La sessualità nei viventi LA LEZIONE Introduzione In biologia, con il termine sessualità si intende l'insieme degli eventi che portano all'unione dei genomi appartenenti a due individui della stessa specie, per produrre un nuovo individuo (riproduzione), dotato di un genoma differente rispetto a quello dei genitori. E' bene sottolineare che la sessualità non è sinonimo di riproduzione, ma piuttosto è a questa associata, anche se non necessariamente. Per esempio, gli organismi unicellulari possono scambiarsi i nuclei (quindi i genomi) grazie alla coniugazione, ma questo non determina la loro riproduzione, mentre tramite scissione (ossia divisione in due) una cellula si riproduce senza sessualità. La sessualità garantisce che la prole risulti geneticamente diversa dai genitori, sia perché essa è originata dalla fusione di due genomi diversi, sia perché i genomi dei gameti sono comunque diversi da quelli dei genitori che li producono, grazie al fenomeno della ricombinazione genica (crossing over) che avviene durante la meiosi (il processo di formazione dei gameti; v. lezione Cellula parte 3). E' per questo motivo che l'associazione tra sessualità e riproduzione ha un ruolo fondamentale in natura: determina un aumento della variabilità genetica, e quindi della capacità adattativa, nella popolazione, aumentandone le possibilità di sopravvivenza al variare delle condizioni ambientali e quindi favorendo la conservazione della specie stessa. Invece, una riproduzione senza sessualità, come avviene per esempio con la frammentazione o la gemmazione, produce prole geneticamente uguale ai genitori (ossia cloni), quindi la variabilità genetica non viene incrementata. La sessualità si manifesta con modalità diverse nei vari organismi viventi: nelle specie a riproduzione agamica o asessuata (virus, batteri, protozoi) essa è rappresentata da processi che determinano unicamente modifiche del genoma; nelle specie a riproduzione sessuata, invece, è identificabile nell'insieme delle caratteristiche anatomiche, funzionali, comportamentali che distinguono gli individui in due sessi e, a sviluppo completo, li rendono atti a unirsi e a riprodursi grazie alla presenza di cellule specializzate dette gameti, che nel processo di fecondazione si fondono tra di loro. Nell’uomo la sessualità risulta più complessa perché è legata a fattori psicologici, culturali e sociali che prevalgono sui fattori biologici, costituendo la base della cosiddetta vita sessuale o comportamento sessuale, teso non solo alla finalità riproduttiva ma anche alla ricerca del piacere. Sessualità nei virus e negli organismi unicellulari Nei virus la variabilità genetica è assicurata da scambi di frammenti di genoma. Nei Batteri, invece, essa è legata alla trasduzione, alla trasformazione e alla coniugazione, fenomeni che permettono l'introduzione di nuovo DNA e quindi assicurano una ricombinazione genica. Nel primo caso (fig.1) è necessario l'intervento dei batteriofagi o fagi, ossia i virus che infettano i batteri. I fagi, dopo essere penetrati all'interno del batterio ed essersi moltiplicati, determinano la rottura della cellula e ne escono, portando eventualmente con sé frammenti del DNA batterico che, a seguito dell'infezione di una nuova cellula, possono essere trasferiti al suo cromosoma. Invece la trasformazione (fig.2) consiste nella capacità di un batterio di inglobare frammenti di DNA esterno (rilasciato da altre cellule o derivante dalla loro demolizione), inserendoli quindi nel proprio cromosoma dopo l'eliminazione di tratti omologhi a quelli nuovi. Infine, durante la coniugazione (fig.3) avviene una trasferimento di DNA tra due cellule: esse entrano in contatto creando un canale citoplasmatico attraverso il quale un filamento di DNA appena formato è trasferito dalla cellula donatrice a quella ricevente; qui il filamento prende il posto di un filamento omologo eliminato per l'occasione. fig.1 Schema della trasduzione batterica; fig.2 Schema della trasformazione batterica; fig.3 Schema della coniugazione batterica Nei Protozoi la riproduzione è spesso asessuata (essenzialmente per scissione o gemmazione), ma in alcune specie è sessuata, con produzione di gameti che si fondono tra di loro a formare uno zigote. Sessualità negli animali La riproduzione sessuata è il meccanismo riproduttivo più diffuso in natura, sebbene appaia anche il più complesso, dal momento che richiede gameti differenti, ossia femminili e maschili. Normalmente i gameti sono prodotti da individui sessualmente diversi, ma in molte specie accade che il singolo individuo sia capace di produrre ambedue i tipi di gameti. Se la specie presenta sessi separati, ne consegue che solo una sua parte (le femmine) potrà generare