Cap. IV
CLASSIFICAZIONE DELLE PIANTE ORNAMENTALI
Generalità.
Le piante ornamentali possono essere classificate sotto molti punti di vista:
In base alla consistenza dei tessuti
ERBACEE
Annuali
Biennali
Perenni
ARBUSTI
ALBERI
In base alla durata delle foglie
In base al motivo ornamentale
In base al portamento
Caducifoglie o spoglianti
Sempreverdi
Da fiore
Da frutti
Da foglie
Da scorza ornamentale
Eretto
Rampicante
Prostrato o tappezzante
- Gli alberi ornamentaliGli alberi ornamentali rappresentano l’elemento dominante di forte impatto visivo e concorrono a formare
l’intelaiatura permanente del giardino attorno cui si avvicendano gli elementi transitori.
In fase progettuale la scelta e la collocazione delle piante devono essere molto accurate e sensate soprattutto
nei piccoli giardini e devono essere fatte tenendo conto sia delle loro esigenze colturali che delle loro
caratteristiche estetiche.
In un piccolo giardino vanno sicuramente evitate quelle specie ad elevato sviluppo in quanto nel giro di pochi
anni dall’impianto potremo avere tutta la superficie occupata da un solo esemplare che con la sua ombra
rende triste l’ambiente, con le sue radici rovina le pavimentazioni e con i suoi rami si addossa alle finestre
dell’edificio.
Un albero sproporzionato fa sembrare ancora più piccolo un giardino di piccole dimensioni. Le piante che
cambiano aspetto nelle varie stagioni rendono il giardino più vivo e attraente.
Scegliendo gli alberi con cura si può pianificare una alternanza spaziale e temporale di foglie, fiori, frutti di
elevato potere decorativo rendendo il giardino vivo e attraente anche nei periodi meno favorevoli alla
vegetazione (autunno e inverno).
Per quanto riguarda il portamento la scelta va fatta in funzione degli scopi che dovrà svolgere la pianta adulta:
se deve mascherare una vista sgradevole, si sceglierà una specie dal portamento pieno e dal fogliame denso;
se deve fare ombra durante l’estate avrà piuttosto una chioma ad ombrello.
Nei giardini lunghi e stretti è preferibile evitare specie alte e affusolate mentre in quelli quadrati sono da
scartare specie piangenti. In giardini piccoli è preferibile che le piante abbiano un fogliame chiaro e leggero
anziché scuro e compatto per evitare di creare un effetto opprimente.
Nelle zone dove gli inverni sono nebbiosi e melanconici possono non essere indicati alberi a fogliame
persistente poiché la loro massa scura può rattristare ulteriormente l’ambiente. Preferibili sono allora quelle
specie con bacche decorative o scorze ornamentali che ravvivano il giardino.
Nelle zone con inverni lunghi, nebbiosi e umidi è consigliabile collocare le specie sempreverdi a Nord del
giardino per impedire che la loro ombra non sia proiettata nelle immediate vicinanze dell’abitazione e
permettere così ai raggi solari di mantenere asciutte le adiacenze della casa.
Quando si vogliono piantare alberi e grandi arbusti a Sud della casa è opportuno scegliere specie caducifoglie.
Le specie sempreverdi oltre ad impedire il vuoto totale dell’inverno, hanno la funzione di creare una specie di
legame verde fra le varie piante. Esse dovrebbero essere disposte in gruppi non troppo grandi, in modo
equilibrato su tutta la superficie e il loro numero non dovrebbe essere mai eccessivo rispetto alle caducifoglie,
per non creare un giardino monotono.
Gli alberi (es. Cedrus, Tilia, Populus, Quercus, ……) dovrebbero essere piantati ad una certa distanza dalla
casa compatibile con il loro pieno sviluppo e ciò al fine di evitare interferenze dei rami e delle radici con muri,
terrazzi, grondaie, fili elettrici e telefonici, fognature, fondamenta,….
A questo proposito ricordo che gli alberi si distinguono in :
alberi di prima grandezza: sono quelli che, se lasciati crescere liberamente nei loro ambienti naturali,
da adulti raggiungono altezze superiori ai 25 m (Farnia, Frassino maggiore, Cedro del Libano……)
(Fig….);
alberi di seconda grandezza: quelli con altezza tra i 15 - 25 m (Tiglio, Acero campestre, orniello, Olmo
campestre……..) (Fig….);
alberi di terza grandezza: quelli la cui altezza è uguale o inferiore ai 15 m (Tuja orientale, Albero di
Giuda, Azzeruolo, Melo da fiore,……) (Fig….).
La dimensione che un albero può raggiungere a maturità è molto importante per stabilire un corretto sesto di
impianto. Spesso si assiste ad alberi di grande sviluppo disposti troppo vicino alla casa che causano danni e
noie al proprietario il quale per difendersi ricorre a drastiche potature delle branche (capitozzature) con
ripercussioni negative sia sullo stato sanitario (sviluppo di parassiti funginei) che su quello estetico della
pianta.
Gli alberi non vanno disposti a caso senza ordine in quanto tenderebbero ad ombreggiarsi tra loro e a
interferire negativamente con lo sviluppo dei fiori e del prato. Il risultato è che nel giardino non esiste alcuna
zona gradevole dove stare. Le piante fiorite vengono mascherate dalla loro chioma e quando queste saranno
adulte e completamente sviluppate il giardino sarà all’ombra.
Esistono pertanto delle regole di progettazione da rispettare. Anzitutto occorre lasciare spazio aperto per il
sole, il prato, le fioriture sul fronte della casa. Gli alberi è opportuno sistemarli attorno, ad una certa distanza,
al fine di creare una massa continua che isoli l’abitazione dalle viste esterne e filtri in parte i rumori e riduca il
vento forte (“composizione chiusa”). Se però il contorno è bello, se esistono visuali naturali pittoresche o
monumenti, si adotta una “composizione aperta” con visuale guidata in cui gli elementi di arredo verde
indirizzano lo sguardo e accentrano l’interesse nei punti voluti.
Gli alberi, come pure anche gli arbusti come vedremo più avanti, possono essere messi a dimora con zolla
oppure con radice nuda e devono essere: sani, in buono stato nutrizionale e vegetativo, esenti da segni di
malattie in atto o passate, da traumi e ferite, le radici devono essere sane e ben sviluppate, la chioma deve
presentarsi ben formata e “vestita” con fogliame lucente e coi colori tipici della specie e varietà, il fusto e i rami
non devono essere capitozzati o cimati.
In base ai rapporti fra Seinanti: emettono contemporaneamente fiori e foglie (Fig….).
chiusura dei fiori e Proteranti: quando la fioritura precede la fogliazione (Albero di giuda,..) (Fig….).
fogliazione
Isteranti: quando la fogliazione precede la fioritura (Lillà, Rododendro,…) (Fig….)
ALBERI CON FOGLIAME COLORATO D’AUTUNNO (Fig….)
- Aceri (Acer saccharinum, rubrum, palmatum,…..)
