ANFIBI ITALIANI 40 specie complessivamente note per l’Italia. Molte specie di Urodeli ed alcuni Anuri rappresentano endemismi per l’Italia. Corso di Zoogeografia 1 ANFIBI ITALIANI: URODELI Salamandridae Tritone sardo (Euproctus platycephalus) Salamandra alpina (Salamandra atra) Salamandra pezzata (Salamandra salamandra) Salamandra di Lanza (Salamandra lanzai) Salamandrina dagli occhiali (Salamandrina perspicillata) Salamandrina meridionale (Salamandrina terdigitata) Tritone alpestre (Triturus alpestris) Tritone italiano (Triturus italicus) Tritone punteggiato (Triturus vulgaris) Corso di Zoogeografia 2 TRITONE SARDO Specie endemica della Sardegna, predilige le acque dei fiumi e dei ruscelli di montagna fino alla quota di 1800 metri. D'inverno stanno rintanati a svernare sotto pietre o cortecce, anche se in alcune zone si possono trovare nei ruscelli durante tutto l'anno. Si nutre di insetti acquatici e delle loro larve. Viene considerato un ottimo indicatore ambientale, perché la sua sopravvivenza è legata ad acque molto ossigenate e non inquinate. Corso di Zoogeografia 3 SALAMANDRA ALPINA Più piccola di quella pezzata (non supera i 16 cm), possiede un'inconfondibile livrea nero lucente. È una tipica specie alpina, diffusa soprattutto oltre il limite della vegetazione arborea, ma si incontra anche più in basso, nei boschi di conifere o di latifoglie. Ha abitudini prevalentemente notturne ed è visibile di giorno solo nei luoghi ombrosi e nelle giornate umide o piovose. Si nutre di invertebrati terricoli; è ovovivipara e partorisce i piccoli già simili ad adulti in miniatura. Corso di Zoogeografia 4 SALAMANDRA PEZZATA Inconfondibile colorazione nera cosparsa variamente di macchie gialle: avverte così i predatori della presenza di ghiandole che la rendono immangiabile (colorazione aposematica). Lunga fino a 30 cm, vive nei boschi appenninici ed alpini; è possibile incontrarla all'aperto solo in giornate molto umide o piovose. Esce dal suo rifugio (sotto cortecce, foglie o anfratti nel terreno) di notte, a caccia di ogni genere di piccoli invertebrati. L'accoppiamento avviene sul terreno, ed è preceduto da un breve rituale di corteggiamento. Corso di Zoogeografia 5 SALAMANDRA PEZZATA Le femmine depongono, di solito in acque correnti fredde, fino a 70 larve già ben sviluppate che in settembre-ottobre, assunto l'aspetto di un piccolo adulto, abbandonano l'acqua. Della salamandra pezzata vive in Calabria una particolare sottospecie, chiamata Salamandra del Giglioli. Corso di Zoogeografia 6 SALAMANDRA DI LANZA Endemica delle Alpi Cozie e delle Alpi Marittime, questo organismo costituisce senza dubbio una delle più interessanti e recenti scoperte zoologiche italiane degli ultimi anni, in quanto è stata descritta nel 1988. Probabilmente circa 3 Mya, a partire da una sola specie ancestrale di salamandra nera, abbiano incominciato a differenziarsi la Salamandra atra e quella di Lanza. Specie ovovivipara (2-6 piccoli) Corso di Zoogeografia 7 SALAMANDRINA DAGLI OCCHIALI Salamandrina perspicillata Ordine: Urodeli Famiglia: Salamandridi Endemismo dell'Italia occidentale, dalla Liguria orientale alla Campania. Lunga fino a 11 cm, coda compresa. Il nome comune è dovuto alla macchia giallastra, grossolanamente triangolare, tra gli occhi. Corso di Zoogeografia 8 SALAMANDRINA MERIDIONALE Salamandrina terdigitata Ordine: Urodeli Famiglia: Salamandridi Endemismo dell'Italia occidentale-meridionale, dalla Campania alla Calabria. Nero-bluastra sul dorso, presenta inferiormente una vivace colorazione bianca, nera e rossa che mostra, inarcandosi, quando è minacciata. La femmina depone le uova dentro ai ruscelli, a grappoli. Vive nei ruscelli più puliti in collina e in montagna; è attiva solo di notte, si nutre di piccoli artropodi. Corso di Zoogeografia 9 TRITONE ALPESTRE Lungo fino a 11 cm, è riconoscibile per la