122123
S. Mazzarino, L’impero romano, Laterza, Bari, 1995
AUTORI:
 ANSELMO FERRARI
 ALICE GHERARDINI
 NICO GUALTIERI
 MATTEO PETRUCCIANI
 ERIC TASSIN
1
S. Mazzarino, L’impero romano, Laterza, Bari, 1995, p.164
CAPITOLO 3
Il Cristianesimo fu fondato nel primo secolo da persone convinte che Gesù di
Nazareth, fondatore di una corrente religiosa nella Palestina del I sec., fosse il
Messia. Le stesse potevano averlo conosciuto insieme agli apostoli oppure solamente
essere state influenzate dai suoi insegnamenti, come Marco, Matteo, Giovanni e Luca
che scrissero i Vangeli.
I Vangeli sono un insieme di scritti, risalenti circa al 70 d. C., in cui si comunica “La
Buona Novella” della vita e della dottrina di Gesù insieme alle rivelazioni mistiche
della sua natura divina. Tra gli apostoli, Paolo di Tarso iniziò a pellegrinare per il
mondo cercando di convertire le persone al cristianesimo.
Egli nacque da una famiglia ebraica, e verso il 31d.C. sulla strada di Damasco
avvenne la sua conversione; in seguito si ritirò in Arabia, per poi ritornare a
Gerusalemme. Qui la sua predicazione venne contrastata dai Giudei (così chiamati
perché appartenenti alla regione della Giudea, i quali accettavano il compromesso
con le autorità di Roma) ed egli fu costretto a rifugiarsi nella città natale di Tarso.
Poi Barnaba (apostolo originariamente chiamato Giuseppe di Cipro) lo prese con sé e
lo condusse ad Antiochia di Siria dove poté svolgere liberamente la sua attività di
annuncio del Vangelo tra i Gentili (ebrei non ancora convertiti al Cristianesimo).
Insieme a Barnaba intraprese una prima missione tra i Gentili toccando l’isola di
Cipro e poi le città anatoliche di Antiochia di Pisidia, Iconio, Listra e Derbe. Da
questo momento Paolo rivolse la predicazione soprattutto ai Gentili tra i quali ottenne
maggiore successo; Paolo si professava solo come ‘apostolo dei Gentili’.
I territori da lui toccati nella predicazione itinerante furono in principio l'Arabia
(attuale Giordania), quindi soprattutto la Grecia e l'Asia minore (attuale Turchia). Il
successo di questa predicazione lo spinse a scontrarsi con alcuni cristiani di origine
ebraica, che volevano imporre ai pagani convertiti l'osservanza dell'intera legge
religiosa ebraica, in primis la circoncisione. Paolo si oppose fortemente a questa
richiesta e, con il suo carattere energico e appassionato, ne uscì vittorioso.
Tra il 49 e il 51 intraprese un secondo viaggio con Sila, tornò a visitare le comunità
di Derbe, Listra e Iconio, si recò in Galazia, giunse a Troade e, attraversando la
Macedonia, passò in Grecia dove cominciò la predicazione a Filippi. Di qui andò a
Tessalonica, a Berea ed infine ad Atene dove nell’Areopago (collina Ateniese) parlò
agli intellettuali della
città senza però
ottenervi grande
successo. In seguito si
trasferì a Corinto dove
fondò una chiesa tra le
più vivaci, poi si
diresse a Gerusalemme.
Successivamente
intraprese altri viaggi.
Nel 55 Paolo fu fatto
imprigionare dagli Ebrei
a Gerusalemme con
l'accusa di turbare
l'ordine pubblico. Appellatosi al giudizio dell'imperatore come era suo diritto, in
quanto cittadino romano, fu condotto a Roma, dove fu costretto a rimanervi per
alcuni anni.
Trascorso tale periodo
riprese la predicazione.
Fu vittima della
persecuzione di Nerone e
probabilmente venne
decapitato tra il 64 e il 67.
Paolo va considerato il vero
fondatore del Cristianesimo
come religione universale.
Il Cristianesimo ebbe
successo grazie alla predicazione di Paolo di Tarso (San Paolo) durante i suoi viaggi
per tutto il Mediterraneo e alle sue lettere, mediante le quali aveva rafforzato
numerose comunità. Tra i motivi dell’affermazione del Cristianesimo si segnala
l’insistenza sull’adesione personale, l’aspetto comunitario e l’universalismo
cristiano.
