preghiera - Scuola Altamura

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PROGETTO 24.
Musica, magia,
preghiera
il
t
"Tu sei cieco, ma le tue orecchie non sono sorde. Ascoltami!,
tribù dei Bacanghi, sulla tomba di un famoso cacciatore.
Così parlò, sonaglio alla mano, un capo della
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I popoli primitivi credono che, dopo la scomparsa degli ultimi resti mortali
l'anima del morto sopravviva come spirito che ascolta e che può essere
ascoltato dai vivi.
Per queste genti, tutti i suoni della natura altro non sono se non le voci degli
spiriti che la popolano. Quando un uomo imita un suono lo spirito di quel
suono entra in lui. Anche con la Divinità si comunica attraverso il suono.
Per i Pellirosse americani e per i veda dell'India, Dio ascolta l'uomo solo se
questi si rivolge a lui cantando e suonando: la musica è l'unico linguaggio
umano che possa convincere la Divinità.
Nella mitologia greca, Orfeo con il dolce canto e col suono della sua lira
convinse i guardiani infernali a lasciargli il passo verso il tenebroso Ade,
dove dimorava la sua Euridice, uccisa dal morso del serpente. Plutone e
Proserpina, dèi dell'Ade, furono così affascinati dalla musica che gli concessero - sia pure a una dura condizione - di riportare Euridice tra i vivi.
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Invoca
La musica - secondo le credenze degli antichi - arriva a guarire anche le
infermità. E ancora si cantava per ottenere la pioggia o il bel tempo, per far
sorgere I'amore, per far nascere felicemente un bambino, oppure per provocare un maligno sortilegio.
C'è un'antica leggenda cinese, a questo proposito.
In viaggio verso il paese di Tsin, il
duca Ling ferma Ia sua scorta, di notte, in
riva a un fiume, per ascobare una misteriosa melodia proveniente dal bosco.
Dtte notti resta ad ascoltare, poi ordina al maesfto di musica Kiuen di scriyergli la melodia.
Aràr,ato a destinazione, nel momento più'festoso del ricco banchetto offerto-t.
gli dal re di Tsin, Ling ordina al suo musico di cantare la melodia raccoha nel '
bosco. Dopo le prime note, si leva pieno di spavento un convitato, che grida a
Kiuen: «Non cantare più. È un canto di perdizione. Dove lo si intona, succederà una catastrofe!, Ma il re è incredulo e ordina al musico di continuare.
Allora una schiera di nere gru si abbatte sulla terrazza del banchetto. Il re
vuole sfidare il sortilegio e chiede a Kiuen un ahro canto di perdizione: e nuyole paurose si addensano improvvisamente nel cielo.
"Un ahro ancora! , grida esasperato e offeso nel suo orgoglio il re. Il cantore non ha ancora finito la
sua terza melodia, che una bufera travolge ogni cosa sulla terrazza. E il re
questa voha cede. Ma per tre anni una siccità spaventosa devastò il paese di
Tsin e lo trasformò in un deserto.
Sono favole, è chiaro. Ma perché gli uomini riconobbero alla musica tanti e
tali poteri magici?
Che cosa ci sentivano, nella musica, da ritenerla capace di fatti soprannaturali? Rifletti su questo mito suggestivo, che ci giunge dall'antico Giappone.
Irritata per l'indegno comportamento degli uomini, la Dea del Sole Ama-Terasu si rinchiuse un giorno in una tenebrosa caverna lasciando sprofondare
la terra nella totale oscurità. Vane furono le suppliche degli uomini e degli altri dèi. Solo l'intuizione geniale del dio del suono riuscì a richiamare Ama-Terasu fuori dalla caverna: egli legò insieme 6 grandi archi e li conficcò nel suolo; dallo strumento così improvvisato, una specie di arpa, seppe trarre dolci
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Orfeo ed Euridice
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melodie, f acendosi accompagnare dal battito a terra di un bastone e dal canto
danzato di Uzumé. L'incantamento prodotto dalla musica fu così potente che
la dea del sole usci pacificata dalla caverna, per la gioia dell'umanità. Da allora in poi la musica in Giappone fu coltivata con una cura tutta speciale, come
l'unico tnezzo capace di riportare dalla tenebra alla luce.
C'è una saggezza profonda in questo mito, che va diretta al significato ge- ConfrontaleRicercheche
nuino della musica: la musica purifica e solleva l'uomo tanto da permetter- seguono, con le
osservazionidel Progetto
gli - credevano gli antichi - di compiere prodigi.
Écco perch" ar.o.a oggi, quando la-comunità dei fedeli parla con Dio, 57 (pag'271)
quando lo prega, quando lo adora, quando confida alla sua misericordia le
proprie pene, ricorre spesso alla musica.
Ricerche
l. Il mito di Orfeo, musico-incantatore,
è raccon-
tato con ricchezz,a di particolari dai poeti latini
Virgilio e Ovidio. E un mito che si ritrova in altri
luoghi, con altri personaggi: l'imperatore cinese
ru-Chi, il dio indiano Krisna, l'eroe finlandese
Wàinamòinen.
Sai rintracciare qualcuna di queste storie? Riassumila nel quaderno, e leggila in classe. Confronta fra loro questi miti: quali mezzi musicali (strumenti, \/oce...) adoperano quegli eroi nella loro
avventura?
Queste sono le fonti nelle quali troverai narrati
tali miti:
Mito di Ort'eo: Virgilio, Georgiche, libro IV;
Ovidio, Metamorfosi, libro III.
e
Mito di Krisna:Mahàbhàrata (La grande impresa dei discendenti di Bharata), poema epico indiano.
ll4ito di Wriinrimòinen: Kalevala, poema epico fin-
Krishna
landese.
):'.Preghiere recitate. La preghiera comunita
non è.sempre cantata: spesso è parlata. Ma cr
è parlaìa(Ascolta in chiesa la recita delle litar
e di altre iùvocazioni rituali. Trovi delle differ
ze tra questa recitazione e il parlare ordinari
Quali differenze?
I canti della tua àqunità. Quali sono i caa
religiosi della comunità à(a quale appartieni?
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Osserva il
in cui sonottantati:
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alcuni
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migliano a canzoni non religioèe,. con strofa e
tornello; altri sono lunghe melodìe.con fioritr
di suoni sulle vocali; altri ancora si a\jcinano
modo di parlare. E poi: li canta il coro òa(prin
3.
pio alla fine? si alterna un cantore solo al coN
alternano due cori? Elenca i canti religiosi
conosci o che riesci a sentire, e indica di ognr
iI
modo in cui sono cantati.
musicanti
Angeli
Hans Memling:
106
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