ANFIBI ITALIANI
40 specie complessivamente note
per l’Italia.
Molte specie di Urodeli ed alcuni
Anuri rappresentano
endemismi per l’Italia.
Corso di Zoogeografia 1
ANFIBI ITALIANI: URODELI
Salamandridae
Tritone sardo (Euproctus platycephalus)
Salamandra alpina (Salamandra atra)
Salamandra pezzata (Salamandra salamandra)
Salamandra di Lanza (Salamandra lanzai)
Salamandrina dagli occhiali (Salamandrina perspicillata)
Salamandrina meridionale (Salamandrina terdigitata)
Tritone alpestre (Triturus alpestris)
Tritone italiano (Triturus italicus)
Tritone punteggiato (Triturus vulgaris)
Corso di Zoogeografia 2
TRITONE SARDO
Specie endemica della Sardegna, predilige le acque dei fiumi e dei
ruscelli di montagna fino alla quota di 1800 metri.
D'inverno stanno rintanati a svernare sotto pietre o cortecce, anche
se in alcune zone si possono trovare nei ruscelli durante tutto
l'anno. Si nutre di insetti acquatici e delle loro larve.
Viene considerato un ottimo indicatore ambientale, perché la sua
sopravvivenza è legata ad acque molto ossigenate e non inquinate.
Corso di Zoogeografia 3
SALAMANDRA ALPINA
Più piccola di quella pezzata (non supera i 16 cm), possiede
un'inconfondibile livrea nero lucente.
È una tipica specie alpina, diffusa soprattutto oltre il limite della
vegetazione arborea, ma si incontra anche più in basso, nei boschi
di conifere o di latifoglie.
Ha abitudini prevalentemente notturne ed è visibile di giorno solo nei
luoghi ombrosi e nelle giornate umide o piovose. Si nutre di
invertebrati terricoli; è ovovivipara e partorisce i piccoli già simili
ad adulti in miniatura.
Corso di Zoogeografia 4
SALAMANDRA PEZZATA
Inconfondibile colorazione nera cosparsa variamente di macchie
gialle: avverte così i predatori della presenza di ghiandole che la
rendono immangiabile (colorazione aposematica).
Lunga fino a 30 cm, vive nei boschi appenninici ed alpini; è possibile
incontrarla all'aperto solo in giornate molto umide o piovose. Esce
dal suo rifugio (sotto cortecce, foglie o anfratti nel terreno) di notte,
a caccia di ogni genere di piccoli invertebrati. L'accoppiamento
avviene sul terreno, ed è preceduto da un breve rituale di
corteggiamento.
Corso di Zoogeografia 5
SALAMANDRA PEZZATA
Le femmine depongono, di solito in acque correnti fredde, fino a 70
larve già ben sviluppate che in settembre-ottobre, assunto l'aspetto
di un piccolo adulto, abbandonano l'acqua.
Della salamandra pezzata vive in Calabria una particolare sottospecie,
chiamata Salamandra del Giglioli.
Corso di Zoogeografia 6
SALAMANDRA DI LANZA
Endemica delle Alpi Cozie e delle Alpi Marittime, questo organismo
costituisce senza dubbio una delle più interessanti e recenti
scoperte zoologiche italiane degli ultimi anni, in quanto è stata
descritta nel 1988. Probabilmente circa 3 Mya, a partire da una sola
specie ancestrale di salamandra nera, abbiano incominciato a
differenziarsi la Salamandra atra e quella di Lanza. Specie
ovovivipara (2-6 piccoli)
Corso di Zoogeografia 7
SALAMANDRINA DAGLI OCCHIALI
Salamandrina perspicillata
Ordine: Urodeli
Famiglia: Salamandridi
Endemismo dell'Italia occidentale, dalla Liguria orientale alla
Campania. Lunga fino a 11 cm, coda compresa. Il nome comune è
dovuto alla macchia giallastra, grossolanamente triangolare, tra gli
occhi.