prole. Inoltre, entrambi i sessi devono essere dotati di organi specifici destinati alla produzione dei gameti e a permettere la fecondazione: tali organi sono le gonadi, i gonodotti ed eventualmente i genitali esterni. La separazione dei sessi è poi frequentemente legata a una serie di comportamenti atti alla ricerca e alla scelta del partner, ossia i rituali di corteggiamento o di combattimento, che sono molto diffusi soprattutto tra Vertebrati come Uccelli e Mammiferi, ma anche tra numerose specie di Insetti. In questo modo gli individui prescelti per l'accoppiamento avranno la possibilità di trasmettere il proprio corredo genetico ai discendenti. Questi comportamenti possono determinare anche modifiche adattative molto vistose: si pensi, per esempio, alle corna dei cervi, che nei maschi possono raggiungere imponenti dimensioni, oppure al piumaggio sgargiante dei pavoni maschi. Con il termine di dimorfismo sessuale si intende appunto la differenza morfologica tra individui di una stessa specie che appartengono a sessi diversi. Il corteggiamento, in particolare, permette agli individui di riconoscersi senza far scattare meccanismi di difesa, che potrebbero essere anche aggressivi. Va sottolineato che normalmente è il maschio che corteggia la femmina ed è quest'ultima che sceglie il partner. Le specie in cui accade il contrario sono scarse. Il corteggiamento varia da specie a specie e può comprendere movimenti particolari, a volte organizzati in modo così complesso da essere considerati danze vere e proprie. In alcune specie sono necessarie attività ben precise, come la costruzione del nido. Sono diffusi anche i richiami sonori, che in certe specie diventano canti (tipici degli uccelli, ma anche, per esempio, delle balene). Molti animali presentano colori vivaci della pelle o del piumaggio, le cosiddette livree nuziali, mentre varie specie ricorrono al sollevamento delle piume o del pelo. Spesso alcuni di questi comportamenti risultano associati. Un'altra possibilità è rappresentata dall'emissione di essenze odorose, come i feromoni, che sono sostanze chimiche emesse dagli animali per inviare segnali (anche sessuali) agli individui della medesima specie: per esempio, tra le farfalle esistono specie le cui femmine emettono feromoni percepibili dai maschi anche se questi si trovano a grandissima distanza. Un altro tipo di comportamento legato al sesso è costituito dai rituali di combattimento, che riguardano anch'essi soprattutto i maschi e che sono presenti in particolare nelle specie in cui le femmine a disposizione per l'accoppiamento sono poche, oppure quando un maschio vuole ampliare il proprio harem. Il combattimento raramente si conclude con la morte di uno dei contendenti, perché in generale si ha semplicemente l'allontanamento dell'individuo sconfitto. Il grande dispendio (di energia, di tempo) che tutti questi comportamenti determinano potrebbe far ritenere la "scelta" della sessualità poco conveniente. Inoltre, colorazioni e atteggiamenti che evidenziano l'individuo nell'ambiente in cui si trova lo rendono più facilmente predabile, compromettendone la sopravvivenza. Questi aspetti negativi sono però bilanciati e superati da grandi benefici: la sessualità spesso garantisce la selezione dei genomi migliori (appartenenti agli individui più forti, o più abili ecc.) da trasmettere alla prole, ma soprattutto, come già detto, grazie alla ricombinazione del materiale genetico aumenta la possibilità di produrre genotipi diversi, conferendo vantaggi evolutivi a una popolazione. In sintesi, le specie a riproduzione sessuata sono dotate di una plasticità del genoma che, nel corso dell'evoluzione, le favorisce rispetto alle specie a riproduzione asessuata, per le quali le variazioni nel contenuto genetico rimangono circoscritte all'individuo nel quale sono comparse e ai suoi discendenti. Accoppiamento Contrariamente a quanto accade nell'uomo, negli altri animali l'attività sessuale è di solito limitata a uno specifico periodo, durante il quale la femmina è feconda. D'altra parte, per esempio tra i cani oppure i lupi, l'accoppiamento è anche un modo per confermare la gerarchia sociale, affermando la supremazia di un esemplare su un altro; in questo caso sono frequenti i rapporti omosessuali. Determinazione del sesso La determinazione del sesso di un individuo può dipendere da diversi fattori, per molti animali ancora non del tutto chiari. Essenzialmente, si possono distinguere influenze legate al genoma, all'ambiente, alla madre o a parassiti. - Genoma Nella determinazione cromosomica il sesso deriva dal tipo di cromosomi sessuali (o eterocromosomi, ossia quelli che portano i geni specifici per il sesso) presenti nei gameti che si uniranno. Si