colorazione nuziale: da bruna a bluastra superiormente e arancione sul ventre, la cresta si sviluppa nei maschi. Si trova quasi sempre in acqua (pozze, laghi, sorgenti ma anche fontane). L'accoppiamento è preceduto da un complesso corteggiamento; in alcune popolazioni le larve non metamorfosano, ma crescono arrivando anche a riprodursi (questo fenomeno si chiama neotenia). Corso di Zoogeografia 10 TRITONE ITALIANO Endemico dell’Italia. Presenta una cresta lungo la linea mediana dorsale, che si prolunga sulla coda. Più grande del tritone alpino (fino a 14 cm), lo si può trovare in acqua anche tutto l'anno. La pelle è ruvida. Nella brutta stagione maschio e femmina sono neri lucenti; nella stagione degli amori il maschio diventa grigio punteggiato di nero. Il ventre è giallo o arancione macchiato di scuro. Corso di Zoogeografia 11 TRITONE PUNTEGGIATO Lungo circa 10 centimetri, ha corpo snello, zampe piccole e corte e coda lunga e piatta, compressa. Durante il periodo degli amori il maschio si orna di una cresta dorsale frastagliata e membranosa. La livrea è verdognola sul dorso e arancione o gialla sul ventre, punteggiata di nero nel maschio nel momento della riproduzione: è facile comunque riconoscerlo per la presenza di cinque righe longitudinali scure sul capo. Vive (in pianura o in collina) negli acquitrini, nelle paludi, negli stagni e anche in pozze di piccole dimensioni. Corso di Zoogeografia 12 ANFIBI ITALIANI: URODELI Plethodontidae Geotritone di Ambrosi (Hydromantes ambrosii) Geotritone del Monte Albo (Hydromantes flavus) Geotritone di Genè (Hydromantes genei) Geotritone imperiale (Hydromantes imperialis) Geotritone italiano (Hydromantes italicus) Geotritone di Strinati (Hydromantes strinatii) Geotritone del Supramonte (Hydromantes supramontis) Proteidae Proteo (Proteus anguinus) Corso di Zoogeografia 13 I GEOTRITONI Tutte le specie di geotritone in Italia sono imparentate con le specie affini americane (areale disgiunto). Caratteri distintivi: unici urodeli europei provvisti di mano e piede palmati e di un sottilissimo solco naso-labiale che dalla narice si dirige verticalmente verso l'orlo del labbro superiore. Presenta repirazione esclusivamente cutanea, con atrofia dei polmoni e sviluppo estremamente lento delle uova. Habitat: Grotte, doline, cavitá del suolo, miniere, caverne, ghiaioni, rupi ed emergenze rocciose, alvei di torrenti fra le pietre e i muschi. Biologia: la biologia dei geotritoni non é molto conosciuta; di certo si sa che essi conducono vita attiva e si riproducono anche nel sottosuolo. Le uniche osservazioni esistenti sulla riproduzione sono state ottenute in cattivitá e hanno dimostrato che questi animali depongono uova da cui sgusciano piccoli metamorfosati. I geotritoni si nutrono di vari tipi di invertebrati, che di solito vengono catturati con la lingua. Corso di Zoogeografia 14 GEOTRITONE DI AMBROSI Specie diffusa dalla Francia sud-orientale alla provincia di Massa Carrara, attraverso le Alpi Marittime e l'Appennino Emiliano-Ligure. Corso di Zoogeografia 15 GEOTRITONE DEL MONTE ALBO Specie endemica della Sardegna (nei pressi del golfo di Orosei). Corso di Zoogeografia 16 GEOTRITONE DI GENÈ Specie endemica della Sardegna sud-occidentale. Corso di Zoogeografia 17 GEOTRITONE IMPERIALE Specie endemica della Sardegna centrale, centro e sud-orientale. Corso di Zoogeografia 18 GEOTRITONE ITALIANO Endemismo dell’appennino settentrionale e centrale sino all’Abruzzo. Corso di Zoogeografia 19 GEOTRITONE DI STRINATI Presente dalla Francia (alpi marittime) sino al all’appennino Pavese. Corso di Zoogeografia 20 GEOTRITONE DEL SUPRAMONTE Endemico della Sardegna centro-orientale (attorno al Golfo di Orosei). Corso di Zoogeografia 21 PROTEO Presente nella zona del carso (Slovenia, Friuli Venezia Giulia e Croazia sino alla Bosnia Herzegovina. Endemismo dinarico. Corso di