Corso di Zoogeografia 8
SALAMANDRINA MERIDIONALE
Salamandrina terdigitata
Ordine: Urodeli
Famiglia: Salamandridi
Endemismo dell'Italia occidentale-meridionale, dalla Campania alla
Calabria. Nero-bluastra sul dorso, presenta inferiormente una
vivace colorazione bianca, nera e rossa che mostra, inarcandosi,
quando è minacciata. La femmina depone le uova dentro ai ruscelli,
a grappoli. Vive nei ruscelli più puliti in collina e in montagna; è
attiva solo di notte, si nutre di piccoli artropodi.
Corso di Zoogeografia 9
TRITONE ALPESTRE
Lungo fino a 11 cm, è riconoscibile per la colorazione nuziale: da
bruna a bluastra superiormente e arancione sul ventre, la cresta si
sviluppa nei maschi. Si trova quasi sempre in acqua (pozze, laghi,
sorgenti ma anche fontane).
L'accoppiamento è preceduto da un complesso corteggiamento; in
alcune popolazioni le larve non metamorfosano, ma crescono
arrivando anche a riprodursi (questo fenomeno si chiama
neotenia).
Corso di Zoogeografia 10
TRITONE ITALIANO
Endemico dell’Italia. Presenta una cresta lungo la linea mediana
dorsale, che si prolunga sulla coda. Più grande del tritone alpino
(fino a 14 cm), lo si può trovare in acqua anche tutto l'anno.
La pelle è ruvida. Nella brutta stagione maschio e femmina sono neri
lucenti; nella stagione degli amori il maschio diventa grigio
punteggiato di nero. Il ventre è giallo o arancione macchiato di
scuro.
Corso di Zoogeografia 11
TRITONE PUNTEGGIATO
Lungo circa 10 centimetri, ha corpo snello, zampe piccole e corte e
coda lunga e piatta, compressa. Durante il periodo degli amori il
maschio si orna di una cresta dorsale frastagliata e membranosa.
La livrea è verdognola sul dorso e arancione o gialla sul ventre,
punteggiata di nero nel maschio nel momento della riproduzione: è
facile comunque riconoscerlo per la presenza di cinque righe
longitudinali scure sul capo. Vive (in pianura o in collina) negli
acquitrini, nelle paludi, negli stagni e anche in pozze di piccole
dimensioni.
Corso di Zoogeografia 12
ANFIBI ITALIANI: URODELI
Plethodontidae
Geotritone di Ambrosi (Hydromantes ambrosii)
Geotritone del Monte Albo (Hydromantes flavus)
Geotritone di Genè (Hydromantes genei)
Geotritone imperiale (Hydromantes imperialis)
Geotritone italiano (Hydromantes italicus)
Geotritone di Strinati (Hydromantes strinatii)
Geotritone del Supramonte (Hydromantes supramontis)
Proteidae
Proteo (Proteus anguinus)
Corso di Zoogeografia 13
I GEOTRITONI
Tutte le specie di geotritone in Italia sono imparentate con le specie
affini americane (areale disgiunto).
Caratteri distintivi: unici urodeli europei provvisti di mano e piede
palmati e di un sottilissimo solco naso-labiale che dalla narice si
dirige verticalmente verso l'orlo del labbro superiore. Presenta
repirazione esclusivamente cutanea, con atrofia dei polmoni e
sviluppo estremamente lento delle uova.
Habitat: Grotte, doline, cavitá del suolo, miniere, caverne, ghiaioni,
rupi ed emergenze rocciose, alvei di torrenti fra le pietre e i muschi.
Biologia: la biologia dei geotritoni non é molto conosciuta; di certo si
sa che essi conducono vita attiva e si riproducono anche nel
sottosuolo. Le uniche osservazioni esistenti sulla riproduzione
sono state ottenute in cattivitá e hanno dimostrato che questi
animali depongono uova da cui sgusciano piccoli metamorfosati. I
geotritoni si nutrono di vari tipi di invertebrati, che di solito
vengono catturati con la lingua.