- Betulle (Betula alba, Betula pendula)
- Quercia rossa d’America (Quercus rubra)
- Liquidambar (Liquidambar styraciflua)
- Sommacco (Rhus typhina)
……………………….
ALBERI CON FOGLIAME COLORATO TUTTO L’ANNO (caducifoglie e sempreverdi) (Fig….)
- Susino pissardi (Prunus cerasifera pissardi nigra)
- Acero negundo (Acer negundo variegatum )
- Abete argentato (Picea pungens)
- Cedro dell’Atlante (Cedrus atlantica glauca)
- Eucalipto (Eucalyptus gunnii)
……………………..
ALBERI DA FIORE (Fig….)
- Albero di Giuda (Cercis siliquastrum)
- Albizia o Gaggia arborea o Acacia cinese o Mimosa di Costantinopoli (Albizia julibrissin)
- Albero dei tulipani (Liriodendrum tupulifera)
- Mimosa (Acacia dealbata pendula)
- Maggiociondolo (Laburnum anagyroides)
- Laegerstroemia (Laegerstroemia indica)
- Ibisco (Hibiscus syriacus)
- Magnolia (Magnolia grandiflora)
- Robinia a fiori rosa (Robinia ispida rosea)
- Tamerice (Tamarix gallica)
…………………………………
Gli arbusti
Gli arbusti sono piante a fusto legnoso ramificato fin dalla base e di altezza media limitata (max 3 m).
L’importanza degli arbusti nella realizzazione dei giardini deriva soprattutto dalla loro altezza media che risulta,
nella maggior parte dei casi, a livello dei nostri occhi, ragion per cui viene spontaneo concentrare lo sguardo
proprio su di essi.
Gli arbusti svolgono una importante funzione di raccordo fra la componente orizzontale della vegetazione e
quella verticale degli alberi. Inoltre la loro straordinaria ricchezza di forme, di portamento, di colori (dei fiori,
del fogliame e dei frutti, della corteccia) e di habitus (sempreverdi e caducifoglie) permette agli arbusti di
valorizzare e personalizzare in modo estremamente creativo il giardino.
Gli arbusti si prestano a diversi usi e funzioni:
possono venire impiegati per riprodurre artificialmente macchie cespugliose (Fig….) tipiche della
vegetazione autoctona, creando angoli naturali di sicuro effetto;
oppure per creare “quinte” naturali che conferiscano profondità e movimento al giardino; collegano grandi
masse, sia viventi (alberi ed altri arbusti), sia inerti (rocce, monumenti, costruzioni) con superfici piane
creando una armonica successione di piani vegetazionali;
possono fungere inoltre da schermo sia visivo che antirumore (Fig….);
possono esplicare un effetto frangivento (Fig….);
molti di essi (es. Bosso, Alloro, Tasso,…) si prestano per la loro spiccata adattabilità a sopportare ripetute
potature, all’arte topiaria per siepi formali (Fig….) o per ottenere forme geometriche, raffigurazioni di
animali o di persone.
certi arbusti a portamento prostrato (cioè con rami a crescita pressoché orizzontale) possono essere usati
anche come tappezzanti (es. Cotoneaster horizzontalis: molto decorativo in inverno per le bacche rosse
che rimangono a lungo nei rami spogli) (Fig….).
altri arbusti aventi una attitudine rampicante (es. Rose rampicanti, Vite americana, Clematidi,…) (Fig….)
offrono la possibilità di essere usati per rivestire muri, pareti, palizzate, graticci, pergolati, rendendo
gradevoli anche ambienti o strutture esteticamente poco interessanti.
Nei piccoli giardini gli arbusti particolarmente attraenti per la forma, per la bellezza dei fiori e delle foglie (Es.
Camelia japonica) prendono anche il posto degli alberi, assolvendo, oltre alla funzione di ossatura, anche
quella di punti focali (arbusti solitari).
Anche per la scelta degli arbusti bisogna tener conto dello loro esigenze colturali (tipo di terreno, pH,…) e
climatiche oltre che delle loro caratteristiche estetiche. In ogni caso, quando è possibile, dare preferenza alle
specie autoctone perché sono quelle più adatte all’ambiente (clima e suolo) considerato e più resistenti alle
fitopatie. Certi arbusti aventi un fogliame verde intenso (es. Bosso, Alloro..) sono in grado di esaltare per
contrasto cromatico la vivacità dei colori dei fiori delle erbacee annuali, biennali e perenni. Lo spazio
assegnato ai diversi gruppi di piante dipende dai gusti e dalle esigenze personali. Gli arbusti, tranne qualche
eccezione, non si prestano ad essere coltivati in modo isolato, ma più frequentemente si impiegano per
creare:
a) ”macchie” (Fig….) cioè gruppi di 3 - 5 (a seconda dello spazio disponibile) varietà o specie identiche o
differenti di arbusti disposte tenendo conto dei colori, delle epoche di fioritura o di emissione delle bacche, per
suscitare effetti suggestivi in ogni stagione. E’ consigliabile inserire un arbusto sempreverde ogni tre a foglia
caduca oppure due arbusti sempreverdi ogni cinque a foglia caduca. Le macchie vanno disposte in maniera
alternata fra di loro (“a scacchiera”) e mai collocate al centro del prato ma spostate ai bordi o addossate a un
muro. In quest’ultimo caso è necessario che le specie consociate abbiano una altezza progressivamente
crescente man mano che ci si avvicina al muro.
Nel caso di macchia visibile da più lati è necessario che l’altezza delle piante sia progressivamente crescente
dalla periferia verso il centro e che i contorni siano mossi e irregolari per dare la sensazione di naturalezza.
Nell’ambito di ogni macchia vanno infine evitate le piantagioni troppo distanziate o troppo fitte, l’ideale è che le
piante una volta divenute adulte si tocchino fra loro senza disturbarsi reciprocamente. Questo comporta che
alla messa a dimora la macchia possa dare l’impressione di essere rada ma poi col tempo le piante
provvederanno a colmare i vuoti. In attesa di ciò si potrebbero colmare tali spazi vuoti iniziali con piante
annuali o erbacee perenni che potrebbero essere fra l’altro ritrapiantate altrove quando le piante della macchia
saranno cresciute.
b) “bordure” (Fig….) per sottolineare un sentiero o un’area pavimentata con specie disposte con un certo
allineamento. Nelle bordure si può alternare più specie diverse simili nel portamento e nell’altezza, ma diverse
per il colore e la forma delle foglie o per il colore dei fiori e dei rami. In ogni caso nella creazione di una
bordura bisogna prevedere una armonica proporzione di arbusti sia per quanto riguarda la loro forma, la loro
altezza e le loro qualità ornamentali. Le bordure possono essere pure e miste.
Per le bordure pure (Fig….) si dovrà privilegiare quelle specie capaci di assicurare per tutto l’anno effetti
decorativi. Sarà necessario pertanto resistere alla tentazione di privilegiare le fioriture, dato che possono
essere gradevoli ma transitorie, e inserire specie decorative in autunno e in inverno in virtù del fogliame o dei
loro frutti o della loro corteccia o dei loro rami.