Zoogeografia 22 PROTEO Gli adulti mantengono caratteri larvali anche dopo aver raggiunto la maturità sessuale, e questi permangono per tutta la vita. Mentre nei tritoni neotenici la somministrazione di un particolare ormone (Tiroxina) stimola la metamorfosi (e quindi si tratta di neotenia facoltativa) nei protei anche una massiccia somministrazione di tale ormone non comporta cambiamenti, trattandosi quindi di neotenia obbligatoria. Altro particolare adattamento del proteo alla vita nelle grotte è la cecità: gli occhi sono infatti ricoperti da un lembo di pelle, che rende quest’anfibio completamente cieco. Al posto della vista i protei hanno mantenuto la linea laterale composta da piccoli sensori sui fianchi dell’animale, che riesce così a percepire anche i più piccoli spostamenti d’acqua. Corso di Zoogeografia 23 PROTEO Da adulto è lungo 20-30 cm. La colorazione è biancastra, rosata e le branchie (piccole e poco ramificate) sono rosso intenso. Si nutre di crostacei acquatici e che spesso si sposta da una pozza a un’altra. Il corteggiamento è molto particolare, e i due partner fanno una lunga danza nuziale. Il proteo depone una cinquantina di uova sulle rocce. Pare anche che le femmine pratichino cure parentali alle uova, scacciando possibili predatori. I girini, al contrario degli adulti, hanno occhi ben sviluppati, e alla schiusa misurano già 20 mm circa. Con la crescita compaiono arti anteriori e posteriori e scompaiono gli occhi. La maturità sessuale è raggiunta intorno ai 10 anni; ciò è dovuto alle rigide temperature e alla scarsità di cibo nel loro habitat, che comportano una crescita lentissima. Corso di Zoogeografia 24 ANFIBI ITALIANI: ANURI Discoglossidae Ululone dal ventre giallo (Bombina variegata) Ululone dal ventre giallo appenninico (Bombina pachypus) Discoglosso di Montalenti (Discoglossus montalentii) Discoglosso dipinto (Discoglossus pictus) Discoglosso sardo (Discoglossus sardus) Pelobatidae Pelobate fosco (Pelobates fuscus insubricus) Pelodytidae Pelodite punteggiato (Pelodytes punctatus) Bufonidae Rospo comune (Bufo bufo) Rospo smeraldino (Bufo viridis) Corso di Zoogeografia 25 ULULONI Da adulto misura circa 5 cm di lunghezza totale. Presenta parti superiori grigie, verde oliva o brunastre con verruche prominenti; parti inferiori da giallo ad arancione (colorazione aposematica) con macchie blu-grigiastre o nerastre. In caso di pericolo questa colorazione "di avvertimento" viene esibita con l'addome rivolto verso l'alto e la schiena verso il terreno. La colorazione caratteristica appare subito nei neometamorfosati. Il dimorfismo sessuale riguarda i caratteri sessuali secondari stagionali: i maschi sviluppano escrescenze cornee nerastre (cuscinetti nuziali) soprattutto sul lato interno delle prime 3 dita della mano ma anche sull'avambraccio e sulle dita dei piedi. Sacchi vocali assenti. Corso di Zoogeografia 26 ULULONI Depone generalmente tra le 40 e 100 uova, isolate o in piccole masserelle al massimo di 10 unità, normalmente ancorate alla vegetazione acquatica. La larva è lunga quasi 1 cm alla schiusa. La dieta larvale comprende sostanze vegetali e animali, anche in decomposizione, mentre gli individui metamorfosati predano soprattutto artropodi, catturati anche sott'acqua. Specie ampiamente tollerante dal punto di vista della temperatura, la si incontra in pianura ma, soprattutto, in zone collinari e di mezza montagna. Corso di Zoogeografia 27 ULULONE DAL VENTRE GIALLO In Italia è presente dalla parte settentrionale centro orientale. Corso di Zoogeografia 28 ULULONE DAL VENTRE GIALLO APPENNINICO Endemica dell’Italia. In Italia è presente dal sud del Po per tutta la penisola sino alla Sicilia settentrionale. Corso di Zoogeografia 29 DISCOGLOSSI Famiglia primitiva, la sola prevalentemente europea di tutta l’erpetofauna. Deposizione di uova singole (sino a 1000), in genere