Corso di Zoogeografia 14
GEOTRITONE DI AMBROSI
Specie diffusa dalla Francia sud-orientale alla provincia di Massa
Carrara, attraverso le Alpi Marittime e l'Appennino Emiliano-Ligure.
Corso di Zoogeografia 15
GEOTRITONE DEL MONTE ALBO
Specie endemica della Sardegna (nei pressi del golfo di Orosei).
Corso di Zoogeografia 16
GEOTRITONE DI GENÈ
Specie endemica della Sardegna sud-occidentale.
Corso di Zoogeografia 17
GEOTRITONE IMPERIALE
Specie endemica della Sardegna centrale, centro e sud-orientale.
Corso di Zoogeografia 18
GEOTRITONE ITALIANO
Endemismo dell’appennino settentrionale e centrale sino all’Abruzzo.
Corso di Zoogeografia 19
GEOTRITONE DI STRINATI
Presente dalla Francia (alpi marittime) sino al all’appennino Pavese.
Corso di Zoogeografia 20
GEOTRITONE DEL SUPRAMONTE
Endemico della Sardegna centro-orientale (attorno al Golfo di Orosei).
Corso di Zoogeografia 21
PROTEO
Presente nella zona del carso (Slovenia, Friuli Venezia Giulia e
Croazia sino alla Bosnia Herzegovina. Endemismo dinarico.
Corso di Zoogeografia 22
PROTEO
Gli adulti mantengono caratteri larvali anche dopo aver raggiunto la
maturità sessuale, e questi permangono per tutta la vita. Mentre nei
tritoni neotenici la somministrazione di un particolare ormone
(Tiroxina) stimola la metamorfosi (e quindi si tratta di neotenia
facoltativa) nei protei anche una massiccia somministrazione di
tale ormone non comporta cambiamenti, trattandosi quindi di
neotenia obbligatoria. Altro particolare adattamento del proteo alla
vita nelle grotte è la cecità: gli occhi sono infatti ricoperti da un
lembo di pelle, che rende quest’anfibio completamente cieco.
Al posto della vista i protei hanno mantenuto la linea laterale
composta da piccoli sensori sui fianchi dell’animale, che riesce
così a percepire anche i più piccoli spostamenti d’acqua.
Corso di Zoogeografia 23
PROTEO
Da adulto è lungo 20-30 cm. La colorazione è biancastra, rosata e le
branchie (piccole e poco ramificate) sono rosso intenso.
Si nutre di crostacei acquatici e che spesso si sposta da una pozza a
un’altra. Il corteggiamento è molto particolare, e i due partner
fanno una lunga danza nuziale.
Il proteo depone una cinquantina di uova sulle rocce. Pare anche che
le femmine pratichino cure parentali alle uova, scacciando possibili
predatori. I girini, al contrario degli adulti, hanno occhi ben
sviluppati, e alla schiusa misurano già 20 mm circa. Con la crescita
compaiono arti anteriori e posteriori e scompaiono gli occhi. La
maturità sessuale è raggiunta intorno ai 10 anni; ciò è dovuto alle
rigide temperature e alla scarsità di cibo nel loro habitat, che
comportano una crescita lentissima.
