COMITATO “IMMAGINI AMICHE”
L’Amministrazione Comunale con proprio atto deliberativo del giugno scorso ha aderito alla
Campagna “Immagini Amiche”. Per città libere dalla pubblicità lesiva alla dignità delle donne.
promossa su tutto il territorio nazionale dell’Unione Donne in Italia.
Sempre più frequentemente i mezzi di comunicazione propongono in modo subdolo o apertamente
volgare messaggi e immagini sulle donne irrispettose e di pessimo gusto, alle quali non si può
assistere passivamente.
Il Comune di Ravenna si impegna con quest’atto ad adottare provvedimenti idonei a salvaguardare
l’immagine pubblica delle donne avvalendosi dell’attività di monitoraggio e valutazione di un
Comitato specificatamente nominato a supporto della Commissione Pari Opportunità.
Esso è composto da alcuni settori intracomunali (Ufficio stampa, Gabinetto del Sindaco, Servizio
Pari Opportunità, Istituzione Istruzione e Infanzia, Polizia Municipale) integrato dalla presenza
della Consigliera di Parità della Provincia di Ravenna, dal rappresentante di Ravenna Entrate e
dell’Ufficio XV AT di Ravenna che rappresenta le Istituzioni scolastiche, da Linea Rosa e dall’UDI
in qualità di soggetto politico promotore e garante della Campagna “Immagini Amiche”.
I Gruppo riunitosi in prima seduta mercoledì 24 novembre ha condiviso i propri obiettivi di lavoro e
ha approvato il seguente comunicato nella Giornata Internazionale contro la Violenza alle donne”.
“L’eziologia della violenza è da ricercare nei luoghi mentali e culturali che ammettono,
giustificano, banalizzano il comportamento quanto il linguaggio denigratorio e svalutativo sulle
donne.
A rinforzare questo modello privo di etica e di rispetto per la persona, si aggiunge l’uso scriteriato
del corpo femminile sui media, nella moda, nella pubblicità.
Sono tante le forme di violenza sottili ma potenti che dilagano nella società e devastano il pensiero
collettivo.
La pubblicità è comunicazione sociale: veicola idee, modelli, conferma stereotipi.
Come tale può avere una funzione sociale positiva, quanto negativa.
Agisce in forma subliminale analogica rendendoci passivi nella critica e disarmati nella possibilità
di contrastare in modo diretto il messaggio.
Il circolo diviene vizioso: la pubblicità condiziona la società che a sua volta condiziona la
pubblicità.
Con questa consapevolezza si può emergere dal consumo passivo solo con la forza delle idee,
dell’azione collettiva, dell’appoggio motivato e operativo delle Istituzioni.
Fare crescere la disapprovazione sociale intorno a contenuti pubblicitari non rispettosi della dignità
della persona, significa minare alla base il senso e l’efficacia del messaggio pubblicitario.
L’Italia ha ancora una legislazione carente insufficiente e lacunosa, ma metteremo in azione tutti gli
strumenti disponibili.
Richiedendo in forma collaborativa di modificare contenuti e forme di iniziative disapprovabili e
qualora sia necessario agire oltre il dialogo faremo ricorso al Giurì o a un’apposita Ordinanza .
Con questi impegni prendiamo parte alle iniziative locali nella Giornata internazionale contro la
Violenza alle donne e ci impegniamo a rendere efficaci le iniziative del nostro gruppo di lavoro.
Giovanna Piaia