tratta di un meccanismo diffuso in un numero esiguo di animali, tra cui molti Vertebrati (compreso l'uomo), i Nematodi e diversi Artropodi. Accanto a situazioni relativamente semplici, come quella dell'uomo, in cui due cromosomi sessuali uguali (XX) portano a femmine e due diversi (XY) portano a maschi, sono presenti anche situazioni più complesse. Per esempio, in diverse farfalle quelle con un solo cromosoma sessuale Z diventano femmine (Z0), mentre quelle con due (ZZ) sono maschi; tra i Marsupiali l'ornitorinco femmina ha cinque coppie di cromosomi XX, il maschio cinque coppie di cromosomi XY. Tuttavia, questi meccanismi non sono sempre validi e in molti casi il sesso dipende dall'interazione che si crea nell'espressione di geni distribuiti su più cromosomi. - Ambiente In alcuni animali la determinazione del sesso si definisce fenotipica, poiché i fattori ambientali (come la temperatura, il fotoperiodo o la presenza di ormoni) hanno un'influenza maggiore rispetto a quella dei cromosomi. Nei Vertebrati questo meccanismo caratterizza diversi rettili: per esempio, dalle uova della tartaruga terrestre Testudo graeca mantenute a 23-27 °C si sviluppano solo maschi, mentre da quelle a conservate a 30-33 °C solo femmine. Appare chiaro che alterazioni anche lievi dell'ambiente (riscaldamento globale, distruzione dei siti di deposizione delle uova ecc.) possono modificare il rapporto numerico tra i sessi con gravi ripercussioni sulla sopravvivenza della specie. Invece, nel crostaceo d'acqua dolce Gammarus sono le ore di luce (fotoperiodo) che influenzano il sesso dei nascituri: quando queste, in primavera, iniziano ad aumentare nascono maschi, mentre le femmine nascono solo in autunno; in questo modo, giunta la stagione riproduttiva, nella quale i maschi durante l'accoppiamento devono trasportare le femmine, i primi avranno una taglia corporea maggiore. - Madre Il sesso della prole può anche essere determinato direttamente dalla madre, attraverso un meccanismo riproduttivo noto come partenogenesi, che consiste nello sviluppo di uova non fecondate. Per esempio, nelle pulci d'acqua (piccoli crostacei) e in alcuni Rotiferi determinati stimoli ambientali fanno sì che la madre produca uova per mitosi o per meiosi. Nel primo caso (mitosi) nasceranno soltanto femmine, mentre nel secondo caso (meiosi), dalle uova non fecondate per partenogenesi nasceranno solo maschi. Negli insetti sociali come api, vespe e formiche, la madre (detta regina) produce sempre uova aploidi (ossia per meiosi), ma utilizza meccanismi che possono impedire o permettere la fecondazione dell'uovo. Dall'uovo non fecondato nascono per partenogenesi solo maschi, mentre dalle uova fecondate nascono solo femmine. Tuttavia, in natura sono numerose le specie di Invertebrati (tra cui Rotiferi, Tardigradi, Crostacei, Insetti) e Vertebrati (come alcune specie di lucertole, salamandre, pesci) con popolazioni sempre prive di maschi che attuano la partenogenesi come unico meccanismo riproduttivo. - Parassiti Il batterio Wolbachia pipitiensis può determinare il sesso, per esempio trasformando in femmine i maschi infettati. Vengono così generate popolazioni di sole femmine che si riproducono per partenogenesi. Ermafroditismo Con il termine di ermafroditismo si indica la presenza in uno stesso individuo di entrambi i sessi, caratteristica che lo rende capace di produrre entrambi i tipi di gameti. Questa condizione si contrappone alla presenza di due sessi separati (gonocorismo o dioicismo) ed è normale in molti animali, come Oligocheti, Irudinei, Turbellari, Trematodi, Cestodi, Tunicati, Molluschi, Crostacei ecc. Nell'ermafrodita possono coesistere testicoli e ovari separati (come per il lombrico e la tenia) o fusi in un'unica gonade (ovotestis) che produce sia uova sia spermatozoi (per esempio nella chiocciola). La maturazione dei due tipi di gameti può essere contemporanea (ermafroditismo simultaneo), consentendo così l'autofecondazione, oppure può presentare uno sfasamento temporale (ermafroditismo sequenziale). In quest'ultimo caso è sempre necessario un partner. Tale successione temporale può inoltre essere caratterizzata dall'inversione del sesso, in cui ogni animale durante la sua vita passa da una fase maschile a una femminile o viceversa. Sessualità nelle piante Così come gli animali, anche le piante sono dotate di una riproduzione sessuata, che garantisce la ricombinazione genica e quindi costituisce un meccanismo fondamentale sul quale possono agire i processi evolutivi. D'altra parte è presente anche una riproduzione non sessuata (vegetativa o agamica), di cui si parla nella lezione Riproduzione nei viventi. Anche le piante sono dotate di cellule differenziate sessualmente, ossia i gameti. Se