attaccate alla vegetazione. Di regola frequentano raccolte d'acqua ferma permanenti conducendo una vita semi-acquatica paragonabile a quella delle rane verdi. Taglia massima di 7 cm, pupille tondeggianti. Le zampe anteriori non sono palmate, mentre lo sono quelle posteriori. La lingua è discoidale e non può essere estroflessa. Il muso è appuntito, i timpani poco evidenti. Corso di Zoogeografia 30 DISCOGLOSSO DI MONTALENTI Endemico della Corsica. Corso di Zoogeografia 31 DISCOGLOSSO DIPINTO In Italia è presente esclusivamente in Sicilia. Corso di Zoogeografia 32 DISCOGLOSSO SARDO Presente esclusivamente in Sardegna (incluso l’arcipelago della Maddalena), Corsica e sull'isola del Giglio e Montecristo. Segnalata anche sull’Argentario. Corso di Zoogeografia 33 PELOBATE FOSCO Da adulto misura fino a 8 cm di lunghezza totale ma normalmente è attorno ai 6 cm. Sul dorso e sui fianchi può essere presente una fine punteggiatura di colore rosso. Il dimorfismo sessuale riguarda i caratteri sessuali secondari di comparsa stagionale: nel periodo riproduttivo i maschi sviluppano escrescenze cornee incolori sulla superficie dorsale dell'avambraccio e delle dita delle mani. Sacchi vocali presenti. Sul piede posteriore possiede un tubercolo metatarsale modificato e prominente che viene usato come una vanga per infossarsi nel terreno. Corso di Zoogeografia 34 PELOBATE FOSCO Depone tra le 1200 e le 3400 uova, in un'unica massa gelatinosa nastriforme avvolta alla vegetazione acquatica. L'ingrossamento delle uova dovuto all'imbibizione (in seguito al contatto con l'acqua) in questa specie dà luogo a stringhe lunghe fino a un metro e spesse circa 2 cm. Il girino a completo sviluppo può misurare da 8 a 18 cm di lunghezza totale. La dieta larvale comprende sostanze vegetali ed animali mentre i metamorfosati predano invertebrati terrestri. Specie elusiva tipicamente fossoria, la si incontra dalla pianura a zone di collina. L'attività si svolge esclusivamente di notte. Frequenta vari habitat terrestri ed è presente sia in boschi freschi ed umidi sia al limite di risaie e zone coltivate, a patto che il terreno sia sabbioso, argilloso-sabbioso o ricco di humus in modo da permettergli di infossarsi. Corso di Zoogeografia 35 PELOBATE FOSCO Taxon eurocentrorientale-ovestasiatico, la sottospecie P. f. insubricus, presente in Lombardia, è invece un endemismo dell'Italia settentrionale. Corso di Zoogeografia 36 PELODITE PUNTEGGIATO Presente in Piemonte e Liguria. Mai più grande di 5 cm, predilige habitat sabbiosi. Corso di Zoogeografia 37 ROSPO COMUNE Da adulto il maschio misura fino a 10 cm e la femmina fino a 15 cm di lunghezza totale. È il rospo italiano di dimensioni maggiori. Presenta corpo tozzo con verruche prominenti. Ai lati del capo ha ammassi ghiandolari (ghiandole parotoidi) grandi, oblique e divergenti posteriormente. A differenza che in altri anuri, ha pupilla orizzontale, e il maschio è privo di sacchi vocali esterni. Il dimorfismo sessuale si evidenzia nei maschi, di dimensioni mediamente molto più ridotte rispetto alle femmine, con avambracci più robusti e con una grossa callosità lungo il lato interno delle prime tre dita della mano (cuscinetti nuziali). Depone generalmente tra le 1000 e le 10000 uova in lunghi cordoni avvolte alla vegetazione acquatica. La larva è lunga circa 5 mm alla schiusa e, successivamente, sviluppa una cresta mediana dorsale, che parte dall'inizio della coda. Corso di Zoogeografia 38 ROSPO COMUNE Specie adattabile a condizioni di temperatura e salinità molto differenti, frequenta una grande varietà d'ambienti: la si incontra dalla pianura all'alta montagna e, da metamorfosato, può vivere in acque con tenore di NaCl di 15 gr/l. L'attività si svolge quasi esclusivamente di notte. Frequenta vari habitat acquatici sia naturali che artificiali. Le larve sono onnivore mentre i metamorfosati