Corso di Zoogeografia 24
ANFIBI ITALIANI: ANURI
Discoglossidae
Ululone dal ventre giallo (Bombina variegata)
Ululone dal ventre giallo appenninico (Bombina pachypus)
Discoglosso di Montalenti (Discoglossus montalentii)
Discoglosso dipinto (Discoglossus pictus)
Discoglosso sardo (Discoglossus sardus)
Pelobatidae
Pelobate fosco (Pelobates fuscus insubricus)
Pelodytidae
Pelodite punteggiato (Pelodytes punctatus)
Bufonidae
Rospo comune (Bufo bufo)
Rospo smeraldino (Bufo viridis)
Corso di Zoogeografia 25
ULULONI
Da adulto misura circa 5 cm di lunghezza totale. Presenta parti
superiori grigie, verde oliva o brunastre con verruche prominenti;
parti inferiori da giallo ad arancione (colorazione aposematica) con
macchie blu-grigiastre o nerastre. In caso di pericolo questa
colorazione "di avvertimento" viene esibita con l'addome rivolto
verso l'alto e la schiena verso il terreno. La colorazione
caratteristica appare subito nei neometamorfosati. Il dimorfismo
sessuale riguarda i caratteri sessuali secondari stagionali: i maschi
sviluppano escrescenze cornee nerastre (cuscinetti nuziali)
soprattutto sul lato interno delle prime 3 dita della mano ma anche
sull'avambraccio e sulle dita dei piedi. Sacchi vocali assenti.
Corso di Zoogeografia 26
ULULONI
Depone generalmente tra le 40 e 100 uova, isolate o in piccole
masserelle al massimo di 10 unità, normalmente ancorate alla
vegetazione acquatica. La larva è lunga quasi 1 cm alla schiusa. La
dieta larvale comprende sostanze vegetali e animali, anche in
decomposizione, mentre gli individui metamorfosati predano
soprattutto artropodi, catturati anche sott'acqua.
Specie ampiamente tollerante dal punto di vista della temperatura, la
si incontra in pianura ma, soprattutto, in zone collinari e di mezza
montagna.
Corso di Zoogeografia 27
ULULONE DAL VENTRE GIALLO
In Italia è presente dalla parte settentrionale centro orientale.
Corso di Zoogeografia 28
ULULONE DAL VENTRE GIALLO APPENNINICO
Endemica dell’Italia. In Italia è presente dal sud del Po per tutta la
penisola sino alla Sicilia settentrionale.
Corso di Zoogeografia 29
DISCOGLOSSI
Famiglia primitiva, la sola prevalentemente europea di tutta
l’erpetofauna. Deposizione di uova singole (sino a 1000), in genere
attaccate alla vegetazione.
Di regola frequentano raccolte d'acqua ferma permanenti conducendo
una vita semi-acquatica paragonabile a quella delle rane verdi.
Taglia massima di 7 cm, pupille tondeggianti. Le zampe anteriori non
sono palmate, mentre lo sono quelle posteriori. La lingua è
discoidale e non può essere estroflessa. Il muso è appuntito, i
timpani poco evidenti.
Corso di Zoogeografia 30
DISCOGLOSSO DI MONTALENTI
Endemico della Corsica.
Corso di Zoogeografia 31
DISCOGLOSSO DIPINTO
In Italia è presente esclusivamente in Sicilia.
Corso di Zoogeografia 32
DISCOGLOSSO SARDO
Presente esclusivamente in Sardegna (incluso l’arcipelago della
Maddalena), Corsica e sull'isola del Giglio e Montecristo. Segnalata
anche sull’Argentario.
Corso di Zoogeografia 33
PELOBATE FOSCO
Da adulto misura fino a 8 cm di lunghezza totale ma normalmente è
attorno ai 6 cm. Sul dorso e sui fianchi può essere presente una
fine punteggiatura di colore rosso. Il dimorfismo sessuale riguarda
i caratteri sessuali secondari di comparsa stagionale: nel periodo
riproduttivo i maschi sviluppano escrescenze cornee incolori sulla
superficie dorsale dell'avambraccio e delle dita delle mani. Sacchi
vocali presenti. Sul piede posteriore possiede un tubercolo
metatarsale modificato e prominente che viene usato come una
vanga per infossarsi nel terreno.
Corso di Zoogeografia 34
PELOBATE FOSCO
Depone tra le 1200 e le 3400 uova, in un'unica massa gelatinosa
nastriforme avvolta alla vegetazione acquatica. L'ingrossamento
delle uova dovuto all'imbibizione (in seguito al contatto con
l'acqua) in questa specie dà luogo a stringhe lunghe fino a un
metro e spesse circa 2 cm.