Le tre divisioni principali della Cristianità sono il Cattolicesimo, l'Ortodossia
orientale e il Protestantesimo. Esistono anche altri gruppi cristiani che non rientrano
in queste tre categorie principali. I gruppi cristiani si distinguono per differenti
dottrine e pratiche. La maggior parte dei cristiani (cattolici, ortodossi, anglicani e la
maggior parte dei protestanti) condividono il Credo niceno.
Un esempio della grande diffusione del cristianesimo si ha nel I secolo con Simon
Mago, uno dei tanti predicatori che vissero in Palestina in quell’epoca. Si dice che
compisse grandi magie nella regione della Samaria. Fu colpito dai prodigi
dell’apostolo Filippo e si fece battezzare; offrì del denaro agli apostoli Pietro e
Giovanni chiedendo loro il potere di donare lo Spirito Santo. Pietro, ritenendolo
invidioso e cattivo, lo maledisse. A quel punto Simone si ritirò implorando le
preghiere degli apostoli per la sua salvezza.
Secondo lo scrittore cristiano Ireneo di Lione, Simone, una volta rimproverato da
Pietro, non si sarebbe convertito, anzi avrebbe rafforzato il proposito di gareggiare
con gli Apostoli nelle capacità magiche, inventando una vera e propria dottrina
religiosa in cui egli occupava un posto centrale (creatore e salvatore).
La misteriosa donna che lo accompagnava non sarebbe stata altro che una prostituta
di Tiro, liberata da Simone il quale vedeva in lei un’incarnazione del pensiero di Dio.
Secondo altre fonti letterarie più tarde, Simone avrebbe consigliato a Nerone di
incendiare Roma per poi perseguitare i cristiani.
E’ estremamente difficile ricostruire la realtà storica di questo “Messia Mancato”
anche se gli storici ritengono che sia davvero esistito e che provenisse dalla Samaria.
Durante la sua storia, il cristianesimo ha attraversato persecuzioni, scismi e dispute
teologiche che hanno sancito la nascita di diverse chiese distinte. Ha origine nel I
secolo e inizialmente era considerata una setta ebraica.
La chiesa è una comunità di fedeli che professano la fede in Gesù Cristo.
Il cristianesimo è stato diffuso soprattutto grazie ai pellegrinaggi di Paolo di Tarso,
che, avendo una forte tendenza al proselitismo, riuscì a convertire a questa religione
gran parte della popolazione.
Attualmente il Cristianesimo è la religione più diffusa al mondo, con circa 2,5
miliardi di fedeli.
Fonti: www.wikipedia.it ; www.treccani.it/enciclopedia/santo-paolo ;
http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_ant/ ;
G. Gentile, L. Ronga, L’Erodoto, vol 2, Editrice La Scuola, Brescia, 2010, pp 128-131
AUTORI:


TOMMASO COLANGELO
SAMUELE GUGLIELMI
 BOGDAN HUZENKO
 MATTIA PRANZINI
 MARCELLO ROTA
CAPITOLO 4
Secondo la tradizione, il primo imperatore ad attuare una persecuzione contro i
seguaci di Cristo fu Nerone che a seguito dell’incendio di Roma divennero capro
espiatorio; comunque, non vi furono vittime al di fuori del territorio romano e i
Cristiani furono colpiti non tanto per il loro culto, quanto perche non volevano
riconoscere la religione romana e volevano convertire anche altre persone alla loro
religione.
Ne danno una testimonianza gli storici Svetonio e Tacito:
«L’Imperatore Claudio, poiché i giudei si sollevano
continuamente su istigazione di un certo Cresto, li scacciò da
Roma.»
‘’ Svetonio, Claudio, 25, 4,
in Vita dei Cesari, Traduzione di E. Noseda, Garzanti, Milano 1977.’’
«Sotto il principato di Nerone furono inviati al supplizio i
cristiani, genere di uomini dediti a una nuova e malefica
superstizione. »
‘’Svetonio, Nerone, 16, 2, in Vita dei Cesari, cit.’’