Nelle “bordure miste” (Fig….) gli arbusti si impiegano in abbinamento con erbacee perenni, annuali, biennali,
rampicanti, per sfruttare al meglio le qualità ornamentali dei vari gruppi di piante e offrire sorprese sempre
nuove al succedersi delle varie stagioni.
In alcuni casi le bordure possono essere anche miste cioè unione di arbusti con erbacee perenni.
Per un piccolo giardino (o un giardino scolastico) vanno scartati gli arbusti spinescenti o producenti frutti
velenosi per evitare eventuali problemi ai bambini.
Classificazione degli arbusti
Eretti
Sarmentosi, quando i tralci non sono in grado di aderire a piante o sostegni
(Gelsomini, Rosai sarmentosi..) (Fig….).
Volubili, quando i tralci si avvolgono spontaneamente a spirale attorno a
In base al Rampicanti
sostegni vari (Glicine, Caprifoglio …) (Fig….).
portamento
Propriamente detti, quando aderiscono ai sostegni con speciali organi prensili
come le radici avventizie (Hedera..) o i cirri o viticci (Vite del Canadà,
Passiflora) o piccioli fogliari trasformati a mò di cirri (Clematidi) (Fig….).
Prostrati
o Es. Cotonaster, Lavanda, Iberico….(Fig….).
Striscianti o
nani
o
tappezzanti
Da fiore
Da fogliame (es. Acero rosso del Giappone, Nocciolo a foglie rosse, Pruni
a foglie rosse, Acer negundo a foglie variegate,… (Fig….).
In base alla persistenza delle Caducifoglie o spoglianti
foglie
Sempreverdi
In base al motivo ornamentale
Seinanti: quando emettono contemporaneamente fiori e foglie (hanno gemme miste).
In base ai rapporti fra Es. Malus floribunda, ……..(Fig….).
schiusura dei fiori e Proteranti: quando la fioritura precede la fogliazione. Es. Forsythia, Magnolia
fogliazione
soulangeana, Prunus triloba, Cytisus x praecox”allgold”, Cercis siliquastrum,
Jasminum nudiflorum (Fig….).
Isteranti: quando la fogliazione precede la fioritura. Es. Cortaderia, Hydrangea, Ilex
aquifolium, Laburnum watereri, Chaenomeles, Weigela, …(Fig….).
I rampicanti
Rampicanti
Sarmentosi, quando i tralci non sono in grado di aderire a piante o sostegni (Gelsomini,
Rosai sarmentosi..) (Fig….)
Volubili, quando i tralci si avvolgono spontaneamente a spirale attorno a sostegni vari
(Glicine, Caprifoglio, Lonicera..) (Fig….)
Propriamente detti, quando aderiscono ai sostegni con speciali organi prensili come le radici
avventizie (Hedera..) o i cirri o viticci (Vite del Canadà, Passiflora) o piccioli fogliari
trasformati a mò di cirri (Clematidi) (Fig….)
Le piante rampicanti legnose ed erbacee (es. Glicine, Bignomia, Clematide, Passiflora, Vite americana, Vite
del Canadà, Gelsomino, Edera, …) consentono di sfruttare tutte le strutture verticali: muri della casa e di
confine, piloni, recinzioni, pergolati,…, allo scopo non solo di addolcire o nascondere tutto ciò che non è
esteticamente gradevole, ma anche di aumentare lo spazio disponibile per il verde.
I rampicanti riescono a valorizzare ogni tipo di giardino. Alcune specie (es. Passiflora) si coltivano
principalmente per la bellezza eccezionale dei loro fiori; altre sono gradevoli per il ricco fogliame sempreverde
o per i bellissimi colori autunnali che assumono le foglie (es. Vite americana); altre infine portano frutti o
bacche appetibili per animali selvatici (uccelli).
I rampicanti con le radici aeree (Edera), con dei viticci (Vite americana), con piccioli fogliari arricciati
aderiscono ai supporti in vario modo: (Clematidi, Nasturzio,…), attorcigliando i loro fusti a spirale lungo il
supporto (Lonicera, Glicine….),….. Alcuni rampicanti che producono fusti lunghi e arcuati (es. Bouganvillea…)
debbono essere legati al supporto.
Guidando e potando opportunamente i rampicanti possiamo ottenere dei veri e propri motivi architettonici (es.
archi attorno alle finestre o delle colonne ai lati della porta,….).
Alcuni rampicanti a portamento ricadente o sarmentoso si possono allevare senza sostegno per ricoprire il
suolo e soffocare le infestanti oppure per rinverdire scarpate e roccaglie (rampicanti ad uso tappezzante).
Prima di impiantare i rampicanti si deve tener conto del colore degli elementi fissi presenti nel giardino: se il
muro o il sostegno utilizzato come supporto fossero già di colori vivaci, converrà, preferibilmente, usare piante
di colori più tenui, a meno che non si voglia creare un effetto cromatico particolarmente vistoso.
Nelle zone molto luminose è preferibile usare rampicanti con colori forti perché assorbono luce e sono più
evidenti di quelli chiari, viceversa in zone ombreggiate è preferibile colori più tenui che rendono più luminoso
l’ambiente.
I rampicanti opportunamente scelti possono essere utili per creare un intreccio tra le diverse componenti del
giardino, creando vistosi effetti o con l’uso di colori complementari oppure armonie più sottili ricorrendo a
tonalità fra loro molto simili.
Anche per i rampicanti la scelta è dettata dalle loro esigenze colturali (clima, disponibilità irrigue..) e dalle loro
caratteristiche estetiche.
La piantagione dei rampicanti allevati in fitocelle o vasi può essere fatta dalla primavera avanzata fino alla
piena estate.
Le erbacee perenni
Le perenni sono piante per lo più erbacee che vivono per un cero numero di anni (grazie alla presenza di fusti,
radici o rizomi persistenti) e che di solito perdono la parte aerea all’arrivo dell’autunno, per poi rinascere in
primavera. Alcune rimangono verdi per tutto l’anno, per cui sono molto apprezzate per ravvivare i giardini nei
mesi invernali (es. la rosa di Natale o Helleborus niger che fiorisce da dicembre - gennaio fino ad aprile) La
maggior parte delle perenni fiorisce d’estate ma esistono specie che fioriscono nelle altre stagioni.
Le perenni sono specie rustiche, generose e di rapida crescita e offrono, più di ogni altro tipo di piante, una
scelta illimitata di forme, colori e profumi.
I fiori costituiscono senz’altro la prerogativa più importante delle perenni ed il loro assortimento è così vasto
che possono soddisfare tutti i gusti: da quelli minuti della fragile Gypsofila a quelli sgargianti delle Peonie, alle
spighe degli slanciati Delphinium.
La fioritura delle perenni è esplosiva e spettacolare ma più effimera delle annuali che hanno fioriture più
prolungate ma meno appariscenti.