Il girino a completo sviluppo può misurare da 8 a 18 cm di lunghezza
totale. La dieta larvale comprende sostanze vegetali ed animali
mentre i metamorfosati predano invertebrati terrestri.
Specie elusiva tipicamente fossoria, la si incontra dalla pianura a zone
di collina. L'attività si svolge esclusivamente di notte. Frequenta
vari habitat terrestri ed è presente sia in boschi freschi ed umidi sia
al limite di risaie e zone coltivate, a patto che il terreno sia
sabbioso, argilloso-sabbioso o ricco di humus in modo da
permettergli di infossarsi.
Corso di Zoogeografia 35
PELOBATE FOSCO
Taxon eurocentrorientale-ovestasiatico, la sottospecie P. f.
insubricus, presente in Lombardia, è invece un endemismo
dell'Italia settentrionale.
Corso di Zoogeografia 36
PELODITE PUNTEGGIATO
Presente in Piemonte e Liguria. Mai più grande di 5 cm, predilige
habitat sabbiosi.
Corso di Zoogeografia 37
ROSPO COMUNE
Da adulto il maschio misura fino a 10 cm e la femmina fino a 15 cm di
lunghezza totale. È il rospo italiano di dimensioni maggiori.
Presenta corpo tozzo con verruche prominenti. Ai lati del capo ha
ammassi ghiandolari (ghiandole parotoidi) grandi, oblique e
divergenti posteriormente. A differenza che in altri anuri, ha pupilla
orizzontale, e il maschio è privo di sacchi vocali esterni. Il
dimorfismo sessuale si evidenzia nei maschi, di dimensioni
mediamente molto più ridotte rispetto alle femmine, con
avambracci più robusti e con una grossa callosità lungo il lato
interno delle prime tre dita della mano (cuscinetti nuziali). Depone
generalmente tra le 1000 e le 10000 uova in lunghi cordoni avvolte
alla vegetazione acquatica. La larva è lunga circa 5 mm alla schiusa
e, successivamente, sviluppa una cresta mediana dorsale, che
parte dall'inizio della coda.
Corso di Zoogeografia 38
ROSPO COMUNE
Specie adattabile a condizioni di temperatura e salinità molto
differenti, frequenta una grande varietà d'ambienti: la si incontra
dalla pianura all'alta montagna e, da metamorfosato, può vivere in
acque con tenore di NaCl di 15 gr/l. L'attività si svolge quasi
esclusivamente di notte. Frequenta vari habitat acquatici sia
naturali che artificiali. Le larve sono onnivore mentre i
metamorfosati predano soprattutto artropodi terrestri, fino a
nutrirsi eccezionalmente di rettili o di piccoli Mammiferi.
Corso di Zoogeografia 39
ROSPO COMUNE
Taxon eurocentrasiatico-maghrebino, è presente in tutta Italia ad
eccezione della Sardegna.
Corso di Zoogeografia 40
ROSPO SMERALDINO
Da adulto misura fino a 10 cm di lunghezza totale (è ben più piccolo
del rospo comune). Presenta corpo tozzo e verrucoso,
superiormente chiaro o grigiastro. A differenza di altri anuri, ha
pupilla orizzontale. Mostra ai lati del capo degli evidenti
rigonfiamenti ghiandolari (ghiandole parotoidi) con andamento tra
loro quasi parallelo. Il dimorfismo sessuale si evidenzia nei maschi,
più piccoli delle femmine, con avambracci molto più robusti, con
callosità sulle prime tre dita della mano (cuscinetti nuziali) e con un
piccolo sacco vocale esterno.
