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Anziani e educazione alla salute
La sindrome di Charles Bonnet: una curiosa malattia dei novantenni
Renzo Rozzini
Gruppo di Ricerca Geriatrica
Si racconta che la vita tranquilla di uno studioso di animali e piante di nome Charles Bonnet, fu turbata
nell’anno 1760 quando suo padre iniziò a provare una serie di stravaganti allucinazioni. L’ottantanovenne
Charles Lullin sperimentò infatti visioni di persone, animali, edifici, carrozze ed altri oggetti che si gli
presentarono davanti in maniera vivida, molto più vivida di quel piccolo angolo di realtà distorta che riusciva
ancora a vedere attraverso le sue forti cataratte.
Il padre di Bonnet non presentava alcun sintomo di demenza ed il suo stato di salute, tranne per queste
intense allucinazioni, appariva piuttosto buono. Oltretutto era ben consapevole che ciò che vedeva non era
reale. Charles Bonnet catalogò queste stravaganti visioni e col passare del tempo questi sintomi furono
successivamente classificati come la «Sindrome di Charles Bonnet». Molti casi simili furono registrati nei
decenni successivi, e benché si pensasse fosse una malattia rara, recentemente è risultata essere piuttosto
diffusa.
Per le persone colpite da questa sindrome, il mondo è occasionalmente adornato in maniera irreale. A
seconda dei casi, qualcuno potrebbe vedere le superfici coperte da motivi inesistenti (per esempio che la
parete che abbiamo di fronte sia improvvisamente coperta da una stravagante carta da parati) mentre altre
persone vedono inafferrabili oggetti dettagliati in maniera sorprendentemente minuziosa. Chi scrive ha
registrato e descritto diversi casi di persone affette da questa sindrome, prevalentemente in persone
ultranovantenni: il contenuto delle allucinazioni era fortemente condizionato dalle esperienze vissute, dalla
cultura, dalla scolarità. Alcuni pazienti descrivevano piazze come quelle dipinte da De Chirico, cornici
dorate, arazzi, lampioni scintillanti, altri figure femminili bambini, fiori, nuvole, onde del mare. La bellezza
delle allucinazioni aveva portato una paziente a chiedere se quello che vedeva fosse un’anticipazione del
Paradiso.
La caratteristica che accomuna la maggior parte delle persone affette dalla sindrome di Bonnet è la perdita,
di entità più o meno grave, della vista: le allucinazioni di solito iniziano quando i pazienti ancora vedono, ma
la loro capacità di vedere sta leggermente e lentamente diminuendo. La causa più comune di questa grave
perdita è la degenerazione maculare senile. Altre malattie della vista che si associano a questa sindrome sono
il glaucoma e la cataratta.
Alcuni studiosi affermano che la probabilità di riscontrare queste allucinazioni sembra aumentare nelle
persone con scarsa vita sociale.
Pur non essendo minacciose, queste visioni non sono facili da scacciare. In genere le persone afflitte dalla
sindrome di Charles Bonnet hanno difficoltà a parlarne per paura che le allucinazioni vengano interpretate
come sintomo di demenza.
La precisa causa che origina la Sindrome di Charles Bonnet non è ad oggi conosciuta, ma una teoria diffusa
sostiene che il cervello stia semplicemente tentando di compensare lo stimolo visivo ridotto dalla malattia
oculare. Si ritiene che la corteccia cerebrale visiva sia in grado di «trattare» il flusso di informazioni
proveniente dagli occhi prima di consegnarlo al resto del cervello. Quando una malattia riduce questo flusso
di informazioni un numero straordinario di neuroni restano inutilizzati. La corteccia visiva compenserebbe in
modo automatico l’inattività delle cellule cerebrali visive interpretando a suo modo le scarse informazioni
ricevute dall’occhio malato e producendo stravaganti allucinazioni.
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