Un nutrito gruppo di specie si rivela interessante per la forma o il colore del fogliame (es. le foglie arcuate del
gen. Hosta; le foglie lanceolate del gen. Iris; le foglie ondulate delle Felci;……).
Altre perenni producono un delicato profumo (es. i Garofani).
Le dimensioni delle perenni vanno da una decina di cm fino a oltre 2,5 m come nella graminacea Cortaderia (=
Gynerium) selloviana (Erba della Pampas).
Le perenni fungono da “trait d’union” tra i diversi settori, portando equilibrio tra alberi e arbusti.
Le perenni possono essere impiegate per:
• la formazione di gruppi fioriti e macchie di colore;
• la realizzazione di giardini rocciosi;
• il rivestimento di muretti, scarpate e aiuole isolate (uso come tappezzante tipico delle specie a bassa
statura o a portamento prostrato);
• la coltura in vaso o fioriere e per fiori da recidere;
• le bordure erbacee e miste. Le bordure sono disposizioni di piante perenni, ma anche suffrutici e arbusti,
ai bordi di una struttura inertecon lo scopo di rendere più gradevole la vista e più piacevole l’aspetto
estetico.
Le bordure erbacee (Fig….) di perenni sono costituite esclusivamente da perenni di specie e cv diverse capaci
di fiorire dall’estate fino all’inizio dell’autunno e costituite da piante di bassa statura all’esterno e piante più alte
collocate all’interno.
Le bordure miste (Fig….) sono una combinazione di piccoli alberi, arbusti, rampicanti, bulbi, annuali, biennali e
perenni. Lo spazio assegnato ai vari tipi di piante (arbusti, perenni,…..) dipende dai gusti e dalle esigenze
personali.
In una bordura mista è buona regola porre in primo piano i colori più caldi (es. arancione) mentre quelli più
tenui (es. azzurro, bianco,….) vanno disposti in secondo piano e ciò al fine di avere una maggiore profondità
di prospettiva.
In ogni bordura le piante più basse vanno messe in primo piano e le piante più alte dietro, costituendo almeno
3 ordini successivi di altezza. In questo modo è possibile sfruttare un effetto di falsa prospettiva per ampliare
visivamente lo spazio a disposizione, evitando contemporaneamente che le piante si ostacolino
reciprocamente durante il loro sviluppo. Le altezze devono essere graduate in modo tale che le foglie e i fiori
delle piante in primo piano mascherino il fusto di quelle collocate posteriormente.
Nella disposizione delle piante occorre evitare la simmetria in quanto appare innaturale. Nelle bordure al fine
di avere un buon risultato estetico è consigliabile ricorrere a gruppi di almeno 10 -15 esemplari per specie.
Le aiuole a isola (Fig….) sono poste nel mezzo del tappeto erboso o di un’area pavimentata, hanno forma
tonda o ovale o rettangolare, in modo da potervi accedere facilmente da ogni lato per facilitare le operazioni
colturali. Talvolta sono rialzate per renderle più gradevoli e per favorire la manutenzione.
In tali aiuole a isola le piante vanno collocate in modo centripeto (con le piante più alte, quindi, al centro) e con
l’accorgimento di utilizzare piante la cui altezza max non superi la metà della larghezza dell’aiuola.
Nella progettazione di un’aiuola o di una bordura bisogna scegliere le specie in modo che le fioriture
avvengano in alternanza: accanto a una pianta che sta sfiorendo, c’è ne deve essere un’altra che inizia a
fiorire proprio in quel momento, in modo che la prima passi inosservata.
Nelle bordure miste alcune bulbose sono particolarmente utili perché introducono una nota di colore in inverno
e in primavera quando le perenni stanno appena iniziando il loro sviluppo.
Con l’avanzare della stagione quest’ultime, a loro volta, maschereranno le foglie delle bulbose ormai appassite
e arricchiranno le bordure e le aiuole di splendidi colori con i loro fiori.
All’avvicinarsi dell’autunno, però, iniziano ad appassire e allora l’effetto decorativo sarà affidato agli arbusti con
fogliame o bacche decorative (es. Cotoneaster…). Anche le perenni vanno scelte sia in base alle loro
esigenze colturali che alle caratteristiche estetiche.
Propagazione
Le erbacee perenni si propagano facilmente per seme che, a seconda delle specie e del clima, si interra in
semenzaio (all’aperto o protetto) in autunno o in fine inverno-primavera.
Molte perenni si possono moltiplicare per talee semilegnose o erbacee, per suddivisione dei cespi (es.
Sassifraga, Lupini..) e anche per separazione degli stoloni e dei rizomi.
Il trapianto a dimora può essere fatto dalla fine dell’estate fino a primavera inoltrata, sia a radice nuda che
preferibilmente con zolletta di terra. Il trapianto col pane di terra può essere fatto anche con piantine in
vegetazione o in fioritura.
Le distanze di impianto dipendono dallo sviluppo vegetativo e dal portamento della specie.
Nella scelta delle perenni per la formazione di aiuole o macchie di colore bisogna tener presente oltre alla
rusticità e portamento anche il periodo di fioritura e il colore dei fiori, il colore del fogliame al fine di predisporre
gli opportuni accostamenti.
Cure colturali
Oltre all’ irrigazione e alla concimazione, talune perenni (es. Crisantemi, garofani rifiorenti, Phlox, margherite
perenni,…) si avvantaggiano della cimatura dei germogli (soppressione della parte terminale di un getto
erbaceo al di sopra di 2 foglie) fatta all’inizio del periodo vegetativo con lo scopo di stimolare l’emissione di
nuovi germogli fioriferi e di far loro assumere un aspetto cespuglioso (Fig….).
Quando invece si vogliono ottenere fiori meno numerosi ma più grandi (come nel caso di specie coltivate per il
fiore reciso) si fa la sbottonatura (Fig….).
Per alcune specie (es. Delphinum) è utile l’asportazione dei fiori secchi per stimolare una seconda fioritura.
Dopo la fioritura alcune perenni richiedono una potatura vigorosa per stimolare la crescita (Gaillardia) o una
rifioritura (Artemisia) (Fig….).
Prima dell’inverno va fatta una potatura energica a livello del terreno per asportare le cime morte e gli steli
fiorali appassiti o essiccati. Tali residui vegetali possono essere lasciati sul posto fino alla primavera
successiva a protezione degli steli rimasti.
Ogni 3-4 anni conviene estirpare in autunno - inverno i vecchi cespi e rimpiazzarli con nuove piantine dopo
aver lavorato e concimato adeguatamente il terreno.
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Alcune erbacee perenni comuni: (Fig….)
Agatea (Agathea coelestis).
• Geranio zonale (Pelargonium zonale).
Anemone (Anemone coronaria).
• Gerbera (Gerbera jamesonii).
Armeria o statice o spillone (Armeria marittima “alba”).
• Hemerocallis o bella di giorno o giglio turco
(Hemerocallis ulva).
Aster o astro perenne (Aster novae - angliae).
• Iperico (Hypericum calcynum).
Aubrezia (Aubretia deltoidea).