«Né i soccorsi umani, né le donazioni del principe o le
cerimonie religiose valsero a togliere credito all’infamante
credito che l’incendio di Roma fosse stato comandato . Allora
Nerone, per sfatare tale diceria, presentò come colpevoli e
sottopose alle più raffinate torture coloro che si erano sresi
odiodsi per le loro malvagità ed erano chiamati Cristiani dal
volgo. Il loro nome deriva da Cristo, che , sotto l’imperatore
Tiberio, era stato messo a morte per ordine del procuratore
Ponzio Pilato; e quella orribile superstizione,
momentaneamente repressa, prorompeva ora di nuovo e non
solo in Giudea, luogo di origine di quel male, ma anche in
Roma, dove affluiscono e si diffondono tutte le atrocità e le
vergogne di ogni parte del mondo. In un primo momento
furono arrestati coloro che confessavano la loro fede, poi, su
loro denuncia, moltissimi altri furono giudicati colpevoli non
tanto del delitto di incendio quanto di odio per il genere
umano. E alla loro morte si accompagnò anche il dileggio:
furono coperti di pelli di animali e fatti sbranare dai cani
oppure vennero crocifissi o arsi vivi, perché come torce
servissero da illuminazione notturna, dopo il tramonto del
sole. Nerone aveva offerto i suoi giardini per un simile
spettacolo, mentre dava giochi nel circo e, vestito da auriga, si
mescolava alla plebaglia o partecipava alle corse ritto su un
cocchio. Perciò essi, benché si fossero macchiati di colpe e
meritassero le pene mai viste infitte, suscitavano compassione
perché venivano sacrificati non in vista del bene comune, ma
per soddisfare la crudeltà di uno solo.»
‘’Tacito, Annali, XV, 2-5, traduzione di L.Pighetti, Mondadori, Milano 1994.’’
È a partire dal II sec. che l’atteggiamento delle autorità romane si delineò con maggiore precisione:
in questo periodo ci furono episodi di persecuzione di breve durata ma non venne coinvolta la
Chiesa nel suo complesso. Dalla metà del III sec. la situazione cambiò con le prime persecuzioni
sistematiche ordinate dall’imperatore Decio. A partire dal IV sec., con Costantino, iniziò il periodo
della libertà di culto e successivamente, con Teodosio, il cristianesimo divenne la religione ufficiale
dell’impero (391).
SVETONIO
TACITO
LE RAGIONI DELLE PRIME PERSECUZIONI…
«Non ho mai partecipato a inchieste riguardanti i cristiani: non so per tanto quali fatti debbano
essere puniti o perseguiti, e in che misura lo si debba fare. Con quale esitazione mi sono chiesto se
non vi debbano essere discriminazioni a seconda dell’età, e se la tenera età debba essere trattata
diversamente dall’adulta; se si debba perdonare a chi si pente […], se debba essere punito il solo
nome di cristiano anche se mancano atti delittuosi, o invece i delitti connessi a questo nome.
Frattanto eco come mi sono comportato con coloro che sono stati accusati di essere cristiani.
Domandai a loro stessi se fossero cristiani. A quelli che rispondevano affermativamente ripetei due
o tre volte la domanda, minacciando il supplizio: quelli che perseveravano li ho fatti uccidere. Non
dubitavo infatti, qualunque cosa essi confessassero che si dovesse punire almeno questa caparbietà,
questa inflessibile ostinazione. Altri, presi dalla stessa follia, poiché erano cittadini romani, li misi
in nota per mandarli a Roma. […] Fu presentata una denuncia anonima contenente i nomi di molte
persone. Coloro che negavano di essere cristiani o di esserlo stati, se invocavano gli dei secondo la
formula che io avevo imposta, e se facevano sacrifici con incenso e vino dinanzi alla tua immagine,
che avevo fatto recare per tale intento, e inoltre maledicevano in Cristo, tutte cose che, mi dicono, è
impossibile ottenere da coloro che sono veramente cristiani, io ho ritenuto dovessero essere
rilasciati. Altri, il cui nome era stato fatto da un denunciatore, dissero di essere cristiani e poi lo
negarono; lo erano stati, ma poi avevano cessato di esserlo, alcuni da tre, altri da più anni, altri
perfino da vent’anni.[…] D’altra parte, essi affermavano che tutta la loro colpa o il loro errore erano
consistiti nell’abitudine di riunirsi in un determinato giorno, prima dell’alba, di cantare tra loro
alternatamente un inno a Cristo, come a un dio, e di obbligarsi, con giuramento, non a perpetrare
qualche delitto, ma a non commettere furti o brigantaggi o adulterii, a non mancare la parola data,
né a negare, se invitati, di effettuare una donazione.