Corso di Zoogeografia 41
ROSPO SMERALDINO
Depone generalmente tra le 5000 e le 13000 uova in cordoni cilindrici
lunghi fino a 2 m ed oltre, avvolti alla vegetazione acquatica. La
dieta larvale si basa su sostanze vegetali mentre i metamorfosati
predano soprattutto artropodi.
Frequenta vari habitat acquatici sia naturali sia artificiali, dai parchi
fluviali fino alle vasche di fitodepurazione. È presente anche in
ambiente urbano.
Corso di Zoogeografia 42
ROSPO SMERALDINO
Taxon eurocentrasiatico-mediterraneo, è presente quasi in tutta Italia,
ma non così diffuso come Bufo bufo.
Corso di Zoogeografia 43
ANFIBI ITALIANI: ANURI
Hylidae
Raganella comune (Hyla arborea)
Raganella italiana (Hyla intermedia)
Raganella mediterranea (Hyla meridionalis)
Raganella tirrenica (Hyla sarda)
Ranidae
Rana verde (Rana synklepton esculenta)
Rana dalmatina (Rana dalmatina)
Rana appenninica (Rana italica)
Rana di Lataste (Rana latastei)
Rana temporaria (Rana temporaria)
Corso di Zoogeografia 44
RAGANELLE
Lunghe fino a 5 cm, con zampe lunghe che terminano con
rigonfiamenti a forma di disco, molto adesivi.
Non sono saltatrici come le rane, ma arrampicatrici e di fatto vivono
sulla vegetazione anche arborea.
L’habitat è l'acqua stagnante o corrente, da cui escono solo di notte
alla ricerca di cibo. Si ritrovano comunemente in pianura.
Si nutrono di insetti, dI chiocciole, di girini ed anche di rane più
piccole. Usano le robuste zampe posteriori per raggiungere, con
uno o più salti, le prede; ma anche senza saltare, le possono
catturare con la larga e vischiosa lingua.
I due sessi hanno dimensione simili, ma generalmente i maschi sono
più piccoli delle femmine. Le femmine depongono le uova in
piccole masserelle delle dimensioni di una noce attaccandole alla
vegetazione o lasciandole cadere in acqua.
Corso di Zoogeografia 45
LE RAGANELLE IN ITALIA
H. intermedia è diffusa su tutto il territorio nazionale, salvo la Liguria
(dove è presente H. meridionalis), in Sardegna, Corsica e isole
dell'Arcipelago toscano (dove è presente H. sarda) e estrema Italia
nord-orientale (dove è presente H. arborea).
Il riconoscimento è facile tra H. intermedia e H. meridionalis, perché la
seconda non ha la riga scura di demarcazione tra fianco e ventre e
appare totalmente verde.
H. sarda ha un aspetto più bitorzoluto rispetto alle altre e ha spesso
delle macchie scure sul dorso e sulle zampe.
È piuttosto difficile il riconoscimento tra H. arborea e H. intermedia,
che sono molto simili e sono state distinte su basi
prevalentemente genetiche.
Corso di Zoogeografia 46
RAGANELLA COMUNE
Hyla arborea presenta una linea scura, delimitata superiormente di
bianco e giallo, che parte dall’occhio e arriva all’inguine.
Distinguibile geneticamente dalla raganella italiana.
Corso di Zoogeografia 47
RAGANELLA ITALIANA
Hyla intermedia presenta una linea scura, delimitata superiormente di
bianco e giallo, che parte dall’occhio e arriva all’inguine.
Distinguibile geneticamente dalla raganella comune.
Corso di Zoogeografia 48
RAGANELLA MEDITERRANEA
H. meridionalis, presente in Liguria, è facilmente riconoscibile perchè
non presenta la riga scura di demarcazione tra fianco e ventre e
appare quasi totalmente verde.
Corso di Zoogeografia 49
RAGANELLA TIRRENICA
H. sarda ha un aspetto più bitorzoluto rispetto alle altre e ha spesso
delle macchie scure sul dorso e sulle zampe.