• Flos o fiamma (Phlox panicolata).
Astilbe (Astilbe hybrida).
• Lavanda (Lavandula dentata).
Alisso giallo (Alyssum saxatile).
• Iberide perenne (Iberis sempervirens).
Campanula o campanella (Campanula medium).
Centrathus o valeriana rossa (Centrathus = Valeriana • Lupino (Lupinus polyphyllus).
rubra).
• Margherita dei fioristi (Chrysantemum frutescens).
Crisantemo perenne (Chrysanthemum indicum).
• Margheritona bianca (Leucanthemum maximum).
Delphinium o delfinio o Speronella (Delphinium elatium). • Primula dei giardini (Primula acaulis).
Dianthus o garofano (Dianthus deltoides).
• Santolina (Santolina chamaecyparissus).
Digitalis o digitale (Digitalis purpurea).
• Solidago (Solidago canadensis).
Gazania (Gazania splendens).
• Viola mammola (Viola odorata).
Geranio edera (Pelargonium peltatum).
Le tappezzanti
Le tappezzanti o coprisuolo sono specie, erbacee o arbustive, a sviluppo prostrato capaci di ricoprire
completamente e rapidamente (2 - 5 anni) il suolo evitando così lo sviluppo di infestanti.
Le tappezzanti possono essere impiegate per:
a) situazioni difficili ad es. sotto la chioma fitta dei grandi alberi (come quella di cedri e faggi dove il prato non
vegeta o cresce in maniera stentata) o in angoli secchi e bruciati dal sole o dal vento, o in zone dove la
manutenzione è faticosa perché non è possibile usare il tagliaerba o i decespugliatori o il loro utilizzo potrebbe
causare danni alla corteccia basale degli alberi da parte delle lame o dei fli di questi attrezzi.
b) attenuare l’impatto di elementi strutturali un po’ pesanti oppure per nascondere il tronco di un arbusto che
tende a sguarnirsi alla base.
c) aree marginali (aiuole spartitraffico, scarpate in corrispondenza di ponti o di svincoli autostradali, aree
ombrose sotto esemplari arborei secolari, sponde fluviali, fioriere di rappresentanza…….) grazie alla loro
rusticità, adattabilità, buon valore estetico (per i cromatismi fiorali e fogliari che molte specie presentano) e
ridotta manutenzione (richiedono solo qualche bagnatura nel caso di clima molto siccitoso e una periodica
potatura).
Le specie tappezzanti possono essere erbacee (annuali, biennali o perenni) o legnose (sempreverdi o a foglia
caduca).
Specie coprisuolo più comuni (Fig….)
• Cotoneaster (Cotonaster horizontalis).
• Erba di S. Lorenzo o Morandola (Ajuga reptans).
• Berberis (Berberis darwinii).
• Convallaria (Convallaria japonica).
• Lonicera (Lonicera pileata).
• Vinca sp.
• Iperico (Hypericum calycinum).
• Spirea (Spirea japonica).
• Rosai coprisuolo.
………………….etc………………..
Le piante annuali e biennali
Le piante annuali (Fig….) sono quelle il cui ciclo vitale, dalla germinazione alla produzione dei semi fino alla
morte, dura un solo anno.
Le piante biennali (Fig….) sono quelle che nel 1° anno di crescita sviluppano l’apparato vegetativo, mentre nel
2° anno quello riproduttivo (cioè fioriscono, producono semi e poi muoiono).
Le piante annuali e biennali vengono utilizzate tradizionalmente per conferire colore al giardino dalla
primavera all’autunno in modo rapido e con poca spesa. Rispetto alle perenni hanno il vantaggio di dare
fioriture più abbondanti e prolungate, ma hanno l’inconveniente di avere un ciclo annuale o biennale per cui
ogni 1 - 2 anni vanno riseminate o ritrapiantate cioè è necessario rialestire le aiuole.
Le annuali e le biennali permettono anche di modificare schemi ed effetti nel corso dell’anno. Infatti è possibile
cambiare specie più volte nell’arco dell’anno per avere motivi floreali sempre nuovi.
Le annuali e le biennali possono essere usate:
1) per adornare aiuole e vasi: nella realizzazione di un’aiuola è opportuno scegliere piante i cui toni dei colori
siano tra loro in armonia. Il grigio, il verde e il bianco sono colori più riposanti rispetto al rosso e al blù, più
appariscenti.
Molte annuali (es, Antirrino, Viola del pensiero, Petunia,….) sono disponibili in colori diversi, per cui è possibile
trovare esemplari di una stesa specie di qualsiasi colore.
Quasi tutte le annuali vengono valorizzate al max se disposte in gruppi contenenti una sola cv a creare
macchie irregolari di colore ben definite. Per creare un effetto naturale le singole macchie dovrebbero avere
forma e dimensioni diverse. Diverse annuali (es. Senecio marittima dalle foglie grigio - argentate, il Ricino dalle
foglie bronzo - purpuree,…….) vengono apprezzate anche per il fogliame che può creare un piacevole
contrasto con il colore brillante dei fiori. Per avere il max effetto decorativo ed evitare i “vuoti” nella scelta delle
annuali dobbiamo usare piante che fioriscano in successione e che abbiano un armonico accostamento
cromatico.
Le annuali sono eccellenti per i parterre (o aiuole a disegni fioriti) dove sempreverdi di bassa statura come il
Bosso, il Timo o la Lavanda, sono tosate ad arte per creare basse siepi di contorno alle aiuole all’interno delle
quali vengono coltivate annuali e altre specie erbacee.
Se le annuali e le biennali vengono mescolate a perenni e a bulbose, oltre a riempire i vuoti si ottiene una
straordinaria profusione di colori.
2) Per bordure: nelle bordure miste le annuali e le biennali possono essere usare per colmare vuoti (che si
possono verificare tra piante che perdono le foglie o tra piante non ancora sviluppate) tra le perenni e gli
arbusti.
3) Come tappezzanti: alcune specie di annuali e biennali si possono impiegare per coprire temporaneamente
superfici scoperte creando sprazzi di colore in aree altrimenti spoglie (funzione tappezzante svolta ad es. da
cv di Impatiens, di Convolvulus tricolor,…….).
4) Come rampicanti: alcune annuali e biennali ad accrescimento rapido che si comportano da rampicanti (es.
Pisello odoroso….) o ricadenti (es. Pelargonio….) possono trasformare un muro o un recinto con il loro
colorato drappeggio di foglie e fiori, creando una schermatura o adornando le strutture esistenti (es. Pisello
odoroso - Lathirus odoratus – da profumo gradevole dei fiori).
5) Per la coltivazione in vaso: quasi tutte le annuali si possono tenere in vaso, da sole o per dare completezza
ad associazioni di altre piante.
La scelta di annuali da allevare in vaso (o nelle aiuole di patii posti nelle immediate vicinanze della casa) è
ben più ampia di quelle coltivabili in pieno giardino, poiché la protezione creata dall’edificio permette di
coltivare specie ornamentali troppo delicate per vivere in posizioni troppo esposte.