predano soprattutto artropodi terrestri, fino a nutrirsi eccezionalmente di rettili o di piccoli Mammiferi. Corso di Zoogeografia 39 ROSPO COMUNE Taxon eurocentrasiatico-maghrebino, è presente in tutta Italia ad eccezione della Sardegna. Corso di Zoogeografia 40 ROSPO SMERALDINO Da adulto misura fino a 10 cm di lunghezza totale (è ben più piccolo del rospo comune). Presenta corpo tozzo e verrucoso, superiormente chiaro o grigiastro. A differenza di altri anuri, ha pupilla orizzontale. Mostra ai lati del capo degli evidenti rigonfiamenti ghiandolari (ghiandole parotoidi) con andamento tra loro quasi parallelo. Il dimorfismo sessuale si evidenzia nei maschi, più piccoli delle femmine, con avambracci molto più robusti, con callosità sulle prime tre dita della mano (cuscinetti nuziali) e con un piccolo sacco vocale esterno. Corso di Zoogeografia 41 ROSPO SMERALDINO Depone generalmente tra le 5000 e le 13000 uova in cordoni cilindrici lunghi fino a 2 m ed oltre, avvolti alla vegetazione acquatica. La dieta larvale si basa su sostanze vegetali mentre i metamorfosati predano soprattutto artropodi. Frequenta vari habitat acquatici sia naturali sia artificiali, dai parchi fluviali fino alle vasche di fitodepurazione. È presente anche in ambiente urbano. Corso di Zoogeografia 42 ROSPO SMERALDINO Taxon eurocentrasiatico-mediterraneo, è presente quasi in tutta Italia, ma non così diffuso come Bufo bufo. Corso di Zoogeografia 43 ANFIBI ITALIANI: ANURI Hylidae Raganella comune (Hyla arborea) Raganella italiana (Hyla intermedia) Raganella mediterranea (Hyla meridionalis) Raganella tirrenica (Hyla sarda) Ranidae Rana verde (Rana synklepton esculenta) Rana dalmatina (Rana dalmatina) Rana appenninica (Rana italica) Rana di Lataste (Rana latastei) Rana temporaria (Rana temporaria) Corso di Zoogeografia 44 RAGANELLE Lunghe fino a 5 cm, con zampe lunghe che terminano con rigonfiamenti a forma di disco, molto adesivi. Non sono saltatrici come le rane, ma arrampicatrici e di fatto vivono sulla vegetazione anche arborea. L’habitat è l'acqua stagnante o corrente, da cui escono solo di notte alla ricerca di cibo. Si ritrovano comunemente in pianura. Si nutrono di insetti, dI chiocciole, di girini ed anche di rane più piccole. Usano le robuste zampe posteriori per raggiungere, con uno o più salti, le prede; ma anche senza saltare, le possono catturare con la larga e vischiosa lingua. I due sessi hanno dimensione simili, ma generalmente i maschi sono più piccoli delle femmine. Le femmine depongono le uova in piccole masserelle delle dimensioni di una noce attaccandole alla vegetazione o lasciandole cadere in acqua. Corso di Zoogeografia 45 LE RAGANELLE IN ITALIA H. intermedia è diffusa su tutto il territorio nazionale, salvo la Liguria (dove è presente H. meridionalis), in Sardegna, Corsica e isole dell'Arcipelago toscano (dove è presente H. sarda) e estrema Italia nord-orientale (dove è presente H. arborea). Il riconoscimento è facile tra H. intermedia e H. meridionalis, perché la seconda non ha la riga scura di demarcazione tra fianco e ventre e appare totalmente verde. H. sarda ha un aspetto più bitorzoluto rispetto alle altre e ha spesso delle macchie scure sul dorso e sulle zampe. È piuttosto difficile il riconoscimento tra H. arborea e H. intermedia, che sono molto simili e sono state distinte su basi prevalentemente genetiche. Corso di Zoogeografia 46 RAGANELLA COMUNE Hyla arborea presenta una linea scura, delimitata superiormente di bianco e giallo, che parte dall’occhio e arriva all’inguine. Distinguibile geneticamente dalla raganella italiana. Corso di Zoogeografia 47 RAGANELLA ITALIANA Hyla intermedia presenta una linea scura, delimitata superiormente di bianco e giallo, che parte dall’occhio e arriva all’inguine. Distinguibile geneticamente dalla raganella comune. Corso di Zoogeografia 48 RAGANELLA