la loro morfologia appare simile si parla di polarità, con gameti + e gameti -; in caso contrario, i gameti più piccoli e mobili sono considerati maschili, mentre quelli più grandi e più ricchi di sostanze di riserva, ma meno mobili, sono i gameti femminili. Nel passato si distingueva tra piante senza sesso, con sessualità gametofitica o gametica, con sessualità sporofitica e gametofitica, ma la visione attuale tiene maggiormente conto della complessità del mondo vegetale. Effettuando un rapido excursus, testimonianza anche di come le piante abbiano evoluto i propri organi riproduttivi e quindi anche la loro sessualità, nelle Alghe la riproduzione può essere asessuata, grazie alle spore, oppure sessuata: questa avviene tramite gameti, che possono essere uguali o differenti a seconda della specie. Nelle Briofite e nelle Pteridofite il ciclo di sviluppo presenta un'alternanza tra fasi nelle quali la pianta produce spore (ed è detta sporofito) oppure gameti (gametofito). Lo sporofito si sviluppa da uno zigote ed è diploide; giunto a maturazione rilascia particolari spore aploidi derivanti da meiosi (meiospore), dalle quali origina il gametofito, che produce i gameti per mitosi. Nel passaggio evolutivo dalle Briofite alle Pteridofite si osserva una riduzione del periodo gametofitico rispetto a quello sporofitico, che si può collegare con la colonizzazione dell'ambiente terrestre: infatti, mentre i gameti richiedono acqua (anche in minime quantità) per potersi muovere, le spore si disperdono grazie al vento. Nel ciclo di sviluppo delle Fanerogame o Spermatofite avviene un'ulteriore contrazione del periodo da gametofito, ridotto essenzialmente a poche cellule entro il fiore: proprio quest'ultimo rappresenta la grande novità portata da queste piante. Il fiore contiene un ovulo, che una volta fecondato produce il seme. Nelle Gimnosperme i fiori sono unisessuali, ossia hanno sessi separati, e sono costituiti da foglie trasformate, che nel caso dei fiori femminili portano e proteggono gli ovuli, mentre nel caso dei fiori maschili fanno lo stesso con i sacchi pollinici. Quando il polline è giunto a maturazione, trasportato dal vento o dagli insetti impollinatori (come le api, che con la loro attività rappresentano i migliori distributori di polline del pianeta) arriva al fiore femminile, dove sviluppa un tubulo (tubo pollinico) che entra nell'ovulo e permette l'unione del nucleo maschile con quello femminile (fig.4). fig.4 Schema del ciclo vitale di una gimnosperma Avvenuta la fecondazione, inizia un'intensa proliferazione cellulare che porta alla formazione del seme. Nelle Angiosperme il fiore è diventato una struttura molto più complessa, in cui l'ovulo è ospitato entro un contenitore specifico, l'ovario, che a seguito della fecondazione diventa il frutto contenente i semi (fig.5). fig.5 Schema del ciclo vitale di una fanerogama In modo schematico, in un fiore si possono individuare una parte femminile (gineceo) e/o una maschile (androceo). Nel gineceo si trova il pistillo, che nella sua porzione inferiore è dilatato a formare l'ovario, contente uno o più ovuli; sopra l'ovario il pistillo si innalza nello stilo, che in alto si dilata formando lo stimma. L'androceo è costituito dagli stami, dotati ognuno di filamento e antera. Nell'antera, all'interno dei sacchi pollinici, è contenuto il polline. Strutture accessorie del fiore sono i petali (che formano la corolla) e i sepali (che costituiscono il calice). Le cellule polliniche e il sacco embrionale con gli ovuli sono quel che rimane dei gametofiti, rispettivamente maschile e femminile. I fiori strutturalmente più semplici sono quelli unisessuali (o diclini), ossia contenenti il solo gineceo o il solo androceo. I fiori ermafroditi (o monoclini) contengono ambedue gli organi. Quando una pianta porta ambedue i tipi di fiori a sessi separati è definita monoica (ed è quindi ermafrodita); quando i fiori sono su due piante diverse queste sono chiamate dioiche. La situazione può essere ulteriormente complicata in quelle specie che presentano fiori sia ermafroditi sia unisessuali. I fiori ermafroditi costituiscono di gran lunga la possibilità più diffusa tra le piante, sebbene questo possa sembrare incompatibile con la possibilità di un'adeguata ricombinazione genica. Va però evidenziato che le piante sono state capaci di sviluppare meccanismi per evitare l'autofecondazione (per esempio differenti tempi di maturazione del polline e degli ovuli) e favorire piuttosto l'impollinazione incrociata tra individui diversi (allogamia). Grazie all'allogamia sono promossi gli scambi genetici e quindi la variabilità genetica, facilitando così la sopravvivenza a lungo termine della specie e l'adattamento evolutivo.