Le piante reptanti (o ricadenti) come ad es. Lobelia, Pelargonium edera,…., sono ideali per le fioriere da
davanzale e i cesti pensili.
6) Per fiori recisi: alcune annuali possono essere coltivate per avere fiori recisi per abbellire l’interno della casa
(es. Antirrino, Fiordaliso, Violacciocca, Piselli odorosi,….).
Altre annuali si possono far crescere apposta per farne seccare i fiori e usarli come “semprevivi” per le
decorazioni durante tutto l’anno (es. Helichrysum limonium, Lunaria, Nigella,……).
Epoca e modalità di semina delle annuali
Le annuali più rustiche (Alisso, Cosmea, Elicriso, Girasole,Ipomea, Nasturzio, Pisello odoroso, Portulaca…)
possono essere seminate direttamente a dimora (a spaglio o in file) fine inverno - inizio primavera oppure nel
caso di specie che sopportano bene il trapianto a radice nuda (Astro della Cina, Bocca di leone, Salvia a fiore
rosso, Rudbechia, Tagete, Zinnia) in semenzaio all’aperto a inizio primavera per poi eseguire il trapianto nelle
aiuole in maggio - giugno.
Per le specie più delicate che esigono temperature più elevate per la germinazione e nelle prime fasi di
crescita (es. Agerato, Impatiens, Begonietta, Coleus, Lobelia, Petunia, Verbena,…) la semina viene effettuata
in ambiente protetto riscaldato su appositi contenitori alveolari e quindi trapiantate all’aperto (in tal modo si
anticipa la loro fioritura, infatti così operando è possibile avere Petunie o Verbene fiorite già ai primi di
maggio).
Epoca e modalità di semina delle biennali
Le più comuni biennali (es. Miosotidi, pratoline a fiore doppio, Viola del pensiero,.) vengono seminate di solito
a fine estate - inizio autunno in semenzaio all’aperto e poi si trapiantano a dimora tra ottobre e novembre
oppure a febbraio - marzo, a seconda del clima.
Cure colturali delle annuali e biennali
Oltre a irrigazioni e concimazione le annuali e biennali da fiore richiedono l’eliminazione dei fiori appassiti in
modo che le piante non consumino riserve energetiche per la produzione di semi, e le destinino a nuove
fioriture.
Annuali (Fig….)
• Amaranto tricolore (Amaranthus gangeticus).
• Astro della Cina (Callistephus sinensis).
• Cineraria (Cineraria hybrida).
• Garofanino della Cina (Dianthus chinensis).
• Begonietta (Begonia semperflorens).
• Primula (Primula sinensis).
• Bocca di leone (Antirrhynum majus).
• Coleus (Coleus blumeni).
• Cosmea (Cosmos bipinnatus).
• Elicriso (Helichrysum bracteatum).
• Escolzia (Escholtzia californica).
• Girasole (Helianthus annuus).
• Ipomea (Ipomea sp).
• Nasturzio (Tropaeolum majus).
• Petunia (Petunia hybrida).
• Portulaca (Portulaca grandiflora).
• Rudbechia (Rudbeckia hirta e bicolor).
• Salvia splendida (Salvia splendens).
• Tagetes o puzzola (Tagetes papula).
• Zinnia (Zinnia elegans).
• Miosotide o Non ti scordar di me (Myosotis
alpestris).
• Flos o fiamma annuale (Phlox dridrummondii).
• Impatiens o fiore di vetro (Impatiens walleriana).
• Alisso odoroso (Lobularia marittima).
Biennali (Fig….)
• Calendula (Calendula officinalis).
• Non ti scordar di me ( Myosotis alpestris).
• Pratolina o Margherita (Bellis perennis).
• Viola del pensiero o pansé (Viola tricolor).
• Violacciocca (Cheiranthus annuus).
• Garofano dei fioristi (Dianthus caryphyllus).
• Giulietta (Campanula mediu).
• Lunaria (Lunaria annua).
• Malvone (Althea rosea).
• Digitale (Digitalis purpurea).
Le bulbose (o Geofite)
Le geofite o bulbose ornamentali sono piante dotate di organi sotterranei perennanti che garantiscono la loro
sopravvivenza in periodi di siccità o in altri momenti avversi dell’anno. Negli organi sotterranei sono infatti
racchiuse sostanze di riserva e tessuti che permettono di superare lunghi periodi di dormienza e di alimentare
lo sviluppo delle gemme latenti all’inizio del loro ciclo vegetativo.
Questi organi perennanti possono essere rappresentati da: bulbi (es. Narcisi, Giacinti, Tulipani, Lilium o Gigli,
Fritillaria, Crochi, Bucaneve) (Fig….); bulbotuberi (es. Gladiolo) (Fig….); tuberi (es. Ciclamini, Begonia)
(Fig….); rizomi (es. Iris, Zantedeschia) (Fig….), radici tuberiformi (Dalia, Mughetto, Peonia, Alstroemeria)
(Fig….).
Il bulbo è formato da un fusto molto corto (detto disco o girello) dal quale vengono emesse radici e nuovi
germogli. Tipi di bulbo:
• bulbo solido e contornato verso l’esterno da squame membranose (Gladiolo);
• bulbo tunicato o vestito composto da squame strette e carnose avvolte strettamente le une sulle altre
(Giacinto);
• bulbo squamoso o embricato quando il bulbo è avvolto da squame carnose non molto addensate (Giglio).
I bulbi possono avere forma varia come quella piriforme (Narciso, Tulipano) o rotonda (Giacinto).
Il Tubero (Begonia, Ciclamino) deriva invece dalla trasformazione di un fusto sotterraneo il cui midollo si
ingrossa e diviene magazzino di sostanze di riserva. Sulla sua superficie si trovano numerosi “occhi” o gemme
che al momento opportuno si svilupperanno per originare nuove piante.
Il Rizoma è anch'esso un fusto modificato che spesso si trova a pochi centimetri sotto il suolo, più lungo ed
esteso del tubero. Da esso partono le radici verso il basso e le gemme apicali verso l'alto. L' Iris, la Calla e la
Canna fiorifera hanno dei rizomi come molte piante acquatiche. Anche il rizoma è ricco di sostanze nutritive ed
è duro e piuttosto legnoso.
Il Bulbo-tubero, è un organo sotterraneo costituito da un breve tubero sul quale si sviluppa un certo numero di
foglie papiracee che proteggono le gemme. Nella parte inferiore si sviluppano radici e bulbilli che possono
essere separati per la moltiplicazione. Dunque le sostanze di riserva non sono nelle foglie (come per i bulbi)
che pertanto svolgono solo funzioni protettive. Alla fine del ciclo vegetativo il bulbo-tubero, ormai svuotato
delle sue riserve, si esaurisce e la pianta sopravvive grazie ai nuovi bulbilli che si accrescono. Esempi sono il
croco, la fresia ed il gladiolo.