Corso di Zoogeografia 50
RANA VERDE
Specie ad ampia distribuzione, caratterizzata dal fenomeno
dell’ibridazione. Strettamente legata all’acqua, si ritrova
frequentemente negli agroecosistemi (risaie).
Corso di Zoogeografia 51
RANA DALMATINA
Da adulto misura fino a 9 cm di lunghezza totale. La dieta larvale
comprende per lo più sostanze vegetali mentre i metamorfosati
predano generalmente artropodi terrestri.
Specie tollerante verso un ampio spettro di temperature,
principalmente terrestre; la si incontra dalla pianura alle zone di
media montagna. L'attività si svolge prevalentemente di notte ma
non è raro vederla attiva di giorno anche in zone aperte. Frequenta
vari habitat terrestri ma è presente soprattutto in boschi freschi ed
umidi.
Corso di Zoogeografia 52
RANA DALMATINA
Taxon medio-sudeuropeo, è presente quasi in tutta Italia.
Corso di Zoogeografia 53
RANA APPENNINICA
Taxon endemico italiano, lo si incontra principalmente lungo tutta la
dorsale appenninica.
Corso di Zoogeografia 54
RANA APPENNINICA
Da adulto misura fino a poco più di 6 cm di lunghezza totale. Le parti
inferiori sono chiare con gola scura, spesso bruno-violacea,
caratterizzata dalla presenza di una striscia centrale chiara.
L'alimentazione larvale comprende sostanze vegetali ed animali,
mentre i metamorfosati predano invertebrati terrestri.
Specie euriecia, la si incontra dalla pianura alle zone di medio-alta
montagna. Mentre all'alba è più facile trovarla in acqua, durante
l'arco della giornata è invece attiva a terra. Frequenta vari habitat
terrestri, ma è presente per lo più in boschi freschi.
Corso di Zoogeografia 55
RANA DI LATASTE
Taxon endemico della pianura padano-veneta, si spinge fino in Istria
ed è probabilmente presente anche in Canton Ticino.
Corso di Zoogeografia 56
RANA DI LATASTE
Da adulto può superare i 7 cm di lunghezza totale. La gola ha una
particolare colorazione bruno-violacea, tranne una disegno chiaro
al centro, a forma di T rovesciata. Può essere confusa con altre le
rane rosse e in particolare la Rana agile, che però ha timpano più
grande e diverso disegno del muso. Specie igrofila principalmente
terrestre, la si incontra soprattutto in pianura sino alle zone di alta
collina. L'attività si svolge prevalentemente di notte ma non è raro
vederla attiva di giorno. Frequenta vari habitat terrestri ma è
presente soprattutto in boschi freschi ed umidi ricchi di
sottobosco.
Corso di Zoogeografia 57
RANA TEMPORARIA
Taxon europeo, è presente in Italia su tutto l'arco alpino e prealpino
ed anche, frammentariamente, sull'Appennino settentrionale e
centrale.
Corso di Zoogeografia 58
RANA TEMPORARIA
Da adulto misura fino a 10 cm di lunghezza totale. Il dimorfismo
sessuale riguarda i caratteri sessuali secondari stagionali: i maschi
sviluppano escrescenze cornee nerastre, i cuscinetti nuziali, sul
lato interno del primo dito della mano. Sacchi vocali interni
presenti. Pupilla rotonda come in tutti i ranidi.
Depone generalmente tra le 900 e le 4000 uova in un'unica massa
gelatinosa galleggiante e di forma discoidale. La dieta larvale
comprende quasi esclusivamente sostanze vegetali mentre i
metamorfosati predano per lo più artropodi terrestri e molluschi.
Specie principalmente terrestre, la si incontra dalla pianura all'alta
montagna. L'attività si svolge prevalentemente di notte, ma
raramente si può vederla, in quota, attiva anche di giorno.
Frequenta ambienti diversificati, ma è presente soprattutto in
boschi freschi ed umidi o prati di montagna.
Corso di Zoogeografia 59