MEDITERRANEA H. meridionalis, presente in Liguria, è facilmente riconoscibile perchè non presenta la riga scura di demarcazione tra fianco e ventre e appare quasi totalmente verde. Corso di Zoogeografia 49 RAGANELLA TIRRENICA H. sarda ha un aspetto più bitorzoluto rispetto alle altre e ha spesso delle macchie scure sul dorso e sulle zampe. Corso di Zoogeografia 50 RANA VERDE Specie ad ampia distribuzione, caratterizzata dal fenomeno dell’ibridazione. Strettamente legata all’acqua, si ritrova frequentemente negli agroecosistemi (risaie). Corso di Zoogeografia 51 RANA DALMATINA Da adulto misura fino a 9 cm di lunghezza totale. La dieta larvale comprende per lo più sostanze vegetali mentre i metamorfosati predano generalmente artropodi terrestri. Specie tollerante verso un ampio spettro di temperature, principalmente terrestre; la si incontra dalla pianura alle zone di media montagna. L'attività si svolge prevalentemente di notte ma non è raro vederla attiva di giorno anche in zone aperte. Frequenta vari habitat terrestri ma è presente soprattutto in boschi freschi ed umidi. Corso di Zoogeografia 52 RANA DALMATINA Taxon medio-sudeuropeo, è presente quasi in tutta Italia. Corso di Zoogeografia 53 RANA APPENNINICA Taxon endemico italiano, lo si incontra principalmente lungo tutta la dorsale appenninica. Corso di Zoogeografia 54 RANA APPENNINICA Da adulto misura fino a poco più di 6 cm di lunghezza totale. Le parti inferiori sono chiare con gola scura, spesso bruno-violacea, caratterizzata dalla presenza di una striscia centrale chiara. L'alimentazione larvale comprende sostanze vegetali ed animali, mentre i metamorfosati predano invertebrati terrestri. Specie euriecia, la si incontra dalla pianura alle zone di medio-alta montagna. Mentre all'alba è più facile trovarla in acqua, durante l'arco della giornata è invece attiva a terra. Frequenta vari habitat terrestri, ma è presente per lo più in boschi freschi. Corso di Zoogeografia 55 RANA DI LATASTE Taxon endemico della pianura padano-veneta, si spinge fino in Istria ed è probabilmente presente anche in Canton Ticino. Corso di Zoogeografia 56 RANA DI LATASTE Da adulto può superare i 7 cm di lunghezza totale. La gola ha una particolare colorazione bruno-violacea, tranne una disegno chiaro al centro, a forma di T rovesciata. Può essere confusa con altre le rane rosse e in particolare la Rana agile, che però ha timpano più grande e diverso disegno del muso. Specie igrofila principalmente terrestre, la si incontra soprattutto in pianura sino alle zone di alta collina. L'attività si svolge prevalentemente di notte ma non è raro vederla attiva di giorno. Frequenta vari habitat terrestri ma è presente soprattutto in boschi freschi ed umidi ricchi di sottobosco. Corso di Zoogeografia 57 RANA TEMPORARIA Taxon europeo, è presente in Italia su tutto l'arco alpino e prealpino ed anche, frammentariamente, sull'Appennino settentrionale e centrale. Corso di Zoogeografia 58 RANA TEMPORARIA Da adulto misura fino a 10 cm di lunghezza totale. Il dimorfismo sessuale riguarda i caratteri sessuali secondari stagionali: i maschi sviluppano escrescenze cornee nerastre, i cuscinetti nuziali, sul lato interno del primo dito della mano. Sacchi vocali interni presenti. Pupilla rotonda come in tutti i ranidi. Depone generalmente tra le 900 e le 4000 uova in un'unica massa gelatinosa galleggiante e di forma discoidale. La dieta larvale comprende quasi esclusivamente sostanze vegetali mentre i metamorfosati predano per lo più artropodi terrestri e molluschi. Specie principalmente terrestre, la si incontra dalla pianura all'alta montagna. L'attività si svolge prevalentemente di notte, ma raramente si può vederla, in quota, attiva anche di giorno. Frequenta ambienti diversificati, ma è presente soprattutto in boschi freschi ed umidi o prati di montagna. Corso di Zoogeografia 59