Le radici tuberiformi sono delle semplici radici che ingrossate svolgono le funzioni simili ai tuberi o ai bulbi,
cioè di immagazzinare acqua e sostanze nutritive. Perdono quindi la funzione di assorbimento. La differenza
con gli altri organi sotterranei è che la radice tuberiforme da sola non può originare una nuova pianta se non è
collegata almeno ad una parte del fusto originale. Esempi sonp la dalia, il Mughetto, l’Alstroemeria.
Le bulbose sono specie erbacee perenni che hanno una vegetazione erbacea che si rinnova in tutto o in parte
annualmente e rifioriscono ogni anno, puntualmente, in una determinata stagione.
Le varietà di bulbose disponibili sul mercato oggigiorno sono moltissime e soddisfano svariate esigenze.
Aiuole, bordure, macchie di colore nei prati, giardini rocciosi, vasi e ciotole. Esistono numerose specie adatte
alla crescita in mezz'ombra e moltissime da pieno sole. Chiunque può trovare bulbose adatte alle proprie
esigenze.
Sono molto apprezzate per i fiori di mille colori e forme, dalle più intense tonalità alle più delicate tinte pastello,
dalle lussureggianti infiorescenze a spiga dei Gladioli, alla fragilità delle campanelle delle Fritillarie più piccole.
Le bulbose donano vitalità agli elementi fissi del giardino, sia in un’aiuola regolare che in una bordura mista,
sia che arricchiscono di colore un contenitore o che creino una campitura luminosa sotto gli alberi o nell’erba
del prato.
Alcune specie si distinguono anche per la bellezza del loro fogliame e per il profumo dei loro fiori.
Dopo la fioritura le bulbose appassiscono e disseccano le foglie (salvo qualche rara eccezione) entrando in
dormienza fino al ritorno della nuova stagione.
Anche se la fioritura della pianta è conclusa è assolutamente necessario che le foglie continuino la loro
funzione fotosintetica affinché si possa formare un bulbo completo che garantisca la buona riuscita della
piante nel prossimo periodo vegetativo. Mai quindi tagliare le foglie prima che si siano seccate da sole!
La stagione più importante per le bulbose va dall’inizio della primavera (es. i dorati Narcisi) fino all’inizio
dell’estate; esistono comunque specie che fioriscono in autunno o in inverno (ciclamino, bucaneve). Ogni anno
dopo la fioritura i bulbi andrebbero dissotterrati, divisi e ripuliti della terra, conservati in luogo arieggiato,
asciutto e trattati con fungicidi per evitare l’insorgenza di pericolosi marciumi, per poi ripiantarli
successivamente a distanze maggiori: ciò per stimolare fioriture più intense e per lasciare spazio alle altre
piante stagionali.
Molto utile è l’asportazione dei fiori appassiti per impedire che la pianta convogli verso i semi in formazione le
disponibilità energetiche. In alcune specie come i Muscari, i Ciclamini e le Scille alcuni fiori appassiti possono
essere lasciati in modo che si producano semi per la loro riproduzione.
Le bulbose prediligono un terreno ben drenato e luoghi asciutti e soleggiati (esistono tuttavia specie adattate a
vivere nei boschi in condizioni umide e ombrose). La profondità di piantagione dovrebbe essere pari al doppio
dell’altezza del bulbo; quelli molto piccoli (anemoni, crochi, iris precoci nani, muscari) si dispongono appena
sotto la superficie del terreno.
Le bulbose possono essere impiegate per: dare particolare risalto ad aiuole geometriche; per bordure miste;
per giardini rocciosi ed acquatici; per fiori recisi; per fioriere per davanzali o per vasi.
Le bulbose in base alla stagione dormiente, al momento in cui vengono impiantate, alla stagione in cui
fioriscono vengono classificate in due grandi gruppi:
a) Bulbose a riposo estivo, a piantagione autunnale e a fioritura primaverile: sono quelle che entrano in
dormienza in estate, si impiantano in autunno e fioriscono nella primavera successiva: es. Tulipani, Narcisi,
…(Fig….). Alcune bulbose a fioritura primaverile si possono forzare, in modo da ottenere i fiori in pieno
inverno in casa
Nel caso dei Tulipani i bulbi si estirpano durante l’estate quando le foglie sono totalmente secche e si
ripiantano in autunno per consentire la fioritura in primavera.
Nel caso dei Narcisi invece i bulbi una volta impiantati a dimora non vengono negli anni successivi
continuamente estirpati e ritrapiantati ma si lasciano nel posto iniziale definitivamente.
b) Bulbose a riposo invernale, a piantagione primaverile e a fioritura estiva: sono quelle che entrano in
dormienza in inverno, si piantano in primavera in modo che fioriscano in estate: es. Dalie, Begonie bulbose,
Calle fiorifere, tuberose.
A questa classificazione fanno eccezione i seguenti casi:
1) la Calla bianca, gli Anemoni e i Ranuncoli (Fig….) che si possono piantare a novembre per fiorire in
inverno oppure a fine inverno per fiorire in primavera;
2) l’Amarillide belladonna e l’Amarillide gialla (Fig….) rimangono in riposo durante l’estate, si piantano a
settembre e fioriscono subito dopo.
La propagazione delle bulbose può essere fatta con i bulbi o con i “bulbilli” che si formano numerosi intorno al
bulbo principale, con il frazionamento dei tuberi o dei rizomi (purché ogni porzione contenga un “occhio”). Nel
Giacinto per stimolare la produzione di nuovi bulbilli per la moltiplicazione si può eseguire in autunno con un
coltello ben affilato un taglio a croce (profondo circa la metà dell’altezza del bulbo) nella parte inferiore del
bulbo.
Le bulbose vogliono un substrato di medio impasto tendente allo sciolto, ben dotato di nutrienti (in particolare il
K per la fioritura) e di sostanza organica. Molto utile è la concimazione nel periodo successivo alla fioritura
quando le piante dovranno riformare gli organi sotterranei prima che tornino in dormienza. Le geofite a fioritura
primaverile ed estiva vanno annaffiate periodicamente nei periodi siccitosi durante la loro vegetazione. Quelle
a fioritura autunnale, invernale e di inizio primavera di solito traggono sufficiente acqua dalle piogge.
Alcune bulbose comuni (Fig….)
• Calla bianca (Zantedeschia aethiopica).
• Dalia (Dalia variabilis).
• Giglio tigrato (Lilium tigrinum).
• Iris bulbosi (Iris xiphium, ….).
• Iris rizomatosi ( Iris germanica, Iris pallida..).
• Narciso (Narcissus pseudonarcissus).
• Peonia della Cina (Paeonia lactiflora).
• Tulipano (Tulipa sp).
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Gladiolo (Gladiolus hybrida).
Clivia (Clivia miniata).
Fresia (Freesia x hybrida).
Mughetto (Convallaria majalis).
Croco d’Olanda (Crocus sp).
Amarillide (Amarillis belladonna).
Giacinto (Hyacinthus orientalis).
Anemone (Anemone sp).