Compiuti i quali riti, avevano l’abitudine di separarsi e di riunirsi ancora per prendere il cibo, il che
è, per quanto se ne dica, ordinario e innocente. […] La questione mi è parsa degna di tale
consultazione soprattutto per il gran numero di denunciati: sono molti, infatti, di ogni età, di ogni
ceto, di ambedue i sessi, coloro che sono o saranno posti in pericolo. Non è soltanto nelle città, ma
anche nelle borgate e nelle campagne, che si è propagato il contagio di questa superstizione. Mi
sembra che si possa contenerla e farla cessare.»
‘’ Plinio il Giovane, Epistole, X, 96, traduzione di L. Rusca, in A. Giardino – B.Gregori,
Materiali di storia antica e medievale, Laterza, Roma-Bari 2001’’
«Mio caro Secondo, tu hai seguito la condotta che dovevi nell’esame delle cause di coloro che a te
furono denunciati come cristiani. Perché non si può istituire una regola generale, che abbia per così
dire valore di norma fissa. Non devono essere perseguiti d’ufficio. Se sono stati denunciati confessi,
devono essere condannati, però in questo modo: chi negherà di essere cristiano, e ne avrà dato prova
manifesta, cioè sacrificando ai nostri dei, anche se sia sospetto circa il passato, sia pertanto per il
suo pentimento. Quanto alle denunce anonime, esse non devono avere valore in nessuna accusa;
perché destabile esempio e non più del nostro tempo. »
‘’Plinio il Giovane, Epistole, X, 97, traduzione di L.Rusca, cit.’’
Dalle qui precedenti citazioni si evince che sono fonti contro il cristianesimo perché emerge la
necessità di punire i cristiani, per l’appunto si richiede il procedimento di condanna verso alcuni
comportamenti verso quest’ultimi.
PLINIO IL GIOVANE
LE PERSECUZIONI SISTEMATICHE DA DECIO A
DIOCLEZIANO
Nel corso del III secolo il cristianesimo si diffuse sempre di piu tra la classe
senatoria e quella equestre, quindi tra le classi piu ricche e colte, ma
contemporaneamente fu oggetto di grandi persecuzioni sistematiche, volute e
programmate dall’imperatore, ma verificate nel I e nel II secolo. Il primo a
prendere provvedimenti drastici contro i cristiani fu Settimio Severo, ma le
prime persecuzioni sistematiche contro il cristianesimo sono da attribuire a
Decio (249-250) e a Valeriano (257-258).
Ecco degli spezzoni dell’analisi di due storici di oggi, Claude Lepelley e Santo
Mazzarino e i vari editti.
‘’ Nell’anno 202, durante un suo viaggio in Palestina, Settimio Severo decise di
intensificare la repressione del cristianesimo.’’
‘’Dalla morte di Settimio Severo alla morte di Decio nel 249, i cristiani
conobbero un periodo di tranquillità.’’
‘’Nel 250 un editto imperiale dispose che tutti i cittadini dell’impero
partecipassero ad un sacrificio solenne in onore degli dei di Roma.’’
‘’Le persecuzioni cessarono alla fine dell’anno 250 poiché Valeriano concesse
fino al 257 una pace alla Chiesa. Ebbe allora inizio un periodo catastrofico per
l’impero romano; le frontiere venivano attaccate da ogni parte, intere provincie
venivano saccheggiate ed un’epidemia di peste decimò la popolazione.’’
‘’Nel 258 un nuovo editto disposero che fossero messi a morte se persistevano al
rifiuto, il rifiuto di sacrificare doveva essere punito con la morte.’’