Le succulente
Le succulente o piante grasse comprendono specie capaci di resistere alla carenza di acqua grazie a
dispositivi che limitano le perdite idriche per traspirazione (es. foglie trasformate in spine) o alla presenza di un
tessuto carnoso succulento localizzato nel fusto (es. Cactacee,..) o nelle foglie (es. Aloe, Echeveria,…) o nelle
radici (es. Adenium,….).
Le succulente in genere presentano una straordinaria varietà di forme, dimensioni e colori per cui si prestano
a numerosi impieghi ornamentali.
Alcune sono voluminose e glabre, altre ricurve o erette, talvolta con aculei vivacemente colorati, oppure
ricoperte da peli sericei.
Le forme variano dalle rosette simmetriche di Echeveria a quelle tozze e sferiche di Echinocactus, fino alle
colonne scanalate e alle forme a candelabro di alcune cactacee di aree desertiche.
La fioritura avviene quando hanno raggiunto la maturità che per alcune specie avviene a 40 anni (Cactacee..).
I fiori sono grandi e di colore brillante ma effimeri per la maggior parte delle succulente (per alcune specie, es.
Cactacee epifite fiorenti in inverno, il periodo della fioritura dura tuttavia a lungo).
Le succulente per la coltivazione all’aperto esigono un suolo ben drenato e un clima caldo (giardini aridi).
Sono molto coltivate in vasi, cesti e ciotole, per abbellire l’interno delle case.
Propagazione
Le piante grasse possono propagarsi per talea, per divisione del cespo o dei germogli, e infine per seme.
Le talee vanno prelevate nel periodo di sviluppo vegetativo utilizzando parti di pianta non provviste di boccioli
fiorali.
Nelle Cactacee provviste di grandi foglie (cladodi) come nel caso del Fico d’India (Fig….) le talee si preparano
tagliando le “pale“ (cladodi) immediatamente al di sotto del punto di max larghezza.
Nelle Cactacee con fusti e rami cilindrici (come i Cactus e i Cereus) (Fig….) per le talee si prende una
porzione di ramo lunga 8 - 10 cm la cui base si foggia a cono per favorire lo sviluppo di radici dal midollo
centrale piuttosto che dalla periferia.
Le talee una volta preparate vanno lasciate all’aria in posizione verticale per 4 - 8 settimane in un ambiente
asciutto e ombreggiato. Quindi si mettono a radicare in un substrato di torba e sabbia in parti uguali a 20 °C
circa. Ogni 20 gg si potrà intervenire con una fertirrigazione per mantenere umido il substrato di radicazione.
Nelle piante grasse provviste di foglie (es. Echeveria) (Fig….) possiamo moltiplicarle per talea fogliare
semplicemente prelevando una foglia intera e appoggiandola su sabbia umida.
Alcune piante succulente (Fig….)
• Agave (Agave americana).
• Aloe (Aloe variegata).
• Cereus (Cereus monstruosus peruvianum).
• Crassula (Crassula lycopodioides).
• Echeveria (Echeveria derembergii).
• Echinocactus (Echinocactus grusonii).
• Epifillo (Epiphyllum sp).
• Euforbia splendida ( Euphorbia splendens).
• Fico d’India (Opunzia ficus - indica).
• Gasteria (Gasteria verrucosa ).
• Haworthia (Haworthia sp).
• Kalanchoe (Kalanchoe blossfeldiana).
• Mamillaria (Mamillaria sp).
• Semprevivo (Sempervivum sp).
Le siepi
La siepe è una barriera vegetale presente costantemente nei giardini di ogni epoca, dall’antichità ai giorni
nostri. In particolare nel giardino italiano rinascimentale la siepe costituisce un elemento fondamentale ed
insostituibile. L’applicazione ad essa dell’arte topiaria per ottenere forme e sagome ben precise tendeva ad
esaltare il concetto di supremazia dell’uomo sulla natura.
a) separazione di aree e di zone a diverso interesse ed utilizzo o di proprietà diverse;
b) architettonico - ornamentale come nelle bordure e nei labirinti del giardino all’italiana
c) schermante per celare alla vista angoli o strutture poco piacevoli (capannoni, garages,
scarpate, baracche per ricovero attrezzi…) o per proteggere da sguardi indiscreti il giardino;
d) consentire una “visuale guidata” in modo di valorizzare un aspetto paesaggisticamente
importante situato anche ad una certa distanza, mascherando nel contempo zone indesiderate
FUNZIONI del paesaggio o strutture legate alle attività produttive (fabbriche, magazzini,…);
DELLE
e) schermi antirumore (con siepi alte e profonde, con filari doppi o tripli di essenze fastigiate
SIEPI
come il pioppo cipressino, la quercia piramidale integrate con vegetazione arbustiva) e
antipolvere;
f) antiabbagliante nelle ore notturne nel caso di siepi spartitraffico lungo le strade;
g) frangivento;
h) naturalistica in quanto costituiscono un rifugio adatto ad ospitare e nutrire avifauna e piccoli
mammiferi e insetti utili. E’ il caso delle siepi verdi a boschetto.
Naturali: si formano spontaneamente lungo le strade rurali o i fianchi dei corsi d’acqua,……
Artificiali: sono realizzate dall’uomo per scopi decorativi o protettivi.
TIPI DI Pure: se formate da una sola specie.
SIEPI
Miste: se formate da molte specie.
Libere o informali: se lasciate crescere spontaneamente senza l’intervento dell’uomo (Fig….).
Educate o formali: se sottoposte all’arte topiaria per ottenere certe forme (Fig….).
ALCUNE SPECIE ADATTE PER LE SIEPI (Fig….)
A) BASSE (m 0,80 - 1,20)
• Aucuba japonica (Aucuba)
• Buxus sempervirens (Bosso)
• Cotonaster franchetii (Cotonaster)
• Ligustrum japonicum (Ligustro)
• Prunus laurocerasus (Lauroceraso)
• Viburnum tinus (Viburno)
• Berberis thunbergii “Atropurpurea“ (adatto anche per siepi
difensive)
B) MEDIE (m 1,20 - 2)
• Arbutus unedo (Corbezzolo)
• Chaenomeles japonica (Cotogno giapponese o Cenomele)
• Nerium oleander (Oleandro)
• Photinia x fraseri “red Robin“ (Fotinia)
• Pyracantha (adatto anche per siepi difensive)
C) ALTE (m 2 - 4)
• Ilex aquifolium (Agrifoglio)
• Laurus nobilis (Alloro)
• Chamaecyparis lawsoniana “Allumii” (Cipresso di Lawson)
• Quercus ilex (Leccio)
Si definiscono Bordure quelle piccole barriere verdi, alte 20 - 80 cm (es. bordure di Buxus pumila “Nana”),
utilizzate solitamente per delimitare spazi nell’ambito dello stesso giardino.
Quando si impianta una siepe oltre a tener conto oltre delle distanze d’uso o legali, occorre lasciare una
striscia di terreno ove poter passare tra la siepe e l’eventuale recinzione per eseguire gli interventi di
manutenzione (potature, trattamenti,..) senza dover passare dalla parte del vicino.