‘’C.Lepelley, l’impero romano e il cristianesimo, MURSIA, Milano, 1970’’
Decio esprimeva un periodo nuovo nella storia delle persecuzioni. E tuttavia
nonostante i lapsi e i libellatici il successo fu abbastanza limitato; coi nuovi
martiri della Chiesa acquistò rinnovata forza di proselitismo. (…) La tempesta
barbarica non accennava a placarsi (…) bisognava correre ai ripari, colmare falle
talora gravissime. Pareva che la vendetta degli dei, negletti nei loro templi e
offesi dalla vittoria cristiana, si abbattesse sulla cosa pubblica: questo pensiero
avrà condotto Valeriano nell’ordinare con i due editti del 257 e 258 una nuova e
sanguinosa persecuzione. Consigliere della persecuzione fu il preposto
all’annona Marciano; il poeta popolare cristiano lo presentò come un tremendo
persecutore, un ‘’Nerone redivivo’’, che per tre anni e mezzo infuriò contro i
cristiani.
‘’S.Mazzarino, L’impero romano, Laterza, Roma-Bari 2005’’
DALL’EDITTO DI MILANO ALL’EDITTO DI
COSTANTINOPOLI
Nel 313 gli imperatori Licinio e Costantino emanarono a
Milano il famoso editto in cui viene assicurata a tutti i
sudditi dell’impero, compresi i cristiani, la libertà di culto.
Ugualmente importanti, ma diversi per contenuto, furono i
due editti emanati da Teodosio, il primo nel 380 a
Tessalonica, il secondo a Costantinopoli nel 391.
EDITTO DI MILANO:
Quanto io Costantino Augusto e io Licinio Augusto venivamo
felicemente a Milano e prendemmo in esame tutto ciò che si
riferiva al giovamento e all’utilità dello Stato, tra gli altri
provvedimenti che sembravano per molti riguardi conformi al
bene della comunità, decidemmo con preferenza e antecedenza
di regolare quanto riguardava il rispetto e l’onore della
divinità, e pertanto di dare ai cristiani e a tutti gli uomini
libera scelta di seguire la religione che essi volevano, affinché
ogni divinità e ogni potenza celeste potesse essere propizia a
noi e a tutti coloro che vivono sotto la nostra potestà. Allora
dunque (…) promulgammo questa nostra volontà che
assolutamente a nessuno era negata la facoltà di seguire e
riscegliere l’osservanza o il culto dei cristiani, e che ad ognuno
era data libertà di rivolgere il suo cuore a quel culto, che
riteneva per sé più giusto, il modo che la divinità potesse
essere propizia a noi e a tutti i coloro che vivono sotto la
nostra potestà.
EDITTO DI TESSALONICA
Voglio che tutti i popoli a me soggetti seguano la religione che
l’apostolo Pietro ha insegnato ai Romani, cioè che si creda
nell’unica divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
in tre persone uguali. Che segue questa religione sarà chiamato
cristiano, gli altri invece sanno eretici. Essi riceveranno i
castighi divini e anche quelle punizioni che riterrò di
infliggere loro.
(Ed ecco che quest’ultimo editto delinea il cambiamento dei cristiani che da
perseguitati diventano persecutori e imponendo la loro religione come culto
principale a differenza dell’editto di Milano che impone una libera scelta.)
EDITTO DI COSTANTINOPOLI
Nessuno ha il diritto di compiere sacrifici, nessuno frequenti i
templi, nessuno veneri i santuari. Tutti riconoscano che la
nostra legge proibisce queste empie frequentazioni, cosicché se
qualcuno compie, malgrado questa proibizione, qualcosa che
riguardi gli dei e le cose sacre sappia che nessuna indulgenza
lo sottrarrà al castigo (…). Nessun individuo di qualsivoglia
classe e ordine, anche se ricopre una carica o l’ha ricoperta in
passato, che sia potente per nascita o umile per stirpe, rango e
patrimonio, sacrifichi vittime innocenti alle immagini prive
di senso, in qualsiasi luogo in qualsiasi città; nessuno con un
sacrilegio più segreto, veneri il suo lare col fuoco, il suo genio
col vino, i suoi penati con profumi gradevoli, accenda lumi a
essi, bruci incenso, sospenda corone.
‘’In questo editto si evince che ci sono moltissime proibizioni nei confronti
delle altre religioni e i sudditi non possono attuare i vari sacrifici neanche in
segreto perche se scoperti venivano castigati.’’
COSTANTINO
LICINIO
AUTORI:

TAMARA BRANCORSINI
 DAN MARIAN CIUCIU
 FEDERICA GASPERINI
 FILIPPO VALERI
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